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Maria….maria

By 7 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Cercavamo un alloggio in una zona della città che fosse più comoda per il lavoro di entrambi, decoroso e possibilmente in buono stato. Viviamo in una grande città del nordovest, per cui trovare casa in affitto non &egrave sempre facilissimo.
Dopo un po’ di ricerche trovammo un appartamento nella zona ovest della città. Il proprietario era un signore anziano, pieno di soldi, figli professionisti affermati ed interessato solo a riscuotere mensilmente l’affitto da tutti gli inquilini, in quanto era proprietario di tutto lo stabile, locali dei negozi compresi. La manutenzione dello stabile era affidata ad un signore che abitava l’appartamento adiacente al nostro, in cui viveva solo in quanto sua moglie era mancata qualche anno prima e la sua unica figlia trentenne viveva in un paese della provincia con suo neo-marito.
Questo signore si chiamava Romano, età circa 60-65 anni ma molto ben portati. Un bel fisico asciutto, un uomo distinto, educato e comunque piacente nonostante l’età. Non ho mai approfondito la conoscenza personale, doveva essere pensionato o un ex-muratore, in quanto sapeva fare di tutto. Per qualsiasi problema bastava chiamare lui e lo risolveva. Da un tubo che perdeva, all’ascensore bloccato, le serrature delle porte, infissi e quant’altro. Un bel tipo, con l’aria un po’ vissuta di chi ha lavorato tanto ma piacente e molto educato.
La nostra stanza da letto confinava con la sua, ci divideva un muro, per cui avevo sempre avuto il sospetto che le scopate con la mia compagna fossero udite dal signor Romano, sebbene Maria non &egrave solita urlare, ma comunque un po’ di rumore lo fa, specie quando &egrave particolarmente eccitata. Non avevo mai potuto appurarlo, ma il dubbio che potesse sentirci l’avevo. E sinceramene questa cosa non mi interessava più di tanto, anzi un po’ mi eccitava, quando ci si incontrava sulle scale erano sempre sorrisi e gentilezze, ed avevo notato che il suo sguardo spesso cadeva discretamente e quasi timidamente sulla mia compagna e sulle sue tette o il suo culo.
Un giorno, dopo circa 6 mesi che vivevamo in quell’alloggio, notai sul muro dietro la lavatrice una chiazza nera di muffa. Subito chiamai il proprietario per farglielo presente e per provvedere alla riparazione, nel caso ci fosse una perdita.

Mi disse che la sera seguente sarebbe venuto a dare un’occhiata e infatti, la sera dopo si presentò a casa col signor Romano. Eravamo in casa sia io che Maria, lei indossava un pantaloncino corto tipo ciclista ed una maglietta da palestra smanicata. Non aveva niente di troppo sexy, ma quel pantaloncino corto disegnava perfettamente le forme delle sue intimità, era chiaramente visibile il gonfiore della fica e si vedeva benissimo il segno delle mutandine, inoltre, essendo senza reggiseno, le punte dei capezzoli erano abbastanza nette sotto la maglietta. Insomma, un normale abbigliamento da casa, ma che comunque creava qualche effetto.
Notai che lo sguardo del signor Romano indugiava spesso sulle parti della mia compagna, anche se lui cercava di non farlo notare. Ad un tratto, per verificare il problema, il signor Romano si piegò sulle ginocchia, arrivando con il suo viso in corrispondenza della fica di Maria che era in piedi di fianco a lui. Era a 10 cm dalla sua fighetta, sono certo che poteva anche sentirne l’odore ed infatti si girava spesso verso di lei. Io ero alle sue spalle e Maria, forse accortasi della situazione un po’ imbarazzante, si piegò sulle ginocchia anche lei per constatare il danno. Così facendo, la stoffa dei suoi pantaloncini entrò nella fessura evidenziando nettamente lo spacco della sua fica. Nemmeno questa visione sfuggì al signor Romano, ormai rosso in viso. Finita la verifica si rialzò e potei notare un bozzo nei suoi pantaloni, perché chiaramente il signor Romano si era eccitato. Maria non ci fece caso, ci mettemmo d’accordo col vecchio che il giorno successivo sarebbe tornato con l’idraulico per vedere cosa fare. Ci salutammo e la cosa sembrò finire lì. Il pomeriggio successivo, puntualissimo, il signor Romano si presentò da me con l’idraulico. Maria era vestita con un pantalone di una tuta da ginnastica aderente sopra ma largo sulle gambe, ed una canotta con bretelline, anche stavolta un normale abbigliamento da casa, ma le sue forme erano molto evidenti, specie il gonfiore della fighetta e il segno delle sue mutandine sul culo. Mentre io rimasi solo in bagno con l’idraulico per dare un’occhiata al problema, Maria si offrì di preparare un caff&egrave e andò in cucina. Il signor Romano la seguì con la scusa di dover dare un’occhiata agli infissi della finestra. Seguendola non gli staccava gli occhi dal culo, Maria camminava davanti a lui e il segno dei suoi slip sotto la tuta era molto evidente. Lasciai passare qualche minuto, sentivo Maria armeggiare coi fornelli, chiacchierando col signor Romano. Silenziosamente mi recai in cucina, Maria stava cercando di prendere il barattolo del caff&egrave che era in alto, e così facendo si allungò, facendo salire su involontariamente l’elastico degli slip, che venne fuori dalla tuta per parecchi centimetri. Il signor Romano non credeva ai suoi occhi, era alle spalle della mia compagna e fissava le sue mutandine colorate che le coprivano a stento il culo, e forse senza rendersene conto aveva portato una mano sul pacco, forse per sistemarselo, già gonfio. Vista la difficoltà di Maria nel raggiungere il barattolo di caff&egrave, il signor Romano si offrì di aiutarla:
– Lasci signora, lo prendo io’ –
e così dicendo si appoggiò alle spalle della mia signora, aderendo al suo culo, col cazzo probabilmente duro. Rimasero un po’ troppo in quella posizione, a questo punto io entrai e subito il vecchio si staccò. Erano entrambi rossi e il gonfiore nei pantaloni del signor Romano era molto evidente. Il porco aveva il cazzo duro, il contatto con la mia compagna l’aveva eccitato. Maria senza dire niente si sistemò la tuta e iniziò a preparare il caff&egrave, farfugliando qualcosa. Restammo lì a parlare del più e del meno intanto che l’idraulico faceva il suo lavoro. Terminata la riparazione, l’idraulico andò via, restammo col signor Romano che ci disse che voleva tornare a mettere a posto una finestra che aveva notato essere un po’ rovinata. Mi sembrò tanto una scusa, infatti non la bevvi. Gli dissi comunque che per me andava bene:- Si metta d’accordo con mia moglie, io non potrò esserci perché lavoro’ – dissi io. Si misero d’accordo per l’indomani mattina, e il signor Romano andò via.
Era evidente che Maria era rimasta turbata da quel contatto col pacco del signor Romano, la vedevo diversa, sovrappensiero, con lo sguardo un po’ perso. Quella sera facemmo l’amore e lei era più porca ed eccitata del solito. Godeva a voce alta, cosa che non faceva quasi mai, e mi incitava a prenderla, a sfondarle la fica urlando. Volle anche che la inculassi, ed io ovviamente obbedii con piacere, adoravo il suo culo e il piacere che sapeva darmi, specie quando le sborravo dentro. La penetrai nel culo, ebbe un orgasmo molto potente mentre la possedevo, toccandosi la fica con la mano destra, si infilava due dita dentro, poi le tirava fuori e si sgrillettava con foga mai vista, venne ansimando forte ed urlando, quasi come se volesse farsi sentire’ Io pochi secondi dopo il suo orgasmo la inondai con una potente sborrata nel culo. Stanchi ed appagati ci addormentammo. La mattina seguente mi svegliai presto per andare al lavoro, e la lasciai ancora dormire. Uscii di casa, feci colazione al bar, un breve giro in macchina, per perdere un po’ di tempo’ dopo circa un paio d’ore tornai a casa. Mi accostai piano alla porta e non sentivo nessun rumore. Entrai pianissimo, senza fare il minimo rumore, e iniziai a sentire qualcosa. Erano rumori e suoni inequivocabili, qualcuno stava ansimando. Sempre senza farmi notare mi diressi verso il soggiorno. Il signor Romano era seduto sul divano, senza pantaloni a gambe larghe, e Maria gli stava succhiando il cazzo. Anche se sessantenne il signor Romano aveva un cazzo di dimensioni notevoli’era molto dotato. Il suo cazzo era lungo e grosso più del mio, la sua cappella era lunga e grossa, e vedevo che Maria faceva una certa fatica ad infilarselo in bocca. Lui le spingeva la testa verso il basso, lei leccava e succhiava, la cappella spariva nella sua boccuccia per poi riemergere lucida e bagnata’
– Si, succhia’ brava così’ sapessi quante seghe mi sono tirato quando ascoltavo le vostre scopate’ urlavi mentre fottevi tuo marito e mi facevi arrapare, Adesso succhiamelo, brava si’ –

I miei sospetti erano giusti, il vecchio ci aveva sentiti, e chissà da quanto tempo desiderava impalarsi la mia compagna! Il cazzo di Romano cresceva ancora, adesso era davvero grosso, doveva aver raggiunto il massimo dell’eccitazione’ Infatti tirò su la testa di Maria che con uno schiocco lasciò la presa del cazzo dalla sua bocca. La tirò a se e la fece sdraiare sul divano. Le sfilò i pantaloni del pigiama e le mutandine, le divaricò le gambe ed iniziò a leccarle la fica completamente depilata. Notavo un certo imbarazzo in Maria, ma dopo qualche leccata del vecchio la troietta sembrò sciogliersi. Ansimava e godeva, spingendo la testa del signor Romano verso la sua vagina, sollevando le gambe verso l’alto e sgrillettandosi piano:
– Ah Si leccami così. Sul clitoride. Ahhh’ aaahhh leccami porco’ – .
Maria era partita, stava godendo e sicuramente la sua fica era già un lago. Romano smise di leccarla, si rimise seduto con il suo cazzo che svettava prepotentemente, grosso e duro, tirò Maria sopra di se, puntò la cappella violacea e gonfia sulla fessura della fichetta di Maria e la fece sedere sul suo cazzo. In un solo colpo la porca accolse quel bastone di carne dentro di se, con un rantolo di piacere che con me non aveva mai fatto. Doveva essere proprio fradicia di umori per riuscire ad infilarsi quel cazzone in un solo colpo, senza sforzo apparente. I due cominciarono una cavalcata selvaggia, Maria andava su e giù sbattendogli le tette sulla faccia, le mani rugose del vecchio stringevano saldamente il culetto bianco della mia compagna, che mugolava e ululava il suo piacere
– Aaah si cazzo, godo come una vacca. Sfondami. Hai un gran cazzo, fammelo sentire tutto, fino in fondo ahh ahhh vengo’ sbrodolo sii – .

Maria ebbe il primo orgasmo, ma continuò a cavalcare l’uccello del signor Romano. Infatti a lei piace da matti continuare ad essere scopata anche dopo aver goduto. Si muoveva su quel cazzo che non perdeva colpi, ora strofinava la fica sul pube di Romano, altra operazione che lei amava, sempre tenendosi il cazzo ben stretto nella fica. I due cambiarono posizione, Romano la sollevò di peso e la fece mettere a pecorina sul divano. Sembrava che il vecchio conoscesse i gusti di Maria alla perfezione, evidentemente ci aveva studiati molto’ Lei si aprì le labbra della fica con due dita, inarcò il culo verso l’alto da vera puttanella, lui le puntò la cappella sul buchetto depilato e la penetrò ancora. Dopo pochi colpi ben assestati Maria ebbe un altro orgasmo, venne urlando il suo piacere e sbrodolando umori dalla fica che resero il cazzone di Romano bagnato e lucido. Lo vedevo entrare ed uscire dalla fica aperta della mia compagna, quando poco dopo l’orgasmo di Maria, lui si fece rosso in viso, iniziò a rantolare e ad affondare i colpi con più violenza:
– Vieni fuori, vieni fuori, porco’ non sborrarmi dentro, non prendo niente sborrami sul culo dai -disse Maria ed infatti il signor Romano tirò fuori il suo cazzone, dette due colpi con la mano e lasciò andare una potente sborrata che innaffiò il culo e la schiena della mia signora. Aveva goduto anche lui, io ero per metà geloso e per metà eccitato, avevo il cazzo che premeva nei boxer, avrei voluto entrare e scoparmi Maria davanti a lui, ma le dimensioni del suo uccello, davvero superiori al mio, mi intimidirono un po” Vidi Maria che tutta sporca di sborra bianca raccoglieva le sue mutandine dal pavimento, si alzava per andare in bagno a lavarsi e così, senza farmi sentire uscii. Maria dopo qualche ora si recò al lavoro, dato che era impiegata in un negozio presso un grosso centro commerciale e quel giorno lavorava al pomeriggio. Io per tutto il resto della giornata non pensai ad altro. Con Maria ci scambiavamo qualche messaggino come sempre, niente sembrava trapelare.
Rincasai come sempre nel tardo pomeriggio, aspettai lei e appena entrò non le lasciai nemmeno il tempo di salutarmi. Le sollevai la gonna, le tirai giù collant e mutandine e la scopai lì, sul pavimento dell’ingresso. La sua fica era un lago, le piaceva esser presa così, scopavamo come due ricci per terra, e ad un tratto, nella foga della scopata furiosa le dissi:
– Ti &egrave piaciuto il vecchio troietta? Te lo sei scopato? –
– Si’- mi disse lei – Mi &egrave piaciuto, ho goduto come una vacca in calore’ come adesso. scopami, fottimi. Sfondami la fica siii –
Venne un paio di volte, dopodich&egrave si sdraiò con la faccia sotto di me. Prese a leccarmi le palle, io ero in ginocchio che mi menavo il cazzo, lei sotto di me mi slinguava le palle e non ci volle molto per venire. Mi abbandonai ad una sborrata enorme che le coprì il viso e le tette rimaste nude nel frattempo. Era lì per terra, mezza svestita, piena di sborra, con la gonna arrotolata sulla vita, le mutandine alle caviglie, e mi disse:
– Lo rifarò. Se vorrai’ Voglio ancora scoparmi quel vecchio maiale, magari con te’ -.

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