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mia cugina, troietta ritrovata

By 6 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Con mia cugina siamo cresciuti insieme.

Le domeniche e le feste erano tutte un pretesto perchè la famiglia stesse unità. E da li a poco, crescendo, sentendo i primi impulsi sessuali, la curiosità per l’altro sesso, vuoi o non vuoi, avendo la stessa età, capita sempre…

La prima volta eravam piccolini. Ci eravamo appartati per fumare, si parlava di sesso. Non ho potuto nascondere la mia tremenda erezione.

Lei anche se ancora giovane era porchissima. Aveva due tette belle, dure ed invitanti ed un culetto tondo che neanche giotto lo poteva fare meglio. Quando parlava di sesso sembrava che le lebbra gli diventassero piu’ grosse e rosse come a voler attirare tutti i cazzi della zona a provare quelle labbra calde e succulenti. E cosi scappo la prima slinguazzata. Da li a poco restammo nudi e poi  ci iniziammo a masturbare a vicenda. Eravamo pronti per fare sesso. Mancava solo l’occasione giusta ma, come per voler punire la nostra lussuria, per un banale equivoco, mia madre e suo padre, rispettivamente fratelli, litigarono e da quel giorno finirono i nostri divertimenti. Non ci vedevamo quasi piu’ non essendoci ancora i telefonini o internet, non avevam neanche modo di sentirci per qualche incontro clandestino senza destare sospetti e finimmo per sfogare la nostra libidine verso nuovi partners…

Ci si vedeva ma non si è più parlato di quella adolescenza, fin quando non si ci vide più.

Io sposato con figli un giorno, invitato da amici mi ritrovai a comprare dei dolci in una pasticceria fuori dalla mia zona e…sorpresa di quelle sorprese, chi ci trovo alla cassa??la cara cuginetta…

Cosi in breve raccontammo gli ultimi avvenimenti familiari e lei mi disse che dopo una gioventù un po’ turbolenta, i genitori la cacciarono di casa perché non contenta del fatto che non voleva finire gli studi e del fatto che frequentava un ragazzo non giusto. Non giusto perché la sognavano con un dottore e non con un artigiano. Ma lei, era felice e dopo un paio di anni di convivennza a casa dei genitori di lui, decisero di fare il grande passo e sposarsi.

Io contento gli augurai tanta felicità e dato che mia moglie era in macchina a farsi due palle tante, scappai con i dolci e salutai.

I giorni seguenti fu un continuo segarmi pensando a lei. Scopavo mia moglie e pensavo a lei e pure a lavoro, non facevo altra che immaginarmela e avere erezioni.

Era diventata un chiodo fisso.

Sarà che sembrava uscita da un film porno. Le labbra come due canotti rosse rosse, una quinta di seni e un culo, anche se un po’ pienotto ancora troppo arrapante, il tutto condito da un aria innocente e da uno sguardo che la sapeva lunga.

Non potei fare a meno che ritornare lì. Un paio di settimane dopo, mi presi la mezza giornata della domenica libera e andai in pasticceria da lei in orario di poca confusione.

Lei era lì. Con la sua maglietta maschile, un jeans e un fazzoletto in testa, sporca di zucchero e altro. Io per poco non iniziavo a masturbarmi..c’era qualcosa in lei che non si poteva descrivere. Una carica erotica altissima…

Cosi parlando del + e del – mi chiese se ancora avevo dei cavalli. Io annuendo le chiesi perche’…

Lei mi disse che dovendo fare il servizio fotografico per il matrimonio, il fotografo gli aveva consigliato come location appropriata una bella campagna, magari a cavallo su di un prato o simile.

Io dissi che non c’era problema, per lei questo e altro.

Prima di andarmene però non potei fare a meno, per la confidenza della discussione di fargli una battutina., ci andai vicino per dargli un bacio e salutarla, mi accostai al suo orecchio e gli sussurrai “per il giro a cavallo, nessun problema ma poi ti devi fare un giro su di me”

Lei di tutto punto senza scomporsi piu’ di tanto si avvicina e mi sussurra “ok..va’ anche a me”..

Io non cercavo di meglio ma un po’ mi spiazzo…mi immaginavo che se la tirava almeno un po’..che mi diceva di no dato le nostre situazioni familiari, invece per lei era la cosa più normale del mondo…

Cosi mi scrisse un bigliettino: LUN – MERC – VEN DALLE 17,00 ALLE 20,00 BAR MEETING.

Che voleva dire??la prima cosa che mi baleno’ in mente e che magari lavorava lì il pomeriggio. Magari un altro locale della famiglia di lui. Mah..niente.

Eravamo a domenica quando mi diede il bigliettino e vuoi che facessi passare ancora tempo. Con il cazzo gia’ duro in macchina e una mano che incosciamente lo trastullava tra una curva e un rettilineo, lunedì pomeriggio arrivai alla 17,00 in punto al bar indicato.

Era fuori zona. Un bar buio. Porta chiusa e dentro non si vedeva niente. Quando entrai una nuvola di fumo mi accolse. Evidentemente si erano fumati pure il cartello con su scritto “vietato fumare”..il barista un tipo calvo, bassotto ma molto muscoloso non ispirava tanto fiducia.

Arrivai al bancone e subito fù da me con la solita frase, che bevi…nel bar c’eran una 15 di persone, non di più. Tutti uomini tranne le cameriere ma non mi sembrava di vedere mia cugina. Dissi che aspettavo una persona e che avrei bevuto al suo arrivo. Se ne andò. Torno dopo neanche 5 minuti con una tequila. Io con faccia ebete lo guardai e lui mi disse che me la offriva la rossa al bancone.

Mi girai e per poco non caddì a terra. Un qualcosa che mi fece rabbrividire. Mi manco il respiro e si asciugo subito la gola.

Quella bella porca acqua e sapone di mia cugina in versione hard, anzi, + che hard, in versione sogno erotico.

Parrucca riccia rossa. Truccata da vera troia. Rossetto scuro. Un top bianco che non copriva nemmeno la metà delle tette. Un jeans bianco 4 misure + piccolo e con quel culone, ce ne sarà voluto a metterlo. Un paio di tacchi allucinanti. Era lì, sorrideva maliziosamente.

Il mio cazzo la puntava in maniera vistosa, saranno stato tutti i pensieri che avevo fatto su di lei mentre mi segavo. Non lo so’…mi avvicinai e le chiesi il perché di quel look trasgressivo. Lei chiamo con molta confidenza il barista, gli diede qualcosa e lui prese dalla tasca una chiave e gliela passò.

Inizio una passerella da vera Vamp. Tutti erano lì,che guardavano lei in quel bar. Sembrava avesse un riflettore addosso. Lei si gira e mi fa segno di seguirla. Quando passo io sentivo le pugnalate alla schiena degli altri clienti del bar. Io spavaldo continuavo a camminare, vedevo solo ancheggiare quel culo.

Se qualcuno mi chiedeva cosa volevo vedere prima di morire, in quel momento potevo rispondere “SPARA ORA CHE HO GIA? VISTO QUELLO CHE DI PIU? BELLO C’E’”

Alle spalle della sala, vicino i bagni c’era una porta con scritto PRIVATO. Mia cugina aprì con la chiave che gli aveva dato il barista e mi fece salire per una scala chiudendo la porta a chiave alle mie spalle. Ridacchiando mi chiese se c’era qualcosa che non andava. Io come imbambolato le dissi che tutto andava per il meglio.

Arrivai in cima alle scale. Una sola stanza. Molto fashion con un grande letto al centro. Lei si ci buttò sopra invitandomi a sedere che mi spiegava tutto.

Non era la cuginetta che mi ricordavo. Quella maliziosa che moriva dalla voglia di vedere il suo primo cazzo ma dovetti pregarla per farmi una pugnetta.  Quella che la prima volta che vennè mi disse “mi gira la testa”..era una super troia e in breve anche una buttana.

Aveva il vizio del cazzo. Le piaceva scopare da matti ma non le andava di farlo in palestra dove tutti la conoscevano e così, dopo aver avuto una relazione clandestina con  Carlo, il proprietario del bar in palestra, ed avergli confidato la sua fame di cazzi, lui le propose di fare società. Lei si faceva sbattere da chi gli piaceva in cambio di qualche regalino di cui Carlo aveva la parte e lui gli faceva usare la stanzina del bar che arredarono di tutto punto per il loro scopo.

Mentre mi raccontava questo, io pendevo dalle sue labbra e non mi ero accorto che mi stava già menando il cazzo da sopra i pantaloni. Mi guardò ridendo e chiedendomi che impressione mi aveva fatta. Io, non dissi nulla. Gli strappai i vestiti di dosso, mi tolsi tutto e gli infilai il cazzo dentro senza nemmeno farla bagnare prima. Lei emise un merlettino e mi disse di fare piano ma lo spettacolo e la voglia era troppa.

Aveva due tette stratosferiche ma con i capezzoli molto piccoli, ma ciò faceva sembrare la sua quinta una ottava. Una figa molto pelosa, e un fisico molto formoso.

La scopaio come un pazzo per 15 minuti prima di esplodergli dentro. Erano anni che me la immaginavo ed era stata anche meglio dei miei pensieri. In un attimo eravamo abbracciati nel letto e gli sussurai che mi era mancata. Lei mi disse solo “ora mi hai ritrovata” prima di scendere e mettersi il cazzo in bocca. Lo fece drizzare in un attimo. Non so se per quanto era brava o per l’effetto che mi facevano alla testa quei rumori sconci che faceva di risucchio. Sembrava un assatanata. Le labbra erano in evidente stato di rigonfiamento. Ma succhiava come un assetata. In breve stavo per venire ma si blocco di colpo e con la faccia di una bambina mi disse “no, no, no, ancora no…”io la pregai per farmi venire. Avevo le palle durissime. Mi bastava un attimo. Lei invece si girò a pancia sotto e mi disse di leccarla. Era un sogno quel culo. Era grosso ma perfetto. Non capivo nemmeno dove la leccavo tra il culo e la figa. Era da quanto ero ragazzino che non leccavo + una figa pelosa. Ormai da mia moglie  a le scappatelle di tanto in tanto, erano solo fighette liscie e vellutate. La mia eccitazione era in pieno. In un attimo affondai il cazzo in quella figona bagnata pelosa per vederlo sparire. Il tempo di un paio di colpi e venne copiosa come un fiume. Ormai ero in estasi e non potei che non riversarle dentro i fiotti di sperma caldi che avevo dentro.

Restammo uniti in quella posizione per quasi 10 minuti. I 10 minuti + belli della mia vita. Ci interruppe una telefonata.

In un attimo lei si andò a vestire. Via gli abiti di lavoro e messi abitini da palestra mi disse che il suo ragazzo l’aspettava e che la sapeva in palestra e che quindi doveva sbrigarsi essendo dall’altra parte della città.

Ci salutammo e rivestitomi me ne andai pure io…

…continua….

 

Killbill4379@virgilio.it

 

 

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