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La partita alla Play

By 18 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Da quando Andrea aveva la ragazza non era più stato lo stesso. Prima eravamo sempre insieme: mi bastava mandargli un messaggio e io ero da lui o lui da me. Ci vedevamo tutti i pomeriggi, a casa mia a giocare alla Play oppure fuori a giocare a basket.
Ora le volte in cui mi manda messaggi per chiedermi cosa faccio sono sempre più rare e quando lo faccio io, lui &egrave troppo spesso impegnato. Certo, quando ci vediamo siamo sempre gli stessi, pronti a sparare cazzate a raffica, però non capita più così spesso. Da solo mi annoio e quando vado dagli altri non &egrave la stessa cosa: mi manca il tempo passato con lui.
C’&egrave da dire che lo capisco. Quando mi ha detto che era riuscito a baciare Giada non ci potevo credere: quella &egrave la più bella della scuola! Beato lui.. Quando ha cominciato ad uscire con noi ho scoperto che oltre ad essere una super figa &egrave anche simpatica.
Ok, lo ammetto, mi sono preso una cotta per lei.
Però questo non fa che complicare la situazione. Sono geloso di entrambi, sono geloso della loro complicità. Loro vorrebbero anche uscire in tre ogni tanto, ma io non riesco a sopportarlo. Le volte che succede sono sempre a disagio e non solo per l’imbarazzo di fare il lumino, ma anche e soprattutto perché mi sento in colpa a desiderare la ragazza del mio migliore amico.
L’ultima volta che mi ha invitato a casa sua, non sapevo che ci fosse anche lei. Per questo ho accettato, altrimenti avrei inventato una scusa. Invece quando ho suonato alla porta, mi si &egrave presentata davanti lei, con quei capelli biondi sempre in movimento, con quegli occhi grandi da cerbiatta e con quel sorriso che non lascia scampo.
Quando ha aperto e l’ho vista ho esitato. Non ero preparato. Non sono uno intraprendente e con la battuta pronta, devo prima pensare alle cose. Lei invece mi &egrave saltata addosso subito baciandomi una guancia.
‘Scusa se mi sono intromessa nel vostro pomeriggio. Andrea mi ha detto che venivi, ma ho pensato che non ti dispiacesse se c’ero anche io.’
‘No, no, figurati..’
La mia era una spudorata menzogna: in quel momento volevo essere in ogni posto tranne che li.
‘Dai vieni, Andrea &egrave di là che gioca con la Play’.
Mi precedette in salotto e si buttò sul divano, nel lato più lontano dal televisore, lasciando a me lo spazio per sedere vicino al joystick liberto. Prese una rivista e cominciò a sfogliarla.
‘Bella Jim! Finisco questa e poi ti straccio con l’Argentina!’ Solo lui mi chiama Jim.
Mi siedo e dico ‘Lo sai che con Cristiano non hai speranza, il Portogallo non lo batti.’
Mentre Andrea finiva la partita che aveva cominciato, non posso fare a meno di sentire il contatto con i piedi nudi di Giada, che toltasi le scarpe, si era distesa occupando due posti.
‘Ti do fastidio?’ Mi chiede guardandomi da sopra la rivista.
‘No, figurati.’ Balbetto mentre cerco di distaccare lo sguardo dai suoi piedini e dalle sue caviglie nude.
Chissà se mi ha visto che la guardavo. Che cazzo di figura da pervertito’

Io e Andrea iniziamo a giocare e pian piano mi rilasso. Concentrato sul gioco e a offendere l’avversario, quasi mi scordo di Giada.
Dopo un po’ di tempo, vedo con la coda dell’occhio che butta la rivista sul tavolino e che si stende con gli occhi sullo schermo. E’ annoiata e ogni tanto chiede se non c’&egrave un gioco in cui possa divertirsi anche lei.
La sento alzarsi e andare a prendersi da bere in cucina.
Poi torna fra noi e sbuffa.
‘Dai, insegnatemi a giocare, mi annoio!’
La partita finisce e Andrea si alza sgranchendosi le giunture e rivolgendosi a lei dice:
‘Ok, ti insegno io. Giochiamo insieme e lo battiamo questo qua.’
Li guardo sorridendo e accetto la sfida.
Iniziamo a giocare e le scene che escono solo davvero esilaranti. La sua goffaggine &egrave da Guinness dei Primati: non riesce a fare nulla anche se si impegna al massimo.
Ridiamo tutti e tre come matti e devo ammettere che sono a mio agio con loro.
Dopo qualche minuto, lei &egrave impegnata al massimo e la sua competitività non gli permette di staccare gli occhi dallo schermo. I risultati sono sempre pessimi, ma almeno inizia a capire i tasti.
Andrea va a prendere da bere e mentre &egrave nell’altra stanza, lei riesce a farmi il primo gol. Urla ed esulta come se avesse vinto la Champions! E’ bellissima mentre saltella sul tappeto davanti alla tv e commenta il replay sullo schermo.
Andrea torna sentando il baccano e mi prende un in giro per aver preso gol da una principiante. Lo sa che se non avessi voluto io non l’avrebbe mai fatto, ma sta al gioco e festeggia con Giada il grandissimo risultato.
‘Adesso che ho capito ti batto!’ mi dice con aria di sfida.
‘Sono pronto.’ Ribatto accettando l’invito.
Iniziamo a giocare e lei &egrave davvero super impegnata, concentrata e attenta a tutto quello che sta succedendo sul campo.
‘Dai smettila!’ la sento dire ridacchiando.
‘Basta, asino!’ continua. La sento divincolarsi e ridere.
‘Ti devo distrarre, altrimenti lo batti e poi lui non vorrà più giocare con noi.’ Dice Andrea.
Ho gli occhi sullo schermo, ma sento che Andrea continua a farle in solletico e che le sue mani si fanno più audaci. Non so dove la sta toccando, ma la sento irrigidirsi ogni tanto.
‘Dai, scemo, non vedi che sto distruggendo il tuo amico! Lasciami stare.’
Mi volto per un istante e vedo che lui la sta baciando sul collo, mentre con una mano le accarezza la pelle sotto la leggera maglietta di cotone.
Lei ha smesso di ridire, ma cerca di rimanere concentrata sulla partita, anche se ogni tanto fa degli svarioni che denotano le distrazioni.
Alla fine del primo tempo una piccola pausa mi consente di girarmi di nuovo a guardarli.
Lui le sta palpando una tetta senza alcun ritegno, mentre le continua a baciarle il collo. Lei mi guarda e mi dice:
‘Non &egrave mica normale il tuo amico qui. Ti sembra che deve fare ste robe mentre gioco?!’
Lo dice, ma non fa alcuna mossa per fermarlo. Lo lascia fare. Si lascia fare tutto e intanto mi guarda. Io non so cosa dire e l’unica cosa che posso fare &egrave tornare a guardare lo schermo facendo finta di nulla.
Il secondo tempo riinizia e questa situazione non fa che peggiorare. Sento lui che la tocca e lei che si fa toccare come se nulla fosse proprio accanto a me. Non so cosa provo in questo momento. Sono a disagio per la situazione, questo &egrave certo. Non capisco perché arrivino a tanto di fronte a me. Forse pensano che io non sia nemmeno una persona, ma solo un mobilio, esattamente paragonabile al tavolino di fronte a noi. E’ strano stare sullo stesso divano con loro che fanno certe cose. Mi sembra di non esistere. Al tempo stesso sapere che gli sta toccando una tetta a pochi centimetri da me, essere così vicino alla loro intimità mi eccita e sento il mio cazzo muoversi nelle mutande.
E’ incredibile come lei riesca a dissimulare il trattamento. Continua a giocare e a commentare la partita con me, quasi fosse capace di scindere le due realtà. Da un lato continua innocentemente a giocare con me alla Play, dall’altro si fa toccare dal suo ragazzo.
La fine della partita &egrave il momento peggiore per me. Durante il gioco avevo una scusa per non staccare gli occhi dallo schermo, ora non più.
Lei appoggia il joystick al tavolino e si alza. Si ricompone senza nascondere nulla della situazione e Andrea si appoggia al divano. Mi giro a guardarlo e lui mi sorride:
‘Visto? Se non te la distraevo ti faceva due pere. Fortuna che le ho prese io!’.
‘Stupido!’ dice ridendo mentre gli dà una piccola sberla.
Io sorrido imbarazzato e torno a scorrere le squadre sullo schermo.
Andrea prende il joystick e ricominciamo un’altra partita.
‘Ecco bravi, giocate voi adesso che ti distraggo io” dice Giada sedendosi vicino al suo ragazzo.
‘No, non puoi distrarci, noi siamo due professionisti. Non ce la farai mai!’. Dice Andrea divertito.
‘Scommettiamo?’ lo sfida Giada.
‘Quello che vuoi. Per noi queste sfide sono una cosa seria!’ dice mentre la partita inizia.
Sento lei che inizia a baciargli il collo, con lo stesso trattamento che Andrea gli aveva riservato qualche minuto prima. Sento lui ridere quando lei gli infila una mano sotto la t-shirt.
Nel gioco &egrave evidentemente distratto ed io gli faccio il primo gol facilmente.
La partita continua ed io vedo con la coda dell’occhio che lei gli passa una mano sulla patta nascosta dai pantaloncini corti che indossa. Lui ha un sussulto.
‘Non ce la farai. Ora vedi che gol gli faccio.’ Insiste.
‘Ah si eh?!’ dice lei alzandosi e mettendosi proprio a fianco alla tv, dalla sua parte.
Inizia a muoversi come se stesse facendo ginnastica. I leggins che indossa copiano le sue forme in una maniera incredibile e la maglietta sformata che porta sopra lascia intendere le forme di due seni acerbi, ma ben formati. Lo ammetto, sono ben più distratto io di Andrea a questa visione. Lui forse sarà abituato, ma io no.
Prendo gol e lui esulta.
‘Visto? Non puoi distrarre un professionista al lavoro.’
Ricominciamo a giocare e lei si riavvicina. Si stende a pancia in giù vicino a lui e sento che con le mani si riavvicina al suo pacco. Questa volta la mano destra si infila sotto e inizia a toccarlo.
Io mi devo muovere. Devo sistemarmi il cazzo, che ormai &egrave in erezione e bloccato nelle mutande mi dà un fastidio incredibile. Lui continua a giocare mentre lei gli maneggia il cazzo.
Niente da fare, sono troppo distratto e gli occhi mi cadono troppo spesso su di loro: prendo un altro gol.
Lui esulta di nuovo.
‘Non ce la fai” la canzona.
La sento avvicinarsi a lui, lo spinge ad appoggiarsi allo schienale del divano e tira i suoi pantaloncini in basso, scoprendo il cazzo in piena erezione. Lui continua a giocare in evidente difficoltà, ma resiste strenuamente.
Lei avvicina la bocca al cazzo e inizia a leccarlo.
Non posso crederci. Gli sta facendo un pompino a venti centimetri da me. Non so se vaporizzarmi o continuare a giocare. Penso che lui la fermerà prima o poi, ma invece ride di gusto.
‘No, questo non vale!’ urla continuando a giocare.
Lei alza lo sguardo su di me, poi si stacca dalla sua cappella e mi dice con il tono più naturale del mondo:
‘Allora?! Io sto facendo il possibile, ma se tu non fai gol &egrave inutile.’
Mentre mi parlava aveva il suo cazzo stretto nelle mani e mi fissava ancora mentre si rimetteva la sua cappella in bocca.
Ero ipnotizzato da quella scena. Non avevo mai visto un pompino dal vivo in vita mia. Vedevo i suoi occhi su di me e sentivo ogni cosa. Vedevo le sue labbra stringersi su quel cazzo e sognavo che fosse il mio. Vedevo i suoi occhi azzurri che avevano lo sguardo impegnato di fa una cosa importante. Le sue manine delicate impegnate a stringere quel pezzo di carne pulsante.
‘Gooo! Vinto! Visto, volevi distrarre me e sei riuscita solo a distrarre lui!’
Era vero. Mi ero completamente dimenticato della partita e avevo subito un altro gol.
Lui ha lasciato il joistick da parte e si &egrave finalemente dedicato solamente a quel delizioso pompino.
Con la mano sinistra gli lisciava i capelli, gli accarezzava la testa accompagnando i suoi movimenti.
Su e giù, su e giù.
Sembrava che avere uno spettatore non gli importasse. Non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere. Erano completamente disinibiti e questo mi turbava.
Lui la guardava e non sembrava rendersi conto che li vicino c’ero anche io. Lei invece continuava a guardarmi, come per assicurarsi che stessi vedendo quanto era brava.
Ad un certo punto si alzò e si mise in piedi di fronte a lui. Si sfilò la maglietta ed i leggins. Io ero ammaliato dal suo corpo. Era perfetta. Era una dea. La sua pelle chiara non aveva alcuna imperfezione.
Mentre si spogliava continuava a guardarlo fisso negli occhi. Si tolse il reggiseno, poi lentamente, si abbassò le mutandine, mostrando una rada peluria bionda.
Era incredibilmente bella. Ero senza fiato.
Si avvicinò a lui e si mise a cavalcioni. Si baciarono per un tempo che mi parve lunghissimo, mentre lei con le mani gli faceva una sega. Poi si alzò e lo accompagnò verso la sua fessura.
Non avrei mai pensato di vedere una cosa del genere. Era la cosa più eccitante che mi fosse mai capitata. Continuavo a guardarli imbambolato, senza fare niente. Avevo paura che qualsiasi cosa avessi fatto avrebbe rotto quello strano incantesimo. Mi avrebbero mandato via, sarebbero andati via loro, oppure io mi sarei allontanato vergognandomi come un ladro, non lo so. Fatto sta che stavo fermo immobile lì, a pochi centimetri da loro, immobile come un pesce lesso.
Lei lo cavalcava con un ritmo cadenzato. I suoi capelli ondeggiavano come spighe dorate. Ansimava a ritmo con l’abbassarsi e sollevarsi del suo seno. I suoi capezzoli erano la cosa più bella che avessi mai visto. Se solo avessi avuto il coraggio, avrei potuto toccarli. Erano li, a portata di mano. Solo sporgendomi un po’ avrei potuto baciarli, ma ero come in trans.
Lui si sporse in avanti per fare esattamente quello a cui stavo pensando io. Iniziò a leccarle un capezzolo e lui le buttò le braccia al collo, mantenendo inalterato il ritmo della cavalcata.
Mentre lo abbracciava si girò verso di me. Mi vide e nel suo sguardo colsi un velo di sorpresa, quasi che in pochi secondi si fosse scordata che ero accanto a loro.
Mi guardava. Mi guardava mentre il suo ragazzo le leccava i capezzoli e mentre il suo cazzo continuava a penetrarla sempre più a fondo.
Stacco un braccio da lui e lo allungò verso di me. Andrea non poteva vederlo, impegnato com’era, ma lei mi toccò la patta. Un gesto inequivocabile.
Mi slacciai i pantaloni e mi abbassai un poco le mutante, liberando il cazzo. Rimanendo seduto sempre nella stessa posizione, finalmente potevo masturbarmi.
Lei continuava a guardarmi e allungò di nuovo la mano.
Lo strinse nel pugno ed iniziò a farmi una sega seguendo il ritmo della loro scopata.
Ero esterrefatto e ultra eccitato allo stesso tempo. La donna dei miei sogni mi stava toccando, mi stava masturbando.
Andrea buttò la testa all’indietro e venne dentro di lei. Forse sentendo lo sperma che la inondava, forse vendendo il suo viso, o forse per la sensazione di possedere due cazzi, venne anche lei.
Gettò la testa all’indietro ed emise un gemito prolungato: la musica più dolce che io abbia mai sentito. Vedevo le sue tette dondolare e non resistetti dal toccarne una.
Stavo ricevendo una sega da Giada, la stavo toccando, mentre lei era ancora su Andrea, con il suo cazzo dentro di lei. Una situazione surreale, inverosimile, ma eccitante in un modo che non si può spiegare.
Lei si riprese un poco e senza staccare le mani dal mio cazzo, si alzò e volle sedersi in mezzo a noi.
Noi eravamo vestiti, se non per i cazzi di fuori. Lei era completamente nuda ed esposta.
Sedendosi cambiò mano ed ora mi masturbava con la mano destra. Nel frattempo era girata verso Andrea e continuavano a baciarsi appassionatamente.
Mi segava sempre più velocemente finché io non resistetti più e schizzai il mio godimento in aria. Il primo getto finì sui miei pantaloni, gli altri colarono sulla sua mano.
Continuò rallentando sempre di più per qualche istante, poi si fermò.
‘Visto. Vi ho distratti entrambi mi pare.’ Disse mentre si alzava e correva via.
Io ed Andrea rimanemmo seduti in silenzio con i cazzi ormai afflosciati e io riuscii solo a dire:
‘Scusa.’ Lui rimase un secondo a pensare e poi disse.
‘Forse &egrave meglio se te ne vai adesso.’

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