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La migiore amica di mamma, a volte ritornano

By 21 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La migliore amica di mamma, … a volte ritornano.

Erano passati oltre dieci anni da quella fantastica estate da quando Cecilia, la migliore amica di mia mamma mi aveva iniziato al sesso ( vedi racconto La migliore amica di mamma), nel frattempo le mie esperienze con le donne si erano moltiplicate e la mia timidezza aveva lasciato spazio ad una certa sicurezza, che mi permetteva di dire, senza falsa modestia, di avere una certa conoscenza del panorama femminile.
Grazie a Cecilia e al suo insegnamento ero cresciuto pensando che se una donna avesse goduto per prima, poi sarebbe stata pronta a fare per tutto per te, e questa teoria aveva dato i suo i riscontri.

Tornando a Cecilia ebbi occasione di rivederla circa dieci anni dopo quell’incontro.
Per lei il tempo sì era fermato, o forse ai miei occhi lei sembrava sempre la stessa, sempre lo stesso portamento signorile, sempre quel suo abbigliamento da signora, l’unica cosa che vedevo cambiato in lei era che le sue forme si erano ulteriormente addolcite ma su di lei avevano la capacità di esaltare ulteriormente la sua carica erotica.
Appena la vidi la voce mi si fece tremolante, riusciva ancora a provocare in me quel turbinio di emozioni come quando ero ragazzino, ed ancora una volta lei se ne accorse immediatamente tanto da provocare in lei un sorriso compiaciuto.
La incontrai per strada vicino al mio ufficio, io la riconobbi immediatamente, come muoveva il suo culo mentre camminava era unico ma feci finta di nulla, fu lei che mi riconobbe e mi chiamò per salutarmi.
Appena mi avvicinai lei mi abbraccio con calore e mi stampigliò un bacio sulla guancia, io rimasi un attimo confuso, ma mi accorsi che immediatamente mi era diventato duro il cazzo. Questo era il potere di Cecilia su di me.
Mi invitò a prendere un caff&egrave da lei dicendomi che si era da poco trasferita in quella zona e che voleva sapere da me come stava mia mamma e la mia vita come procedeva.
Io naturalmente accettai immediatamente e ci dirigemmo immediatamente verso casa di Cecilia.
Cecilia abitava in un palazzo a cento metri dal mio ufficio, un palazzo signorile ma nulla a che vedere dalla stupenda casa dove viveva con suo marito, e mi stavo chiedendo il perché di questo cambiamento.

Appena arrivati nel suo appartamento mi resi conto che era un appartamento da single, ero ora curioso di sapere dove fosse il marito di Cecilia. Le mi fece accomodare sulla poltrona del salotto e si diresse verso la cucina per mettere il caff&egrave sul fuoco. Io mi alzai dalla poltrona e la segui in cucina, ero attratto da lei e non riuscivo ora che l’avevo rivista a rimanerle lontano.
Partii subito con la domanda a bruciapelo sul perché di questa nuova casa e su dove fosse il marito.
Lei mi raccontò che era rimasta vedova da oltre quattro anni e che non avendo avuto figli, la casa dove aveva vissuto con il marito le sembrava troppo grande e vuota, aveva quindi deciso di traslocare in un appartamento più piccolo, privo di ricordi dolorosi.
Appena terminato il racconto sul marito Cecilia iniziò a ricordare come fossi stato l’unico uomo con cui aveva tradito il marito, come durante questi anni avesse spesso ricordato il modo in cui la feci godere e soprattutto come dalla morte del marito non avesse più avuto rapporti con nessun uomo.

All’udire di queste parole il mio cazzo iniziò a diventare duro, la mia mente iniziò a dirmi che avrei dovuto ancora possedere Cecilia.
Non ero più il ragazzo ingenuo di dieci anni fa, ormai ero un uomo, quindi prima ancora che lei ebbe terminato il suo discorso appoggiai le mie mani sul suo culo grande, lei vi si appoggiò contro con decisione.
Allora le alzai la gonna e mi inginocchiai dietro di lei, come sempre portava il reggicalze, le spostai le mutande dal suo culone e le infilai la mia mano nella sua figa già bagnata.
Poi gli sfilai le mutande la feci piegare, appoggiandosi al lavandino della cucina, ed allargandole le mani le sue grosse natiche iniziai a leccarle la figa.
Sentivo già che lei stava godendo, non tanto per la mia bravura ma anche per quattro anni di arretrati.

Dopo la feci sdraiare sul tavolo della cucina, le slacciai i bottoni della camicetta e feci uscire i suoi grossi seni dal reggiseno.
Gli leccavo la figa e con le mani gli strizzavo i capezzoli duri, grossi come olive.
La sua figa era tutto un brodo, gli infilai allora il mio cazzo duro nella sua figa mentre con una mano gli accarezzavo il clitoride grosso quasi come un cazzo a riposo, e con l’altra gli strizzavo i seni.
Cecilia venne subito gridando tutto il suo godimento, ma mi implorò di non fermarmi, ed io fui solo felice della sua richiesta.
Continuai a sfondarle la figa con vigore per poi venire sulla sua pancia morbida come un cuscino di piume.

A quel punto la feci alzare da tavolo la feci spogliare tutta nuda la feci accomodare sulla poltrona e le insegnai a masturbarsi per me, lei la signora che mi aveva iniziato al sesso non aveva mai avuto un orgasmo masturbandosi, ed ora io glielo stavo insegnando.
Lei si stava masturbando per me, con una mano si accarezzava il clitoride e con l’altra si toccava i suo meravigliosi seni grossi.
Io ero lì in piedi di fronte a lei, la guardavo godere, mi sembrava di essere nuovamente in un mio sogno adolescenziale ma ora era realtà.
Mi venne spontaneo iniziare a farmi una sega di fronte a quello spettacolo e vidi immediatamente aumentare ancor di più l’eccitazione in lei fino a venire.
Andammo allora in camera da letto, ci sdraiammo sul letto e lei iniziò a farmi una pompa mentre io giocavo con il suo culo e la sua figa immensa, bagnata e odorosa.

A quel punto lei mi sali sopra dandomi la schiena iniziò a cavalcarmi, e si infilò il mio cazzo nella sua figa. Io la vedevo riflessa nello specchio dell’armadio, lei mi guardava godere di lei ed inizio a masturbarsi nuovamente il clitoride e a toccarsi i capezzoli.
Io a quel punto la pregai di farmi venire, il cazzo mi stava esplodendo, lei allora fermò il movimento del bacino, ma continuò a masturbarsi finché venne bagnando tutto il letto dei suoi umori, poi riprese a cavalcarmi e accolse tutto il mio sperma dentro la sua figa fradicia.

Andammo poi a fare la doccia insieme, lei mi chiese di sedermi sotto di lei, apri le gambe, con le mani apri ulteriormente le sue cosce mostrandomi tutta la sua figa, sgocciolò su di me i residui del nostro piacere poi mi copri della sua pioggia d’orata. Non so come faceva a saperlo ma era un sogno che avevo fin da ragazzo, essere sotto Cecilia e essere inondato dalla sua pioggia dorata.

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