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Samantha e Marco

By 18 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Samantha non sapeva come fare.
Non aveva molta esperienza con i ragazzi, l’unico con cui era stata fidanzata era stato anche il primo con cui era andata a letto, ma senza grande soddisfazione e senza grandi emozioni.
Ma ora, con Marco, era diverso. Si sentiva attratta come mai prima, ma non sapeva come farglielo capire. Quante notti, sola nel letto, aveva pensato a lui… pensieri non proprio innocenti.
Avrebbe voluto toccarlo, baciarlo, accarezzarlo e sentirlo contro il suo corpo… dentro il suo corpo.
Ma lui era troppo timido, e forse non era mai stato con una donna. Doveva essere delicata, ma decisa. Doveva farcela, sperando che lui non l’avrebbe rifiutata.
Samantha sapeva di non essere brutta e di avere qualche buon argomento. Una buona terza di seno, belle gambe affusolate, snella e con rossi capelli mossi che arrivavano alle spalle.
Ma si chiedeva quale fosse il tipo di donna che piaceva a Marco. Lei era vivace e allegra, ma forse lui preferiva le ragazze più tranquille, come lui.
Decise di provare, doveva farlo.
All’università gli sorrise quando lo incontrò. “Ehi Marco, come va?” “Uhm, bene, non c’&egrave male” rispose lui laconico. “Stasera al cinema c’&egrave un bel film iraniano, ma nessuno vuole venire con me…” dissa Samantha imbronciata.
“Ah, mi chiedo perch&egrave…” rispose Marco ironico. “Dai, non prendermi in giro… Tu sei la mia ultima possibilità” disse Samantha ridendo “Ti prego, mi accompagni? Vedrai che ti piacerà, prometto!” continuò. Marco accettò, tanto quella sera, come sempre, non aveva impegni.
Alle 20 si incontrarono davanti al cinema, comprarono il biglietto ed entrarono nella sala. “Uhm, poca gente”, osservò Marco. La sala era in effetti quasi vuota. Solo alcuni posti nella file centrali erano occupati.
“Vieni, sediamoci in ultima fila, non mi piace stare troppo vicina allo schermo”, disse Samantha conducendo Marco in fondo alla sala. Si sedettero nell’ultima fila, dalla parte del muro dal lato opposto all’entrata.
Quando la sala si oscurò, era ancora semi-vuota. Tra di loro e le prime persone sedute c’erano tre file vuote. Il film iniziò ed era, come previsto, di una noia mortale, ma Marco pensò che doveva aspettarselo, questo era il genere di film che piaceva a Samantha.
Eppure non poteva fare a meno di sentirsi contento che lei l’avesse invitato. Era innegabilmente bella e anche quel mattino aveva dovuto sforzarsi di non guardarle troppo il seno, che risaltava sotto la maglietta.
Se fosse stato meno timido e inesperto, forse avrebbe tentato di… ma no, era troppo per lui, che non aveva mai provato il tocco di una donna. Non avrebbe mai avuto il coraggio.
Samantha stava cercando di farsi coraggio. Voleva, doveva toccarlo. Gli mise una mano su una gamba e gli sussurrò:” Ehi, non dormire eh! Ti controllo!”.
Marco sussultò, anche se non stava dormendo ma pensando alla ragazza accanto a lui. Il tocco della sua mano sulla stoffa dei pantaloni gli diede una scossa.
“No no, non ti preoccupare Samantha, resisto”. “Ah bene, ma se vedo che stai cedendo ti picchio” e dicendo ciò strinse la mano vicino al ginocchio, senza toglierla.
Marco era sorpreso da quel tocco, e dal fatto che lei non ritraesse la mano. Non sapeva cosa pensare, ma gli piaceva, anche se lo imbarazzava un po’. Le mani di Samantha erano splendide, sottili e dalle lunghe dita.
Tornarono in silenzio, guardando lo schermo. Nel buio, Marco sentì la mano di Samantha muoversi lungo la coscia, sfiorando i pantaloni, verso l’alto, per poi fermarsi a metà.
La cosa stava diventando imbarazzante, anche perch&egrave Marco non pot&egrave evitare di sentire una certa eccitazione. Si sforzò di concentrarsi sul film, sperando di distrarsi e “scoraggiare” l’erezione che sentiva crescere.
Ma era inutile, più cercava di evitarla e più l’erezione aumentava. Marco non sapeva più cosa fare, se Samantha se ne fosse accorta sarebbe morto di vergogna.
Samantha era tesissima. Era il momento, o toglieva la mano e rinunciava, o saliva ancora un po’ e arrivava alla cerniera dei pantaloni. Era eccitatissima e sentiva già un certo calore in basso… era umida e sapeva che si sarebbe bagnata sempre di più, non poteva evitarlo ormai. Ma lo voleva.
Con gli occhi fissi sullo schermo, Marco sudava freddo. Sentiva un’erezione durissima, che ormai gli dava fastidio nei pantaloni, ma non sapeva come nasconderla. Se non fosse stato buio, sicuramente Samantha avrebbe visto il gonfiore dei suoi pantaloni.
Mentre pensava a come spostarle la mano, sentì che si spostava ancora, fino a sfiorare con il mignolo l’asta dura del suo pene, attraverso i pantaloni.
Fu come una scossa elettrica per entrambi. Samantha sospirò, sentendo quanto Marco fosse eccitato. Si sentì contenta ma anche terrorizzata per la sua possibile reazione. Era completamente bagnata, l’eccitazione era quasi al massimo, eppure l’aveva solo sfiorato.
Marco era impietrito. Riusciva a stento a respirare, per paura di muoversi e stimolare in qualsiasi modo il contatto con le dita di Samantha, che nel frattempo cominciarono ad accarezzare lentamente il pene del ragazzo, facendo su e giù sulla stoffa tesa.
“Però, mi sembra ben dotato!” pensò Samantha. Sicuramente il pene di Marco era più grosso di quello del suo ex, che non le aveva regalato grandi soddisfazioni. E com’era duro!
Samantha si fece coraggio, trovò la cerniera e la abbassò. Per fortuna Marco non portava jeans, che sarebbero stati molto più complicati da aprire, ma morbidi pantaloni di stoffa.
Quando sentì la cerniera abbassarsi, Marco gemette. “Samantha, cosa fai?” sussurrò. “Niente, stai tranquillo” rispose lei in un soffio.
Sentire il fiato di Samantha sul suo collo, mentre sentiva le sue dita introdursi nei pantaloni, fu quasi troppo. Ci mancò poco che non venisse, e comunque non avrebbe potuto sopportare per molto ancora quella dolce tortura.
Come se non bastasse, Samantha fece scivolare la sua mano e liberò il pene dall’elastico delle mutande. La lunga asta svettò libera nel buio del cinema.
Marco voleva morire. Se qualcuno li avesse visti o sentiti! Il buio era quasi totale, ma la luce dello schermo bastava per intuire le forme…. Si sentiva paralizzato, prigioniero delle dita di Samantha, che accarezzavano senza sosta la sua virilità.
Samantha ansimava, cercando di non gemere. Affondò il viso nei capelli di Marco, poi riprese fiato e guardò il grosso pene del ragazzo nella sua mano che lo massaggiava su e giù. Intuiva l’eccitazione di Marco, che aveva il respiro pesante.
Passò l’indice sul glande, completamente esposto, e si accorse che era bagnato. La consapevolezza che forse Marco si stava trattenendo per non venire la fece impazzire, sentì che le sue mutande erano ormai zuppe di umori.
Fermò il movimento della sua mano e si limitò ad accarezzare il glande gonfio e umido con due dita, guardando Marco, che ansimava con gli occhi chiusi. “Ti piace?” chiese sussurrando. “Samantha ti prego, non resisto…” gemette lui.
Samantha sorrise, nel buio. “Non preoccuparti caro, penso a tutto io. Lasciati andare…” disse, e lo baciò. Poi si abbassò e si avvicinò all’asta pulsante e bagnata. Marco sussultò. “Che fai?” chiese. “Shhh, non parlare” rispose Samantha, appoggiando le labbra sul glande.
Marco ebbe un fremito. Samantha lo sentì e, sorridendo, aprì la bocca e leccò la punta del pene, assaporandone il gusto delicato. Sentì il sospiro di Marco e capì che gli mancava poco. Ma voleva dargli piacere con la bocca, voleva berlo.
Prese in bocca il glande e strinse le labbra, mentre lo stimolava con la lingua. Le sue dita ripresero un lento movimento in alto e in basso. Sentiva Marco tendersi sempre di più. Il ragazzo era infatti al limite, sentiva che non poteva più trattenersi.
Samantha andava su e giù con la bocca, mentre con le dita continuava a muoversi lungo l’asta fremente. Era fantastica, Marco non aveva mai provato niente del genere. All’improvviso, dopo l’ultimo movimento verso il basso della mano di Samantha, perse il controllo.
Si accorse che stava venendo, e non avrebbe potuto impedirlo. Gemette.
Samantha sentì il pene di Marco diventare, se possibile, ancora pià duro. Accelerò il ritmo, e subito sentì il pene nella sua bocca pulsare violentemente, mentre il ragazzo gemeva sommessamente.
Dalla punta del suo pene uscì a fiotti il suo liquido caldo, schizzando contro la lingua di Samantha, che mantenne le labbra serrate intorno all’asta e bevve tutto il suo piacere.
Continuò a leccarlo per molti minuti, finché non sentì la virilità di Marco sgonfiarsi nella sua mano. Poi si voltò e gli sorrise, fissando i suoi occhi increduli.
“Marco, ti amo tanto” sussurrò. La sera dopo, Samantha e Marco decisero di vedersi a casa di Samantha: i suoi genitori erano in viaggio e la casa era libera. Ormai il ghiaccio era stato rotto, ed entrambi non vedevano l’ora di continuare ciò che era iniziato al cinema.
Marco arrivò alle sette, e appena Samantha aprì la porta si abbracciarono: venne spontaneo ad entrambi, e sembravano non potersi più staccare. Chiusero la porta dietro di loro, baciandosi appassionatamente.
Erano già eccitati, Marco non poteva nascondere il gonfiore sul davanti dei pantaloni e Samantha respirava velocemente, stringendosi a lui e sentendo la sua rigidità.
Freneticamente, si tolsero i vestiti e rimasero nudi uno di fronte all’altra. Ci fu un momento di silenzio, mentre si guardavano intensamente, sorridendo. Si baciarono, mentre le loro mani esploravano i loro corpi.
Marco accarezzava il seno di Samantha, sentendolo morbido e pieno nella sua mano: era meraviglioso. Iniziò a stuzzicare con le dita i suoi capezzoli ormai turgidi, strappandole un sospiro.
Lei lo prese per mano e lo condusse vicino al divano, in salotto, dove si sedettero l’uno accanto all’altra e ripresero a baciarsi profondamente, mentre le loro mani accarezzavano i loro corpi frementi.
Samantha fece ben presto scivolare la mano sul pube del ragazzo, giocando con i suoi peli. Ma non resistette a lungo ed iniziò a sfiorare la lunga asta rigida del ragazzo, che svettava verso l’alto calda e dura.
La cinse con due dita, delicatamente, ed iniziò un lento movimento in su e in giù, scoprendo il glande turgido che, scoprì con piacere, aveva già una goccia di eccitazione sulla punta. Del resto, anche lei si sentiva già molto umida.
Impaziente, prese la mano di Marco e la guidò verso il suo ventre, allargando leggermente le gambe. La appoggiò sul suo sesso, nel piccolo triangolo di peluria ormai umida.
Marco si accorse che Samantha era molto eccitata, e le sue dita inesperte esplorarono delicatamente quei punti sensibili e caldi, mentre Samantha ansimava sempre più forte e la sua presa sul pene di Marco si faceva più salda: la sua mano lo cingeva e lo stimolava con lunghi movimenti sempre più rapidi.
Samantha guidò le dita di Marco tra le sue grandi labbra, divaricandole ed accarezzandole. Quando le dita del ragazzo arrivarono al clitoride, gonfio e bagnato, Samantha gemette. Marco era in estasi. Lei gli sussurrò: “Marco… mettimi un dito dentro… fai piano amore…”.
Lui ebbe un fremito, le sue parole erano bastate per farlo quasi venire. Si controllò a stento e cercò la morbida apertura, finché la trovò e insinuò lentamente un dito all’interno. Samantha tremava.
Marco sentiva il suo dito avvolto da un calore rovente, liquido, in una vagina pulsante di piacere. Iniziò a muoverlo piano, dentro e fuori, sfiorando il clitoride ad ogni movimento. I gemiti di Samantha erano più forti, e seguivano i movimenti del dito di Marco dentro i lei.
Nel frattempo il pene di Marco era prigioniero della mano di Samantha, che lo masturbava quasi con violenza, ed ormai bagnato dagli umori che uscivano dalla cappella gonfia. Marco sentiva il piacere crescere, non riusciva a controllarsi. I caldi gemiti di Samantha erano un’ulteriore spinta verso il piacere.
All’improvviso i gemiti di Samantha si fecero più profondi e Marco sentì la su vagina pulsare intorno al suo dito. “Oh, Marco… vengo… vengo…” sussurrò Samantha appoggiando la testa sulla sua spalla, mentre tremava leggermente.
Era troppo. Marco sentì il piacere travolgerlo, ed esplose nella mano di Samantha con violenti schizzi di liquido caldo e bianco. “Oh, Samantha…” gemette, stringendola, mentre lei non smetteva di massaggiargli il pene che schizzava sperma pulsando nella sua mano.
Rimasero abbracciati a lungo, ognuno continuando a sfiorare il sesso dell’altro, finché non aprirono gli occhi e si guardarono, ridendo. La cena fu leggera e veloce, e ne approfittarono per bere una bottiglia di vino bianco, tra un bacio e l’altro. Che sapore avevano quei baci… I due ragazzi erano inebriati dal quel turbine di sesso, piacere, sentimenti e vino… e non riuscivano a staccarsi.
I loro corpi si cercavano, volevano il contatto e la fusione con l’altro. Finita la bottiglia si alzarono e si abbracciarono, baciandosi. Tornarono verso il divano e si fermarono, spogliandosi di nuovo. Marco sfilò la maglietta a Samantha, liberando il suo bianco seno dalle forme perfette.
Marco si chinò e lo baciò, sentendone il calore, mentre Samantha ansimava e armeggiava con i bottoni della sua camicia, cercando di slacciarli il più velocemente possibile. Si tolsero entrambi i jeans e rimasero con il solo intimo.
Samantha notò il profilo del pene di Marco attraverso la stoffa delle sue mutande, ammirandone la forma e la dimensione. Le sue dita lo sfiorarono, strappando un sospiro al ragazzo, che stava insinuando la sua mano nelle mutandine di Samantha. Ben presto si tolsero anche quell’ultimo indumento e lo gettarono lontano, sorridendo.
Si avvicinarono fino a che i loro sessi si sfiorarono. Marco sentiva i peli di Samantha solleticare la sua cappella gonfia e sensibile, finché la sua asta non si infilò sotto il sesso di lei, tra le cosce, e ne sfiorò la fessura bagnata. Samantha ansimava velocemente sul collo di lui, mentre muoveva leggermente il bacino lungo il pene di Marco.
Si guardarono e, tacitamente, decisero che il momento era arrivato. Non potevano più aspettare, dovevano fondere i loro corpi ed entrare nella loro intimità più profonda.
Marco condusse Samantha sul divano e la fece sdraiare. Ammirò le sue forme, il suo seno turgido, le sue gambe che, allargandosi lentamente, rivelarono alla sua vista l’entrata del suo sesso.
Marco si chinò e la baciò sulla bocca, e poi sul seno. Scese poi verso l’ombelico, con piccoli baci fino ad arrivare al bacino, baciando e leccando la sua pelle profumata intorno al sesso. Il respiro di Samanta accelerò.
Finalmente il ragazzo iniziò a dedicarsi al sesso di Samantha, leccando delicatamente le sue grandi labbra. Che sapore delicato, che profumo… Marco era in estasi, non avrebbe più smesso di accarezzare con la lingua quel sesso caldo e bagnato.
Trovò poi il clitoride, gonfio e ipersensibile, e quando lo toccò Samantha gemette, con un brivido, piegando le gambe e attirando a s&egrave il ragazzo mettendogli le mani sulla testa, nei capelli, per non farlo smettere. Marco continuava a leccare e a giocare con il clitoride, strappando a Samantha gemiti sempre più forti.
Era un lago, e lui stava bevendo il suo piacere. Non avrebbe smesso più, ma Samantha iniziò a gemere più profondamente e il suo bacino si muoveva ritmicamente contro la bocca di Marco, aumentando il piacere, che non tardò ad arrivare al massimo.
Lei ebbe un tremito, il suo respiro si bloccò per qualche secondo… Marco sentì il suo sesso bagnarsi ancora di più, mentre lei gemeva in preda all’orgasmo e a movimenti incontrollati del suo corpo. L’aveva fatta venire… Marco era felice e stupito per come era stato facile e bello.
La fissava mentre lei, con gli occhi chiusi e le guance arrossate, ansimava e il suo seno si alzava e si abbassava al ritmo del suo respiro.
“Marco, &egrave stato meraviglioso…” gemette lei “Vieni qui, baciami”. Marco sorrise, e si abbassò su di lei sentendo il suo seno contro il suo petto. Che sensazione… La baciò, mentre lei lo abbracciava.
Si baciarono per lunghi minuti, ma Samantha sapeva che lui doveva ancora avere il suo piacere… lo sentiva duro contro la sua coscia, sentiva le gocce di piacere che uscivano dal suo pene… e lei lo voleva dentro di s&egrave, voleva sentirsi riempita da quella grossa asta pulsante.
Iniziò a muovere il bacino sotto il corpo di Marco, in modo da sentire il pene con il suo sesso. Aveva voglia, si sentiva bagnata e calda come mai prima. “Marco… vieni ti prego… entra…” Lui la baciò, mentre lei allungava una mano e guidava il suo pene verso l’entrata della sua vagina.
Sentì il glande farsi largo lentamente, mentre le sua grandi labbra lo avvolgevano in un caldo abbraccio. Marco sentì il punto più sensibile del suo corpo entrare in lago rovente, dolcemente accarezzato dal sesso di Samantha… ansimò e spinse ancora.
Lei inarcò la schiena, mentre sentiva la virilità di Marco entrare poco a poco… centimetro dopo centimetro, inesorabilmente, fino in fondo. Si sentiva riempita, meravigliosamente bene, e lui si godeva le nuove sensazioni che avvolgevano il suo pene, massaggiato dalla vagina della sua amata che fremeva sotto di lui.
D’istinto, si ritrasse leggermente e poi spinse ancora, fino alla fine della sua vagina. Lei gemette. Marco prese a muoversi con continuità, con spinte lente ma decise, in profondità, mentre la accarezzava e la baciava. I movimenti gli venivano con naturalezza, come se avesse sempre saputo come fare. La toccava e la stimolava nei punti giusti, provocandole sensazioni mai provate prima.
Samantha era travolta dalle sensazioni, lo sentiva fino nelle sue più intime profondità e ciò le toglieva il respiro. Ad ogni sua spinta ansimava e cercava di muoversi verso di lui, con un ritmo sempre più forte.
Ben presto gli cinse i fianchi con le gambe e lo strinse contro di s&egrave, mentre lui non accennava a rallentare il ritmo. Erano due corpi sudati, allacciati nel piacere, che si muovevano all’unisono fusi in un abbandono totale.
“Marco… si, così…. mi piace tanto…. aahhh… aspetta, rallenta ti prego…” gemette Samantha, che sentiva il piacere salire a dismisura e non voleva venire troppo presto.
Lui rallentò, mentre Samantha riprendeva fiato e un po’ di controllo. Accennò ad alzarsi e Marco la assecondò, sfilando il pene dalla sua vagina pulsante. Samantha lo fece sedere e si sedette sulle sue gambe, piegando le ginocchia.
Il pene di Marco svettava davanti a lei, bagnato dei suoi umori… lo cinse con le dita e lo masturbò lentamente per qualche minuto, ammirandone la durezza e la bellezza. Fissava il glande violaceo e lucido mentre veniva coperto e scoperto dai movimenti della sua mano, come ipnotizzata. Ogni tanto l’asta era scossa da un fremito, e lei intuiva, eccitandosi ancora di più, il piacere che stava regalando al ragazzo, che ansimava con gli occhi chiusi.
“E’ proprio bello Marco… e sapessi come lo sento dentro di me… &egrave incredibile” sussurrò “Samantha, ti voglio ancora… ” “Anche io…” rispose lei. Samantha si alzò leggermente e puntò il pene sotto di lei, impalandosi lentamente. Chiuse gli occhi, mentre la lunga asta la riempiva.
Ben presto iniziò a cavalcarlo, facendo ballare il seno davanti agli occhi del ragazzo, che vi affondò il viso baciandolo e leccandolo. Samantha gemeva, tenendosi con le mani sulle sue spalle… sentiva la sua asta penetrarla in profondità, ancora più di prima, ed era sconvolta dal piacere che sentiva.
Marco non aveva mai sperimentato niente di più bello. Quella posizione gli permetteva di vedere costatemente il seno di lei, e lei era così bagnata che i suoi umori colavano lungo il pene, sulle palle e sulle gambe. Era sensuale e bellissima, mentre cavalcava con profondi gemiti sul suo uccello che non accennava a riposarsi.
Le teneva le mani sul sedere, sostenendola ad ogni cavalcata. Era bellissima, gemeva con le guance arrossate e la bocca leggermente aperta… i lunghi capelli sciolti fino alle spalle… Marco abbassò lo sguardo e vide il suo uccello immergersi dentro di lei per poi riapparire. Questa immagine lo stimolò fortemente, ma non voleva venire, non ancora.
La abbracciò e la sollevò, facendola girare a pecorina e ammirando il suo sedere totalmente esposto al suo sguardo. Lei si girò e, con un sorriso malizioso, gli chiese “E ora che vuoi fare?” Per tutta risposta, Marco si avvicinò in ginocchio dietro di lei e puntò la lunga asta verso il suo sesso aperto e stillante umori.
Lo infilò lentamente, fino a sentire le sue natiche contro il suo bacino. Samantha gemette, mentre lui iniziò a dare forti spinte facendo sobbalzare il suo sedere ogni volta. Lei si muoveva avanti e indietro, sentiva che lui non avrebbe resistito molto e anche lei stava per esplodere in un orgasmo che, lo sapeva, sarebbe stato devastante.
Lui pompava sempre più forte, con le mani sui suoi fianchi, abbagliato dalla visione della sua asta che entrava in lei da dietro. I due ragazzi gemevano sempre più forte, ormai erano vicini al punto di non ritorno, sfiniti dal piacere quasi doloroso che sentivano.
Marco non poteva resistere ancora, il pene gli faceva quasi male tanto era duro e teso. Gli sembrava di essere diventato ancora più sensibile, ogni spinta lo portava un passo più avanti verso l’esplosione… e non avrebbe potuto evitarla. “Samantha, amore… credo che… sto per venire…” ansimò tra una spinta e l’altra.
Queste parole portarono Samantha all’orgasmo, senza che lei potesse fermarlo o resistergli. Fu istantaneo, sentì l’onda crescere dentro di s&egrave e travolgerla. Aprì la bocca come per urlare, ma le mancava il respiro.
Si irrigidì e, con un gemito strozzato, spinse il sedere indietro, contro di lui, per averlo tutto dentro nel momento di massimo piacere… e in quel preciso istante lui venne, con un’ultima possente spinta che le piantò l’asta pulsante completamente dentro, mentre eruttava abbondanti fiotti di sperma bollente dentro di lei, che veniva scossa dagli spasimi dell’orgasmo e gemeva senza più controllo.
Lui tremava mentre schizzava il suo piacere, cinque, sei getti nel sesso bollente di lei. Crollarono distesi, lui sopra di lei, sul divano, ansimando e gemendo, in un lungo momento senza parole. Dopo lunghi minuti, Marco ritrasse il suo pene ormai molle dal sesso di Samantha, trascinando con s&egrave qualche goccia di piacere, che scivolò sul divano. Si alzò, seguito dopo poco da lei, e i due ragazzi si avviarono sorridendo verso il bagno. Pensavano entrambi di farsi una bella doccia, prima di andare a dormire… si sentivano esausti, anche se gli sembrava di volare su una nuvola.
“Bene, chi va per primo?” chiese Samantha. “Be’, vai pure tu, se vuoi” rispose lui galantemente. “Sei sicuro? Altrimenti possiamo fare la doccia insieme… Io lavo te e tu lavi me” sorrise lei. Marco accettò subito, ogni attimo vicino a Samantha era per lui fonte di piacere.
Non ebbero bisogno di spogliarsi, poiché erano già completamente nudi, e dopo aver aspettato che l’acqua scrosciasse calda, entrarono nella doccia. Si lasciarono bagnare dall’acqua, poi Samantha si versò un po’ di docciaschiuma sulla mano e iniziò ad insaponare Marco sulle spalle, le braccia e il petto. Passava la mano sui suoi pettorali, per poi scendere verso l’ombelico e i fianchi. Lo fece girare e gli lavò la schiena, ammirandone la solidità e le spalle da nuotatore.
“Ehi, e tu non ti fai lavare? Tocca a me adesso…” protestò Marco. “No, non ho ancora finito mio caro…” rispose Samantha, versando altro sapone sulle mani. Restando dietro di lui, passò le mani sulle sue natiche e poi sulle cosce, risalendo all’interno e arrivando a insaponargli i testicoli, per poi passare la mano viscida sul pene che pendeva mollemente verso il basso. Voleva lavarlo bene, era sicuramente ancora bagnato di sperma, così lo sollevò e lo accarezzò con vigore, scoprendolo e lavando bene il glande.
Marco tossì, imbarazzato. Malgrado quella sera avesse già avuto due possenti orgasmi, sentire il suo tocco sull’uccello non lo lasciava indifferente. E in effetti Samantha avvertì leggere pulsazioni, e l’asta indurirsi lentamente nella sua mano. Sentì che si stava eccitando di nuovo al suo tocco, e la cosa la intrigò molto… del resto, anche lei non poteva negare che quel contatto avesse suscitato in lei nuovi fremori.
“Ecco, direi che adesso puoi occuparti di me” disse, tornando davanti a lui e gettando uno sguardo al suo pene, che non pendeva più mollemente ma si era ormai allungato leggermente e sollevato a 45 gradi. Vederlo eretto a metà la eccitò enormemente. Non avrebbe mai pensato che vederlo in quello stato “incompleto” l’avrebbe turbata così tanto, ma si sentì avvampare e desiderò ardentemente una sola cosa: portarlo ad una erezione completa e grossa come sapeva essere.
Si trattenne dal toccarlo di nuovo, ma offrì il suo seno al tocco del ragazzo: “Forza Marco, non mi insaponi come ho fatto io?” chiese imbronciata. Lui iniziò dalle spalle, poi la fece girare e le lavò la schiena. Lei sospirò, impaziente. Si spostò leggermente indietro e sentì il suo sedere toccare il pene del ragazzo. Fu come una scossa, e non pot&egrave trattenere un movimento più deciso per sentirlo meglio contro le sue natiche sode.
Lui, inebriato dal contatto, iniziò a insaponarle il seno, pur restando dietro di lei e non sottraendosi affatto al contatto col suo sedere, anzi spingendo leggermente e creando così un leggero movimento che diventò una sorta di vaga masturbazione contro il sedere di Samantha, che aveva iniziato ad ansimare piano. Le mani di Marco accarezzavano il suo seno, insaponandolo e massaggiandolo, mentre il ragazzo si stringeva sempre più al suo corpo cingendola con le braccia.
Lei sentiva l’uccello del ragazzo ormai duro ed eretto contro di s&egrave, e ne era felice. Si girò d’impeto e lo baciò sulla bocca, mentre la sua mano scendeva ad accarezzare il pene ormai svettante nel suo splendore. Lui rispose passando la mano insaponata sulla sua vulva, accarezzandola in ogni punto e strappandole caldi gemiti. “Oh Marco… così…. come sei duro… Ho ancora voglia di te, non so cosa mi fai…” “Anch’io Samantha, non posso resistere…” gemette lui.
Samantha si girò e, appoggiandosi alle pareti della doccia, si chinò leggermente, inarcando la schiena: “Ti prego prendimi, adesso…” gemette, girando la testa per guardarlo e mettendosi una mano sul sedere, per divaricare leggermente una natica e mettere più in mostra il suo sesso invitante. Marco si avvicinò e appoggiò la cappella gonfia all’entrata della vagina bagnata di Samantha, che ansimò al tocco. Lui la prese per i fianchi e poi spinse, entrando fino in fondo in un solo colpo.
Samantha gemette, sentendosi riempita nuovamente da quell’uccello così perfetto per il suo corpo. Lo sentiva duro dentro di s&egrave, massaggiare tutti i suoi punti più sensibili. Marco iniziò ben presto a penetrarla con forza, con possenti spinte sempre più veloci che la fecero gridare di piacere. Il suo sedere sbatteva contro i fianchi del ragazzo, che, con le mani sulle sue natiche, ansimava con l’uccello che usciva ed entrava completamente dentro di lei, avvolto dal suo calore bagnato.
Erano entrambi già al limite, le fatiche precedenti li avevano resi ancora più sensibili del solito, e ogni spinta li portava più vicini all’orgasmo. Ma non volevano venire così presto. Samantha lo guardò, con le guance arrossate dal piacere, e gemette: “Aspetta ti prego… sto per venire… se continui così non posso trattenermi… Vieni, usciamo un momento dalla doccia”. Marco obbedì, un po’ a malincuore, ma era curioso di sapere cosa voleva fare Samantha. Sfilò l’uccello dal suo sesso e la seguì fuori dalla doccia.
Lei si sdraiò sul tappeto del bagno e lo invitò a sdraiarsi accanto a lei. Marco però ebbe un’idea. La vista del suo monte di venere e dei suoi peli pubici bagnati, che nascondevano parzialmente il suo sesso, gli fece venire voglia di baciarla lì. Si accovacciò tra le sue gambe, le allargò e iniziò a baciare il suo ventre, ben presto leccando le sue grandi labbra. Samantha gemeva, sorpresa ed eccitata, con le mani tra i capelli di lui per guidarlo nei punti più sensibili del suo corpo.
Sentiva la sua lingua farsi largo tra le labbra, stuzzicare il clitoride gonfio, insinuarsi all’entrata della vagina. Era in estasi, non aveva mai provato sensazioni così intime e lussuriose. Il suo bacino si muoveva leggermente, come se reagisse agli stimoli della bocca di Marco, che stava leccando gli umori profumati della ragazza. Avevano un sapore delicato, un nettare di cui non avrebbe più potuto fare a meno. Si sentiva inebriato, ed eccitato, al pensiero che la stava facendo godere con la sua lingua.
All’improvviso Samantha ebbe un brivido e lo allontanò. “Aspetta… non voglio venire da sola… sdraiati, voglio darti piacere anch’io” disse, e lo fece sdraiare. Si girò e, appoggiando le mani accanto alle gambe di lui, lo scavalcò con una gamba appoggiando le ginocchia vicino ai suoi fianchi. Poi si chinò e iniziò a leccare l’asta rigida e stillante gocce di piacere del ragazzo, che gemette e, mettendo le mani sulle natiche della ragazza, le avvicinò al suo viso e ricominciò a leccare il suo sesso.
Era il suo primo 69, e sapeva che non avrebbe potuto durare a lungo… era troppo piacevole, e lui era già troppo vicino all’orgasmo per resistere molto. La calda bocca di Samantha non dava tregua al suo pene, e lui sentiva la sua lingua accarezzarlo lungo l’asta e sulla cappella aumentanto lentamente ma costantemente il suo piacere. Quando poi sentiva che lei prendeva in bocca il glande chiudendo le sue morbide labbra intorno ad esso, doveva veramente trattenersi dal venire all’istante.
Samantha si godeva invece la lingua di Marco, che titillava il clitoride gonfio, facendola gemere e ansimare al punto che ogni tanto doveva fermarsi e limitarsi a masturbare il pene del ragazzo con la sola mano, perch&egrave sentiva il piacere salire inesorabilmente. Non sapeva, e non voleva, fermarlo. “Sì Marco… così… oh sì… ahh… aahhh… oh sì, sto per venire…. sì, continua…. aaahhhh… sento che…. ah, vengo…. sììì…” e, tremando, si accasciò su Marco, che bevve il suo piacere e, inebriato dall’orgasmo di Samantha, iniziò a venire anche lui.
La prima goccia uscì lentamente dal suo uccello teso e durissimo, per essere raccolta dalla lingua di Samantha, ancora tremante per le scosse di piacere che l’avevano appena fatta gridare. Con la testa appoggiata sul ventre di Marco, Samantha leccava il suo uccello mentre lo masturbava, guardandolo eiaculare. Dopo aver raccolto la prima goccia con la lingua, la sua mano fece un solo, rapido movimento sul pene… e subito vide un fiotto di sperma schizzare violentemente fuori dal glande gonfio, per poi ricadere sulla sua guancia.
Senza smettere di masturbarlo, leccò la cappella mentre eruttava sperma, bevendolo mentre lo leccava. Poi lo prese in bocca, succhiandolo e leccandolo fino a quando il suo liquido caldo finì, assaporandone il gusto dolciastro e godendo degli spasmi di piacere che regalava al ragazzo, che gemeva ad occhi chiusi sotto di lei.
“Hai un buon sapore Marco… mi piace berti” disse lei sorridendo e passandosi la lingua sulle labbra. “Posso dire altrettanto… Non vedo l’ora di ripeterlo…” rispose lui.

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