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Racconti Erotici

Quello che Paola non capì

By 20 Luglio 2023No Comments

Dai 15 ai 16 anni stetti assieme a Vincenzo, un ragazzo di appena qualche mese più vecchio di me, poi lui se ne andò dal paese perché la sua famiglia si era trasferita in città.
A cavallo tra gli anni 70 e 80 avevamo solo i telefoni fissi e non ci sentivamo di tenere una relazione a distanza, o meglio io non me la sentivo, sbagliando di grosso.
Vincenzo era un ragazzo dolce e con la testa sulle spalle, con lui la storia era stata innocente, solo baci qualche palpata di seno e di culo.
Era qualche mese che non eravamo più assieme e durante una festa stavo giocando con Daniele, un ragazzo molto intelligente e di un anno più vecchio, a un gioco da tavolo e contro di me stava perdendo in modo stupido facendo mosse sbagliate distratto da chissà cosa.
Mi accorsi che ero io a distrarlo, sorrisi compiaciuta di me stessa.
“Come mai persi in questo modo?” gli chiesi, non ebbi risposta.
“Mi dai da pensare. Ti stai innamorando di qualcuna” aggiunsi
“Tu pensa. Pensa pure” e mi infilò con una mossa che non mi aspettavo vincendo la partita, questa volta ero stata io a distrarmi.
Continuammo a giocare ma tutti e due tornammo al massimo della concentrazione e io cominciai a perdere sistematicamente.

Dopo un paio di settimane la compagnia di amici si ritrovò per fare una castagnata dato che eravamo in autunno, e Daniele di presentò alla festicciola con un foglio di carta per musica arrotolato e tenuto da un fiocco. Daniele era un discreto suonatore di pianoforte e la cosa non mi stupì fino a quando non lo poste a me.
“L’ho scritta per te.” mi disse.
Rimasi sorpresa, non mi aspettavo qualcosa di simile da lui.
Daniele era sempre stato un ragazzo timido, quasi taciturno pur essendo uno di quelli che quando mancava ti accorgevi che alla compagnia mancava un pezzo importante e che non si poteva fare a ameno di lui.
Rimasi attonita a guardare quel rotolo di carta
“Aprilo” mi disse.
Lo sfilai dal fiocco lo aprii e lessi il titolo: “Canzone per Paola”.
Nessuno mi aveva mai dedicato nulla. Per tutta la festa ero al settimo cielo, speravo che si facesse avanti ora che si era praticamente dichiarato, ma la cosa non ebbe seguito quella sera.
Sapevo che era timido, perciò non gli chiesi di suonarmela. Alcuni giorni dopo la ascoltai da un altro suo amico musicista.
Il mio entusiasmo scemò e già non ci pensavo quando un mese dopo lo trovai all’uscita di scuola, mi voleva accompagnare a casa.
Strada facendo mi fece una vera propria dichiarazione, e si vedeva che era imbarazzato, mi chiese di mettermi con lui.
Ero combattuta, da una parte era no, non volevo stare con uno così impacciato uno che non aveva mai avuto una ragazza, dall’altra parte sera si, era bello che volesse me.
Mi chiede si non rispondergli subito, ma di darli la risposta il giorno dopo, e durante la notte la risposta definitiva divenne NO.
Ci rimase male, lo capii subito, e capii e era veramente innamorato di me, quando tornò alla carica.
Nel frattempo, mi ero messa con un altro ragazzo più vecchio che non faceva parte dalla compagnia, e che nonostante la fama che aveva non mi toccò per il paio d’anni che rimanemmo assieme.
Uscivamo con un’altra coppia formata da un suo amico e da una delle mie due migliori amiche, Rita.
L’altra mia amica, Anna, era rigidamente single, quel mastino di suo padre riusciva a tenerle alla larga ogni ragazzo, solo Daniele era ammesso, ma tra di loro non scoccò mai la scintilla.
Qualche anno dopo conobbi quello che sarebbe diventato mio marito.
Daniele se ne face una ragione e non tornò alla carica. Solo anni dopo seppi che Daniele non era poi l’impacciato che pensavo io.
Persi di vista una delle mie due amiche che andò ad abitare lontano e non si fece più viva, l’altra riuscì ad allentare le redini del padre, si fidanzò e si sposò.
Durante una cena a casa sua mi confidò che Daniele che era sempre rimasto suo amico aveva ripreso a uscire con loro, e che aveva fatto scoperte su di lui.
Intanto aveva almeno un paio di storie durature ed era andato a vivere da solo.
Non aveva mai tradito la ragazza con cui stava fintanto che la storia durava, ma nell’interregno invitava a cena ragazze e poi le trombava, e quelle tornavano volentieri a cena.
Anna era entrata in confidenza e riuscì e sapere che già quando noi eravamo appena quindicenni lui aveva già avuto delle ragazze, ma sempre lontano dal paese, con discrezione, senza fare sapere nulla.
Lei aveva trovato le lettere che aveva ricevuto in risposta, a lui piaceva scrivere alle ragazze che trombava, le loro trovavano la cosa estremamente romantica, e in un mondo dove ormai il telefono aveva sostituito la penna gli rispondevano volentieri. Alcune avevano rischiato la gravidanza.
Quando misi assieme tutti i pezzi capii che tra tutti quelli della compagnia di amici aveva trombato più ragazze di tutti, tutte col massimo rispetto, nessuno ne sapeva nulla. Persino Rita, che non solo era stata una stronza a sparire senza dire nulla, ma quella troia gliela aveva anche data, fu solo grazie alla scoperta di Anna che lo venimmo a sapere.
Non avevo capito nulla di lui, pensavo che la cosa non avesse potuto funzionare. Mi sbagliavo, come mi sbagliavo.

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