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ricattata

By 28 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019One Comment

Mi chiamo Concetta e sono la moglie di un importante notaio di Napoli. Ho 42 anni, mora e con un fisico formoso ma nei punti giusti. La mia 5 naturale e il mio sedere pieno fanno girare più di una volta gli uomini per strada per non parlare delle mie labbra molto carnose e valorizzate da un rossetto il più delle volte molto appariscente. Mio marito è un uomo molto ricco e potente a Napoli in quanto il suo studio è tra i più affermati della città. Questo mi permette di fare una vita molto agiata senza lavorare e grazie anche a 2 domestici in casa fissi posso andare in giro per la città a fare shopping tutto il giorno oppure a divertirmi in palestra o al circolo del golf. Anche l’equitazione è tra i miei hobby anche se il più delle volte l’odore acre dei cavalli non mi piace. Ma ora vi voglio raccontare come è cambita la mia vita negli ultimi mesi per colpa di una mia leggerezza. Ho commesso l’errore di fare sesso con un ragazzo della palestra dove sono iscritta e a mia insaputa il bastardo ha filmato tutto e da allora è cominciato il mio incubo…Una sera ero a casa a mangiare con mio marito quando mi è arrivato un messaggio sul cellulare. Il nome del mittente era stato da me modificato da Gaetano a Gaetana per non insospettire mio marito. Lessi il testo e rimasi pietrificata ” Ti conviene uscire in strada al più presto a prendere una busta che è sul vetro della tua macchina prima che qualcuno la prenda..ci sono informazioni utili per permetterti di continuare la tua vita di signora per bene..” Una cosa che dovete sapere è che mio marito è una persona gelosissima e pur lasciandomi tutte le libertà mi ha sempre detto chiaramente che se l’avessi tradito o sputtanato in Napoli mi avrebbe rovinata. Tornai in sala da pranzo cercando di essere serena e con la scusa di scendere a prendere le sigarette in macchina corsi a recuperare la busta. In effetti era molto appariscente. Gialla con il nome del destinatario ben in evidenza e che avrebbe incuriosito più di un passante ” PER LA VACCA “. L’aprii immediatamente e oltre a una busta trovai alcune mie foto inequivocabili con Gaetano e anche un dvd. ” Ciao vacca, mentre stai leggendo questa lettera vicino alla tua macchina noi ti stiamo guardando quindi comportati bene. Le foto le hai viste e il filmato è ancora più spinto, quindi senza girare troppo intorno alle parole se non vuoi che questo materiale finisca nelle mani sbagliate da stasera sei nostra fino a quando avremo voglia di divertirci con te. Lo sappiamo che è stata solo la leggerezza di una sera ma era tanto che io e i miei amici studiavamo il piano per farti cedere e quando quella sera me l’hai data il set era già stato allestito e devo dire che sei stata molto brava…Sicuramente puoi provare a risalire e spiegare tutto a tuo marito, chissà magari capisce oppure ti caccia da casa, non lo so. A te la scelta. Ti diamo diciamo 30 secondi per decidere. Ora se accetti di essere nostra non devi far altro che levarti le mutandine e lasciarle sulla tua macchina e risalire, altrimenti facci il dito e vattene. Buona scelta Vaccona. Gaetano” Leggevo la lettera mentre fiumi di lacrime rigavano il mio volto. Come avevo potuto essere così ingenua da fidarmi di un balordo ventenne do borgata. Era bello come un Dio e mi sono detta va be per una volta. Invece ora ero sull’orlo di una catastrofe. Che fare? Rischiare? Magari bleffavano. Ma se mi fossi concessa fino a che punto mi avrebbe spinta? E Poi parlava dei suoi amici. Chi erano? Quanti erano? Tutti della palestra? Mi Dio che casino. Dovevo decidere e in un attimo provai a fare la dura e alzando il dito medio mi allontanai dalla macchina e risalii in casa. Speravo che bleffando loro pensassero che non me ne fregava niente e che avrei raccontato tutto a mio marito. Così ovviamente non era se solo Mario immaginava una cosa del genere ero morta. Feci sparire tutto il materiale e finii la cena con mio marito e poi ci mettemmo a guardare la tv. Verso le 23, Mario cominciò ad andare a letto ed io essendo ancora troppo agitata gli dissi che l’avrei raggiunto più tardi. Anche i domestici si erano già ritirati nelle loro stanze e rimasi sola nei miei pensieri. Cominciai ad abbioccarmi leggermente quando il suono del cell mi arrivò come una frustata. Risposi subito per non svegliare Mario ” Pronto ” dissi a bassa voce ” Brutta vacca schifosa, da domani ti roviniamo. Tutte le tue foto le mettiamo su internet e tappezziamo napoli e lo studio di tuo marito. Persino tua madre andiamo a cercare per farle capire che figlia vacca ha. ” ” Gaetano sei un bastardo non puoi farmi questo. Pensavo che eri un bravo ragazzo e sai benissimo che è stata solo la storia di una sera. ” cercavo di parlare a bassa voce più che potevo per il terrore che Mario sentisse ma Gaetano urlava e sicuramente nel silenzio della casa si sentiva. ” bravo ragazzo un cazzo. Io sognavo quel tuo fisico da troia da una vita e un mare di ragazzi della palestra erano mesi che ti sbavavano dietro e te niente. Ora vogliamo divertirci e giuro su Dio che se non sei umile e sottomessa da domani sei rovinata.” ” stammi a sentire non gridare ti prego. Ti posso dare dei soldi se vuoi dimmi solo la cifra ” ” no bambina è col culo e la fica che esci da questa storia come con quelli ci sei entrata. Ma ora basta mi hai rotto il cazzo. Ora sono qui in strada con 2 miei amici. Scendi subito nel portone completamente nuda o mi metto a suonare il citofono e sveglio tutti e tiro le tue foto sulla faccia del cornuto. ” A quelle parole rimasi folgorata comninciai a balbettare piagnucolora dire frasi senza senso ” oca che cazzo dici? Non cpisco un cazzo muovi il culo e scendi SBRIGATI hai 2 minuti” e agganciò. La casa era avvolta nel silenzio più totale, guardai in camera da letto e Mario dormiva così come i domestici. Mi affacciai al buio dalla finestra e vidi un y10 nera parcheggiata davanti al palazzo con Gaetano e due ragazzi accanto a lui che fumavano e ridevano. Decisi che dovevo scendere non avevo scelta. Ero nelle loro mani. La leggerezza di una sera poteva costarmi cara ma in quel momento non avevo scelta e non potevo rischiare uno scandalo ancora maggiore. Aprii la porta e scesi dalle scale in punta di piedi e mi avviai verso il portone. Fortunatamente il palazzo era nostro e non dovevo fare conti con i vicini. Aprii il portone e mi trovai di fronte i Gaetano e i suoi amici. Riconobbi subito i due ragazzini della palestra che più volte con la scusa di prendere degli attrezzi o chiedermi delle cretinate mi erano sempre addosso a scrutarmi. Non so neppure se fossero maggiorenni ma non ci avrei giurato. Non riuscii neanche a dire una palola che uno schiffo mi raggiunse in pieno viso facendomi cadere a terra dentro al portone. Loro entrarono chiusero il portone e il mio incubo cominciò… ..lo schiaffo mi prese alla sprovvista e caddi all’indietro pesantemente. Gaetano e i suoi due amici ne approfittarono entrando dentro al portone e richiudendosi la porta alle spalle. Ci trovammo così tutti nell’ingresso della palazzina avvolti da un silenzio surreale. Era già passata la mezzanotte e avevo paura che mio marito se si fosse svegliato e non mi avesse trovata nel letto sarebbe venuto sicuramente nel salotto per vedere se mi fossi addormentata davanti alla televisione. Ero totalmente in preda al panico e la situazione mi stava velocemente scappando di mano. La leggerezza di una sera mi stava rovinando la vita ma provavo disperatamente a salvare il salvabile ” ragazzi ma siete impazziti? cosa volete fare? non capite che facendo così vi potreste rovinare la vita? Potrei denunciarvi e farvi sbattere in galera per ricatto e percosse. Pensateci bene prima di peggiorare la situazione. Faccio finta che non sia successo niente. Ora ve ne andate e la cosa si risolve così. Sono stata chiara?” . Le parole mi uscivano dalla bocca tremolanti e senza convinzione anche se cercavo pur essendo in terra sotto di loro di guardarli negli occhi per trasmettergli un pò di soggezione non fosse altro per la mia età. ” insomma potrei essere vostra madre. Avanti aiutatemi a rialzarmi e mettiamoci una pietra sopra. ” Gaetano fu il primo a rispondere in maniera arrogante e autoritaria ” Concetta. Apri bene le orecchie perchè te lo dico una volta sola e poi basta. Mi è piaciuto molto chiavarti quella sera come è piaciuto a te visto il filmato e le foto. Vero ragazzi? ” e i due amici risero di gusto e acconsentirono ” ma quello che da un pò noi avevamo in mente era poterci divertire con una bella signora per un bel pò di tempo. Ti guardavamo in palestra, quando arrivavi con il tuo macchinone tutta tirata e profumata, per sparire dentro allo spogliatoio e uscirne vestita di tutine super attillate e farci impazzire tutti. Sapessi le seghe che ci siamo tirati..Ti guardavamo in giro per la città col cornuto la domenica in centro o a fare shopping e le fantasie che ci siamo fatti non te le immagini neanche ma presto le saprai ah ah ” tutti risero di gusto ” così abbiamo messo in pratica il nostro piano. Inizialmente non pensavo di interessarti ma quando poi ho visto che fortunatamente non eri insensibile al mio fascino abbiamo deciso di farti cadere in trappola. Ero sicuro che per te sarebbe stato lo sfizio di una sera. Sai, farsi il ragazzotto muscoloso figo della palestra, ma per me era la possibilità di annientarti. Ma non preoccuparti ci stancheremo presto e ti lasceremo alla tua vita agiata ma nel frattempo vogliamo spassarcela e farla spassre a molti ragazzi che hanno bisogno di una nave scuola come te. Quindi ora tu farai tutto quello che noi ti diremo senza fartelo ripetere, comincerai ad abbassare lo sguardo perdendo quell’aria da super donna e parlerai solo se interpellata. Altrimenti a cominciare da adesso come già ti ho detto suonerò il citofono e andremo a farci una chiacchierata con tuo marito. Spero di essere stato chiaro quindi hai ora 2 secondi di tempo per decidere e se deciderai come penso io da persona inteligente da ora non aprirai più bocca e per farci capire che accetti ti alzerai ti piscerai addosso davanti a noi poi ti leverai le mutandine bagnate te le metterai in bocca ti spoglierai completamente nuda e con le mani dietro la schiena e la testa bassa ti farai ispezionare dai miei amici visto che io già l’ho fatto ma loro vogliomno verificare se veramente sei soda come gli ho detto o se una signora di una certa età invece è già un pò molliccia ah ah una sola tua parola da questo momento mi costringerà a suonare il citofono. Se ti sbrigherai magari tuo marito non si accorge di niente e in poco tempo potrai tornare nel lettone con lui come se niente fosse successo ” dicendo così si avvicinò al portone lo aprì e mise il dito sul campanello. Come un’automa mi alzai a fatica da terra ancora con la guancia che mi bruciava mi alzi la sottoveste che avevo in casa quando scesi allargai le gambe e cominciai a pisciarmi addosso nelle mutandine come una bambina davanti a tre ragazzini. Finito sotto i loro sorrisetti e alle loro battutine me le sfilai e zuppe di urina me le misi in bocca disgustata e mi spogliai completamente nuda. Abbassai la testa e misi le braccia dietro la schiena. Ero nelle loro mani. ” molto bene Concetta vedo che sei una persona intelligente oltre che una donna splendida. Anche se le tue tettone e il tuo culone più che a una donna ti fanno assomigliare a una vacca da monta aha ah ” e dicendo mi assestò una pacca fortissima sul sedere che rimbombò come un’esplosione nell’androne ” ops scusa non ricordavo più che bisogna fare piano se no il cornuto si potrebbe svegliare. Allora vediamo come sei brava a stare zitta..avanti ragazzi cominciate” I due ragazzi si mossero come se già sapessero esattamente cosa fare per un piano precedentemente stabilito Mi si avvicinarono mi plparono oscenamente i seni soppesandoli e facendo apprezzamenti volgarissimi passarono poi a stringermi la fica in modo molto rude e a tastarmi allo stesso modo le natiche. I seni li schiafeggiarono più volte per verificare che non fossero cadenti. L’odore dell’urina e le loro manipolazioni volgari e cruente mi stavano facendo venire il voltastomaco ma strinsi i denti. Mi strizzarono più volte i capezzoli torcendoli per farmi urlare ma dovevo assolutamente resistere. Anche le labbra fella fica mi vennero tirate all’inverosimile che a un certo punto pensai che volessero strapparmele ma se mi fossi lasciata andare sicuramente in quel silenzio tutti mi avrebbero sentito. Ero quasi sul punto di svenire. Avevo male dappertutto e la fica e i capezzoli bruciavano come sotto a un fiammifero. Ma il peggio doveva ancora venire. ” molto bene Gaetà la vacca è a posto. Culo fica e zinne sono a norma. Ora vogliamo solo verificare la sua dilatazione se è come sembra. Quindi procediamo ” Gaetano e il suo amico mi alzarono per le braccia e le gambe e il loro compare si mise di fronte a me tirandosi su la manica della camicia levandosi l’orologio. Strabuzzai gli occhi in maniera spaventosa e comincai a dimenarmi come una furia ma la loro forza era nettamente superiore alla mia e non potevo urlare che è l’unica arma che una donna ha in quelle circostanze. Cominciai a piangere e a stringere i pugni ma tutto era inutile. Volevano slabbrarmi completamente la fica. Pino, il ragazzo che mi stava di fronte, tirò fuori dalla tasca un tubicino di crema e si unse tutta la mano fino a quasi metà avambraccio poi cominciò a infilarmi le prima dita dentro. Infilò le prime 4 dita e già non resistevo più. Le urla mi rimanevano strozzate in gola cercavo di rilassarmi per favorire l’introduzione ma non ci riuscivo. ” rilassati troione con la fessa che ti ritrovi in mezzo alle cosce questo è ancora niente. Pensa che stai partorendo un’altra volta aha ah ” tutti ridevano ma a bassa voce in quanto tutto veniva amplificato dal silenzio ” pensa che questa è un’idea di Pino che in palestra quando ti vedeva con quelle tutine super attillate che non lasciavano niente all’immaginazione diceva sempre che per lui in quel figone ci sarebbe entrato di tutto e quindi stasera vuole verificarlo..ah ah su brava che abbiamo quasi finito ah ah ” Stavo in effetti provando lo stesso dolore di quando partorii mio figlio con la differenza che non potevo gridare. Dopo averla girata e rigirata finalmente la mano entrò e in quel preciso istante lasciai uscire un getto di pipì. I muscoli vaginali oramai non li controllavo più e pisciavo in continuazione. Mi sentivo la mano del ragazzo completamente dentro che si muoveva e quando aprii gli occhi e guardai vidi che il suo braccio era sparito in me per quasi la metà. Credetti veramente di morire. Per terra sotto di me si era formato un lago di urina secrezioni e sangue e nell’atrio c’era un odore forte di sudore. Ero completamente fradicia. Mi avevano letteralmente spaccato la fica in due. ” avete visto ragà che avevo ragione si è divorata il mio braccio in un solo boccone ah ah e senza allenamento. Questo vaccone ci darà delle soddisfazioni. ” Così dicendo sfilò in un colpo solo la mano e se non fosse stato per Gaetano che mi tappò la bocca non sarei riuscita a non lanciare un urlo lancinante. Non sentivo più la fica. Quando mi lasciarono cadere a terra istintivamente provai a toccarla e non potevo crederci. Era spaventosamente dilatata. Potevo fare entrare la mia mano senza fatica. Ero veramente a pezzi ” ok troione per stasera siamo soddisfatti e quindi non ti chiaviamo neanche anche perchè ci balleremmo dentro ah ah ma da domani comincerai a ricevere le prime istruzioni della tua seconda vita. Quindi mi raccomando tieni sempre a portata di mano il telefonino. Ora sbrigati torna dal cornuto se no se si sveglia son cazzi e stai attenta a non svegliarlo te entrando nel letto se no magari vuole scoparti e magari si accorge di qualcosa ah ah ah ah ” Dicendo così raccolsero la mia vestaglia mi presero le mutandine dalla bocca e il reggiseno e se ne andarono lasciandomi in lacrime e con la fica che grondava piscio e sangue in terra nell’androne del mio palazzo. Piansi senza ritegno per un pò e poi mi feci coraggio e tornai nuda e traballante col le gambe semi aperte nell’appartamento. Entrai in bagno mi lavai silenziosamente mi cosparsi di crema lenitiva le parti intime e senza bianchia intima per ovvi motivi andai a letto. Fortunatamente mio marito dormiva Passai la notte in bianco per l’umiliazione subita e per il dolore alla vagina. Guardavo mio marito dormire accanto a me e mi sentivo una merda per quello che gli avevo fatto e per quello che ancora avrei dovuto fare ma non avevo alternative. Verso le 4 mi alzai dal letto e andai in bagno per spalmarmi di nuovo della crema lenitiva. Le fitte erano terribili e continuavo a perdere sangue sicuramente per la rottura di qualche capillare interno. Ero stata costretta ad inserire un pannolino per non sporcare il letto. Anche i capezzoli più volte torturati erano ancora gonfi ed arrossati ma questo mi preoccupava meno. Pensavo che nella disgrazia ero stata fortunata perchè la mia fica dilatata in quella maniera avrebbe potuto veramente strapparsi e avrei avuto bisogno di qualche punto propio come dopo un parto e la cosa sarebbe stata un disastro. Fortunatamente aveva retto e tutto si era risolto solo con questi atroci dolori ma sarebbero passati. Tornai a letto avvolta nei miei pensieri e provai a riposare un pò ma fu inutile. Alle 7 sentii chiaramente mio marito alzarsi farsi la doccia e dopo essersi vestito mi baciò sulla fronte e uscì salutando la servitù. Feci finta di dormire perchè ancora non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, lui che mi bacia sulla fronte delicatamente e io che qualche ora prima ero nell’androne del palazzo con il braccio di un ragazzino interamente nella fica..pazzesco. Mi alzai verso le 10 e mi concessi un bagno rilassante per oltre un’ora. Così a mollo cominciai a riprendermi e anche i dolori erano più sopportabili. Mi feci viziare un pò dall’acqua calda poi mi alzai e comiciai a vestirmi. Indossai un tailleur rosso molto elegante come ero solita fare da ricca signora composto da una gonna che arrivava fino sopra al ginocchio con un ampio spacco posteriore una camicetta bianca sapientemente sbottonata per far risaltre il mio seno sorretto da un reggiseno a balconcino nero e una giacca in tinta con la gonna. Scarpe con tacco molto alto autoreggenti e un minuscolo perizoma completavano la mia miss. Mi truccai leggermente valorizzando solo le mie labbra carnose e decisi di uscire andando a fare shopping per distrarmi da tutti i problemi recenti. Salutai i filippini e presa la mia fuoriserie mi recai in centro. Come al solito camminando nelle vie della mia città tutti gli uomini si voltavano al mio passaggio e i più audaci si facevano sfuggire qualche apprezzamento volgare. In modo particolare quella mattina per recarmi in una boutique passai in una via laterale dove alcuni muratori erano impegnati a ristrutturare una vecchia palazzina. ” senti come profuma questa vacca ” disse uno ” si lo usa per coprire l’odore della fica..ah ah ” rispose l’altro ” hai un culo che è una favola moracciona ” mi urlò dietro un terzo. Erano almeno una decina tutti con un’aspetto rozzo e sporco. Riuscii ancora a sentirne un quarto dire che me l’avrebbe spaccato volentieri in due quando finalmente svoltai l’angolo e continuai per la mia strada in direzione della boutique. Entrai nel negozio e cominciai a rimirare diversi capi d’abbigliamento. Dopo circa 10 minuti mi arrivò un messaggio sul cellulare. In quel mentre stavo parlando allegramente con la commessa e la mia mente era di nuovo rilassata ma leggendo il testo sbiancai così tanto che la ragazza mi chiese se avevo ricevuto brutte notizie e se avevo bisogno di un bicchiere d’acqua. In effetti senza renderme conto mentre leggevo mi misi a tremare come una foglia e a sudare freddo. Il messaggio era inequivocabile ” vicino al negozio in cui sei entrata c’è un vicolo dove alcuni muratori hanno ricevuto da noi delle tue foto che sicuramente vorrai indietro. Fattele restituire. MUOVITI Gaetano “. Quei bastardi avevano consegnato delle mie foto compromettenti a quei tizi ed ora dovevo riprenderle a un prezzo sicuramente altissimo. Rivedevo ancora le loro facce e i loro rozzi modi e una paura incredibile mi attenagliò. Ero ancora tutta dolorante per la sera precedente e per la prima volta nella mia vita mi sentii di nuovo come una bambina vergine che va in pasto a un branco di lupi. Accettai dalla ragazza un bicchiere d’acqua e ringraziandola uscii dal negozio e mi incamminai verso la palazzina tremolante e a testa bassa….entrai nella stradina e mi diressi verso la palazzina a testa bassa e con le gambe tremolanti. I primi commenti non si fecero attendere e già sapevo cosa mi sarebbe aspettato. ” ragazzi ecco che arriva la moracciona…ora ci farà sentire se il profumo che mette è davvero così forte per nascondere l’odore del suo ficone..ah ah ” ” è vero non vedo l’ora di annusargliela ah ah …chissà che aroma delizioso ..” ” invece io non vedo l’ora di spaccare quel suo bel culone da vacca…ah ah..che tanto sfrontatamente porta im giro..ah ah “. Mi guardai intorno nella speranza che non ci fosse nessuno che sentisse in quanto pur essendo una stradina secondaria eravamo pur sempre in centro. Fortunatamente il vicolo era deserto ed io oramai ero arrivata davanti alla palazzina. I muratori erano alcuni davanti alla porta d’ingresso ed altri sopra l’impalcatura. Saranno stati più o meno una decina e non erano sicuramente del posto in quanto il loro accento era romano e non napoletano. Probabilmente erano operai di qualche ditta in trasferta. Pensai con sollievo almeno non erano gente del posto. Mi fermai di fronte agli uomini che si trovavano davanti alla porta ” scusate ” cominciai impacciata ” alcuni ragazzi vi devono avere lasciato una busta per me e gentilmente la vorrei indietro se non vi dispiace ” ” ma certo che non ci dispiace bel troione le tue foto sono tutte sparse dentro al palazzo sta a te adesso andare a raccoglierle …su avanti prego…”. Entrai all’interno dell’edificio in costruzione senza pavimento e con cemento stucchi polvere dappertutto. Ovunque posassi gli occhi c’era sporcizia e disordine. Mi incamminai stando attenta a non sporcarmi e a non inciampare sui miei tacchi. Di fronte a me vidi una scala ancora provvisoria e sopra tutti i gradini c’erano le foto che Gaetano e i suoi amici mi avevano fatto la sera precedente nell’androne del mio palazzo. Ero paralizzata. Tutti i muratori ridevano a crepa pelle e ogni tanto ne guardavano delle altre e poi me le tiravano davanti agli occhi. ” molto bene bella signora fino adesso abbiamo visto com’è fotogenica ora vogliamo vederla in carne ed ossa quindi quelle sue belle foto dovrà guagagnarsele…” signori è una situazione molto spiacevole sono vittima di un ricatto io sono una signora molto in vista e stimata nella città e mio marito è un uomo importante posso darvi dei soldi ma non approfittate di me. Vi giuro che sono nelle mani di farabutti ma che presto li farò arrestare tutti vedrete..” ” quello che vedremo adesso sarà solo il suo culo rotto e la sua fica slabbrata per non parlare di quelle due tettone che si ritrova e di quella bocca che sembra nata solo per fare pompini. Di tutto il resto non ce ne frega un cazzo. Quindi da ora stai muta e se vuoi cominciare a raccogliere le tue foto ti alzi la gonna sopra il culo ti levi il perizoma che senz’altro avrai minuscolo e lo dai al mio amico che vuole sentire il tuo profumo e poi cominci in ginocchio a raccogliere una foto dopo l’altra con la bocca …AVANTI SCATTARE…” Il tono non ammetteva replica mi alzai la gonna e tutti applaudirono urlando commenti osceni e poi mi sfilai il perizoma e lo porsi al muratore che mi avevano indicato ” avevo ragione ragazzi se non mettesse il profumo l’odore di questo ficone lo sentiremmo a distanza di sue isolati aha ah …sentite sentite ” e così dicendo fecero girare le mie mutandine ad uno ad uno. Tutti annusarono a pieni polmoni e commentarono a loro modo” eau de fic nr 5 ” ” succo di vacca umana ah ah ” ” aroma di troia borghese d’alto bordo ” e così via.. Appena il giro si concluse il perizoma tornò al capo mastro che me lo porse ” ora infilatelo dentro al culo e poi penseremo noi a fartelo arrivare fino dentra alle budella…FORZA…” Mi infilai tutto il perizoma nel culo fino a farlo sparire e poi inginocchiata cominciai a roccogliere ad una ad una le fotografie. Non potendo usare le mani in quanto ero costretta a tenerle dietro la schiena dovevo stare col culo alzato e la schiena molto in basso. Camminando sulle ginocchia stavo strappando tutte le calze e mi stavo sbucciando la pelle. Faceva un caldo infernale e in poco tempo avevo la giacca e la camicia fradice di sudore. Man mano che raccoglievo le foto le mettevo una sopra l’altra sperando di finire in fretta. ” guardate come muove bene il culo questo troione ragazzi non vi ispira niente?..avanti cominciamo ad aiutare la signora a fare più in fretta i gradini” tutti insieme si sfilarono le cinghie e cominciarono a colpirmi con furia ceca. Iniziai a gridare a squrciagola” pietàaaa” mi rotolai su me stessa senza pensare più a niente ne ai vestiti ne alla sporcizia che era sotto di me. Con le mani mi proteggevo il sedere e le gambe ma inesorabilmente i colpi cadevsano sempre in zone scoperte. ” avanti gallina starnazza …avanti..su fai coccodeee coccodeee…non fai più la figa adesso come prima eh ..avanti …canta…” avevo tutta la pelle che bruciava e non avevo più voce per le urla così cominciai incredibilmente a starnazzare ” coccodèèè coccoodèèèè ” Pensavo se mi vedeva mio marito sicuramente avrebbe avuto un infarto. ” brava brava ” e ciaf un’altra cinghiata ed io ” coccodèèè coccodèèè” ciak e avanti per minuti interminabili. Facevo i gradini quasi correndo sulle ginocchia e ogni volta che mi fermavo a raccogliere una foto erano decine di cinghiate sul culo. Alla fine delle scale le avevo raccolte tutte e cercai di alzarmi per prenderle tutte insieme ma un piede in testa me lo impedì. Il capo mastro mi teneva la testa schiacciata in terra nella polvere e mi ordinò di divaricare al massimo le gambe e di allargarmi con le mani il culo. Rimasi così totalmente aperta ed esposta col culo al vento e la figa oscenamente spalancata. ” molto bene ricca signora borghese, ora stai mostrando a tutti la tua faccia migliore quella che troppo volte tieni nascosta e fai tanto sospirare..ora ti chiaveremo a dovere e come promesso ti schicceremo bene il perizoma nel culo ma prima voglio ancora punirti un pò per come ci hai snobbato passandoci davanti e non considerandoci minimamente..sa voi passate con quei profumi arrapanti tutte vestite alla moda e da gran vacche e non ve ne frega un cazzo che poi noi maschi ci ammazziamo dalle seghe pensandovi..ed ora quel pezzo di carne che tanto le fa fare la superiora per una volta lo maledirà…ah ah ” finì la frase e cominciò a darmi cinghiate fortissime propio in mezzo alle chiappe..in una volta sola colpiva sia l’ano che la fica provocandomi delle fitte di dolore quasi come fossero scariche elettriche..pensavo di svenire..dopo 3 o 4 cinghiate caddi pesantemente a pancia a terra con le gambe larghe provocando le risate di tutti..subito mi rimisero in posizione e constatato che oramai avevo la fica e il culo dello stesso colore violaceo decisero di continuare la festa chiavadomi. Ad uno ad uno si alternarono un pò nella fica e un pò nel culo fino a riempirmi di sborra..alcuni mi vennero dentro altri sulla schiena e alcuni schizzi mi arrivsrono ai capelli..ero completamente ricoperta di seme appiccicoso. Quando tutti vennero rimase solo il capo mastro che per tutto il tempo era rimasto in disparte. Mi si avvicinò mi prese per i capelli e dopo avermi alzato la faccia mi sputò in bocca e mi infilò il suo cazzo in gola quasi soffocandomi. Mi scopò così per diversi minuti provocandomi più volte conati di vomito. Perdevo la saliva in continuazione ed ero paonazza. Fortunatamente quando oramai ero convinta di vomitare venne copiosamente obbligandomi a bere tutto. Appena scaricato si alzò e quello che disse lo ricorderò per il resto dei miei giorni ” ragazzi tenetela ben ferma che ora voglio riprendermi il perizoma e tenerlo come ricordo..” Provai subito ad alzarmi e scappare ma dopo pochi passi fui bloccata e scaraventata a terra. Gridando mi rialzai con la forza della disperazione corsi verso le scale ma anche questa volta fui bloccata e trascinata indietro. All’ennesimo mio tentativo un muratore enorme mi strappò la camicetta che fino a quel punto insieme alla giacca ancora tenevo addosso mi fece uscite le mie enormi tette con un sobbalzo afferrò contemporaneamente i capezzoli e me li torsi così tanto che caddi in ginocchio con un rantolo sordo quasi da bestia ferita. Mi misi a piangere rassegnata ma tutto fu inutile mi misero in posizione con la pancia a terra e il culo ben in alto e mi bloccarono senza la minima possibiltà di potermi muovere. Il capo mastro mi venne dietro e facilitato dal fatto che il culo era già un pò dilatato dalle ripetute chiavate cominciò ad infilare le sue dita. In poco tempo riuscì a farle entrare tutte fino alle nocche. Un muratore mi teneva la bocca chiusa per impedire che le mie urla si sentissero in tutto l’isolato. Con un colpo secco vinse l’ultima resistenza del muscolo anale e introdotte le nocche della mano con forza bruta e senza pietà affondò con parte del braccio comincianodo a muoversi dentro di me. ” ragazzi vi serve qulcosa mentre sono dentro ah ah ? penso che trovò di tutto qui in fondo non trovo la fine ah ah ” continuava a rigirare la mano provocandomi fitte insopportabili e dopo alcuni minuti finalmente uscì col mio perizoma in mano..” eccolo finalmente…” Mi sentivo come squartata ..sentivo il sangue caldo rigarmi le cosce e un forte odore di feci impregnava la stanza..” ragazzi mi sa che abbiamo esagerato..” disse uno degli uomini ” guardate che buco abbiamo fatto ho paura che non si rimargina mica da solo..” ” che cazzo ce ne frega adesso prende la sua roba e va fuori dai coglioni teniamo un paio di foto così per qualsiasi problema l’abbiamo in pugno..” ” ok hai ragione ” Sentivo le loro voci in maniera soffusa in quanto era quasi svenuta dal male. Mi sentii sollevare da terra da uno degli uomini mi infilarono le mie foto dentro al reggiseno e dopo avermi portata di peso fino alla porta dell’edificio mi diedero un calcio nel sedere e mi scaraventarono in strada tornando ridendo ai loro lavori.. Mi rialzai a fatica mi risistemai la gonna e cercai di ripulirmi un pò ma avevo un aspetto orrendo. Corsi con le ultime mie forze fino alla macchina e mi avviai a casa urlando dal male e dalla disperazione….in due giorni mi avevano infilato un braccio nella fica e uno nel culo ed era solo l’inizio…continua ….arrivai a casa scesi dalla macchina e vidi che avevo macchiato tutto il sedile di sangue. Pure le mie cosce erano rigate da sangue ormai secco e l’ano mi pricurava fitte violentissime. Ero sicura di avere parecchie lacerazioni interne anche se a livello superficiale ma non potevo andare in ospedale o da qualche medico. Il passaggio di una mano da muratore nel mio sedere non avrei saputo come spiegarla e il modo in cui il mio culo era stato ridotto non poteva avere altre spiegazioni. Decisi così che avrei stretto i denti. Entrai in casa che erano già le due passate e fortunatamente mio marito non mi aveva cercata per il pranzo e i filippini avevano la giornata di permesso. Mi feci una doccia e mi infilai dentro l’ano un bel pò di garza intrisa di anestetico per lenire il dolore e contemporaneamente assorbire le perdite di sangue. Mi buttai sul letto e cominciai a piangere disperatamente come oramai da qualche giorno mi capitava. Ero disperata. Fisicamente e moralmente ero a pezzi. Gaetano e la sua compagnia di ragazzini mi stavano umiliando in tutti i modi e mi stavano aprendo letteralmente come una vacca. In fondo me l’avevano giurato e stavano mantenendo il loro impegno. Non sapevo fino a che punto si sarebbero spinti con le loro penetrazioni e fino a che punto mi avrebbero ancora umiliata e picchiata. Riuscii ad assopirmi tra una fitta e l’altra quando fui svegliata dal suono del telefonino. Guardai l’ora ed erano appena le 16. Era mio marito che mi invitava in centro per un aperitivo dopo l’ufficio. Risposi di si d’impulso non ricordando le mie precarie condizioni. Riposai ancora per un paio d’ore che trascorsero fortunatamente tranquille e poi mi feci coraggio. Mi rifeci la doccia e sfilai la garza dall’ano per vedere se l’emoragia si era fermata. Tutto pareva tranquillo. Probabilmente erano solo capillari interni e si erano velocemente riemarginati. Nell’effettuare l’operazione mi resi conto che avevo il culo totalmente slabbrato. A riposo potevo infilare comodamente due dita della mano. Cercai di rincuorarmi pensando che con un pò di tempo tutto sarebbe tornato come prima. Povera illusa. Cominciai a vestirmi e anche se a malincuore rinunciai ai miei soliti micro perizomi per una culotte per avere modo di mettere un assorbente per evitare brutte sorprese. Nascosi tutto con un paio di pantaloni grigi molto eleganti che facevano completo con una giacca dello stesso colore e una camicia bianca molto generosa. Scielsi infine un paio di scarpe più basse per non avere problemi nel camminare visto che avevo ancora fastidio nel farlo. Dopo essermi inondata di profumo uscii di casa per raggiungere la mia auto. Erano appena le 18 e sapevo che mio Adv marito mi aspettava tra una mezz’ora davanti al suo studio. Avevo ancora il tempo per andare a lavare i sedili. Fortunatamente essendo in pelle non ci sarebbero stati problemi. Mi recai in un self lavaggio e sbrigai in poco tempo il problema. Cominciai a rilassarmi un pò e decisi che volevo passare una serata tranquilla con il mio uomo. Aperitivo e cenetta. Poi avrei trovato una scusa per evitare rapporti intimi, non avrei potuto, ma l’avrei accontentato con uno dei miei fantastici pompini e lui sarebbe stato comunque contento. Con questi dolci pensieri arrivai davanti al suo studio e parcheggiai di fronte al portone. Presi il cellulare per mandargli uno squillo per avvisarlo che ero arrivata quando vidi un messaggio presente e non letto. Come avevo potuto non sentire l’avviso? Forse quando dormivo? Oppure al lavaggio quando lavavo i sedili. Non era importante. Il messaggio era lì che lampeggiava e la mia fronte che cominciava a sudare e le mie mani a tramare erano un chiaro segnale che già immaginavo di chi poteva essere e che cosa avrebbe voluto.. ” VACCA stasera vogliamo farti di tutto ma davanti a tuo marito. Sappiamo dei tuoi programmi e non scervellarti troppo a pensare a come facciamo a saperlo. Preoccupati solo di concludere l’aperitivo in fretta e poi convincilo a portarti a guardare le stelle sulla collina Tre colli. Al resto penseremo noi..” La collina tre colli era un posto dove andavano tutti gli innamorati ma anche tutti i guardoni. Era alle porte di Napoli ed era un posto buio ed isolato. Era noto tra l’altro per essere ultimanente frequentato da albanesi e marocchini senza fissa dimora. Avevo appena finito di leggere che ne arrivò un altro. Lo aprii ” vogliamo che ci sia tuo marito perchè questa volta avrai bisogno dell’ospedale…ti apriamo la fica e il culo come merita una vacca come te..BUON APERITIVO…” Tremavo come una foglia. Ero sul punto di crollare. Avevo paura del dolore fisico. Cosa mi avrebbero mai fatto per mandarmi in ospedale dopo tutto quello che già avevano fatto. Valeva la pena sopportare tutto questo per mantenere la mia reputazione. Per conservare il prestigio di mio marito e con quello tutti i vizi di cui mi aveva abituato? Pensavo e pensavo quando lo sportello che si aprì mi fece sobbalzare. ” amore non mi hai avvisato che eri già arrivata. Come sei elegante.” ” grazie caro ” ” andiamo da Gianni che ci sono alcuni colleghi che si uniscono a noi e poi decidiamo cosa fare. Ok? ” ” ok caro. Ma dopo l’aperitivo avevo voglia di andare con te a vedere le stelle e parlare un pò.” ” va bene cara sei in vena di dolcezze? E dove vorresti andare? ” ” Non lo so pensavo ai tre colli. Che ne dici?” ” ma sei pazza? Non sia che è un posto molto pericoloso? ” ” Lo so ma mi ha detto una mia amica della palestra che lei ci è andata non molto tempo fa ed è stata benissimo. Mi ha detto che le è sembrato di tornare a quando aveva 20 anni e faceva l’amore col suo fidanzato in macchina. Non so potremmo andare a vedere e poi se non ci piace ce ne andiamo. Ok? ” ” ok ok dopo l’aperitvo troviamo una scusa e andiamo ad imboscarci. ” Senza pensarci troppo avevo deciso che non avrei potuto privarmi del lusso e degli agi a cui ero abituata e i miei aguzzini lo sapevano e ne approfittavano fino in fondo. Misi in modo e mi recai al bar. Entrammo e raggiunsimo i colleghi di mio marito ad un tavolino in centro sala. Erano tre uomini molto distinti e due donne brutte ed altezzose. Mi guardarono subito con aria di sfida notando lo sguardo di fuoco che i colleghi di Arturo mi lanciarono da quando entrai nel locale. Durante tutto l’aperitivo non perdevano l’occasione di stuzziacarmi e provocarmi ed io rispondevo colpo su colpo cercando di farle incazzare e sentire inferiori. Contemporaneamente senza far accorgere di niente mio marito ma in modo che loro mi vedessero lanciavo sguardi maliziosi ai loro uomini. Il gioco mi stava piacendo e per un pò dimenticai cosa mi sarebbe aspettato tra un pò. Nel mentre controllai la borsetta e vidi un nuovo messaggio sul cell ” la signora di fronte a te è mia madre. Ecco come facevo a sapere dell’aperitivo. Ora vai in bagno entra nei cessi delle donne calati le braghe fino alle caviglie, sbottonati la camicetta facendo uscire le tettone, inginocchiati tira fuori la lingua e aspetta che arrivi..MUOVITI…” Alzai lo sguardo e vidi che la donna mi guardava ridendo. Abbassai subito lo sguardo riposi il cell e mi alzai ” vado un attimo ai servizi signori con permesso.” ” prego ” risposero tutti i presenti ” un minuto e vengo anch’io cara ” disse la megera ” l’aspetto signora faccia con comodo..” risposi molto sommessamente. Entrai nei gabinetti che fortunamente erano puliti e mi preparai come da istruzioni. Passarono 2 minuti e sentii la porta aprirsi e chiudersi a chiave subito dopo. Avevo gli occhi chiusi e la lingua fuori. In un attimo una furia si scagliò contro di me. Con una mano mi prese per i capelli e con l’altra mi afferrò la lingua con una presa ferrea e cominciò a tirare nelle due direzioni opposte. Strabuzzai gli occhi cominciando a rantolare. Era sicura che me l’avrebbe staccata. Pesanti lacrime cominciarono a rigarmi il volto. Sentii il sapore del sangue in bocca e cominciò ad annebbiarsi la vista. Quando ero sul punto di svenire finalmente mollò la presa. Caddi a faccia in giù sul pavimento tramortita. Un calcio mi fece girare su me stessa. Vidi la megera sopra di me con in una mano una ciocca dei miei capelli e l’altra sporca del sangue della mia lingua ” lurida troia schifosa. Come già sai io sono la madre di Gaetano e gestisco una clinica di chirurgia estetica in città. Questa sera non ho molto tempo da dedicarti in quanto ci aspettano di là ma domani pomeriggio ti voglio da me che ho qualche operazione da farti. Voglio trasformare questo tuo bel fisichino in un corpo veramente da vacca. Ti farò due tette e un culo che avrai fin vergogna a portare in giro. Qualunque uomo nel raggio di un km vorrà trombarti a sangue e nessuno perderà occasione di insultarti e provarci con te. Gonfierò anche le tue labbra vaginali così che ti sarà quasi impossibile indossare pantaloni e costumi senza che queste si noteranno a distanza di metri. Sarai una vera vacca a due zampe. CHIAROOOO?” “si” risposi scioccata. Continuava a uscirmi sangue dalla bocca ed ero convinta di avere di fronte veramente una pazza. Avevo paura che potesse uccidermi da un momento all’altro.” molto bene vedo che capisci al volo. Questa sera parlavi troppo almeno così adesso userai poco la lingua. E anche le tette le metti troppo in mostra e vedo che ti piace. Però quando sono troppo arrossate non stanno bene non trovi?” ” ma non sono arrossate signora ” dissi. Non feci in tempo a finire la frase che una raffica di sberle sui seni mi investì. In un ritmo infernale mi colpì decine decine di volte senza sosta. Vomitai dal dolore tutto l’aperitivo sul pavimento. Guardai i miei seni ed erano neri dai lividi. Avrei dovuto chiudere la camicia per nasconderli aveva ragione. A quel punto mi riprese per i capelli mi rigtò a gattoni sul pavimento e mi mise col culo in aria. Passarono pochi secondi e sentii una fitta lancinante nell’ano. Mi aveva infilato a secco il tacco della sua scarpa fino alla suola. ” aveva ragione mio figlio ti hanno propio sfondata..Ora rimettiti in ordine e torna di là in fretta ma non dimenticarti di domani. Ti aspetto alle 16 nel mio studio è già tutto pronto. Avvisa tuo marito che senti il bisogno di qualche ritocco fisico così comincia a prepararsi. Buon proseguimento di serata ah ah …” e continuando a ridere sfilò di colpo il tacco facendo seguire un spruzzo di sangue. Qualche capillare aveva di nuovo ceduto. ” come ti piscia bene il culo ah ah ..MUOVITI che ti aspettano ah ha ” uscìì sbattendo la porta lasciandomi nella mi a disperazione…. CONTINUA suggerimenti c.ligetta@alice.it …mi rialzai da terra dolorante e mi risistemai i vestiti. Controllai allo specchio il mio aspetto e lo trovai orrendo. Tutti i capelli in disordine e le guance arrossate. La lingua mi faceva impazzire dal male e pure i seni bruciavano da urlare. Avevo ancora davanti agli occhi la megera e non so perchè le gambe mi tremavano dalla paura. Facevo fatica a reggermi in piedi. Raccolsi il coraggio a due mani e uscii dai servizi. Tutti mi aspettavano seduti al solito tavolino. Mi avvicinai e mi sedetti vicino a mio marito che mi osservò un pò interdetto. Tenni lo sguardo basso cercando di sfuggire quello delle altre persone in particolare della mamma di Gaetano e mi sforzai di non piangere dalla disperazione di questa orrenda situazione in cui mi ero cacciata. Sentivo dentro la bocca la lingua sanguinare e il gusto del sangue mi metteva i brividi ” non parla più signora Concetta…?” La voce della megera mi arrivò come una frustata ” non mi sento molto bene ..” risposi a labbra strette ” si vede, ha una faccia per niente rassicurante, non vorrei stesse covando una brutta influenza, le converrebbe andare a casa” ” si è vero Concetta, non ti vedo per niente bene, andiamo a casa” disse mio marito ” va bene amore come vuoi, in effetti mi sento un pò a pezzi” ” senta io sono dottoressa, mi faccia vedere la lingua e le dico subito se ha qualche problema o meno..avanti apra la bocca ” proseguì la donna “no la ringrazio domani starò meglio sono solo un pò stanca ” Anche quelle poche parole mi costarono un grosso sforzo per il male che la lingua mi faceva ” LE HO DETTO DI APRIRE LA BOCCA ” disse la donna con un tono che non ammetteva repliche e tutti mi guardarono aspettandosi una mia reazione e si stupirono quando invece con uno scatto mi alzai dalla sedia e andai immediatamente davanti alla donna con la bocca spalancata. Quello che temevo si verificò. Infilandomi le dita in bocca cominciò a schiacciarmi la lingua in modo che gli altri non notassero niente ma io dovevo fare in modo di non fare accorgere mio marito del dolore lancinante che sentivo per non dover dare spiegazioni. Mi guardava negli occhi e schiacciava sorridendo. Quando ero sul punto di crollare allentò la presa e disse ” si è un pò arrossata venga domani in clinica da me che le darò qualcosa che la rimetterà in forma..” e mi infilò in mano il suo biglietto da visita. Lo presi e lo riposi nella mia borsetta e poi rivolgendomi a mio marito lo implorai di portarmi a casa. Salimmo in macchina in Adv un silenzio irreale ‘ ti dispiace amore se non andiamo in quel posto che ti ho detto prima ? Non sto molto bene e preferirei andare a casa’
‘ non preoccuparti non ci tenevo proprio ‘ .
Ero totalmente a pezzi e decisi di sfidare Gaetano e sua madre ma non sarei fisicamente riuscita a sopportare altri supplizi per quella sera e preferii andarmene a letto. Appena a casa liquidai freddamente la servitù e crollai in un sonno profondo. Improvvisamente sentii le tapparelle della stanza salire rumorosamente e la luce del sole entrare come una frustata nella stanza. Mezza accecata dal bagliore notai la mia colf di fronte al letto che con un gesto improvviso mi levò le coperte lasciandomi solo in biancheria intima. D’istinto guardai verso mio marito ma mi accorsi che non c’era. Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. ‘ tuo marito è già andato al lavoro non preoccuparti. Sono le nove passate ed è ora di alzarsi ‘ ‘ MA COME TI PERMETTI MARIAAAA! ESCI SUBITO DALLA STANZA E RINGRAZIA CHE NON TI LICENZI IN TRONCO ‘ In quel preciso istante entrarono nella stanza Gaetano e sua madre seguiti dal marito di Maria l’altro mio maggiordomo. Istintivamente cercai di coprirmi con le mani ‘ ma brava Concetta così ieri hai deciso di darci buca…pazienza, ci rifaremo non preoccuparti’ . Ero immobile sul letto in perizoma e reggiseno come di solito dormivo frastornata e incredula e cercavo di capire la situazione ‘ come punizione tanto per cominciare mi è sembrato carino mettere al corrente la tua servitù del cambiamento che ha subito la tua vita dorata e devo dire che li ho visti particolarmente felici di conoscere i dettagli ah ah ‘ ‘ è vero Concetta ‘ disse Maria con un tono molto confidenziale ‘ e gradirei che quando ti parliamo stessi in ginocchio davanti a noi con le mani dietro la schiena e la testa bassa e tenendo le gambe ben larghe..SVELTA ‘ Saltai giù dal letto e mi accorsi che nel palazzo di fronte c’erano dei ragazzini sul balcone che fumavano. Le tende erano aperte e si stavano gustando tutta la scena sorridendo. Il palazzo non era molto vicino da permettergli di sentire le nostre voci ma la visione sicuramente era ottimale. ‘ Scusatemi potreste chiudere le tende per favore vi scongiuro ci sono dei ragazzini al balcone di fronte e magari i genitori conoscono mio marito…sono mezza nuda, vi prego..’ Maria si avvicinò alla finestra e guardò fuori ‘ si li conosco ma non preoccuparti anzi mentre ti spieghiamo due cose non stare in ginocchio ma mettiti alla pecorina col culo verso la finestra almeno allietiamo la giornata dei ragazzi ah ah ..’ ‘ ma vi pregooo ‘ ‘ SVELTA ‘ urlò Maria con un astio tremendo. Mi misi alla pecorina con la testa bassa e le mani dietro la schiena e cominciai a piangere in silenzio. Gaetano mi venne dietro guardò anche lui fuori dalla finestra e con un calcio mi fece allargare al massimo le gambe e mi infilò il perizoma bene in mezzo alle labbra della fica. ‘ se questo ti rende più tranquilla Concetta ti informo che i ragazzini si sono provvisti di binocolo ah ah con quello mi sa che ti vedono anche le tonsille ah ah ‘ I singhiozzi mi facevano tremare tutta e le ginocchia mi facevano male sul pavimento ‘ bene ora che sei bene esposta ti spieghiamo velocemente due cose e poi ti lasciamo con Maria e suo marito..’ cominciò a parlare Gaetano ‘ come ben sai tuo marito non verrà mai a sapere niente di me di mia mamma e di tutto il resto e questo ti garantirà in sua presenza la solita vita..ma tu dovrai guadagnarti ogni giorno questo privilegio fino a quando lo riterrai opportuno. il giorno che deciderai che è troppo parlerai con lui e magari lui ti perdonerà. resteranno però tante tue foto e video che gireranno su internet per un pò e magari anche tua mamma e tuo papà verranno a sapere quanto sei fotogenica ah ah …bene, chiarito questo particolare veniamo al dunque. Maria e suo marito ti seguiranno in casa e durante il giorno per controllare che tu esegua sempre i miei ordini o quelli dei miei amici. Mia madre allo stesso modo potrà usarti a sua piacere quando lo desidererà e da adesso comincerà a farti delle punture ai seni alle natiche e alle grandi labbra che avranno l’effetto di farti gonfiare le parti in maniera considerevole. Non avrai nessuna ripercussione sulla salute ma solo delle forme notevolmente abbondanti ah ah come dire una bella vacca da monta…anche tuo marito ne sarà felice e tu dovrai fargli credere che l’hai fatto per lui, CHIARO? ‘ ‘ si ‘ risposi tra le lacrime ‘ giusto mamma? ‘ ‘ giusto Gaetano. Ti inietterò un liquido che in qualche giorno farà l’effetto del lievito e ti farà acquistare un paio di misure di seno e anche le tue grandi labbra e i tuoi glutei saranno molto più in evidenza…sei contenta? ‘ ‘ No, sarò una vacca e basta ‘ un calcio in mezzo alle gambe mi tolse il respiro ‘ COSA SEI TU?? ‘ ‘ una vacca ‘ e riscoppiai a piangere ‘ bene, ora prima di alzarti e seguire mia madre in bagno per l’operazione voglio che ti allarghi bene il culo e la fica con le mani in modo che i due ragazzini raccolgano materiale per le loro seghe…VELOCE ‘ Feci come ordinatomi e mi sentii morire dalla vergogna . Sapere che due ragazzini che sicuramente mi avevano già visto mille volte per strada stessero guardandomi in quel modo mi faceva morire ‘ vedo che il culo ti si è velocemente riemarginato. provvederemo anche a questo. ora svelta segui mia madre ‘ Mi alzai con sollievo e a testa bassa segui la megera. ‘ ora io devo andare passerò stasera a prenderti con i miei amici che ti portiamo in discoteca con noi…inventati una palla con tuo marito e segui Maria per l’abbigliamento che lei sa già tutto…a stasera..’ si avvicinò e mi diete uno schiaffo violentissimo su un seno ‘ TROIA..’ e se ne andò sbattendo la porta ‘ SPOGLIATI NUDA ‘ ordinò la megera. Mi spogliai e rimasi nuda in piedi nel mio bagno. In quel momento entrarono Maria e suo marito ‘ per favore ‘ dissi a bassa voce ‘ ZITTA VACCA …’ disse Mario il marito. Mi si avvicinò e cominciò a stringeri i seni in modo molto rude ‘ voglio vederli scoppiare signora Giulia, la prego, le deve far venire due tette da farla vergognare ogni volta che mette le sua faccia da troia borghese fuori dalla porta. Voglio che tutti gli uomini che la incrociano in mezzo alla strada la insultino anche davanti a quel cornuto bastardo di suo marito. Ce ne ha fatte passare troppo sta troia in questi anni al suo servizio ‘ non si preoccupi signor Mario la noteranno di sicuro e non soltanto per il seno vedrà anche il resto ah ah…mi lasci lavorare..’ Così dicendo estrasse da una borsa di pelle una grossa siringa. La riempì di un liquido gialloniolo e con un colpo secco mi infilò l’ago dritto in mezzo al capezzolo. Lanciai un urlo disumano. Una fitta lancinante mi fece scoppiare letteralmente il cervello. Era un dolore indescrivibile ‘ non era necessario iniettarlo nel capezzolo ma amo farti soffrire ah ah ‘ Ripetè la stessa operazione anche per l’altro seno con lo stesso effetto e concluse il tutto con due punture anche nelle mie grandi labbra e nei miei glutei. Non sentivo niente e tutto mi sembrava normale. ‘ bene, ho finito. il liquido comincerà ad agire nelle prossime ore e questa sera il lavoro sarà già a buon punto. ora ho altro da fare e devo scappare intanto avrò modo di tornare a divertirmi con te ah ah mia bella troia, a presto ‘ uscì dal bagno salutando i maggiordomi e uscì dal mio appartamento ridendo soddisfatta. Rimasi in piedi nel bagno da sola non sapendo cosa fare e mi rimisi a piangere come una bambina. Avevo paura. Avevo perso il controllo della situazione e gli eventi mi stavano travolgendo. La scappatella con un bel ragazzo della palestra mi stava rovinando. La voce di Maria mi tolse dai miei pensieri ‘ vieni qua troia..’ uscii dal bagno e la raggiunsi in camera da letto ‘ ora ti vesti e andiamo a fare un giro nel mercato a fare la spesa ‘ ‘ come? Ma io devo raggiungere mio marito al suo ufficio per pranzo e sono già le undici.’ ‘ tranquilla non farei mai niente per cambiare le vostre abitudini per non farlo insospettire. Per l’una sarai da lui sicuramente ‘ Rassicurata aprii l’armadio e presi un paio di pantaloni una camicia e una giacca in tinta. Cominciai a vestirmi quando Maria ridendo mi diede una gonna cortissima un paio di autoreggenti e una maglietta attillatissima senza null’altro. ‘ ma non posso andare al mercato così, è pieno di magazzinieri e uomini di lavoro mi mangeranno viva ‘ LO SO MUOVITI…e non provare a mettere intimo…SVELTA..’
…camminavo tra i banchi del mercato dietro Maria mentre sentivo incredibilmente i miei seni e le mie parti intime gonfiarsi. Esternamente non notavo niente di anomalo ma era una sensazione interiore. Sentivo un formicolio diffuso nei seni nei glutei e nelle grandi labbra accompagnato da una sensazione di gonfiore. Non sentivo male ma era una cosa che mi dava fastidio. Mi sentivo come se tutti mi stessero guardando. Avevo indossato sotto gli ordini della mia ex domestica delle scarpe con un tacco vertiginoso che mi facevano camminare sbilanciata in avanti e una minigonna cortissima che mi lasciava scoperta la parte finale dei glutei. Bastava un minimo movimento in avanti del corpo che metà culo rimaneva nudo agli occhi di tutti e questo metteva chiaramente in mostra che non portavo intimo. Pure la maglietta che ero costretta ad indossare era di almeno due taglie inferiore alla mia e questo faceva risaltare in maniera sfacciata i miei seni. Le autoreggenti si vedevano chiaramente da sotto la gonna e un trucco molto pesante completava il mio quadro desolante. Maria ebbe cura persino di raccogliere i miei lunghi capelli neri in una coda di cavallo così che le mie spesse labbra evidenziate da un rossetto rosso fuoco spiccassero violentemente. Procedevo a testa bassa per evitare le occhiate di tutti gli uomini che incrociavamo mentre lei era intenta a fare la spesa. Passavamo da un banco all’altro abbastanza velocemente in quanto il tempo trascorreva in fretta e Maria era consapevole che io a una certa ora sarei dovuta andare ad aspettare mio marito sotto il suo studio per non insospettirlo. Man mano che ci spostavamo non potevo però fare a meno di sentire i commenti sempre più volgari che gli uomini più audaci ma anche tanti ragazzi dietro ai banconi mi rivolgevano senza censure. Bastava che ci allontanassimo di pochi passi e subito sentivo frasi come ‘ che razza di vaccone sfondato deve essere quella lì …’ ‘ mamma mia che tettone da vacca che ha…’ ‘ ah pompinara vieni indietro che te la diamo scontata la verdura..ah ah …’ . Maria ad ogni commento si girava e mi guardava ridendo contenta della situazione e delle continue umiliazioni a cui mi stava sottoponendo. Una signora come me sempre abituata a incutere timore agli uomini ora ero trasformata in un pezzo di carne in mezzo a un mercato rionale. Ero frastornata e cercavo di non pensare a niente e procedevo sempre a capo chino pregando che il giro finisse presto. Non osavo chiedere niente a Maria di quanto mancasse per non farla arrabbiare ma ero quasi al limite della sopportazione e sentivo anche che la temperatura attorno a me stava salendo man mano che la voce Adv girava tra i banchi. Già in un paio di occasioni in punti in cui la gente era più accalcata mi ero sentita palpare oscenamente il culo molto pesantemente. Subito girata non avevo però visto nessuno in particolare ma solo uomini che ridevano. Anche la mia lunga coda di capelli più volte era già stata violentemente tirata. Erano quasi le 11 e 30 quando finalmente giungemmo al banco delle verdure e Maria mi disse che quella era l’ultima spesa della mattinata. Sbuffai sollevata e mi sentii subito rincuorata. In fondo me l’ero cavata solo con qualche rude palpata e un po’ di dolore alla testa per il tiraggio dei capelli. Ma dai commenti ricevuti e dalle facce che avevo visto più di una volta avevo temuto il peggio. Il banco si trovava quasi alla fine del mercato in una zona leggermente più isolata. Oltre a quello si trovava un piccolo sentiero che portava poi al parcheggio dove avevamo lasciato la macchina. Guardai l’orologio e pensai che era sufficientemente presto per riuscire ancora ad andare a casa per cambiarmi e raggiungere Alfonso. Ero assorta in questi pensieri quando improvvisamente mi sentii nuovamente prendere per la coda dei capelli ma questa volta molto più violentemente tanto che persi l’equilibrio e caddi rovinosamente in terra. Colta impreparata caddi pesantemente sul sedere e rimasi per un attimo senza fiato con la schiena per terra e le gambe involontariamente aperte. In questo modo non portando intimo avevo completamete la figa esposta allo sguardo di tutti. ‘ guardate che figona spessa che ha questa vacca ragazzi…solo con le labbra possiamo sfamarci tutti per giorni ah ah ah…..’ ‘ sembra un bistecca tanto è gonfia…ah ah …’ La botta mi aveva un po’ intontita ma cercai ugualmente di alzarmi. Attorno a me vedevo solo uomini che ridevano e mi insultavano. Feci forza sui gomiti per alzarmi ma un piede mi schiacciò la faccia a terra e sentii una mano ruvida e callosa prendermi interamente la fica alzandomi. Mi trovai così con la testa in terra sotto a una scarpa e le gambe e il bacino in alto sorretto solo con la mia fica. ‘ lasciatemi vi pregooo aiutatemi ad alzarmi. mi fate maleeeee pietààà.. Si strappa, nnnoo’ ‘ mmmm ti fa tanto male amore…ah ah questo è niente, vedrai, così imparerai a venire a fare le troia al mercato pensavi di farla franca’
‘ MMMaaaarrriiiiaaaaaa ti prego aiuto, ti scongiuro, poliziaaaaaa, mi vilolentanooo…’ ‘ se gridi ancora te la strappiamo davvero troia ….’ e così dicendo facendo forza col piede per tenermi ferma tirò ancora più violentemente il mio sesso che temetti veramente una lacerazione. ‘ va bene va bene sto zitta basta, ho capito…basta’ e cominciai a piangere. Finalmente l’energumeno mollò la presa e ricaddi nuovamente col culo per terra. Immediatamente mi portai le mani alla fica per alleviare il dolore ma subito fui nuovamente presa per i capelli e alzata da terra in un attimo. La maglietta mi venne letteralmente strappata facendo uscire pesantemente i miei seni con un urlo di gioia di tutti i presenti. ‘ ora ti insegnamo cosa vuol dire venire da noi a fare la vacca….’ Tenendomi per la coda mi fece girare intorno a lui correndo sui miei tacchi con le tette che ballavano mentre con la cinghia mi dava violente frustate sulle natiche e sulle gambe. Gridavo e piangevo impazzita. La pelle mi bruciava da morire e facevo fatica a mantenere l’equilibrio. Ogni volta che stavo per cadere tirandomi per la coda il bestione mi rimetteva in piedi e mi obbligava a ricominciare a correre in tondo. All’ennesimo giro e dopo l’ennesima cinghiata venni scaraventa sopra le cassette delle verdure. Fui così immobilizzata da tre o quattro persone mentre altre cominciarono a turno a violentarmi. Persi in fretta il conto di quanti cazzi mi penetrarono alternandosi tra culo e fica e a volte contemporaneamente. Mi vennero infilate anche parecchie verdure di notevoli dimensioni tanto che oramai non sentivo quasi più nulla. Ero quasi incosciente. A un certo punto gli animi si placarono segno che la maggior parte degli uomini oramai erano venuti chi in me e chi sopra di me quando il solito bestione mi riprese per la coda e mi mostrò una zucchina veramente enorme. La guardai con occhi terrorizzati ma non ebbi neanche più la forza di gridare. La voce non mi usciva più ma altre lacrime rigarono le mie guance. Mi guardava e rideva e massaggiava l’ortaggio sadicamente. Aveva veramente delle dimensioni enormi e sapevo che era impossibile essere penetrate da un simile oggetto. Provai in un ultimo tentativo di liberarmi da tutte quelle braccia e mani che mi tenevano piegata sulle cassette ma fu inutile. Sentii la punta della zucchina spingere nel mio ano. Pensai che fossero pazzi. Era già impossibile ricevere una simile cosa nella fica figuriamoci nel culo. Ero certa che volevano ammazzarmi. Cominciai a gridare ma la voce non mi usciva. Sentivo l’ortaggio forzare con forza i miei muscoli e il mio ano resistere. Appena la punta vinse la sua resistenza un caldo getto di urina mi scappò improvvisamente. Man mano che l’enorme fallo mi dilaniava il culo pisciavo oramai senza più ritegno sulla strada mentre grida strozzate mi morivano in gola. Appena sentii tutta la zucchina in me svenni. Una secchiata d’acqua ghiacciata mi fece riprendere velocemente i sensi e mi accorsi che ero nel gabinetto del mio appartamento. Attorno avevo Maria e suo marito. ‘ …si è divertita signora al mercato ah ah …’ disse ridendo l’uomo. In un attimo ricordai tutto e pensai che dopo che fui svenuta qualcuno mi caricò nella mia macchina per permettere a Maria di portarmi a casa velocemente ‘ …si sbrighi a farsi una doccia che suo marito l’aspetta fuori dall’ufficio ed è quasi l’una..SVELTA…non voglio che scopra tutto e il gioco si fermi qui, siamo solo all’inizio con lei…’. Mi alzai a fatica dal pavimento e mi avviai sotto la doccia. Passando davanti allo specchio rimasi allibita. I miei seni in sole poche ore avevano già assunto una dimensione incredibile. D’istinto guardai anche il mio sedere e le labbra della mia fica e le trovai veramente gonfie. Ero oramai veramente una vacca. Al solo pensiero che avevo ancora da fare altre punture non osavo pensare in cosa mi avrebbero trasformata. Notai anche che il mio culo nonostante la spaventosa dilatazione che aveva dovuto subire aveva retto ed era nonostante il male tornato apparentemente normale. Mi lavai accuratamente e uscii dal bagno per vestirmi. Trovai tutto sul letto già preparato da Maria. Un microperizoma nero con reggiseno abbinato un paio di pantaloni in cotone rosso fuoco una camicetta bianca e una giacca in tinta. Calze auoreggenti e scarpe rosse con tacco assurdo. Nell’insieme a parte i tacchi mi sembrava un abbigliamento abbastanza normale ma quando cominciai ad indossarlo rimasi pietrificata. Erano tutte cose strettissime e con le mie nuove forme mi trasformavano in una vera vacca da monta. Tutti capi firmati e di classe in modo che mio marito non sospettasse niente ma che mi fasciavano al limite dello strappo. Il perizoma scompariva letteralmente dentro le labbra della fica oramai gonfissime a dismisura e il reggiseno non riusciva nemmeno a contenere i capezzoli che fuoriuscivano. Così come la camicetta non riusciva a nascondere i miei seni enormi e i capezzoli puntavano la stoffa quasi bucandola. Ma la cosa sconvolgente erano i pantaloni. Tanto stretti che se fossi uscita a fica nuda la gente l’avrebbe notata di meno. Persino il rosso acceso era stato studiato per attirare lo sguardo di tutta la gente. Mi guardai allo specchio e per la prima volta nella mia vita mi vergognavo ad uscire. Ogni uomo si sarebbe sentito in obbligo ad insultarmi e a provare a chiavarmi in ogni momento nonostante fossi stata con mio marito. Chissà poi se fossi incappata in mezzo a qualche compagnia di muratori o peggio di ragazzi di borgata senza scrupoli. Anche mio marito avrebbe rischiato per difendermi. Avevo paura ma non avevo scelta. ‘ sta veramete bene signora ah ah ..buon pranzo con suo marito e buon divertimento ah ah …a stasera’. Non ebbi la forza di rispondere nulla. Uscii da casa corsi velocemente in macchina e raggiunsi Alfonso in ufficio. Arrivai che era già in strada ad aspettarmi. Salì mi salutò e subito rimase di sale ‘ ..ma …Concetta…ma come ti sei vestita? E cosa ti è successo ai seni? Sono enormi.Ma come ti è venuto in mente?’ ‘ amore, l’ho fatto per te, per essere sempre bella ai tuoi occhi…sai il tempo passa e avevo paura che tu ti stancassi di me e allora …..ma poi mi sono resa conto che forse ho un po’ esagerato ma oramai è tardi…ma, ti prego, non ti piaccio..? ‘ ‘ ma no amore sei sempre bella solo che mi sembri come dire un po’ abbondante ma se tu sei contenta e ti senti a tuo agio a me va bene…sei sempre comunque elegantissima non preoccuparti. andiamo a mangiare dal Gianni che ho fame.’ ‘ grazie amore, ti amo.’ Così dicendo arrivammo al ristorante che eravamo soliti frequentare. Ci sedemmo al nostro tavolo e cominciammo il nostro abituale pranzo ma niente era più come prima. Tutti i camerieri continuavano insistentemente a guardarmi facendomi più volte sentire in imbarazzo e persino lo stesso Gianni amicissimo di mio marito mi guardava con occhi carichi di desiderio e solo il rispetto e l’amicizia verso Alfonso lo trattenevano da farmi sicuramente complimenti o commenti pepati. Fortunatamente il pranzo finì in fretta in quanto Alfonso doveva rientrare in ufficio e così dopo averlo riaccompagnato rimasi un po’ da sola a girare in macchina con la paura folle oramai sia di uscire da sola a camminare nel centro per non dovere subire di nuovo tutti gli sguardi e gli apprezzamenti volgari di ogni uomo che avessi incontrato e sia di rientrare a casa sapendo che lì mi aspettavano con ansia i miei domestici.

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