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L’affitto da pagare

By 31 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Monia ed io stiamo insieme da circa otto anni, dai tempi dell’università. Negli anni dell’università poi, noi faticavamo sempre a sbarcare il lunario. Io mi mettevo in contatto con la facoltà di economia, mentre Monia aspettava a casa mentre provava a cercare un lavoro da modella.

Monia era una ragazza bionda da infarto e aveva avuto una buona carriere come modella. Aveva fatto la escort in moltissimi motor show e l’indossatrice di bikini e addirittura, occasionalmente un catalogo di lingerie che era un lavoro piuttosto redditizio. Sono sempre stato attizzato dalle curve di Monia ed ero sempre orgoglioso di essere visto camminare a fianco si una tale fantastica bionda sotto il braccio.

Comunque, tornando ai giorni dell’università le cose erano molto diverse. Dopo il mio secondo anno di università, Monia voleva trovare un posto dove poter andare a vivere insieme. Credo che fosse stufa e annoiata della mancanza di privacy nel dormitorio degli studenti dove le persone erano solite fare un mucchio di feste e i miei compagni di stanza cercavano sempre di entrare quando noi eravamo dentro. Io avevo una specie di piacere che quei ragazzi provassero a buttare l’occhio sulla mia sexy Monia, ma avevo capito che dovevamo andare via di là.

Andammo a vedere molti posti in quei mesi ma era abbastanza ovvio che all’inizio non ci potevamo permettere di fare gli schizzinosi. Alla fine trovammo un appartamento piccolissimo nelle vicinanze di un quartiere malfamato. Si trovava nel seminterrato di un palazzo cittadino ma aveva un paio di stanze ed un bagno ed il prezzo era alla nostra portata. Il proprietario viveva la piano di sopra, nel resto dell’appartamento.

Il proprietario era un tipo anziano e molto grasso chiamato Simone e lo vidi diverse volte fissare con concupiscenza il corpo di Monia quando ci incontravamo. A dispetto del suo interesse in Monia, sembrava piuttosto innocuo. Era felice di prenderci con lui ma ci ammonì che non voleva festini e che voleva l’affitto dell’appartamento ogni mese con puntualità. Monia gli fece uno dei suoi sorrisi solari e ci accordammo sull’affitto e entrammo nella nostra nuova casa.

Le cose andarono lisce per i primi sei mesi. Simone se ne stette per conto suo e noi non avevamo problemi a pagare l’affitto finché continuammo entrambi a lavorare. Monia ed io eravamo piuttosto felici nella nostra casetta e dal momento che non avevamo molti soldi e molto tempo per andare fuori, rimanemmo spesso a casa e scopavamo come ricci. Monia poteva fare tutto il rumore che voleva quando eravamo a letto e dal momento che riuscivamo a sentire Simone muoversi sopra di noi avevamo una sorta di coscienza che anche lui poteva sentirci.

Monia non si preoccupava e qualche volta le piaceva iniziare a scopare dicendomi ‘Andiamo amore, diamo a quel vecchio qualcosa da immaginare.’

Io consegnavo le pizze, poi il posto dove stavo lavorando mi licenziò. Trovai un posto come autista di scuolabus, ma con quei soldi potevamo sostenere a mala pena le mie tasse universitarie senza contare tutte le spese vive. La fine del mese arrivò velocemente e velocemente Monia ed io capimmo che non avevamo abbastanza denaro per pagare l’affitto.

Una notte andai a trovare Simone e lui mi guardò semplicemente con aria assente.

‘O tu paghi l’affitto con puntualità o andrai immediatamente in mezzo alla strada, conoscevi le regole!’ disse in modo burbero ‘Questo non &egrave un istituto di carità!’

Io lo pregai ma lui mi disse di sparire dalla sua vista.

Quando dissi a Monia ciò che era accaduto, lei mi disse che pensava che forse lui non sarebbe stato così brusco se a parlargli fosse stata lei, ricordandomi come ci aveva ridotto leggermente l’affitto quando lei gli face quel sorriso smagliante. Monia era piuttosto brava ad usare il suo fisico, per ottenere quello che voleva, e così andammo insieme a trovare Simone.

Questa volta Simone si dimostrò un poco più disponibile. Monia indossava una minigonna di pelle nera cortissima e molto attillata e continuò a sorridergli mentre io gli spiegavo che avremmo trovato presto i soldi, ma che avevamo bisogno di alcune settimane in più.

Simone mi ignorò completamente, mentre ispezionava con cura il giovane corpo di Monia. Lei si accorse che le sue provocazioni stavano ottenendo l’effetto desiderato così lei si spostò leggermente per potergli dare una vista migliore. Questa tattica sembrava funzionare perché alla fine Simone acconsentì a concederci qualche altra settimana.

Noi ce la facemmo veramente a procurarci i soldi per l’affitto quella volta, ma il mese successivo arrivò ancora più velocemente e ancora una volta dovemmo salire le scale per parlare a Simone. Eravamo disperatamente a corto di denaro ed entrambi i nostri lavori erano giunti al termine.

Monia indossò di nuovo la sua cortissima ed attillatissima minigonna di pelle nera, un corsetto molto corto e fece di nuovo a Simone il trattamento completo, ma questa volta non ci fu modo di ragionare con lui. Simone disse che voleva immediatamente i suoi soldi questa volta o ci avrebbe dato un calcio nel culo e ci avrebbe sbattuto in mezzo alla strada. Ci disse che questa volta non ci sarebbero state altre opportunità e non voleva sentire scuse.

Quindi Monia gli parlò per la prima volta. Lei gli parlò dolcemente e c’era qualcosa nel tono della sua voce che mi atterrò completamente.

‘E che cosa accadrebbe se” lasciò una piccola pausa intenzionale che ci fece pendere dalle sue labbra ‘E che cosa accadrebbe se noi riuscissimo a escogitarci qualcosa?’

La mia mente prese a correre, chiedendomi se Monia stesse veramente offrendogli quello che sembrava gli stesse offrendo. Monia sapeva che non c’erano altre scelte in quel momento. Aveva provato a flirtare con lui e sapeva che non saremmo mai stati in grado di metterci in pari con l’affitto dell’appartamento. Io la guardai e potevo vedere che le sue mani stavano tremando in attesa della riposta di Simone.

Simone guardò prima Monia e poi a me. Ci pensò su solo per un momento e poi fece una specie di sorrisetto compiaciuto.

‘Va bene!’ disse lentamente ‘O tu mi darai l’affitto Lunedì, o lei salirà le scale e mi darà quello che io vi ho sentito fare per sei mesi consecutivi.’

Monia ed io tornammo di sotto, gli presi le mani e la guardai negli occhi.

‘Che cosa stai facendo?’ Le chiesi ‘Preferirei essere buttato in mezzo alla strada che vederti insieme a quel tizio!’

Monia mi riguardò appena, le lacrime stavano sgorgando dai suoi occhi.

‘Lo sto facendo per noi’ mi disse ‘Noi non possiamo permetterci di vivere in nessun altro posto. Non abbiamo scelta.’

Era venerdì e per tutto il fine settimana la pregai di non farlo. Quando non provavo a dissuadere Monia dal farlo, ero fuori a fare dei lavoretti straordinari, a provare degli espedienti e a racimolare abbastanza soldi per pagare l’affitto. Ma il Lunedì arrivò presto e noi non ci eravamo neppure avvicinati a quella cifra.

‘Per favore non farlo’ pregai Monia mentre indossava la sua minigonna di pelle nera, il corsetto molto corto e le calze autoreggenti con gli stivali con il tacco a spillo.

Monia non mi guardò nemmeno negli occhi, finché non fu quasi in cima alle scale.

‘Ti amo.’ mi disse.

‘Anche io ti amo!’ le risposi e sapevo cosa significasse in quel momento.

Mi sedetti sul letto e cominciai a sentirmi male allo stomaco. Mi immaginavo la mani disgustose e grasse di Simone che frugavano ovunque sul bellissimo corpo di Monia. La immaginai inarcare la schiena mentre lui le palpava il seno e ficcava una mano sotto alla sua gonna, dentro alle sue mutandine. Non mi ero mai sentito così miserabile in tutta la mia vita.

Le mie immagini furono spezzate dai rumori dei movimenti al piano di sopra. Mi sforzai per poter ascoltare ogni cosa e riuscì a decifrare alcuni dialoghi. Poi ci fu un attimo di silenzio e io avevo il cuore in gola.

Poi sentii i gemiti smorzati di Monia provenire dal piano di sopra e quello fu il mio incubo peggiore. Riuscivo a sentire distintamente ogni cosa. Ci fu un tonfo disgustoso quando il letto di Simone sbatt&egrave contro il muro e potei sentire Monia che gridava, forse ancora più forte di quanto non fosse solita fare con me.

Improvvisamente mi accorsi di avere il cazzo duro. Senza pensarci veramente, mi tirai fuori il cazzo e cominciai a masturbarmi. Io stavo ascoltando la mia fidanzata che veniva spolpata dal nostro vecchio e disgustoso padrone di casa, ma in qualche modo ero più eccitato che se l’avessi potuta scopare io stesso.

Venni velocemente e poi continuai ad ascoltare Monia e Simone grugnire ed urlare incredibilmente forte e avere un orgasmo potentissimo.

Monia scese la scale dopo pochi minuti. Era completamente nuda e aveva i suoi vestiti in mano e quando mi vide seduto sul letto che mi stavo masturbando il cazzo duro come il marmo, lei balzò su di me. Lei scivolò sopra di me e si mise a cavalcioni sul mio cazzo.

La sua fica era completamente inzuppata e io rimasi scioccato che non avesse fatto indossare il preservativo a Simone come faceva con me. Scopammo solo per pochi minuti prima che Monia urlasse a causa di un altro massiccio orgasmo.

Monia mi sussurrò nell’orecchio che mi amava. Io non avevo ancora sborrato così la rigirai sulla schiena e inizia a ficcarglielo dentro con tanta più forza che potevo. Non riuscivo a ricordarmi di avere mai avuto una scopata così focosa con lei e lei mi strinse saldamente mentre io pompavo dentro di lei. La fica di Monia era soffice e bagnata e si sentiva in modo completamente differente rispetto a quando la scopavo abitualmente.

‘Andiamo amore, ho bisogno di te’ sussurrò Monia ‘Riempimi di nuovo con il tuo sperma.’

Continuai a pomparla per un po’, in parte perché mi ero appena masturbato e in parte perché non riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di Simone sopra di lei. Monia continuò a baciarmi e a parlarmi in maniera sconcia nell’orecchio e alla fine non riuscì più a trattenermi e venni quanto più forte non avessi mai fatto prima.

Non parlammo mai di quello che accadde tra Simone e Monia ma ogni qual volta noi non eravamo in grado di pagare l’affitto, il che accadeva nella maggior parte dei mesi, Monia saliva le scale ed io l’ascoltavo farsi sbattere da Simone.

Monia era sempre focosa con me dopo che Simone l’aveva posseduta e riempita, e io coltivai il piacere di sentire la sua fica scopata di fresco intorno al mio cazzo. Rimanemmo a vivere in quel posto per altri due anni finché finalmente io mi laureai in economia e trovai un lavoro ben remunerato. Quindi lasciammo l’appartamento e rimanemmo fidanzati finché non ci sposammo.

Io ancora penso al tempo trascorso in quell’appartamento e di come Monia si prostituisse per mantenerci. Spero di non trovarci mai più in una simile condizione, ma io so che questo ci ha portato ad avere il miglior sesso mai avuto in vita nostra.

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