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PRIGIONE TRANSEX

By 13 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

CARCERE TRANSEX.

Il giudice mi affibbiò 9 mesi per rapina.
Passai l’ultima notte nella stazione della polizia. Mandai la mia prossima destinazione a casa. Dormii poco e male. Mi svegliarono alle 7 del mattino e mi fecero salire su un furgone del penitenziario di Y. Viaggiammo per un paio d’ore e mi lasciarono dentro l’edificio. Controlli. Codici,numeri,spogliazione,nuovi vestiti. Mi fecero sedere per un ora su una sedia legato ad una scrivania. Poi passò un agente: ‘Padiglione AS, cella 321.’ Mi slegò e mi fece alzare. Passammo fra alcuni uffici. Ad un tratto da uno sbucò un tizio vestito da borghese. La guardia lo salutò con enfasi sbattendo i tacchi. ‘Dove lo porti?’ chiese. ‘Al padiglione AS,cella….321..Signor Direttore..’ ‘Aspetta..’ si avvicinò a me. M i squadrò. Mi fece voltare. Mi fissò. ‘Dammi quei fogli!’ fece alla guardia. Li studiò. Mi guardò di nuovo come a voler leggermi dentro. Scrisse qualcosa sui fogli con una penna d’oro. ‘Portalo al Padiglione T.,cella’&egrave scritta lì..andate!’ e ci congedò,allontanandosi in una scia di profumo da uomo. La guardia mi guardò basita e scosse la testa. Quindi ripartimmo. Uscimmo in cortile e poi un lungo corridoio di muro. Altri muri. Entrammo in una porta. Ascensore verso il basso,due,tre piani. Scendemmo. Urla di gente e musica rap. Tenni lo sguardo basso,avevo una fifa nera,quella era una vera prigione,pericolosa con assassini,stupratori,rapinatori veri,figlidiputtanaveri e cattivi. Faceva caldo dentro. Nessuno mi guardava. Non c’era cattivo odore e poche guardie in giro. Camminammo per il corridoio. Ad una cella. 169 ci fermammo. La guardia spinse la porta. ‘Eh che cazzo’chi rompe??’ sparò una voce profonda da dentro. La guardia sbuffò. ‘Cazzo vuoi, Fred?’ chiese una tipa sulla soglia della cella. La guardai. Era nera,bassa,un grosso seno straripante e flaccido cadeva sul corpo tozzo,la pancia prominente,le gambe tozze pure quelle,scure,piene di rotoli di carne. ‘Hai un ospite,Trinax” ‘Che vai dicendo, Fred? Ci deve essere un errore’io ho una cella singola e..’ la fissavo. Era un transex nero,senza dubbio. Quella era una prigione maschile. Ero stupito. Ma che cazzo stava succendo? Era uno scherzo? ‘ordini del direttore’ha firmato lui..guarda pure” ‘Ma che cazzo dice quello stronzo? Chiamalo al telefono,subito’!’ ‘E dai Trinax non rendermela difficile’ti dico che ha firmato lui. Questo stronzo era diretto al padiglione centrale,ma il direttore ci ha fermato e ha cambiato destinazione. Guarda,se non mi credi..’ quella lo fissò come se stesse dicendo qualcosa di assurdo in una lingua orientale. ‘Questa poi’.ma che cazzo’quello stronzo’io non voglio gente fra i piedi’.figuriamoci questo cazzone di bianco scheletrico’.ficcatelo con qualcun’altra” ero sbalordito e senza parole,reggevo i vestiti in braccio e non sapevo cosa fare. La guardia sbuffò. La transex rientrò nella cella e prese qualcosa. Un cellulare. Compose il numero ripetendo fuck fuckoff fuckoff e sbraitando. ‘Jon’Jon che cazzo &egrave sta novitò? Io non voglio nessuno nella mia cella’intesi?!!! No non sto calma un cazzo Jon’no..cosa?..ma che..no’insomma’.ok..cazzo che stronzata’che cazzo di stronzata’ok..fanculo’.ci sentiamo Jon” chiuse il cellulare e lo sbatt&egrave per terra. Mi fissò. ‘Cazzo guardi,coglione,occhi a terra! ‘ era un donnone,il volto marcato,il naso grosso da nera,la bocca carnosa coperta di rossetto fuxia,i capelli lunghi fino al culo grosso. Indossava una camicetta di jeans e short fuxia. Mi mollò uno scpaccione forte che mi fece cadere la roba per terra. ‘Raccogli e viene dentro,stupido!’
La guardia mi squadrò e ringhiò: ‘Fai come ha detto tu! Prendi la roba e fila in cella. Sei stato fortunato a finire qua dentro e non al padiglione centrale fra quei pazzi pervertiti!’ e se ne andò. Raccolsi i vestiti ed entrai. Non sembrava una cella. Era spaziosa,incensi profumati addolcivano le pareti grige. Luci soffuse,musica rap. Seguii il culo della transex fino ad una stanza all’interno della cella. Si voltò: ‘Cosa fai? Cretino! Torna di là. Posa gli stracci per terra e stammi lontano dai piedi!’ e mi spinse via. Ma che cavolo era??? Ma dove mi trovavo? ‘Qual &egrave il mio letto,se posso chiedere’?’ feci sorridendo. Quella mi fissò. Mi mollò un ceffone a piena mano che mi fece girare la testa. ‘Capiamoci bene. Imbecelle! Qui comando io. Jon ha detto che devo tenerti in cella con me perché &egrave arrivata una disposizione della Contea che non possono più concedere celle singole qui a Y. Questo non vuole dire che mi dovi rompere il cazzo,intesi? Ti terranno qui con me fino a quando jon non sistemerà le cose’fino a quel momento tu non esisti. Non esisti. Devi essere invisibile per me, non cambierò di una virgola questo posto per te. Sono condannata all’ergastolo per due omicidi. Tu per rapina. Fra nove mesi esci. Quindi fila liscio. Obbedisci a quanto ti dico e te la caverai. Fai i capricci e rompi le scatole a Trinax e ti gonfio di botte,ti faccio sbattere da Alfred il capo delle guardie del blocco T. in isolamento per 3 mesi. Ti faccio spaccare la faccia a calci dalle guardie. Intesi?’ raggelai. Chi cazzo era quella donna? Ero fermo e inebetito. Tremavo. Lei mi mollò un altro schiaffo. ‘intesi??’ ‘Capito’eh” ‘E chiamami Signora quando ti rivolgi a me. Sempre.’ ‘Sì,,si..e feci un passo indietro. Lei mi riprese e mi tirò un nuovo schiaffo. ‘Sì,Signora’stupido” ‘Sì Signora’.’ E lei mi lasciò e andai di là.
Mi sedetti per terra. Faceva caldo,ma tremavo di paura. Mi faceva male la faccia per gli schiaffi e piangevo. Ero in una cella.
Di là una transex nera,cattiva,incazzata,ammanicata con tutto il penitenziario. Ero nella merda fino al collo.
Cercai di non pensarci e mi stinsi nelle spalle sperando di riposare.

Quando riaprii gli occhi erano passate due ore.
Ero in quella cella. Tremavo. Cosa mi sarebbe capitato?
Dalla stanza interna proveniva della musica black. Mi alzai. Incerto mi guardai intorno,senza sapere cosa fare,come comportarmi. Feci qualche passo intorno. In cerchio. Sembravo scemo. Qual’era il mio futuro?cosa sarebbe successo in quei nove mesi?
Mi detti una mossa. Lentamente feci qualche passo verso la stanzetta interna. C’era della luce soffusa e quella azzurrognola della tv. Trinax sedeva su un divanetto bianco,con un ginocchio alzato,i piedi neri risplendevano,curati,ma grossi. Mi vide. Senza guardarmi chiese: ‘Cosa vuoi?’ ‘ehmm’mi chiedevo se posso usare il cesso”
‘Puoi,ma devi chiedermi il permesso..’
‘..ehmmm’posso?’
‘Posso,cosa?’
”ah..posso,Signora?’
‘No. Tornatene di là. Decido io quando puoi pisciare o meno..’
‘ma”
‘Nessun ma. Fila. Togliti di torno,coglione”
Pensai di dirle che era un mio diritto andare al cesso,ma avevo paura che lei si arrabbiasse. Tornai di là e mi sedetti di nuovo.
Dopo qualche minuto chiamarono l’appello. Uscii. Trinax rimase a guardare la tv. Dalla cella accanto uscirono un ragazzo nero piuttosto muscoloso,ma basso, portava una parrucca afro e un anello massiccio a forma di corna rovesciate al naso; un tipo alto bianco,secco secco,con alcuni brutti tatuaggi sul braccio,aria assente; e una transex alta,nera,vestita di un abitino rosa dozzinale e puttanesco. Aveva delle grosse tette rifatte e gambe lunghe; mi guardò. Abbassai lo sguardo,ma notai il suo volto dai segni scavati,rughe e scavato,labbra grosse truccate. Era brutta e vecchia,una vecchia con un corpo da ragazzina. Ero un posto folle quello lì. Dalla cella accanto uscirono abbracciati una transex bianca,minuta,vestita con un abitino giallo e un ragazzo bianco,atletico,capelli rasati da marines,occhi chiari,anche lui con l’anello al naso. Ridevano e parevano brilli. Anche loro mi guardarono sorpresi e risero più forte. Due guardie iniziarono a fare il giro contano celle e numeri. Rapidamente vennero verso di noi. I due ragazzi sorrisero e annuirono alle guardie.la transex fece un gridolino. Le guardie sbuffarono. Mi raggiunsero. ‘E tu chi cazzo sei?’ chiese uno. ‘E’ il nuovo,starà con Trinax..’ il primo rise di gusto. ‘E il direttore lo sa?’ chiese poi. ‘E’ stato lui a sistemare la cosa,direttamente.’ ‘Come ti chiami?’ mi fece con sguardo truce e annoiato assieme.
‘ehhmmm’io’
Un colpo al collo i tolse il fiato. Quelli risero. Io boccheggiai,annaspai tossendo. ‘Quanto ci metti a rispondermi?scemo,qui bisogna esere rapidi,coglione!’ ‘Ti ha chiesto come ti chiami” ”Seth..signore” sputai tossendo ancora. ‘Ok,fila dritto e rispetta le guardie.’ ‘Sì’signore” ‘Bene. Trinax &egrave dentro?’ ”sì” ‘Ehi’Trinax???’ urlò il primo. CAZZO VUOI? SAM? TOGLITI DALLE PALLE E VEDI DI NON ROMPERE!!!
Si udì nel buio. Le guardie risero. ‘Auguri’.’ Disse il secondo e passarono oltre. La coppietta continuava a ridere. Dopo che le guardie furono andate avanti,la transex si rivolse a me. ‘Ciao,Seth’ci vediamo..in giro” e rise come se fosse la cosa più divertente al mondo. Il fidanzatino uguale. Si baciarono. Mi voltai per rientrare dentro. Cosa cazzo ci facevo ancora lì in piedi? una mano mi tirò le spalle. La transex nera mi sorrideva. ‘Ehi,carino’sei appena arrivato’per cosa’?’ era brutta,secca nel volto che poteva mostrare sessantenni. Faceva schifo. Mi faceva paura anche. ‘Cazzo vuoi?’ dissi scontroso,mi ero rotto di subire. ‘Ehi,pazza’.isterica’gauarda di darti una calmata o ti faccio passare un guaio’qui comandiamo noi’.’
Mi voltai e rientrai nella cella.
Andai a sedermi.
Dopo un ora tornai da Trinax. Ancora alla tv,mangiava patatine. ‘..posso usare il cesso,adesso,Signora?’
‘No.’
‘Perché?’
‘Ho detto di no. Preparati. Fra poco chiamano la cena. Vai alla mensa prendimi il piatto da chef Zug e portamelo in cella!’
‘Zug? Bah..ok”
‘Vai.’
Chiamarono la cena. Velocemente andai alla mensa seguendo la fiumana di transex e uomini giovani bianchi e neri,molti con l’anello al naso e l’aria assente. Cercai dello chef Zug,ma nessuno mi rispondeva. Così andai da una guardia. ‘Cazzo vuoi,coglione?’ fece quella. Le dissi di Trinax e dello chef. ‘Seguimi’ mi portò in cucina. ‘eccolo’ disse a un tipo alto due metri che metteva paura con una cicatrice in faccia lunga venti centimetri. ‘E tu chi cazzo sei?’ spiegai la storia. Annuii poco convinto. Mi dette il piatto e tornai alla cella. ‘Eccolo..’ dissi. Mi scrutò ‘Eccolo,Signora” ‘posalo sul tavolo e torna e togliti dalle palle’.
Pensai di tonare alla mensa per mangiare qualcosa anche se non avevo fame.
Girai un angolo e qualcuno mi afferrò al collo. Un uomo bianco mi teneva bloccato,provai a divincolarmi ma non c’era modo. Una guardia spuntò di fronte a me. ‘Ehi,stupido! Cosa cazzo fai? Sei qui da 5 minuti e pianti grane?’
‘Io? No signore” ‘Qui nel padiglione T. devi rispettare per primo le guardie e poi le donne. Mi hanno detto che hai risposto male a Chanyleess’e no’non si fa..’ e mi mollò un pugno nello stomaco. Poi un altro. ‘Capito? Prima le guardie poi Trinax,Chanyleess e compagne?,intesi?’ e un altro pugno. Mi venne da vomitare. Le gambe mi cedettero e ero stanchissimo. ‘Adesso te ne vai nella tua cella. Niente cena. Cammina!’ il tipo che mi teneva mi lasciò. Corsi via.
Mi infilai in cella,tremando,ancora dolorante per i colpi ricevuti. Ero in quella prigione da poche ore e mi avevano già picchiato 3 guardie e una transex. Dovevo darmi una regolata. Subito o avrei rischiato grosso.
Trinax guardava la tv mangiando il piatto che le avevo portato io. Le chiesi per la terza volta se potevo andare in bagno. ‘No,torna di là,scemo.’ Mi ringhiò. Ero senza forze. Forse c’era un cesso comune nella prigione,ma avevo paura ad andarci e poi la guardia mi aveva imposto di ritirarmi. Provai a riposare di nuovo.
Dopo qualche minuto una piccola processione di gente venne alla cella per parlare con Trinax. Due transex di colore,alte,seni sparati e tacchi vertiginosi accompagnati da coppie di uomini bianchi. Una guardia,Stevee si fece annunciare e un paio di detenuti. Io sedevo per terra,nessuno si curava di me. Parlavano con Trinax,si udiva un chiacchiericcio scomposto,risate e musica rap di sottofondo.Quando se ne furono andati tutti, Trinax mi chiamò. ‘mi hanno riferito che hai mancato di rispetto a Chanyleess prima. Non si fa. Domani andrai a chiederle scusa. Mi ha detto Stevee che hai già fatto la conoscenza di Jim il capoguardia. Sei uno stupido. Devi imparare la vita del carcere. Te la insegnerò io. Domani mattina faremo un giro e ti dirò come dovrai comportarti da qui alla fine della ‘vacanza’. Adesso vai al cesso e poi vai a dormire!’ ‘..grazie,Signora” borbottai impaurito. Dopo che mi fui liberato e rinfrescato un attimo tornai da Trinax. ‘Dove posso dormire,Signora?’ ‘Non ho parlato di letti. Domani chiederò a Jim. Per adesso starai per terra,come le bestie. &egrave fin troppo per una nullità come te!’ nella cella di lei c’erano due cuccette e un grosso divano bianco. ‘ma non potrei dormire su uno di quelle brandi” non terminai la frase che la transex mi raggiunse al volto con due grosse manate. Facevano male quelle palette nere che si ritrovava al posto delle mani. ‘Quella &egrave la mia roba. Tu non puoi toccarla a meno che non te lo ordini io. Ho detto che dormirai di là per terra,non ne discutiamo nemmeno. Sparisci!’ e minacciò un nuovo schiaffo. Corsi via.

Dormii malissimo e a periodi alterni. Fummo svegliati per la conta. Trinax rimase di là. Nel corridoio vidi di nuovo la coppia e anche Chanyleess, subito la salutai memore dei guai che avevo passato per colpa sua il primo giorno, ma lei neppure mi guardò. Trinax mi ordinò di andare a prenderle la colazione. Quella volta trovai subito lo chef Zug e tornai in cella col piatto. ‘Signora,la sua colazione..’ feci e mi sedetti di fronte a lei. trinax iniziò a fare colazione senza parlare o guardarmi,quindi dopo che ebbe bevuto caff&egrave e succo di arancia mi fissò. ‘non mangi?’ ‘ho paura ad uscire,in verità,Signora’ieri..insomma’sai..’ prese il piatto dove erano avanzati resti di un panino e una pasta alla crema e me lo porse. ‘hai fame?ne vuoi?’ non mi fidavo molto ma era vero che avevo fame. ‘Sì,grazie Signora” e avvicinai la mano. Lei ritrasse il piatto. Sorrise. Prese il resto del panino e ci sputò sopra un lungo catarro biancastro,quindi fece altrettanto con il dolce. ‘E adesso lo vuoi?’ ”ehmm’anche no,Signora,ma grazie..’ ‘Eh,no,adesso invece te lo mangi perché te lo ordino!’ ‘No’la prego Signora..no..’ ma lei mi era già adosso, mi afferrò i capelli mi tirò indietro la nuca con forza. ‘Apri la bocca,troia,avanti” cercai di difendermi ma quella era più grossa di me. E più forte. Mi mollò uno schiaffo e poi un altro. Mi afferrò il naso e mi fece aprire la bocca,quindi mi ci ficcò dentro il resto del panino. Dovetti mangiare. Lentamente,schifato presi il boccone e lo masticai. ‘Apri la bocca,puttana!’ lo feci e lei mi ci sputò dentro. ‘mangia tutto e mi gettò il dolce ai piedi e lo calpestò. ‘finisci o mi incazzo sul serio..’ mangiai in silenzio il panino e presi un po’ del dolce spiaccicato per terra. ‘Ok,basta così’pulisci. Datti una sistemata che usciamo,voglio farti capire di che razza di posto &egrave questo.
Proprio vero,che razza di posto!

Trinax mi portò fuori. ‘cammina due passi dietro di me,stupido!’ mi urlò appena nel corridoio. Mi scostai due passi e le andai dietro. Il suo culone debordava dai jeans stretti,le cosce erano giunoniche,il culo una massa di carne senza pietà. Segui docilmente l’ondeggiare di quel culo transex. Attorno nessuno faceva caso a me. Salutavano tutti Trinax,lei non rispondeva a nessuno. Giungemmo al gabbiotto delle guardie. Erano in tre che fumavano sigarette,bevevano caff&egrave,in effetti nel padiglione regnava la pace,si sentivano solo musiche nere di sottofondo e parole soffuse. Per quelle guardie era una pacchia stare la dentro. ‘Questo e Fed,il nonno. &egrave qui da quando lo hanno costruito questa prigione. Vero nonno?’ una guardia alta dalla faccia imperturbabile alzò un sopracciglio e annuì. ‘Chi &egrave questa faccia di cazzo che ti porti dietro Trinax?’ ‘Lui &egrave G.,uno stronzo. L’altro &egrave Bob. Jim lo hai già conosciuto ieri,giusto?…obbedisci a loro e ai loro colleghi e sei a posto’capito? ‘ annuii ‘ ah’lui &egrave’come cazzo ti chiami?’ ripetei il mio nome e la matricola. Bob annuì senza smettere di bere dalla tazza della prigione. ‘Andiamo”
Tornammo indietro. ‘Dopo le guardie,devi rispettare le donne,qua dentro,quelle come me e l mie amiche’noi gestiamo questo posto assieme alle guardie. &egrave il posto migliore della prigione,non vogliamo casini,qui si sta tranquilli e si riga dritto,intesi?’ ‘sì,signora” ‘Fra i detenuti ci sono i fidanzati della transex,i normali e quelli con l’anello al naso” ‘Scusi,Signora,perché hanno quell’anello al naso?’ ‘Stupido,perché sono gli schiavi delle transex,vivono con loro,mangiano con loro,dormono con loro e si fanno fottere dalle donne,sono schiavi del cazzo’capito?’ e mi mollò uno scappellotto. ‘Tutto qui. Tu devi solo obbedire alle guardie e a me o alle mie amiche. Basta. Fallo e resterai qui. Combina casini e ti faccio spedire al padiglione dei criminali veri,dove se ti va bene ti sgozzano la prima sera per rubarti una sigaretta!’
Deglutii di timore.
Camminai dietro il culo di Trinax in silenzio.
‘Hai parenti fuori che possono mandarti il pacco-detenuto?’
‘Sì,una zia…perch&egrave?’
‘Bene. Allora dal prossimo mese il pacco deve contenere: 1 stecca di sigarette,4 riviste(e mi snocciolò i titoli che ignoravo),1 libro H.uno qualsiasi e 3 paia di calze da donna,ti darò poi le varie misure…’
‘..ma le calze…cio&egrave…che penserà mia zia…’ Trinax mi mollò ancora uno scapaccione,quindi mi fissò: ‘non mi importa un cazzo di quello che pensa tua zia. Il pacco deve essere così altrimenti ti faccio sbattere al padiglione centrale 5 minuti dopo!’ e tenendo conto di quanta confidenza aveva con direttore e con le guarie c’era da giurare che lo avrebbe fatto.
Una transex ci raggiunse. ‘Ehi Trinax chi &egrave questo normale?’
‘Ciao,Bellyy. Oh,non ci crederai’&egrave uno che hanno messo nella mia cella per via della nuova legge della contea’che stonzata”
‘Omm’non &egrave proprio il massimo’-fece prendendomi la faccia e ruotandola verso di lei ‘ ma..neppure uno di questi froci che abbiamo attorno. Te lo sei già fatto?’ chiese a Trinax sorridendo. Era bionda,bocca gonfia di botox,occhi verdi,pelle chiarissima,lunghe gambe. ‘Ero troppo incazzata con Jon e con questa nuova cazzo di legge che manco ci ho pensato’cazzo ne so?per quanto ne so potrebbe pure essere vergine’lo sei,dolcezza?’
Arrossii. Cazzo,un tuffo al cuore.
Cazzo se lo ero vergine,dove pensavano loro cio&egrave’sono un eterosessuale io. E che cazzo!
‘..eh’b&egrave io..cio&egrave’a me piacciono le donne’cio&egrave’nulla contro’cio&egrave’
Trinax mi mollò un ceffone: ‘Zitta,stupida,non ci interessa cosa pensi o se ti piace la figa. Qui figa non ce ne sta. Scordatela. La domanda &egrave te lo hanno mai messo al culo,dolcezza?’ rabbrividii. Deglutii.
’emmm’
Bellyy rise e mi sollevò il mento. ‘Questo qui &egrave vergine’Trinax’ci scommetto una stecca di sigarette” ‘sai che hai ragione? Vero,coglione?’
Cercai di non rispondere,di abbassare lo sguardo,di cercare una fuga,ma Bellyy mi teneva il viso. Annuii. Annuii lentamente. ‘Che ti dicevo?!’
‘Che coglione!…ah ahh ahhh
‘Dovremo organizzare una festicciola fra noi,amoreee,ritrovarci una sera di queste..sai’noi ragazze’birra’rum’musica giusta’e facciamo la festa a questo viso pallido’che dici?’ ‘Oh, l’idea mi stuzzica’ci penserò’.’ Rise Trinax e mi fece cenno di seguirla.
In silenzio,turbato,impaurito segui quel culo fino a una porta. ‘Qui c’&egrave il magazzino,prendi un materasso e portalo in cella’ aprii e trovai subito il materasso,era pulito quantomeno. Presi anche un guanciale e tornammo indietro. ‘posa il materasso qui di fronte al cesso. Per il momento questo &egrave il tuo posto. Il posto per una merda rompi cazzo come te. Poi parlerò con Jon.’
Sistemai il materasso vicino al cesso. Che umiliazione,ma meglio che dormire per terra’ trinax si sedette alla tv fino a pranzo. Il pomeriggio Trinax dormì un poco quindi mi ordinò di seguirla. Uscimmo dalla cella ed entrammo in quella accanto. Cazzo mi ero dimenticato di Chanyleess!!! Chissà quale ulteriore umiliazione avrei subito adesso!!
Terrorizzato entrai nella cella. Chanyleess era alla tv. Musica rap e un telefilm senza audio. Seduti ai suoi piedi,la coppia con l’anello al naso(gli s chiavi,stando a Trinax)erano privi di espressioni,uno che teneva una gamba a Chanyleess,come venerandola,l’altro seduto con le ginocchia incrociate,distante. ‘Ciao Chanyleess’ti ho portato il mio coinquilino’ti deve dire alcune parole’avanti,stupido..’ mi feci avanti e la guardai. Sembrava più giovane da come l’avevo vista ieri sera. Il volto era scavato,ma più delicato da quanto ricordavo’aveva un pesante mascara e bocca da nera colorata di rosso. Le tette da diciottenne gonfie sul corpo esile. ‘Oh..’ fece portando ostentatamente la mano alla bocca. ‘in ginocchio..stupido..’ fece Trinax,mi afferrò per il collo e mi gettò a terra. ‘Parla!’ ‘ehhhh’scusi Signora’ Chanyleess’non volevo mancarle di rispetto ieri sera’mi perdoni’non lo farò più’scusi’.’ ‘Bravo!’ disse Trinax. Chanyleess fece una lunga pausa,quindi disse: ‘oh’se hai capito..la lezione’?’ ‘Sì,signora” ”.bene’per me la cosa finisce qui..’ sbatt&egrave le mani e los chiavo si alzò di scatto. Chanyleess annuì rivolta a me. Quindi si alzò. Mi spinse la testa a terra. Vidi che la punta del suo lungo tacco si alzava sopra la mia mano. Attese. Pregai di no..no..no’.ti scongiuro’quindi il tacco venne giù nella mia mano conficcandosi nella pelle e facendomi urlare di dolore.

per commenti,critiche,suggerimenti e se pensate che debba continuare a scriverne: dorfett@alice.it I giorni passano nel padiglione T. e il protagonista della storia cerca di orientarsi e capire cosa fare,intanto Trinax assume su di lui sempre più potere…(per commenti,note,critiche,ecc.: dorfett@alice.it)

Rientrammo in cella. Trinax mi fece cenno di seguirla. Aprì un cassetto alla parete e mi dette un cerotto e dell’acqua ossigenata per la ferita alla mano. Sanguinava,ma poco,la pelle era incisa. Tirnax aveva a disposizione un po’ di tutto: garze e pomate,aspirine e sciroppi e poi una marea di trucchi,profumi costosi,oli,gel. ‘Cazzo guardi? Stronzo? Finito? Vattene di là e non farti vedere fino a quando non ti chiamerò io.’ Obbedii. Cosa potevo fare? Era una situazione nella quale io ero proprio senza forze,senza un ruolo da gestire. In quella prigione era solo da un giorno e ancora non avevo capito come comportarmi,ma avevo capito bene che dovevo fare come diceva Trinax e rigare dritto se volevo salvare la pelle. Sedetti, strinsi le gambe a me e rimasi lì in silenzio.
Portai il pranzo a Trinax e mangiai da solo alla mensa. Nel corridoio un normale mi chiese delle sigarette. Non ne avevo,neppure fumavo. ‘La prossima volta che te le chiedo,farai bene ad averne” ammonì quello. Lascai perdere,non era grosso o con la faccia da cattivo,ma era meglio non ficcarsi nei guai. Promisi che all’arrivo del primo pacco-detenuto lo avrei fatto.
Nel pomeriggio Trinax dormì. Quando si svegliò mi ordinò di pulire la cella,mi dette l’occorrente e uscì. Mi misi a pulire. Prima dell’appello serale rientrò con un’amica, una transex asiatica che si presentò come Ja. ‘E’ questo lo stronzo che ti hanno affibbiato?’ chiese senza guadarmi. ‘Pare di sì..’ ‘Vedo che gli hai già insegnato cosa deve fare. &egrave il tuo nuovo schiavo?’ impaurito rimasi in ascolto. ‘Ancora non so. Certo che se lo stronzo vuole restare qui con me,deve ubbidirmi e una scopa in mano e tenere pulita la cella mi pare il suo compito,per adesso,poi vedrò’magari te lo regalo,Ja..?’ ‘Oh,ma non saprei..vieni qui vicino,coglione!’ andai da lei. ‘Non &egrave proprio il massimo’ma potrebbe ingrossare il mio harem..fatti vedere’il fisico &egrave gracilino’e i pompini come li fa?’ ‘Cazzo ne so’non ho avuto né la voglia né il tempo’sono ancora incazzata per ‘sta storia..’ Ja mi fece aprire la bocca. ‘La bocca a pompini la tiene’io una chance gliela darei” ‘mah’ti farò sapere’lascia perdere questo morto di fame e vieni con me,ti faccio vedere cosa mi ha fatto mandare Jon..’ se ne andarono,io tornai alle pulizie e poi l’appello. Senza che Trinax me lo chiedesse andai a prenderle la cena. Dopo lei uscì dalla stanza per andare da qualche parte e rimasi solo nella cella.
Nei giorni successivi le cose andarono avanti allo stesso modo. Uscivo poco se non per i pasti. Scrissi alla zia per richiedere quanto ordinato da Trinax,ogni volta che dovevo usare il bagno della cella dovevo chiedere il permesso a quella,la quale non lo concedeva mai o solo una volta ogni tanto. Cercavo di evitare i corridoi e i luoghi pubblici del padiglione T. il posto era tranquillo come sostenevano tutti ma io non volevo avere a che fare con nessuno. E poi Trinax comandava tutta la mia giornata. Pulivo la cella,le massaggiavo i piedi quando era stanca le preparavo spuntini(Trinax possedeva anche un frigobar zeppo di roba da mangiare che una guardia,Tim le riforniva settimanalmente)e facevo le poche commissioni che lei mi ordinava. Per il resto del tempo passavo le ore seduto. Quando arrivò il primo pacco-detenuto lo consegnai a Trinax chiedendo il permesso di tenermi un pacchetto di sigarette. La zia non disse nulla dei collant che Trinax fece sparire fra le sue cose.
Passò un mese.
Una sera Trinax mi chiamò: ‘Aiutami a vestirmi!’ era in piedi allo specchio. Indossava un vestito giallo di seta,allacciato dietro,stretto che metteva in evidenza tutta la sua carne che era pressata,la gonna corta mostrava le cosce possenti,davanti la scollatura era abbondante coperta appena da fili bianhi coperti di strass. L’aiutai a vestirsi e mettersi le scarpe,gialle di vernice con lunghi tacchi. Si truccò pesantemente. Occhi color oro,fard,rossetto massiccio,rosso cupo,abbondante. Era la prima volta che la vedevo tutta in tiro a quel modo. Indubbiamente sprigionava una carica sexy e selvaggia,spaccona e conturbante. La guardavo. ‘Non startene lì impalato,la borsetta’.cazzo guardi?’ ‘eee’cio&egrave’&egrave molto bella Signora stasera” dissi sia per togliermi d’impiccio,sia perché in effetti dopo un mese in cui in quel posto non avevo incrociato neppure una donna,una presenza del genere,volgare e imponente,sexy e puttana sembrava quasi una donna vera e affascinante. Ma lei mi mollò uno schiaffo. ‘Non mi interessa il tuo parere’tu non devi rivolgermi la parola se non te lo dico io’- e altro schiaffo- adesso dammi la borsetta,apparecchia la tavola e vattene di là aspetto ospiti!’ mi indicò un tavolinetto pieghevole,una tovaglia pulita,delle posate e dei piatti,un candelabro. Preparai tutto e tornai di là. La cella fu aperta ed entrarono due uomini, uno era il direttore che avevo visto il primo giorno e aveva deciso la mia sorte,il secondo era un uomo magro,ben vestito col cappello delle guardie. Trinax andò incontro al direttore e si baciarono sulla bocca. Lui mi squadrò: ‘Come va con questo stronzo?’ ‘Oh,bene,Jon,fila dritto come un bravo soldatino,altrimenti mi sarei già fatta sentire,ma che mi dici della nuova legge?’ ‘beh,per il momento le cose stanno così,abbiamo avuto una visita della Contea anche ieri..che palle’ceniamo?’ ‘Sì..accomodati..’ e si presero per mano andarono di là. L’uomo col cappello dette loro dei contenitori di plastica con carne e pasta,il cui odore era proprio buono,quindi si rivolse a me. ‘Ehi tu! Hai capito bene cosa devi fare,vero?’ annuii senza capire però. ‘Tu non hai visto niente e non sai niente o i tuoi giorni qui saranno il triplo di quelli stabiliti dal giudice!’ ‘Ok..’ dissi annuendo ancora. Se ne andò. Di là i due cenavano e ridevano,la musica nera viaggiava nella cella ed io stavo seduto al buio come al solito. Dopo 40 minuti Trinax mi chiamò: ‘Ehi,coglione’vattene a farti un giro e ritorna solo fra 2 ore’vai dalle guardie e dì loro che il direttore &egrave da me,capiranno.’ Trinax era seduta sul divano,senza scarpe,il petto prorompente scoppiava nel vestito,beveva dello champagne e il direttore era in piedi che si stava togliendo la camicia davanti allo specchio,non mi guardò neppure.
Hai capito Trinax? Si faceva il direttore’che razza di troia’
Andai dalle guardie. Riferii le parole della transex a Stevee: ‘Ah,c’&egrave il direttore in visita” e rise. Rimasi a guardare la tv assieme a lui.
Quando rientrai Trinax era seduta sul divano. Il direttore si stava rivestendo. ‘Ehi,tu! ‘ mi urlò ‘ mi ha detto Trinax che stai filando nel evrso giusto. Continua così o ti sbatto prima in isolamento poi nel padiglione degli animali!’ ‘Sìsignore..’ feci convinto. E chi me lo faceva fare di pensare di mettermi contro di lui. Se ne andò baciando la transex con fare lascivo,sulla bocca, a lungo. Lui la stringeva con forza a sé. La donna rispondeva,bagascia e sicura di sé. ‘Disposizioni, Signora?’ chiesi per congedami. ‘Una. Fammi un massaggio ai piedi’quelle scarpe erano strette..mi fanno male” mi inginocchiai. Non era la prima volta che massaggiavo i piedi della mia compagna di cella. Era l’unico contatto col suo corpo che avevo. A parte gli sganassoni che ogni tanto mi ammollava. Presi i piedi neri,callosi,con le unghie colorate di verde acqua, fra le mani ed iniziai a massaggiarli dlcemente,come le piaceva o almeno speravo le piacesse. La prima volta si era lamentata e mi aveva messo in punizione: in ginocchio a reggere una sputacchiera dove lei gettava semi di zucca guardando la tv e ogni tanto mi sputava in faccia,sul collo,sul petto nudo. Non potevo muovermi,lei guardava la tv,io col peso della sputacchiera sulle ginocchia, coperto di sputi in faccia,umiliato,deriso,sbeffeggiato da quella transex che mi trattava come un servo. Aveva continuato a guardare la tv e sputarmi addosso,ogni tanto mi dava pure degli schiaffi. Piangevo sommessamente per il dolore e l’umiliazione.
Così avevo imparato a massaggiare quei piedi di femmina con devozione e attenzione. Palpavo leggero e premevo muoveno i pollici. Lei gradiva,si rilassava. Indossava adesso solo una camicetta a righe rosa e azzurre,delle mutande rosse quasi trasparenti. Massaggiando con devozione i suoi piedi me sbiriciavo l’uccello nelle mutandine. Doveva essere bello grosso,come tutta lei del resto. Una ramazza nera con la quale si scopava il culo bianco del direttore. Mi venne da sorridere all’idea. Continuai a massaggiare,sbirciando. Lei se ne accorse e mise una mano nera,laccata,nelle mutandine. Si toccò il pacco. Il cazzo lungo si mosse,inturgidendosi, lei si toccava lentamente. Io,in ginocchio,continuavo a massaggiarle i piedi. sorrise maliziosa. Si passò la lingua rossa sulle labbra. Il cazzo si ingrossava: la punta sbucava oramai fuori dalle mutandine da donna. Era una cappella rosa non grossa,ma subito sotto partiva un missile lunghissimo,un pezzo di carne nero. Mi fece cenno di fermarmi. Deglutii. E se mi avesse ordinato di prenderle quell’affare in bocca?
Un lampo mi attraversò la mente.
Trinax lasciva e padrona mi fissò. Il cazzo era ormai fuori dalle mutandine. Era un uccello grosso e lunghissimo,venticinque centimetri se non di più. Non avevo mai visto un cazzo così grosso dal vivo,solo nei porno. E se mi avesse intimato di prenderlo in bocca? Pensai di nuovo.
Trinax mi spinse il piede sulla bocca.
‘Ciucciami il piede,merda schifosa. Sei degno solo di pulirmi i piedi,cretino! Credi che ti ficcherei il mio cazzo in bocca adesso? Ti piacerebbe! Ma per il momento puoi solo leccarmi i piedi!’ mi forzò la bocca e mi ficcò i suoi cinque piedi dentro. Ciucciai come mi aveva richiesto. Soffocando ciucciai e assaporai i suoi piedi. sapevano di donna e di sesso. Di puttana e di padrona. Ero in balia di questa transx dal cazzo spropositato. Non potevo fare nulla senza il suo permesso. Avevo da scontare ancora un sacco di tempo con lei in quella cella. Trinax era il boss di quel posto,si scopava perfino il direttore! Cosa potevo fare io se non obbedirle?
Ciucciai quel piede a lungo,leccando e baciando e adorando ogni singolo dito,nero e laccato.
‘Vai via,adesso. Voglio dormire!’ e con un calcio mi spinse di lato. Ossequiandola con un inchino mi allontanai.

Passò ancora un mese. Ormai avevo preso la routine del posto,sapevo cosa fare,con chi parlare,ecc. ma in genere me ne stavo in cella a servire Trinax. Pulivo,le preparavo spuntini,le portavo colazione-pranzo e cena e sbrigavo le sue commissioni nella prigione. Il direttore venne a trovarla ancora. Il capoguardia le regalò un vestito di lycra rosso. Venni a sapere che si faceva anche lui. Trinax era sempre dura e intransigente con me,ma mi lasciava vedere la tv con lei,mangiare le sue leccornie,mi aveva permesso di sistemarmi di là con una brandina non più a ridosso del cesso,aveva fatto portare dei mobiletti bassi per me,dove misi vestiti,libri,riviste e cd. Così il tempo passava bene,svolti i compiti per Trinax ero libero di farmi gli affari miei. Qualche volta uscivo per l’ora d’aria,ma dal padiglione T. erano sempre pochi quelli che salivano sopra per prendere aria. Glia ltri padiglioni erano sempre pieni di detentuti. C’erano risse e accoltellamenti,ma nel padiglione T.regnava la pace più totale,le gaurdi erano gentili e felici di stare lì fra transex e schiavi,normali che non davano casino,mai.
Ogni tanto Trinax si faceva massaggiar ei piedi e leccarli,ma non tirava mai fuori il cazzo e quel flash che avevo avuto tempo fa era dimenticato.
La zia venne a colloquio. Era preoccupata ma mi vide in salute e tranquillo.
In effetti nella cella con Trinax, a parte essere il suo servo personale,stavo da re,mangiando robe buone,guardando la tv,leggendo riviste,ascoltando cd’s.

…(per commenti,note,critiche,ecc.: dorfett@alice.it)
In mensa conobbi due normali. Al e Ryan, stavano in una cella vicino al gabbiotto delle guardie. Un pomeriggio andai a trovarli. La cella era più piccola di quella di Trinax,ma si erano organizzati:non mancava niente. Al mi disse che stavano lì da un anno e mezzo,ne avevano da scontare altri due entrambi. ‘Ehi,amico,qui &egrave una pacchia. Credimi. Io ho soggiornato al padiglione centrale:quello &egrave un posto pericoloso. O fai parte di una gang oppure rischi la vita ogni giorno. Durante i due mesi che ci sono stato ho visto 2 neri accoltellati a morte e un ferito grave in mensa’ma se fai parte di una gang devi assoggettare alle loro leggi e rischi la vita lo stesso..’ ‘Come sei finito qui?’ chiesi. ‘Eh’come Ryan..ho pagato’un mucchio di soldi’ma almeno posso pensare di cavarmela,qui se non fai casino,non rompi alle guardie e rispetti i transex puoi starci alla grande” ‘ me lo ripetono tutti” ‘Come va con Trinax? Lo avrai capito anche tu che qui al padiglione T. comanda più lei di chiunque altro’se la fa con direttore e con Jim’che troia” ‘ in effetti’beh’va bene’mi lascia fare’ok’devo tenere pulita la cella e sbrigare qualche commissione’ma per il resto’non mi lamento” ‘ e fai bene ‘ intervenne Ryan ‘ se quella ti prende sul culo sei fottuto caro mio’non ci mette un minuto a sbatterti al padiglione A’e lì’tu non resisteresti una notte’&egrave un posto per pazzi’solo i pazzi possono sopravvivere la dentro e tu non mi sembri così scemo’gisuto?’ ‘..sì..ho capito,grazie’ma ..insomma’voi’come siete messi con le transex’insomma’qui &egrave pieno di schiavi’boh’insomma..che mi dite?’ ‘ eh’b&egrave..dovendo scegliere fra il cazzo di una transex e il coltello di uno psicopatico’preferisco il primo- e Al rise ‘ ti ci abituerai’vedi di non fare stronzate e nessuno ti romperà troppo le palle’e poi’ – rise ancora- un bl cazzo in culo non dispiace più di tanto,vero Ryan?,se l’altra possibilità &egrave finire in cella con un pluriomicida”
Tornai in cella. Solite paure. Soliti dubbi.
Ad avvalorare le tesi dei due normali una settimana dopo scoppio una rivolta nel apdiglione A e in quello C. intervennero le squadre speciali. Ci furono morti e devastazioni. Vidi tutti alla tv di Trinax. Ovviamente al padiglione T. non successe nulla. Tutto tranquillo. Ma le guardie dovettero adottare ugualmente misure restrittive per qualche tempo. Le celle erano chiuse tutto il giorno e aperte solo per mezz’ora e agli appelli,il cibo veniva portato in cella. Trinax ebbe le sue razioni speciali dello chef senza cambiamenti. Ma in cella,costretta al tedio,si innervosiva. Sebbene uscisse poco,il fatto che qualcuno la costringesse a stare bloccata in un posto(ma diavolo era in una prigione!)la rendeva nervosa e irascibile. Mi teneva lontano da lei,no voleva che le rivolgessi la parola per interi pomeriggi,quindi mi ordinava di pulire la cella più volte anche se lo avevo fatto la mattina. Mi costringeva a stare nudo quando spazzavo o spazzolavo. Mi vergognavo,ma era sempre meglio di beccarsi qualche schiaffo o rischiare la pelle nei padiglioni A e C messi a soqquadro dai detenuti. Pulivo e stavo zitto. Ogni tanto Trinax mi sculacciava per diletto mentre spolveravo la tv o che, si alzava,mi afferrava la nuca,mi spingeva in basso,mi faceva allargare le gambe e alzare il culo,quindi mi mollava qualche sculaccione selvaggio,prepotente,padronale. Io subivo in silenzio,lo scopino in mano,le lacrime agli occhi. Quando aveva finito mi ordinava di continuare.
Una sera mi ordinò di andare nella cella di Ja per portare un messaggio. ‘Ma c’&egrave il blocco” dissi e mi beccai uno schiaffo. ‘Stupido! Ti scorterà Jim” infatti il capoguardia si presentò e mi portò fino alla cella di Ja. La aprì e mi . ‘Torno fra un’ora e non combinare casini, se ti beccano qui &egrave colpa tua. Non una parola su questo o ti sbatto nel buco per 10 giorni!’
Mi spinse dentro.
La cella era immersa nel buio o quasi. Si sentivano provenire lamenti dal fondo. Feci qualche passo in avanti. ‘E tu che cazzo ci fai qui?’ chiese Ja. Era seduta sulla schiena di uno schiavo che aveva un fallo infilato nel culo. Un altro era steso ai suoi piedi in adorazione. Batt&egrave le mani e quello si alzò e accese una luce. ‘Mi ha portato Jim,il capoguardia,ho un messaggio da parte di Trinax per lei” ‘Cazzo fai impalato. In ginocchio e riferisci!’ mi inginocchiai intimorito. ‘Trinax dice che domani ci sarà un appello particolare con quelli delle squadre speciali. Dice che dovete far sparire gli oggetti particolari nell’eventulalità di una visita nelle celle,ma lei crede che non ci sarà,perché il padiglione T. &egrave l’unico che non &egrave stato coinvolto nella rivolta e il direttore &egrave molto contento avendo modo di dirlo alla stampa..’ snocciolai quanto mi aveva fatto memorizzare Trinax a forza di sganassoni e attesi la risposta di Ja. ‘Ok. Ci penserò io a far avvertire le altre. Quando verrà a prenderi Jim?’ non si era mossa dal corpo dello schiavo che sffriva sotto di lei. ja non era robusta,ma non doveva essere neppure troppo leggera e lo schiavo era un gracilino bianco,senza muscoli. ‘Fra un’ora..’ era seminuda a parte una gonna di jeans. ‘Cazzo’ok’vieni con me’qui ho da sistemare alcune cose’vero?’ e si alzò strattonando lo schiavo. Lo colpì con una frusta e gli spinse il fallo finto più a fondo nel culo. Quello grugnì e pianse. Mi fece cenno di seguirla. Andammo nell’altra stanza,dove dormiva. Legato al soffitto con delle catene c’era un detenuto normale. Mi meravigliai. ‘ ma ..cosa” feci. Ja mi squadrò. ‘Questo schifoso’ – colpì l’incatenato con la frusta ‘ ha cercato di farsi un mio schiavo’ma io l’ho beccato ‘ e altri colpi sulla schiena ‘ e gli faccio passare io la voglia di giocare con i mie ragazzi” giù altri colpi duri. Il detenuto aveva il cazzo fuori dai pantaloni. Alle palle erano legati dei fili in fondo ai quali c’erano dei pesi che tiravano le palle del tipo. Voltai la faccia impressionato. Doveva fare un male del diavolo.
‘Pulisci la stanza mentre sono di là!’ prese una borsa di pelle dal divanetto e tornò daglis chiavi. Li sentii urlare di dolore mentre venivano frustati o peggio. Ja ci dava giù duro.
Rassettai la stanza e rimasi in silenzio. Il festino per gli schiavi continuava e il detenuto era appeso. Cercavo di non guardarlo. Lui si agitava ma io mi facevo gli affari miei. Quando Ja tornò lo slegò. Quello cadde a terra sfinito. Gli tolse pure i pesi alle palle e lo spinse da una parte. ‘Dormirai qui,stasera,verme schifoso’e domani deciderò la tua sorte: o ti faccio sbattere al padiglione A o ti faccio mio schiavo. E credo che di gran lunga preferirai la seconda!’ e rise. Quello scivolò in un angolo,dolorante. Ja mi mollò uno schiaffo. ‘Cazzo fai ancora qui?vai di là e pulisci!’ mi ordinò. Andai di là. I due schiavi erano legati a delle sedie,culo in aria,seganti da profondi solchi sul corpo,le gambe,la schiena,piangevano. Raccolsi carta,fruste e cazzi finti e li misi da una parte. ‘Slegali..’ mi fece lei. slegai quei disgraziati che piangevano e mugolavano di dolore. Si gettarono a terra ai piedi di Ja a baciarle le scarpe,come riconoscenti. Era un posto folle! Rimasi da una parte. Ja si sedette a fumare,gli schiavi la seguirono continuando a baciarle le scarpe. Accese la tv e mi fece cenno di rimanere in ginocchio da una parte. Guardò la tv annoiata. Le servirono da bere le massaggiarono i piedi. io in disparte. Ja batte le mani tre volte e uno degli schiavi si alzò,le sfilò le mutandine e le prese in bocca il cazzo. Iniziò a succhiarlo mentre l’altro si era messo disteso sotto Ja. Il pompino andò avanti. Los chiavo succhiava e succhiava. Ja godeva annoiata. I tratti orientali del volto gli davano un aria dura,sprezzante, gli occhi a mandorla colarati di azzurro,la bocca rifatta,il corpo modesto con due zinne gonfie la facevano apparire bella. Lo schiavo la spampinava con passione,si vedeva che amava farlo. Pensai al cazzo di Trinax,il doppio di quello di Ja,e il solito lampo.
Rigare dritto mi ripetevo allora.
Ja godeva e quando raggiunse l’orgasmo,tolse il cazzo dalla bocca dello schiavo e lo puntò su quella aperta dell’altro disteso che raccolse il fiotto di sperma bianco,non intenso,sulla faccia,sulla bocca e con la lingua lo raccolse.
Bussarono alla cella. ‘Sono Jim,fai uscire il coglione!’ ordinò. E così lasciai Ja e tornai da Trinax.

Passai la notte a pensare a quanto avevo visto nella cella di Ja. E se avessi fatto anch’io la fine di quel normale? Certo Trinax mi trattava già da suo servo personale, non aveva ancora abusato di me,ma mi faceva sopportare le sue angherie e i suoi soprusi. Certo,pensavo,finire ad un altro padiglione significava essere ancora più fottuto. Ad entrare in una gang non ci tenevo e chi mi avrebbe protetto,Al e Ryann avevano detto giusto,negli altri padiglioni sarei stato un boccone prelibato per pazzi furiosi e avrei rischiato la pelle.
La visita di quelli della squadra speciale ci fu il giorno dopo,ma come aveva detto Trinax non ci furono perquisizioni nelle celle,anzi il direttore elogiò i prigionieri del padiglione T.perch&egrave non avevano partecipato alla rivolta del carcere che aveva contato anche un morto fra le guardie e vari feriti. I tg ne parlarono molto,ma al padiglione T.era filato tutto liscio e per ricompensa furono tolti i divieti vari e tutto continuò come prima.
Passò ancora un mese. Trinax ormai si era abituata a me ed io a lei. cio&egrave non avevo scelta:obbedivo alle sue richieste e lei mi lasciava spesso libero. Una volta mi aveva ordinato di darle dell’olio lenitivo su tutto il corpo. Si era distesa sul divano e aveva detto: ‘Passami l’olio su tutta la pelle,voglio un bel lavoro,accurato,forza spicciati,coglione!’ così le avevo passato l’oilio sulle spalle robuste,sulle braccia carnose,sulle mani. Aveva una pelle dura e spessa,nera come l’oscurità, aveva anche vari tatuaggi. Il volto di una tigre sulla spalla sinistra,delle pistole incrociate con rose e filo spinato sulla schiena,una grossa stella al centro della quale c’era un cazzo sul culo. Il culo di Trinax era gigantesco,flaccido e profumava di sesso. Le gambe erano piccole ma feroci,massicce e decorate con impronte di animali felini. Si voltò e si fece dare l’olio sul corpo. La pancia era liscia e le poppe enormi. Detti varie passate anche su quelle. Era una vita che non toccavo delle tette. Quelle di Trinax erano grosse,cadenti e piene. I capezzoli erano punte di carne turgida,nera chiara,invitanti e implacabili. Mi eccitai nel toccarle,lei se ne accorse. Massaggiai bene,senza posa,facendo assorbire l’olio ai pori dilatati della sua pelle. Passai alle gambe e ai piedi. ogni centimetro del suo corpo era coperto di olio. Luccicava. Cio&egrave alcuni centimetri(molti)non erano stati toccati dall’olio. Il suo cazzo era ancora nelle mutandine. Mi sorrise. ‘Vieni qua..’ e mi fece mettere a 90 gradi sopra di lei da un lato. ‘Massaggia anche il mio cazzo” ordinò. Con nervosismo tolsi le mutandine e il suo serpente nero uscì dalla tana. Era lungo e massiccio alla base ma più stretto fino alla cappella. Mi cosparsi le mani di olio ed iniziai. Era un gran cazzo nero,una bestia che si risvegliava sotto il tocco delle mie dita. Ma Trinax era una tipa che godeva a farmi soffrire. Iniziò a sculacciarmi con sempre più violenza. Io massaggiavo il suo cazzo e quella mi mollava colpi a ripetizione sul culo. Erano mani pesanti le sue. Massaggiavo e quel cazzo si induriva. Ma gli sculaccioni erano forti e mi scappava dei gridi di dolore. Lei insisteva e il suo cazzo cresceva nelle mie mani. Sculaccioni e massaggi,Trinax godeva,io ero umiliato,chino sul suo corpo coperto d’olio e lucente,con fra le mani il suo cazzo sempre più grosso. Si divertiva anche a sentirmi soffrire e colpiva sempre più forte. Il cazzo era enorme fra le mie mani,lo massaggiai ancora,poi ebbi l’ardire di segarlo un attimo. Era un bel giocattolo. Pensai che lei mi avrbbe fermato,ma non disse niente,anzi smise di colpirmi,così continuai. La masturbai e con tutto quell’olio le mani scivolavano veloci su e giù. La masturbavo a due mani. Quel cazzo era veramente enorme. Senza i colpi sul culo era un sollievo. Continuai a masturbarla. Quando stette per venire mi afferrò il culo e mi spinse in avanti. Finii con la faccia sul suo cazzo. Chiusi gli occhi e la bocca,ma il fiotto di sperma mi investì in pieno. Rimasi spinto verso il suo ventre mentre quello schifoso sperma bianco mi veniva addosso,molto e caldo. Lo presi tutto sul naso,la bocca,la gota. Trinax mi prese per il collo e mi spinse sul suo membro enorme. Rimasi con occhi e bocca chiusa ma ricevetti tutto quello sperma in faccia ugualmente.
Quando ebbe finito mi fece pulire il suo corpo e la mia faccia e mi cacciò.
Jim ci raccontò che le cose negli altri padiglioni erano ancora difficili. C’erano stati ben 4 accoltellamenti,anche di una guardia. Molti detenuti erano stati pestati e le celle d’isolamento erano piene. Ma la tv aveva smesso di parlare del carcere. Trinax dopo quella sborrata in faccia si fece masturbare altre volte dopo i lunghi massaggi con l’olio. Diceva che aveva la pelle secca per via dell’aria condizionata. In realtà si annoiava ed io ero un buon diversivo. Spesso mi sculacciava senza motivo o mi faceva stare in ginocchio ai suoi piedi,reggendo un vassoio con acqua o patatine. Riceva visite quando ero lì in ginocchio in quella posizione umiliante e servizievole. Hegga era una sua amica transex. Era molto bella,mulatta,volto curato,corpo statuario due grosse tette. Parlava con Trinax del carcere,dei profumi,delle serie tv. Io in silenzio,in ginochio reggevo il vassoio. Hegga ogni tanto raccontava anche dei suoi schiavi,ne aveva tre. Li trattava come bestie.
Certe sere Trinax riceveva Jim in cella,così potevo uscire e andare da AL e Ryann per vedere la tv. Anche il direttore tornò un paio di volte,accompagnato dal tipo vestito di nero.
Passò un mese ancora. Poi un altro. E lunghe settimane tranquille.
Oramai si avvicinava la fine della condanna e mi sentivo più tranquillo.
Ne parlava anche Jim con Trinax: ‘Fra poco il tuo amico ti lascerà’non ti mancherà?’ ”in effetti mi stavo abituando a lui..’ fece maliziosa.
Una sera Chanyleess ci invitò nella cella per il suo compleanno. C’era una festicciola con schiavi,transex,guardie normali. Chanyleess era vestita con un lungo strascico di tulle e vestito da sposa violetto. Uno schiavo era addetto allo strascico e la seguiva per la cella. Gli alcolici giravano alla grande,musica rap,risate e torte dello chef Zug.
Chanyleess mi salutò. Io mi misi in ginocchio memore del guaio che avevo passato per colpa sua e lei rise di gusto. La festa continuò, Trinax tornò in cella e io rimasi a bere e a ballare. Mi mancava poco all’uscita dal carcere e mi sentivo allegro. Ja si scatenò in pista. Hegga la imitò e si spogliò tutta mostrando un seno marmoreo e un cazzo bello tosto anche non eretto. Gli schiavi erano impazziti dietro alle loro transex. Chanyleess si fece portare in groppa da un normale mentre lo schiavo correva loro dietro con lo strascico. Una transex piuttosto vecchia,nera,brutta si fece fare un pompino da uno schiavo di Chanyleess sul divano e Hegga si sbatt&egrave un normale sulla brandina. Anche le guardie partecipavano ubriache,pomiciando o facendosi fare un pompino da chi capitava,transex,schiavi. Io pensai di andarmene per non essere coinvolto e con Al uscimmo.
In cella Trinax stava parlando con Jim. Chiesi se potevo restare. ‘Sì,preparaci da bere e raccontaci della festa,come va” ‘E’ esplosa’-risi- di là stanno scopando come ricci” risi ancora versando del brandy di Trinax. ‘Stupido! Stai attento!’ e Jim mi tolse la bottiglia di mano e mi dette un calcio. ‘Ehi,coglione’stai attento” ‘Scusi,Jim’-risi- non volev..’ ma quello mi mollò un pugno,non forte ma mi fece cadere.
‘Questo &egrave proprio un deficiente’meno male che se ne va”
Trinax rise. Si alzò e mi fece rialzare. In piedi mi mollò uno schiaffo.

Passò altro tempo. Ricevevo i pacchi-detenuto e li smistavo a Trinax,aveva,scoprii un mercato di calze e profumi,in anni quella transex aveva accumulato soldi,ogni tanto li passava a Jim o alle guardie,ma sotto il materasso aveva cumuli di bigliettoni. na sera Trinax mi chiamò per aiutarla con la mise nuova. Aspettava il direttore per la cena. Il top rosso,sotto la gonna corta,scarpe coi tacchi altissimi. Era passato Carl il parrucchiere gay del padiglione T. le aveva fatto uno strano crocchio in testa con ciocche di capelli che cadevano pazzi ovunque,era assurda a quel modo,ma Carl diceva che era l’ultima moda fuori. Io rimasi in silenzio era meglio. Mi mollò qualche ceffone per via del phon che era troppo caldo quando gli feci un piccolo ritocco. Era nervosa. Si truccò pesantemente. Mise dei bracciali di pelle ai polsi. Le giarrettiere, il seno mastodontico stretto nel top venne sommerso di profumo dal sottoscritto. Dopo qualche ora,il che la fec imbestialire e se la prese con me prima mettendomi in ginocchio e schiaffeggiandomi davanti a Chanyleess che era venuta a salutarla,quindi mi costrinse a massaggiarle i piedi,adorandoli e baciandoli perché le facevano male le scarpe. Pensavo che ormai erano le ultime angherie ed umiliazioni che subivo. Me ne sarei andato presto. Alla fine venne solo il tipo vestito di nero. Portava spagehtti in una vaschetta trasparente,una rosa gialla e la notizia che il direttore si scusava ma era rimasto bloccato a F. per via della neve. Trinax andò su tutte le furie se la prese con lui e poi con me riempiendomi di schiaffi. Le chiesi se potevo uscire vista l’aria che tirava appena il tipo lasciò la cella,ma lei mi disse di servirle la cena e poi avrebbe deciso.
Le misi gli spaghetti nel piatto. Lei ne prese qualche boccone svogliata. Era incazzata. ‘Quello stronzo’crede di prendersi gioco di me’la neve..seee..so io’&egrave andato dalla mogliettina per il weekend’lo stronzo’ma Trinax non si fa fottere così’quando tornerà prima di avere il mio culo nero dovrà chiedermi pietà’lo riempirò di frustate e gli sfonderò la bocca col mio cazzo’vedrai’oh’se chiederà pietà’.e tu? Tu che cazzo guardi? Tu non hai sentito niente,capito?’ ‘Sì, signora’io mi faccio gli affari miei”
‘Bene’questi spaghetti fanno schifo!’ e li sbatt&egrave per terra. ‘Pulisci e prendimi del brandy,voglio bere stasera” ‘Subito signora” mi misi a pulire. Mi ordinò di spogliarmi. ‘Voglio vedere il tuo culo bianco mentre raccogli quegli spaghetti ad uno a uno” ‘Sì,signora” mi spogliai e mi inginocchiai a raccogliere gli spaghetti. Con le lentezza li presi uno a uno,lei ruggiva ancora. ‘Lo stronzo’ma vedrà” quindi si alzò,pestò con rabbia alcuni spaghetti e li indicò. Senza che ordinasse capii cosa dovevo fare. Pensai che erano le ultime umiliazioni poi sarei stato libero. Raccolsi i fili della pasta spiaccicata e li mangiai. Masticai mentre lei sorrideva. Ne spiaccicò altri e mi intimò di raccoglierli e mangiarli,senza dire una parola,ormai tale era il suo dominio su di me. Bevve alcolici per un po’ e divenne sempre più nervosa. Guardava la tv ma era incazzata nera. Chiesi ancora il permesso di uscire. ‘No,stronzo,tu rimani qui a fare il pagliaccio che sei’avanti’balla’!’ ‘Come?’ alzò la musica dello stereo,una musica nera che a lei piaceva molto. ‘Ti ho detto che devi ballare per me’avanti dimena quel culo bianco’su,muoviti!!’
Impacciato presi a muovermi. Che roba! Ero nervoso e non sapevo cosa fare. Mi molleggiai un poco. Lei rise e disse che facevo schifo. ‘Fai verament pena’i bianchi non sanno ballare’prendimi quel frustino’lì” e indicò il frustino che ogni tanto usava anche contro di me quando si annoiava in cella. Ballettando lo presi. Lei dal divano mi sferzava col frustino e mi spingeva a ballare, ma ero una frana. ‘Fai schifooo’sei penoso’.dammi da bere,troia!’ le servii altro vino. Lei si ingrifò prese a battermi con frustino.
‘Muoviti,stronzo! Balla,troia! Avanti fammi divertire! Balla,puttana!’ e giù colpi di frustino.
‘La prego,Signora’ora basta..la prego”
‘Basta,lo decido io .solo io.intesi? versami da bere e balla,puttana’.!’
Le versai da bere e continuai a ballare goffamente. Smise con le botte. Si sedette sul divano. Era ubriaca e rideva sguaiata.
‘Vieni qua’troia’da quanto tempo &egrave che sei qui con me?’
”quasi nove mesi signora”
‘E in tutto questo tempo ti sarai chiesto che sapore ha il mio cazzo,giusto”
”io veramente signora”
”bene oggi lo assaggerai’vieni qui,puttanella e prendilo in bocca” mi afferrò per un braccio e mi spinse verso di lei. ‘Prendilo in bocca,subito! Troia! O ti gonfio di botte!’ si aprì la gonna e sotto,libero,comparve il cazzo nero,già gonfio,la punta rossa che si ergeva contro di me.
Mi inginocchiai e piagnucolando scossi la testa. ‘noooo nonnn signora’la prego’no’io’.’
Mi mollò uno schiaffo,poi un altro,potentissimi da farmi girare la testa. ‘Prendi il mio cazzo in bocca o ti riempio la faccia di schiaffi fino a farti perdere conoscenza”
Cercai di ribellarmi e di alzarmi. Ma Trinax non mi mollò: ‘Dove vai troia?! Non mi scappi’oggi ho deciso di farti la festa!!!!! Non pensavi mica di andartene senza aver assaggiato il mio cazzo nel tuo culo? Stasera ho proprio voglia di farmi il tuo culo vergine’stai fermo e apri bene la bocca!!’
Mi spinse verso di lei. mi mollò altri due schiaffi per farmi capire che non scherzava. Aprii la bocca. Mi sputò dentro due sputi pieni,grossi,pieni di saliva. Poi un terzo. Mi chiuse la bocca e mi fece trattenere tutto dentro. ‘Avanti,prendilo in bocca” e mi afferrò con forza la testa. Una presa fortissima e violenta. Mi ficcò il cazzo in bocca e mi soffocò. Il cazzo di Trinax! Lo avevo masturbato spesso,ma in bocca era un’altra cosa’un sapore forte e penetrante. Lo sentivo sulla lingua,in bocca. Cominciò a spingerlo dentro,con rabbia. Ero giunto a questa fine! Pensai. Ma l’idea che me ne sarei andato da quel carcere mi rincuorava. Come diceva Al era sempre meglio che rischiare la vita negli altri padiglioni. Iniziai a succhiarlo mentre quella spingeva nella mia bocca. Mi reggeva la testa,mi fissava con i suoi occhi penetranti,superiori. Mi sputava anche in faccia mentre aumentava i colpi nella mia bocca. Mi scopava come una troia. ‘Prendi,puttana! Succhiami il cazzo nero,troia bianca!!’ mi sbatt&egrave il cazzo sulla lingua,mi sputò in bocca e mi colpì col suo pene gigante sulla faccia. Ripresi a succhiarlo spinto dagli schiaffi e gli sputi di Trinax.
Succhiai il cazzo della padrona con la quale dividevo la cella.
Succhiai e leccai.
Mi ordinò di leccargli le palle. Erano grosse pure quelle,depilate,il sapore era più forte di quello del cazzo.
Volavano gli schiaffi mentre succhiavo.
Piangevo,ma il sapore del cazzo di Trinax mi stava piacendo. Mi sentivo suo. Completamente. Ormai da mesi mi aveva soggiogato e mi aveva usato come servo di cella,ma adesso si prendeva la mia bocca e tutto il mio spirito.
Dopo che si fu divertita a ficcarmelo in bocca, mi sbatt&egrave a terra,mi immobilizzò le mani con delle corde e poi prese una sbarra di gomma e la legò ai miei piedi,divarcandomi perfettamente le gambe. Intuii quello che stava per sud decedere. Ebbi una paura folle.
Supplicai Trinax di non farlo. Piangevo. Ma lei mi mise un morso da cavallo in bocca,lo fissò a delle corde più piccole e le tirò a sé facendomi andare all’inditro con forza,urlai ma non si sentiva la mia voce.
‘Adesso ti sfondo il culo,bellezza. Preparati a soffrire e a godere! Troia!’
Sputò nel mio culo. Una due tre quattro volte.
Sentii che si metteva del gel sulle mai
Di colpo ficcò due dita nel mio culo.
Dolore.dolore e sensazione di violenza totale. Non potevo fare nulla,ero imprigionato e suo.
Affondò con le due dita. Spinse si fece strada. Ravanò. Passò a tre dita. Ancora gel. Il buco del mio culo era suo. Ci giocava. Ficcava. Girava. Sputava.
Sentii poi della carne premere sul mio buco.
Dei colpi secchi di cazzo sulla carne,poi ancora, il pollice che apriva la strada,quindi una pressione forte,dura. Dentro. Forse solo la cappella,ma dentro. Mi sentivo aperto. Deflorato. Un’altra spinta,una seconda,un affondo,un colpo di reni,le corde tirate a sé,il mio collo all’indietro,l’urlo. Il morso in bocca.
Suo.
Preso da Trinax la mia padrona vera di quel carcere.
Ancora colpi.
Affondi.
Rapidi.
Secchi.
Duri. Carne. Culo. Carne dentro. Trinax gridò
La sentii prendere la rincorsa. Sbong. Un colpo secco nel mio culo,psinto in avanti,piansi a dirotto.
Quel cazzo gigantesco era entrato. Lo sentivo fortissimo dentro. Un mazzo di carne pulsante,nera,grossa.
Piansi ancora dal dolore.
Lei prese a fottermi. Faceva un male tremendo. Mis entivo aperto in due.
Cercavo di ribellarmi,ma non c’era storia,legato,bloccato alle gambe,impalato da Trinax in ginocchio sul pavimento di una cella.
Lei colpiva,spingeva,mi rompeva i culo.
Con la forza dei colpi il dolore aumentava ma sentivo anche un calore vicino.
Il cazzo mastodontico di Trinax mi devastava,ma dopo il dolore salì piano un piacere leggero.
Lei mi scopava inveiva contro di me:
TROIA BIANCA TROIA PUTTANA TI PAICE IL MIO CAZZO? VERO?
EH??? EHH TROIA BIANCA.TI SFONDO TUTTO STASERA.
In effetti mi trombava con forza inaudita.
Pensai al direttore che se lo faceva stampare in culo da quella e a Jim,il capoguardia,quello stronzo.
Godetti all’idea.
Trinax mi scopava con forza,tirando le corde del morso. Possedendomi selvaggiamente.
Ero suo.
Ero completamente di sua proprietà,lo ero dal primo momento che avevo messo piede in quella cella.
Mi sventrava. Affondava la sua verga fin dentro il mio stomaco. Era potente e caldo. Mi stava dando piacere. Posseduto a quel modo,inginocchiato,gambe divaricate,il cazzo della trnsex nel culo,il morso in bocca che mi impediva di urlare,la forza di quella donna.
Mi eccitai e godetti.
Mi sentivo quell’enorme cazzo dentro e sebbene fosse doloroso era anche incredibilmente piacevole.
Trinax era una forza della natura.
Continuò a scoparmi.
Io venni senza toccarmi.
Lei mi sculacciò con forza.
TROIA TI PIACE EH???? PUTTANA BIANCA SEI MIA’HAI GODUTO COME UNA TROIA IN CALORE!!!
E poi venne dentro il mio culo.
Fu un esplosione deflorante,intensa caldissima,tanta.
Mi sentii riempire da quel fiotto di spera transex.
Trinax godette urlando.
Mi tirò con forza a sé.
SEI MIA TROIA SEI MIA’TI POSSEGGO’.
E si staccò da me.
Riprese fiato.
Anche io.
Ero sfinito.
Dolorante.
Sventrato.
Dal culo scivolava fuori sperma caldo.
Lei lo raccolse.tolse il morso dalla bocca e me lo spalmò addosso alle lebbra,al naso.
‘Lecca,puttana’lecca!!’
E aprii la bocca e da vera troia come mi sentivo in quel momento,tirai fuori la lingua e ripulii con calma assaporando il nettare di quella che era a tutti gli effetti la mia padrona.
Almeno finch&egrave rimanevo lì dentro.
Mi liberò. ‘Vai a pulirti e poi pulisci me,puttana”

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Quando l’ebbi ripulita attentamente e oliata,seppure fossi stanco e indolenzito,Trinax mi concesse da andare a dormire. Ero stato sconquassato dalla violenza sessuale di quella transex,ero stato preso da lei come una puttana; il culo mi faceva male,ma avevo anche goduto.

Il mattino seguente fui svegliato da Jim.
Era assieme a due guardie che non avevo mai visto.
‘Sveglia,stronzo’facciamo una perquisizione! Hai cose con te che non puoi tenere??!!’ urlò a brutto muso.
‘Ehi Jim’andiamo’cosa vuoi che abbia? Qui &egrave tutto di Trinax’lo sai benissimo..’
Lui mi mollò un colpo allo stomaco col manganello. ‘SILENZIO. COSA SONO TUTTE QUESTE CONFIDENZE? FIGLIOTITROIA? VOI DUE CERCATE FRA LA SUA ROBA,SVELTI!’ gridò. Capii subito che c’era qualcosa di strano. Guardai Trinax che sorrideva tranquilla,mi fissava con sfida,ma come se fosse annoiata.
Le guardie buttarono all’aria le mie poche cose. Una tornò con una scatolette di metallo che io non avevo mai visto. ‘Che c’&egrave qui dentro?’ mi chiese Jim. ‘E che ne so?non &egrave mio” ‘Non fare lo stronzo con me’era fra la tua roba” lo aprì. ‘Ehi ma questi sono soldi’lo sai che non puoi tenere soldi in cella? E come li hai avuti? Spacci droga?maneggi?’ ”Ehi- sbottai in preda al terrore- ma che dici? Quella scatola non &egrave mia! Che droga? Io qui non conto nulla lo sai’.che traffici” ‘Questo lo stabilirà il giudice! Intanto ti sbatto in isolamento fino al processo,poi si vedrà..!’ iniziai a tremare. Che roba era quella? Che cazzo di stronzata. Mi volevano fregare. E mi mancavano solo poche settimane alla libertà’ ‘Noooo. No. No’vi prego’Jim’Trinax..dillo tu che non sono miei quei soldi’.io ho sempre fatto quello che mi ordinavi’non posso neppure andare al cesso senza un tuo ordine’spiegalo tu’ti prego” Lei impassibile sorrideva. Che troia! ‘Io,guardia non ne so nulla’quella scatola &egrave sua,questo sì,posso testimoniare..’ che storia. No figlia di puttana. No. Mi volevano fregare. Mi gettai ai piedi di Jim. ‘noooo’ti prego Jim’io non ho fatto niente..non potete’non potete’io sono innocente’io..non ho” ‘Guardie,prendetelo e sbattetelo in isolamento!’ sentenziò Jim. Le guardie mi alzarono in piedi. una volta su iniziai a piangere disperatamente,implorando Trinax e Jim di non farmi quello. ‘Lo deciderà il giudice! Via, in isolamento!’ replicò ancora Jim. Cercai di divincolarmi e mi avvicinai a lui per implorarlo di non’ma appena feci un passo verso di lui quello mi colpì col manganello in faccia,poi sul corpo. ‘Avete visto? Mi ha assalito! Siete testimoni! Hai aggravato la tua posizione stronzo. Prima i soldi,quindi l’aggressione! Sei nei guai,stronzo!’
Noooooooooooooooo.
Noooooooooooo. Cazooooooooo. Ero fottuto. Era tutta una messincena. I soldi,l’aggressione volevano solo fregarmi. Mi sentii senza forza. Mi tirai i capelli e piansi più forte. Figlidiputtana erano venuti solo per fregarmi. Mi trascinarono in isolamento.
Mi chiusero dentro e non vidi più nessuno per ore.
L’isolamento &egrave terribile.
C’&egrave luce per alcune ore poi viene spenta. Si &egrave soli. Soli. Senza nulla. Il tempo si ferma.
Portano il cibo forse due volte al giorno.
Non si sentono i rumori.
Nulla.
La percezione del tempo finisce.
La luce accesa quanto resta? &egrave giorno fuori?
Soli. Se gridi le guardie non rispondono.
C’&egrave una telecamera fissa sulla brandina.
Passai ore a pensare.
Mi avevano voluto fregare. Perché?
Cosa avevo fatto di sbagliato?
Perché Jim?
Perché Trinax mi aveva voluto fottere a quel modo? Avevo sempre obbedito ai suoi ordini.
E ora?
Un nuovo processo?
E se mi avessero condannato?
Dovevo telefonare alla zia e chiedere un buon avvocato. Avrei denunciato tutto. Io ero innocente.
Dopo 4 o 5 giorni non so,la cella si aprì e Jim e Trinax entrarono.
‘Jim’ti prego’io sono innocente..lo sai’cosa ho fatto? Perché mi fate questo?’
Trinax mi si avvicinò e mi mollò uno schiaffo.
‘Ascoltami. Questo &egrave ciò che ti aspetta. Domani ti porteranno fuori dal carcere per il processo. Il direttore ha fatto un rapporto nel quale si dice che hai accumulato soldi con traffici illeciti in carcere e una volta scoperto hai aggredito Jim,il capoguardia..
‘..ma io..ma io non ho fatto nulla’non &egrave vero,cazzo..’
Jim mi mollò un calcio. Trinax mi afferrò per i capelli. ‘Non osare interrompermi! Il giudice G. ti affibbierà 1 anno e mezzo, tornerai al padiglione T. di nuovo con me. Questo ho deciso. Il direttore &egrave d’accordo.’
‘Maaa”
Jim mi mollò un calcio. ‘Zitto,stronzo. Non hai scelta. Così &egrave stato deciso.’
‘Figli di puttana!’ urlai cercando di avanzare verso Jim,ma quello mi mollò due colpi durissimi al petto.
‘So,cosa stai pensando. Al processo denuncerò tutti,io,il direttore,dirai del padiglione T. ecc. fallo. Fallo! Dopo il processo sarai comunque spedito a questo carcere prima di essere spostato per il nuovo processo. Il direttore ti sbatterà nel padiglione A. lì ci sono almeno due o tre ergastolani che per meno di due pacchetti di sigarette di ammezzeranno di botte.
Pensi di cavartela?
Al processo sarà la tua parola contro quella di 3 guardie e un detenuto modello come Trinax. Il direttore pagherà il miglior avvocato e tu non hai i soldi per difenderti. Finiresti comunque in un altro carcere dove non godresti dei privilegi del padiglione T. quindi beccati la condanna e magari fra un anno e mezzo sarai libero!’
‘ma perché??? Perché’???io sono innocente!’
‘Il perché non ti riguarda,così ho deciso io. La tua vita mi appartiene. Tu non sei libero,non lo sarai fino a quando io non deciderò. Adesso basta ‘ disse Trinax- domani c’&egrave il processo,scegli fra tornare in cella con me,come prima,come mio servo,oppure fai lo stronzo,denuncia tutto e fra meno di un mese sarai cadavere in qualche cesso della prigione.’ E senza aggiungere altro uscirono.
Passai una notte d’inferno. Insonne. Non era giusto. Non era giusto.
Perché?
Figlidiputtana mi avevano fregato definitivamente.
Ero fottuto.
Non avevo scelta. Denunciare al processo quello che avevo subito?
Che speranze avevo di essere creduto? Tre guardie e il direttore contro di me. I soldi che avevano trovato. La finta aggressione.
Dovevo subire e non dire altro.
Uccidermi?
Non avevo il coraggio.

Una guardia mi venne ad aprire mi condusse alle docce e mi fece ripulire. Mi dettero un vestito della prigione e mi fecero mangiare due panini al salame e una mela. Mi condussero fuori dal carcere e mi fecero salire su un furgoncino. Era la prima volta che uscivo dal carcere da circa nove mesi. Il viaggio fu breve. Attesi delle ore in un tribunale. Alla fine fui condotto in un’aula. Il giudice era veramente G. come aveva detto Trinax. Io non avevo avvocato. Avevo telefonato alla zia,raccontando che ero stato coinvolto in una rissa e che per salvarmi avevo ferito uno. Mi avrebbero dato un anno e mezzo per quello. Lei pianse. Io piansi. Il giudice G. lesse le carte e sentenziò.
1 anno e mezzo.
Mi ricondussero al carcere.
Il sole tramontava rosso sull’edificio grigio.
Sospirando pensai a quando sarei uscito veramente da lì. Quando rientrai in cella dopo il processo e la condanna, ad aspettarmi c’erano Jim e Trinax.
‘Bene..eccoti..qua’tutto &egrave andato nel verso giusto? Visto?ne dubitavai?’ fece sarcastico il capoguardia. Gli lanciai un’occhiata d’odio. Figliodipputana. Trinax sogghignava pure lei. l’artefice dei miei guai. Era vestita con dei pantaloni di pelle nera al ginocchio e una maglietta senza maniche rossa. Bracciali borchiati ai polsi. Ciabatte. Era truccata.
‘Cosa c’&egrave? Non sei contento?’ mi rise in faccia Jim,seguito da Trinax.
‘Fanculo” feci,ma piano. Ero nella merda e fare il fesso adesso avrebbe rischiato di farmi passare guai seri. La condanna oramai c’era e essere sbattuto in isolamento o peggio in un altro padiglione era un rischio che volevo evitare. Ad ogni costo. ‘Posso andare?’ chiesi a Jim.
‘Fai come vuoi’io me ne vado a casa,con oggi ho chiuso.’ E uscì. Rimasi solo con Trinax la quale mi scrutava sorridendo. Avrei voluto urlare e mandarla a farsi fottere,brutta bastarda che mi aveva fatto dare 1 anno e due mesi per puro capriccio. Avrei voluto piangere. Tremavo. Lei mi fissò. Volevo andare a dormire e non parlare con nessuno per un mese.
Trinax mi si fece incontro,il sorriso mutò in sdegno. Mi mollò un ceffone di quelli suoi,potenri,decisi che non ammettevano repliche. Poi un altro per farmi ricordare chi fosse. Quindi parlò: ‘Ascoltami bene,dolcezza’da oggi sarai il mio schiavo personale,non sarai più un normale che aspetta la fine della sua pena. Adesso sei mio e basta. ‘ tentai di parlare ma lei mi afferrò la bocca e mi zittì ‘ hai visto quale potere ho anche fuori da qui. Ti terrò con me fino a quando mi andrà, poi,un giorno,fra 1,3,5 anni ti lascerò andare”
”come 5 anni??? Io’oo..io..’farfugliai con la bocca nella presa duura di lei.
Altro schiaffo. ‘Non hai capito? Tu non sei più un uomo libero. Sei mio. sei di Jim e il direttore. Non puoi farci nulla se non essere ubbidiente con me!’
Raggelai.
Calde lacrime mi rigarono il volto.
Che destino mi attendeva!!
Ero veramente prigioniero.
Anni?
Anni?
Questa e ra pazza. Mi sarei impaccato. Pensai quello. Ma mentre pensavo Trinax mi colpì ancora in faccia. ‘Adesso spogliati e vieni con me da Duland’ci sarà la tua cerimonia di iniziazione alla schiavitù. Ti metterò l’anello al naso e sarai solo mio.
Scossi la testa. Urlai. NON VOGLIO NON VOGLIO LA PREGO..LA PREGO’IO’NON Può FARMI QUESTO’.
Lei mi schiaffeggiò più volte.
‘Tu non hai scelta. Tu non puoi rifiutarti. Spogliati. Smettila di piangere e seguimi.!!’
Singhiozzando forte mi spogliai.
Ero fregato.
Lei era pazza.
Nudo mi avvicinai a Trinax. Lei mi fissò un collarino e tirò una lunga corda coperta di strass. ‘Vieni,troia’seguimi a guinzaglio” si incamminò lungo il corridoio tirnadomi per il collo. Dalle celle uscirono tutti. Era terribile. Umiliante. Trinax mi conduceva a guinzaglio strafottente,padrona del padiglione. Tutti ridevano,fischiavano,si complimentavano con Trinax. Io seguivo al guinzaglio,nudo. Alcune transex presero ad avvicinarsi a me e a sculacciarmi. Prima una,poi due,poi tre,poi tutte erano eccitate e mi colpivano sul culo.
Per fortuna la cella di Dulag non era lontana. Era un normale biondo,muscoloso ma piccolo, il corpo era completamente coperto di tatuaggi fino al collo,rossi,verdi,neri. Portava un cappello. Trinax mi fece sedere di fronte a lui. Da una scatola estrasse una pistola e un anello grigio. Mi guardò.
‘Sei pronto?’
‘..no’non voglio”
Trinax mi afferrò la testa,tirandomi i capelli. ‘Ricordati che tu non hai volontà. Farai tutto quello che dico io oppure ti ritroverai in isolamento damani mattina stessa. Vai Dulag,fagli questo cazzo di piercing.

Mi faceva male il naso. Piangevo.
Dulag mi dette delle pasticche contro il dolore e delle vitamine.
Ne ingerii di entrambi.
Ma non era finita. Trinax sempre al guinzaglio mi condusse a fare un giro del padiglione per mostrare il mio nuovo status,da normale a schiavo. Che tutti sapessero. Le transex ridevano, gli schiavi annuivano,i normali avevano paura. Ja mi frustò bene davanti a tutti. Trinax rise di me e mi obbligò più volte ad inginocchiarmi. Quindi mi faceva alzare e poi inginocchiare di nuovo. Si divertiva.
Ci fu festa e musica rap.
Trinax mi riportò in cella.
‘Sali sul letto. Culo in aria. Sbrigati.!’
Lo feci. Lei mi tirò il collarino. ‘Oggi non ti metto il divaricatore.ma stai fermo,ok?’
Ero senza forze. Sentii Trinax che abusava del mio corpo,lo disponeva a piacere,soutava nel mio ano,infilava le dita nel culo,mi metteva in un modo,poi in altro. Io non reagivo. Ero senza forze,abbattuto. Finalmente trovò la posizione che più gli aggradava,infilò il suo cazzo nero al primo colpo. Poi uscì e colpì di nuovo, ancora,affondando,gridando. Sentii il cazzo di lei dentro il mio culo. Forte,maestoso violento. Gridai di dolore.
Lei godette di quella sua superiorità arbitraria su di me e continuò. Infilò,travanò,penetrò. Dura,decisa,incazzata.
Mi scopò con rabbia,ma non soddisfatta della posizione,volle cambiare. Si distese lei sul letto e mi ordinò di salire sul suo cazzo. Sfinito chiesi di poter mettere almeno il gel. Acconsentì. Mi infilai il gel nel cuolo,bene,con calma,ma lei si arrabbiò,mi mollò due colpi forti sulla testa:’muoviti troia,non farmi aspettare’almeno ciucciami l’uccello mentre ti sistemi il culo. Così per prendere tempo e spalmarmi il culo di gel,iniziai a spompinarla per calmarla. Il cazzo di Trinax in bocca,di nuovo.
Il suo gran cazzo nero.
Un pezzo di carne.
Lo ciucciai lavorando dietro. Le toccai le palle e le leccai. Leccai la cappella rossa,l’asta nera.
Trinax godeva.
Quando ebbi finito con gel,lei salii sopra. Piano piano mi infilai quel bastone nero nel culo e fui stroncato in due da quella potenza bestiale. Provai a muovermi,ma ero come impalato. Lei prese in mano la situazione,mi mosse sopra di lei,prima piano,poi sempre più forte,sempre più decisa,sempre più rabbiosa,mi fotteva e mi impalava,mi scopava e mi squassava il culo.
In preda al dolore e al piacere estremo,fui violentato da quella mia padrona nera.
Padrona della mia vita nel padiglione T.
Nlla prigione di un direttore che s ela intendeva con lei e anche il capoguardie. Ero spacciato.
Ma intanto,mentre lei mi impalava con quella scopata selvaggia,godevo,dentro di me godevo di piacere.
Trinax mi scopò e mi venne dentro rabbiosa mentre ero sopra di lei.

Senza nessuna premura mi afferrò per i fianchi,con facilità mi tolse da quell’impalatura e mi gettò a terra.
Sopra di me finì di scaricarsi. Dal suo lungo cazzo vidi spremere l’ultime gocce di sperma che mi finirono sulla faccia e sul petto. In culo sentivo il suo sperma scivolarmi fuori,caldo e padronale.
Mi afferrò per l’anello al naso e mi tirentò.
Gridai dal dolore e gli occhi mi si riempirono di lacrime.
‘Tu sei mio,adesso! Sei il mio schiavo in questo carcere! Tu non hai volontà,sei una merda nelle mie mani. Se mio! sei il mio schiavo e devi essere felice di esserlo!’
”sì” borbottai ancora in preda al dolore. Voleva staccarmi il naso? Era dolorosissimo.
‘Più forte,puttana!!! Più forte! Sono il suo schiavo,ripetilo!’
SONO IL SUO SCHIAVO. SONO IL SUO SCHIAVO urlai affinch&egrave mi lasciasse il naso. Lo fece. Mi presi la faccia fra le mani. Il dolere era pungente,piangevo,era sventrato e ai suoi piedi.
Lei enorme,forte,nera,dura,padrona di me mi sovrastava. Nuda con il seno al vento,le gambe tozze che mi dominavano,le braccia potenti che mi avrebbero picchiato e umiliato,il cazzo lungo che mi avrebbe fatto succhiare ed adorare.
Ridendo se lo prese in mano e iniziò a pisciarmi addosso.
Non potevo scansarmi(mi teneva un piede su una gamba e mi ordinava di non fare un passo)e mi presi tutta la sua piscia in faccia e sul volto. Quando ebbe finito,sprezzante mi ordinò:
‘Vai a pulirti schiavo! Voglio il tuo culo bianco a portata di mano stasera!’

Qui finisce questa storia. Se pensate che debba continuarla fatemi sapere. Per commenti,critiche,suggerimenti invece potete scrivere a dorfett@alice.it grazie

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