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PadronVale e due nuovi schiavetti

By 9 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

PadronVale e due nuovi schiavetti
di Tom

La serata stava trascorrendo nella monotonia. Sdraiata sul letto, nella sua camera, la bellissima Padrona si stava facendo leccare le piante dei piedi dalla schiava e neppure questo sembrava aiutarla a divertirsi un po’. Giocò per un poco con il viso della serva, le schiacciò il naso fra le dita, le cincischiò i capelli sotto al tallone, le graffiò le guance con l’unghia dell’alluce. Mentre si distraeva provando ad infilare il piede il più in profondità possibile nella bocca della schiava il suo cellulare squillò.
-‘Ciao Elisa’- salutò Vale.
-‘Ciao Vale, scusa se ti disturbo ma ho bisogno che tu mi faccia un favore urgente’-
-‘Di che cosa si tratta?’- chiese Vale. Poi, staccando un poco la bocca dal ricevitore, tuonò ”E tu non smettere di leccare, stupida! Lecca e bacia i miei piedi, altrimenti ricomincia la tortura del ‘quanto riesce ad entrare in gola il mio piedino’?!’-
-‘Che cosa?’- chiese Elisa all’altro capo del telefono.
-‘No, nulla. Non ci fare caso. Parlavo con il mio cane. Dimmi tutto’-
-‘Bè, il fatto è questo. Io faccio la vigilante, hai presente?’-
-‘Si’-
-‘Ho dato la mia parola ad una famiglia di guardare casa loro, stasera, ma purtroppo è sopraggiunto un impegno inderogabile e non posso andare!’-
-‘Disdici’-
-‘Non posso. E’ troppo tardi’-
-‘E allora?’-
-‘Non potreste occupartene tu, per questa volta? Solo finché non ho finito. Non mi tratterrò a lungo’-
-‘Io fare la sovegliante?’-
-‘Soltanto per una volta! Sono disperata, non so a chi altri chiederlo!’-
-‘Mmm. Non lo so. In cosa consisterebbe il mio lavoro?’-
-‘Facile. Devi solo stare a casa di questi qui per la sera. Sarai in compagnia dei due figli dei datori di lavoro. Sono due gemelli di diciotto anni. L’uno maschio e l’altra femmina’-
-‘E come sono?’-
-‘Molto calmi e docili. Non ti daranno problemi’-
-‘Docili eh? Docili come cagnolini ammaestrati?’-
-‘Scusa?’-
-‘Niente, considerazioni mie’- disse Vale, allontanando dai propri piedi la schiava con un calcio a gambe unite e mandandola in ginocchio in un angolo della stanza ”Va bene, affare fatto. Hai la tua sostituta. Dammi solo l’indirizzo’-
-‘Grazie Vale. Sei un’amica’-
-‘Sciocchezze’- rise la Dea, alzandosi in piedi e calpestando la testa della schiava.
Elisa le diede l’indirizzo della casa a cui badare e salutò.
Vale si vestì, si fece leccare gli stivali dalla schiava e se ne andò, lasciando Alex legata al freddo ed in una posizione scomodissima, sotto la tazza del cesso.

La casa era grande ed accogliente. I due ragazzi a cui badare erano veramente obbedienti ed educati come Elisa aveva detto. Lui si chiamava Luca, era gracile e pallido, lei era Fabiana ed era altrettanto magra. La ragazza era alta già più del fratello ed era molto carina con i suoi lunghissimi capelli castani sciolti sulle spalle magre. Vale suonò il campanello dell’ingresso alle otto in punto, ed i genitori l’accolsero con gentilezza. Solite raccomandazioni di rito, occhio agli estranei, ai vagabondi, illuminazione in giardino sempre accesa ecc.. Infine, mancava qualche minuto alle otto e mezza, mamma e papà se ne andarono e Vale rimase sola.
-‘Allora, manca ancora mezz’ora alle nove. Come lo vogliamo passare questo tempo?’- chiese la Dea
-‘Giochiamo a carte!’- disse Luca.
-‘Si, si’- esultò la sorella con una vocina stridula ed acuta che diede molto fastidio alla Padrona.
-‘No, facciamo il gioco del silenzio’- disse Vale ”Adesso vi stendete sul tappeto di salotto e rimanete zitti e buoni fino a quando non torneranno i vostri’
-‘Ma via, non essere noiosa!’- esclamò Fabiana.
-‘Vedrai che vi divertirete!’- replicò la Dea, già annoiata davanti alla prospettiva di dover attendere il ritorno dei genitori per più di tre ore in quella casa.
Fece sdraiare Luca e Fabiana sul tappeto a faccia in su e si sedette davanti a loro sul comodo divano. Accese la televisione e fece un po’ di zapping. I programmi erano tutti noiosi e dopo qualche minuto Vale gettò su di un cuscino il telecomando e sbuffò. ”A quest’ora non c’è un film decente!’-
Luca si alzò di scatto ”Hai parlato! Hai perso!’-
-‘Dai facciamo una partita a briscola!’- intervenne la sorella con quella sua vocina cantilenante e monotona.
Vale sentì il desiderio di assestare un calcio in bocca a tutti e due, tanto più che almeno Fabiana era anche a portata di piede perché si era sdraiata proprio a pochi centimetri dal divano.
-‘Uffa ragazzi! Queste regole non valgono per me, ma solo per voi! Comunque mi sto annoiando. Vedo che avete delle videocassette. C’è qualche buon film?’-
-‘Si, abbiamo ‘Titanic’, ‘Caccia ad Ottobre rosso’ e poi”- disse Luca.
-‘OK, OK’Vada per ‘Titanic’. Metti la cassetta, ragazzino. E tu vammi a prendere qualcosa da bere’-
-‘Si, che cosa vuoi?’-
-‘Vuoi?’- pensò Vale, irritata. E poi anche prima’.non essere noiosa! Seconda persona singolare. -‘Come osano questi microbi prendere tante confidenze con me?’-
-‘Avete della coca cola?’-
-‘Si’-
-‘Bene, vammela a prendere’-
Fabiana scattò verso la cucina. Vale, nell’attesa si tolse gli stivali e si sdraiò languidamente sul divano, stendendo le lunghe ed eleganti gambe sui morbidi cuscini. Ma quando la ragazza tornò accadde un imprevisto. Fabiana camminava con la lattina in mano, guardando dritto davanti a sé, e non fece caso agli stivali, così inciampò nelle preziose calzature di Vale e cadde sul pavimento. Uno schizzo di coca cola compì una piroetta in aria ed andò a macchiare le calze della Padrona.
Vale si alzò indispettita.
-‘Ma cosa combini?’- gridò.
Fabiana cercò di rimettersi in piedi, scivolò e ricadde ancora ai piedi della Dea
-‘Guarda che hai combinato, stupida!’- esclamò Vale esaminando la chiazza grande come una mela che si espandeva sulla caviglia. ”E poi hai offeso anche i miei stivali!’-
-‘M’.mi dispiace!’- disse quasi guaendo la ragazza, facendosi piccola- piccola al cospetto della Divinità.
-‘Ora dovrai chiedere scusa a me ed ai miei stivali!’-
-‘Si’- rispose Fabiana, prendendo gli stivali e rimettendoli ordinatamente dritti ed in fila.
-‘No, non è sufficiente. Me li devi pulire’-
-‘Si’- Fabiana si alzò e fece per uscire dalla stanza.
-‘Dove vai?’- tuonò Vale.
-‘A prendere un fazzoletto così posso”-
Non la lasciò terminare ”Vieni qui, immediatamente! Altro che fazzoletto!’- La fece inginocchiare davanti a sé ”Hai dei bei capelli, molto lunghi e soffici. Usali come straccetto. Si, puliscimi gli stivali con i capelli’-
-‘Ma”-
-‘Niente ma!’- esclamò la Dea ”Obbedisci e basta! Altrimenti racconterò ai tuoi genitori che cosa hai fatto!’-
-‘No, per piacere!’- mugolò Fabiana, raccogliendo una ciocca di capelli ed iniziando a lustrare per benino gli stivali di Vale.
-‘E tu hai messo quella cassetta?’-
-‘Si’- disse Luca.
-‘Allora vieni qui. E portami il telecomando del videoregistratore!’-
Luca obbedì.
-‘Mettiti a quattro zampe, davanti a me’-
-‘Perché?’-
-‘Ma sapete che siete disubbidienti? Fallo! E non discutere!’-
Luca si mise a quattro zampe davanti alla Padrona che, comodamente seduta sui morbidi cuscini del divano aveva accavallato le gambe ed impartiva ordini a destra e a manca in casa d’altri come se quella fosse la cosa più naturale del mondo. Distese le gambe ed appoggiò i talloni e le caviglie sulla schiena e le spalle di Luca, usando il ragazzo come poggiapiedi.
Luca vacillò un attimo.
-‘Che fai, stupido? Non dirmi che non riesci a reggere le mie gambe!’- lo schernì la Padrona
-‘Mi’mi spiace’-
-‘Resisti poggiapiedi ed io non dirò nulla ai vostri genitori’-
Luca si fece forza e cercò di resistere al peso delle gambe della Padrona. Non fu facile però perché Vale non cercò mai di alleviare il peso delle sue gambe sul dorso del ragazzo ma anzi, si divertì a schiacciare la nuca e la testa sotto la pianta del piede ed infierì con entusiasmo punzecchiando i fianchi dello schiavetto con la punta dei piedi.
Fabiana intanto si stava applicando con attenzione al suo compito. Aveva tutti i capelli spettinati, passava e ripassava sulla punta e sulla tomaia degli stivali usando la sua folta criniera come uno straccio. Insisté molto sul punto in cui era andata a sbattere (benché le calzature di Vale non si fossero sporcate, ma fossero solo cadute sul pavimento) ed impiegò molto tempo a lucidare il tacco ed il margine della suola. Fabiana, si accorse Vale, era una schiava nata e questo andava tenuto presente.
-‘Tu’- disse la Padrona, rivolgendosi alla ragazza ”Smettila di strofinare gli stivali, va a finire che me li consumi. Vieni immediatamente qui e toglimi la coca cola dalla gamba, dove me l’hai versata’-
-‘Si’-
Fabiana posò con cura gli stivali di Vale a fianco del divano e si avvicinò a quattro zampe alle gambe della Dea. Nei suoi modi la Padrona vide un riflesso dell’obbedienza di Alex. Se Fabiana avesse continuato così sarebbe presto divenuta una schiava perfetta, magari una futura sostituta alla lingua della serva attuale, pensò Vale. Quando Fabiana l’ebbe raggiunta la Padrona indicò la macchia ai propri piedi con l’indice.
-‘Pulisci’- ordinò.
Fabiana si avvicinò alla sua caviglia con una ciocca di capelli in mano e Vale allontanò la gamba.
-‘Che fai?’-
-‘Le pulis”-
-‘Con i capelli, eh?’-
-‘Ma”-
-‘La coca cola piace a tutti i ragazzini, no? Allora che aspetti? Fuori la lingua ed inizia a leccare!’-
Fabiana restò interdetta. Insomma, la vigilante le stava ordinando di leccarle i piedi. Ciò non era un fatto proprio normale. Ma il dubbio di ciò che la ragazza avrebbe potuto dire ai genitori le fece provato un giustificato timore. Papà e mamma erano molto severi. Così si fece coraggio e appoggiò le labbra alla caviglia della Dea. Anche da sotto le calze a rete avvertì il contatto con la morbida pelle della Padrona. Era quella per Fabiana una sensazione insolita ma non sgradevole, la nuova custode irradiava un alone di magnificenza e sovranità da sé.
Quando la macchia fu succhiata via la ragazza si allontanò. Erano le nove e qualche minuto, il film aveva preso il via e la sera era ancora lunga. I genitori di Luca e Fabiana sarebbero ritornati solo fra tre ore.
-‘Continua’- disse brevemente Vale.
-‘Eh?’- chiese Fabiana.
-‘Continua ho detto. Sei sorda, oltre che imbranata? Leccami i piedi!’-
Fabiana esitò un attimo, ma Vale sollevò un piedino e glielo strofinò sul viso.
-‘Non ti piacerebbe farmi questo favore mentre guardo il film? Sai, ‘Titanic’ è piuttosto lungo e mi annoierei qui, da sola, per tutto questo tempo. E per quanto riguarda te’- disse sbattendo il tallone sulla testa di Luca ”fatti forza perché ti toccherà rimanere in quella posizione fino ai titoli di coda’-
Fabiana annuì e Luca mugugnò un si. La ragazza tirò fuori la lingua e leccò. Partì dalle piante dei piedi, provocando un leggero e gradevole solletico sulla pelle della Padrona, poi risalì allo spazio sotto le dita dove era ristagnato l’odore del sudore. A quel punto la ragazza tentennò un poco. Vale, senza scomporsi, le forzò allora le labbra con la punta dei piedi costringendo la schiava a leccarli anche contro la sua volontà.
Era piacevole sentire una lingua differente dal solito amoreggiare coi propri piedi. E Fabiana era in gamba, come leccatrice. Vale si divertì molto e quella fu una sera molto piacevole. Erano più delle undici quando il film terminò. Vale spense il videoregistratore e congedò i figli dei padroni di casa senza un ringraziamento. Prima però si fece rimettere gli stivali da Luca e se li fece baciare sulle punte dei tacchi e sulle suole da Fabiana. Attese il ritorno dei genitori per una mezz’ora guardando qualche programma sulle diverse reti televisive e, al loro ritorno, ricevette molte lodi e complimenti. Prese il compenso che le era dovuto per la sua prestazione di custode (dopotutto era stato un lavoro veramente stancante!) e se ne andò. Quando la sua auto lasciò il parcheggio della casa Luca dormiva già, ma Fabiana era ancora affacciata alla finestra e vedendola andar via, salutò a lungo la sua adorata, nuova dominatrice.

tom

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