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Repira profondamente – Parte III

By 16 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Nei giorni a seguire ogni volta che ripesavo al lettino dell’ambulatorio sentivo le farfalle nello stomaco e le gambe sembravano cedere.
Tutto ciò era assolutamente assurdo ma il ricordo della bocca di Lucio sul mio collo mi perseguitava nei momenti più inopportuni…proprio come quel momento in cui stavo prendendo un caffè al bar con la mia amica.
-Marta tutto bene?- domandò Luana guardandomi in modo strano.
-Uhm uhm si si tutto bene.- mi schiarii la gola e risposi mostrando l’aria più tranquilla di questo mondo.
-Hai le guance letteralmente in fiamme, mica ti gira la testa?- il tono era preoccupato.
-Ti ripeto che sto bene, sai com é a volte il caldo non lo sopporto.- e così dicendo cambia argomento.
Circa un’ora dopo ci salutammo ed io ero sul viale di casa, la mente persa dietro pensieri che non seguivano un filo logico a distrarmi fu il bip del cellulare; lo cercai in borsa e lessi: ‘Ti aspetto domani alle 17, ti voglio semplice e…calda come l’altra volta. Bacio intenso, Lucio.’
Oddio mi mancò il respiro, l’attesa era quasi terminata.

Mi preparai diligentemente, mi feci una bella doccia e passai la crema su tutto il mio corpo rendendo la pelle setosa, lisciai i capelli e li raccolsi sulla nuca in un modo facile da scioglierli.
Mi truccai leggermente enfatizzando i miei occhi profondi, per l’intimo scelsi un completino di pizzo nero, poteva essere banale ma con quello indosso mi sentivo più bella, presi un abitino rosso dall’armadio e lo indossai; mi fasciava il seno e scendeva morbido sui fianchi fino a metà polpaccio, misi i tacchi e mi apprestai ad uscire con una scusa qualsiasi.
Ero sul marciapiede di fronte la villa collocata all’indirizzo segnato sul foglietto, che mi aspettavo? Dopotutto era un medico.
Attraversai la stra e suonai il citofono, il cancello si aprì ed entrai, una sensazione di ansia mi prese allo stomaco, deglutii e percorsi il vialetto che conduceva all’ingresso della casa.
Alzai lo sguardo e lo vidi che mi aspettava appoggiato allo stipite della porta, indossava solo un pantalone nero che gli fasciava le gambe, era a petto nudo e potei notare per bene le sue spalle larghi e un po’ muscolose, il petto era leggermente villoso.
Mi sorrideva ed io ricambiavo, ero ad un passo da lui; mi offrì la mano e mi fece entrare chiudendo la porta alle nostre spalle.
-Benvenuta.- mormorò prima di spingermi contro il muro e baciarmi con trasporto.
Ero bloccata fra lui e la parete, tale sensazione era molto piacevole; le nostre bocche si cercavano, si fondevano mentre le lingue si accarezzavano.
I suoi baci sapevano di menta e alcol e il profumo del suo sudore mi inebriava; profumo di maschio!
-Dottore…- sussurrai.
A quel punto il suo bacio si fece più intenso, si spinse ancora di più contro di me, ero in trappola mente le sue mani scendevano lungo il mio corpo con studiata calma, prima mi accarezzò l’addome nei rispettivi lati per poi spostarsi sui polsi portandoli all’altezza della mia testa.
– Mhmmm è piacevole sbatterti al muro.- sussurrò a fior di labbra con gli occhi ancorati ai miei.
In tutta risposta mossi i fianchi verso di lui, distinguevo nitidamente il suo membro duro contro il mio ventre, gli leccai le labbra stuzzicandolo appena ma non proferii risposta.
Allentò un p’ la presa scivolando egli stesso verso il basso, solo immaginare cosa stava per fare contribuì a farmi bagnare ancora di più; oramai il suo volto era all’altezza della mia femminilità, con calma mi fece divaricare un poco le gambe e mi alzò l’orlo della veste.
Sentivo il suo alito scontrarsi con l’umidità dei miei slip. Percepii il suo respiro aspirare il mio profumo di femmina, con le dita ne carezzo la superficie ancora chiusa negli slip.
-Sei bagnatissima…- disse con voce resa roca dal desiderio.
-Colpa sua dottore.- risposi guardandolo dall’alto.
Con gesti veloci e sapienti in un paio di colpi strappò letteralmente il tessuto, rimasi per alcuni secondi senza fiato quel suo gesto mi aveva colto alla sprovvista, con la punta della lingua lo sentii sfiorare le piccole labbra che fuoriuscivano dalle grandi.
-Mhmmm…- chiusi gli occhi e posai una mano sulla sua testa.
Con le dita si aiutava a farsi strada spostando la mia carne per raccogliere quanto più nettare poteva.
-Dottore…- le gambe mi tremavano -…la prego- implorai.
Si alzò a malincuore, mi baciò con le labbra sporche di me e prendendomi per mano mi guidò verso la camera da letto.
Giunti nella stanza mi tolsi il vestito restando solo col reggiseno, Lucio mi guardava senza dir nulla e allora presi in mano la situazione; mi avvicinai, posai la mano sul suo cazzo in tiro e lo massaggiai attraverso i pantaloncini.
Le mie carezze gli strapparono un gemito, aiutandomi con l’altra mano lo liberai dalla costrizione e mi riempii gli occhi del suo membro duro e grosso, presi a segarlo prima con entrambe le mani e poi continuai con una sola, piano fino a fermarmi e al quel punto senza mollare la presa mi diressi verso il letto trascinandolo con me.
Ci buttammo sul letto, finii di spogliarlo mentre ci baciavamo, ci rotolavamo ci stringevamo, baci e morsi si susseguivano senza sosta.
Mi misi cavalcioni su di lui, lasciando poggiare il fiero fallo tra il solco del mio culo, mi eccitava da impazzire sentire il suo calore a contatto con la mia pelle.
-Dottore lei ha lasciato una cosa in sospeso- asserisco sorridendo.
-Ah si e cosa?- deglutisce eccitato in aspettativa.
-Non ha finito di leccarmi.- continuo spostandomi più su ‘E le tocca stare sotto!- sentenzio portando la mia vagina contro il suo volto.
Vedo la sua espressione meravigliata mentre mi metto cavalcioni sul suo viso e la sua reazione non tarda, afferra le mie cosce succhiando avidamente le piccole labbra, con la lingua ben piantata lecca raccogliendo i miei umori.
Il piacere che provo mi costringe a poggiare le mani sul materasso per rimanere ferma nella mia posizione.
-Oh si dottore…si…- gemo quando il primo orgasmo mi investe i sensi e ancora vogliosa decido di modificare, leggermente, la posizione in un eccitante 69; fletto il busto verso il suo cazzo meravigliosamente duro e lo sfioro con la lingua prima di far scivolare la cappella fra le mie labbra, sul palato si riversa un po’ del suo liquido e ciò mi inebria.
Mi aiuto segandolo con la mano mentre lascio scorrere contemporaneamente la bocca sull’asta, urlo da piacere quando le sue attenzioni diventano più ardite; mentre mi succhia il clitoride sento un dito penetrami il culetto.
-Ohhh.- gemo rumorosamente.
Agilmente ne approfitta per spostarsi e mettersi al mio fianco, le sue mani sempre sul mio culo e sulla mia fighetta.
-Vieni qui…- mormora poggiandosi su di me bloccandomi a pancia in giù -…che il dottore si prende cura di te.-
Il peso del suo corpo mi schiaccia contro il materasso mentre divaricandomi le gambe fa scivolare sulle piccole labbra il prepuzio in una lenta tortura.
-La prego…- ritorno ad implorare.
-Cosa? –
-Mi scopi.-
-Come?-
-Mi fotta.- prego guardandolo fisso negli occhi.
Un solo colpo e mi toglie il respiro quando scivola meravigliosamente dentro, si sdraia su di me e mi bacia le spalle per poi mordermi il collo mentre prende a muoversi riempendomi, invadendomi.
I nostri respiri si rincorrono, le mani si intrecciavano ed io eccitata più che mai apro, per quanto mi è possibile, ancora di più le gambe. Quella posizione stuzzica il perineo e ciò mi fa impazzire; i miei gemiti diventano sempre più forti non riuscendo ad immaginare piacere più grande.
Lo sento muoversi ed intuisco le sue attenzione, senza perdere nemmeno un secondo di piacere lo seguo mettendomi in ginocchio, realizzo solo in quel momento che ora la penetrazione sarà più profonda.
Il dottore si ferma come a farmi prendere coscienza di ciò che sta per accadere, le sue mani mi stringono fianchi mentre lentamente entra interamente dentro di me; percepisco la cappella spingere prepotentemente contro le pareti dell’utero.
-Oh…oddio.- gemo godendomi appieno quel momento.
I colpi diventano man mano più veloci e il piacere cresce a dismisura fino ad esplodere regalandomi un secondo orgasmo.
-Sei un adorabile puttanella.- geme continuando a scoparmi con impeto sempre più forte.
Mi poggio sui gomiti mettendo il culo all’aria ancora desiderosa di raggiungere altri culmini di goduria; e ben presto il piacere si interseca col dolore quando schiaffi poderosi investono i miei glutei.
-Ahi..- grido per il dolore.
-Shh..- mi zittisce continuando a sculacciarmi.
-Ahhiiii…- urlo ancora impazzita di doloroso piacere.
-Ahhh zitta! – geme mentre spostandosi in tempo da me riversa sulle mie natiche tutto il suo sperma.
Mi sdraio sul letto ansante e appagata con lui di fianco e girando il capo osservo il mio corpo nello specchio di fronte a noi; il culo rosso screziato di bianco nettare che cola sulla pelle dolorante.

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