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Lui & Lei

By 5 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Si erano conosciuti da poco, entrambi studenti universitari in erasmus…
Frequentandosi quasi per caso: stessi corsi, poca compagnia date le prime difficoltà dettate dall’ostacolo linguaggio; come si sa gli italiani non sono generalmente molto ferrati in inglese, al contrario degli studenti stranieri che decidono di intraprendere un percorso di formazione extranazionale.
C’era però uno strano e intenso feeling, forse lo stesso senso dell’umorismo, o il condividere una situazione in fondo simile, e poi quel sentore di libertà dato dal trovarsi tra gente sconosciuta e in un paese a cui di te non resterà che un ricordo.

Iniziò a fantasticare sul’idea che lei in una vita precedente fosse stata un uomo…mmmh…solo un uomo poteva sapere con tanta precisione come trattare un cazzo….mmmh…o forse ne aveva visti a centinaia per conoscere così bene i dettagli del piacere….oh siiiiì…era come se avesse due bocche e quattro mani: adesso il suo indice scorreva piano su e giù lungo l’asta, mentre altre dita gli solleticavano da sotto lo scroto…ah ah ah…. adesso ci stava godendo anche lei e con ciò aumentava di intensità: alcune lappate alla cappella, poi stretta nel risucchio delle labbra mentre le mani gli accarezzavano il basso ventre…difficile trattenere l’orgasmo, sempre di più…due dita strette intorno alla base del cazzo, l’altra mano in un veloce su e giù e continui, umidi baci sulla punta… poi in bocca, vortice di lingua e movimento sempre più convulso…mugolii…tutti i muscoli tesi …e finalmente lo spasmo liberatorio di un agognato orgasmo..

S’incontravano sempre più spesso e trascorrevano quasi tutto il loro tempo libero insieme: a volte passeggiando in silenzio per i viali del parco, altre volte chiaccherando per ore davanti a una tazza di thé; o entrambi in palestra, accomunati dalla cura per due fisici giovani e ben modellati.

Come poteva un così bel ragazzo sostenere di aver avuto solo due storie diverse, con proporzioni quasi divine, muscoli evidenti ma non ostentati… A guardarlo sulla panca concentrato nello sforzo che gli imponeva il bilanciere le era venuta voglia di scivolare su quel petto robusto e glabro, farsi stringere da braccia decise, percepire tutto il suo calore, ma c’erano molte altre persone e sarebbe stato quantomeno sconveniente.
Si limitò a immaginare di sdraiarsi su di lui, essere sollevata in un abbraccio conturbante, mentre le loro lingue avrebbero condiviso l’eccitazione con parole mute ma cariche di sensualità, le mani di lei si sarebbero perse a esploare spalle ben definite per poi scendere lungo fianchi tonici e fermarsi, abbrancate, su un culo sodo. Certamente a questa situazione sarebbe corrisposto almeno un parziale irrigidimento dell’arnese di cui andavano entrambi fieri, lui per saperlo usare con maestria e per tempi invidiabili, lei per averlo scoperto in mezzo alle gambe di un ragazzo timido e riservato.
Ora la sala attrezzi andava svuotandosi, e anche loro, tra poco sarebbero usciti; nessuno, grazie al cielo, pareva aver notato i capezzoli che le puntavano sul top mentre pedalava sulla cyclette con sempre maggiore intensità per rintuzzare le fantasie ed evitare un inumidimento degli hot pants che poco avrebbe avuto a che fare col sudore.

Serviva proprio una doccia fresca per tornare alla realtà e andarsene più rilassata, ma gli eventi giocavano contro: lo spogliatoio femminile era deserto e dato che era prossimo l’orario di chiusura nessuno l’avrebbe disturbata per entrare a cambiarsi; quando balenò quest’intuizione il desiderio represso ebbe il soprovvento.Ci volle poco a rimanere nuda e abbandonarsi ai fremiti sotto un getto d’acqua vaporosa che conferiva all’ambiente un aspetto quasi surreale: il seno attendeva solo un tocco leggero, poi di essere soppesato e stuzzicato…ma le mani non potevano indugiare ancora per molto, presero a scorrere convigore tutto il busto e le natiche, a seguire un abbraccio e poi la meta ambita: dall’interno della coscia il medio risalì fino ad insinuarsi in una fessura calda e accogliente mentre il palmo sfregava il clitoride e l’atra mano si alternava tra i due capezzoli. Strinse gli occhi e quasi le mancò il respiro quando la raggiunse la vetta del godimento, per un attimo il tempo si fermò e appena si riprese dovette metterci del suo per non carambolare sul pavimento; si sentiva quasi svuotata dalla fretta brutale della masturbazione, le guance arrossate e le gambe molli.
Qualche bel respiro a fondo, asciugarsi i capelli, vestirsi con calma per tornare alla realtà e affrontare il mondo che fuori l’attendeva.

oltremodo@erositaly.org

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