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LA NUOVA COLLEGA UNIVERSITARIA

By 20 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

LA NUOVA COLLEGA UNIVERSITARIA

 

 

Dovevo sostenere gli esami in lettere all’università, era un venerdì mattina ed eravamo in troppi, io ero il penultimo, quindi avrei dovuto fare esami nel pomeriggio, ma la situazione si stava sempre dilungando e l’attesa diventava sempre più snervante, oltre al fatto che la materia l’avevo preparato in pochi giorni, erano circa le 19.30 ed eravamo rimasti in due a sostenere gli esami, io ed una ragazza.

Era la prima volta che vedevo quella ragazza, alta circa 1.65, capelli a caschetto neri, occhi azzurri, credo un seconda di seno, un bel sedere e abbastanza atletica, vestita con jeans e una maglietta di quelle che non coprono nemmeno le spalle, anche lei era molto agitata, ad un certo punto prendo la parola

L: nervosa?

F: abbastanza, ho preparato la materia in 3 giorni!

L: beh allora siamo in due!

F: mi hanno detto che l’assistente è un vero bastardo!

L: già!… vista l’ora saranno stanchi, speriamo che non facciano molte domande o che rinviano di qualche giorno l’esame!

F: che ore sono?

L: quasi le 20.

F: magari ma quei macellai non si stancano mai…

Nel frattempo come se il buon Dio avesse ascoltato i nostri discorsi, esce l’assistente dicendo che per i rimanenti l’esame era stato rinviato a mercoledì, con l’altra sessione… entrambi gioimmo, certo non ci avevano mica regalato la materia, ma almeno avevamo qualche altro giorno per approfondire, così dico

L: questa è una bella notizia, quasi quasi andrei a bere qualcosa per festeggiare, ti va di venire?

F: certo non è il massimo della notizia, ma è sempre qualcosa, andiamo.

Arrivammo al bar, ordinammo da bere ed iniziammo a parlare

L: scusa non mi sono presentato, piacere Luca!

F: piacere Francesca, ma chiamami pure Frà…

L: sai che non ti avevo mai vista prima di ora?

F: veramente nemmeno io, beh c’è sempre la prima volta.

L: certo che è una bella notizia questo esame rinviato, ma avrei bisogno di ripassarla insieme a qualche altro, sai per ripetere, non è che ti andrebbe di ripassare insieme?

F: beh non è male, anche a me servirebbe qualcuno… se vuoi possiamo fare domani pomeriggio?

L: se per te non è un problema, va bene, ma domani è sabato e non vorrei crearti fastidio, e poi non so magari il tuo ragazzo potrà pensare chissà che!

F: ma che ragazzo, non sono fidanzata, dai non preoccuparti sarà un piacere, ci conto! Ti aspetto domani alle 16 a casa mia

L: ok!

Mi diede il suo indirizzo, scambiammo i numeri di cellulare e andammo ognuno per i fatti nostri, la sera pensavo che con quella ragazza così carina e sexy, non sarebbe stato tanto facile poter studiare. L’indomani alle 16.15 arrivo a casa sua, suono, lei mi apre e mi fa accomodare, me la ritrovo davanti con un paio di pantaloncini aderenti che facevano ben notare la sagoma delle sue mutandine, e una maglietta bianca semi trasparente dalla quale si notava benissimo che non indossava il reggiseno. Rimasi un po’ ad osservarla, a guardare quel seno piccolo e sono che si nascondeva sotto la maglietta e quelle cosce così perfette che formavano e davano un tocco unico a tutto il suo dolce corpo, lei non diceva nulla e lasciava che i miei occhi la guardassero con molta attenzione, dopo un po’ dissi:

L: complimenti, molto carina questa casa.

F: ti piace? Ci abito insieme ad altre due amiche.

L: si si molto bella! Ma a parte te, non vedo nessuna!

F: sono da sola, sono andate via per il fine settimana!

L: capisco.

Ci accomodammo nella sua stanza ed iniziammo a studiare, anche se la mia testa era concentrata su di lei, su quel suo meraviglioso corpo, dopo qualche ora lei si alzò, andò in cucina a preparare del caffè e lo portò così per fare anche un po’ di pausa. Sbadatamente urtai, rovesciandomi sulla maglietta e sui jeans il caffè, mi diedi dell’imbranato per il guaio che avevo combinato, ma lei con molta tranquillità disse:

F: tranquillo, dammi la maglietta che la pulisco

Tolsi la maglietta, rimanendo così a dorso nudo, il suo sguardo si fermò ad osservare i miei pettorali e gli addominali, dalla sua bocca scappò:

F: però, niente male… anzi direi ottimo

Feci finta di niente e le diedi la maglietta, lei la prese e la portò dall’altra parte per pulirla, poi dissi:

L: Frà… scusami tanto non volevo, si dovrebbero pulire pure i jeans

F: tranquillo, togli e portameli…

L: sicura? Non ti imbarazza se rimango in boxer?

F: ma che dici? Almeno che non li pulisca con te dentro…

Ci mettemmo a ridere, e gli portai i jeans, lei non mi staccò gli occhi di dosso, tanto che quando glieli diedi, lei non riuscì ad afferrarli facendoli cadere per terra; entrambi ci abbassammo contemporaneamente per raccoglierli, trovandoci faccia a faccia a pochi centimetri di distanza, le sfiorai la mano, lei subito si alzò, ma io prendendole la mano, la baciai, lei stette ferma, così mi lasciai andare appiccicandomi alla sua bocca, ed iniziammo a limonare, le nostre lingue percorrevano ogni millimetro delle nostre bocche, nel frattempo io, che le stavo di fianco, mi strinsi di più a lei, facndole sentire sul fianco la mia eccitazione, con le mani iniziai a palpare i suoi seni da sotto la maglietta, e dopo un attimo gliela sfilai, con lingua scesi lentamente, passando dal suo orecchio e dal collo, fino ad arrivare ai seni, morbidi e deliziosi, li baciai, facevo roteare la lingua attorno ai capezzoli, li mordicchiavo e li succhiavo, intanto lei aveva infilato la sua mano dentro ai miei boxer afferrando il cazzo e lo menava lentamente, non resistevo, feci scivolare via i suoi pantaloncini e le sue mutandine, iniziando a lavorare con le mani la sua figa, tutta bagnata, ad ogni mio tocco nella sua figa lei accelerava il ritmo delle sue mani sul mio cazzo.

La feci indietreggiare un po’ facendola sedere sul bordo del lavello a gambe aperte, mentre con la bocca limonavamo, le mie dita ora erano dentro la sua figa, ad un tratto mi fa scivolare giù i boxer dicendomi di voler essere scopata, senza scompormi da quella posizione sostituisco immediatamente le dita col mio cazzo, e lei:

F: aaaaaaaaaah, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, che bello, si, si scopami

L: certo che ti scopo, sei la mia troietta, che bella figa, mmmmmmmmmm ti scoperò tutti i giorni

F: si, si scopami la figa, scopami il culo, scopami tuttaaaaaaaaaaa, sono tua

Continuammo in quella posizione per un bel po’, poi facendole entrare il cazzo fino ai coglioni, la afferrai stretta e senza farglielo uscire, la portai sul letto, e posizionandola sopra di me iniziai a sbatterla, ma lei stava godendo ed iniziò a cavalcare sempre più velocemente, le nostre lingue continuavano a rimanere incollate, il mio cazzo penetrava la sua figa che colava in continuazione e le mie mani si facevano strada nel buco del suo culo…

L: lo vuoi nel culo, troietta?

F: non so è troppo grosso, mi farai male…

L: Tranquilla ci penso io.

La feci stendere sul letto, portandole le ginocchia al petto, diedi una leccatina alla figa, e poi passai al buco del culo, lo leccai  e piano piano iniziai a mettergli dentro due dita, mettendone altre due anche in figa, dopo un po’ mi alzai, strofinai il cazzo sopra la figa e gli assestai un paio di colpi, per uscire subito e puntarlo nel buco del culo, feci entrare solo la cappella, lei strinse i denti:

F: mi fa un po’ male, è entrato tutto?

L: veramente c’è dentro solo la cappella, ma stai tranquilla

Lei inarcò la schiena, come se volesse constatare con i suoi occhi, ma quel movimento fece si che il cazzo scivolasse tutto dentro, aprendola per bene…

F: aiiiiiiiiiiiii

L: stai ferma, hai fatto tutto tu

Stetti fermo per far abituare il buco alla presenza del cazzo, poi iniziai lentamente a muovermi, vedendo che il suo dolore si era trasformato in piacere, acceleravo sempre più il ritmo della scopata, cazzo le si era allargato per bene, tanto da permettermi di entrare ed uscire tutto il cazzo per rimetterlo dentro in un solo colpo, ed alternando ora il culo ora la figa.

Mentre le scopavo la figa, un forte orgasmo la pervase tutta, che trasportò anche me, non feci in tempo ad uscire dalla figa, scaricandole dentro qualche schizzo di sborra, riuscii a filarlo e continuai la sborrata sul ventre e nella sua bocca, lei lo raccolse tutto tenendolo un po’ in bocca, raccolse anche quello che poteva dal ventre, e dopo aver giocato con la sborra in bocca, la ingoiò tutta.

Rimanemmo un po’ sdraiati nel letto, con lei che accarezzava ancora il cazzo ed io che continuavo a giocare con la sua figa, ci alzammo, andammo a fare una doccia insieme

F: ti dispiace se te lo lavo io il cazzo?

L: fai pure

Ci lavammo a vicenda, ma il tocco delle sue che lavavano il cazzo me lo fece tornare duro, si abbassò lo prese in bocca ed iniziò a farmi un bel pompino sotto l’acqua che scendeva dalla doccia, si fermò solo quando la sua bocca fu di nuovo ricolma della mia sborra. Ci asciugammo e senza rivestirci, ritornammo a studiare.

 

Dedicato ad Alessandra, una cara lettrice e amica.

 

Per commenti e altro   soluma@hotmail.it

Grazie a presto

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