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Massaggio Whai Thai

By 28 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono appena tornata da un viaggio con i miei. Non un granché di viaggio, con l’eccezione di un’esperienza sensazionale: il massaggio Whai Thai! Pur non avendo mai provato ad eseguirlo, sono convinta di aver memorizzato ogni gesto eseguito su di me dalle esperte massaggiatrici del posto, e non vedo l’ora di far pratica su di lui. Mi sono anche rifornita di oli e balsami. Immagino però, e lo faccio spesso, di dargli una connotazione del tutto personale. Torno in Italia e lo chiamo subito.
‘Mi fai da cavia per un massaggio thailandese? Ti fidi?’
La risposta è inevitabilmente positiva, seppure divertita.
In questa settimana di separazione forzata dal viaggio l’ho sentito distante, il che conferma il sospetto che c’è qualcuna a ronzargli attorno. Il pensiero mi rende certo gelosa, ma viene alleviato dal pensiero magico che il mio massaggio, la mia arma segreta, lascerà tracce indelebili nella sua anima (e nel nostro rapporto)!
Passa del tempo, ci vediamo poco e di fretta, sembra che lui si sia dimenticato ed io non insisto. Sarà un limite, ma è molto difficile che io possa prendere l’iniziativa. Così lascio perdere.
Arrivano le vacanze estive. Lo ritrovo quindi in quello che consideriamo entrambi il nostro albergo; ci aspettano quindici giorni di relax. Passiamo molto tempo insieme, parliamo di tutto, tranne che del massaggio. Un giorno come tanti, mentre siamo seduti in un angolo della piscina dove ci sono dei getti idro, mi chiede, stranamente, di massaggiargli le spalle ed il collo. Mi fa anche bei complimenti, mi riporta ai miei racconti di viaggio e, con la scusa che l’acqua non consente più di tanto lo scorrere delle mani, mi invita a proseguire in camera sua con l’aiuto di un olio o una crema. Ci asciughiamo in fretta e passiamo prima da me a prendere tutto l’occorrente e poi nella sua stanza. Quanti ricordi, quella un tempo era stata la nostra stanza, una suite bellissima con una terrazza meravigliosa, di sera sembra fatata. Qui, molti anni fa, ci demmo un lunghissimo bacio. Sono persa nei ricordi e nel tramonto quando lui mi invita ad entrare.
Entro in camera da letto e’sorpresa!!! Ha acceso candele profumate e messo su una sofisticata musica di sottofondo. Supero lo stupore ed entro nella parte. Gli ordino di stendersi nudo sul telo da bagno che copre il letto, a pancia in giù. Lo copro con un secondo telo, come una professionista. Le sue cosce, il suo sedere sono durissimi ed è un piacere toccarli.
Sfrego le mani per riscaldarle e prendo un po’ del balsamo profumato. Comincio a spanderlo sulla pelle della schiena, dalle spalle fino alla zona lombare, per poi arrivare alle natiche evitando di scendere nel solco. Continuo con le gambe ed i polpacci. La sua pelle si abituava al mio tocco. Mi siedo quindi sul suo sedere per poter meglio sfruttare il mio peso. Il mio inguine, coperto dal costume, sfrega sensibilmente, mi comincio ad eccitare. Lui è sempre più rilassato e riesco ad affondare nei suoi muscoli, dal collo fino ai lombi, circondati dalle mie gambe abbronzate. Trovo ingiusto che tutto questo mi fa bagnare terribilmente mentre lui sembra del tutto rilassato. Devo verificare, e lo faccio girare. Prima vittoria. La sua erezione svetta liberata verso il soffitto. Faccio finta di nulla, con il vantaggio che lui non può sapere del mio lago. Comincio a sfiorargli il petto, le braccia e le gambe evitando con disinvoltura il suo sesso che pulsa e si gonfia sempre più. Lui ha ancora gli occhi chiusi. Continuo a sfiorarlo finché l’olio non è riassorbito e le dita faticano a scorrere.
‘Hai le mani asciutte”
‘Scusami hai ragione’
Scosto gli slip e affondo le dita nel mio sesso. Con l’indice e il medio traccio una striscia lucente sul suo membro eretto. Lui è come percorso dalla corrente elettrica. Continuo con certosina crudeltà, portando il miele dalla mia fichetta eccitatissima fino a rendergli l’asta lucida.
‘Ti prego”
‘Cosa ti prego, non ho più le mani asciutte, no?’
Stringo finalmente il suo cazzo nella mano. E’ così eccitato che per un attimo temo che venga. Ma dimentico la sua resistenza. Mi porto verso la sua testa sfilandomi velocemente il due pezzi del costume e restando nuda. Ha ancora gli occhi chiusi. Inquadro la sua testa tra le mie gambe aperte. Immagino che respira il mio odore. Prendo ancora un po’ di balsamo e allungo le mani sul suo busto cominciando a farle scorrere, dall’addome ai pettorali. Questo movimento porta inevitabilmente il mio sesso a sfiorare la sua fronte. Fino a renderla umida e splendente di me. Sento la sua agonia, mentre continuo implacabile. Mi allungo sempre più su di lui e verso la sua erezione, e lentamente poi torno seduta seguendo con le mani il suo busto. Anche i miei capezzoli lo sfiorano e diventano turgidi come matite. Accentuando il movimento arrivo a bagnarlo vistosamente fino al naso. Mi accorgo, dal suo respiro, che il mio lavoro è molto efficace. Mi fa quasi pena. Mi diverto. Non mi basta più però il contatto con il suo naso. Rompo gli indugi, scivolo con decisione su di lui e gli copro la bocca con la vagina. Mi abbandono alla sua lingua che mi lecca fuori e dentro con sapienza. La sua faccia si copre del mio miele e del mio odore. Sento montare il piacere. E qui perdo definitivamente la mia presunta professionalità. Mi drizzo con il busto per offrire il mio ano alla sua lingua. Me la infila profondamente dentro stimolando le superfici con perizia diabolica, mentre io mi masturbo senza ritegno. Lo inondo del mio piacere urlando senza freni, sentendo lui che si disseta dei miei copiosi umori. Perdo quasi conoscenza prima di accorgermi che ha anche lui bisogno di esplodere, vedo il suo sesso teso e gonfio. Avanzo ancora sul suo corpo, lasciando una scia sul suo petto e sulla pancia. Lo guido dentro di me con una mano fino a impalarmi, mi volto solo per guardarlo negli occhi. ‘Ora ti scopo, tu vienimi dentro, riempimi la pancia ‘.’

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