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L’agente immobiliare

By 19 Ottobre 2024No Comments

Mi chiamo Deborah, ho 42 anni, sono quella che viene definita normalmente una donna vistosa, 4 di seno, 1,70 di altezza e 58 chili di peso, amo le tenute sexy che uso anche per il mio lavoro.
Una cosa che non manca mai al mio look lavorativo, a parte quando fa troppo caldo, sono le autoreggenti.
Ne ho una collezione notevole per colori e foggia. Autoreggenti vere e proprie, calze da usare col reggicalze, calzacollant, l’importante è che la mia passerina sia arieggiata e pronta a ricevere gli ospiti senza avere intralci.
Non mi sono mai sposata, mi piace troppo scopare.
Ho iniziato lavorando per una agenzia immobiliare di Roma zona Garbatella dove sono nata, poi man mano che crescevo mi rendevo conto che prendevo delle belle provvigioni ma che il padrone dell’agenzia approfittando della mia disponibilità guadagnava molto di più dal mio lavoro che da quello degli altri agenti.
Sono brava ad evidenziare i punti forti delle case e, quando capita l’occasione, a darla per convincere i potenziali acquirenti.
Da 5 anni ho una agenzia mia, inizialmente lavoravo da sola ma poi, grazie anche al passaparola, il lavoro è cresciuto notevolmente ed ora ho una segretaria per tutta la burocrazia e per prendere gli appuntamenti e due agenti rigorosamente donne.
L’avere le chiavi di tante case offre molte possibilità “scoperecce”, se un single cerca casa e mi piace, non mi faccio scrupolo ad offrirgliela mentre stiamo visitando un possibile appartamento da acquistare.
Vi voglio raccontare cosa mi è successo lo scorso anno.
Arrivò in agenzia un bel manzo, un 35nne alto un bel po’ più di me, muscoloso ma non troppo, moro con due occhi verdi molto magnetici.
L’uomo mi chiese se avevo qualche trilocale in zona esquilino, caso vuole che ne avessi ben tre di cui uno era molto vicino al budget che l’uomo si era dato.
Andammo subito con la mia Smart, presi le chiavi di tutti e tre gli appartamenti. La casa migliore aveva anche un posto auto e così parcheggiai lì ma non salii subito. In auto la gonna già corta era risalita fino a mostrare un po’ di pelle sopra la balza della calza, il cliente, Mauro, non si era mostrato indifferente ed eravamo già entrati abbastanza in confidenza per darci del tu e perché facessimo qualche battuta a sfondo sessuale.
La mia tecnica è quella di lasciare per ultima la casa che ritengo migliore per le esigenze del cliente perché così risalta di più.
Andammo nella prima, era una casa con una stanza in più di quelle richieste ma aveva un solo bagno ed era decisamente da ristrutturare sebbene abitabile. Il giro fu molto veloce ma Mauro dava chiari segni di non apprezzare.
La seconda casa era decisamente meglio, ascensore, metratura adeguata ed una ristrutturazione di 5 anni prima che la rendeva molto appetibile. La casa era vuota, aveva anche una scala a chiocciola per salire in una mansarda con una splendida vista. Ovviamente salii per prima lasciando lo spettacolo delle mie cosce e del perizoma agli occhi interessati di Mauro, simulai anche di perdere l’equilibrio in modo che lui potesse mettermi le mani addosso per aiutarmi, cosa che fece con entusiasmo.
Andammo infine alla terza casa, il palazzo era appena stato ristrutturato grazie al superbonus, facciata e tetti, inoltre gli interni erano praticamente nuovi. La casa era la seconda volta che passava dalla mia agenzia. La avevano comprata una coppia di ragazzi ristrutturandola ed arredandola con mobili di pregio. Poi lei scoprì che il futuro marito la riempiva di corna ed anziché rendergliele tutte, ruppe la relazione ed insieme, via avvocati, decisero di vendere la casa ad un prezzo conveniente pur di chiudere il capitolo fra di loro. Era un po’ più cara di quanto Mauro avesse in budget ma il rapporto qualità prezzo era eccellente.
Mauro se ne innamorò subito, non ebbi nemmeno bisogno di illustrarne i pregi da tanto erano evidenti, una vista stupenda, il posto auto, le finiture di pregio ed i mobili su misura. Ogni angolo era sfruttato al meglio.
Avevo l’affare in mano adesso volevo prenderne un altro di affare, feci cadere un mazzo di chiavi e mi piegai in avanti scoprendo quasi il sedere, nel frattempo, mentre Mauro stava gironzolando per la casa, ero andata in bagno e mi ero tolta il perizoma.
Il messaggio mandato chinandomi ed indugiando con le chiappe all’aria era palese e Mauro non se lo fece sfuggire, si avvicinò e mise le sue belle mani sul mio culo. Mi alzai di colpo fingendo indignazione ma strusciandomi a lui che ne approfittò per baciarmi. Non ebbe nemmeno bisogno di forzare la bocca, lo ricambiai di gusto subito, aveva un ottimo sapore di menta. Dopo che il bacio fu concluso, non perse tempo, dall’alto della sua statura mi mise una mano in testa e mi spinse verso il basso facendomi inginocchiare. Abbassai la cerniera ed aprii i pantaloni, una grossa sorpresa mi attendeva. Il cazzo, sebbene barzotto, superava i 20 centimetri ed era molto largo. Iniziai a leccare delicatamente le palle mentre lo segavo, risalii lungo il fusto sentendo quel bel bastone crescermi fra le mani ed arrivai alla cappella che era ormai quasi completamente in erezione. Provai ad ingoiare la cappella ma era troppo grossa per la mia bocca così mi limitai a succhiarglielo per bene. Dopo un paio di minuti di trattamento mi prese di peso, sollevandomi e dirigendosi verso una delle camere da letto. Mi scaricò sul letto e si fiondò fra le mie cosce per ricambiarmi il favore. Leccava in un modo fantastico cominciai a godere, aveva una tecnica fantastica combinato di lingua e mani. Non vedevo l’ora che mi scopasse anche se ero un poco preoccupata, nonostante la grande pratica un cazzo così grande non lo avevo mai preso.
Ero ancora appoggiata con la schiena sul letto e col culo sul bordo, lui si mise in ginocchio ed il suo cazzo era all’altezza giusta. Appoggiò la cappella e la strofinò sulle mie grandi labbra coinvolgendo nel massaggio il clitoride, non vedevo l’ora che me lo infilasse e gli chiesi di prendermi. La cappella scivolò dentro di me provocandomi una serie di brividi di piacere, avanzò con brevi movimenti di avanti ed indietro, mi sentivo piena e godevo come una ossessa. Un cazzo così lo avrei voluto sempre non solo quella volta, pensai che il numero di telefono lo avevo che avrebbe potuto essere un delizioso trombamico.
Iniziò a pomparmi con lena ed ebbi il secondo orgasmo, lui allora estrasse quella specie di mamba che ha fra le gambe, mi fece mettere a pecorina e mi prese con foga dandomi colpi profondi attaccandosi alle mie tette che aveva nel frattempo liberato dalla maglia. Carezzava e pizzicava, i capezzoli erano dritti come chiodi. Fui scossa da un altro orgasmo, era ora che anche lui venisse, stavamo scopando da più di 10 minuti così mi sfilai e gli feci cenno di sdraiarsi sul letto, montai sopra di lui e stavolta il ritmo lo davo io ma Mauro sembrava gradire. Ero di spalle rispetto alla porta e sicuramente non eravamo silenziosi così non mi accorsi che nel frattempo erano entrate delle persone. Era il venditore della casa che, come scoprii dopo, era venuto con un amico per portare via degli effetti personali.
I due erano sulla porta intenti a godersi lo spettacolo, quando me ne accorsi mi gelai e feci per smontare da Mauro ma il padrone di casa mi fermò “proseguite pure, sarebbe un peccato interrompere una scopata così, lo diceva mentre sia lui che il suo amico avevano tirato fuori i cazzi e se li stavano menando.
Ripresi a cavalcare Mauro che non si era scomposto minimamente, probabilmente era anche un po’ esibizionista perché i due nuovi arrivati credo che li avesse visti da un po’.
Il padrone di casa si avvicinò, sputò sul mio buco di culo ed appoggiò la cappella, fui sorpresa ma non dal gesto ma dal fatto che ci avesse messo tanto. Nel momento in cui avevo ripreso a scopare credevo fosse palese la mia disponibilità.
Il secondo nuovo arrivato allora prese coraggio girò intorno al letto e mi mise il cazzo davanti alla bocca. Inizia a leccarglielo tutta infoiata dai due cazzi che avevo dentro di me.
Mauro ormai era al limite e mi disse se doveva uscire, gli dissi di no e sentii il suo bell’uccellone pulsare ed sborrai riempiendomi la figa di sperma. Gli altri due ci misero poco a venire, il padrone di casa mi inondò il culo mentre il pompino si concluse con un ingoio con Mauro spettatore privilegiato per la vicinanza.
Quando tutti ci fummo ripresi un attimo mi recai in bagno e mi feci un bidet espellendo quanto mi era stato scaricato nelle viscere.
Quando uscii c’era solo Mauro che mi fece un gran sorriso e disse: “la prendo ma solo se è compresa anche la venditrice”
Feci un gran sorriso.
Oggi, a distanza di un anno, abito in quella casa insieme a mio marito Mauro.

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