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Le avventure di Alessia, tirocinante tutto pepe

By 14 Settembre 2018Aprile 15th, 2020No Comments

Il racconto che sto per fare parla di fatti realmente accaduti. Ovviamente saranno cambiati i nomi ma nulla più.

La protagonista è una bella tirocinante di un piccolo studio legale di una cittadina del Sud, Alessia. Una quasi trentenne con lunghi capelli castani ma che spesso amava tingere di rosso perché, a sua detta, la rendevano più porca (come se non lo fosse già…)! La sua terza abbondante di seno era sempre stretta in reggiseni che le mettevano in risalto due tette da urlo, con dei capezzoli che mostravano spesso i suoi stati di eccitazione che le magliette scollatissime che amava indossare non potevano certo nascondere… E lei non faceva nulla per non darlo a vedere! Era una provocatrice di natura, con due occhi da cerbiatta, due labbra da vera pompinara e un culo a mandolino che attirava lo sguardo di ogni persona le stesse vicino. Anche se il suo punto di forza era sicuramente il seno dalla forma e dalla consistenza perfetta, che stava dritto anche quando libero da qualsiasi costrizione.

Usciva da una storia tormentata dove, a causa di un amore mai realmente corrisposto dal suo ragazzo, era sempre stata trattata come un oggetto sessuale. E la cosa in realtà non le dispiaceva… Era proprio in quel periodo che aveva compreso essa stessa la sua natura di porca, di amante del sesso in ogni sua forma.
Per dimenticare quel brutto periodo non disdegnava di provocare più di un ragazzo. Amava farlo. Ormai faceva parte del suo essere. In studio attirava lo sguardo dei colleghi con gonne e vestitini a volte troppo azzardati, direi addirittura inadatti al contesto lavorativo. E dentro di sé sentiva che, a volte, non erano sufficienti a celare il colore delle mutandine che indossava e questo, spesso, la faceva bagnare terribilmente, sentendo la sua patatina come una calamita di occhi e cazzi bramosi.
Ovviamente anche in Tribunale era ormai diventata una delle tirocinanti più chiacchierate. I suoi modi di fare da gatta morta e le sue tante avventure anche con colleghi già affermati l’avevano resa famosa e desiderata da tutti. D’altronde, il puttanaio che altro non è quell’ambiente, era perfetto per lei e, anzi, riusciva persino a distinguersi tra le tante troiette sue colleghe…

Dopo la fine della sua storia di 3 anni, una delle prime avventure che si concesse fu con il tecnico chiamato per riparare il guasto alla linea telefonica dell’ufficio. Roberto era un uomo sulla quarantina, carino ma assolutamente nella norma. Aveva, però, qualcosa che attirò l’attenzione di Alessia. Durante il suo intervento alla postazione accanto, i due cominciarono a parlare del più e del meno, e lei, mostrando generosamente gran parte del seno, provocò una evidente erezione nel suo interlocutore, che lei sembrò subito apprezzare. Rimasti nel frattempo da soli, visto l’orario di pausa pranzo, cominciarono a punzecchiarsi con battutine sempre più piccanti, fin quando lei fece notare la protuberanza nella tuta da lavoro che puntava, come il nord della bussola, alle tette della ragazza.

Guardandolo fisso negli occhi, cominciò ad abbassare le spalline del vestitino rosso, esponendo al suo sguardo un reggiseno di pizzo nero che ancora nascondeva l’oggetto del desiderio dell’uomo fin da quando aveva avuto modo di intravederle passandole accanto. Il gesto della ragazza lo fece rimanere un po’ sorpreso ma, l’occasione di possedere un tale bocconcino, non poteva proprio perderla… Perse così ogni remora e si lancio in un bacio appassionato. Le lingue si intrecciavano e le mani non riuscivano a stare ferme. Le sue avevano ormai sostituito le coppe del reggiseno. Massaggiavano quelle due bellissime tette, sempre più selvaggiamente. Le succhiava e leccava come fossero due gustosi gelati. Lei, sempre più eccitata da quelle attenzioni, si godeva il momento reclinando la testa all’indietro, chiudendo gli occhi, e ansimando sempre più… Leggermente affannata, decise di sentire l’effetto che aveva provocato. Con le mani impugnò il suo cazzo di 20 cm che ancora svettava verso l’alto. Era arrivato il suo turno. Cominciò una lenta sega abbassandosi in ginocchio davanti all’uomo in preda all’estasi di quel momento assolutamente inaspettato. Lei avvicinò quel lungo bastone al suo viso, sentendo quell’odore leggermente acre, e iniziò a leccarlo, a baciare l’asta in tutta la sua lunghezza, a non disdegnare le attenzioni anche a quelle palle lisce, depilate così come lei amava in un uomo. Il pompino era infatti un momento fantastico per lei, amava sentire in bocca il cazzo liscio, affondare in gola. Oltre che un profondo piacere, era anche il modo per ben lubrificarlo per quello che poi sarebbe avvenuto.

Lei si alzò in piedi, abbasso fino alle caviglia il perizoma che indossava, lo sfilò e, sollevando leggermente il vestito, si stese sulla scrivania mostrando la sua fica ben rasata, già umida e desiderosa di accogliere in sé quel cazzo pronto a darle piacere. Lui non se lo fece ripetere due volte e, piazzandosi davanti a lei, lo infilò in colpo solo, cominciando un frenetico movimento avanti e indietro. Lei, in preda all’eccitazione, si avvinghiò a lui serrando le gambe dietro la sua schiena. In quella posizione, con lei che spingeva la sua fica in avanti, unitamente ai colpi di cazzo che le affondavano sempre più in profondità, lui non riuscì più a trattenersi e, senza darle alcun preavviso, si svuotò dentro di lei. Subito dopo pensò alla cazzata fatta, senza preservativo, ma lei, sorprendendolo ancora una volta, portò le sue dita sotto la fica, raccolse lo sperma che cominciava a colare, e se le portò in bocca, assaggiandolo con quell’espressione da pornostar che ben le riusciva e, il resto che riuscì a raccogliere, se lo spalmò sulle tette e, con movimenti rotatori, lo fece scomparire credendo alle voci che affermavano della bontà dello sperma per la pelle. E questo non era il solo posto dove amava averlo…
Ebbero appena il tempo di ricomporsi che la porta dello studio si aprì ed entrò la segretaria, ignara di quanto appena successo sulla scrivania condivisa con la collega tirocinante…

Il tecnico, dopo un breve sguardo d’intesa con Alessia, disse alla segretaria che il guasto era stato risolto e che aveva lasciato il suo numero di telefono alla sua collega d’ufficio in caso di necessità di altri interventi.
Sicuramente, in futuro, ci sarebbero stati altri guasti alla linea. E lui ne sarebbe stato ben contento…

Anche questo secondo racconto che sto per fare parla di fatti realmente accaduti. Ovviamente saranno cambiati i nomi ma nulla più.
Non mi soffermerò in descrizioni fisiche della protagonista. Per questo andate a rileggere il primo racconto…
In quel periodo, tornata single da ormai qualche mese, aveva ripreso a uscire più frequentemente con le amiche, ma la mancanza di un uomo cominciava a farsi sentire. Aveva, così, deciso di accettare l’invito a cena di un avvocato che spesso le capitava di incontrare in Tribunale e che non perdeva mai occasione di adularla con mille complimenti e di invitarla ad uscire a cena con lui, senza però ottenere mai una risposta positiva. Stavolta la luna girò per il verso giusto per Maurizio (questo il nome dell’avvocato tarpinatore) che, dopo l’ennesimo invito rivoltole, sorprendentemente si vide rispondere di si!
Arrivato il venerdì sera, dopo una giornata passata in studio con uno degli avvocati anziani dello studio a leggere e rileggere le scartoffie di una causa che in quel periodo stava assorbendo tutte le loro energie, Alessia arrivò a casa desiderosa di mettersi in tiro, non tanto perché si aspettasse chissà quali risvolti con il suo cavaliere per quella sera, che tra l’altro non le piaceva neanche particolarmente, ma quanto per la sua voglia di essere sempre al centro degli sguardi degli uomini’ Così, dopo aver scelto un completino nero con uno dei suoi perizomi preferiti che tante volte le era stato sfilato dal suo ex, ripensando ancora alle tante serate di sesso passate con lui, cominciò a sentirsi umida fra le gambe. Decise, quindi, di placare le sensazioni di piacere riaffiorate nella sua mente (e non solo’) e per farlo entrò in bagno, si liberò velocemente dei vestiti ed entrò in doccia. L’acqua scorreva sul suo viso, sui suoi capelli rossi, nonché sul suo corpo nudo. Non appena cominciò a versare il bagnoschiuma sul seno, lo insaponò con dolci movimenti rotatori che ebbero l’effetto di farle drizzare i capezzoli e ad aumentare quel suo stato di eccitazione. Scese con la mano verso il basso ventre, passando due dita all’esterno delle grandi labbra, fin quando, dapprima uno, e subito dopo un secondo dito, si fecero spazio all’interno della sua figa ormai in fiamme. Il respiro si fece affannoso fino a quando… Driiiiin! Era il suono del citofono. Non si era resa conto dell’orario e l’avvocato era sotto ad aspettarla. Non ebbe così modo di finire quanto iniziato e questo la lasciò a bocca asciutta.
Si vestì rapidamente con l’intimo già scelto e con un vestitino nero che le fasciava il suo bellissimo corpo e che le metteva in risalto le sue forme, dal seno stretto nella scollatura, al culetto leggermente sporgente, fino alle gambe lasciate scoperte dalla poca lunghezza del vestitino che le arrivava a malapena a mezza coscia e valorizzate ancor più dalle scarpe tacco 9.
Uscita dal portoncino del suo palazzo c’era Maurizio ad aspettarla a bordo della sua Audi TT. Scese per aprirle la portiera, non disdegnando la visione del lato B di Alessia nel momento in cui salì in auto. Nonostante la sua professione e l’aria da sborrone che lo contraddistingueva, lungo il tragitto per il ristorante tradiva un certo nervosismo, dato sicuramente dall’oggetto di mille sue fantasie seduta accanto a lui. Infatti le aveva dedicato più di una sega, diventata praticamente un’abitudine nei giorni in cui la incrociava nelle aule del Tribunale o al bar frequentato da molti suoi colleghi.
Arrivati al locale, un piccolo ristorantino in riva al mare, l’atmosfera divenne più rilassata. Cominciarono a parlare del più e del meno e la cena trascorse via piacevolmente. Così, dopo aver pagato il conto, Maurizio le propone una passeggiata in riva al mare. La serata abbastanza afosa la convinse ad accettare. Andarono in una zona abbastanza frequentata nel periodo estivo, in cui c’era un bel lido che non aveva ancora aperto ma che l’avrebbe fatto la settimana successiva, dando inizio alla movida della cittadina meridionale.
Passeggiarono sul bagnasciuga, dopo essersi tolti entrambi le scarpe, continuando poi a chiacchierare con i piedi a mollo in quell’acqua che avrebbe meritato un bel bagno notturno’ Decisero di prendere una sdraio dove sedersi e riposarsi un po’. Lì, dopo aver preso coraggio, Maurizio ruppe ogni indugio e si mollò verso Alessia, dandole un bacio sulle labbra. Dapprima lei sembrò quasi ritirarsi ma, sentendo la lingua di lui tentare di farsi strada nella sua bocca con i denti serrati che facevano quasi da muro invalicabile, si sciolse e si lasciò andare in un lungo bacio.
Nonostante non si sentisse attratta da lui ma lo ritenesse solo un semplice collega dell’ambiente lavorativo da poter magari sfruttare quando possibile, Alessia in quel periodo aveva una certa voglia data dalla sua astinenza da ormai diverse settimane passate dall’episodio con il tecnico allo studio e alimentata, per di più, dal ditalino interrotto qualche ora prima in doccia. Le mani di Maurizio si fanno sempre più audaci e si infilano ai lati del vestitino, arrivando a palparle il sedere e giocherellando con l’elastico del perizoma. Sebbene la zona fosse deserta, si resero conto di essere comunque all’aperto e di rischiare di essere visti da qualcuno. Le mani uscirono da sotto il vestito e, quasi a smorzare la situazione, prese una sigaretta e fece per accenderla. Ma Alessia ormai era partita e, senza dire nulla, scivolò in ginocchio davanti a lui, gli slacciò i pantaloni e abbassò l’elastico dei boxer, liberando il suo pene già discretamente in erezione. Lui si godeva la scena, reclinando leggermente il busto all’indietro, quasi incredulo da quanto stava accadendo, ritenendolo possibile e familiare nei sogni che aveva spesso fatto su di lei!
Alessia lo guardò negli occhi, sorrise maliziosamente e, senza staccare lo sguardo dal suo, fece sparire quel bel cazzo fino in gola, lentamente, facendo scendere rivoli di saliva dalla cappella lungo poi tutta l’asta. Sentire la bocca piena la fece eccitare terribilmente. Lo impugnò con la mano sinistra, cominciando una sega decisa, unita ad un pompino fatto con passione, mentre la mano destra sparì sotto il vestito e, scostando il sottile lembo del perizoma, continuò quanto interrotto sotto l’acqua.
Il primo orgasmo arrivò all’improvviso, liberandola quasi da un peso. Il cazzo era ben lubrificato, ricoperto dalla sua saliva. Decise, dunque di osare di più, perciò salì a cavalcioni su di lui, ormai sdraiato, e lanciandosi in un caldo bacio si riabbassò il vestito, celando la scena di lei che si impalava su quel pezzo di carne pulsante. Lo fa molto lentamente. Voleva godersi ogni centimetro, fin quando la vagina arriva a contatto con le sue palle, segno di essere arrivata fino in fondo. Continuano a limonare e lei ormai cavalca come un assatanata. Maurizio approfitta allora del momento e libera, per un attimo, quelle due mammelle sode e succose, succhiandole e leccandole entrambi i capezzoli, aumentando l’eccitazione di lei che, subito, esplode in un orgasmo sconquassante e davvero liberatorio. Non fa in tempo a finire di urlare il suo piacere che lui, senza riuscire ad avvertirla, comincia a eruttare il suo seme dentro di lei, ma tentando subito di alzarla prendendola per i fianchi. Fortunatamente, ormai da qualche anno, prendeva la pillola, per cui, anziché sfilarsi da lui, fece più pressione verso il basso, non perdendosi neanche una goccia e godendo anche lei di quello sperma che le pervadeva la fica.
Tornata in sé, si ricompose aggiustandosi il perizoma e riabbassando per bene il vestito e pensò, quasi subito a pentirsi, se avesse fatto una cazzata a lasciarsi andare con quell’uomo da cui non era neanche attratta e che, per giunta, avrebbe potuto far girare voci a lavoro.

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