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La Vita è Sogno

By 21 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono qui seduto sul mio letto che la guardo dormire. Sembra pensierosa, affannata dai suoi stessi sogni, la mia sorellina. Voltata verso di me, gli occhi chiusi, forse cerca di fuggire la mia persistente attenzione. Un suo piedino si muove nervoso fuori dalle coperte’ Condividiamo ancora la stessa camera, dietro una barriera di forzato pudore: entrambi troppo timidi per rivelarsi all’altro. Nei pensieri; nelle parole; e nel corpo. Io, un ventottenne inconciliabile alle leggi del mondo ed in continua ricerca del proprio vero io; lei, una dolce ventisettenne, racchiusa in un piccolo guscio corporeo, meraviglia all’universo tutto. Chi non se ne innamorerebbe? E allora la guardo, ora che dorme; ora che non devo voltare schivo lo sguardo, per paura che colga i miei pensieri più oscuri materializzarsi nell’aria, tutt’intorno a lei. I capelli spettinati formano una corona che riluce al sopito raggio di sole del tramonto; la pelle liscia che scende dalla fronte prima, poi sul naso, per arrestarsi sulle labbra carnose, timidamente tinte con un lucida labbra da ragazzina; e poi un abisso che conduce al collo sottile, anticamera dei miei desideri: la porta ora &egrave chiusa, nascosta sotto le coperte. Solo il suo piedino, quel piccolo uccellino silenzioso, si muove catturandomi tutto. Sorrido, senza accorgermene, e mi trovo a sognare di alzarmi, venirle vicino e accarezzarla con dolcezza. Ma ancora si muove il piedino dispettoso: immagino di baciarlo, accarezzandone la caviglia e poi succhiarne le piccole dita, una ad una, lentamente: come per sentire tutto il sapore della mia sorellina. Assorto in questi sogni, non mi accorgo che mi sono sdraiato sul letto a guardarla poco prima del bagno, i pantaloni levati: con naturalezza la mano scende a massaggiare inconsapevole il rigonfiamento cresciuto tra gli slip. Si muove nel sonno e io, rimirandola, immagino si stia inarcando su di me, finalmente senza veli, bellissima come non vuole mai mostrarsi. Mi calo gli slip e continuo a stimolarmi, senza accorgermene, apertamente davanti ai suoi occhi chiusi, quasi sperando che la mia immagine trapassi le palpebre chiuse per penetrare i suoi sogni. Mi fermo un istante, finalmente conscio di ciò che sto facendo: se lei si svegliasse cosa penserebbe? Cosa direbbe del suo fratellone? O non &egrave forse questo il mio inconfessabile desiderio più grande? Ma &egrave solo un attimo: muovo gli occhi e incontro la sua caviglia nuda che spunta dalle coperte. E per me non &egrave che il movimento di una mano, trasognato e ondulatorio: ciò che mi rende uomo eiacula finalmente il suo candido urlo disperato; caldo tra le mie gambe, sulle mie mani. Silenziosamente mi alzo e le passo accanto: le sfioro con la mano il piedino, unico vero peccatore, che punisco accarezzandolo col soffice candore del mio seme. Spero se ne accorga, svegliandosi, e si domandi cosa sia’ Esco dalla stanza e mi affondo in una vasca gelida per dimenticare tutto.

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