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La Ragazza Della Tigre

By 15 Settembre 2016Marzo 5th, 2020No Comments

È arrivato il weekend. Sabato sera significa solito bar, solite amiche, solito drink.. insomma: solita solfa.
Siamo sedute al nostro tavolo, quello a cui ci sedavamo anche quando andavamo ancora al liceo. La gente che frequenta questo locale è sempre la stessa, infatti, ogni volta che veniamo qui, ho l’identica sensazione di quando guardo per la decima volta lo stesso stupido film che continuano a trasmettere alla televisione.

Mi guardo intorno annoiata per vedere se ci sia qualcuno di interessante, ma rimango delusa.. sempre le solite facce. A un certo punto, però, il mio sguardo viene catturato dalla porta d’ingresso che si sta aprendo. Mi aspetto che entri l’ennesimo frequentatore abituale, ma così non è..

È una ragazza, non l’ho mai vista prima. La osservo distrattamente. Ha dei lunghi caplli castano chiaro, raccolti in una grossa treccia. Non è truccata, apparte un filo di eyeliner nero sulle palpebre. Indossa una canottiera larga e molto scollata che lascia intravedere il reggiseno a fascia, e dei jeans molto corti che mettono in evidenza un sedere e delle gambe perfette. Ai piedi ha delle semplicissime Converse e sul braccio, in bella mostra, un tatuaggio abbastanza grande in stile giapponese che raffigura una tigre bianca che ruggisce.

La scruto mentre si fa strada tra la gente, ma una mia amica mi costringe a distogliere lo sguardo, in quanto vuole sapere la mia opinione riguardo alcuni pettegolezzi su dei ragazzi che frequentano la nostra stessa facoltà.

Comincio una conversazione con le ragazze al mio tavolo, fingendomi scioccata quando salta fuori che Marco, soprannominato lo strafigo, ha tradito la sua fianzata con Claudia, detta la succhiacazzi (si lo so.. le mie amiche hanno una fantasia incredibile quando si tratta di soprannomi). Tuttavia di tutti questi gossip non me ne può fregare di meno, così presto perdo il filo del discorso e me ne tiro fuori, tornando a farmi gli affari miei.

Ricomincio a guardarmi intorno e mi rendo ben presto conto che, questa volta, sto cercando una persona specifica: la ragazza della tigre. Non so neanche io spiegarmi il perché, ma non vedo il motivo per cui dovrei pormi il problema.

La trovo: è seduta al banco del bar, sta bevendo una birra, e un ragazzo, chiaramente brillo, ci sta provando spudoratamente con lei. Le ha appena messo un braccio attorno alle spalle e le sta sussurrando qualcosa all’orecchio. Lei però non si scompone minimamente: si divincola, gli sposta il braccio e lo manda a quel paese.

La scena è davvero comica e mi strappa un sorriso. Guardo divertita il ragazzo andarsene accigliato, mentre bofonchia qualche imprecazione. Quando torno con lo sguardo verso di lei, però, mi accorgo che sta guardando proprio verso la mia direzione. Sono colta completamente alla sprovvista e imbarazzata (non so neanche io per cosa) distolgo velocemente lo sguardo. Sento le guance avvampare e le orecchie le seguono dopo qualche istante. Riesco a percepire chiaramente il suo sguardo su di me, ma non oso alzare nuovamente gli occhi.

Le mie amiche si accorgono del color peperone che è comparso sul mio viso e, preoccupate, mi chiedono se vada tutto bene. Io invento che è per colpa dell’alcol e fortunatamente se la bevono. Come avrei potuto spiegare loro che in realtà mi ero imbarazzata in quel modo solo perché una sconosciuta aveva incrociato il mio sguardo? Non riuscivo nemmeno ad ammetterlo a me stessa.. figuratevi dirlo a qualcun altro.

Aspetto di riprendere un colore umano e poi torno a cercarla con lo sguardo.
Rimango di sasso quando scopro che mi sta ancora guardando. Sta sorseggiando la birra ma i suoi occhi sono incollati ai miei. Resto imbambolata a fissarla anche io e sento una strana sensazione al basso ventre. Non riesco a crederci.. ho le farfalle allo stomaco! Mi sembra di essere tornata alle superiori.. quando bastava uno sguardo da parte dal ragazzo che ti piaceva per sentire le ginocchia cedere.

L’unica differenza è che ormai il liceo l’ho finito da un bel pezzo e quello che mi sta guardando non è il ragazzo più figo della scuola, ma una completa estranea.

Decido di andare al bagno per darmi una rinfrescata e soprattutto per cercare di tornare in me. Dico alle ragazze che mi assento per un attimo e comincio a fami largo tra la gente per raggiungere la toilette, naturalmente facendo ben attenzione a passare il più lontano possibile dal bancone del bar.
Non appena entrata, mi bagno la nuca e i polsi e apro la finestra, per prendere una boccata d’aria.

Poi la porta del bagno si apre. È lei.

Mi manca l’aria.. non avevo previsto una cosa del genere. Il cervello mi si intoppa e rimango a fissarla con la bocca semiaperta, senza proferire parola. Lei mi si avvicina.

“Scusa.. non volevo tenderti un’imboscata. Ho visto che mi guardavi e mi mi sono chiesta se ti servisse qualcosa.”

La voce è dolce, ma nei suoi occhi si vede chiaramente la malizia che è celata dietro questa frase, apparentemente banale.

E io cosa dovrei risponderle?!

“Ecco.. io… ehm… no non mi serve niente…”
Certo.. molto convincente! Complimenti!!

Lei si lascia sfuggire una risatina. Come darle torto..

“Be, se vuoi sapere come la penso io, i tuoi occhi mi sembrano molto più onesti della tua bocca.”

Il cuore mi sta battendo all’impazzata e non so come comportarmi. Lei sembra una potente calamita e io mi sento un piccolo pezzetto di ferro che è inesorabilmente attratto verso di essa.

Poi sento girare la serratura. Il cuore salta un battito.

“Scusa, spero non ti dispiaccia se preferisco che nessuno venga a disturbarci.. dopotutto stiamo facendo amicizia, no?”

Resto muta, i miei occhi fissi nei suoi. La tensione nell’aria è altissima e il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all’altro da quanto forte sta battendo.

“Sto aspettando.. vuoi dirmi perché mi stavi guardando?”

Fa alcuni passi verso di me, molto lentamente e senza mai togliersi quel sorrisetto dalla faccia. Io d’istinto ne faccio altrettanti indietro.. ma mio malgrado trovo il muro e sono costretta a posarmici contro. Mi sento in trappola.
Ora è proprio davanti a me. Ha appoggiato una mano sul muro, sopra alla mia spalla.

“Io… ehm… non so… sono rimasta incuriosita dal tuo tatuaggio. Cosa signif…”

Non riesco a finire la frase. Le sue labbra sono sulle mie e sento il suo corpo posarsi a me. Chiudo gli occhi e mi abbandono a un bacio da cui non posso sottrarmi. Anzi, siamo onesti, non voglio sottrarmi. Prendo coraggio, la circondo con le braccia e le accarezzo la schiena.
Le nostre lingue si incontrano e si assaggiano, mentre sento una sua gamba intrufolarsi tra le mie. Questo semplice contatto è sufficiente per strapparmi un sospiro. Con le mani scendo lungo la sua schiena per andare ad afferrare il suo bellissimo culo e tirarla contro di me, così da aumentare la pressione della sua gamba. La sento sorridere.

“Finalmente hai ammesso cosa volevi da me.”

È così. È da quando l’ho vista entrare nel locale che una parte di me, sepolta nel mio inconscio, non vuole altro che scoparsela. La cosa assurda è che lo abbia capito prima lei di me.

Le sue labbra scendono sul mio collo e cominciano a succhiare e mordere. Contemporaneamente piega anche il ginocchio, così che io mi ritrovo praticamente seduta sulla sua gamba e comincio a dimenarmi per trovare un minimo di sollievo. Solo la stoffa del mio perizzoma impedisce un contatto diretto.

Improvvisamente però si stacca da me e, afferrandomi per le spalle, mi fa girare, mettendomi faccia a muro.

Mi ricomincia a baciare il collo da dietro e sento il suo corpo aderire perfettamente al mio. Le sue mani si muovono lungo il mio busto. Dai fianchi risalgono e mi afferrano i seni. Non indosso il reggiseno e sono sicura che, attraverso la sottile camicetta, possa sentire i miei capezzoli, duri come chiodi. Comincia a sbottonarmela e intanto con le labbra si impossessa di un mio lobo.

Mentre una mano mi afferra un capezzolo, l’altra si intrufola sotto la gonna, trovandomi un lago di umori.
Finalmente arriva il contatto diretto che tanto avevo agognato. Le sue abili dita si impadroniscono del mio sesso, mentre io mi abbandono alle ondate di piacere che, di lì a poco, cominciano a pervadermi.

I suoi caldi baci continuano ad assaggiare ogni parte del mio collo e delle mie spalle, senza mai stancarsi. Ma è quando le sue dita mi penetrano che perdo completamente il controllo. Bastano pochi colpi a farmi arrivare all’apice del piacere. Vengo praticamente urlando, incurante del fatto che siamo in un bagno pubblico e che chiunque, al di là di quella porta, potrebbe sentirmi.

Getto la testa all’indietro, appoggiandola alla sua spalla, e mi abbandono ad un orgasmo stravolgente.

Quando i tremori cessano lei mi abbraccia da dietro, cerca le mie labbra e io sono più che felice di fargliele trovare. Il bacio è dolce, tenero.. ma ben presto si trasforma, tornando ad essere selvaggio e passionale. Allora capisco che non è ancora finita.

Cerco di prendere il controllo, ma fallisco miseramente. Lei è più forte di me e mi ritrovo seduta a gambe oscenamente aperte sul mobiletto del bagno. Le sue labbra sono ancora sulle mie, ma ben presto cominciano a scendere. Afferrano un capezzolo, lo succhiano e lo mordono con prepotenza. Solo quando si sente soddisfatta, dopo diversi minuti di deliziosa tortura, riprende la discesa. Indugia sul mio ombelico, per poi arrivare finalmente sul monte di Venere. Comincia a tormentarmi, riempiendo di baci l’inguine, senza mai toccare ciò che tanto desidera essere toccato.

Finalmente, dopo interminabili secondi, decide di tuffarsi su quello che ormai è diventato a tutti gli effetti un lago. La sua lingua esperta comincia a giocare con il mio fiore, riempiendolo di tutte le attenzioni che prima gli erano state negate. Sento il clitoride gonfio come non mai, infatti risulta semplice per lei prenderlo tra le labbra e dedicargli quello che può essere facilmente assimilabile ad un pompino. Le sue dita non restano di certo a guardare e cominciano a penetrarmi con un vigore e un ritmo estenuanti. Sento l’orgasmo salire di nuovo ma, non appena sto per esplodere, lei rallenta di quel tanto che è sufficiente a tenermi sul filo del rasoio, senza mai fermarsi completamente. Cazzo, se ci sa fare..

Le mie mani sono sulla sua testa e la spingo contro la mia fica grondante, costringendola a bere tutti i miei succhi. A lei sembra non dispiacere affatto e continua con quel lavoro di lingua che mi sta portando in totale estasi.

All’improvviso estrae velocemente le dita, lasciandomi senza fiato, e le rimpiazza con la sua lingua. Il piacere che ne deriva è sconvolgente. Dopo poco raggiungo il limite. Lei se ne accorge, aumenta il ritmo e le lappate si estendono per tutta la lunghezza del mio sesso. Bastano pochi attimi per farmi esplodere.

Buio.. penso seriamente di avere perso i sensi per alcuni secondi.

Rinsavisco solo quando sento le sue labbra sulle mie. Mi sta sorreggendo la testa e la prima cosa che vedo quando alzo le palpebre sono i suoi bellissimi occhi.

D’istinto mi lancio su di lei per abbracciarla e stringerla forte a me. Penso di averla colta alla sprovvista perché per un attimo rimane immobile. Poi però ricambia l’abbraccio, stringendomi e accarezzandomi i capelli. La sento ridacchiare.. in effetti è una scena parecchio assurda…

Sto pensando a come poterla ripagare di tutto il piacere che mi ha fatto provare (sessualmente ovviamente).. ma qualcuno bussa alla porta.

“Occupato!”

Urliamo in coro e in fretta e furia cerchiamo di renderci presentabili. Quando apriamo la porta ci troviamo davanti una ragazza bionda platino che indossa un vestito che più striminzito non potrebbe essere. Ci guarda per qualche secondo con un sopracciglio alzato, studiandoci. Noi però rimaniamo impassibili, così lei senza fare domande ci passa in mezzo ed entra in un bagno, chiudendo la porta. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa e trattenimento a stento una risata, mettendoci una mano sulla bocca.

Solo ora mi viene in mente un dettaglio non trascurabile.

“Un momento.. non mi hai detto come ti chiami!”
Sulla sua faccia compare l’ennesimo sorriso malizioso.
“Ehi cosa credi.. mica dico il mio nome alla prima che passa. Come minimo dovrai offrirmi da bere.”

Mi fa l’occhiolino, si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.

“Facciamo domani sera?”

Non mi lascia il tempo di rispondere che si volta ed esce dal bagno, lasciandomi lì.. intontita e con un enorme sorriso da ebete sulla faccia.

Fine.

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