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mamma avvocato … cap. 3

By 21 Giugno 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Sì, lo so, &egrave immorale, &egrave illegale, &egrave assurdo … ma non mi importa nulla, sono felice e appagata, solo questo mi importa.
Qualche giorno fa &egrave passata a trovarmi in studio la mia amica Marta, voleva portarmi a pranzo fuori.
– Ciao, ti vedo radiosa e sono arrabbiata con te. Sei sparita, scomparsa. Sono dovuta passare da studio per obbligarti a vederci.
– Marta, non te la prendere, sai che il lavoro mi prende ogni istante della giornata.
– Tu non me la racconti giusta !!! Secondo me hai un nuovo compagno di giochi !!!
La figa ebbe un sussulto al pensiero dell’ultimo w.e. passato con Roberto. Negai vigorosamente e cambiammo argomento. Fu una splendida occasione per passare due ore spensierate.
Di ritorno dal pranzo, per strada, vidi un negozio di intimo e colsi l’occasione per prendere qualcosa di nuovo. Tornata a studio aprii la confezione, tirai fuori perizoma reggiseno e calze. Tutto bello, bellissimo, costosissimo … però c’era qualcosa che non mi soddisfaceva, sembrava tutto scontato, tutto visto e rivisto. Rimisi tutto dentro e con questa sensazione di incompiuto mi misi a lavorare.
Nel tardo pomeriggio mi venne in mente di cercare qualche idea stuzzicante e cominciai a gironzolare sui siti di ecommerce, dopo pochi clic mi si aprì un mondo fatto di tutine, vestiti a tema, guepiere, insomma tutto il necessario per far morire un uomo. Feci degli acquisti, un paio di tutine a figura intera e un paio di guepiere di cui una in pelle, entrambe con calze e tanga annesso.
Era mercoledì, sarebbe arrivato tutto entro venerdì, giusto in tempo per il w.e. da mio figlio.
Ricominciai a lavorare completamente rinvigorita e con la patatina in subbuglio, sapevo già che una volta a casa avrei dovuto accontentarla.
Arrivò tutto come previsto il venerdì mattina, il pomeriggio ero già in macchina alla volta di mio figlio, le tre ore e mezzo di macchina volarono, arrivai quando lui come da programma era ancora in facoltà.
Mi trasformai in massaia e schiava, ripulii e sistemai tutto. Riuscii a fare la doccia prima di vederlo arrivare.
Come sempre rimasi senza fiato nel vedere quella montagna che si avvicinava e mi stringeva, ogni giorno che passava si faceva sempre più uomo e meno ragazzino.
Le sue mani cominciarono a rovistare il mio corpo, bramose di possedermi, lo sentivo ansimare, non era un figlio che salutava sua madre, era un uomo in piena trance sessuale.
Con una mano tirò fuori il suo cazzo già sulla via della completa erezione e con un sussurro ‘succhiamelo mamma ..’, mi misi in ginocchio e cominciai a leccarlo con la massima devozione possibile ma facevo fatica, non riuscivo ad arrivare comodamente con la bocca al suo cazzo, era troppo alto. ‘Siediti sul divano ‘ ‘ gli dissi.
Lo fece e così potei intrufolarmi con più comodità tra le sue gambe e ricominciare a fargli il pompino.
‘sai mà che sei la più brava che conosco ‘.’
‘mmm ‘ lo dici solo perché ora sono qui inginocchiata a succhiartelo ‘ ci fosse un’altra le diresti la stessa cosa!!!’
‘no mà ti giuro ‘ nessuna &egrave brava come te ‘ ieri Laura mi ha fatto un pompino ma mi ha fatto un male cane e per venire ho dovuto segarmi da solo!!’
Laura &egrave la sua nuova fidanzatina, &egrave abbastanza carina e ha un corpo ancora un po’ acerbo visto che ha solo 19 anni. Sembra che abbia perso la verginità da poco e che non sia molto esperta a letto, ma questa considerazione l’ho dovuta contestare a mio figlio, non può confrontare quello che fa con me con quello che fa con una ragazza di 19 anni, &egrave scorretto.
Mi alzai, gli diedi un bacio mentre le sue mani rovistavano sotto la gonna in cerca del mio culo.
‘Sbrigati, preparati che ho prenotato per cena fuori ‘ ‘
Mi rifeci il trucco e senza farmi vedere sotto il tubino nero indossai una delle tutine a corpo intero che avevo comprato, completai il tutto con tacchi alti e un filo di trucco.
A cena fu galante come sempre, facendomi sentire desiderata comportandosi da vero signore, mai una parola sguaiata o fuori posto, mai un gesto volgare.
Tornammo a casa, andò in bagno e sentii che si era infilato sotto la doccia. Quando uscì vide quello che gli avevo preparato, il mio corpo fasciato nella tutina.
La distanza tra noi era di pochi metri che percorse con pochi passi, ma in quel piccolissimo lasso di tempo, il suo cazzo raggiunse un’erezione imponente.
Ero seduta sul letto, la bocca e gli occhi fissi sul suo pene, senza aspettare un attimo ricominciai il pompino interrotto prima di cena, era duro come un pezzo di pietra, caldo come lava fusa.
Entrava e usciva dalla mia bocca riempiendomela a forza, sentivo la sua cappella colpirmi il fondo della gola, mi faceva soffocare. Lo volevo, lo desideravo, avevo bisogno di farmi prendere sguaiatamente, farmi scopare, farmi usare. Senza guardare allungai una mano e aprii il comodino dove sapevo conservava l’olio per massaggi che usiamo come lubrificante. Cominciai a stenderlo sul suo cazzo con una masturbazione lenta, aggiunsi olio finché cominciò a gocciolare per terra.
Sapeva cosa doveva fare, sapeva cosa volessi da lui.
Mi misi a pecorina sul letto mostrandogli l’apertura della tutina in corrispondenza del culo.
Sentii le sue mani cominciare a carezzare tutto, cosce, culo, fianchi, schiena. Mise dell’olio sul mio orifizio e lo spalmò usando la cappella, ne mise finché anche io sentii gocce di olio scendermi lungo il solco del culo fino a raggiungere la figa.
In quel momento cominciò a spingere, la cappella fu dentro, poi cominciò a spingere ancora di più fino entrare per poco più di metà del suo cazzo.
Erano mesi che venivo inculata da quell’arnese ma non mi ero ancora abituata alle dimensioni, mi spaccava ogni volta, mi toglieva il respiro.
‘ahhiii fai piano ‘ piano ‘ mi spacchi ‘ aspetta che si allarghi un attimo ”
‘sì scusa mamma ‘ scusa ‘ ‘
Dopo qualche minuto, tutto era superato e chi ci avesse visto, sarebbe stato spettatore di una scena incredibile. Un gigante che si inculava una donna senza curarsi di nulla.
Sentivo il suo cazzo riempirmi il culo lasciandomi senza fiato, non parlavamo, solo gemiti, solo grugniti animaleschi.
Andava avanti e indietro tenendomi bloccata per i fianchi, mi martellava il culo senza sosta, stringevo i denti per non urlare, le mani stringevano le lenzuola, il rumore dei suoi fianchi che sbattevano sul culo mi mandava in estasi. Fu un attimo, i suoi colpi erano diventati più ritmici e più profondi, si fermava un attimo ogni volta che arrivava in fondo. Sentii la sborra calda che usciva e riempiva l’intestino, due tre, quattro colpi profondi, altrettanti schizzi dentro di me. Passata l’eccitazione del momento cominciai a sentire dolore, soprattutto quando lo tirò fuori nonostante l’attenzione che ci mise. Consapevole di quanto fossero sproporzionate le dimensioni.
Andò in bagno per ripulirsi e farsi un veloce bidet, io feci altrettanto con delle salviettine.
Tornò in camera trovandomi ancora in preda agli ultimi spasmi di dolore: ‘grazie mà ‘ so quanto ti faccio male ‘ ma il tuo culo &egrave fantastico, Laura dice che non me lo darà mai perché ha paura che le possa fare molto male.
Cominciammo a chiacchierare, di Laura e dei loro rapporti sessuali, mi confidò che quella ragazza gli piaceva ma che avevano grosse difficoltà viste le tante ritrosie di lei. Purtroppo il problema era sempre il medesimo, confrontava il sesso fatto con una donna adulta con quello fatto con una donna giovanissima.
Eravamo nudi, un attimo di silenzio e lo colsi che fissava il mio seno attraverso il pizzo della tuta. Fu così che senza dire nulla mi stese sul letto salendomi sopra, sentii che con una mano guidava il suo cazzo nella penetrazione, ero bagnatissima, sentivo ogni minima variazione di forma, ogni vena, mi riempiva tutta.
La scopata cominciò lenta, per poi giungere ad essere una veloce, senza sosta, sentivo le sue mani sul seno, sul viso, sui fianchi a tenermi ferma mentre mi martellava nella fica, quel peso sopra soddisfaceva ogni mio desiderio di essere posseduta.
Si sfilò e si stese sul letto, invitandomi a cavalcarlo. Così feci. Ero io ora che guidavo, sentirlo dentro era qualcosa di magnifico, il cazzo me lo sentivo fino dentro allo stomaco tanto era lungo e grosso.
Salivo e scendevo gustandomi ogni centimetro del suo cazzo, ero persa nella follia quando la suoneria del suo cellulare ci interruppe ‘ era Laura, la sua fidanzata ‘
In quegli attimi fui persa, era come se ci avessero scoperto, ero in preda al panico, volevo sfilarmi da lui, volevo scappare per rivestirmi, era come se tutta la ferocia dell’assurdità di quello che stavamo facendo si concretizzasse davanti a quel cellulare che squillava.
Le sue mani mi bloccarono per i fianchi sopra di lui e ricominciò a scoparmi mentre il cellulare si ammutoliva, mi rilassai e nuovamente mi mossi per continuare la scopata.
Il cellulare suonò ancora, allungò una mano, lo prese e aprì la comunicazione.
‘Ciao Laura ‘ scusa avevo lasciato il cellulare nel giubbotto ‘ finch&egrave sono arrivato ha smesso di suonare ”
Parlava con lei mentre mi scopava ‘ come se niente fosse ‘
‘Sì mia madre &egrave di là che dorme ‘ era stanca ‘ mi ami? Quanto mi ami ? ‘.’
Diceva quelle cose alla sua ragazza mentre con il cazzo si scopava sua madre. Se così doveva essere, volevo che fosse così anche per me. Gli tolsi le mani dai miei fianchi e cominciai un balletto fantastico infilzata su quel palo di carne. Voleva quello e quello gli diedi.
Lui parlava con Laura mentre lo cavalcavo dolcemente, follemente, decisi di prenderglielo in bocca pieno dei miei umori, grosso per l’eccitazione aggiuntiva della telefonata della sua ragazza. Come se la trasgressione dell’incesto non fosse sufficiente.
Si salutarono, chiuse la conversazione. Mi rimise sotto e mi portò all’orgasmo scopandomi come poche altre volte era stato capace, riempì di sborra la figa da cui era nato.
Quella notte, mi riempì altre due volte. Con la figa dolorante per lo sfregamento tentai invano di addormentarmi, pensavo a quello che era accaduto. Sentire una donna innamorata che parla al telefono col suo fidanzato, ignara del tradimento in atto, e che quel tradimento avveniva con la mamma mi gettava in uno sgomento totale.
Forse era il mio nervosismo, forse il fatto che mi voltassi più volte nel letto, accadde che quelle notte si svegliò e fraintendendo il mio essere sveglia prese a carezzarmi la schiena. Mi divincolai ‘ ‘domani tesoro, dormiamo ora che domani abbiamo tante cose da fare ‘ ‘
‘ok mà ‘ va bene ‘ buona notte ‘
‘buona notte, a domani ‘ ora dormi ‘ senti ‘ dovremo invitare Laura a casa, potrebbe cominciare a odiarmi se ti tolgo a lei quando sono qui ‘.’
‘Ok mà ‘ però domani mi ridai il culo? ‘ hai un culo fantastico !!! ‘ magari prima che viene Laura’
‘domani ci pensiamo ‘ notte !!’

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