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Racconti Erotici

La ragazza del villaggio

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Anno 1999, la storia &egrave successa in un piccolo paese della Calabria, dove andavo a passare alcune settimane nei mesi estivi. Lunghe spiagge bianche, un mare cristallino, ed un piccolo paesino di pescatori di non più di 300 anime, se visto dall’esterno un piccolo angolo incontaminato, dove smaltire lo stress della città. In una casa del paese viveva Lucia, una ragazza di 21, che finita la scuola dell’obbligo dato che la situazione economica della sua famiglia non era florida aveva dovuto interrompere gli studi, e quindi si dedicava ad accudire la casa. Lucia viveva con il padre, un uomo burbero ovviamente pescatore, e con due fratelli maggiori di lei che praticavano la stessa professione del padre, anche perché da quelle parti non c’era altro da fare. La madre era morta quando Lucia aveva 10 anni, quindi era lei la donna di casa, io la chiamavo la piccola cenerentola; era una bella ragazza, altezza normale, ben fatta in tutti i suoi punti del corpo con due occhioni nerissimi e un cascata di riccioli neri. Andavo lì da qualche anno, ed ogni volta gli portavo valigie piene di vestiti che non usavo più..seminuovi, anzi oserei dire nuovi dato che io conservo la mia roba in modo impeccabile ( come il mio corpo)’e non disdegnavo di regalargli dei capi di biancheria intima (NUOVI) un po’ sexi, dicendogli che le sarebbero serviti quando avrebbe trovato l’uomo della sua vita, anche l’occhio vuole la sua parte.

Lei mi ringraziava con la sua infinita dolcezza, ma poi in lacrime mi diceva che era condannata a marcire in quel posto, a fare da serva ai suoi fratelli e a suo padre, il classico padre padrone, e ogni volta che le dicevo se potevo parlare con i suoi per cercare di trovarle una strada migliore..portarla con me..non so, lei sbarrava gli occhi terrorizzata, come avesse paura di qualcosa; sicuramente mi nascondeva qualcosa.

Parlavamo spesso di tante cose, ovviamente essendo donne fantasticavamo sui ragazzi, e quando il discorso cadeva sul sesso, se era vergine..e se no..con chi, insomma tutto ciò, lei si chiudeva in se stessa, creava intorno a se un muro invisibile ma invalicabile. Un giorno decisi che dovevo scoprire cosa mi nascondesse, ero da poco salita dal mare, era un pomeriggio caldissimo, il sole non dava tregua, e siccome allungando il mio percorso di poche centinaia di metri sarei arrivata presso casa sua, decisi nonostante i suoi divieti di andarla a trovare. La casa di Lucia era ai margini del paese, grandi porticati, un grande cortile antistante, e poi sul retro confinava con una folta boscaglia, ed io decisi che sarei passata da lì, per non farmi scorgere, almeno momentaneamente. Arrivata nei pressi, passai per un cancelletto e arrivai sul retro della casa dove c’era una finestrella che mi avrebbe dato opportunità di scorgere chi c’era dentro. Cautamente mi appoggiai al vetro per sbirciare dentro, e’.e la scena che mi si presentò davanti fu per me un vero e proprio trauma, una cosa inaudita..crudele, per me impensabile; nell’enorme camerone al centro vi era un tavolone di legno, e distesa su di esso c’era Lucia, tutta nuda con le gambe spalancate ed uno dei fratelli la scopava di brutto, mentre l’altro si faceva succhiare’il padre anche lui seminudo osservava ridendo e bevendo da una bottiglia. Stetti lì un po’ di tempo..il necessario per vedere che la scoparono a turno tutti e tre..scappai nella boscaglia tra lacrime e conati di vomito, ero inorridita. Intendiamoci non sono una santarellina’ma avevo visto la mia amica’la fragile Lucia sottoposta ad una cosa inaudita, lì non si trattava di semplice incesto’..ma distruggere una ragazza, annullarla. Tornai a casa, e per tutta la notte non chiusi occhio, mi facevo mille domande sul da farsi..denunciarli’e poi?’no, dovevo parlare con lei, l’indomani stesso, e così feci. L’indomani attesi Lucia sul piccolo molo, i suoi ‘ carnefici ‘ erano usciti in barca, ed appena la vidi arrivare le corsi incontro abbracciandola ‘ cos’hai?’ mi chiese: ‘ Ti devo parlare ‘ le dissi, la portai a casa, non sapevo da dove cominciare..poi mi decisi..e buttai lì due parole: ‘ so tutto’..lei sgranò i suoi occhioni..mi fisso per alcuni istanti che mi sembrarono interminabili e poi scoppiò in un pianto dirotto, io le presi la testa piena di riccioli e la strinsi a me. Stemmo così per molto tempo, poi lei cominciò a raccontare tra lacrime e singhiozzi; i suoi avevano cominciato a violentarla da qualche anno..minacciandola, picchiandola anche , e siccome lei non sapeva dove andare non si ribellò..aveva paura, ascoltai tutto e decisi di tirarla fuori, ma in un modo indolore, cio&egrave senza clamore. Siccome sono laureata in giurispudenza, e lavoro presso uno studio associato con gente veramente in gamba, telefonai ad un mio collega, gli esposi i fatti, dopo un paio di giorni mi ritelefonò dicendomi che mi avrebbe raggiunta in giornata, e così fece. Chiamammo Lucia, Guido ( il mio collega ) aveva preparato una dichiarazione..una confessione in cui la ragazza dichiarava di essere stata sottoposta a sevizie e violenze nel corso degli anni, e chiedeva il rimborso morale ed economico ( tantissimo), nel caso in cui una volta lasciato il paese loro si fossero rifatti vivi. Insieme a Guido, e con un’amico della guardia di finanza di un paese vicino ci recammo nella casa costringendo i tre a controfirmare il documento, pena l’immediata denuncia con conseguente arresto, e l’articolo corrispondente prevede una pena dai 5 ai 15 anni..ci riuscimmo. Ora Lucia vive con me’.no, non &egrave la domestica per carità, &egrave la mia amica, mi aiuta’e le ho fatto frequentare come privatista un corso avanzato di ragioneria’.le troverò un lavoro, avrà la sua vita normale, e un giorno con l’aiuto di un bravo ragazzo e con l’arrivo dei figli spero che riesca a dimenticare ciò che ha passato.

Come Lucia in ogni parte del nostro paese ce ne saranno tantissime, storie squallide, brutture della vita che purtroppo &egrave difficile che vengano a galla. L’omertà che ancora vige in certi posti &egrave una corazza che non si scalfisce facilmente, ci vuole coraggio e amore verso il prossimo.

Io sono felice e perché no ‘ fiera ‘ per quello che ho fatto, e spero che altri facciano lo stesso.

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