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La pagherai…

By 5 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo 20 anni ancora un po’ ragazzino, appena terminato il militare quando cominciai a cercare lavoro. Anche i miei mi aiutarono spargendo la voce in giro fra i vicini e gli amici. Proprio il mio vicino, che chiamerò Umberto, mi disse che aveva bisogno di un ragazzo che preparasse pacchi e facesse consegne. Umberto aveva 37 anni era un piccolo imprenditore che distribuiva prodotti e accessori per le auto, sposato da poco, circa 2 anni, con Maria. Cominciai a lavorare presso di lui e dopo qualche mese il lavoro cominciò a piacermi, stimolava la mia intraprendenza e la voglia di emergere. Quindi in poco tempo cominciai a seguire i clienti, a fare ordini e gestire al meglio il tutto. Proprio per questo motivo cominciarono i primi contrasti con Umberto, geloso dell’importanza che un suo dipendente cominciava ad avere. Il culmine fu raggiunto quando la maggior parte dei clienti cominciarono a rivolgersi a me per qualsiasi questione lasciandolo in disparte. Ultimamente parlando con Maria la moglie mi disse che la sera si sfogava con lei dicendo che io ero un presuntuoso che non seguivo quello che lui mi diceva. Maria ogni tanto passava in ufficio ma ultimamente molto più spesso forse allarmata da quello che il marito gli raccontava. Un giorno Umberto mi chiamò in ufficio e urlando come pazzo mi licenziò giustificandosi che un fantomatico cliente si era lamentato dei continui ritardi nelle consegne. Sapevo che era solo una scusa così sbottai a ridere e gli dissi che poteva anche inventare un’altra scusa, lo guardai in faccia e gli dissi tanto la pagherai, usci dall’ufficio e me ne andai. Non lo sentii più fino che un lunedì mi squillò il cellulare e vidi il numero del magazzino, sorpreso risposi con ‘dimmi che ti serve?’, dall’altra parte una voce femminile mi disse: ‘Ale ciao sono Maria, ti disturbo?’
io: ‘Tu no, assolutamente no….’
lei: ‘ok, volevo parlarti di quello che è successo con Umberto se non ti dispiace’
io: ‘veramente non è successo nulla mi ha solo cacciato, quindi cosa dobbiamo dirci?’
lei: ‘qui e per telefono non posso parlarti ti dispiace vederci per un caffè?’
io: ‘ok ma solo io e te, altrimenti me ne vado….’
lei: ‘tranquillo..sarò sola…’
Ci mettemmo d’accordo per vederci il giorno seguente in un bar fuori zona. La notte non chiusi occhio pensando e ripensando cosa volesse…fino a quando un pensiero mi cominciò a punzecchiare il cervello. Non sapevo cosa volesse lei ma sapevo cosa volevo io, l’occasione per fargliela pagare stava prendendo corpo. Arrivai all’appuntamento con qualche minuto di anticipo, lei era già seduta ad un tavolino del bar, quando mi vide si alzò per farsi vedere dove era, io mi avvicinai e quando ero a pochi metri, lei si avvicinò per baciarmi sulle guance, ricambiai e si sedemmo. Lei era una splendida 32enne non molto alta circa 1,65, capelli castano chiaro tendenti al biondo, una bella terza di seno ed un culotto pronunciato che in ufficio avevo ammirato e apprezzato molte volte. Per l’occasione indossava una gonna blu poco sopra al ginocchio molto fasciante, una camicetta bianca sbottonata nei primi 2 bottoni che lasciavano intravedere una bella scolatura, una scarpa blu con tacchetto. Subito entrai nel centro del discorso:
io: ‘a cosa devo questo invito?’
lei: ‘Sai Umberto mi ha raccontato cosa è successo per filo e per segno e penso che abbia sbagliato con te, e volevo parlarti per cercare di ricomporre un po’ le cose, ma lui non sa nulla del nostro incontro di oggi’
io: ‘io non ho nessuna intenzione di ricomporre nulla, mi fa piacere del tuo interessamento, ma io con tuo marito ho chiuso…’
Continuammo a chiacchierare per una buona mezz’ora e Maria continuava a fare qualche tentativo per farmi ripensare alla mia decisione, ma senza riuscirci. Capendo che c’era qualcosa che non andava, spostai il discorso sulla loro storia e Maria mi disse che era un periodo no fra loro Umberto era sempre nervoso e in casa il dialogo era pari allo zero. Durante la chiacchierata Maria si è accorta più volte del mio sguardo sulla sua scollatura ma non fece nulla per coprirsi un po’, anzi, alzata per andare al bagno quando tornò aveva sbottonato anche il terzo bottone lasciando il bordo camicia completamente aperto fino a mostrare il merletto del reggiseno, gesto che a me non era passato inosservato. Inoltre quando si alzò non potei non notare una farfalla tatuata sulla parte bassa della schiena, all’altezza dell’osso sacro. Maria continuo a sfogarsi del suo rapporto, fino a che ormai nauseato dei loro fatti troncai il discorso dicendogli:
‘Vedi Maria, io non lo sopporto tuo marito e non tornerò mai a lavorare con lui, ma tu come farai? Come farai a sottrarti dai suoi trattamenti e dalle sue insicurezze? sappi che io prima o poi gli farò pagare tutto quello che ha fatto, la guardai maliziosamente accennando un sorriso, le accarezzai la guancia e poi dissi è il momento di andare.’ Ci salutammo con il solito bacetto sulla guancia e andammo via ognuno per suo conto.
Tre giorni dopo mi arrivò un sms con un numero sconosciuto ‘ciao Ale, Umberto è fuori per lavoro per tre giorni, ed io sono in ufficio sola, puoi passare ti devo chiedere delle informazioni su come fare delle fatture, grazie. Maria’ Gli risposi che sarei passato verso le 10 di mattina.
La mia voglia di rivalsa cresceva e immaginavo cosa fare se ci sarebbe stata occasione, la fantasia viaggiava dalla bocca, alle tette, alla fichetta…cercai di dormire ma la voglia di scoparmi Maria a sfregio di Umberto era troppa, cosi andai in bagno e preso il cazzo in mano cominciai a segarmi pensando alla sua scollatura e alla farfalla tatuata, ero talmente eccitato che nemmeno 2 minuti sborrai nella carta igenica.
Alle 10 in punto arrivai nell’ufficio citofonai e Maria mi fece accomodare. Alla sua visione ebbi la conferma che era il giorno del giudizio, infatti era andata in ufficio con una minigonna bianca jeans, stivale forato alto fino al ginocchio color jeans blu, canottierina blu che lasciava poco all’immaginazione del suo seno, capelli castani sciolti e leggermente mossi, un filo di trucco che risaltava le sue labbra carnose. Mi chiese subito se volevo un caffè ma ringraziandola rifiutai, gli chiesi cosa non riusciva a fare o capire, allora mi disse di sedermi dietro la scrivania con lei per spiegargli come fare le fatture. Cominciai a spiegare ma mi accorsi da subito che il suo atteggiamento non era concentratissimo anzi, mentre io parlavo vidi che appoggiava il seno sulla scrivania mostrandolo ancora più compatto e prosperoso, si mordeva le dita come se fosse concentrata a vedere il monitor. Nella mia mente pensai che era arrivato il momento di concretizzare quello che desideravo. Quindi mi fermai nella spiegazione la guardai in faccia e gli dissi che non ce la facevo a spiegare poichè ero troppo distratto da lei, mi sorrise maliziosamente e poi mi disse ‘cosa ti distrae?’ La guardai fissa negli occhi allungai il dito indice e lo poggiai sulle sue labbra senza dire nulla, la sua risposta non si fece attendere tirò fuori la lingua cominciando a leccare la punta del mio dito, poi lo succhiò, dopo qualche secondo aggiunsi anche il medio lei chiuse la bocca e cominciò a succhiare entrambe le dita, era davvero sensuale. Tolsi le dita dalla sua bocca, mi avvicinai e la baciai, cominciai a muovere la lingua e giocare con la sua per diversi minuti, poi lei si staccò e cominciò a succhiare la punta della mia lingua come mimare un piccolo pompino, spalancò la bocca e la accolse tutta di nuovo nella sua bocca. Ci alzammo in piedi baciandoci e tenendoci per la nuca come per evitare di interrompere quel momento. Mentre il bacio continuava si poggiò con la schiena al muro ed io premendo con il mio bacino contro di lei gli feci sentire tutta la mia erezione, le sue mani scivolarono dalla mia nuca fino al mio sedere che prese a spingere verso di lei per sentirmi meglio. Si staccò d’improvviso e mi sussurrò a bassa voce di andare nell’ufficio di Umberto dove c’era oltre la sua scrivania anche un comodo divano. Io la seguì…
io:’sai che hai davvero un bel culetto?’
lei:’ ti piace vero? Ti ho visto quando lavoravi per noi come me lo guardavi, vieni qui vicino a me..’
e si sedette sul divano ed io feci lo stesso. Appena vicino a lei non resistetti più e cominciai a toglierli la canottierina, mi trovai davanti ad un seno meraviglioso tenuto nelle coppe del suo reggiseno bianco, le palpai con il reggiseno poi la baciai e nel frattempo glielo slacciai, lei con delicatezza lo fece cadere a terra lasciandomi a bocca aperta alla visione di quei seni belli sostenuti e con l’areola scura e grande. Mi tuffai fra quelle meraviglie leccandoli tutti, leccai i capezzoli fino all’inturgidirsi, poi li succhiai mettendomi in bocca la maggior parte possibile di ogni seno, li massaggiai stringendoli fra le mie mani e strofinando il capezzolo sulla punta della mia lingua, Maria ansimava e mi chiedeva di continuare…
io:’sei magnifica, hai delle tette meravigliose’
lei:’ umm…continua mi fai morire sei bravissimo…’
mentre continuavo a leccare sbottonavo la piccola mini di jeans, poi lei inarcò la schiena per permettimi di toglierli con più facilità la gonna, rimase con il suo perizomino bianco, fu un secondo dopo che scostando quel perizoma cominciai a leccare la sua fighetta tutta rasata che presentava solo una leggera strisciolina di pelo nel mezzo. Maria piegò le gambe e le allargò mostrandomi tutta il suo spacco bello, roseo, pulito e molto bagnato. Il profumo dei suoi umori era meraviglioso cominciai a leccarla con foga strusciando la mia lingua sul suo clitoride ‘dai…ummm. Leccala fammi godere…’ cominciai a penetrarla con la punta della lingua ‘ ohhh si dai cosi…continua…’ oltre la lingua cominciai anche con il dito medio a questo punto lei impazzì cominciando a chiedere di spingerlo dentro ‘dai spingilo…forte piu forte …dai ti prego…ancora’ cominciai a leccarlo nuovamente con la lingua e contemporaneamente a massaggiarla non il dito medio e indice, stringendo il clitoride… i suoi ansimi aumentavano ‘ohh ssi…ohh siii…dai continua fammi godere…cosi…’ continuai muovendo le dita veloci verso destra e sinistra con il clito in mezzo e lei venne urlando di piacere ‘dai continua ahhhhhhh…si veloce..veloce….si..si…’. Il suo respiro era affannato e lei stremata dopo l’orgasmo, cosi mentre era sdraiata io cominciai a togliermi la maglia, poi levai le scarpe, poi slacciai i pantaloni, rimanendo con il solo slip. Mi avvicinai al divano e lei si mise seduta, mi prese i lati dello slip e con gesto veloce li abbassò facendo ciondolare il mio cazzo già duro su e giù, lo guardò compiaciuta per qualche secondo ‘ ti piace? Era come immaginavi?’ lei mi guardo sorrise e mi rispose ‘è bello ora vediamo se è buono’ lo alzò e comiciò a leccarmi in tutta la mia lunghezza, lo scappellò e con la lingua cominciò a massaggiarmi il glande, poi lo prese tutto in bocca, su e giù lentamente. Con la mia mano destra accarezzai la sua nuca, e poi cominciai a spingerla piano verso il mio cazzo, il movimento cominciava ad essere veloce ed io iniziai a provare molto piacere la lasciai fare per qualche minuto poi la fermai con la mano, e cominciai io a muovermi dentro la sua bocca, scopandola con durezza e decisione, spingendolo tutto dentro e poi tutto fuori una penetrazione totale, sentivo i suoi conati di vomito ma non mi fermai continuai per qualche minuto poi lo tirai fuori, per fargli riprendere fiato, lo afferrai con la mano e lo strofinai sulle sue labbra, cosi di nuovo lo rimisi in bocca e ricominciai a scopargli la bocca fino al momento in cui sentii che stavo per venire, quindi lo tolsi le afferrai la nuca verso il basso per portare il suo sguardo verso di me e continuai a segarmi, lei capi le mie intenzioni e spalancò la sua bocca…venni skizzando su i suoi occhi, sulle labbra nella bocca e su tutto il suo viso…poi lo rimisi nella sua bocca ‘dio sei fantastica…che bocchino che mi hai fatto’ ‘sei tu fantastico, hai un sapore buonisimo e quanta ne avevi…’ cosi se lo rimise in bocca succhiandolo e pulendolo. Si alzò sorridendomi ed andò in bagno per pulirsi, io mi accorsi di aver schizzato il divano quindi presi della carta e puli tutto. Pensai dentro di me la bocca lo scopata ora il resto.

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