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Mio marito mi tradisce

By 15 Ottobre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Vorrei raccontare la storia che recentemente ha cambiato la mia vita in modo profondo ed assolutamente imprevisto.
Sono Nora, ho 41 anni e sono sposata da 14 con Francesco, un avvocato mio coetaneo. Ci siamo sposati per amore subito dopo la laurea e dopo l’iscrizione all’albo siamo entrambi entrati nello studio di suo padre. Passato qualche anno ci siamo professionalmente divisi ed io ho aperto uno studio mio. Ci vediamo poco, guadagniamo parecchio (o meglio, lui guadagna un sacco di soldi, io soprattutto mi tengo occupata), abbiamo una bella casa e ci amiamo ancora. Questo almeno era ciò che credevo fino a qualche tempo fa, ora non ne sono più così sicura. Negli ultimi mesi Francesco appariva un po’ cambiato ma in meglio, debbo aggiungere. Più allegro che in passato ed anche affettuoso, aveva ritrovato anche un po’ di verve a letto (non che io pretenda troppo da un compagno di così lunga data ma qualche attenzione in più, invecchiando, rende sempre felici), feci però l’errore di non riflettere con attenzione su questi segnali. Poi un giorno, a metà del mese scorso, per puro caso mi resi conto che qualcosa non tornava. Francesco ed io siamo pieni di impegni ma cerchiamo di restare sempre rintracciabili l’uno per l’altra, quel giorno però non mi riuscì di contattarlo. Il suo cellulare non era raggiungibile, chiamai allora il suo studio e mi dissero che era uscito da oltre un’ora per andare da un cliente. Conoscevo bene la Società in questione e non mi feci problemi a chiamarlo lì solo che non c’era anzi, per dirla tutta, era stato da loro qualche giorno prima e non era prevista una seconda visita a breve. Potevano esserci mille spiegazioni innocenti ma sentivo che quella vera non lo sarebbe stata. Decisi di approfondire. Tutte le sere controllavo la sua agenda per vedere gli appuntamenti del giorno dopo alla ricerca di qualcosa. Esattamente lo stesso giorno della settimana successiva sembrava si fosse lasciato il pomeriggio libero, perciò verso le 11 lo chiamai con una scusa chiedendogli se aveva un po’ di tempo per un mio cliente a cui serviva un suo parere. Mi rispose che avremmo dovuto rimandare perché sarebbe stato fuori tutto il pomeriggio. Così verso le 15 mi parcheggiai in modo da poter osservare l’ingresso del suo studio ed attesi. Ci vollero un paio d’ore prima che uscisse e salisse in macchina. Ovviamente lo seguii. Fu uno spostamento di pochi minuti. Parcheggiò, scese e raggiunse l’ingresso di una villetta ad un piano dall’altro lato della strada. Lo vidi suonare e sparire all’interno. Dopo qualche minuti raggiunsi lo stesso ingresso. La targhetta sul campanello riportava solo un nome ‘Gabriela’. Mi sentii mancare, lo stronzo andava a puttane. Non aveva una sola amichetta, magari più giovane e comprensiva di me, ma chi sa quante troie con cui se la spassava. Tornai in macchina furente. Aspettai circa un’ora prima che uscisse. Considerando che le nostre scopate non duravano mai più di dieci minuti aveva appena fatto più sesso con questa troia di quanto ne avesse fatto nell’ultimo mese con me. Appena la sua macchina fu ripartita tornai alla porta, inspirai profondamente poi suonai il campanello. Secondi’ poi la porta si aprì ed una voce profonda mi sussurrò di entrare. Varcai la soglia e mi trovai di fronte una ragazza di colore, alta almeno un metro e novanta. Indossava un ridicolo completo di biancheria, che solo ad un uomo allupato avrebbe potuto sembrare sexy, aveva però due chilometriche gambe completamente nude ed un culo spettacolare anch’esso praticamente nudo. Il seno poi era enorme, lo posso dire dato che io porto una sesta che con l’avanzare dell’età è praticamente diventata una settima. Le sue tette però erano decisamente più grandi delle mie e sfidavano senza ritegno ogni legge imposta da Newton, solo la chirurgia plastica poteva spiegare un simile fenomeno. Avevo capito immediatamente, alzai comunque lo sguardo sul suo viso ed ammisi che avevo visto trans molto più brutti. Non che fosse proprio bella ma il viso era interessante, decisamente più femminile che maschile con un’enorme massa di capelli corvini lunghi e lisci.
‘Buongiorno, tesoro’ mi apostrofò chiudendo delicatamente la porta d’ingresso alle mie spalle.
‘Ciao’ risposi. Ero pietrificata dalla sorpresa, quel bastardo fottuto se la faceva con i trans, era pure diventato frocio…
‘Direi dalla tua espressione che forse hai suonato al numero sbagliato’.
‘No, no, ho suonato al numero giusto. Sono la moglie del porco che è appena uscito!’ ringhiai guardandola negli occhi, dato che il resto del suo corpo mi metteva decisamente a disagio.
‘Ah! Capisco, sei la moglie di Francesco’, lo stronzo le aveva anche detto il suo vero nome. Lei sembrava del tutto a suo agio e che la moglie furente di un suo cliente le fosse piombata in casa non pareva le facesse il minimo effetto.
‘Dimmi, amore’ continuò
‘E’ stata la sua prima visita?’ chiesi cercando di mantenere un minimo di dignità.
Aspettò un paio di secondi prima di rispondere,guardandomi con un mezzo sorriso:
‘Veramente è un cliente affezionato, viene da me ogni mercoledì pomeriggio. Non ne salta uno, ormai saranno tre o quattro mesi’, iniziavo a sentirmi davvero male.
‘Ma’ non capisco. Lui è un uomo, siamo sposati da molti anni e tu hai” ed involontariamente il mio sguardo scese verso le sue gambe. Vidi la sua mano spostare il tessuto e prendersi in mano una specie di grosso serpente scuro.
‘Parli del mio biscotto?’, biscotto? Sembrava tutto tranne che un biscotto.
‘Cazzo!! Ma è enorme!’ esclamai. Lo lasciò ciondolare e gli arrivò a metà della coscia. Se fosse appartenuto ad un asino mi sarebbe sembrato solo grosso ma tra le sue gambe appariva davvero spropositato. Cosa faceva mio marito con quel capitone?
‘Ma Francesco che c’entra?’ chiesi confusa.
‘Adora leccarlo e succhiarlo. Si fa scopare in gola’.
‘Stai mentendo, brutta troia!!’ le urlai.
‘Effettivamente si, dato che gli sfondo regolarmente anche il culo e lui schizza dappertutto come un bambino’.
‘Puttana del cazzo!!’ mi avventai su di lei cercando di colpirla ma era alta e forte come un toro . Mi agguantò i polsi e mi tenne le braccia abbassate.
‘Se tuo marito è una troia in calore non è colpa mia! Se tu sapessi soddisfarlo non verrebbe a cercare né me né il mio uccello’ e mi strattonò la mano destra portandola all’altezza del suo cazzo.
‘Forza tesoro, prendilo in mano. Senti com’è!’.
‘Fanculo, brutta stronza! Pensi che abbia paura di una puttana con il cazzo?’ Liberai la mano dalla sua e gli afferrai l’uccello stringendolo con tutta la forza che avevo. Era impressionante, caldo e sorprendentemente duro pur non essendo in erezione. Mi resi conto che era una cosa ipnotica e questo mi lasciò completamente interdetta.
‘Puoi fare di meglio!’ Senza apparente fatica mi costrinse ad abbassarmi.
‘Prendimelo in bocca, vediamo chi è più troia tra te e quel rottoinculo di tuo marito!’ Con la mano sinistra mi spinse la nuca in avanti mentre con la destra iniziò a sbattermi sul viso quel pesante randello.
‘Apri la bocca, puttana! O è troppo grosso per te?’ Alzai lo sguardo e la guardai negli occhi.
‘Se credi di farmi paura,stronza fottuta, ti sbagli di grosso! Ti svuoto i coglioni in pochi minuti’, allora tenendomi per la nuca mi trascinò per qualche metro sino ad un polveroso divano dove si lasciò cadere con le gambe stese e divaricate. Mi fece accucciare davanti a se e mi sfregò l’enorme cappella sulla bocca.
‘Vediamo se sai solo parlare o anche succhiare’, accettai la sfida ed aprii la bocca. La cappella entrava, anche se a fatica, ma poco di più. Misi entrambe le mani sul suo cazzo ed inizia a segarlo violentemente mentre cercavo di succhiargli via anche l’anima. I risultati non si fecero attendere. Quell’enorme cazzo si erse in tutto il suo splendore e divenne di marmo, era un vero spettacolo. Non riuscii a trattenermi:
‘E davvero gigantesco, non è possibile che Francesco lo prenda nel culo!’.
‘Zitta, brutta puttana e succhia! Eccome se lo fa, è il mio cliente più volenteroso. Se lo fa piantare nel culo appena lo vede..’. L’immagine di mio marito che si faceva inculare da quella mazza mi fece perdere il controllo e mi resi conto che avrei potuto anche godere solo spompinandolo, era pazzesco. Iniziai a le passare la lingua lungo tutta l’asta, dalla cappella alle palle che leccai con particolare ardore.
‘Per i pompini non sei nulla di speciale, se pensi di farmi sborrare tu sogni’.
Scesi ancora cercando di farle alzare le gambe e leccarle il buco del culo. Era completamente glabro e splendidamente sodo, cercai di piantarle la lingua nel culo e questo parve piacerle parecchio.
‘Ora va meglio, sei lontana ma va meglio’, allora con un gesto improvviso le piantai l’indice della mano destra nell’ano iniziando a ruotarlo velocemente.
‘E di questo cosa ne dici, maiala che non sei altro?’
‘Fottuta troia, continua e invece di parlare succhiami la cappella!’. La punta del glande iniziava a bagnarsi mentre continuavo a rovistargli gli intestini, le dita nel suo culo erano diventate tre ma sembrava che la cosa non le dispiacesse. Feci il possibile per inghiottire più carne possibile ma era davvero troppo grosso. Inizia a sbattermelo sulla guancia, poi lo sovrastai e ci sputai ripetutamente sopra prima di cercare di ripiantarlo nella mia gola.
‘Sei proprio una puttana! Ti piacciono i grossi cazzi, vero? Ne hai mai visto uno grosso come il mio? Dimmelo!!’ Liberai la bocca dal suo affare:
‘Hai il cazzo di un asino, è il più grosso che abbia mai visto ma resti comunque una puttana da quattro soldi!!’.
‘Già, una puttana che si fotte tutta la tua famiglia’, mi prese la testa tra le mani e cominciò spingere il suo bastone nella mia gola, mi liberai allontanandomi violentemente in preda ai conati.
‘Stronza del cazzo’, questa volta le piantai quattro dita nel culo mentre con l’altra mano ripresi a segarla con violenza ‘ti faccio schizzare fino al soffitto!’. Ripresi anche un veloce lavoro lingua mentre il sapore della sua sbroda iniziava a riempirmi la bocca. Dopo un paio di minuti di questa frenesia ero stanchissima ed avevo bisogno di una pausa mentre la puttana continuava a mugolare soddisfatta senza però accennare a sborrare.
‘Già stanca, amore? Con chi credi di avere a che fare? Con quella puttana di tuo marito?’. Non risposi, sfilai le dita dal suo buco del culo, smisi di segarla e mi allontanai di mezzo metro dal suo cazzo. Sempre restando in ginocchio mi sfilai la giacca e iniziai sbottonarmi la camicetta. Infine mi levai il reggiseno. Le mie grosse poppe si liberarono pesantemente.
‘Amore, hai delle tette fantastiche!’ sussurrò. Allora tornai verso di lei, questa volta non mi fermai al suo cazzo ma mi aggrappai agli enormi meloni che tendevano il tessuto del suo reggiseno.
‘Ora fammi vedere le tue!!’ ordinai. Non se lo fece ripetere, erano davvero enormi con dei grossi capezzoli che sporgevano di almeno un centimetro. Le afferrai entrambe con le mani aperte sollevandole ed iniziandole a succhiare. Erano più grosse e sode della mie, era una sensazione nuova ma molto forte stringere quei pesanti meloni mentre appena più in basso svettava quell’enorme cazzo. Succhiai e stropicciai per un minuto poi tornai ad accucciarmi davanti al suo randello. Questa volta glielo avvolsi tra le poppe che strinsi ed iniziai a muovere su e giù succhiando la cappella appena emergeva dalle pieghe del mio seno.
‘Vediamo se questa volta riesco a farti schizzare’, continuò a mugolare per tre o quattro minuti dandomi della puttana ma capii che stavo per farcela. Infatti, senza il minimo preavviso, il primo fiotto di sperma colpì con forza il mio palato e la bocca si riempi di sborra in un attimo, mi spostai per osservare quel fiume di crema che continuava a schizzare da quella meravigliosa mazza. L’afferrai con entrambe le mani e la segai con forza, cercando di spremere tutto il succo.
‘Ah, ah, godoooo, lecca tutto bella tettona’, la quantità di broda era incredibile, mi aveva schizzato sugli occhi, sui capelli e mi aveva ricoperto le tette.
‘E’ pazzesco! Quant’era che non ti svuotavi i coglioni? Un anno?’
‘Oggi è solo la seconda volta’, mi afferrò per le ascelle e mi sollevò facendomi sdraiare sul suo corpo ancora steso sul divano. A quel punto cominciò a baciarmi. Dapprima delicatamente, poi con sempre maggiore energia. Le sue grandi e morbide labbra avvolsero le mie. Mi ritrovai la sua lingua che esplorava ogni angolo della mia bocca. Le afferrai i seni e le strizzai i capezzoli mentre il latte denso che mi ricopriva ci imbrattava i corpi.
‘Ora però voglio godere io’, mi sentivo talmente infoiata che mi sarei fatta una squadra di basket. Lei mi guardò con un’espressione piuttosto sorniona e disse:
‘L’assaggio era gratis ma se vuoi andare avanti devi farmi un regalino’, mi alzai decisa e raccolsi da terra la giacca, frugai nelle tasche e trovai due pezzi da cinquanta che le lanciai addosso.
‘Ora vedi di fare il tuo lavoro o sei già spompata?’. Con gesti lenti raccolse il denaro, si alzò e passò nella stanza di fronte. Accese la luce e raggiunto uno dei comodini ripose in un cassetto i soldi. Poi aprì lo sportello in basso e tirò fuori un fallo di gomma bello grosso. Si mise a quattro zampe sul letto ed iniziò a leccarlo. Pochi secondi dopo se lo piantò nel culo con un movimento deciso. Mi venne in mente la terza legge di Newton, quello di azione e reazione, il randello di Gabriela infatti si irrigidì immediatamente riacquistando la forma migliore. Rimasi un attimo senza fiato poi mi avventai su di lei. Avevo la figa in fiamme e desideravo un orgasmo come non mi era mai successo. La rovesciai sulla schiena utilizzando tutta la forza del mio corpo e come il suo culo toccò il materasso il dildo di gomma finì piantarsi nel suo retto. Le vidi esplodere sul viso un’espressione di sofferenza ma le montai ugualmente sopra, a gambe larghe, ed afferrando il suo grosso cazzo inizia a strusciarmelo sul clito. Dopo un paio di secondi l’orgasmo, il primo, mi esplose dentro come una sniffata di coca troppo pura, accecandomi per un attimo. Fu di una intensità pazzesca ‘ e non mi aveva neppure penetrato.
‘Troia, ora che hai goduto alzati che mi levo questo palo dal culo’, non presi l’ipotesi neppure in considerazione, al contrario mi sollevai e riabbassai sul suo enorme cazzone facendolo entrare lentamente dentro di me. Fu un’esperienza fantastica, mi sembrò che il suo bastone raggiungesse ogni cellula del mio corpo, era caldo duro e veramente grosso. Mi guardai nello specchio che costituiva la testata del letto e vedendo l’espressione stravolta del mio volto venni nuovamente. Mi sentii colare una quantità di umori incredibile dalla figa. Pensai che neppure mio marito avesse mai sborrato una simile quantità di liquido.
‘Cazzo, sei proprio una puttana da strada. Pochi minuti fa sembrava volessi uccidermi ed ora spruzzi come una fontana. Levati che voglio alzarmi’. Mi stesi su di lei con tutto il mio corpo e cercai di tenerla ferma. Volevo che restasse dentro di me, volevo godere almeno un’altra volta. A quel punto immaginai mio marito a quattro zampe che si faceva sfondare da quella bestia di cazzo e venni, la terza volta nel giro di un minuto. Gabrila, però, a quel punto ne aveva avuto abbastanza, mi rovesciò con violenza su un fianco e si alzò.
‘Cazzo, levami questo coso dal culo, mi sembra di sentire il sapore della gomma in bocca’. Effettivamente il fallo era praticamente scomparso, risucchiato nel suo ano quasi completamente richiuso.
‘Rimettiti a quattro zampe e cerca di spingerlo fuori’, lei ubbidì ed io lo afferrai estraendolo violentemente con un solo movimento. Ad occhi dovevano essere almeno 20 centimetri quelli che le avevano dilaniato il retto.
‘Ah, cazzo, che male. Mi ha sfondato, sei proprio una gran puttana’, a quel punto l’eccitazione iniziò a placarsi e l’enormità di ciò che avevo fatto mi colpì allo stomaco. La testa iniziò a girarmi ed una nausea violenta mi assalì. Avevo fatto sesso non protetto con un trans, avrei contratto metà delle malattie del mondo e tutti mi avrebbero guardato come la peggiore delle puttane. Mi ci vollero diversi secondi per riacquistare una parvenza di controllo, iniziai a raccogliere gli indumenti che avevo seminato in giro.
‘Mi dispiace, non so cosa mi sia preso’.
‘Io lo so’, lo sguardo di Gabriela si addolcì, ‘avevi solo bisogno di un po’ di cazzo, niente di male tutti ne abbiamo bisogno’, non riuscii a trattenere un mezzo sorriso.
‘La mia vita è andata a gambe all’aria ma almeno mi sono sentita una vera donna, ti ringrazio’.
‘E’ stato un piacere, la prossima volta cercheremo di fare tutto con più calma’.
‘Non credo che ci sarà una prossima volta’.
‘Ci sarà, ci sarà’, parlando continuava a massaggiarsi tra le natiche evidentemente piuttosto indolenzite, ‘non crederai di essere la mia prima cliente donna. Ne ho parecchie. Normalmente vengono per far piacere ai loro compagni, per permettergli di soddisfare una fantasia. Alcune fanno finta di partecipare ed altre invece restano completamente in disparte. Queste ultime, puoi scommetterci, tornano e da sole’.
Capii immediatamente che probabilmente aveva ragione. Quel corpo suscitava un insieme incredibile
di emozioni contrastanti, quasi selvagge. Avevo bisogno di allontanarmi e riordinare le idee.
‘Cosa farai con tuo marito?’ mi chiese spezzando il filo dei miei pensieri.
‘Non ne ho idea, ci devo pensare. Ora vado davvero.’ Finii di abbottonarmi la giacca, mi avvicinai e la baciai con un languore che non ricordavo di aver mai provato. Mi voltai e raggiunsi la porta uscendo nel buio della sera.

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