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Paola, la mia migliore amica

By 13 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Caminavo scalzo sul parquet lucido e perfettamente verniciato. La luce soffice della stanza m’iluminava con un dolcissimo colore dorato-arancione. Era di sera, una sera d’appena fine estate. Perciò non faceva freddo, e si stava molto bene, bene anche per stare nudo.
Mi piaceva camminare svestito a casa mia, mi dava un grande senso di libertà, mi sentivo completamente al naturale, e più ancora mi piaceva farlo quando ero eccitato. Camminavo con il pene alzato ed i testicoli pensolanti, assomigliava come un passerotto con la testa alzata che stava cercando qualcosa…, e non si era smarrito, cercava il suo adorato nido, un nido decorato da bellissimi peli pubici scuri, e da due labbra accoglienti e materne, pronte a riceverlo dentro, per bagnarlo e riscaldarlo, e soprattutto per accarezzare la sua testa mentre giocava felice dentro di lei.
Quella sera stavo uscendo dal bagno tutto nudo e con l’erezione turgida, come mai l’avevo avuta. Mi sentivo terribilemente eccitato. Dalla mattina sentivo il bisogno di montare una ragazza, di farla mia, di possederla completamente strofinando il mio sesso con il suo. Adesso era arrivato il momento ed è vero quanto dicono: fare l’amore diventa molto più bello quando si fa con qualcuno speciale, qualcuna per il quale uno sente un’affetto particolare.
Paola ed io ci conoscevamo dalla scuola elementare. Da quando avevamo dieci anni. Poi abbiamo studiato sempre insieme fino alla maturità. Li ci siamo separati, lei studiò infermieristica ed io giurisprudenza. Rimanemmo comunque sempre grandissimi amici. Anzi lei era la mia migliore amica, de io il suo migliore amico. Ci confidavamo tutto, soprattutto le nostre avventure ed i nostri cuori spezzati.
Ancora mi ricordo quando la difese da un bullo, avevamo solo dieci anni. Da lì incominciò la nostra bellissima amicizia. Da quel momento stavamo sempre insieme, e ci prendevamo cura l’uno all’altro, quasi come fratello e sorella (entrambi siamo tra l’altro figli unici).
Da quei tempi sono passate tante cose. Lei sbocciò davvero in una bellissima ragazza, quasi come il racconto della brutta anatroccola. Adesso con i suoi bellissimi capelli neri che porta fino alle spalle, ruba i cuori di tanti uomini, soprattutto all’ospedale dove lavora.
Non immaginai che la nostra amicizia potesse prendere la piega che quella sera prese… ma ne sono grato alla provvidenza perchè è stato una esperienza bellissima de intensissima quella che abbiamo condiviso insieme. Quella sera era l’ultima che ci avremmo visti per un bel po’, partivo due giorni dopo a lavorare a Londra. Abbiamo festeggiato l’ultima sera a Milano con degli amici, e poi siamo tornati a casa mia a bere e chiacchierare un po’.
è stato lì, non so cosa mi prese, che le dissi che ormai ci conoscevamo così bene, completamente così bene, e che avevamo fatto pratticamente tutto insieme… mancava solo fare l’amore. All’inizio lei scherzò sull’idea, ma poi le piacque moltissima. Avevamo così tanta confidenza e fiducia tra di noi che decidemmo esperimentare pure il coito insieme.
Entrai dunque nella mia camera e la trovai sdraiata nuda sul mio letto, come la Maja desnuda di Goya. Non potevo credere quanto fosse bella! Mi piaceva soprattutto il fatto che avesse il monte di venere ricoperto da una foltissimo bosco di peli scuri. Quel contrasto con la sua pelle bianca, le sue tette preziose e lo sguardo innocente, mi eccitava da morire. Lei sorride al vedere la mia imponente erezione. Mi avvicinai e la prese con la sua bellissima manina destra.
Giocava e sembrava affascinata dal scoprire e ricoprire mio glande col prepuzio. Sdraiata sul suo fianco sinistro, mi guardava come innamorata mentre alternava, massaggiandomi le palle e poi a tratti mi accarezzava lungo l’asta.
Gli occhi di Paola brillavano. Bellissima, era bellissima!
Mi coricai al suo fianco e ci abbracciamo e baciamo appassionatamente, lei sempre impugnandomi il pene, io accarezzando la sua piccola schiena e toccando il suo sedere. Ci amavamo, ci apprezzavamo. Il suo corpo esile femminile toccava completamente il mio. Le sue tette premevano contro di me, mentre il mio pene irruente premeva deciso contro suo ventre, deciso a pugnalarla con foga tra le gambe per causarle un immenso piacere. Sentivamo i nostri cuori battere forte. Toccai di sfuggita le sue labbra vaginali…, la mia Paola era bagnatissima, era entrata in calore, aveva bisogno subito di un maschio, sentiva un fortissimo bisogno di essere riempita, di essere montata da un uomo forte come me.
Chi di noi, dopo tanti anni di essere stati amici e compagni di scuola, avrebbe poi mai immaginato che anni dopo avrebbemmo fatto l’amore insieme. Secondo me non c’è niente di più bello di avere un rapporto sessuale con la nostra migliore amica. Ci sentivamo come se fossimo fratello e sorella, e questo pensiero invece di turbarci ci infuocava da morire.
La penetrai sul letto, finalmente dentro del suo piccolo corpo. Era mia! Era tutta mia!
Poco a poco la mia foga ebbe il sopravento. Sentivo un grandissimo bisogno di scoparla, di soggiogarla. Mentre scopavamo ci guardavamo negli occhi, le mie spinte diventavano sempre più forti, veloci, sempre più decise e dominanti. Paola mi accarezzò il viso, capì che acconsentiva che diventassi un po’ più rozzo e violento. Iniziò a leccarmi i capezzoli… perdevo la testa dal piacere.
Dopo alcuni minuti interminabili di coito passonale, ad un certo punto uscì di lei e le chiese: Paoletta vorrei tantissimo prenderti dal tuo culo.
Lei come una ragazzina ubbidiente si girò offrendomi femminilmente il suo sederino; alla mia vista vide due preziose natiche pallide marmoree. Le divaricai notando che il buchetto e il solco erano un pochettino più scuri. Era preziosa. Le leccai l’ano con grandissimo affetto, lubrificandolo bene, e poi iniziai la penetrazione. All’inizio le faceva un po’ di male, ma dopo un po si abituò. Interrare mio pene nel suo culo è stata tra le esperienze più belle che noi avevamo mai sentiti. Ci abbracciamo mentre continuavo come uno stallone a pompare dentro di lei. Paola ebbe fortissimi orgasmi, sentì il suo corpicino tremare dal godimento. Le piaceva moltissimo come la facevo sentire donna. Poi ad un tratto spinsi forte dentro la mia amata e venne copiosamente nel suo sedere.
Ci addormentamo così, abbracciati e spenti, con ancora uniti, col mio pene dentro di lei.
La mattina seguente mi svegliò con un dolcissimo bocchino. Ciucciava come una bambina affamata. La lascai fare, nutrendola con amore.
Da quella volta niente fu lo stesso… la nostra amicizia mutò in una passione intensissima.

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