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la signora Giulia

By 4 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo lavorato sodo negli Usa per 3 anni filati: non una vacanza né un giorno d’assenza.
Ora mi ero meritato 4 settimane di ferie, che decisi di trascorrere in Italia.
Passai le prime 2 settimane nel mio paesino natale, in Puglia, in compagnia di amici e parenti. Un vero stress star dietro a tutti loro! Perciò scelsi di trascorrere 10 giorni in assoluta rilassatezza: da solo, lontano da parenti e amici e il frastuono delle feste e sagre di paese.
L’istinto mi guidò verso una località marittima dell’Abruzzo dove intendevo trascorrere la mia vacanza relax.
Arrivai in albergo, feci il check-in e subito mi precipitai in spiaggia. Il mare era incantevole e altrettanto la dorata sabbia bollente. Avevo trovato tutto ciò che cercavo.
Come già detto, non avevo voglia di immergermi nel marasma di bambini piangenti, gruppi di amici strillanti e col ‘pallone impazzito’ e di anziane signore vocianti : desideravo il mare tutto per me, in tranquillità.
Questa esigenza mi portava a frequentare la spiaggia ad orari inconsueti: dalle 7.30 fino alle 10 del mattino e dalle 6 del pomeriggio fino al tramonto. Erano le ore più calme delle giornata e, prima che la spiaggia iniziasse a riempirsi, ero già andato via. Il resto della giornata lo trascorrevo tra letture e passeggiate in bici.
Miei compagni di ombrellone in questi strani orari erano una coppia di anziani tedeschi e una signora: la signora Giulia, una quasi cinquantenne dalla pelle ambrata per via dell’abbronzatura.
Si trattava di una donna dalla bellezza ‘matura’:qualche traccia di cellulite e un sedere ‘rotondo’ ne erano la prova. Tuttavia si manteneva complessivamente bene visto che sfoggiava due occhi verdi che ben si intonavano con i suoi capelli corvini e, soprattutto un seno abbondante (una quinta misura!) e sodo.
La signora Giulia amava l’abbronzatura totale perciò era sempre sul suo lettino in topless e a volte era anche senza quel tanga che tanto amava portare: insomma era spesso nuda.
Per questo era costretta a frequentare la spiaggia ad orari strani, proprio come i miei.
L’avevo notata già dall’inizio del mio soggiorno, ma il nostro primo approccio avvenne la mattina del mio terzo giorno di vacanza.
La signora Giulia si tolse il tanga e si distese pronta a farsi baciare dal sole; forse la mia faccia un po’ perplessa che osservava la scena le mise un po’ di imbarazzo addosso, perciò mi chiese:
‘Le do fastidio se prendo il sole integrale?’
‘No signora faccia pure’-risposi- ‘ e mi dia del tu’. Mi sentì un po’ strano per via del Lei, visto che in Usa questa formalità non esiste in quanto si usa sempre You.
‘Va bene, diamoci del tu. Io mi chiamo Giulia, piacere’
‘Piacere tutto mio! Sono Dario.’
Subito iniziammo una piacevole discussione riguardante le nostre vite. Giulia mi disse di avere 49 anni, di essere divorziata da 8 anni, di non avere figli e di aver ottenuto dal suo ex marito, in sede di divorzio, la proprietà di un albergo a 4 stelle.
”e così dall’inizio di giugno alla fine di settembre occupo la stanza sul terrazzo del mio hotel e passo il tempo ad abbronzarmi: un po’ in spiaggia, poi quando c’&egrave troppo chiasso, mi ritiro sulla veranda della mia camera’
La compagnia della signora Giulia non mi dispiaceva affatto: era una donna affabile, spiritosa e ottima conversatrice. E lo spettacolo del suo fisico mi arrapava spesso:a volte si girava supina sul telo mare mostrando la sua bella fica depilata ma con una strisciolina di peli nerissimi che mi eccitava a tal punto che sentivo il cazzo gonfiarsi , costringendomi a voltarmi pancia in giù per non dare nell’occhio.
Parlando, la spiaggia si era riempita: Giulia indossò il costume e mentre stava per lasciarmi disse
‘Qui ora c’&egrave troppa gente!Vado nella mia stanza’
‘ Ci si vede nel pomeriggio allora’
‘Perché non vieni nel mio hotel?Ho la piscina sulla veranda della mia stanza’.e anche un angolo bar’
Ero riluttante all’idea di seguirla ma un’orda di quattordicenni scalmanati mi fece subito cambiare idea.
‘Proprio come nei film americani ‘ esclamai ‘ Vengo subito’
Arrivammo nel suo albergo entrando da un ingresso di servizio e salimmo fino all’ultimo piano. C’era uno stretto corridoio che terminava con una porta la quale portava il numero 0.
Giulia la aprì ‘Ecco la mia dependance!’
Era una camera non grande ma piena di ogni confort ,che dava sul terrazzo trasformato in veranda con la piscina attorniata da 4 o 5 lettini ed un angolo bar.
Presi un lettino e inizia a posare le mie cose, nel frattempo Giulia,dopo essersi completamente denudata, si era tuffata in piscina.
‘Dai vieni in acqua’
Tolsi scarpe e maglia e mi accinsi a tuffarmi.
‘E il costume? Non lo togli?’ mi disse
‘Meglio di no!’ le risposi
‘Dai’su’ma chi vuoi che ti veda qui? Siamo al decimo piano, non c’&egrave nessuno’
‘E’ che non vorrei” tentavo di giustificarmi
‘Ho 50 anni’ne ho visti tanti di cazzi. Non sarà mica il tuo a scandalizzarmi’ fece con aria leggermente beffarda.
Il cazzo, chiamato in causa, iniziò a gonfiarsi; perciò repentinamente mi sfilai il costume, lanciandolo su un lettino, e mi tuffai in acqua per nascondere l’erezione.
‘Finalmente!Ti senti più libero?’
‘Più o meno’ biascicai.
In realtà stavo avendo un erezione incredibile che neanche l’acqua fredda della piscina riusciva a contrastare. Ero perciò abbastanza rigido e mi tenevo a distanza dalla mia compagna di piscina.
Giulia, accortasi della mia rigidità, iniziò a schizzarmi acqua, come nei giochi tra adolescenti. Io risposi agli schizzi e si scatenò un piccola battaglia d’acqua.
Per mettere fine a questo gioco, approfittando del fatto che Giulia si era voltata di spalle a me per non beccarsi acqua in faccia, mi avvicinai a lei avvinghiando le mie braccia alle sue.
La tattica funzionò.
Non poteva più schizzare.
Ora potevo però sentire la il profumo e la morbidezza della sua pelle: questo fu letale per il mio cazzo, che riprese ancor più vigore, proprio mentre Giulia, tentando di divincolarsi dalla mia presa, strusciò il suo culo sulla mia asta vigorosa.
‘Guarda un po’, non pensavo di avere ancora questo effetto sugli uomini!’
Imbarazzatissimo tentai di allontanarmi.
‘Scusami’ le dissi.
‘ Ma scusa di che?! Già in spiaggia ho notato quel tuo bel cazzone!’ e mi posò la mano sul cazzo.
‘E’ davvero grosso’ mi sussurrò mentre continuava ad accarezzarmelo ‘bello tozzo come piace a me!’
Non riuscì a trattenermi e presi a baciarla delicatamente sulla bocca e a passargli la lingua sulle labbra. Lei schiuse la sua bocca per accogliere la mia lingua e scambiare tenere effusioni con la sua.
Fu un bacio lungo e pieno di ardore.
‘Andiamo sul lettino’ dissi
Arrivammo al bordo piscina, aiutai la signora Giulia ad uscire dall’acqua. Lei mi spinse sul lettino e si inginocchiò sul mio cazzo massaggiandolo e masturbandolo con delicatezza. Di quante stupende carezze riempì il mio pene: partiva dalla cappella e scendeva fino alle palle solleticandole pian piano.
Mentre con le mani regalava tutta la sua arte alla mia cappella, prese a baciarmi dapprima sul collo per poi scendere fino al petto e alla pancia.
Sentivo dei brividi percorrermi la schiena.
La signora Giulia arrivò fino all’altezza del cazzo, lo baciò e poi lo fece sparire fra le sue labbra. Sentivo tutto il calore della sua accogliente bocca mentre iniziava a tirami un pompino da favola. Non aveva eguali con nessuna altra donna con cui ero stato: era delicata alternando leccate da urlo a movimenti delle labbra.
‘Brava succhia forte’ mormorai
Era lei a condurre le danze.
Stavo per venirle in bocca ma la signora Giulia decise che non era ancora il momento. Allontanò le sue infuocate labbra dal mio pene e si dedicò a succhiarmi le palle: prima una alla volta, poi entrambe. Le teneva ferme con la bocca e con la punta della lingua le massaggiava.
Sentivo un solletico alle mie povere palle.
Sorrisi.
‘Ti piace quando te le lecco?!’mi chiese
Troppo preso da quella goduria riuscì solo a dire ‘S’.eh’.ah’.’.
Allora la signora Giulia affondò nuovamente la bocca sul mio cazzo riuscendo ad ingoiarlo per prendere in bocca anche i miei testicoli ormai al limite.
Venni.
Lei lasciò che il mio sperma le inondasse la bocca e poi mi ripulì avidamente l’asta.
Ritornò a baciarmi, un bacio leggero quasi a sfiorarmi l’addome, poi un altro sulle mie labbra secche per via del cloro, le nostre lingue si contorcevano e si cercavano ora nella bocca di uno ora in quella dell’altra.
‘Ora tocca a me’ pensai.
Le porsi la mano per farla alzare, la feci sdraiare delicatamente sul lettino e le divaricai le gambe. Ai miei occhi si presentò uno spettacolo magnifico.
La fica di Giulia era anche meglio di come l’avevo vista sulla spiaggia: ambrata e con una strisciolina di peli neri tra i quali spiccava un clitoride molto grosso, scuro e già tutto bagnato.
‘E’ proprio porca la signora’pensai
‘Leccamela tutta’fammi impazzire’.’
Mi dedicai con perizia a leccargliela, cercando di dare con la lingua dei colpetti decisi ma delicati per ripagarla dello spettacolare pompino che poco prima mi aveva regalato.
Alternavo la lingua a baci delicati con le mie labbra che la sfioravano leggermente, lei mormorò qualcosa
‘Che fica’.chissà quanti uomini te l’hanno leccata’
‘Mai nessuno comeeeee ‘.teeee’, gemette molto forte’era venuta e mi permise di assaggiare i suoi umori che ripresero a grondare dalla fica.
Con le mie labbra umide del suo orgasmo le baciai la bocca.
La mia attenzione si rivolse poi al suo splendido seno: si reggeva perfettamente da solo, era sodo come il marmo e con dei capezzoli smisurati. Le presi i seni, sentivo i capezzoli inturgidirsi, glieli strinsi forte con le dita e baciai quelle tettone passando la lingua più volte su quei medaglioni scuri.
Allora con la lingua facevo un giro attorno ai capezzoli turgidi, poi li mordicchiavo, mentre le provocavo dei mugolii di piacere penetrandole la fica con indice e medio dell’altra mano.
In tutto questo, Giulia non aveva mai smesso di accarezzare e masturbare il mio cazzo che continuava ad essere durissimo.
‘Dai facciamolo’ mi sussurrò nell’orecchio.
Non me lo feci ripetere due volte: visto che era stesa sul lettino, salì su di lei, le allargai le gambe e la penetrai con calma. Il buco non fece fatica ad accogliere il mio uccello.
Iniziai a stantuffare piano perché potessimo sincronizzare i movimenti, poi aumentai gradatamente finch&egrave il mio spingere non divenne quasi violento.
‘Siiii’più forte’.ancora’..dai ”vengooooo’
Eravamo venuti entrambi.
Le lasciai ancora il cazzo dentro per qualche secondo. Poi quando lo tirai fuori lo volle pulire. La sua lingua me lo rese nuovamente duro.
‘Ora il culo’ pensai
Feci girare la signora Giulia, mettendola a pecorina. Le infilai due dita nel buco; al contrario della sua fica era vergine. Non l’aveva mai preso da dietro.
‘No’nel culo no!’
Allora, lasciandola alla pecorina, mi dedicai nuovamente ad una leccata di fica per prepararla ad una nuova penetrazione.
Dopo il massaggio, glielo infilai in maniera violenta, mentre con una mano le accarezzavo il culo rotondo e con l’altra le ‘mungevo’ le tette penzolanti verso il basso.
La fica si riempì di umori e rendeva bellissima la penetrazione, e il rumore di cazzo aumentava l’eccitazione di entrambi.
‘Sfiniscimi’.’
Pompavo così forte che pensai di farle male con il mio bel cazzo ma Giulia invece non faceva altro che incitarmi mentre godeva come una disperata del cazzo
‘Si’più forte, più forte, fammelo sentire’..vengo vengo vengoooooooo”
Anche questa volta le venni dentro.
Ormai il mio arnese era sfinito, sprofondai nel lettino, ma lei ne aveva ancora.
‘Ho sentito le tue mani sulle mie tette’.le hai apprezzate! Sai come starebbe bene il tuo cazzo qui in mezzo’ mentre faceva ballonzolare i seni.
In men che non si dica era con le sue tette sul mio cazzo, lo prese e , dopo averlo leccato lungo tutta la sua lunghezza, lo infilò in mezzo alle tette.
Lo stringeva fra i meloni, andava su e giù e leccava avidamente la cappella.
Non ero mai venuto con una spagnola, ma Giulia ebbe la maestria e la forza di farmi sborrare sulle sue tette.
‘Che tette’
‘Che magnifico cazzo’
‘Mi hai fatto godere come non mai’
Con una faccia da troia allora la signora Giulia mi disse ‘Rifacciamolo’sono assetata di cazzo’
E riprendemmo da capo.
Insomma per tutta la durata della mia vacanza, quando non eravamo in spiaggia, ci trovavamo sul terrazzo dell’albergo della signora Giulia a sperimentare nuovi posti dove dar sfogo alla nostra voglia di scopare.

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