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La Mia bella addormentata

By 16 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

I miei occhi si aprono, trafitti dal primo raggio di sole del mattino. Intorno a me, per un momento, è tutto bianco. Una luce intensa rapisce il mio sguardo per alcuni istanti, prima di diradarsi rivelando il mondo circostante. Le pareti giallo ocra e gli arredi semplici ed essenziali mi rassicurano circa il luogo del mio risveglio. La mia stanza da letto, la stessa nella quale mi sono destato quasi ogni giorno negli ultimi sette anni.
Un solo frammento di novità si inserisce nel puzzle della routine, ed è il morbido e sensuale corpo sdraiato accanto al mio. L’essere entrambi nudi mi permette di percepirne l’intenso calore e la sua pelle premuta contro la mia mi regala brividi non certo dovuti alla mite temperatura di un’alba di fine estate. Simili sensazioni risvegliano presto i ricordi della sera precedente. Un primo incontro progettato e realizzato in un batter d’occhio, un aperitivo che sarebbe dovuto essere il preludio ad una cena e che, invece, arricchito da risa, chiacchiere ed una complicità innata, ha preceduto solo ore di passione, nella quale due anime si sono scoperte, esplorate, assaggiate, godute appieno, senza freni né tabù.
Ora sei lì, supina accanto a me, vulnerabile come non mai, con i tuoi occhi grandi e vispi serrati dietro due palpebre sottili, le labbra semichiuse scosse solo dal tremito causato dal tuo flebile respiro addormentato, e i tuoi ribelli capelli castani scompigliati disordinatamente attorno al tuo viso, solare e delizioso seppur privato, dal sonno, del tuo sorriso contagioso e impertinente.
Mi sporgo, e sfioro appena le tue labbra con le mie. Poi, il mio sguardo si posa ancora su di te. Il lenzuolo ti copre fin sopra il petto, lasciando esposto il tuo collo tirabaci, le tue spalle da mordere e quel neo, appena sopra l’attaccatura del seno sinistro, che sin da subito ha attirato la mia attenzione e reso ingestibile il mio desiderio di possederti. Con le dita ne disegno il contorno, mentre con le labbra ti sfioro delicatamente il collo. Ho quasi timore di svegliarti, la situazione ha un’aura di magia tale che spezzarla mi apparrebbe un sacrilegio. Eppure, non posso fare a meno di percorrere il tuo sterno con la bocca, fino a raggiungere ancora quella piccola imperfezione marroncina. Ne avverto chiaramente i bordi con le labbra.
La mia mano, intanto, scosta appena il lenzuolo, quanto basta per liberare il tuo seno dal velo di cotone che lo ricopriva. Con le dita lo sfioro tutt’intorno. La tua giovane pelle è soda e morbida. Premo blandamente il piccolo capezzolo sinistro e lui sembra prendere consistenza sotto il mio tocco. Inizia ad inturgidirsi. Lo schiaccio appena tra le dita, mentre con la punta della lingua stuzzico l’altro. Dopo solo una manciata di secondi entrambi puntano come chiodi verso di me. L’istinto di afferrare e stringere a piene mani le tue invitanti mammelle è frenato solo da quello di non farti ancora attraversare il limbo del passaggio tra il sonno e la veglia.
A fatica, mi stacco da quelle rosee collinette e striscio verso il fondo del letto. Afferro il lenzuolo dal punto in cui lo stesso si congiunge al materasso e inizio a farlo scorrere lungo il tuo corpo, per svelare, centimetro dopo centimetro, tutte le sue grazie. Nel momento in cui quella sottile barriera attraversa il tuo addome hai un brivido. Ti contrai. Mi fermo, temendo un tuo improvviso risveglio. Poi, quando ti vedo rilassarti, continuo fino a scoprirti del tutto. Col palmo delle mani percorro il dorso dei tuoi piedi, risalendo lungo i polpacci fino alle ginocchia, e poi su, fino a bearmi al tatto delle tue cosce, sode e liscie. Risalgo, in seguito, lungo i tuoi fianchi, fino all’addome.
Gioco per un po’ col tuo ombelico, per poi scendere con un dito fino al curato ciuffo di peli scuri che occupa il tuo monte di venere. Li arriccio, con lenti movimenti circolari dell’indice. Forse avverti un leggero solletico, perché un sorriso si dipinge, in maniera appena accennata, sul tuo viso. Mi chiedo cosa tu stia sognando, se i brividi di piacere che, di tanto in tanto, investono il tuo corpo si riverberano sulle sensazioni che il tuo cervello trasmette al tuo inconscio.
Le tue gambe appena divaricate mi permettono di continuare a far scorrere la mia mano ben oltre i tuoi peli pubici. Guardo le labbra della tua vagina, ancora un po’ arrossate dall’incessante attività di solo poche ore prima. Il mio indice, audace, le percorre per tutta la loro lunghezza. Paiono asciutte, ma non lo rimarranno a lungo. La voglia di te torna prepotente come il pomeriggio precedente, e il mio pene, ormai completamente eretto ed esposto, freme al pensiero di affondare nuovamente e con rinnovato vigore nella tua carne.
Ma mi trattengo dal possederti selvaggiamente come vorrei e, con studiata lentezza, continuo a percorrere con un dito i contorni delle tue grandi labbra. Dopodiché, il dito indice, coadiuvato dal medio, le divarica appena, esponendo il tuo fiore rosato ed umido. Lo sfioro con l’altra mano, percependoti appena bagnata. Prima che il tuo odore inizi nuovamente a spandersi per la stanza, avvicino il mio volto, annusando avidamente gli umori che il tuo sesso inizia a secernere. L’aroma è inebriante, e lo spettacolo della tua vagina succosa ed elastica troppo invitante per non avvicinare le mie labbra e, con la lingua, penetrarti appena per assaggiarti nuovamente.
Mi accorgo di premere sempre di più il mio viso contro la tua intimità. Vorrei continuare con la delicatezza di pochi istanti prima, ma mi è impossibile frenarmi di fronte ad un simile spettacolo. Le dita della mia mano divaricano sempre più le tue grandi labbra e la mia bocca diviene ogni secondo più vorace nell’assaporarla. Anche l’altra mano, intanto, ha il suo daffare. Con il pollice cerco il tuo clitoride. Una volta trovato, lo stimolo con movimenti circolari, premendo quanto basta per non perdere la presa.
Sento il tuo respiro diventare affannato, e gemiti levarsi dalle tue labbra ormai dischiuse.
Ti sarai certamente svegliata, avverto le tue gambe muoversi in maniera convulsa mentre la mia lingua e il mio dito si muovono sempre più veloci sul tuo sesso bagnato.
Non mi fermo, procedo in maniera sempre più rapida, stimolato dai tuoi incitamenti.
Ti sento fremere, il fruscio del tuo corpo che striscia sulle lenzuola si fa sempre più intenso. Le tue gambe si stringono attorno alla mia testa e le tue mani mi afferrano la nuca per premere la mia bocca famelica ancor più contro la tua vagina aperta ed eccitata.
Nel mentre assaporo i fluidi del tuo corpo scorrere in maniera via via più copiosa. Mi bagnano le labbra, il mento, scorrono lungo le tue cosce fino ad inumidire le lenzuola.
I miei movimenti si fanno sempre più rapidi, fin quando non ti sento urlare di piacere, e il tuo lieve tremore si trasforma in spasmi convulsi, prima di diminuire e cessare del tutto, come la morsa dei tuoi arti attorno alla mia testa.
Il tuo respiro si regolarizza, mentre risalgo lungo il tuo corpo fremente di desiderio e raggiungo il tuo viso arrossato ed accaldato.
Ti bacio con passione e, quando libero le tue labbra dall’abbraccio delle mie, mi sorridi, cosciente e gratificata dal fatto che il mio pene, al massimo della sua erezione, prema contro la tua gamba destra, ansioso di prendere nuovamente possesso del frutto bollente e bagnato che pulsa tra le tue cosce.

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