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Preludio di un estate

By 5 Settembre 2018Settembre 29th, 2020No Comments

E’ da tanto che aspetto di scrivere il racconto, però non ero mai intenzionata fino in fondo’ già so che tra poche righe sarò così eccitata e fradicia’ ora mi alzo e vado in bagno a lavare il mio fidato manico di spazzola, quello che si estrae dal resto dell’oggetto, e che finisce sempre nella mia grondante fica-

Torno subito’

Eccomi, lavato e profumato è già tra le mie labbra’ non è entrato ancora, datemi il tempo di eccitarmi per bene.

Ho tutto il tempo di scrivere con calma tutto quello che è successo prima di partire quest’estate, che ha condizionato NOTEVOLMENTE, l’andamento delle mie vacanze in Calabria.

Inizia tutto una sera di metà luglio.

Ero a casa di un’amica, la mia adorata amica Francesca. Ci conosciamo da anni, e proprio per questo, mi sono vestita tranquilla, non ho neanche l’intimo.

Mentre lei è di là approfitto e mando una foto, del tutto innocente sia chiaro, ai miei amati lettori su Facebook, ovviamente a breve sarà censurata, ma fortunatamente solo dalle storie, ai miei cari amici ho mandato decisamente di peggio.

Il mio caro Gabriele, subito mi risponde, pronto come sempre, solo lui sa soddisfarmi al 100%.

Così iniziamo a parlare, mi eccito immediatamente, sono felice di non aver messo le mutande però rischio di sporcare tutto il divano di Fra.

Una cosa tira l’altra, e foto dopo foto la necessità di essere riempita cresce e cresce’

A casa, ho il mio fidatissimo manico, bello largo e dalle mille sinuosità, ormai aderisce perfettamente. Ma a casa di Francesca? Cosa potevo mai usare?

Gabriele mi suggerisce un altro manico e giustamente corro in bagno a cercarlo.

Ne trovo uno perfetto, smontabile anche lui. Decisamente più piccolo ma non mi lamento.

Entra in un attimo.

Come al solito sono fradicia.

La serata torna ai soliti discorsi, sesso e fidanzati inclusi, aspettiamo la fine della sessione per andare finalmente tutti in vacanza’

Mmmm ora il manico entra subito, ripensando a quella sera mi è venuto un palpito alla figa’

Bussano al citofono, sono i genitori di Fra : Piero e Dalila, praticamente un duo comico, li adoro da sempre.

Salgono, ci salutiamo e loro vanno a cambiarsi per la notte.

Gabriele intanto continua a scrivermi, mi dice di tutto, insulti e perversioni, l’ho sfidato a farmi venire senza toccarmi direttamente, solo con il manico in figa e lui ha decisamente capito cosa dirmi.

Leggo i suoi messaggi con il sorriso stampato in faccia, quanto cazzo vorrei toccarmi, o meglio’. Quanto cazzo vorrei toccare un uomo, un pisello grosso e pieno’.

Piero se ne accorge e come sempre lancia frecciatine sui ragazzi, a marzo mi ha praticamente quasi beccata mentre mi asciugavo la bocca dalla sborrata di un mio amico, eravamo qua nel parco e Piero stava portando Lilli a spasso. Vi giuro, avevo appena finito di leccarmi il dito quando lui è comparso dietro l’angolo.

Risate e saluti, Piero e Dalila chiudono la porta del corridoio e noi torniamo sul balcone.

Gabriele continua, quanto mi fa godere quel ragazzo. Purtroppo siamo lontani’

Fra approfitta che i suoi sono in bagno e va a parlare con il fidanzato a telefono, lo odiamo tutti, io non lo sopporto: antipatico egocentrico ignorante e razzista.

Ne approfitto e mi tocco, finalmente do attenzioni a Gabriele.

Non arrivo a togliermi la tuta ma da sopra il tessuto sento ancora meglio la figa, percepisco tutta la rugosità del tessuto… inebrio la stanza con il mio odore, sfilo e infilo il manico nella figa, dentro e fuori dentro e fuori. NON MI BASTA, è piccolo e sottile.

Corro in bagno, incontro fra e le indico che devo fare pipì.

Scappo in corridoio.

Chiudo la porta, quasi mi strappo la tuta intera, finalmente la mia mano è bagnata, tutta densa di liquidi, me li passo da dita a dita, qualche grumo più denso lo spalmo sui capezzoloni e continuo… dentro e fuori, dentro e fuori.

Mi metto a pecora, simulo addirittura la scopata non ce la faccio più, penso per un secondo a Piero che mi aveva quasi beccata, penso al cazzo di Gabriele e alle sue palle, mi manda le foto e le lecco dallo schermo del telefono.

Gemo in estremo silenzio, mi strizzo i capezzoloni e continuo, vedo le mie tette andare avanti e indietro insieme a me e al mio braccio.

Penso al cazzo di Luigi che avevo succhiato quella sera di marzo e ancora il mio pensiero va a Piero.

C’ero quasi, ero veramente quasi arrivata, sono sicura che questa volta avrei anche squirtato’.

Ma la porta si apre e entra Piero.

 

Vi prego, sentitevi liberi di commentare, o lasciare un messaggio al mio indirizzo email aivlismilu@gmail.com

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