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Noir e Consuelo

By 20 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Adesso che con la mia ex moglie è finita, voglio raccontare la nostra vita sessulale e di come è nato nostro figlio.
Una breve descrizione di entrambe. Consuelo, alta un metro e settantre, magra, bionda naturale, capelli lunghi fin sotto le spalle e leggermente ondulati, occhi azzuri mentre grigi se nervosa oppure asseconda del tempo, un bel nasino che mi diverto a mordere e baciare, una bocca perfetta con un sorriso splendido e due labbra magnifiche. Una bella terza di seno, con capezzoli grandi e rosei. Pancia piatta con percing all’ombelico, sul pube un triangolino di peli biondi ben curati, un culetto da sogno che mi ha concesso dopo sei anni che stavamo assieme, due gambe toniche e slenne. Quando ci siamo conosciuti lei aveva quattordici anni. Mentre io Nicolas avevo diciannove anni, sono altro un metro e ottantacinque ho i capelli castano chiaro, con ciocche bionde a caschetto, sempre tenuti perfetti. Ho gli occhi color ghiaccio, ho un fisico un po’ muscoloso, ma per natura non farei mai della palestra o dello sport, la cosa mi stancherebbe e questo non va per niente bene. Ho un tattuaggio tribale sulla spalla sinistra, vivo per conto mio già da un anno. E non ho alcun rapporto con mia madre e non so chi sia mio padre. Ho un locale in gestione dove lavoro con un socio. Con Consuelo ci siamo conosciuti in una serata nel mio locale, mi ricordo che la sera ero incazzato perché avevo dovuto fare il doppio turno, in più c’era la serata della birra dunque il locale era strapieno, il mio socio aveva un problema e sarebbe arrivato a lavoro nella tarda serata. Erano le venti quando arrivò scusandossi il mio socio, ma c’era talmente tanta gente che lavorammo assieme fino alle quattro del mattino. Come dicevo vidi per la prima volta Consuelo, stava seduta su uno sgabello all’angolo del bancone, tutta la sera rimase seduta da sola a osservare la pista da ballo per tutta la sera, ogni tanto ordinava una birra. verso le tre e mezza fa un gesto verso la pista, arriva Claudia un’amica comune visto che ci conosciamo da parecchi anni, siamo coetanei e siamo cresciuti assieme, dai gesti capisco che Consuelo vuole andar via, Claudia si guarda intorno e vedendomi ancora al banco viene nella mia direzione ‘Noir ciao!! Tra quanto smetti di lavorare?’ Ricambio il saluto, ‘Smetto tra venti minuti, perché?’ ‘Accompagneresti una mia amica a casa? Ho conosciuto un ragazzo vorrei finire la serata con lui, e non posso fare il vai e vieni anche perché sono a piedi, perderei troppo tempo. Per favore!’ fingo di guardarmi intorno ‘Chi è la fortunata?’ si gira verso la sua amica e le fa cenno di avvicinarsi. Consuelo appena si avvicina diventa tutta rossa. Ci presenta ‘Noir la fortunata si chiama Conuelo, è una mia amica. Deve tornare a casa, e siccome tu hai la macchina la riporterai a casa per me. Grazie e buona notte!’ Poi si avvia velocemente verso la pista dove l’aspetta un ragazzo. ‘Allora però dovrai aspettare una mezzoretta, poi ti porterò a casa. Ci stai?’ mi sorrise timidamente e fece un cenno con il capo di conferma. Le versai un’altra birra per l’attesa, mi ringraziò. Mi osservo per tutto il tempo, poi quando presi il giubotto mi venne incontro, per poi seguirmi alla macchina. Una volta seduti in machina, le sfioro la coscia, lei si girà di scatto verso di me e mi gurda negli occhi, lentamente mi avvicino alle sue labbra, le sfioro poi mi allontano leggermente, lei mi abbraccia a me attira a se, le nostre labbra si uniscono, le nostre bocche si approno, ma nessuna lingua si scambia, finchè non prendo l’iniziativa io, a quel punto anche la sua reagisce, ora si cercano si leccano, le piego il sedile di scatto, mi guarda negli occhi quasi impaurita, ma eccitata. Una mano si occupa del seno, mentre l’altra tra le sue gambe, mentre le sue le lascia stese sul sedile. Fortunatamente siamo d’estate dunque indossa solamente il top e il reggiseno, il tanga e la minigonna. Dunque mi vien facile arrivare ovunque con facilità. Le massaggio la fica, lei allarga maggiormente le gambe, la bacio sul collo mentre sposto il filo del tanga, è bagnatissimo. ‘Girati verso di me, te la voglio leccare!’ Le dico afferrandola per una gamba, lei assume al posizione in silenzio, cerco di allargarle al massimo le gambe, poi inizio a leccarle la fica come un assatanato, le apro le labbra allargandole un po’ per poi succhiarle il clito, lo torturo con la lingua, per poi penetrarla nel buco che pulsa davanti ai miei occhi, la spingo dentro, cercando di entrare più affondo possibile. Consuelo si contorce dal piacere nel sedile, ogni tanto aumenta il respiro per poi rilassarlo, sta godendo tantissimo, ed è già venuta due volte. Sta per arrivare alla terza quando inizio a slacciarmi i pantaloni. ‘No. Aspetta, non posso, sono vergine, non voglio!’ Per un attimo la guardo interdetto col cazzo in mano duro come il marmo, poi mi siedo nel mio sedile e mentre mi rivesto mi giro verso di lei le sorrido ‘Scusa non volevo. Come vuoi te.’ Anche lei si ricompone, dopo che ci siamo sistemati accendo la macchina e lei mi indica la strada. Durante tutto il viaggio nessuno dei due parla. Quando siamo arrivati mi dice di fermarmi, accosto e spengo la macchina. La guardo negli occhi ‘Io se vuoi ti vorrei rivedere, mi piacerebbe conoscerti meglio, se me lo concedi.’ ‘davvero? Io crdedevo non mi avresti voluto più. Visto che sai’ sono’. Sono ancora’. Tutte mi hanno detto che sei uno stronzo!’ Tiene lo sguardo basso mentre mi parla. ‘Non credere a tutto ciò che viene detto, cosa ti ha detto di me Claudia? Tanto so che gli hai chiesto di me.’ Mi avvicino per baciarla sul collo ‘Anche io ti voglio rivedere, ora devo andare. Ci vediamo al tuo locale domani alle 16, il tuo turno finisce a quell’ora giusto?’ mi dice uscendo dalla macchina, non aspetta risposta e se ne va. Il giorno dopo arrivò con un po’ di anticipo, appena la vidi mi affrettai a salutarla con un tenero bacio sulle labbra, poi salutai il mio socio e andamo via. La portai a casa mia, le offrì da bere poi ci sedemo nel divano, dove un po’ chiacchieramo. Poi inziamo a baciarci, io mi slacciai i pantaloni e tirai fuori il mio cazzo, appena lo vide sgranò gli occhi, ‘Tu quel coso dentro di me non ce lo fai entrare!’ In effetti ho un cazzo lungo 23 centimetri e grosso poco più di una lattina. ‘Come vuoi, allora succhialo, fammi un pompino!’ la faccio sedere nel divano mentre io mi metto in piedi davanti a lei. Lo prende in bocca me lo succhia e lecca come una pazza, ogni tanto mi stringe i coglioni, ma non per farmi male, ma per non farmi venire. Poi mi arriva un violento orgasmo che quasi mi fa perdere l’equilibrio, mi lascia senza fiato, mentre ingoia tutto il mio nettare. ‘Dove hai imparato a fare pompini così? Sei splendida!’ La bacio sulle labbra. Io mi addormento sul divano, mentre lei mi prepara da mangiare. Quando mi sveglio sento il profumo arrivare dalla cucina. è nuda con addosso soltanto la mia camicia da lavoro, ma come si muove posso vedere il suo culo, il cazzo mi diventa duro, arrivo da dietro la bacio sul collo con un braccio l’attiro a me, mentre con l’altra mano le stuzzico il clito viene quasi subito, la sollevo e la spingo verso il tavolo, la faccio sdraiare sulla schiena mentre afferro le sue gambe e allargandole ‘Adesso non dirmi di no, altrimenti impazzisco’ le dissi quasi supplichevole, ‘Va bene, ma facciamolo a letto’ ci avviamo verso la mia stanza ci sdraiamo nel letto lei sotto a gambe aperte e io sopra in mezzo, misi del lubrificante sul cazzo in modo che non ci fosse attrito, nel caso la sua fica si fosse asciugata, la penetrai lentemente facendo avanti e indietro in modo che si abituasse alla penetrazione, quando sentii l’imene la baciai sulle labbra mentre con un colpo di reni le entrai fino alla base. Una lacrima le rigò il viso ‘Ho sono così felice, ora scopami ti prego, fammi godere nuovamente come la volta in macchina. Ma non venirmi dentro.’ Con le mie braccia tenevo le gambe ben allargarte, la penetrai lentamente fino alla base, per poi aumentare il ritmo. Lei stava godendo come una pazza, spingevavil bacino per essere penetrata affondo. ‘Stai ferma, altrimenti ti vengo dentro’ diedi altri due colpi di reni, poi lo sfilai velocemente, stringendolo alla base. ‘Stai bene? Ti ho fatto molto male?’ le chiesi passandole una mano sulla fica leggermente sanguinante ma abbondantemente bagnata. ‘Un po’ ma mi è piaciuto tantissimo.’ Poi ci rivestimo e l’accompagnai a casa per studiare.

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