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Mia sorella Giuseppina 31

By 2 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

i miei racconti
http://www.iomilu.com/viewuser.php?uid=843

Leggete prima questo
http://www.iomilu.com/viewstory.php?sid=9930

Mi scuso per il taglio della storia. Buona lettura

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Mia sorella Giuseppina 31 a scuola il lunedì mattina.

Non poteva credere alla sua fortuna, non c’era nessuno. Era il giorno dell’assemblea di istituto e con tutto quello che le era accaduto se lo era dimenticato.

Seduta al suo posto, si è stupita che non ci fosse neppure il professore, le piaceva la letteratura classica e dovevano ripassare il programma dei 5 anni in previsione della maturità.
Ha speso i primi 5 minuti ascoltando la musica dall’i-pod e studiando in previsione del prossimo compito in classe di matematica.

Era assorta sul libro fintanto che ha notato un ombra alla sua sinistra ed ha realizzato di non essere più sola.

Era il bidello, e la stava osservando da sopra la spalla. Ha spento la musica e con un mezzo sorriso l’ha salutato.

A sua volta le ha sorriso e l’ha salutata con un accenno della testa sedendosi sulla sedia a fianco.
‘Stai studiando per il compito di matematica?’ L’ha guardata continuando a sorriderle.

‘Yeah’ non si vede?’

Ha annuito sistematicamente con la testa in segno di approvazione.
‘E se avessi una copia del compito già pronto?’

Ha avuto questo sguardo bizzarro sulla faccia, con le sopracciglia sollevate e un mezzo sorriso.

Ha provato ad ignorarlo ma non poteva far finta di niente. Aveva speso tutto il tempo con Tonino e non ha avuto il tempo di studiare. Non era abituata a non essere preparata e non le sarebbe piaciuto avere la prima insufficienza dal professore tanto antipatico. Ammette fra se che non era abituata a pensare ad una cosa del genere, in passato l’avrebbe denunciato.

‘Non credo che il buon samaritano mi possa regalare una tale fortuita grazia. Dico bene?’ Ben sapendo che durante l’intervallo vende briosch, pizza e sigarette.

La stava guardando con mal celata bramosia. Sembrava quasi che la volesse spogliare con gli occhi. Li aveva osservati bene nelle ultime settimane e si ricordava perfettamente come e cosa aveva fatto.

Ha notato il suo sguardo cadere nella scollatura ed ha arrossito. Sapeva di essere piacente. Generalmente i tipi l’hanno sempre guardata, ultimamente poi. Si è sentita avvampare la faccia in segno di vergogna pensando a cosa aveva fatto solo il giorno prima. Altre volte aveva visto quello sguardo e sapeva bene cosa volesse dire. Si vergognava un poco e pensava che se non avesse avuto nulla sotto si sarebbe sentiva a disagio, più timida che mai.

Con i capelli castano chiari, mossi, che si arricciano alle punte e le arrivano fin sulle spalle. Abbronzata grazie al sole delle ultime settimane e rabbrividisce nel pensare come ha preso il sole. Fra se si dice che il punto di forza sono stati gli occhi. Grandi, profondi, con un iride verde luminoso. E il corpo? è stato sviluppato molto bene grazie al nuoto e alla palestra di volley; non molto grandi i seni ma giusti e non cadenti, rabbrividisce e sente le guance bruciarle pensando al piacere che le danno i capezzoli quando vengono sollecitati. La pancia, la sua croce e delizia. Stretta in vita ma sempre un poco prominente e i fianchi larghi. Odiava il sedere che lo considerava sproporzionato con il resto del corpo. Bella e desiderabile nel complesso.

‘Giuseppina? Ancora non hai risposto.’

Scossa dai suoi pensieri lo guarda titubante.
‘Bene, se fossi interessata quanto mi costerebbe?’ Terminando con un sorriso malizioso.

‘Non voglio soldi. Desidero quello che fai di solito nel parcheggio!’ Nel dirlo ha allargato gli occhi quasi che fosse folle di desiderio.

‘Mah…’ Gli è mancata l’aria per un secondo esterrefatta per quello che le aveva appena detto.

‘Tranquilla. Non ho detto niente a nessuno. La mia proposta è questa. Un lavoro di bocca per la sola copia delle domande e un’altra durante l’intervallo e domani mattina prima delle lezioni. Oppure…- Deliberatamente ha aspettato qualche secondo in modo che assimilasse la proposta e lo schok.- Oppure… Anche per le soluzioni corrette, 3 scopate. Ora, nell’intervallo e domani mattina prima delle lezioni.’

Era confusa e sotto schok. Non aveva quasi ascoltato più nulla. Continuava a pensare che l’aveva vista nel parcheggio. Doveva assolutamente parlare con Tonino.

‘Giuseppina?’
Scossa è tornata alla realtà della situazione.

‘Allora cosa scegli?’

‘Cosa?’

‘Vuoi anche il compito con i risultati o no?’

‘Ci sarebbe stata ancora tutta l’ora successiva per poter studiare ma se non ci sarei riuscita?’- Si chiede fra se e lo guarda dubbiosa.
‘Va bene.- In un filo di voce.- Prendo questo.’

‘Sei sicura?’ Si è alzato dalla sedia ed è andato a mettersi di fronte a lei in piedi.
Giusto con l’inguine all’altezza della sua faccia, ha arrossito ed ha voltato la faccia ma lui ugualmente le ha afferrato il polso e lentamente, molto lentamente, l’ha sospinta verso il proprio inguine.

Incredibilmente si sentiva magnetizzata incapace di togliere la mano. Improvvisamente, ha sentito la dura consistenza che gli gonfiava la parte anteriore dei jeans e mentre lo accarezzava, lui a emesso un gemito sordo.

Come un’automa ha continuato a muovere la mano attraverso il tessuto dei pantaloni per tutta la lunghezza del cazzo. L’osserva incuriosita e vedeva dall’espressione beata che gli piaceva.
‘Giuseppina’ non ti fermare.’

Lo ha segato cercando di stringere più forte con la mano ancora per alcuni minuti finché non ha deciso che avrebbe dovuto toccare la pelle nuda. Ha delicatamente sbottonato i jeans e li ha abbassati, seguito subito dopo dai boxer.

Stretto nel suo pugno, si è stupita nel sentirlo così duro. Il cazzo era già abbastanza duro da tagliare la roccia e ha continuato a segarlo seguendo i suoi sensi finché ha ansimato e dopo un sussulto la mano è stata ricoperta di caldo appiccicoso sperma.

‘Spiacente, non ho voluto che ottenesse’ Cioè, non…’ Ha mormorato, guardandolo confusa e mortificata.

Incredibilmente mentre stava ancora ansimando, le ha guidato la mano alla bocca. Dopo averla annusata, ha fatto qualcosa completamente fuori dal suo carattere. Ha portato le dita alle labbra ed ha leccato lo sperma, ha voluto controllarne il sapore, un po’ salato, ma non disgustoso.

‘Waoh, sei bravissima ma non erano queste le condizioni in modo che ora da un stupendo lavoro di mano, ora devi assolvere al tuo dovere e mi farai un bel pompino o niente compito sono stato chiaro?’

‘Mah! Ma come? Non vi basta?”

Ha riso, per poi osservarla bramoso.
‘Così, per fare prima, ti dispiace se ti togli i vestiti? Così ci sbrighiamo”

Ha arrossito, si sentiva frustrata. Pensava che si sarebbe accontentato e invece, le toccava anche questa umiliazione. ‘Cosa sarebbe accaduto se fosse entrato qualcuno?’
A testa bassa si alza, ha fatto un paio di passi all’indietro per allontanarsi e lentamente si è tolta il maglione e subito dopo ha fatto volare la camicia sopra la testa restando col solo reggiseno bianco che copre a malapena i seni. Ha abbassato la mini blu plissettata restando col solo perizoma.

‘Ed il resto’?’ Ha chiesto impaziente, osservando come il pizzo dei piccoli tessuti che la copriva non nascondesse nulla, delle forme perfette di Giuseppina.

Si è sentita bruciare la faccia segno inequivocabile che stava arrossendo a dismisura.

‘Desideri che ti aiuti a spogliarti?’

Ha appena accennato con la testa lasciandola caduta in basso contro il petto.
Si è avvicinato e fatto mezzo passo, si è levato in piedi dietro a lei e gli ha slacciato il reggiseno facendolo cadere a terra. Si è piegato in basso ed ha abbassato il perizoma.
Improvvisamente, si è trovata completamente nuda con un tipo che conosceva appena alle sue spalle.

Nel sollevarsi, le ha accarezzato le gambe, i fianchi e il sedere. Ora che si ergeva completamente, le ha strusciato la cappella fra le chiappe. Non era comodo a muoversi con i pantaloni all’altezza delle caviglie.

Si sono scambiati un sfuggevole sguardo e un sorriso per poi abbassatosi leggermente, l’ha baciata delicatamente sulle labbra e l’ha abbracciata.

Si è ritrovata con le sue mani che la stavano dapprima palpando il sedere e poi, mentre un dito le stuzzicava il piccolo buchetto del culo, anche una mano sul pube con due dita che la stavano masturbando contemporaneamente sia il clitoride che l’interno della vagina. Ha constatato che era un baciatore molto buono.

L’ha lentamente fatta indietreggiare e sedere sul banco ed ha cominciato a baciarle il resto del corpo. Staccate le labbra dalle sue, le ha fatte scivolare lungo il collo per arrivare ai seni. Presi con entrambe le mani li ha palpati e soppesati e poi con la bocca, ha succhiato i capezzoli.

Ha sussultato sentendo come il piacere e il calore si diffonda in lei. Sentiva come dall’interno del proprio inguine le venissero delle contrazioni, segno inequivocabile che desiderava spasmodicamente godere.

Ha continuato a scendere solleticandole lo stomaco, scendendo molto, molto lentamente verso il sesso, facendola gemere fortemente quando ha messo infine la lingua sulla piccola sporgenza del piacere.

‘Mi spiace non poter continuare ma ora devi assolvere al tuo dovere. Forza! Se vuoi il compito fammi un pompino e vedi di berlo lo sperma, altrimenti possiamo sempre scopare se lo desideri.’

Non era capace più di pensare o reagire. Era li con le gambe aperte a squadra e la figa palpitante. Si sentiva tutta in subbuglio.

‘Presumo che lo gradisci.’ Ha sorriso ed ha continuato a baciarla finché un’onda di piacere ha attraversato il suo intero corpo facendola rabbrividire.

Era al limite e lui si è fermato. Ansante e gemente lo guarda con aria interrogativa mentre si solleva in piedi.

‘Non preoccuparti, renderò questo buono per voi.’
Si è chinato un poco in avanti e impugnatosi il cazzo mezzo duro, ha posizionato la cappella all’ingresso della figa completamente umida.
Ha mosso la mano in modo da massaggiare con la cappella l’ingresso della vulva e con successive spinte, è entrato in lei.

Si è sentita dilatare e lo ha percepito chiaramente entrare in lei. Ha continuato ad entrare e uscire ritmicamente finché entrambi i pubi fossero uno contro l’altro. Giuseppina non capiva più nulla. Era prossima a godere.

Con entrambe le mani la tira ancora più contro a lui trovandosi semisdraiata sul banco sotto la sua pancia prominente e a pochi centimetri dalla sua faccia.

‘Hai una figa bellissima. Calda e vorace. Dimmi, vuoi il compito con i risultati?’ Le parole erano state dette appena in un sussurro.

Incredibilmente per entrambi, lei ha mosso la testa in segno negativo.

Una smorfia di disappunto gli stravolge la faccia.
‘Benissimo.’ Si solleva ed estrae il cazzo.
‘Forza allora.- Prendendola per una mano e sollevandola.- Non abbiamo tutta la mattina.’

Stordita, con tutti i sensi in subbuglio, si lascia cadere in ginocchio.

Con una mano si tiene il cazzo mentre l’altra, appoggiata alla nuca di lei la spinge contro di se fino a farle toccare le labbra con la cappella.

Come si sente toccare le labbra, apre la bocca come un’automa tanto è abituata. Imbocca il cazzo e lo stringe fra e labbra. Increspa il naso in una smorfia schifata per il forte odore e per il sapore.
Non è lei a muoversi. Il bidello le muove la testa mentre con il bacino le va incontro in una sorta di scopata.

Ogni volta che il naso si intrufolava fra i peli le narici si riempivano dell’odore di lui. Cercava di sforzare la stretta della sua mano provando ad allontanarsi ma cosi facendo, il ritmo è andato via, via aumentando. Ha cercato di trattenere un conato di vomito quando un pelo le ha solleticato la gola. Per cercare di deglutire un poco di saliva ha stretto fortemente le labbra, muovendo alternativamente la lingua.

Lui non poteva credere come fosse brava a spompinarlo. Era sempre più stupito delle capacità di Giuseppina. Passato un tempo indefinito, ha irrigidito i muscoli delle cosce e con successive spinte come se cercasse di infilare il cazzo profondamente in bocca, le ha sborrato direttamente in gola.

Stava quasi per soffocare e vomitare stretta com’era con la fronte appoggiata contro la pancia. Ha sentito chiaramente il cazzo vibrare e gli schizzi di sperma, le sono quasi andate di traverso. Ha cercato di spostarsi ma la stretta di lui era troppo forte. Per quanto ha potuto, ha ingoiato velocemente restando quasi in apnea. Dopo i primi tre violenti schizzi, lo sperma ha sgorgato costante, irruento, riempiendole la bocca ben presto. Ha ingoiato solo due volte prima che il bidello estrasse il cazzo lasciandola respirare tranquilla.

Soddisfatto ha osservato in basso e ha notato che sulla punta del cazzo vi era ancora una goccia di sperma, con sommo piacere l’ha asciugata sulla guancia di lei. Anche dopo aver spremuto il cazzo ha ripetuto l’operazione sulla guancia lasciandole tre distinti segni di bianco sperma.

Una risata echeggia dal corridoio che li fa ripiombare prepotentemente nella realtà della situazione.
‘Merda! Vestiti svelta, abbiamo soltanto due minuti al cambio dell’ora, ci sarà una intera classe qui dentro fra poco!’

Ha afferrato per prima cosa la mini indossandola senza curarsi se fosse dritta o meno, poi si è messa la camicia. Recuperato il perizoma e il reggiseno, li ha nascosti nello zaino mentre seduta al suo posto ha finito di sistemarsi correttamente i vestiti.

Il bidello era davanti alla lavagna quando sono entrati una coppia di ragazzi sorridenti.
‘Questo è il compito!- Le dice una volta avvicinatosi nuovamente.- Ti aspetto nell’intervallo nel deposito della palestra.’

Vergognandosi ma nascondendo il prezioso documento abbassa la testa. Nelle narici sente ancora l’odore nauseabondo di lui e in bocca il suo gusto. Si chiede come abbia potuto scendere così in basso.

Uno spasmo proveniente fra le sue gambine le ricorda che è senza perizoma ed è bagnata e calda. Le guance se le sente bollenti.

Il suono della campanella coincide con l’ingresso del professore di diritto aziendale seguito da una parte dei suoi compagni di classe.

Maxtaxi

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
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