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Racconti Erotici

Lo Spirito natalizio

By 24 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Sì, oramai lo sapete, non amo particolarmente il Natale (v.racconto dello scorso anno ). Però, durante lo straziante periodo ogni tanto avverto dei momenti speciali, quelli in cui la magia del Natale ti sfiora quando meno te l’aspetti e ti becca all’improvviso, lì di sorpresa, spalle al muro.
Magari è lo scintillio di una decorazione, un luccichio di glitter in un attimo in cui la mente è libera di vagare a briglia sciolta e un po’ ti commuovi. Sì, ti commuovi perché tutti attorno a te fanno del loro meglio per renderti felice e farti sentire il loro affetto, in un modo o nell’altro. Ripensi a come è trascorso l’anno che sta per concludersi, alle piccole grandi soddisfazioni, alle persone che hanno creduto in te e ancora ci credono e zack, la magia del Natale ti ha commosso il cuore. è un istante ma ti resta dentro, un istante in cui sei sola con le tue emozioni anche se sei in mezzo a tanta gente, un po’ come se tutto si fermasse e tu guardassi il mondo con occhi diversi, per un momento.
Scrivere mi ha dato la forza di credere in me, e di superare momenti difficili, essere pubblicata mi ha fatto capire che a volte occorre essere un po’ meno insicuri e avere il coraggio di osare, scrivere ti carica l’anima e i lettori ti coccolano il cuore con la loro presenza, i commenti, le recensioni, quindi dico grazie a tutti. E sì, questo è uno di quei momenti…
Be’ non durano mai a lungo. Poi passano, il tempo torna a scorrere impietoso e ti ritrovi in un centro commerciale con le musichette natalizie in sottofondo, a lottare con una signora dai capelli laccati quasi come Big Jim, per l’ultimo cesto natalizio e tutto lo spirito gioioso e scintillante di cui sopra sembra trasformarsi in una parolaccia che minaccia di farsi sempre più trucida. Però poi capisci che Natale è anche condivisione, amore, pazienza…
Quindi fai gli occhioni da cucciolo e chiedi a Mrs Big Jim che non molla l’ultimo cesto: ‘Signora è Natale sia buona: lo lasci a me!’ (Senza parolacce però!! Ho fatto del mio meglio!)
Vì: ‘Se vogliamo dire così!’
Sì, vogliamo, cazzo. Ah eccola la parolaccia, però ha il cappellino natalizio sulla C!
Lei, pervasa dallo spirito natalizio equiparabile al mio, desiderosa di avere il cesto, non molla la presa e millanta di averlo visto per prima. La sola idea di andare in cerca di un cesto da un’altra parte, in un altro posto pieno zeppo di gente, è agghiacciante per me. E allora sfodero il peggio di me, lascio il cesto e mormoro: ‘Lo prenda lei, intanto ho visto che la confezione del panettone sembra tutta rovinata sul lato, vede qui?’
Lei esita e io ne approfitto. ‘Grazie eh, Buon Natale!’ La signora sbuffa, indispettita.
Dopo mi sento una pessima persona per quasi cinque minuti, poi penso che devo ancora fare il giro dei parenti da augurizzare e mi sento una martire, inizio a pensare che preferirei essere sfraccagnata da un asteroide, lì mentre sono in coda alla cassa fra bambini urlanti e persone, che più che pervase dallo spirito natalizio sembrano più che altro pervase dalla fretta. Hanno lasciato troppe cose da fare all’ultimo momento.
Vì: ‘Proprio come te!’
Già, quest’anno ho lasciato tutto all’ultimo, non sono partita in anticipo come sempre e capisco che sarà l’ultima volta che lo farò e al contempo mi ricordo perché non l’ho mai fatto. Le persone sembrano insofferenti e stremate, la coda lunghissima. Cavolo, siamo tutti sulla stessa barca e al momento stiamo navigando in un fiume di merda.
Forse mi rammollisco perché mentre mi guardo attorno incrocio lo sguardo della signora cui ho subdolamente soffiato il cesto, è in coda alla cassa dei 10 articoli. Dovrei lasciarlo a lei. Mi sento nuovamente preda dell’ambaradan natalizio, dell’emotività di cui vi parlavo prima. Mi allontano dal mio prezioso posto alla cassa e mi avvicino a Mrs Big Jim. Lei mi guarda torva, stringendo al petto quelli che dovrebbero essere 10 prodotti e invece mi sa che sono ben di più. Forse teme che glieli possa portare via. Arriccio il naso, lei mi squadra da capo a piedi, e io lì, tutta nera, con il berretto nero con le borchie da bad girl sospiro e le dico: ‘Le chiedo scusa, forse lo aveva visto davvero prima lei questo cazzo di cesto.’ Lei annuisce scocciata. ‘Be’ lo prenda lei allora, io mi arrangerò con altro e Buon Natale’ mormoro mentre Vì mi sghignazza nelle sinapsi.
La Signora guarda il cesto con concupiscenza. In sottofondo Mariah Carey canta: ‘… and all I want for Christmas is youuuuu’, quel maledetto spirito natalizio mi fa credere per un attimo che l’abbia scritta pensando proprio al cesto. Forse sto andando fuori di testa, mi viene da ridere e mi sento anche buonissima, proprio con un’aureola in testa. Ecco il significato del Natale, cercare di essere un po’ più disponibili verso gli altri e…
‘No, grazie. La confezione del panettone è tutta rovinata lì dietro, se lo tenga e pure!’ Sbotta. Io la guardo allibita e lei aggiunge. ‘E Buon Natale!’ Ma non suona come un augurio, pare una minaccia.
Una brutta minaccia.
Deglutisco.
Vì sghignazza sempre più forte.
Lo spirito natalizio è infido e ti pugnala alle spalle se non ci stai attenta, porta troccola! Dovrei vaccinarmi!
Forse non lo voglio nemmeno io questo dannatissimo cesto.
Lo riporto indietro. L’avrei lasciato lì ma sempre per lo spirito che mi ha pervasa in modo abusivo, non mi sembra giusto, quindi sgomito fra le persone e lo rimetto dove era prima. In un attimo qualcuno lo agguanta.
‘La confezione del panettone è rovinata’ borbotto piano. Nessuno mi sente, sbuffo. E adesso cosa regalo a mia zia?
Incurvo le spalle ed esco dal centro commerciale con la mente vuota, arrivo fino al parcheggio, non trovo neanche la macchina, ma dove diavolo l’ho parcheggiata? Le lucine natalizie e gli addobbi sembrano sfottermi. E ora dove vado a sbattere la testa, il tempo stringe! Poi un’illuminazione! Torno indietro e mi caccio in parafarmacia. è zeppa pure questa. Ma si devono ammalare tutti a Natale?
Quando finalmente tocca a me acquisto la prima cosa che mi viene in mente per mia zia: una confezione con un aggeggio per ‘piallare’i calli. Mentre lo pago mi sembra azzeccatissimo, mai regalo è stato più azzeccato: lei si lamenta sempre per i calli.
Mezz’ora dopo, quando capisco dovo ho lasciato l’auto e ci salgo sopra, quel regalo mi sembra un’emerita stupidaggine. Sospiro e maledico lo spirito natalizio per l’ennesima volta.
Oramai però è tardi, devo fare il giro consegna regali ai parenti e ho ancora qualche acquisto da fare. Quando arrivo a casa di mia zia e le porgo il regalo mi sento l’ultimo dei vermi. ‘Aprilo domani!’ le dico con un sorriso che sembra una paresi. (Domani quando non ci sarò e non vedrò la faccia che farai, ti prego!)
Lei lo apre subito, mentre lo scarta rimpiango il cesto con il panettone ammaccato.
‘Cos’è?’ mi chiede con un mezzo sorriso indeciso.
Vì: ‘Una cagata pazzesca!’
‘Ehm, zia, è un apparecchio che va a pile per… per rimuovere i calli.’ Sì, sono arrossita, sono molto natalizia ora, quasi lampeggio.
Lei mi guarda e vedo che ha gli occhi lucidi. ‘Ti sei ricordata che mi danno sempre fastidio i calli!’ esclama tutta felice.
Merda, ho anche io gli occhi lucidi, vaccinatemi contro lo spirito natalizio, adesso! Mi fa paura!
‘Sì, be’… certo che me lo ricordavo, zia’ mormoro frastornata. A me pareva una cosa ovvia ricordarselo. Lei mi abbraccia. Non so se userà mai quell’apparecchio, ma so di averle regalato uno di quei piccoli momenti, quelli in cui capisci che la cosa importante, durante le feste e non, è sapere che qualcuno pensa a te, che in qualche modo si ricorda di te, di come sei, e ti vuole bene per tutto l’anno. E Natale è solo l’occasione per rendersene conto o per farlo sapere a chi ti è vicino.
Dopo avere salutato mia zia mi tuffo di nuovo nel traffico… è un brutto momento, devo scegliere il regalo per il Mastino, aiuto! Sospiro, Vì mi sussurra qualcosa nell’orecchio. Sorrido.
Sì, penso che andrò a prendere un altro aggeggio per il calli, non so se lei li abbia ma mi ero ripromessa di non fare più le cose all’ultimo momento, quindi in caso le venissero sarà preparata!
Il mio cinismo mi strizza l’occhio, mi era mancato. Sollevo gli occhi verso i balconi della via che sto percorrendo, ci sono tantissimi Babbi Natale finti sistemati sui balconi, pupazzi che sembrano scavalcare per entrare… alcuni anche per uscire, uno pare impiccato, forse lo spirito natalizio non è così contagioso come pensavo.
Vero Vì?
Vì: ‘Pernull’affatto!’
Buon Natale, eh! Merry Christmas and sexy new year!

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