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Racconti Erotici

Nella fontana

By 25 Dicembre 2023No Comments

Mi chiamo Caterina e da studentessa, durante l’estate facevo l’educatrice nei campi estivi montani.
Spesso veniva ad aiutarci Otello, uno studente universitario che villeggiava in valle e che studiava fisica.
Il mio sogno era sempre stato buttarlo nella fontana davanti il nostro soggiorno. E quell’anno ero decisa a realizzarlo.
Non era facile, io ero discretamente magra, e non avevo la forza sufficiente, a meno che non lo prendessi di sorpresa.
Un pomeriggio assolato aspettai che si accostasse al tubo dell’acqua corrente per bere, e da dietro lo spinsi con forza.
Lo feci sbilanciare, e lo feci rovinare nella vasca per lavare i panni, ma lui mi afferrò per un braccio e mi trascinò dentro. Risultato, entrambi zuppi da capo a piedi. Però ci ero riuscita e mi sentivo realizzata.
Mi sentivo anche un po’ in colpa e dato che mi dovevo togliere quei vestiti fradici per cambiarmi, gli offrii ospitalità nella stanza che dividevo con le altre educatrici in modo da strizzare almeno i vestiti.
Bello vederlo a torso nudo davanti a me, e senza pensarci molto su rimasi in mutande e canottiera, che essendo bagnata mi si era appiccicata addosso mostrando il mio seno minuscolo.
Otello non faceva altro che guardarlo e la cosa mi imbarazzava, così mi girai in modo che vedesse la schiena. Così facendo avrei anche potuto cambiarmi la canottiera.
Mi si avvicinò da dietro e baciandomi il collo, mi mise le mani sul seno, accarezzandolo attraverso la canottiera, e stringendomi a lui.
Era molto eccitato, il suo arnese si sera gonfiato e premeva sul mio sedere.
Allungai le mani dietro per tastargli il pacco e … sorpresa, le mutande non c’erano più, e quello che prima premeva sulle mie chiappe ora me lo ritrovavo in mano.
Intanto le sue mani erano andate sotto la canottiera e avevano trovato il contatto diretto con i capezzoli che parvero elettrizzarsi.
Mi girai verso di lui e decisi di togliere la canottiera per mostrargli le tette, e mentre la sfilavo sentii le sue mani afferrare gli slip e tirarli verso il basso.
Eravamo nudi uno di fronte all’altra, mi spinse sul letto dove mi sedetti e lo attesi a gambe completamente divaricate.
Si adagiò su di me facendomi stendere supina, lo guidò all’imboccatura della passera e cominciò a spingerlo dentro.
Gli ci vollero un po’ di spinte peer vincere la resistenza della mia verginità, ma alla fine fu dentro.
Continuando ad accarezzarmi il seno prese a fare avanti e indietro nella passera procurandomi una grande piacere e una serie di sensazioni che scossero profondamente il mio corpo.
Quando smise avevo il suo sperma mescolato al mio sangue che colava fuori in un filamento rosa.
Ci baciammo e ci riposammo qualche minuto poi ci rivestimmo e lui si rimise i vestiti strizzati per ritornare a casa. L’ultima cosa che volevo e che entrasse una delle mie compagne di stanza e che mi beccasse a farmi sbattere.
L’avevo messo dentro la fontana, e lui lo l’aveva messo dentro di me.

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