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La natura ambigua del desiderio

By 22 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei- Sento l’odore dell’erba tagliata di fresco e il calore del sole sulla pelle’
Lui-Concentrati, entra nei particolari.
Lei- Ricordo le margherite e il ronzio delle api operaie, la mia paura di essere punta da qualche insetto.
Lui- Dai’concentrati sulle emozioni e sulle sensazioni che hai provato’
Lei- Io non capisco questo tuo desiderio di sapere, questo cercare di entrare in me dalla porta emozionale, che gusto ci provi a sapere della mia prima volta?
Lui- Curiosità’gelosia’voyeurismo’sono sensazioni mischiate: sarà la mia parte femminile nascosta, hai sempre detto che ho qualcosa di indefinibilmente femminile, &egrave come se avessi due anime. Ti scoccia tanto, cercare di trasmettermi le tue sensazioni?
Lei- Ma no, &egrave che il tempo passato, &egrave tanto e i ricordi sono confusi’
Lui- Per questo ti ho bendata e messa a sedere sulla poltrona che ho spostato al centro della stanza.
Lei- Quando ho varcato la soglia e ho visto la poltrona spostata, ho pensato a qualche tuo nuovo gioco, ma adesso, mi sento ridicola e non mi eccita.
Lui- Fallo per me, poi, il resto verrà da solo, tu pensa, mentre racconti, immagina, che io sono nudo e posso farti qualsiasi cosa.
Lei- Forse &egrave proprio il fatto d’essere nuda a contatto con questa pelle della poltrona, che mi rende nervosa’
Lui- Ti stai distraendo troppo’
Lei Ahi’mi hai fatto male! Con cosa mi hai pizzicato il seno? E perché poi?
Lui- L’ho fatto perché stai facendo troppe domande e per ricordarti che il gioco lo conduco io.
Lei- Sei un bastardo: sai che non amo il dolore fisico e non mi piace essere bendata. Mi da un senso di vertigine e di claustrofobia.
Lui- Allora concentrati su quello che ti ho chiesto, altrimenti ti punirò ancora di più.
Lei- Slegami almeno le mani: comincio a sentire un formicolio fastidioso’
Lei- Ahi’Smettila’
Lui- Concentrati’
Lei- Non mi lasciare dei segni fisici che non posso spiegare’
Lui- Non lo farei mai, ma, se non ti concentri, aumenterò la tua punizione!
Lei- Va bene’Ricordo che non volevo farlo quel giorno, avevo paura di essere vista da qualche estraneo, quella, era la mia unica preoccupazione, che qualcuno poteva assistere alla mia deflorazione’
Lui- Com’eri vestita?
Lei- Una gonna di jeans, ma non la classica gonna blu, era una gonna grigia tutta frastagliata nei bordi e sopra avevo messo una camicetta bianca che lasciava intravedere il seno.
Lui. Che reggiseno portavi?
Lei- Quel giorno non l’avevo messo’
Lui- In pratica, gli avevi lanciato un messaggio preciso’
Lei- Forse inconsciamente, avevo solo diciotto anni, però, adesso che mi ci hai fatto pensare, in realtà, mentalmente, ero pronta.
Lui- Continua’
Lei- Lui aveva trenta anni e ci sapeva fare, non che fosse bellissimo, ma, era uno di quelli che ti spogliava con le parole: mi ritrovai nuda senza neanche accorgermene, quando poi, lo vidi aprire la cerniera e tirare fuori il suo sesso, ebbi veramente paura, in quel momento, capii che presto sarebbe stato dentro di me e cominciai a tremare, cercai di trovare le parole per ritardare il momento, ma ormai eravamo troppo avanti con il desiderio, soprattutto lui.
Lui- Che sensazioni hai avuto vedendo il suo sesso?
Lei- Che cosa intendi?
Lui- Hai fatto dei confronti con le tue precedenti esperienze? Mi hai detto che avevi avuto qualche esperienza orale, prima di quel giorno.
Lei- Si’A pensarci adesso, so che aveva un membro normale, ma, in quel momento pensare che sarebbe entrato tutto dentro di me, mi aveva terrorizzato, poi, come ti ho detto, eravamo all’aperto e questo, m’ imbarazzava molto
Lui- Senti che effetto mi sta facendo questo ricordo della tua prima volta, cosa credi che sia che sta strusciando i tuoi seni?
Lei- Sei proprio perverso; perché non mi sleghi e facciamo l’amore?
Lui- Abbiamo tempo: adesso continua’
Lei- Ricordo il suo sesso duro e lui ancora vestito, la mia gonna alzata e lo slip di lato, in quel momento, mi sembrò di essere defraudata di qualcosa; avevo immaginato la mia prima volta in un letto di rose, coccolata e preparata, in quel momento, mi sono sentita quasi una puttana.
Lui- Continua’
Lei- Mi guardavo intorno come una cerbiatta che sentiva il pericolo di un predatore, poi, ricordo il fuoco tra le cosce e il dolore di un attimo.
Lui- Ti &egrave piaciuto?
Lei- Che domanda stupida, solo un uomo poteva farla! Ahi’sei proprio uno stronzo.
Lui- Guarda che lascio la molletta sul capezzolo se non la smetti di protestare’
Lei- No! Non mi &egrave piaciuto, forse alla fine ho sentito qualcosa di piacevole, ma, il dolore e il luogo non erano quelli sperati, poi, guardandolo negli occhi, ho capito che sarebbe stata solo una scopata senza amore.
Lui- E non potevi pensarci prima?
Lei- Sono momenti che accadono senza un perché, sono istinti primordiali che si scatenano. Soprattutto negli uomini, voi, in certi momenti, diventate veramente degli animali’
Lui- Ma ti ha fatto così male? Ne parli come se ti avesse violentato’
Lei- Ma no, &egrave che pensi al principe azzurro e ti ritrovi con un pezzo di carne infuocata dentro, che ti riporta alla realtà’
Lui- Ma c’&egrave carne e carne, questa che t’accarezza il viso, ti &egrave sempre piaciuta.
Lei- Certo, ma n’&egrave passata d’acqua sotto i ponti e adesso, anche io so come trattare certi bastardi”
Lui- Sei un angelo, quando t’infuri: a guardare il tuo bocciolo grondante d’umori, sei pronta per essere slegata’
Lei- Io sono sempre pronta, sei tu che non t’accontenti mai’
Lui- Eccoti libera: andiamo a letto, ho veramente una gran voglia di te.
Lei- Eh no amore: adesso, ti bendo io. Questo chiedere e rispondere ha stuzzicato anche le mie curiosità: dammi le mani e lasciati legare e stai attento a come mi risponderai, potrei anche non accontentarmi di darti qualche piccolo pizzicotto…
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