Il successivo compito di Fatma fu molto più semplice del previsto. Il nuovo bersaglio, Lucilla Gordero, era una bersaglio facile, quasi consenziente. Era la più giovane delle 4, single, piuttosto libera e spigliata, Fatma decise di non ricorrere a troppi trucchi, la contattò e la invitò nel suo ufficio. “Non perderò troppo tempo in preliminari, scusami per la quasi brutalità, ma tu mi sembri un tipo molto pratico e non bigotto, quindi credo di poterti parlare molto francamente” le disse e dalle sue reazioni, capì che quelle parole suonavano ai suoi orecchi come un complimento. “Sai come ti hanno soprannominata i tuoi colleghi” lei sorrise ed annuì “Chiappe-che-parlano” rispose tranquilla “Credo di avere un bel culetto e ne sono orgogliosa” rispose con sicurezza, Fatma annuì “Fai bene, la bellezza è un bene prezioso, stupido non sfruttarla, chissà quanti maschietti perdono le bave dietro quel tuo delizioso sederino” continuò “Un unico piccolo problema, uno di quei maschietti, anche se certamente non il più scatenato è il mio uomo” disse indurendo un poco il tono. La sicurezza di Lucilla s’incrinò e lei parve molto allarmata “Non lo sapevo, mi dispiace, ma guarda che io nemmeno so chi sia il tuo uomo” si affrettò a scusarsi. Fatma si rilassò “Tranquilla, capisco che tu non potessi sapere, ma resta comunque il fatto che lui si è invaghito di quel tuo culetto e tu mi devi aiutare” disse con decisione. Lucilla prese ad annuire, “Certamente, tutto quello che posso, basta che tu mi dica chi è e lo terrò a debita distanza” assicurò convinta. Fatma la interruppe prima che rincominciasse con le assicurazioni “Ma io non voglio che tu lo tenga a distanza, anzi, ciò che voglio è che tu mi aiuti a togliergli questa ossessione, consentendogli di mettertelo in quel delizioso culetto in mia presenza” disse con calma e sorridendo, gustandosi la trasformazione del volto di lei, sconvolto dalla sorpresa e dall’enormità della richiesta. Dopo un lungo silenzio Lucilla balbettò “Ho capito bene, tu vorresti che io mi concedessi analmente a lui in tua presenza?” domandò incredula. “Certamente” la incalzò Fatma, “Un rimedio pratico e rapido ad una stupida infatuazione, tutti noi ci guadagneremo, io toglierò al mio uomo la sua ossessione, lui si goderà il tuo bel culetto, tu avrai da me una formidabile raccomandazione che ti porterà ben presto molto molto in alto”
Lucilla, la guardava ancora sbigottita “Ma io… io non posso, non l’ho mai fatto in quel modo” “C’è sempre una prima volta, se ne vale la pena e questa volta ne vale proprio la pena” concluse Fatma. Lucilla tacque a lungo, poi piano piano riprese sicurezza, “Perché no, hai proprio ragione, io sono un tipo pratico, perché non dovrei farlo se ne vale la pena, Quando?” domandò ripresasi completamente “Brava, mi piacciono le persone decise, faremo questa sera, vieni dopo le 21 a questo indirizzo” rispose Fatma passandole un biglietto. La sera Fatma preparò Giacomo per una serata eccitante e particolare. Gli aveva comprato dei pantaloni di pelle, aderentissimi ed un giubbotto. Gli chiese d’indossarli senza niente sotto, lo aiutò a spogliarsi e quindi a vestirsi, completò l’opera mettendogli un paio di occhiali scuri. Giacomo la lasciava fare, curioso di scoprire che cosa lei gli avesse preparato. Poi Fatma lo pregò di rimanere nel salotto e di aspettarla, quindi uscì. Giacomo attese a lungo guardando la televisione. Sentì il campanello suonare, ma per lunghi minuti non successe nulla. Poi ad un tratto, sull’ingresso comparve Fatma “Spegni il televisore mio signore” disse e Giacomo lo fece, voltandosi a guardarla. Era stupenda, indossava solo un corpetto rosso che le sollevava i prosperosi seni, lasciandoli completamente scoperti, risaltando stupendamente con la pelle scura. Aveva un reggicalze e calze rosso fuoco, che fasciavano le stupende gambe attirando irresistibilmente l’attenzione. Dopo qualche istante Giacomo notò che nella mano aveva una sottile striscia di cuoio “Mio signore, ho un modesto regalo per te, posso mostrartelo?” continuò Fatma e Giacomo annuì rimanendo in silenzio. Fatma avanzò, la striscia di cuoio si tese e poco dopo sulla porta comparve la Gordero. Indossava una mascherina che copriva gli occhi, ed era fasciata da un body di plastica nero aderentissimo, apposite fessure lasciavano sfuggire i piccoli ma sodi seni. Il Body fasciava l’inizio delle lunghe gambe, ma lasciava completamente scoperto il pube, che appariva roseo ed appena depilato. Un collare borchiato le stringeva il collo e Fatma la portava al guinzaglio e la fece sfilare davanti a Giacomo, il body era aperto anche dietro e lui poté ammirare le splendide chiappe di Lucilla. Era perfetta, vita sottile, fianchi che si allargavano con una dolce curva, chiappe sode e prorompenti che si univano strettamente in un profondo solco. Giacomo stava comodamente seduto sul divano ed osservava divertito, Fatma fece mettere Lucilla carponi sul tappeto, piegò leggermente le ginocchia mentre tirando il guinzaglio costringeva la bruna a sollevare la testa. Il pube di Fatma prese a strofinare sul viso di Lucilla che presentava a Giacomo la splendido culo. La donna prese a leccare la vagina di Fatma “Guarda signore come lecca bene, dovresti provare questa sua lingua deliziosa” disse Fatma. “E allora portamela qui” disse Giacomo mentre slacciava la parte anteriore dei pantaloni, aprendo l’apposita feritoia che lasciò sfuggire il cazzo eccitato e le palle. Fatma condusse Lucilla carponi tra le cosce di Giacomo. La giovane si accucciò e lei le tolse la mascherina “Questo è il tuo padrone, rendigli omaggio leccandogli e succhiandogli le palle” disse Fatma imperiosa. Lucilla guardò per un attimo Giacomo, poi si chinò. Le sue labbra sfiorarono lo scroto del maschio, si dischiusero lasciando comparire la rosea lingua che prese a giocare con le dure palle, mentre lui si masturbava lentamente. Le palle di Giacomo vennero risucchiate ad una ad una nella bocca di Lucilla, succhiate e massaggiate delicatamente dalla lingua della donna. Poi Fatma la trascinò leggermente per il collare e la lingua di Lucilla prese a scorrere sull’asta eccitata imperlandola di saliva. Giacomo gemeva in segno d’approvazione “Ti piace questo regalo mio signore?” Lui scosse la testa senza convinzione, “Non è bellissima, un poco troppo magra, seni piccoli” rispose lui sminuendola volutamente. Lucilla era giunta al glande e lo leccava con discreta abilità, Giacomo la prese per i capelli attirandola un poco a se, il glande premette sulle labbra e le dischiuse, lui spinse facendoglielo affondare in bocca, e le impose il ritmo del pompino. “Non trovi signore che però abbia un bel culo?” continuò Fatma, lui annuì mentre Fatma prendeva a passare le mani sulle chiappe di Lucilla “Sentissi signore come sono sode e che pelle vellutata, poi il suo buchino… è roseo, stretto, palpitante, non aspetta altro che il tuo cazzo” disse con voce roca. Giacomo le sorrise, poi interruppe Lucilla, costringendola a sollevare la testa “Dimmi puttana, quanti cazzi ti hanno sfondato il culo?” le domandò brusco ed autoritario “Nessuno” gemette Lucilla “Non posso credere, una puttana come te. Perché tu sei una puttana vero?” continuò Giacomo autoritario “Sì, sono una puttana mio signore, ma nessuno è mai stato nel mio culo” disse lei e Giacomo si accorse che fremeva, eccitata dalla perversa situazione “Ti piace il mio cazzo?” domandò lui sbattendoglielo sulle labbra “Si…” gemette Lucilla “Rispondi a questa domanda: Dove vuoi che ti infili questo bel cazzo” insistette Giacomo tenendola per il capelli mentre le strusciava il cazzo sul viso e sulle labbra. Lucilla esitava e Giacomo continuò “Rispondi puttana?” “Nel culo, lo voglio nel culo” si decise a dire e Giacomo tornò ad affondarle il cazzo in gola spingendo con decisione sulla nuca della donna “Vuoi che le la prepari signore?” domandò Fatma e lui annuì. Fatma si leccò un dito e poi prese a passarlo tra le chiappe di Lucilla che si irrigidì, lo leccò nuovamente e poi lo spinse con decisione a violare lo stretto sfintere, Lucilla gemette soffocata dal cazzo di Giacomo. Fatma si allontanò un attimo e tornò con il tubetto di crema lubrificante ed un oggetto roseo. Riprese l’abile gioco di dita, usando abbondantemente la crema, poi si staccò ed indossò l’oggetto che aveva portato. Era un sottile fallo di gomma, che lei si attaccò al pube. “Ora potrai vedere tu stesso come questa puttana lo prende nel culo, ma stai tranquillo, è piccolo, non ti rovinerà il piacere di essere il primo a sfondarla.” Lubrificò la punta del fallo di gomma e poi lo appoggiò allo sfintere di Lucilla e prese a spingere. La bruna gemette mentre il cazzo di gomma la penetrava spinto dal pube di Fatma che teneva le chiappe oscenamente dilatate per consentire a Giacomo di gustarsi la scena. Fatma prese ad incularla lentamente, con tranquillità dandole modo di abituarsi alla penetrazione. Continuando a lubrificarla sempre più in profondità mentre Lucilla non smetteva di succhiare Giacomo. Lui ad un certo punto si staccò da lei e si portò da Fatma, la prese e la condusse al divano. Fatma gli cosparse il cazzo di crema lubrificante “Ora puttana leccala e cerca di essere abile, perché io ora t’inculerò, dapprima adagio, poi sempre più forte e continuerò sino a che lei non goderà. Allora e solo allora ti riempirò quel bel culo di sperma e ti lascerò andare”. Le sorrise poi con decisione le spinse la testa tra le cosce di Fatma e lei prese a leccare, Fatma si dilatò le grandi labbra, porgendole il tenero clitoride e gemette al contatto con la tumida lingua. Giacomo si portò alle spalle di Lucilla, le pose una mano sulle natiche divaricandole e la sentì irrigidirsi. Le appuntò il glande allo sfintere e lo vide contrarsi spasmodicamente, iniziò a spingere. Lucilla si contrasse ulteriormente e gemette “Rilassati, non ti opporre” le sussurrò Fatma mentre Giacomo allentava la pressione, vide lo sfintere decontrarsi e spinse nuovamente. Un nuovo gemito sfuggì dalle labbra di Lucilla, ma questa volta il glande penetrò e lui si arresto senza spingere oltre. La mano rilasciò le chiappe che strinsero fortemente l’asta, mentre Lucilla gemeva a bocca spalancata, poi si riprese a rincominciò a leccare Fatma. Giacomo spinse, penetrando più profondamente in lei. Spingeva e si fermava, lasciandole modo di abituarsi mentre il cazzo scompariva sempre più tra le favolose chiappe. Giunse con il pube a contatto con i dolci globi di carne e strusciò a lungo il pube contro la serica pelle, mentre le mani accarezzavano le piccole tettine solleticandone i duri capezzoli. Iniziò a muoversi lentamente, mentre le mani si portavano sulle chiappe e le dilatavano per concedersi l’osceno spettacolo del cazzo che sondava il tanto agognato culetto. Ben presto Giacomo scorreva con maggiore rapidità, gustandosi il fantastico massaggio di quelle sode carni. Il pube prese a sbattere sonoramente contro le chiappe perfette, sculacciandole ogni volta che il cazzo scompariva completamente nel culo di Lucilla. La lingua della bruna tormentava frenetica il clitoride di Fatma che ansimava eccitata, massaggiandosi le grosse tette, stropicciandosi i turgidi e scuri capezzoli. Giacomo stava per fallire nella sua promessa, ormai quasi incapace di trattenersi, quando Fatma se ne venne, gemendo a bocca spalancata, afferrando la testa di Lucilla e sfregandosi le morbide labbra sulla vagina impazzita. Giacomo accelerò il ritmo e sentì il cazzo contrarsi imprigionato tra i muscoli d’acciaio di Lucilla. Lo sperma sgorgò copioso dal glande congestionato e lui continuò ad eruttarne in continuazione per lunghi interminabili istanti sino a che non si staccò da lei ed andò a stendersi a fianco di Fatma baciandola appassionatamente mentre lei gli accarezzava il cazzo che andava ammosciandosi.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…