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La scommessa

By 20 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti.
Sono Nicola, ma ormai tutti i miei lettori sanno che i miei amici mi chiamano Cinzia per via della mia forte sensibilità ‘femminea’.
Voglio raccontarvi della mia ultima avventura avuta con Franco (che già conoscete) Valerio e Enzo.
Sono tre miei amici con cui scopo regolarmente.
Sabato sera 4 ottobre mi hanno invitata ad andare con loro a cena da Valerio che abita appena fuori Napoli (la mia città).
Quando sono arrivata ho capito subito che nell’aria c’era qualcosa di diverso dalla solita scopata con cui concludiamo normalmente le nostre serate.
Loro tre mi trattano da principessa. Sono la loro reginetta, ed io li ripago amorevolmente con delle splendide scopate.
Valerio aveva approntato una splendida cena innaffiata da un ottimo Lacrima Cristi del Vesuvio (vino che subito mi inebria).
Si scambiavano delle occhiate che mi lasciavano intendere un loro accordo precedente ma a cui non volevano parteciparmi.
Così a fine cena Valerio mi fa:
‘Cinzia ti va di fare da oggetto per una scommessa che abbiamo fatto noi tre?’
‘Dipende – dissi io ‘ da cosa ci guadagno ”.
‘Un grandissimo godimento’ disse Franco.
Chiesi qual’era la vincita e mi dissero che se indovinavo sarebbero stati miei schiavi per sette sere.
‘Allora, ditemi cosa devo fare’
Franco: ‘Abbiamo scommesso sulla tua capacità di indovinare: ti bendiamo e tu solo con la bocca devi individuare il cazzo di chi stai spompinando’
‘Ma ragazzi ‘ i vostri cazzi li conosco bene quindi credo che non posso sbagliare. Accetto.’
Così mi fecero spogliare carezzandomi languidamente, e mi bendarono. Poi standomi sempre dietro cominciarono a farmi girare per farmi perdere l’orientamento.
Quindi mi inginocchiai e subito sentii un cazzo che premeva sulle labbra.
Cominciai a sbaciucchiarlo e a leccarlo (vi ho già detto che sono una spompinatrice nata), a mordicchiarlo per saggiarne la consistenza. Quindi me lo infilai in bocca iniziando un pompino magistrale.
Dovete sapere che quando succhio cerco di far gonfiare al massimo la cappella, poi mi infilo il cazzo fino in gola e stringendo con i denti sulle mie labbra tendo a stringere anche l’asta che ho in bocca strusciando piano verso la punta.
Appena sentii vibrare la mazza mi resi conto che era il cazzo di Valerio, infatti lui, quando sta per venire, ha dei tremiti particolari che subito riconobbi. Il suo cazzo vibrava quindi assegnai mentalmente il primo, come detto, a Valerio.
La sborra schizzò copiosa fuori riempendo la mia boccuccia fino a sgocciolare fuori.
Non feci in tempo a ripulirmi con un fazzolettino che già un nuovo cazzo premeva sulla mia guancia.
Così ricominciai a ingoiare la mazza e a leccare, a mordicchiare e a succhiare. Quando riuscii a sentire la verga tutta in gola con le labbra strinsi il cazzo e scivolai verso la cappella, sentendo che la dimensione era notevolmente maggiore alla base mentre la cappella era a punta: Il cazzo di Franco.
Ormai ero più che convinta e subito feci godere il mio amico che subito mi riempì di sborra.
Il terzo era ormai per me molto facile. E non appena in bocca subito riconobbi il cazzo di Enzo, bello sodo e nerboruto con le vene esterne che pulsavano.
Mi godetti la pompa come non mai, mi piaceva sentire le vibrazioni del cazzo nella mia bocca e di come lo stimolavo. Mi sentivo padrona di quei cazzi. Veramente la loro Regina.
Quando anche Enzo sborrò ingoiai tutto’ sapete ‘ sono ghiotta di sborra calda.
Ripulitami il viso e le labbra, sempre con la benda agli occhi, dissi ai tre l’ordine con cui mi avevano infilato il cazzo in bocca.
Rimasero sbalorditi dalla precisione.
Avevo indovinato’ ovviamente.
Franco era incredulo, e si chiedeva come potevo fare a ricordare così bene i particolari dei cazzi che imbocco’ ma io sono un’esperta’
Fu così che ordinai a Franco di sbucciarmi una pesca e di imboccarmi dei piccoli pezzettini quando languidamente io sporgevo la lingua da fuori.
Gli ordinai di non toccarsi e cominciai a fare di tutto per intostare di nuovo quei meravigliosi cazzi che tanto mi facevano impazzire.
Li sfioravo, li leccavo, strusciavo il culo su di loro, ecc.
Ad un certo punto dissi che se veramente volevano mettermi alla prova dovevano incularmi ed io indovinare il cazzo che mi trapanava a chi appartenesse.
Accettarono subito.
Io mi posizionai appoggiata con il ventre sulla spalliera del divano. Con le mani sulle sedute avevo il culo ben in alto e divaricato da essere facilmente sfondato. Preso un lenzuolo lo legarono al lampadario e al chiodo di un quadro per non permettermi di vedere’. Andarono dietro.
Sentivo sei mani che mi carezzavano il culo.
Dita che si infilavano nel buco.
Cazzi che mi sfioravano le natiche.
Mi sembrava di impazzire.
Volevo quei cazzi.
Li volevo dentro. Li volevo in profondità. Li volevo miei.
I furbastri non mi penetravano per farmi infoiare ancora di più e così tentare di distrarre la mia attenzione. Cominciai ad implorarli di sfondarmi.
Li volevo dentro.
Fu così che ad un certo punto sentii una cappella che si faceva strada e spingeva nel buco del culo.
Due mani mi tenevano i fianchi, altre due mi tenevano le chiappe larghe mentre la verga spingeva. Io agevolai l’entrata spingendo anche io per allargare lo sfintere e ad un tratto sentii il cazzo che entrava. Scivolò tutto dentro e mi riempì tutta.
‘Siiiiiiiiiiiiiiii. sfondamiiiiiiiiiii’ urlai.
E fu così che il mio inculcatore cominciò la cavalcata.
Le sue mani sui fianchi mi tiravano quando il cazzo affondava in una inculata magistrale.
Ero talmente presa da dimenticare persino che dovevo indovinare il cazzo del mio toro.
La monta mi inebriava da non capire più niente finché non sentii la verga che scaricava dentro di me la sua carica di sborra.
Solo allora realizzai che non mi ero concentrata per riconoscere il cazzo.
Avevo goduto come una vacca ma ne volevo ancora’ subito fui accontentata.
Un secondo cazzo si intrufolò, in modo molto più facile, nel mio culo e cominciò il suo andirivieni.
Ora ero più attenta.
Notai che l’ingesso era avvenuto con facilità.
Ma che quando si piantava in me mi apriva come una mela. Decisi, quindi, che l’inculatore era Franco, dato che come detto prima ha in cazzo più doppio ala base e la cappella più a punta.
Presa la decisione’ mi godetti la monta fino a godere come una troia.
Anche Franco si scaricò nel mio culo ed immediatamente il terzo prese il suo posto e mi infilzò.
Ero indecisa. Non riuscivo a capire di chi era quella mazza che mi sfondava alla grande. ‘ capivo solo che volevo non finisse mai.
I miei pensieri erano concentrati solo sulle sensazioni che provavo nel sentire scorrere il cazzo nel mio culo.
Decisi di perdere la scommessa e godermi la monta.
Il cazzo mi riempiva la mente oltre che il culo. Lo sentii sborrare dentro di me più con il pensiero che con le sensazioni fisiche, ormai avevo il culo talmente indolenzito che non ero più padrona di me.
Quando mi ripresi un attimo mi alzai e girandomi vidi i miei tre amici che mi guardavano curiosi di sapere come avrei risposto.
Dissi: ‘Il primo Enzo, il secondo Franco, il terzo Valerio’
‘Sbagliato ‘ esclamarono all’unisono ‘ hai indovinato solo Franco (lo immaginavo), quindi ci siamo riscattai e non saremo più i tuoi schiavi per una settimana’
‘No ‘ dissi io ‘ non dobbiamo cambiare le regole: voi sarete sempre i miei schiavi per una settimana, ma la settimana che segue sarò io la vostra schiava e potrete fare di me quello che vorrete’
Con questa promessa mi addormentai sul lettone circondata dai miei maschioni.

Chi mi vuole raccontare di come ha goduto leggendo i miei racconti può farlo scrivendomi a:
nicmaz10@hotmail.it
oppure dal vivo al 392.8264984
un bacio a tutti’ soprattutto ai vostri cazzi,
Ciao Cinzia

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