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LA SPOSINA E IL MANDINGO

By 14 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e mia moglie ci eravamo sposati ed eravamo partiti la notte stessa per il viaggio di nozze; destinazione Capo Verde.
Avevamo organizzato tutto, ma purtroppo come spesso avviene qualcosa si dimentica sempre’ma se si dimenticano i vestiti di ricambio per il viaggio’

Quindi arrivati al mare, ci mettemmo i vestiti per il caldo però ad esempio il vestito tutto bianco da sposina con tanto di corredo intimo era li con noi ed anche il mio vestito, ma poco importava.

Arrivati al villaggio, un caldo incredibile, tranne che nelle stanze e nei locali dove c’era l’aria condizionata.
Il villaggio era bellissimo, lo stesso l’animazione, ci ambientammo subito, e cercammo di inserirci anche nel villaggio , con le persone del posto, le quali erano tutte amichevoli e molti parlavano anche bene l’italiano. Molti avevano anche un fisico statuario erano belli, e devo ammetterlo, soprattutto gli uomini .

Conoscemmo varie persone d iniziammo ad uscire con loro e c’erano dei ragazzi locali che parlavano italiano, con cui ci capitò di uscire con loro , di scambiarci 4 chiacchiere ed anzi diventare amici.
Con uno in particolare diventammo un gruppo molto affiatato, ci portava a vedere luoghi nascosti, posti bellissimi e noi gli pagavamo magari la cena.

Dopo una settimana, quando eravamo lì ormai a metà vacanza, dopo una cena d’ aragosta, dato che li costava poco, e tanto vino bianco, tutti e tre fummo abbastanza alticci, quanto bastasse per lasciarci andare a scherzare a dirci quello che pensavamo.
Vidi la mia neo mogliettina che guardava con interesse il nostro amico , bello prestante e lui logicamente non era da meno a farle i complimenti sul bell’aspetto, sul bel fisico di mia moglie.
Io eccitato spinsi un po’ entrambi a giocare e loro non disdegnarono. Parlando del piu e del meno e sempre più sulla nostra vita privata arrivammo ai luoghi comuni sulle dimensioni del pene dei neri ecc, e dell’interesse delle bianche’in pratica divenne chiaro che tutti e tre non avremmo disdegnato una bella scopata a tre quella notte.

Allora eravamo io lei e il mandingo, l’alcol era diventato il sistema per sbloccarci, e avendolo conosciuto sul posto, in un ristorante, con la scusa di volergli far vedere mia moglie col vestito da sposina, andammo nella nostra stanza.
Continuammo a bere e l’eros continuava a salire. Lei andò in camera da letto e dopo 15 minuti la vedemmo tornare bellissima, si era truccata, aveva messo il rossetto rosso fuoco, aveva fatto gli occhi da triglia, da cerbiatta .

Ma la cosa che la rendeva veramente sexy anche se fino a 5 minuti prima era vestita con pantaloncini cortissimi e top senza reggiseno, era il vestito, si il fatto di esser dovuti partire senza ricambio e quindi indossando i vestiti da sposi, aveva avuto un ritorno.
Era stupenda, aveva voluto far vedere al bel mandingo il suo vestito da giovane sposina.
Era un po’ scollato sopra, come fosse a balconcino, apribile, in modo da poter mostrare la sua mercanzia, le sue belle tette, la sua bella 4 abbondante’sotto invece aveva la sua vitina, stile settecento, bella stretta in vita. Sotto la vita, si allargava era proprio bello, infatti alla fine aveva una circonferenza in ferro, un ferretto che manteneva il vestito largo fin giù quasi ai piedi.
Fece la sua faccina da monella, aveva alle mani i guanti bianchi in seta, lunghi fino ai gonìmiti, aderenti.
I capelli erano raccolti, bellissimi stile a cipolla, lasciandole il collo quasi tutto libero.
Lei si mise di profilasi chinò verso la parete in modo smaliziato e con una mano si tirò su la gonna e mostrò gli stivaletti bianchi col tacco alto e vedemmo anche i collant bianchi, anzi panna.

Il mandingo con l’alcol dalla sua parte si precipitò su di lei agguantandola in vita
Il mandingo: sei bellissima, tutta bianca ispiri un sesso’ma ti sei sposata con questo vestito? Come mai fatto così? Come mai tutto bianco, così candido?
Io: perché le sposine devono arrivate al matrimonio illibate, candide, vergini, che non sanno cosa sia il sesso, pronte per esser ingravidate e sfornare i figli.
Lui: uhmmmm, fammi sentire, posso? Che bella mi piace molto’
Lui le mise le mani in vita, iniziò a palparla’
Io: ti piace? Ti piace tanto? è bella vero? Questa sarebbe la prima notte’la mia verginella’
Lui: è vergine? Veramente?
Io: amore’.sei vergine o sei una scostumata..? una mala femmena? E lei invasa dall’alcol fece la stupida.
Lei: non si sa dovete controllare’
Io: ma se scopriamo , se io e lui ‘.(aspettai qualche secondo per evidenziare il fatto che io e lui, anche il mandingo) assieme vediamo che non sei vergine e quindi sei una mala femmina’.poi dovremo prendere dei provvedimenti’, dovremo trovare una soluzione alternativa, dovremo punirti, dovremo fare qualcosa per cui tu ti ricorderai per sempre della tua prima notte’.
Lei fece uno sguardo provocante, intrigante..
Lei: va bene, mi concederò alla punizione che riterrai più idonea a me’.
E lei continuò a guardarmi in modo provocante, aspettava che io tirassi fuori il porco che c’era in me.
Io: allora amore, dato che lui ti ha vista in pantaloncini e top e in costume sicuramente non sarà un problema alzare la gonna da sposa e mostrarci cosa indossi sotto.
Lei ricevette la mia ondata di eccitazione e dopo un respiro profondo e qualche smorfia acconsentì iniziando ad alzare la gonna.
Il mandingo era eccitatissimo e le alzò la gonna.
Lei fece vedere i suoi collant bianchi ‘, che salendo per lui ci fù una sorpresa.
Lui: ma che belle così bianche, così candide, mi verrebbe voglia di saltarti addosso, mi verrebbe voglia di palparti.
Io: beh dai, fallo, non è niente di scandaloso.
Lui allungò la mano sul collant bianco, io aspettavo solo questo, era eccitantissimo vedere la sua bella mano grande, aperta che avvolgeva tra il piede e la gamba.
Lui salì pian piano arrivando fino al ginocchio, passando dal polpaccio.
SI vedeva che la sua mano si stava gustando il polpaccio della mia signora, che si stava gustando anche il collant aderente, morbido, sexy.
Lei sorrideva e lui commentava la bellezza, approfittandone della situazione, la sua mano salì e superò il ginocchio ‘.era entrato nell’anticamera della zona esogena.
La mano avvolgeva la gamba di mia moglie, lei rideva, divertita ed eccitata, lui salì, salì e lei alzava la gonna finchè non arrivò ad un punto: c’era una balza, un pizzo’.il collant era terminato, mia moglie aveva un autoreggente bianca.
Era eccitante vedere quel bianco panna, angelico, candido, quella bella gamba longilinea, avvolta da una grande mano di color scuro, di color nero .
Il contrasto era eccitantissimo, a quel punto io lo spinsi a continuare e lui superò la balza di pizzo arrivando sulla pelle nuda, rosa bianca.
Lui prendendo l’iniziativa la fece piegare verso il muro in modo che le potesse alzare la gonna pesante e lei mezza piegata la tenne stretta in alto.
Lui continuò a salire e si trovò delle mutandine a perizoma dietro e davanti tutte belle, come quelle delle nobili del ‘700.
Lui le palpò le natiche, era bellissimo vedere la mano nera sul sedere bianco.
A quel punto la fece girare e da davanti si vedevano in trasparenza i peli curati .
Lui ormai trascinato dall’entusiasmo, dall’eccitazione si mise a tirarle giù le mutandine.
Mia moglie era eccitata e gli mise le mani sulla testa come per fermarlo, come fosse una cosa istintiva’ma io le dissi.
Io: lascialo fare, deve controllare se sei una mala femmina oppure no, e se lo sarai ti concederò a lui’
Lei: no dai..basta amore’
Lui le tirò giù le mutandine e si trovò davanti a se uno spettacolo, una passerina quasi tutta depilata, aveva solo un cuoricino di peli sopra il clitoride, proprio da bambolina un po’ mignotta.

A quel punto lui la prese con le sue mani tenendola per la sua vitina e la mise sul letto, le alzò la gonna e si immerse in mezzo alle gambe della sposina, aveva perso il controllo, era impazzito nel vederla vestita così, in modo così candido, si mise a palparle le gambe, le cosce avvolte dalle autoreggenti color panna, per lui che era di colore nero, nero nero, vedere rosa chiaro della pelle presente sopra i collant, nelle gambe e nei glutei, nella figa, quelle labbra della fighetta rosa e depilate coi pochi peli non crespi come quelle delle sue connazionali ma dritti e corti, quel bianco delle autoreggenti, così liscio, fresco, scivoloso, morbide da palpare con le sue possenti mane nere.
Quel contrasto tra nero e bianco suscitava un eccitazione incredibile in tutti, mia moglie, mignotta come era con la scusa di mostrare quel vestito che avrebbe indossato solo tra 25 anni, decise anche lei di rendere eccitante l’incontro.
Lui si mise a palparle le gambe molto bene ed ad allargarle, si perché si era prefissato l’obiettivo di assaggiarne il gusto sicuramente diverso del nettare della mia sposina, da quello delle sue compaesane, si avrebbe avuto sicuramente un gusto più delicato meno acre.
Mia Moglie era tutta eccitata , faceva finta di fermare la cosa, ma invece non aspettava altro di passare la prima notte di nozze in un modo indimenticabile, diverso dai pronostici dalle tradizioni.
Io mi misi a regolare l’avanzamento del mandingo, ma lui eccitato iniziò a cercare di prendere il sopravvento su di noi.
Io gli dissi di fare piano, con calma, ma lui di forza le allargò le gambe e si buttò in mezzo, aveva puntato a quella fighetta che voleva gustarsi.
Mia moglie stava già godendo, data la situazione , si vedeva che era tutta bagnata, si vedeva le natiche morbide, le gambe, le cosce nude presenti tra la figa e i collant erano bagnatissimi .
Lei non vedeva tanto perché la sua gonna gonfia copriva il mandingo, lei stava già tremando dal piacere, lui arrivò, si la lingua e le labbra del maschio di colore arrivarono alle labbra rosa della mia femmina, lui le aprì ben bene le cosce, tirandole in su e di lato per le ginocchia, in modo da potersi gustare meglio anche l’orifizio, ma soprattutto quelle labbra giovani, fresche completamente depilate, libere ma con sopra un ciuffetto a forma di cuoricino, fatto apposta per stuzzicare la fantasia maschile.
Iniziò a leccarla con ardore, con gusto, io gli dissi di fare piano e lui mi disse che la sposina adesso era sua e le avrebbe fatto quello che voleva.
Io rimasi senza parole, ma mi eccitò la sua determinazione, capì che era dovuta al fatto che stava impazzendo per lei e che non voleva perderla.
Ma appena dopo due leccate di figa, di cui la seconda l’aveva fatta tenendole le labbra aperte in modo da potersi gustare tutto il nettare, entrando bene fino in fondo, mia moglie raggiunse l’orgasmo, ansimò come una cagna con tutto il fiato che aveva.

Io da dietro vidi uno spettacolo bellissimo, lei vestita in bianco da sposa, sdraiata di schiena sul letto matrimoniale e con sotto la gonna tirata su e un maschio prestante, di color nero intenso, in mezzo alle sue autoreggenti bianche, che teneva alzate grazie alle braccia e mani nere e con la testa sul ventre, sulla fregna giovane e fresca , nuda spogliata dei suoi slip angelici trasparenti con qualche fiorellino, nuda tremante, si il sedere bello morbido con la fighetta depilata a disposizione, nelle mani anzi nella bocca grande con la lingua grande affamata, assetata del suo nettare.
Vedere quel contrasto di colori era eccitantissimo, il bianco angelico, indifeso, concesso e il nero predominante, forte, conquistatore, dominante.
A quel punto lei era venuta, e rimase sul letto così, lui si alzò e andò in bagno’evidentemente a lavarsi’quel qualcosa che da li a breve avremmo visto io e lei.
Andai da lei a chiederle come stesse, e la vidi appena venuta’contenta’
Passati alcuni minuti lui tornò, lei era ancora sdraiata ma si stava riprendendo.
Arrivò già nudo, rimasi senza parole, era eccitatissimo, aveva un cazzo enorme, lungo, largo, tutto nero, pieno di nervature.
Anche lei curiosa lo vide e fece un sorriso di sorpresa e di felicità, come dire mamma mia’chissà cosa mi aspetta’
Lui mi disse: voglio la tua sposina qua in ginocchio davanti a me, portamela subito ho voglia.
Io zitto ubbidì, lei si stava alzando, la presi e la portai da lui e la feci inginocchiare anche se lei fece finta di fare resistenza, soprattutto perché era appena venuta, però trovò la forza dalla curiosità, dall’interesse per quelle dimensioni abnormi.
Lui aveva una voglia inverosimile di sbattersi la sposina, tutta bianca , io la feci inginocchiare e lei mezza consenziente e mezza stupita si inginocchiò.
Io vidi il tutto di profilo, lei in bianco, in ginocchio, con la grande gonna che si gonfiò quando si inginocchiò, e sopra il suo decolté si vedeva bene. Il rossetto rosso fuoco presente sulle labbra, le sue manine coperte dai guanti bianchi aderenti.
Lui era tutto nudo, in piedi, un fisico statuario, era determinato voleva gustarsela e incominciava a pensare che se io non avessi fatto quello che lui voleva, avrebbe potuto anche menarmi.
Il cazzo visto di profilo era grande, enorme.
Lui fu chiaro ed incisivo: SUCCHIAMELO!!!!!
Lui si avvicinò a lei e lo appoggiò su quelle labbra rosso fuoco. Lei rimase senza parole, si sentì come se fosse un suo dovere verso quel maschio che l’aveva appena fatta godere da matti.
La cappella del mandingo si scappellò un po’ iniziò a sfregare su quelle labbra morbide, lui allungò la mano con decisione, come se la sposina fosse sua, la prese per la cipolla e la spinse, il suo cazzo aveva un odore un gusto diverso dal mio quindi per la mia mogliettina sicuramente era una situazione da una parte eccitante dall’altra poteva esser difficile, infatti per questo non aprì subito la sua boccuccia candida.
Dopo un po’ di pressione dovette cedere e tirò fuori la linguetta e diede qualche colpetto, qualche assaggio per poi sentirne il gusto, lui però insisteva, le tirava la testa e continuava a dirle di succhiarglielo che aveva voglia di metterglielo tutto interamente dentro la boccuccia stretta di una bianca.
Lei a sentire questo si eccitò e aprì la bocca per farlo entrare.
Io stavo vedendo tutto , era stupendo, lei con le mani iniziò a toccargli le palle, io vedevo quel contrasto continuo tra bianco angelico e nero assetato di figa stretta.
Lui spinse verso di se la testa della mia sposina, lei aprì pian piano sempre più la bocca, la cappella era enorme, sembrava non potesse riuscire ad entrare tutta.
Lui in più riprese cercò di farlo entrare, lei pian piano stava facendo allungare la pelle delle labbra, stava facendo allungare i muscoli delle mandibole.
Lei iniziò a far slittare, a far scorrere la sua lingua su quella cappella che metteva un gusto diverso e quindi apparentemente non buono per lei, ma la situazione perversa le stava dando modo di iniziare ad adorare quel gusto acre, quel gusto africano.
Lei iniziò a leccare sempre meglio quel cazzo enorme, cercò di arrivare alle palle, di lato per scusarsi, per prendere tempo per abituarsi, perché iniziava a desiderare sempre più quel cazzo enorme, ma si sentiva come una povera schiavetta non in grado di riuscire ad ingoiarlo, a farlo entrare, a ricompensare a saziare il membro del maschio che l’aveva appena fatta impazzire.
Lui con le sue mani e le sue braccia muscolose le prese la testa bene e con determinazione le incanalò il cazzo bene in bocca, ed iniziò a comportarsi da bull e a classificarmi come il cuckold.
Lui: succhiamelo bene, che ti piace, lo so.
Lei si sforzò, il cazzo entrò pian piano in quella boccuccia, vedevo la cappella grossa e dura, nera farsi largo, spingere il mento più in giù, e con un colpo netto entrò dentro, era stupendo il contrasto nero intenso e liscio, bello il rosso fuoco delle labbra e il rosa chiaro, chiarissimo della pelle delle guance, poi i capelli castani e dietro ancora la forza di quelle mani grandi e scurissime.
Lei si capiva che stava lavorando di lingua internamente anche se in modo delicato perché l’odore della pelle del mandingo ancora la influenzava negativamente.
Lui spinse , anzi spinse il bastone e tirò la testa della mia femmina e pian piano quel bastone lungo iniziò a farsi largo come una trivella dentro quella boccuccia.
Man mano che lui entrava incominciava anche a tirarlo indietro per poi sfondare ancora.
Il mandingo: dai su, succhiamelo bene, si, così adesso pian piano te lo voglio mettere tutto dentro, in gola e fino alle palle, su muoviti, succhiamelo, apri la boccuccia’siiii vai’
Vidi la faccia della mia mignottella diventare rosso, e il tronco nero pian piano entrava, si faceva spazio , vedevo i muscoli prorompenti, i bicipiti e tricipiti in tensione massima convinti, determinati nel far scomparire quel tubo di carne nera dentro quella boccuccia.
La sua faccia sembrava indiavolata’
Il mandingo: dai muovi la lingua, adesso te lo faccio succhiare tutto bella fighetta, bella sposina, ho voglia di farti di tutto e tu marito guarda come te la scopo e impara, anzi tu avrai il solito cazzetto da bianco, quindi guarda e basta come te la sfondo’.
Pian piano le tirava la testa e poi la lasciava respirare e poi di nuovo, mamma mia era veramente grosso, largo e lungo ed anche molto duro..
Ohh si leccami dentro la cappella dai che sto venendo un po’ , puliscimelo, assaggia la mia sborra bella cagna’
Io sentivo e non dicevo niente, lui iniziava a dominarla ad umiliarla ed io non dicevo niente, mi eccitavo.
Poi lo tirò fuori , le sbattè le palle sulla lingua e le disse di leccargliele ‘, lei riprese il fiato e vidi comunque un filo di sborra penzolante tra il cazzo e la bocca della bianca sposina.
Lui a quel punto appositamente si pulì dalla sborra un po’ sul viso, un po’ sul vestito candido.
A quel punto le tirò a sorpresa giù il vestito in corrispondenza del top, del reggiseno, lasciandola a tette scoperte, il reggiseno che non aveva le spalline crollò subito e quindi vedemmo quella bella quarta abbondante di seno della giovane sposina.
Lei imbarazzatissima cercò di coprirsi con quei guanti bianchi le tette, lui si mise a sbatterle la cappella sulle tette e poi iniziò a bastonarle la bocca, le guance, la faccia col suo bastone nero.
Con una mano le prese la cipolla dietro i capelli e la tirò per ficcarle di nuovo il cazzo in bocca, questa volta con più decisione ed entrò meglio, sembrò che ormai le avesse sverginato la bocca.
Da li iniziò a scoparle veramente la bocca con velocità e con intensità, metà cazzo ormai entrava ed usciva velocemente e lei si vedeva che era più preparata, riusciva un po’ di più a starle diuetro con la lingua e le labbra e lo guardava dal basso verso l’alto alla ricerca dell’approvazione, gli occhi esprimevano una richiesta di consenso, lei adesso era la suddita e lui il padrone.
Lui: dai succhiamelo bene , fammi godere cazzo!!
Ogni tanto cercava di farlo entrare di più di prima e ogni volta entrava sempre più, la metà era stata superata e ogni tentativo si vedeva lei diventare rossa, quasi non respirasse o le venisse da vomitare, era eccitante vederla così, vederla in seria difficoltà , vederla non in grado di tener testa a quel cazzo abnorme, come se anche lei normalmente non aveva problemi di sesso, questa volta non riuscisse a stare dietro a quelle dimensioni.
Questo mi eccitava infinitamente, quella sposina giovane ed attraente castigata’
Il mandingo intanto con la mano libera prese le mani della sposina e si fece palpare le palle, lo scroto e il culo ed anche toccare masturbare il cazzo dalle manine coperte dai guanti bianchi.
Quei guanti completamente bianchi, lunghi ed eccitanti fino ai gomiti, in mezzo alle gambe nere muscolose, massaggiare i testicoli grossi e pieni , sempre tutti neri.
Lui con la mano libera poi spostò di nuovo il vestito da sposa ed iniziò a palparle le tette belle bianche, grandi, sode , fatte bene.
Lei inizialmente era in difficoltà, le dava fastidio sentirsi le tette al vento e in più palpate.
Le tette bianchissime le vedevo strizzate, veramente manipolate, munte, schiacciate con forza da quella mano nera , grande e forte.
Con una sola mano sostituiva due delle mie e agguantava bene ogni singolo seno che in confronto sembrava fosse diventato di due taglie in meno.
Sarà la sua cultura, sarà che magari era un agricoltore e aveva le mucche, sarà non so quale motivo, ma le strizzava con una forza e decisione tale che spaventava anche me ed era estremamente eccitante e la mia mogliettina che normalmente mi fermava ogni volta che le palpavo con una certa decisione, con lui la vedevo in difficoltà, ma capivo che si, la spaventava,le faceva male, ma quello spavento misto dolore le procurava un piacere enorme, si sentiva trattata veramente da donna, anzi da femmina, da femmina animale.
Quando lui la mungeva con forza, diciamo con gusto e con insistenza se lei brontolava, lui le spingeva il cazzo ancora di più dentro la gola, anzi la scopava e lei quindi cedeva e si lasciava fare.
Alla fine lui estrasse il cannone nero e tirato giù completamente il vestito fino in vita iniziò a farsi fare una spagnola con forza, prendeva le tette e le schiacciava e dentro il suo cazzo la scopava, fino ad arrivarle in bocca.
Quel vestito da sposa bianco angelico da fata, eccitava molto perché evidenziava quel tubo nero che spuntava dalle tette da mungere ed arrivava dritto dritto in bocca.
Lei si stringeva le tette ma lui le tolse e mise le sue, una per tetta, ognuna si strizzava la sua e le spingeva con forza in modo da far rizzare il bastone e poi una mano la mise sulla testa della sposina ed iniziò a pompargliela su e giù.
Il mandingo: dai succhia cazzo, succhia bene, TROIA’
Ci fu un momento di silenzio era la prima volta che lui la chiamava così , ebbe paura per un secondo di aver esagerato , dato che la sposina era tutta delicata ma dentro lo era in modo represso ma lo era.
Lei non disse nulla’
A quel punto le fece togliere il vestito’
Mandingo: dai spogliati, rimani solo con l’intimo’
Lei senza batter ciglio, si alzò da quella posizione di dominio, in ginocchio e si tolse il vestito, rimanendo con gli stivaletti bianchi col tacco alto, le autoreggenti color panna , i guanti di raso lunghi fino ai gomiti e ormai il perizomino angelico le era stato già sottratto’
A quel punto lui si sdraiò di schiena sul letto e ordinò a mia moglie di mettersi a cavalcioni su di lui, sul suo cazzo.
Il tronco nero era durissimo ed irto, lei pian piano cercò di incanalarlo per la sua fighetta gia bagnata, appena la cappella iniziò ad entrare dentro le labbra della figa , lui prendendola per le chiappe la tirò verso il basso e qui sentimmo lei gridare dal piacere come una matta.
Il solo sentire la grandezza e durezza di quel cazzo entrare dentro la sua fighetta le aveva procurato un piacee tale da farla godere e raggiungere l’orgasmo.
Io rimasi senza parole e il mandingo..
Lui: cazzo sei già venuta? Ma sei proprio una vera troia, ti piace veramente il mio cazzo grosso, adesso ti sistemo per le feste’.

La lasciò respirare qualche secondo , giusto per riprendersi dall’orgasmo e lasciare che il suo nettare lubrificasse ben bene tutta la fregna, a quel punto.
Lui disse: preparati, adesso sei mia, adesso ti scopo per bene, ti faccio la festa, mica come quel cornuto di tuo marito che non ti soddisfa.
Iniziò a farla scendere e a farle entrare man mano il suo grande cazzo dentro la fighetta apparentemente vergine per un cazzo di colore.
Le aprì le chiappe e la fece scendere, lei si mise a gridare dal dolore misto piacere, era bellissima vedere le autoreggenti color panna cavalcare un mandingo statuario nero lucido e le sue manine coi guantini si appoggiavano ai pettorali scultorei, cercando un appoggio solido.
Le gambe le cedevano e quindi doveva scendere e far entrare il tronco nel suo corpicino illibato.
Lui senza aspettare iniziò a salire e scendere col suo cazzone iniziando quindi a scoparla ancor prima di averlo fatte entrare in gran parte.
Gli occhi della femmina incominciavano a perdersi, sembrava stesse per entrare in estasi.
Lui andò avanti senza sosta facendolo entrare quasi tutto, lei sembrava come fosse stata sventrata, dopo quasi un ora senza sosta lei raggiunse un altro orgasmo gridando come una matta.
Durante la scopata, lei enne sbattuta su e giù e le tette fecero dei salti su e giù e a destra e a sinistra, ma soprattutto lui spesso mentre la scopava la prendeva per le tette e movendola attraverso esse.

Lei distrutta si buttò sul corpo scultoreo e lui dopo qualche minuto , sempre col cazzo in tiro che pulsava, pronto per continuare lo sverginamento nero della bianca sposina, la mise di lato , la fece sdraiare a pancia in giù e lì le aprì le cosce.

Mandingo: cagna, ti piace molto il mio cazzo vero? Sei già venuta un sacco di volte, ti basta il solo contatto e già vieni’sei una porcellina, adesso voglio divertirmi col tuo culetto’ho voglia di mettertelo tutto dentro. Voglio aprirtelo, farti godere.
Intanto lui le dava qualche leccata a quell’orifizio e sotto si vedeva il bagno di umori della candida sposina, color panna.
Mandingo:Adesso pian piano ti lascio riprendere e poi ci divertiamo davvero’
..e intanto iniziava ad inserirle dentro le sue dita bagnate.
Lei: noo, ti pregooo
Mandingo: cornuto, vieni subito qua, ti piace vero come te la sbatto, come te la uso? Guarda come hai il cazzo in tiro.
Io: eccomi, si mi fai impazzire come la trombi, come la castighi e mi piace vederla che gode’

Mandingo: adesso mi dai una mano le tieni le chiappe aperte e inserisci tu il mio cazzo dentro il suo culo, voglio che mi aiuti a far entrare il mio tronco nel suo buchetto, io voglio stare comodo in modo da spingere bene e palparmela e tu deviindirizzarlo, in modo da non sbagliare buco e da non premerle sopra e farle male.
Io: va bene’
Mandingo: no, non hai capito, ti sto dando un privilegio, ti sto dando l’onore di esser tu il canalizzatore, il responsabile della penetrazione, dello sfondamento del culetto di tua moglie nonostante il tuo cazzo sia piccolo rispetto al mio e tu mi rispondi così? Devi dirmi ‘si signore, obbedisco”hai capito cornuto?
Io: si signore.
Mandingo: e tu fighetta bianca, voglio sentire quello che provi, quello che stai pensando in questi momenti’.
La sposina: ..e cosa devo dire..? è stato bellissimo’e sono sfinita..
Mandingo: cosa??? Innanzitutto il bello deve ancora venire, poi che tu lo voglia o no fai quello che tu dico io, altrimenti ti scopo di forza e meno il cornuto di tuo marito’hai capito?
La sposina: si , ho capito
Mandingo:’eee? Tutto qua? Voglio sentirti dire quello che pensi, innanzitutto il tuo maritino d’ora in poi lo devi chiamare cornuto o cornutazzo e poi devi dirgli cosa pensi di lui,’chi ti ha fatto godere di più nella tua vita io o lui? Rispondi e dì la verità’
La sposina:..ehm..no dai, ti pregooo..
Il mandingo prende due dita le lecca e le mette di forza in un secondo dentro il culetto della sposina.
Lei ansima e impreca di far piano
Mandingo: allora?
La sposina: no, dai poverino’
A quel punto lui le tira su il culo, mettendola come una gattinaa gambe semi aperte, lei sbraita perchè stanca ma lui mi ordina di tenerla ferma.
Io mi metto affianco a lei , sul suo fianco, guardando il culo e il mandingo.
Il mandingo: aprile le chiappe
Io:si
Le metto le mani sui glutei e le apro le natiche mostrando ben bene l’orifizio.
Lui arriva e le appoggia la cappella sull’orifizio ed inizia a spingere’
La sposina: no dai, ti prego, fai piano’
Il mandingo: innanzi tutto io devo ancora venire, poi ti ho fatto scapricciare troppe volte e devi essermi riconoscente, adesso ti trapano e vedrai come godrai, brutta cagna, e voglio sentirti dire gridando la verità, che preferisci il mio cazzo, che vuoi me e non il cornutazzo di tuo marito e che lui è solo un cornuto sfigato ‘hai capito puttanella viziosa’.e tu cornuto aprile l’orifizio e prendi in mano il mio cazzo che devi indirizzarlo dentro il ventre della tua mignotta , HAI CAPITO??
Io: si , si
Non l’avevo mai fatto nella mia vita, ma la situazione intrigante mi spinse a farlo, lei era come una gattina sul letto, ogni tanto appoggiata dietro solo sulle ginocchia e con i piedi rialzati, come fosse tutta in tensione, io allora avevo vicino a me il tronco , con titubanza avvicinai la mano e con impressione, cercando di usare solo la punta delle dita presi in mano il suo cazzo, lo passai , lo feci entrare dentro la fregna bagnata, per inumidirlo e poi cercando ti tenere aperte le natiche con l’altra mano e col palmo di quella che stavo usando, aprì ben bene la strada e misi perfettamente la cappella in corrispondenza dell’orifizio.
La sposina stava tremando, era rigida, le feci allargare le gambe e sentivo il suo ventre tremare, aveva paura ma era eccitatissima.
Lei si appoggiava sui gomiti i quali erano sui cuscini, la testa la tirava su e giù e si sentiva che respirava in modo profondo.
Il cazzo inzuppato di umori spinse, spinse, io lo canalizzai e cercai di aprire le chiappe.
Il mandingo spinse con forza , la sposina iniziò ad ansimare, a gridare, il dolore stava arrivando.
Appena la cappella iniziò a trovare la strada giusta ed a inserirsi, lui spinse con forza e in modo determinato, io mi misi a bloccarle l’anca per non farla andare avanti, per non farla scappare, io spingevo contro il movimento della sposina bianca, di mia moglie impaurita e contro il mandingo, lui diede un colpo netto e lei si mise a gridare dal dolore, a quel punto le aprì meglio le natiche e lui diede il colpo finale entrando con forza dentro lo sfintere, dentro il culo, in mezzo alle chiappe, io le tenni sempre più aperte, lei si dimenò come un anguilla, cercò di fermarmi con le mani , ma io eccitatamene determinato ero diventato una roccia, volevo sentirla piangere e godere dal dolore, incitai il mandingo, lui spinse, io vidi quel bissone duro, enorme, entrare con fatica dentro quel culetto semivergine per quelle dimensioni, le urla diventarono lancinanti e quasi da stupro.
Quando tutta la cappella fu dentro, quando i muscoli dello sfintere furono rotti, quando le grida della sposina diventarono lancinati, uscì dalla figa la sua pipì, i muscoli della fatina avevano ceduto, si fece tutta la pipì addosso, lui spinse con tutta la forza che aveva a disposizione e veramente da un culetto piccolo si trovò un culetto sfondato, le grida di lei, non le avevo mai sentite così forti in 20 anni che la conoscevo, le lacrime uscirono a cascata, la bocca la aprì così tanto dal dolore, per sfogare quello che stava provando’.io ero inflessibile, il mio cazzo duro come il marmo, la mia cagna stava venendo sodomizzata dal nero.
Sposina: NOOOO, AAIIIAA,AA, BASTTAAA,
Io mi spostai e le bloccai le braccia, si dimenava con tutte le sue forze, sembrava fosse uno stupro di gruppo’
La giovane sposa, candida raggiunse il suo più bell’ orgasmo della sua vita, tutto quel dolore provato le aveva dato un piacere indescrivibile’.
Lei si lasciò andare cadendo sul letto.
Il mandingo: cagna in calore, ma quanto cazzo ti piace il mio mastello’.riprenditi che adesso viene il bello devo ancora scoparti per bene.
Mia moglie era venuta solo per aver sentito entrare il cazzone enorme’figuriamoci quando l’avrebbe scopata e sfondato il culo’.per ora era solo entrata la cappella’.

La lasciammo cadere sul letto, il suo bel corpo inerme tremava, erano i muscoli involontari che la facevano tremare tutta dal piacere, la si sentiva respirare in modo profondo, come appena venuta, ma assieme ad un pianto forte, per il dolore mai provato così forte fino ad allora nel suo bel culetto , non paragonabile a quando glielo sfondavo io e poi lo spavento.
La lasciammo riposare qualche minuto e intanto io e lui l’accarezzammo sul suo bel corpo, prima in modo affettuoso e poi man mano che passava il tempo e che sentivamo ridursi il pianto iniziammo a palparla, dalle gambe, sui suoi collant, autoreggenti bianchi, alla schiena, al collo, finchè lui non mi disse di proseguire.
Allora le allargammo un po’ le gambe e lui si avvicinò di nuovo al culo sverginato.
Lui fece una passata dentro la figa inzuppata, giusto per lubrificarlo un po’ e dopo iniziò a spingere di nuovo nella figa per aprirla meglio e poi mi chiese la mano per incanalarglielo nel culo.
Lei si mise a chiedere pietà, che le bruciava tutto, le faceva un male lancinante, ma il mandingo inflessibile riprese a spingere, lei non riusciva neanche più a stringere le chiappe, i suoi muscoli erano rotti.
La cappella entrò tranquillamente, ora era solo un problema di profondità, di farsi largo all’interno di tutto il canale , di tutto l’ano, di farcelo entrare tutto in larghezza e lunghezza.
Lui non aveva lubrificanti e mi chiese di prendere in mano il suo cazzo ed indirizzarlo.
Lui si mise a spingere con forza, lei sentì un dolore lancinante e chiese pietà, di farle il meno male possibile.
Più lei imprecava e più noi ci eccitavamo, si vedeva il suo cazzo nero diventare più duro, le vene sembravano dovessero esplodere, lui agguantò le bellissime natiche della mia sposina, con le sue dita belle grandi, le palpò, le tastò, le strinse, con le unghie , senza accorgersene le incise, le aprì, le spinse di lato e verso l’alto in modo da poter allargare bene l’orifizio, in quel modo il suo mastello trovò strada libera.
Mandingo: voglio mettertelo tutto dentro bella fighetta bianca’
Io vedevo la mia sposina sdraiata, con le gambe con le autoreggenti bianche ormai con la balza verso l’interno, inzuppata letteralmente dai suoi piaceri e sopra vedevo l’uomo nero con la sua terza gamba infilata dentro quel culetto indifeso, tenuto aperto da mani giganti.
Lui pian piano spingeva in modo costante e la sposina piangeva, io vedevo che lentamente si faceva spazio, entrava.
Lei piangeva, le faceva un male incredibile e lui ogni tanto lo tirava indietro per poi divertirsi a darle un colpo forte, in modo da recuperare, farsi largo dentro e approfittarne per darle un dolore più forte in un unico momento e vederla stremata.
Ad un certo punto lui decise di andare avanti, di volerla vedere imprecare, quindi iniziò a spingere anche se lentamente ma senza sosta, lei soffrì molto, pianse , si dimenò, ma niente lui andava avanti, vedevo io il suo tronco pian piano entrare sempre più dentro.
Mandingo: troietta ti piace il mio cazzo?’non sento’ti piace?
Lei non rispose, allora lui diede un accelerata, spinse di colpo di un paio di cm il suo bastone dentro il foro posteriore della schiavetta bianca e lei gridò fortissimo e cercò di liberarsi ma senza risultato, lui allora si mise a sculacciarla dando una rincorsa alle sue mani, le diede una serie di sculacciate su entrambe le chiappe, per qualche minuto’.voleva darle una lezione, voleva castigarla.
Le chiappe diventarono rosse, e lui a quel punto riprese a scoparsela fino al punto a cui era arrivata, cioè ‘ di gamba dentro.
A quel punto la costringemmo a mettersi a pecora , voleva farle sentire l’ultimo quarto nel modo migliore. La tirammo su, lei era sfinita.
Io mi portai davanti al suo viso, aveva uno sguardo perso, distrutto, pieno di lacrime, ma la fighetta era un lago. A quel punto la agguantò per le tette e si mise a spingere , a scoparla e pian piano a suon di colpi entrava sempre più, lei sentivo che godeva ma anche si lagnava del dolore lancinante, lui allora decise di darle i colpi finali, si mise a sculacciarla e poi a strizzarle le tette con tutta la sua forza ed a spingerle dentro tutto il suo cazzo.
Mandingo: godi troia, puttana che non sei altro, godi cagna, io vidi entrare in un sol colpo la parte rimasta del suo lungo cazzo tutto dentro, con tutta la forza che aveva, a tal punto da contrarre tutti i muscoli e schiacciare le zinne a tal punto da farle quasi esplodere e da lasciarle incise le unghie, lei mosse tutta la testa, gridò come non mai, come una pazza , io eccitatissimo mi avventai davanti e le misi il mio cazzo in bocca, le presi la testa e la spinsi verso il basso, infilandole il mio uccello, le sue urla furono quindi ridotte, io ero eccitatissimo, le mie palle iniziavano a darmi dolori, lei mi morse tutto il cazzo , come sfogo, sembrava volesse mangiarmelo, anzi strapparmelo a morsi , proprio come una cagna montata che cerca di ribellarsi e sfogare il suo piacere, lei mi morse la pellicina e schiacciò così tanto i denti da sentirmela strappare, le sue mani non potendo sfogarsi sul mandingo mi distrussero il mio arnese. Lui arrivò finalmente con le palle fino ai glutei della mignotta che avevo sposato.
A quel punto si mise a dare botte forti, si mise a montarla cavalcandola, in modo da piegare il bastone nervoso e dilatarle meglio il suo buchetto ormai trasformato in una galleria a doppia corsia.
Dopo 10 minuti così, la fece mettere in piedi a 90′ , la cagnetta doveva prenderlo in tutte le angolazioni, voleva sentirla ma gli mancava di vederla, allora la prese e la sbattè in piedi contro lo specchio a muro. Lei aveva una faccia di una femmina sbattuta, felicemente distrutta, come rilassata ma annientata, i capelli lunghi lisci sconquassati , le tette belle al vento, la fighetta bella in mostra, e sempre le sue autoreggenti bianche che le davano quel pizzico di santa troia, cosa che eccitava noi maschi.
A quel punto il mandingo le infilò il cazzone dentro il culo facendola piegare un po’ ma lui la costrinse a riprendere la sua posizione dritta prendendola per la cipolla, la coda, inoltre gli stivaletti bianchi col tacco a spillo completavano l’opera.
Le tette ballavano , penzolanti anche se sode, avanti ed indietro, la sua bella quarta abbondante sembrava fosse dovuta al latte, lui con le mani si mise a schiaffeggiarle da dietro, anche con dei ceffoni forti, da farle procurare dolore, un dolore sui capezzoli, sulle mammelle e poi si metteva con le dita a tirarle i capezzoli prima verso il basso e dopo avanti, indietro, a destra, a sinistra, e poi ad impugnarle, tenne la puledra per la coda con la mano sinistra e con la destra le agguantò la tetta destra e dall’alto verso il basso, si mise a strizzala, si vedeva che lo faceva bene, come fosse la tetta di una mucca quando la si munge e si cerca di tirarle fuori tutto il latte, ma dalle mucche africane3, magre, che procurano poco latte e quindi si sa come tirarne fuori anche poche gocce, e la mia cagna, sentiva un dolore lancinante, non era stata abituata a sentirsi trattare in quel modo le sue mammelle, ma tutto questo faceva parte della situazione, e quel dolore misto al dolore del cazzo che entrava nel culo le dava un piacere, si sentiva un oggetto, si sentiva un animale, un corpo, una capra scopata e munta dal pastore, sentiva l’animale del maschio su di lei e questo dolore lancinante su più punti del suo corpo le creava un piacere immenso, da farla gridare senza ritegno, senza controllo, senza freni inibitori e lui quindi si mise a spingere di più tutto il tubo dentro il culo della sposina.
Il seno destro agguantato dall’alto si gonfiò in basso e lui tirò giù facendolo quasi esplodere, quando la sua mano nera gigante arrivò al capezzolo, le aveva lasciato i segni delle unghie sul seno e si chinò con la bocca a succhiarle la tetta.
Aprì la sua bocca enorme e inghiottì tutta lareola e gran parte del seno schiacciato, si mise a succhiarlo e a morderlo , sempre mentre la scopava.
A quel punto si sdraio sul letto e si fece cavalcare dalla sposina..
Mandingo: puttana vieni qua’.siediti su di me, cavalcami che te lo infilo dalla figa fino alla gola.
Mia moglie cavalcò il mandingo e si chinò sui suoi pettorali e gurdandomi’
Sposina: cornuto, al posto di segarti guardando come mi fotte lui invece di te, prendi il suo mastello e indirizzalo dentro di me’
Io vidi il corpo enorme del mandingo, tutto nero sul letto bianco e la bianca sposina a cavalcioni su di lui e con le gambe aperte, anzi il culo sfondato e le labbra della figa slabbrate, lei che cercava di indirizzarsi il cazzo, aveva una voglia, era inzuppata, allora presi il cazzo nero e lo indirizzai nel culo e lei allora indietreggiò per farlo entrare, lo desiderava, lo vedevo bello lungo e largo entrare e farsi spazio con più facilità ma ancora le procurava piacere.
Lei indietreggiò velocemente, aveva sete, aveva prurito, le mancava , aveva il vuoto dentro di sé di quel bastone che le dava sicurezza, era divenato per lei un appiglio, un bastone su cui poggiare.
Indietreggiata , lui la prese per le spalle e la fece mettere dritta, lei sentì dolore perché così il bastone entrò meglio dentro di lei.
Lei si mise a piangere e godere..
Sposina: no, no , mi fa male, no, non spingermi, ti pregoooo oo siiii.
Mandingo: si, bella bianca, mettiti dritta’
Lui la spinse e lei si trovò seduta su di lui, io da dietro vidi il cazzo tutto dentro il culo bianco della mia sposina, lui la tenne ferma dalle tette che continuava a mungere con forza, senza rispetto, lei imprecava di lasciargliele ma lui non la considerava, la palpava, la mungeva e la spingeva , facendole entrare così meglio il mastello. A quel punto iniziò a scoparle il culo meglio, e lei soffriva dal dolore, ormai con quella posizione il tubo lungo le aveva aperto anche le parti più interne del suo corpo, si mise a pomparla per 20 minuti finchè la troia non raggiunse l’ennesimo orgasmo e dopo la alzò e lo infilò nella figa, senza lasciarla respirare.
Scivolò subito, tanto era bagnata, lei non riusciva a tenersi su, aveva un dolore , un bruciore nel culo che si le era stato sfondato a secco e comunque con un orgasmo enorme, e senza riposo adesso le stava profanando nuovamente la figa, lei cadde sul corpo del mandingo, ma ormai lui le aveva messo dentro il cazzo ed iniziò a pomparla.
Lei stremata, su di lui, lui si mise a slinguarla mentre la scopava e la sculacciava con forza, con tutta la sua forza e a ripetizione su entrambe le chiappe, lei non poteva dire niente dato che aveva la lingua di lui dentro la sua boccuccia, era un corpo straccio.
Lui si mise a scoparla mettendole sempre più dentro il cazzo , fino alle ovaie, andò avanti per altri 30 minuti, finchè non sentì che lei stava provando nuovamente piacere.
Mandingo: cagna, quante volte hai goduto..? adesso sborro anche io, ti innondo.
Lei: vieni fuori’
Mandingo: col cazzo’vengo dentro, voglio venire bene’dopo che ti ho fatto venire una decina di volte’.
Sposina: no, non ho preso la pillola, non vorrei rischiare di rimanerci’.
Mandingo: cazzi tuoi, dovevi pensarci prima’.
E intanto si capiva che il momento più importante per lui, del raggiungimento dell’orgasmo stava per arrivare’
Sposina: no, dai, ti prego non farlo, non voglio.
E lei iniziò a cercare di alzarsi , usando le ultime forze’
Mandingo: ooo, sii, dove cazzo vai, sei una bella troia, anzi voglio un figlio nero o mulatto da te, dentro il tuo corpo’
Sposina: no, dai ti pregooo, ooo,, siii, noo
Lui la prese, la tirò giù, la limonò e le palpò le tette con tutta la forza e ‘
Mandingo: siii, vengoooo, ti ingravido bella bianca, ti impregno, voglio un bambino da te, cagnaaaaa aaaooaoa.
Lei: Nooo, ti pregooo oooo siiiiiiiiiii
Tutti e due raggiunsero l’orgasmo contemporaneamente, io vidi il suo cazzo tutto dentro e capì che le stava spingendo tutta la sborra possibile fino al ventre,”svuotato completamente le diede un ultima limonata senza respiro e le morse una tetta lasciandole il segno e poi diede un ultima sculacciata con tutta la sua forza’
Lei era annientata, beatamente annientata, felice, quell’ultima perversione di esser stata riempita dal mandingo, le aveva dato un piacere cerebrale.
Lui a quel punto appoggiò le mani sulle autoreggenti e stette fermo cl cazzo dentro e leisi appoggiò sui suoi pettorali, entrambi stettero fermi per alcuni minuti, distrutti’
Lei era venuta tante volte, lui l’aveva riempita, si vedeva che si era svuotato le palle dentro di lei.
Lei era sdraiata, annientata, le sue belle labbra della figa erano rimaste leggermente aperte, erano slabbrate.
Il porco: cornuto vieni immediatamente qua , allargale le gambe e leccale la figa, subito.

Io rimasi senza parole e mi avvicinai, lei era sdraiata di schiena sul letto.
Il porco: cornuto, leccale e puliscile la figa.
Non mi ribellavo, ogni volta che sentivo chiamarmi ‘cornuto’ mi diventava sempre più duro.
Sentirsi dire cornuto, con quel tono, di ordine, di rigore, di ‘dato di fatto’ perché così era andata, mia moglie che tanto amavo era andata a letto, aveva avuto un rapporto sessuale, insomma era stata scopata, sbattuta, riempita da un altro e lei aveva goduto come una matta, lei ci era stata, lei si era concessa a lui’..ma soprattutto davanti a me.

La sposina: amore ti amo, sei la mia vita, voglio vivere per sempre con te, condividere ogni giorno, ogni difficoltà, ma una cosa me la devi concedere, una cosa la pretendo, voglio far l’amore’.voglio farlo’.preferisco scopare col mandingo, non ti offendere, ma preferisco e d’ora in poi voglio farlo solo con lui, non con te, mi spiace ma non c’è paragone, lui mi fa impazzire, al solo pensiero mi bagno, lui si che sa sbattermi, lui si che è un vero maschio, mica te.
Quindi se vuoi passeremo la nostra vita assieme, ma per scopare, per il sesso voglio lui, non te, fattene una ragione, ‘io ho bisogno di lui, lui mi soddisfa veramente, mica come te, non c’è paragone, quindi se vuoi al massimo puoi guardare, puoi assistere, ma non sempre, talvolta voglio stare sola con lui senza di te, ho bisogno della mia intimità, non averti sempre a presso, al massimo rimani fuori dalla porta della camera e puoi sentire come mi sbatte, come mi fa godere, però mi fai pena, dai non preoccuparti, ogni tanto ti facciamo entrare, puoi assistere così impari, vedi che vero uomo è lui, anzi se mi ami veramente ti voglio vedere nudo, in ginocchio, ho voglia di farti vedere , di farti sentire quello che vali, mi eccita insultarti, umiliarti bel cornutazzo che non sei altro.

Quindi obbedisci agli ordini del nostro padrone, vieni e leccamela’.eheh, su dai’

Io: ma ci sei venuto dentro’c’è la tua sborra’.
Il porco: infatti, lurido cornuto , schiavo che non sei altro, è l’unica possibilità che hai di toccare tua moglie, fallo immediatamente.
Io: ma mi fa schifo, non sono gay’
Il porco: obbedisci cornuto, subito’
Me lo disse con una decisione e con un tono così alto che mi avvicinai impaurito vicino alla sua figa, temevo mi volesse picchiare.
Il porco: mignotta, guarda il cornuto di tuo marito come obbedisce, diglielo anche tu, vedrai come godrai nel sentirti leccare la figa da tuo marito e sapendo che ti pulisce dalla mia sborra’ehehe.

Lei: cornutazzo, leccamela se mi ami’eheh

Io avevo le sue belle gambe, lisce, ai lati, davanti avevo la fregna depilata e la sborra del porco che usciva e iniziava a colare.

Sentivo la perversione pressante del porco e la richiesta di mia moglie insistente, una richiesta che mai avevo sentito fino ad oggi, lei aveva desiderio di umiliarmi, godeva nel trattarmi così, le piaceva sentire l’ordine, il desiderio, le piaceva far felice il porco che l’aveva fatta godere.
Lei in quel momento desiderava lui, non me, preferiva lui, non me, mi sentivo solo, solo come un cane, trattato come un lurido schiavo, come una checca, sentivo veramente cosa volesse dire esser cornuto, anzi cornutazzo come diceva mia moglie.
Lei in quel momento non mi amava, amava il porco, lei voleva stare con lui, non con me, anzi desiderava il suo mastello nervoso.

Lei rimbambita dalla scopata, si fece forza per soddisfare la richiesta del suo amato porco.
Il porco mi spinse la testa da dietro verso la fighetta di mia moglie’
Era stupenda vederla così giovane e fresca con le labbra curate, vedere il clitoride ma soprattutto vedere un rigagnolo di sborra, non di sperma, ma proprio di sborra bianca , densa, molto densa che lentamente usciva da quelle splendide labbra rosa, e vederla colare verso l’orifizio e lei fatta mettere sempre a gambe aperte di lato, in modo che il rigagnolo continuasse senza che cadesse per terra o sulle lenzuola, perché era bello vederla riempita da un altro maschio.
Lei per far felice il porco si allungò con la mano, mi guardò con degli occhi semi distrutti, ma dentro felici, soddisfatti, contenti di aver trovato un vero uomo che la saziasse.
Lei mi prese i capelli e mi tirò dicendomi.
Lei: leccami la figa se hai le palle, se davvero mi ami, cornutazzo, ti piace che ti dica cornutazzo vero’non sei un uomo, sei una checca, dai leccamela tutta.
Mi sentivo male, sentirsi trattare così, io che mai e ancora adesso ero eterosessuale, cioè mi piacevano solo ed unicamente le donne e non mi piaceva farmi trattare così, però in questo caso, sarà stata la situazione, la perversione, le loro voglie’
Mi trovai quindi spinto e tirato a contatto con le labbra morbide, la pelle vellutata , le mie labbra poggiavano sulle labbra di mia moglie, ma le labbra della fighetta.
Sentì la sborra bianca , caldissima del porco sulle labbra e sul viso.
L’odore era forte, ma era diverso da quello che sentivo quando ero piccolo, della mia sborra, si questa volta era sborra mista nettare di figa.
Io mi sentivo male, ma la mia perversione spinta dall’eccitazione del porco e della mia femmina, mi fece sentire il loro schiavo, mi stavo eccitando nella parte, sentivo le loro attenzioni su di me.
Allora mi chiusero il naso, lo tapparono io aprì la bocca e me la fecero passare sulla figa, mi trovai così lo sperma addosso, sulle labbra e sulla faccia e iniziai a mangiucchiarle il clitoride con le labbra morbide, come se non lo facessi apposta e lo sperma iniziava ad entrarmi nella parte interna delle labbra e quindi sugli incisivi.
Il mio cazzo era diventato duro, mi sentivo le loro attenzioni, il loro schiavo.
Lei chiuse le cosce sul mio viso, non mi lasciò andare via, avevo a quel punto le due mani della femmina e quella del maschio sulla mia testa che la muovevano su e giù.
La sborra stava entrando nella mia bocca, mista col nettare della giovane e feconda femmina.
Il mio ruolo era di sottomissione, la mignotta iniziava a godere di nuovo , la sborra del porco continuava ad uscire in quantità maggiori, dovetti cedere, passai la lingua sul clitoride e mi ordinarono di leccare meglio, abbassai la passata e sentì per la prima volta quel gusto strano, non mio, di sborra e nettare di figa, ero ad un bivio, sboccare oppure pensando alla perversione totale, alla sottomissione, godere’.i loro desideri mi fecero passare alla seconda.
Mi sentì al centro dell’attenzione. Entrambi mi diedero della checca, del cornutazzo, iniziai a dare una leccata più incisiva dal basso verso l’alto e raccolsi quel liquido trasparente e bianco, lo sentì sulla lingua, lo misi in bocca e sentito il gusto, pressato dalle loro voglie perverse, sentivo che mi trasmettevano la loro perversione.
Mi fecero leccare nuovamente, mi fecero recuperare anche il liquido sceso sulla coscia rosa, morbida e vellutata.
Mamma mia che bella che era mia moglie’
Lei stava provando piacere e lui anche.
Mi misi a leccare ancora, al pensiero che stavo leccando la sborra già non ero abituato e mi faceva un po’ impressione, pensando poi che fosse di un altro mi faceva schifo, però leccanola dalla figa di mia moglie e sentendone il gusto caldo mischiato col nettare prodotto dal corpo suo mi eccitava, sapendo che era entrato dentro il ventre della mia femmina mi eccitava’a quel punto iniziai a leccarla con più voglia, lei godeva da una parte nel sentire l mia lingua, dall’altra nel sapere la perversione che stavamo facendo noi tre.
Lei si sentiva riempita, impregnata da un altro e voleva concedermi in parte questo.
Lui la costrinse a mettersi in ginocchio con le gambe aperte e la mia testa sotto.
Così, in questo modo lui avrebbe visto la femmina nuda con le tette fuori , svuotarsi meglio del miscuglio di nettare e sborra , aiutata dalla gravità.
Io stando sotto con la bocca aperta le bevevo tutto e comodamente infilavo dentro la lingua per ravanare, per aiutare a pulire a far uscire la pozione.
Così facendo la facevo godere ancora e lei essendo rivolta verso il mio cazzo vedeva quanto mi piacesse farlo e così lei vedendomi così eccitato si eccitava di più e continuava a godere come una cagna in calore.
Lei godendo in ginocchio non sapeva come mettere le mani e quindi si toccava il suo bel corpo, le sue belle tette, massaggiandosele.
La sborra e il nettare , essendo lei in quella posizione, colarono senza fine, anzi più il tempo passava e più mi arrivava in bocca, il porco l’aveva veramente riempita, io mi sentivo un vero schiavo, ormai nella perversione mi piaceva e non facevo a tempo a tenerla in bocca per gustarla che ne arrivava dell’altra e ogni tanto ero costretto ad ingoiarne quantità elevate e siccome sia la sborra che il nettare erano un po’ densi, facevo fatica a mandarli giù, ad ingoiarli, e me li sentivo ovunque.
Al tempo stesso sentivo lei che si muoveva come una matta, non vedevo cosa facesse, ma sentivo che si contraeva e si dimenava.
Infatti ogni volta che le leccavo il clitoride, ogni volta che la mia lingua le entrava dentro dentro la sua figa, ogni volta che riuscivo a stuzzicarla, a morderla, lei impazziva di più e la sentivo gridare, sentivo le sue stupende gambe contrarsi, sentivo il mio viso schiacciato in modo fortissimo dai muscolo delle sue cosce che fortunatamente la loro morbidezza giovane, me ne alleviava la pressione.
Sentivo che lei inoltre muoveva il bacino, usava la mia lingua come gioco per sditalinarsi, per godere, vedevo la porca che c’era in lei.
La mignotta che c’era in lei stava uscendo sempre più, con le sue mani si stringeva i capezzoli, le tette, non l’avevo mai vista così, si tirò su le tette e si leccò da sola i singoli capezzoli.
A quel punto sentì una mano sul mio cazzo in tiro, era lei che mi stava scappellando il cazzo che per metà era già fuori.
Ero al culmine stavo per godere, mi aveva scappellato il cazzo totalmente , non sapevo cosa mi avrebbe fatto, se mi avesse segato oppure spompinato, qualsiasi cosa mi avrebbe fatto raggiungere l’orgasmo, tale era il piacere che stavo provando nel sentire la perversione che stavo facendo.

Intanto i liquidi continuavano a scendere ed io continuavo a leccare ed ingoiare, quella fregna la stavo ripulendo totalmente e la puttana stava per godere di nuovo.
Il porco le disse che io dovevo esser punito, perché era giusto che godessi nell’esser il loro schiavo, ma dovevo sborrare da solo, dovevo sborrare nel sentirmi cornuto e loro schiavo e non dovevo esser venir coccolato dalla femmina , anzi dovevo esser punito’
Ad un certo punto sentì una bacchettata fortissima, inaspettata, da un frustino sottile sulla mia cappella, mi fece un male incredibile, un bruciore , e poco dopo ne sentì un’altra ed un’altra ancora, una dietro l’altra.
Mia moglie : tieni cornutazzo, fammi godere, tu non devi godere, questa è la punizione’
Mia moglie aveva capito subito le regole, era eccitatissima, e senza suggerimenti , solo avendo avuto in mano il frustino donato donato dal porco recepì come e cosa avrebbe dovuto farmi, l’empatia tra loro si era creata, lei aveva capito cosa doveva farmi.
Io sentite le frustate sottili e forti sulla cappella, sia davanti che dietro, e il bruciore lancinante per la ferita mi fece sentire al massimo dello schiavismo, proprio che non ero degno di sentire il piacere sentendo il contatto della mano femminile, gracile e delicata, sulla mia cappella, io dovevo solo far godere gli altri ed io avrei dovuto raggiungere l’orgasmo sentendomi cornuto, umiliato e felice di farli godere.
Quindi io nel sentire quel dolore raggiunsi l’orgasmo e mi accanì sulla belle fregna, leccandola al meglio , mangiandola, facendo raggiungere l’orgasmo anche a lei , ma così forte che lei si mise a gridare dal piacere come una matta.
Io schizzai ovunque su più riprese, grazie al solo contatto delle singole frustate.
Lei a quel punto si coricò sulle mie gambe appoggiandomi le tette sulle mie palle.
La sua figa rimase per qualche minuto sul mio viso: sopra la mia bocca, il mio naso: una goia, un piacere.

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