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Le regole dell’amore

By 27 Dicembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
Questo racconto è stato, sarà, scritto con la complicità di una coppia reale, per realizzarlo ho cercato di tradurre le loro fantasie e di carpirne la personalità, la mia corrispondenza con Luca e Claudia è appena iniziata e proseguirà fino alla fine del racconto.
Va detto che loro non hanno mai realizzato, né realizzeranno quanto sto per scrivere, sono solo fantasie che usano in un gioco di complicità ed intese che molte coppie mettono in atto per ravvivare gli affari di letto.

CAPITOLO PRIMO

L’ALBA
Era un giorno come tanti per tanti, ma per Claudia e Luca era l’inizio di tutto, di lì a poco sarebbero stati marito e moglie, la chiesetta del paese era gremita di gente ed il prete stava dando il meglio di sé, visto che solitamente celebrava per quattro anime , loro era come fossero immersi nella bambagia, tutto arrivava attutito, rallentato, si leggevano negli occhi, mano nella mano.
Quando uscirono dalla chiesa, furono sommersi da riso, parenti e amici, Claudia era come sempre bellissima, ma quel giorno brillava in quel modo in cui brillano solo le spose, quasi che i presenti fossero vittime di un incantesimo e non potessero far altro che vedere bellezza ed esternare la loro ammirazione a tale vista, Luca era distratto da mille cose , ma ogni qualvolta qualcuno baciava innocentemente le gote di Claudia ed assaporava l’odore di lei non poteva fare a meno di provare un impulso di gelosia, e quando un suo amico si avvicinò con fare complice e gli propose un vecchio classico’..
-Luca, se stanotte hai bisogno, non fare complimenti, chiama!!
Lui dovette ficcare le mani in tasca per non mettergliele al collo, era quindi gelosissimo ma allo stesso tempo era fiero che quella donna fosse la sua, ed i complimenti che riceveva non facevano che aumentare la convinzione che lei fosse un gioiello raro da mostrare a tutti, ma da nascondere ad un possibile ladro.
Claudia a quel tempo lavorava come segretaria in un noto studio notarile in città, Luca invece nel piccolo negozio di elettrodomestici del padre , tutto scorreva senza scossoni in quel felice tran-tran che è la vita coniugale ai primi tempi, le loro frequentazioni al di fuori della coppia erano oltremodo piacevoli e stimolanti, cene con amici, uscite serali in discoteca, qualche party in cui lui andava a rimorchio di lei, solitamente erano clienti dello studio che la invitavano un po’ per premiarla della sua gentilezza ed un po’ , inconsapevolmente, per ammirare l’aura sensuale di Claudia, inoltre entrambi appassionati seguivano la stagione teatrale in città.
Alcuni episodi che stavano per accadere avrebbero però sconvolto quelle abitudini”.
Una sera lei tornò a casa stranamente corrucciata e incupita, Luca cercò invano di indagare su quel malessere, ma Claudia lo liquidò con un ‘ problemi sul lavoro ‘ , la cosa morì lì, ma dopo alcuni giorni il problema si ripresentò negli stessi identici termini, stavolta Lui si impuntò.
-Claudia o stavolta mi dici cosa è successo o faccio un casino!!
-Niente! Non e successo niente!
-E allora quel muso? Quella agitazione?
-No sai’..non so come dirtelo’..un cliente’.
-Un cliente cosa?
-Ti ricordi il signor Parnaso?
-Si, quello dei cantieri navali.
-Proprio lui! Dieci giorni fa era venuto da noi per la vendita di una casa galleggiante sul Po, il notaio era impegnato con il precedente atto, così lo feci accomodare con il compratore, un ristoratore, in sala d’attesa, al protrarsi del ritardo venne in segreteria estremamente contrariato, io imbarazzatissima chiamai il notaio, il quale mi disse di procedere con la lettura degli incartamenti, lui appena libero avrebbe provveduto per la firme di rito.
Ci spostammo nella sala riunioni piccola e prendemmo posto ai bordi del tavolo rettangolare settecento veneto, stranamente il signor Parnaso prese posto al mio fianco e non davanti come comunemente succede, io presi a leggere la serie infinita di formalità che compongono un atto notarile, quando sentii la mano del Parnaso posarsi sul ginocchio ‘ Signora più lentamente ‘ io ripresi la lettura scandendo le parole, ma la mano di lui era rimasta sul ginocchio’..
-E tu??!
-Appunto!! Lasciami finire! Che potevo fare? Alzarmi incazzata mettendo in cattiva luce uno dei maggiori clienti dello studio? Oppure far finta di nulla e poi riferire al notaio? Optai per la seconda soluzione, pentendomene pochi secondi più tardi, infatti mentre io leggevo la sua mano continuava a salire, a momenti balbettavo, quando il notaio spalancò la porta entrando e scusandosi del ritardo diede la mano al ristoratore e poi la porse al signor Parnaso ,che in quel momento era a pochi centimetri dalla mia”beh! Hai capito, lui finse di essere ancora arrabbiato e rifiutò il saluto, risalendo fino all’elastico degli slip, a quel punto mi alzai e diedi il fascicolo al notaio, con la scusante di un leggero malore andai al bagno, ti giuro che se avessi avuto una pistola gli avrei sparato!!
-Lo farò io!!!
Luca era fuori di sé, ma al contempo voleva sentire come erano andate a finire le cose.
-Adesso finisci!
-Attesi in bagno fintanto che i due non se ne andarono, poi uscii ma non ebbi il coraggio di dire nulla al notaio, mi sentivo sporca e violata. Aspettavo solo la fine della giornata per parlartene, una volta a casa ho avuto paura e forse vergogna di affrontare l’argomento con te.
Oggi il signor Parnaso è venuto in studio per un’altra compravendita e mi ha portato un’enorme mazzo di camelie scusandosi per l’arroganza della volta precedente, ho pensato che le scuse comprendessero anche il resto, certo non poteva esternarlo a tutto lo studio, così le ho accettate, rincuorata dal fatto che fosse tornato nelle righe.
Comunque per sicurezza ho fatto in modo che si occupasse di tutto una mia collega, quando l’ho vista ritornare, abbiamo messo via tutto, erano gli ultimi clienti della giornata , si attardarono a parlare con il notaio in entrata invitandolo ad un aperitivo in piazza, noi stavamo uscendo quando il Parnaso estese anche a noi l’invito, la mia collega ha aderito con entusiasmo, io naturalmente ho gentilmente rifiutato, in ascensore durante tutta la discesa, per otto piani fino al ding dell’ interrato, mentre lui chiacchierava amabilmente con tutti, ho avuto le sue mani sulle natiche e non sapevo come reagire, al primo cestino ho gettato le camelie e sono corsa a casa.
Luca fece una sfuriata rabbiosa inveendo contro l’idiota che aveva osato toccargli la moglie, poi la consolò e la tenne sotto il suo abbraccio protettivo.
Quell’episodio ebbe il merito di fare da impulso ad un’idea che da molto balenava nella testa di Luca, i tempi stavano cambiando velocemente e la pianura padana si stava trasformando in una delle aree metropolitane più grandi al mondo, le maggiori multinazionali stavano aprendo negozi in ogni grande città e presto avrebbero allungato le mani anche altrove, soffocando le piccole realtà.
Fu così che Luca si impegnò a costruire ,su di un terreno di proprietà, un grande negozio di tre piani che in breve divenne un punto di riferimento per gli abitanti delle zone limitrofe, mettendosi così al riparo dalla concorrenza, Claudia si licenziò dallo studio notarile e si occupò dell’amministrazione dell’azienda .
Lui ora poteva controllarla e proteggerla, ma ogni volta che ripensava all’episodio avvenuto nello studio del notaio, non provava più solamente gelosia , ma al solo pensare alle mani del Parnaso su di lei era assalito da un forte senso di eccitazione a cui non sapeva dar sfogo se non masturbandosi.
Sua moglie rimaneva comunque una preda ambita, se ne accorgeva dagli sguardi degli uomini quando camminava con lei, si voltavano e commentavano sottovoce o cercavano di incrociare gli occhi con i suoi, era ossessionato da lei, sarebbe stato disposto a fare tutto per lei.
Erano molto mondani spesso prendevano parte a feste ed eventi, una volta vennero invitati ad un party in maschera a Venezia durante il carnevale , il posto era nei pressi dell’erberia, vicino a Rialto, una moltitudine di persone si muovevano tra le calli , chi con le maschere della tradizione veneziana, ‘baute’ piuttosto che vestiti richiamanti l’epoca d’oro del luogo, chi invece con spiritosi travestimenti ,non era difficile scorgere un gruppo vestito da mucche con tanto di campanacci od un enorme pulcino oppure un improbabile pipistrello che i veneziani doc avrebbero scambiato nel giro di tre ponti per un ‘peocio ‘ (cozza) , un ‘folpo’ (polipo), un ‘hotdog’ (hot dog), sballottati da quell’allegra baldoria raggiunsero l’erberia , il palazzo che ospitava il party aveva più saloni in cui si svolgevano più feste, alcune privatissime.
Claudia sfoggiava un’abito da sera lungo, con una generosa scollatura e altrettanto generosa era l’apertura sulla schiena, indossava una maschera sui toni dell’abito, verde, il ricevimento a cui erano invitati era piuttosto ingessato, l’alta società a volte non sa divertirsi, così, dopo qualche chiacchera ed un paio di drink, cominciarono ad aggirarsi per gli altri saloni, in uno di questi campeggiava la scritta ‘ ombra e cicheto ‘ (bicchiere di vino e sorta di tapas veneziana) l’atmosfera allegra ed il vivace reagge veneziano li indussero a fermarsi, nel giro di breve tempo fecero amicizia con il gruppo più numeroso ,che a forza di ombra e cicheto dovevano avere un tasso alcolico che non gli avrebbe permesso di guidare nemmeno un triciclo.
Il gruppo ad un certo punto partì in una danza sfrenata che li portò ad uscire dal salone ed ad indirizzarsi verso un altro salone , il posto di blocco istituito dai buttafuori faceva intendere che era un party privato, ma l’allegra banda sfondò inconsapevolmente il cordone di protezione, ed i buttafuori avvertendo l’innocenza del gesto non li randellarono, ma li accompagnarono all’uscita con calma, nel caos del momento Claudia e Luca si ritrovarono, dimenticati, all’interno di quel privatissimo evento, scostarono i tendoni ed entrarono.
Dovettero attendere che i loro occhi si abituassero alla tenue illuminazione, Claudia un po’ brilla stava appoggiata a Luca , percorrevano un corridoio che li stava portando all’origine della musica, in quel momento un brano dei Roxy Music, la sala da ballo era piccola e sovraffollata, tutti indossavano una semplice mascherina come loro, erano quindi perfettamente mimetizzati.
Si servirono due drink e rimasero a bordo pista, quando due stranieri si avvicinarono e presero Claudia per mano ‘ Marzia come on’ , non ebbe nemmeno il tempo di reagire che si ritrovò inghiottita dalla folla, Luca rimase interdetto per un attimo, poi si limitò a cercarla con lo sguardo, i suoi sensi intorpiditi dall’alcool avevano bisogno di essere risvegliati, andò in bagno dove si sciacquò il viso con l’acqua fredda, al ritorno si mise a cercare Claudia.
La trovò vicino ad un divano in piedi, un uomo la stava baciando, la sua gonna era sollevata sul davanti e la mano dell’uomo esplorava la disponibilità di sua moglie, che con l’inarcarsi della schiena e lo strusciamento da gatta in calore non sembrava del tutto restia.
Si avventò su di lei strattonandola per un braccio ed esclamando incredulo,
-Claudia!!!!
Lei si volse e si tolse la maschera’..
-Lei è Marzia, vero???!! Al cenno affermativo della donna, vestita anch’essa di verde, si scusò vergognandosi come un cane.
L’episodio appena avvenuto, lo aveva messo in una strana agitazione , quasi che il sangue ribollente per la gelosia che provava, irrorasse una parte del cervello direttamente collegata al pene che adesso premeva sui calzoni.
Ora che i fumi dell’alcool si erano attenuati ,Luca poteva vedere che la festa era per certi versi , spinta, non era raro vedere persone che si toccavano e a volte le donne erano al centro dell’attenzione di più maschi, il suo senso di gelosia crebbe e proporzionalmente anche la sua eccitazione..
Si addentrò nella pista da ballo e la vide, si fermò pauroso di fare nuovamente un errore o forse inconsciamente per mettersi alla prova, stava ballando tra i due uomini che l’avevano trascinata via pochi minuti prima, le note di Hey Joe nella versione di Mink de Ville accompagnavano il sinuoso movimento di lei, il suo corpo aderiva a quello dei due, uno scandaloso sandwich umano, le mani degli uomini appoggiate sui suoi fianchi la conducevano di volta in volta ad una maggiore pressione verso le parti basse, era impossibile per lei non sentire le loro erezioni, era impossibile per lei non sentire le mani risalire da sotto le sue gonne , era impossibile per lei non sentire la lingua che le esplorava il collo e contemporaneamente l’altra che intrecciava la sua in un bacio che era una promessa di lussuria , era impossibile per lei non sentire il suo generoso seno preso a coppa e i capezzoli eretti scivolare tra le dita ed il palmo di quelle mani che si erano impadronite di lei.
Luca era esterrefatto ed allo stesso tempo non poteva credere che quella fosse sua moglie, si tirò in disparte, a guardare quello che accadeva a capire quello che sarebbe stato, mentre era assorto, quasi incantato, gli arrivò un aiuto inaspettato.
Venne avvolto in un abbraccio da dietro le spalle, quel profumo.
-Claudia!!?
-Mi prendi sempre per la persona sbagliata!
-Marzia?
-Si, sono Marzia, quella è Claudia? Tua Moglie?
-Si!
-Sei geloso di lei?
Mentre lo interrogava le mani di Marzia , altrettanto indagatrici, erano arrivate alla sua ormai incontenibile erezione.
-Si!
-Ma sei anche eccitato da quello che sta accadendo e non sai darti risposte. La ami meno per questo?
-No!
-Vuoi rivalerti su di lei?
-No!
-Dunque, in qualche modo lo accetti!?
Non venne alcune risposta, né commento, lei continuò.
-Credo sia mezza ubriaca e senza freni inibitori è meglio che tu la porti via prima che succeda l’irreparabile, comunque ora dovrai fare i conti con te stesso, sai quel che sei, lei nonostante tutto è ancora innocente, come lo ero io, dovrai convincerla della tua dedizione per farle capire che anche questo.
Indicò la scena che avevano davanti e strinse il suo pene, come a rendere la cosa inscindibile.
-E’ un modo di dare, di fare l’amore.
Lo lasciò nel momento in cui chitarra e tromba sempre più lontane chiudevano la canzone di Mink de Ville e lasciavano il posto alla frenetica I’m a man di Joe Jackson, Marzia prese il posto di Claudia che sembrava un cane sbandato, un po’ per la sbronza ma soprattutto per lo stordimento causato dall’eccitazione di cui era preda.
Luca si avvicinò e la prese per mano invitandola a muoversi con lui ‘ I’m a man, i’m a man, i’m a man’ lei si scuoteva di dosso l’intorpedimento e lui non voleva pensare, non ora, a quello che gli stava accadendo, dopo una mezz’ora, quando entrambi per un verso o per l’altro si ristabilirono ,uscirono dal baccanale che era diventata quella festa e si diressero nuovamente al ricevimento a cui erano stati invitati, non v’erano ormai più persone ed a dire il vero ne rimanevano poche anche negli altri saloni, decisero di prendere un taxì d’acqua.
Salirono in auto, il parcheggio multipiano era deserto, mentre aspettavano che il riscaldamento venisse in soccorso alle loro membra intirizzite, Luca chiese a Claudia se ricordasse qualcosa, lei raccontò della festa noiosa, della divertente divagazione nella festa reagge, ed infine ricordò il loro ingresso in un salone poco illuminato, della bellissima musica, di un drink forse troppo carico, perché da quel momento in poi ricordava solo degli episodi.
-Ballavo con due uomini e tu non c’eri, erano divertenti ma parlavano inglese e forse ero troppo ciucca per capirli, mi chiamavano Marzia, ad un certo punto uno dei due mi ha portato un altro drink, credo fosse vodka ghiacciata, poi sei arrivato tu e mi hai baciato e toccato ovunque, ho pensato fossi ubriaco e ti ho lasciato fare , però non ti nascondo che l’essere toccata da te in mezzo a tutta quella gente mi aveva messo in uno stato di eccitazione febbrile”..
Luca che in quello stato vi era da tre ore la baciò dolcemente, lei rispose in maniera quasi aggressiva, quella fase l’aveva già passata ora voleva di più e lo voleva subito, sbottonò i pantaloni di Luca.
-Finalmente c’e l’ho in mano, non vedevo l’ora, sei un maiale, là dentro davanti a tutti , sentimi”
Prese la mano di lui e se la portò sugli slip, erano fradici, se Luca prima era eccitato ora stava deflagrando, con un sol colpo strappò gli slippini alla brasiliana della moglie.
-Bravo ora vieni dentro e muoviti come danzavi prima, era sublime”.
La impalò e prese a muoversi come un toro.
-Piano, non ricordi? La musica deve salire e poi sbattimi, sbattimi forte’..
Fu un amplesso rapido che racchiudeva in pochi attimi l’essenza di quella notte, lui esplose dentro di lei con una forza che pensava di avere smarrito e lei’? Lei nel giro di pochi secondi venne due volte con un’intensità mai provata prima.
Erano anni che non facevano l’amore in macchina , risero della situazione e si avviarono verso casa, un’imponente alba rosseggiava l’orizzonte, nuvole infuocate scorrevano veloci sopra il parabrezza, Claudia si era assopita, Luca ripensava a quanto accaduto, lei non ricordava poi molto e i suoi ricordi erano comunque confusi, lui aveva in testa le parole di Marzia, la donna che aveva scambiato per Claudia e che probabilmente aveva passato quelle fasi che adesso lui, conscio dei suoi desideri, si apprestava a compiere.

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Anicestellato17@libero.it

CAPITOLO SECONDO

AMORE, MORALE E DESIDERIO

Dopo quella notte la vita dei due riprese a macinare il solito ritmo, Claudia ricordava poco o nulla di quanto successo e a Luca l’impresa di esternare il suo desiderio di vederla con altri sembrava impossibile.
Il retaggio culturale da cui proveniva sua moglie era di quelli tosti da vincere, educata in una famiglia dai sani e rigidi principi, aveva studiato dalle suore Orsoline e passato l’infanzia e l’adolescenza tra oratorio, campi scout e chiesa.
Non che fosse una bigotta, nel tempo aveva saputo crescere ed affrancarsi , la sua vita culturale era varia e di larghe vedute, ma quei principi erano parte di lei e questo nulla avrebbe potuto cancellarlo.
Luca dal canto suo era spaventato da quello che provava ed il combattimento in atto tra i suoi ormoni e la sua coscienza, lo portava a passare notti insonni in cui vedeva lei abbandonarsi senza remore tra le braccia di amici, conoscenti, clienti , salvo poi al mattino darsi del coglione per aver pensato a lei in un modo così sporco.
Il punto era proprio questo, era amorale pensare a lei in quei termini? Le parole di Marzia quella notte, per la prima volta, l’avevano portato a chiedersi se mettendo in una bilancia sentimenti e desideri potesse mai arrivare questa a raggiungere un equilibrio, e soprattutto mantenerlo.
Poi un giorno successe una cosa che aprì un leggero spiraglio”’..
Era l’inizio di Maggio, un Maggio caldo come se ne vedono sempre più spesso, erano invitati a cena dal responsabile marketing di una azienda leader mondiale nella produzione di TV , l’uomo sulla quarantina era affascinante ed aveva una piacevole parlantina, inoltre aveva anche gusti raffinati, la piccola trattoria spersa nella campagna trevisana era infatti un piccolo gioiello, sia dal punto di vista architettonico che culinario, serviva solamente dieci coperti in una chiesetta romanica sconsacrata.
Purtroppo, almeno così pensava in quel momento Luca, arrivò una chiamata di suo fratello che aveva avuto un incidente ed era bloccato in un paesino del Bellunese, doveva andarlo a prendere, a malincuore dovette abbandonare il tavolo delle leccornie, Claudia fece per alzarsi ma il signor Vinci le toccò delicatamente il braccio.
-Resti la accompagnerò io a casa, se Luca acconsente.
-Se non le è di troppo disturbo”..Disse Luca
-Ma si figuri, devo fare una deviazione di quattro km , non mi disturba affatto, però non abbiamo chiesto a Claudia se è d’accordo?
I due uomini si volsero verso di lei, che magari avrebbe anche risposto che preferiva andare col marito, ma dopo i salamelecchi tra Luca e Vinci le sarebbe parso scortese rifiutare .
-Va bene resterò, ho tanto sentito parlare di questo posto e di tutte le difficoltà che si hanno a prenotare che mi sentirei in colpa, verso il signor Vinci e verso quelli che avrebbero potuto essere al nostro posto, caro mi dispiace veramente che tu debba andar via.
Lo accompagnò all’auto, fece le raccomandazioni del caso e ritornò in sala.
Si avviò verso il tavolo, con gli occhi di clienti e camerieri a seguire il movimento delle forme, vi era abituata ma provava sempre un piacevole moto d’orgoglio quando succedeva, e quel giorno era nel pieno delle sue potenzialità, era leggermente abbronzata, indossava un leggero tailler tinta corda ed un top bianco con tre bottoncini aperti che lasciavano la vista vagare fino al reggiseno, le scarpe di tela damascata, quasi roccocò, marroncine con una raffinata lavorazione di pizzi, ed infine i capelli castani le ricadevano sulle spalle ad incorniciare un viso eternamente innocente, insomma il solito mix di incanto che la circondava.
Si sedette sorridendo al signor Vinci.
-Di cosa parleremo ora ? Il responsabile delle vendite è partito ed io non sono che un’amministrativa.
– Staremo in silenzio naturalmente””.. almeno tra una forchettata e l’altra.
Sorrise, meno male che è alla mano, pensò.
Il posto era decisamente all’altezza della sua fama, servirono antipasti meravigliosi tra cui un memorabile gamberone al cognac e salsa tisco (una senape con olio, noci e timo), non da meno fu il primo, tagliolini con porri, scorza d’arancia, succo d’arancia, panna acida e caviale, ed il secondo un’orata all’acqua di mare grandiosamente semplice, Vinci scelse un vino di grande mineralità pinot grigio di Doro Princic.
Vinci la mise subito a suo agio, aveva un modo di fare affabile, era un incantatore ed un pericoloso corteggiatore, erano passati in breve a toni confidenziali.
-Fabio.
Questo era il suo nome.
-Sei sposato?
-Si, da otto anni con Marcella è questa.
Estrasse dal portafogli la foto di una ragazza di circa trentanni.
-Complimenti, è molto bella, non la porta mai con lei a questi incontri.
-Si, la porto spesso ma è molto vanesia ed oggi prima di venire ha dato uno sguardo al tuo profilo su facebook ed ha deciso di stare a casa’..
Claudia rise.
-Sicuramente non è andata così ma di sicuro c’è che lei è un marpione.
Lui aveva un sorriso da simpatico bastardo, un punto di forza a cui era ricorso spesso quella sera,
indubbiamente erano in sintonia , parlavano scherzosamente ma a volte anche intimamente.
-Non hai mai avuto momenti di crisi nel tuo matrimonio?
-Certo che no! Amo mio marito come il primo giorno e lui ama me.
-Io, se fossi stato in lui, non ti avrei lasciato sola con uno sciupafemmine come me.
-Meno male che era vanesia tua moglie?!! Però hai ragione, Luca è molto geloso, ma forse vuole ingraziarsi gli alti vertici della tua azienda, o meglio lo hai messo nella condizione di non rifiutare, sai benissimo quanto dipendiamo da voi.
-Questa poi! Mi dipingi come un bieco ricattatore, come se avessi messo in atto io tutto questo.
-No, dai’. è che mi piace scherzarci su”comunque è molto strano che io sia qui.
Uscirono nel piazzale, era una notte stellata ed il cielo si offriva in tutto il suo splendore.
-Aspettami vado a pagare un extra per questo.
Lei si volse, lui mostrava ancora quel sorriso disarmante.
-Dai andiamo e finiscila con queste esche da scolaretto.
Si aspettava di salire su una supercar ed invece lui si diresse verso una vecchia BMW decappottabile, salirono.
-Mi sorprendi sempre di più.
-Perché ?
-Beh! Quest’auto ? Uno come te, top manager’..
-Vedi Claudia in molti si chiedono questo, ma in pochi provano a capire vediamo se ci arrivi tu?
-Allora, secondo me è perché tu ami le cose decrepite con molti malanni e poche funzionalità.
-Bla, bla, bla, invece no! è perché questo motore è un gioiello, le finiture in pelle sono fantastiche e poi vi è pochissima elettronica per cui questa sarà una delle ultime macchine d’epoca veramente funzionale e per ultimo, io non ho bisogno di prolunghe falliche, sono già ben fornito di mio !!!
-Va beh! Che la pubblicità è l’anima del commercio ma questa era un po’ volgare ed inoltre puoi raccontarmi quello che vuoi che tanto non è verificabile.
Il nastro asfaltato intanto scorreva sotto la carrozzeria e l’auto stava dimostrando quanto di buono il suo padrone aveva detto di lei.
-Effettivamente va molto bene.
-Vedi che non racconto bugie!!
Erano ormai arrivati che lui si fermò a fare il pieno, mentre la benzina scorreva giù per il tubo lei ebbe il tempo di pensare ‘ è simpatico, un po’ insistente, volgare ma non troppo (il giusto per non essere tronfio), fisicamente discreto, ha un viso da bastardo ma forse è per questo che è interessante , non fossi impegnata un pensierino ce lo farei’
-Eccomi, adesso devi condurmi tu o meglio guida tu!
-Wow!! Ti fidi a farmi guidare il cimelio!!!
-Non la tratterai male vero? Arrivò un ‘grrrrrrrrr grrrrrrrrr’ di ingranaggi in contrasto come risposta.
-Le marce fanno fatica ad entrare??!!
-No, è che non hai premuto a fondo la frizione!!!
Dopo pochi chilometri aveva preso mano e convenne che era un bel guidare.
-Accosta per favore Claudia.
-Proprio ora che mi stavo divertendo.
Fece lei con una posa da bambina imbronciata. Accostò lungo lo stradone vicino la via d’accesso d’un fondo agricolo. Si voltò verso Fabio, aveva un sorriso ebete, da bastardo ma ebete.
-Cosa hai in mente? Non mettermi in imbarazzo per favore!!
Lui continuava a mantenere quell’espressione, ma con gli occhi le indicava qualcosa verso il basso.
-Questa poi!!! Ma sei impazzito!!! Rimettilo dentro o mi metto ad urlare!!!
-Claudia calmati ci ho provato, se non vuoi non se ne fa nulla”
-Senti ma ti pare il caso, mi sbatti davanti quel’.quel’.. quel coso lì , come fossimo in un self service.
-Direi che calza poco, in un self service ve ne sarebbe più di qualcuno.
-Già magari là ne troverei qualcuno con il cervello sopra!!!!
Si guardarono e realizzarono la situazione in cui si trovavano, due quasi sconosciuti stavano litigando lungo una strada, uno con l’uccello fuori e l’altra con una mano sugli occhi”.scoppiarono in una risata irrefrenabile.
Al termine erano ancora nella stessa situazione ma Claudia aveva tolto la mano da davanti agli occhi.
-Senti Fabio , sei molto simpatico e ti dirò che ti trovo anche attraente , ma veramente amo mio marito e non mi sognerei mai e poi mai di tradirlo.
-Ho capito! E fece per rimettere il pene al suo posto.
-No aspetta!
-Ci hai ripensato??
-No, è che è ‘.come dire ‘.grande, non ne ho mai toccato uno così e mi piacerebbe provare”solo per dieci secondi non ti illudere. Disse lei incrociando il suo sguardo divertito.
Fece scorrere la mano, lo strinse, pensò ‘se qualche volta il maritino si comportasse male questa sarebbe una vendetta adeguata!!!’ avrebbe avuto voglia di sentirne il sapore, lo guardava come ipnotizzata.
-Passati!
-Cosa?
-I dieci secondi sono passati da un minuto ormai e se hai voglia di continuare, bene! Altrimenti smettila che non sopporto l’idea di averti sottomano, beh! Forse sei tu ad avermi sottomano, insomma hai capito o scopi o stop!
-Non me ne ero accorta, scusa. Lasciò a malincuore la calda erezione di Fabio e si rimise alla guida non guardando più in direzione dell’uomo.
Arrivarono davanti al portone di casa .
-Quanto successo oggi, confido che resti tra noi”..
-Sembro un cretino a volte , ma ti assicuro che non lo sono, resterà tra noi.
Claudia sorrise scese dalla macchina, lui la accompagnò alla porta e la porta si aprì, era Luca.
-Già arrivato?
-Si, ho accompagnato mio fratello a casa non sembrava aver bisogno di cure mediche, comunque l’auto e da buttare e voi? come è andata?
-Bene! Il cibo era stupendo e devo dire che il signor Vinci è un gentelman come se ne vedono pochi al giorno d’oggi.
-Già! E la tua bellissima signora non è certo noiosa, e ti farà piacere sapere che me la invidiavano tutti.
Se la immaginava seduta al tavolo sorridente e gli uomini a caccia di qualche sguardo o di qualche angolo nascosto della sua pelle.
-Si lo so, è una donna speciale’..magnetica!
-Potrei montarmi la testa con tutti questi complimenti!!! Signor Vinci meglio che vada è molto tardi sua moglie la starà aspettando.
-Già! è vero e domani ho una giornata impegnativa.
Strinse la mano a Luca e baciò le guance di Claudia assaporando il profumo di quel frutto che non aveva colto.
A Luca non era sfuggito quell’attimo, la narice che si contraeva a catturare l’odore di lei, lo sguardo istintivamente era sceso in basso e nonostante Fabio avesse infilato subito le mani in tasca, non era riuscito a celare la sua erezione.
Claudia si infilò sotto la doccia, senza accorgersene aveva portato i palmi delle mani al naso, quasi ipnoticamente vi strusciò contro, sembrava rapita in una nuova dimensione, la sua lingua ora cercava il sapore di lui, prima timidamente come un animale di fronte a qualcosa che non conosce, poi come una bambina su di un gelato alla crema”’
La sua voglia repressa per tutta la serata stava esplodendo, in fondo suo marito avrebbe dovuto essere riconoscente a Fabio.
-Cara vieni? La voce di Luca arrivava dalla camera.
-Si aspetta mi sto preparando. ‘Vedrai che non rimarrai deluso’ pensò aggiustandosi il reggicalze.
Quando entrò in camera appariva per quel che era, una donna estremamente sensuale nel senso ‘estremo’ del termine. Luca era ammutolito da tanto splendore ed in qualche modo sapeva che la causa di ciò non era lui, ma Vinci, ed invece di essere perplesso ne era compiaciuto.
Cominciarono a toccarsi rilevando nell’altro sensazioni diverse , nuove , stavolta Luca mentre le stringeva delicatamente il seno iniziò a sussurrare parole sulle labbra di lei .
-Sei bellissima , hai visto come ti guardava Vinci stasera. Esplorava sentieri mai percorsi, il timore di offenderla era svanito e pensava solo al cazzo di Vinci che premeva sui pantaloni e lei che in altre circostanze avrebbe tagliato corto disse:
-Si sentivo i suoi occhi dappertutto. E lambì con la lingua le labbra di lui.
-Secondo me, non avete parlato di lavoro. Disse Luca passandole il glande sul clitoride in quello che divenne il movimento di accompagnamento alle sue parole, Claudia lo assecondava andandogli incontro con il bacino.
-Non solo”.abbiamo parlato anche di cibo, ma il cibo era così sensuale che non abbiamo parlato solo di quello”’.abbiamo parlato di famiglia, ma lui è stato così furbo da usare sua moglie per adularmi, per dirmi quanto bella fossi”’.abbiamo parlato di gelosia,di matrimonio e di ricatti.
Luca puntò appena la cappella sull’apertura della vagina madida di umori, scivolò dentro e prese a muoversi molto lentamente centimetro dopo centimetro, ogni penetrazione sembrava interminabile.
-E poi?
-Pensavo ci provasse, era attento ad ogni mio respiro, la mia pelle era percorsa dal suo sguardo, si soffermava sul collo, poi sulle mani, un attimo dopo sulle caviglie, sul seno, sui fianchi, sembrava mi stesse valutando come fa un contadino prima di acquistare un animale e se vuoi saperlo a me non dispiaceva affatto.
Lui aumentò appena un po’ il ritmo.
-E tu?
-Io? Sono rimasta passiva, volevo vedere fin dove si sarebbe spinto. Finita la cena siamo passati dal guardaroba, naturalmente mi ha fatto passare per prima, percorsi i pochi passi lungo lo stretto corridoio che ci separava dal banco ho preso lo scialle e quando ho ceduto il posto a Vinci sono dovuta passargli vicino, diciamo addosso, lui, ne sono quasi certa, ne ha approfittato per muovere il bacino sul mio sedere facendomi sentire la sua erezione, ebbene dal poco che ho sentito deve avercelo enorme.
Mano a mano che raccontava la sua eccitazione cresceva, il suo corpo reclamava di più, ma suo marito la teneva in bilico e lei voleva solo essere sbattuta, avrebbe fatto di tutto pur di placare quel desiderio che le montava dentro come un’onda.
Fu allora che successe, fu allora che Luca cominciò a farle immaginare e desiderare un rapporto diverso con il sesso.
-Adesso voglio che immagini delle cose.
-Quello che vuoi basta che ti muovi di più!!!
-Immagina Vinci, qui adesso, immagina il suo cazzo: le vene pulsanti, la sua cappella enorme appoggiata alle labbra’..
-Oh si, siiii”
-Cosa deve fare la tua lingua??!!
-Le’le’.leccare’..
-Brava, allora lecca!! Disse lui porgendogli due dita, che lei leccò e succhiò voluttuosamente.
Ora la sbatteva e lei mugolava in preda al primo orgasmo, lui non si fermò e continuò a sbatterla.
Aveva in testa immagini sovrapposte Parnaso con la mano sulla figa di sua moglie, i due stranieri che la baciavano e la toccavano, e Vinci che la prendeva da dietro e senza pudore raccontava alla moglie come avrebbe voluto vederla”.
-Se adesso il sig. Parnaso ti mettesse le mani tra le gambe cosa troverebbe?
-mmmmmmmmmhhhhhhhhh!! Una figa calda e bagnata”.
-Se Vinci infilasse il suo cazzo dentro di te cosa faresti?
-Ohhhhh!! Mi muoverei su di lui, me lo godrei”mmmhhh!!
Gli orgasmi infiniti di quella notte rivelatrice fecero da spartiacque tra quello che era stato e quello che sarebbe stato, anche se di fatto ancora nulla era accaduto.

Suggerimenti e commenti
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WEB , FINALMENTE SESSO E REGOLE

Così successe che Luca durante una notte in cui lei era estremamente eccitata ed il suo ritegno praticamente nullo, cominciasse a chiederle con chi le sarebbe piaciuto scopare, di solito era lui che ‘ faceva i nomi’ , ma quella volta Claudia lo stupì.
-Il macellaio, Francesco credo si chiami, mi guarda sempre in modo inequivocabile, sua moglie l’ha capito e lui mi usa per farla ingelosire, le sue battute sono senza mezzi termini soprattutto quando lei è nei paraggi,’ Ecco la sua carne signora ,una vacca eccellente’ lo dice in una maniera che sembra non riferirsi alla carne.
La volta dopo nel letto comparve un giocattolo Luca glielo porse, era un vibratore di medie dimensioni.
-Ti presento Francesco ‘Vacca eccellente’.
Quella notte nel loro letto furono in due a godersi gli ansimi di Claudia, in due a contendersi il contorcersi di lei, con una sola differenza uno se la scopava e l’altro l’amava.
Un’altra volta confessò al marito che i muratori che stavano eseguendo dei lavori nella casa dei vicini la guardavano in maniera provocatoria ed in particolare uno di nome Mario un giorno le disse ‘ signora se avesse bisogno di qualche lavoretto in casa le lascio il numero ‘ seguito da un rudimentale biglietto su di un foglio a righine probabilmente strappato dal diario di cantiere con su scritto a matita il suo numero di cellulare, il tono con cui aveva pronunciato ‘lavoretto’ con conseguente strizzatina d’occhio, non lasciava dubbi per quale prestazione si offrisse.
La sera dopo un altro giocattolo di nome Mario si lavorava la signora, in coppia con Francesco, Luca guardava sua moglie giocare con i falli artificiali, stavolta in due se la scopavano e chi l’amava era in disparte con il cazzo in mano a fantasticare di poterla vedere così con due veri maschi.
In breve la collezione di giocattoli si ampliò e lei quando ne aveva voglia si faceva scopare da uno o più compagni artificiali, con suo marito sempre più spettatore.
Ai due mancava il coraggio di affrontare la cosa al di fuori del letto e la routine di tutti i giorni fagocitava spesso i loro desideri, quando del tutto inaspettatamente mentre lei cercava informazioni in internet su di un libro di Soldati ‘ La moglie americana’ google gli offrì una curiosa alternativa un sito in cui i mariti offrivano le loro mogli a dei ‘bull’ piuttosto che alle fantasie dei fruitori del sito stesso.
Proprio in quel mentre Luca entrava nel suo ufficio, lo guardò””.
-Se le inventano tutte, guarda qui!!
Luca gli si sedette accanto e ‘sfogliò’ le pagine del sito, così scoprì che centinaia di mariti avevano le sue stesse fantasie e che molti altri le mettevano in atto, chi in maniera soft e chi in maniera molto più spinta, sua moglie rideva.
-Ma vedi un po’ questi!?? Non hanno altro da fare? E tutti quei segaioli davanti a un pc che commentano e si sbrodolano davanti ad una foto!!
-Claudia, sei molto riduttiva, usano le loro fantasie, anche quelle più estreme, e preferiscono farlo davanti a persone reali, vere, piuttosto che su ipotetiche veline, il sapere che quella su cui hanno fantasticato potrebbe essere una loro vicina o la loro collega d’ufficio è un afrodisiaco potente e li sconvolge molto più che pensare alla Hunziker.
-Secondo me sono idiozie e basta!!
Cliccò esci .
-Non pensarci Luca ok!?
-Ok, ok! Disse lui sconsolato.
Dopo qualche ora Luca era lì ad esplorare il sito, vi erano foto di sesso esplicito, ma anche alcune abbastanza succinte che ritraevano le donne vestite ed in pose più o meno sensuali, la quasi totalità non mostravano il viso.
D’impulso, senza pensarci, estrasse la chiavetta usb su cui c’erano alcune foto che risalivano ad una settimana prima, diede un’occhiata e ne scelse due: in una lei era seduta su una panchina con le gambe accavallate, le caviglie sottili e le scarpe con il tacco alto dicevano molte più cose che non una volgare posa; nell’altra era in piedi con lo sfondo del garda alle spalle, la generosa scollatura era un invito al suo corpo.
Ritoccò con photoshop in modo da renderla irriconoscibile, creò un profilo di coppia e vi inserì le foto.
Il giorno seguente i commenti sull’avvenenza di Claudia si sprecavano e le esortazioni a mostrarla più esplicitamente anche, ancora una volta agì senza pensare, andò in ufficio da sua moglie chiuse la porta.
– Claudia, per favore puoi andare sul sito di ieri?
– Ti avevo detto che la questione era chiusa!!??
– Questa volta soltanto, l’ultima! D’accordo?
– Vabbè, sei proprio un perverso!
Seguì le indicazioni di Luca e si ritrovò sul profilo, il ‘loro’ profilo .
– Ma sei fuori! Come ti sei permesso!!
– Per favore non processarmi non sei riconoscibile in alcun modo, ed inoltre sembra tu abbia avuto un grande successo.
Pronunciando queste parole cliccò sui commenti , lei incuriosita prese a leggere, alcuni erano garbati, altri molto volgari, ma in ognuno traspariva il desiderio e la brama di quegli uomini per lei, Luca nel frattempo aveva iniziato un delicato massaggio sulle spalle.
– C’è anche una mail , lì ci sono proposte di vario tipo, se vuoi puoi aprirla?
Le sue mani erano scese sui fianchi.
– La password, stronzo!
Entrò nella mail nello stesso momento in cui suo marito entrava nella scollatura.
Qui vi erano proposte esplicite per incontri, con foto e frasi che la esortavano a spingersi oltre, leggeva sottovoce e si inumidiva le labbra, il suo corpo stava concentrando i liquidi altrove, se ne accorse Luca quando risalendo da sotto la gonna incontrò i leggeri slippini pregni dei suoi umori, lei continuava a leggere le mail che sembravano infinite ed intanto Luca la denudava, assaporava la sensualità di quel momento, Claudia era presa in un vortice di parole e sensazioni che la allontanavano dalla sua razionalità, quello che leggeva le stava scopando la mente , l’adorazione, la tirannide, la dolcezza, la sensuale perversione, la cruda volgarità, ed in alcuni casi il raffinato erotismo di quegli scritti, l’avevano portata ad uno stato di eccitazione che non poteva mascherare, lo testimoniava il fatto che stessero scopando senza ritegno sopra la scrivania, la contabilità sparsa per tutto l’ufficio e suo marito che le tappava la bocca per non far sentire a tutto il negozio i suoi gemiti incontrollati.
In breve altri scatti finirono sul loro profilo alcuni meno succinti dei primi, la ritraevano in pose che ne esaltavano la classe e la raffinatezza, si offriva allo sguardo di tutti, se li immaginava belli, brutti, giovani, adolescenti, maturi, brizzolati, ogni persona che incontrava per strada avrebbe potuto aver visto le sue foto, in parte ne godeva ed in parte se ne vergognava, non aveva ancora accettato del tutto la sua doppia natura.
Luca le aveva fatto fare un passo importante nella direzione del traguardo che si era imposto, ma mancavano alcuni tasselli senza i quali difficilmente lei si sarebbe affrancata dalle remore che ancora la attanagliavano, una era il fatto che mancasse un corteggiatore fidato al di fuori delle conoscenze di coppia, di lavoro o di vicinato (troppo sconvenienti) , un’altra era che in qualche modo avrebbero dovuto uscire dall’anonimato.
Intanto lei aveva acquisito maggior naturalezza nel mostrarsi e non solo in foto, la consapevolezza dell’effetto che aveva sugli uomini e conoscerne in qualche modo i pensieri, avevano disinibito i suoi movimenti, sapeva benissimo che una gamba accavallata poteva essere più impudica di un nudo, che un leggero battito di ciglia poteva aumentare a dismisura la sua sensualità, era conscia dei loro desideri e non era più del tutto sicura di non voler essere l’oggetto di quelle attenzioni.
Ogni giorno arrivavano decine di mail con proposte in cui fantasia, spudoratezza, licenziosità, rigore e spesso tristezza, non erano quasi mai accompagnate da intelligenza,savoir-faire e sensualità, doti che Luca e Claudia reputavano basilari anche solo per scambiare qualche mail.
Di andare in un club privèe o in un parcheggio non se ne parlava , non erano luoghi che toccavano le loro corde, così in quella che sembrava una ricerca senza speranza, ancora una volta fu la casualità a giocare un ruolo decisivo.
L’autunno aveva riempito i viali con i suoi caldi colori , l’ultimo fulgore della natura prima del meritato sonno, Claudia subiva come ogni anno l’accorciarsi delle giornate e i lunghi periodi piovosi la deprimevano, Luca conoscendo le ansie delle moglie e soffrendone di riflesso, cercava di trovarle ogni genere di svago, una sera a teatro, l’altra al cinema o al ristorante, fatto sta che in mezzo a questo peregrinare da uno svago all’altro una sera si ritrovarono in un locale dove suonava una cover band di loro amici.
Il locale era stretto e lungo e loro occupavano una tavolata davanti al bancone del bar con alcuni chiassosi amici, il concerto era elettrizzante e coinvolgente la gente era presa, applaudiva, fischiava, batteva i piedi, in mezzo al casino totale, lei, che ora leggeva gli uomini sotto un’altra luce , catturava le loro occhiate, le decifrava, fuggenti, intense, porcine.
Poteva quasi distinguere i loro pensieri, le pareva che nessuno di loro la valesse ,che nessuno avesse l’intensità necessaria per coinvolgerla, andò in bagno, quando ritornò al tavolo incrociò un uomo di poco più giovane di lei, con la barba di qualche giorno e i capelli in un affascinante disordine, quando si sedette girò lo sguardo, lui ricambiò e sorrise, un sorriso sornione da viaggiatore d’anime”..
Di lì a poco prese una decisione.
– Luca io sto in piedi, ho due orecchie come un panettone e mi pare che dietro si senta meglio.
– Ok, vuoi che venga a farti compagnia.
– No, se mi sento sola ti avverto o ritorno qui.
Si alzò e si diresse al bancone, ordinò un valpolicella superiore di Roccolo Grassi e si girò verso il complesso , in attesa.
Una voce alle sue spalle.
– Mario, che rossi hai.
– Fer! Che non vedi la lista sulla lavagna?! Là al solito posto!
– Dai dammi un consiglio!!
– Non rompere ho da fare.
Claudia guardava divertita i due.
– Sempre il solito stronzo abbandoni gli amici nel momento del bisogno.
– E chi ha detto che siamo amici? Eppoi mi hai appena dato dello stronzo.
– Ecco perso un amico.
Si rivolse a Claudia sorridendo.
– Frequenti brutti posti, puoi consigliarmi tu?
– Certo! Il valpolicella che ho nel bicchiere è ottimo, ma se preferisci qualcosa di meno strutturato puoi prendere un refosco, oppure prendi un merlot di Piovene pieno e complesso’..o
– Senti starei ad ascoltarti tutta la sera , hai una voce che è una melodia, ma io avrei sete e per simpatia prenderò il valpolicella , se possibile accompagnato ”da te!
– Per la compagnia non c’è problema, per il valpolicella devi rivolgerti all’oste.
– Io sono Fernando, Fer per gli amici.
– Bene! AlloraFer! Io Claudia.
Si allontanarono dalla calca e raggiunsero la saletta irlandese, una stanza arredata con due vecchie poltroncine ,alcuni sgabelli, un tavolino ovale ed uno specchio rettangolare, alcuni vecchi manifesti della guiness alternavano opere di ‘Tiscus’un eclettico artista vicentino.
Iniziarono un chiacchiericcio leggero, battute e sottintesi, lasciarono il posto a parole più ricche e profonde, le frasi potevano anche non avere senso, quello che aveva senso erano i piccoli segnali con cui comunicavano la loro attrazione, le dita di lei a tormentare una ciocca di capelli, le labbra di lui sul bordo del bicchiere si soffermavano sempre un po’ più del dovuto, la lingua di lei inumidiva le labbra i suoi denti le mordicchiavano lasciandole leggermente gonfie e di un rosso ardente, in attesa di un bacio ristoratore.
Il bacio venne dopo appena pochi minuti, lui si alzò in piedi, l’attirò a se dandogli quello che lei voleva, un appassionato, carnale, crudo e dolcissimo bacio, le mani di lui le stavano sfiorando i fianchi e il suo corpo rispondeva ad ogni tocco con un fremito, quando si ricordò dov’era e chi c’era di là.
– Fer non ti scandalizzare ma al mio tavolo oltre ad alcuni amici c’è anche mio marito.
– La cosa si fa sempre più interessante.
Disse lui, accarezzandole le natiche.
– No aspetta, prima devo farmi vedere se sparisco per troppo tempo potrebbe insospettirsi, adesso io vado di là, tra due o tre minuti tu appoggiati al muro in fondo alla sala, ok?
– Ok!
Claudia raggiunse il marito lo tirò a se e gli disse .
– Caro se vuoi goderti meglio lo spettacolo vai a metterti sul bancone nei pressi del muro in fondo e ricorda siamo solo amici”
Detto questo si alzò , lasciando Luca a dir poco allibito.
Raggiunse la toilette e si sfilò gli slip, non riconoscendosi ma pregustando quanto stava per accadere.
Al suo ritorno in sala Luca e Fer erano ai posti assegnati loro da Claudia, lei si avvicinò a Fer.
– Eccomi , mio marito è quello seduto di spalle con la camicia azzurra, fammi quel che credi, ma fa che non ti vedano né lui, né i suoi amici.
Suo marito, che era ad un metro da loro, sentì tutto ed il fatto che Fer fosse all’oscuro della sua reale identità e posizione, accrebbe a dismisura la sua eccitazione, sua moglie lo stava rendendo cornuto per la prima volta e lo aveva voluto fare in quella sorta di gioco complice.
Lei si girò dando di spalle a Fer, il quale le appoggiò le mani sui fianchi, intorno vi erano persone che danzavano, cantavano o battevano le mani, il ritmo era coinvolgente nessuno poteva immaginare quanto coinvolti fossero Fer, Claudia e soprattutto Luca, il quale era incapace di staccare gli occhi dal sedere di sua moglie, che si muoveva a tempo sull’erezione dell’altro uomo che la teneva su di sé.
La band attaccò una canzone avvolgente ‘ Le notti di maggio ‘ , lei smise di muoversi, le mani di lui scesero sulle sue rotondità seguendone dolcemente il profilo, le parole del brano accompagnavano i loro movimenti, parole che rimasero nella testa di luca ‘io conosco la mia vita e ho visto il mare e conosco l’amore per poterne parlare’ l’uomo aveva sollevato la gonna e adesso sondava il piacere di lei, lei che ascoltava la musica e ascoltava quelle dita sapienti sul suo clitoride, ‘ ma nelle notti di maggio non può bastare, la voce di una canzone per lasciarsi andare ,nelle notti come questa’ a Luca sembrava di avere una lente d’ingrandimento per quanto erano amplificate le sue sensazioni, vedeva le labbra di lei strette tra i denti, vedeva i suoi capezzoli eretti, poteva immaginarne la pelle intorno in tensione, a formare quelle piccolissime asperità dove la lingua di un uomo può raccogliere l’aspetto divino dell’animo femminile ‘ amore su quel treno senza ritorno, amore senza rimpianti e senza confronto’ lei era in deliquio sentiva le dita di lui all’ingresso della vagina cercare delicatamente un varco, bastò un piccolo movimento per sentirsele scivolare dentro, arretrò in modo che lui potesse muoversi senza darlo a vedere , lui la assecondò alternando la penetrazione ad un leggero tocco concentrico che aveva come fulcro il suo clitoride, le note delle canzone si chiusero su applausi e grida che coprirono appena il suo urlo represso, si sistemò la gonna e si avviò come se nulla fosse successo verso il tavolo dove Fer credeva vi fosse suo marito.
La vide parlare con più persone , immaginava che la serata si fosse chiusa lì, che lei sarebbe salita in auto con suo marito e che non l’avrebbe mai più rivista.
Quando la vide alzarsi e dirigersi verso il bagno la seguì, lei lo fermò.
– Senti Fer, mio marito adesso se ne và a casa, un amico si è offerto di accompagnarmi, il suo più caro amico per la precisione, il problema è che prima non l’avevo notato ma era piazzato giusto alle nostre spalle e ha visto tutto, non so esattamente dove voglia andare a parare, ma vuole che andiamo tutti e tre a casa tua.
Fer era alquanto sorpreso dal comportamento e dalle pretese dell’amico del marito, pensò ad un possibile ricatto, pensò anche che Claudia potesse essere d’accordo con il tipo per una rapina a casa sua, se avevano quelle intenzioni avrebbero trovato pane per i loro denti, in casa teneva nascosta un’arma e lui stesso era un’arma in quanto praticante da sempre le arti marziali.
– E’ una richiesta alquanto strana, ma d’altro canto strana è stata tutta la serata.
– Già è vero , io comunque salirò con lui e ti seguiremo.
Fer salì sul suo duetto d’epoca e loro si accodarono.
– Claudia! Che stiamo facendo?
Fino a quel momento Luca aveva seguito le istruzioni di sua moglie in silenzio.
– Andiamo a casa sua , tu sei un caro amico di famiglia che si è offerto di accompagnarmi, deciderai tu fino a che punto potrò spingermi.
– Ma?
– Hai dei dubbi?
– No è che mi sembra tutto così assurdo, intendiamoci sono ancora convinto, ma non ci siamo dati alcuna regola, siamo soli con quello sconosciuto e se fosse un delinquente? O peggio fosse malato?!
– Tutto potrebbe essere! Ma lui sembra un tipo a posto , staremo accorti.
Nel frattempo la spider di Fer si fermò davanti ad una struttura industriale, l’alto cancello scorrendo si apriva su di un rigoglioso giardino, su un lato una grande vetrata dava sul loft di Fer, scesero dalle auto Luca e Fer si presentarono studiandosi timorosi l’uno dell’altro, si accomodarono sul divano.
– Claudia mi ha detto che ci ha visto al bar!?
– Si, era uno spettacolo molto interessante’..
– Cosa vuole ora? Perché è qui?
– Perché non hai detto nulla a mio marito?
– Quante domande! Appena vi ho visto volevo andare da tuo marito e raccontargli tutto, ma poi sono rimasto a guardare e devo dire che raramente mi sono eccitato così, mai avrei pensato a te in questi termini, ed ora il motivo per cui sono qui! Voglio che finiate quanto avete cominciato e voglio assistere.
– Meno male credevo avesse intenzioni ricattatorie , per me va bene, anzi aggiunge un pizzico di perversione in più.
Claudia recitò la parte dell’incazzata.
– Sei un maiale e io dovrei mostrarmi nuda e lasciarmi andare davanti a te , ti rendi conto che poi ogni volta che ci vedremo io penserò a questo casino?
– Ti ci sei cacciata da sola in questo ‘casino’
Fer prese in mano la situazione.
– Claudia non esagerare in fondo è un segreto per tutti e due, pensa se sua moglie sapesse che si è divertito a guardarti mentre fai sesso con un altro?!!? Ricava il meglio da questo, hai due uomini che giocano in due ruoli distinti e tu sei l’oggetto dei loro desideri, tu sei la dea !
Sollevò le gonne di lei, lasciando alla vista di Luca le gambe di lei.
– Ecco offriti alla sua vista, non vedi che ti adora!?
Claudia guardò Luca effettivamente aveva un’espressione adorante ,Fer sembrava il tipo giusto per condurli oltre”.
Adesso sentiva il suo corpo pronto, vibrante di desiderio, sentiva le mani di Fer spogliarla delicatamente e gli occhi di Luca avidi del suo piacere, le sensazioni che ne ricavava alimentavano un fuoco che la avvolgeva delicatamente, ma inesorabilmente.
Luca poteva ammirare i seni di lei gonfi, stretti tra le mani di lui, la lingua di Fer indugiare su di essi, scendere sull’ombellico e farsi strada fino al bocciolo del suo fiore aperto, risalire nel percorso inverso fino ad incontrare le sue labbra , il suo collo, dapprima lei si affidò a lui, si sentiva come creta, malleabile, disponibile a diventare quello che lui voleva, quello che anche Luca voleva, non aveva mai staccato gli occhi da lui, neanche ora che la sua lingua assaporava la pelle di Fer, era golosa di quel gusto nuovo inebriante e quando le sue labbra si schiusero sul glande bastò che Fer lambisse una volta di più il clitoride perché venisse sulla bocca di lui scossa da un lungo fremito, emettendo un suono soffocato, quasi si vergognasse a provare piacere davanti a suo marito.
Non era certo paga, lo voleva nel suo grembo, ma prima lo voleva in bocca, voleva sentirne la consistenza, voleva scoprirne le fattezze, cominciò così uno scrupoloso lavoro di conoscenza, scese con la lingua fino alla base, lo leccò voluttuosamente, vi posò le labbra a sentirne le vene pulsanti, lo prese tra le mani lo lisciò più e più volte, affinché lo sentì suo.
Luca davanti a lei era inebetito, frastornato, continuava a deglutire, vorace e spaventato delle sensazioni che provava.
Claudia ora che si era deliziata di lui, sentiva crescere dentro il desiderio di essere posseduta violentemente, Fer parve leggergli nel pensiero, la tirò a sé e la impalò in piedi addosso ad una colonna, senza preamboli , entrò in lei muovendosi con forza, fino a che lei non si spense su di lui liberando un grido animale, stavolta senza remore e vergogne.
Quella notte durò ancora lungo, le sue urla riecheggiarono in ogni stanza, Fer si dimostrò un amante abile, insaziabile e fantasioso, suo marito rimase sempre in disparte, attento e silenzioso, quando Fer gliela riconsegnò .
– Spero si sia divertito?
– E’ stato uno spettacolo entusiasmante.
– Già la sua amica è proprio una donna speciale! Adesso è sotto la doccia, scommetto che se si presenta di là ha buone possibilità di concludere qualcosa anche lei.
– No! Stanotte ho soddisfatto le mie voglie, ed in ogni caso io posso rivederla ancora e magari averla, per lei invece il capitolo è chiuso, ha preso e dato molto ma purtroppo a meno di una casualità, solo per stavolta.
– Di cosa parlate voi due?
– Dell’evolversi degli eventi e della bella serata che abbiamo passato insieme a te, poi in macchina ti spiego, adesso è meglio che andiamo, sono le cinque e magari tuo marito si sta preoccupando un pochino.
– Addio mio bel Fer .
Le diede un lungo bacio di ringraziamento.
Una volta in macchina rimasero in silenzio per un lungo tratto, poi Claudia disse
– Era questo che volevi?
– In parte si, ed in parte no. Abbiamo necessità di stabilire delle regole per continuare in questo gioco.
– Non andava bene Fer?
– Si era perfetto! Ma non l’abbiamo scelto insieme e non ci siamo assicurati del suo stato di salute. Io tengo a te .
– Hai ragione! E allora cosa pensi di fare?
– Semplice, stabilire delle regole e non trasgredirle, in qualche maniera queste regole ci dovranno impedire di fare cazzate e blindare il nostro rapporto.

Fine

P.S.
Non so se Claudia e Luca abbiano dato seguito alle loro fantasie o se addirittura queste abbiano minato il loro rapporto, quello che spero è che prendano il coraggio di affrontare la loro sessualità senza tabù e pregiudizi, amore a prescindere.

Al solito sono graditi commenti, consigli e insulti .
Anicestellato17@libero.it

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