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Serena la tettona e quel porco del mio amico

By 14 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Serena ci eravamo conosciuti qualche anno fa tramite amici comuni, e subito la sua bellezza, la sua simpatia e il suo enorme seno (una quinta abbondante) avevano catturato la mia attenzione.
Ve la descrivo: Serena &egrave una ragazza bionda, non molto alta, con due bellissime labbra carnose e soprattutto un paio di tette da urlo. Sin dalla prima notte insieme ho potuto constatare quanto fossero eccezionali quelle bombe: grandi, morbide ma mai flaccide o cadenti; il seno perfetto.
Poco dopo esserci messi insieme abbiamo iniziato a convivere, e le nostre notti erano ricche di spagnole e giochini inerenti alle sue tette. Neanche I nostri amici erano immuni al suo fascino, e come biasimarli? Ad ogni minimo movimento quel ben di Dio ballava in modo ipnotico. E a dire la verità, mi piaceva vedere tutti quegli sguardi sulla mia donna: mi eccitavano da matti, e quando facevamo sesso le urlavo di quanto chiunque dei nostri amici avrebbe dato la madre per essere al mio posto. Lei, nonostante fosse una ragazza tranquilla, a sentire quelle parole veniva in maniera incontrollata muggendo come la peggiore delle troie.
Quello che vi sto per raccontare &egrave un fatto vero che ha dato il via ad una serie di eventi particolari.
Tutto &egrave iniziato l’anno scorso, quando io, Serena e altri cinque amici siamo andati in vacanza in Grecia per un paio di settimane. Nel gruppo di amici c’era Jacopo, un ragazzo grasso e brutto con un atteggiamento tale da farsi odiare dalla maggior parte delle donne con cui parlava. Serena infatti lo disprezzava e aveva insistito con me perché non venisse, tuttavia alla fine cedette. Nonostante nel gruppo ci fossero altre due ragazze, prevedibilmente per tutta la vacanza I maschi perforarono con gli occhi Serena, sia ovviamente in spiaggia quando in costume regalava a tutti inconsapevoli spettacoli mozzafiato, sia in albergo o nei locali. Io e Serena avevamo una camera tutta per noi, e ogni notte sfogavo l’eccitazione accumulata con scopate lunghissime che terminavano con una sborrata epocale sulle mammellone di Serena. Jacopo più di tutti era ossessionato dal quelle tette: non perdeva occasione di fare battute e le fissava senza preoccuparsi di non essere visto: mancava poco che ci sbavasse direttamente sopra. Coglieva ogni occasione per avere un contatto fisico con la mia ragazza, e chissà come mai finiva sempre per sfiorarle il seno. Un giorno lei gli urlò in faccia di smetterla di toccarla, e lui per tutta risposta, approfittando della mia assenza, le infilo l’intera mano tra le tette, beccandosi un bello schiaffone. Il ‘dramma’ avvenne a causa di un piano intelligentemente preparato da Jacopo. Una sera in cui io ero uscito con un altro amico del gruppo, chiamò nella sua stanza Serena perché aveva ‘bisogno di aiuto’. Lei, seccatissima, si presentò scazzata e con indosso il vestito con cui aveva intenzione uscire di lì a poco: una scollatura vistosa metteva in risalto la sua straordinaria quinta. Jacopo, superato lo schock iniziale, cominciò: ‘Ciao Ser, ti ho fatto venire qui perché ho un problema col portatile’
-‘Ma sei scemo? E io come ti dovrei aiutare? Chiedi a Giova o Vic’
-‘Sono fuori come ben sai e poi voglio semplicemente chiederti se magari sai come risolvere’
-‘Uff, e va bene, però veloce’
-‘Certo, certo”
Serena si avvicinò a Jacopo, e subito si accorse della puzza che quel ragazzo emanava.
‘Bah’- pensò ”Siamo stati tutto il giorno in spiaggia a sudare e neanche si &egrave fatto una doccia’
Come fu abbastanza vicina, Jacopo premette un pulsante.
Serena impallidì.
Sullo schermo c’era lei che, nella nostra camera d’albergo, si masturbava selvaggiamente stringendosi il seno coperto dal pigiama e soffocando versi di goduria.
Serena sì allontanò da Jacopo e urlò ‘CHE COS’&egrave QUELLO? CANCELLA SUBITO’
E lui, tranquillissimo: ‘Perché mai dovrei? L’ho già usato per masturbarmi un paio di volte, ieri.’
‘STRONZO! QUANDO L’HAI FILMATO?’
‘Ho semplicemente messo una telecamera nascosta nella vostra camera, speravo di vedervi scopare ma ho avuto qualcosa di molto meglio’
‘SEI UNA MERDA! CANCELLA TUTTO’
Fece per avvicinarsi per provare a picchiarlo ma bastarono poche parole per farla immobilizzare
‘Vuoi che lo pubblichi su internet?’
Lei era livida: ” non ti azzardare” disse, tremando dalla rabbia
‘E invece lo farò. Non &egrave giusto privare al mondo questo ben di dio. Anche se avrei preferito ti fossi tolta anche la parte superiore’ aggiunse fissandole le tette.
‘BASTA PORCO! FINISCILA! SONO TUA AMICA, CANCELLA TUTTO E LASCIAMI STARE’
Jacopo si girò verso di lei e si tolse I pantaloni. Quello che voleva era ovvio. Serena sbiancò mentre lui affondò il colpo: ‘Amica? Pensi che non sappia ciò che pensi di me? Di come mi disprezzi? Di come tu e quel coglione del tuo ragazzo mi prendete in giro? Ora vieni qua, spogliati e fammi un pompino, altrimenti manderò questo a tutti I tuoi amici universitari e non, e lo pubblicherò in ogni board possibile.’
Serena, in lacrime, provò a convincerlo ma fu inutile.
Lentamente si avvicinò all’odiato ragazzo, nuovamente fu nauseata dall’aspetto e dall’odore ma non si fermò. Lui sorrise e le intimò di abbassarsi.
Serena obbedì e vide davanti a sé le mutande sporche di Jacopo.
‘Toglile’
Piangendo, la prosperosa ragazza tolse le mutande al suo aguzzino, e vide un cazzo enorme ancora non completamente eretto che sembrava fissarla a sua volta.
Rimase senza parole, non aveva mai visto un cazzo così.
‘Ti piace, eh troia? Il tuo ragazzo ha un cazzetto, a confronto. Avanti, prendilo in bocca’
Serena prese in mano quel membro così grande e lo masturbò lentamente, facendogli raggiungere piena erezione.
‘Ma cosa sto facendo?’ ‘ pensò- ‘Devo smetterla subito e picchiarlo e andarmene’ ma”
‘MUOVITI TROIA’ urlò all’improvviso Jacopo interrompendo i pensieri di lei e sbattendole il cazzo in faccia.
Il puzzo incredibile del pene, il fatto di essere schiaffeggiata da un cazzo e l’intera situazione ebbero un effetto inaspettato su Serena che senti l’eccitazione salire improvvisamente e cominciò un pompino vorace e violento. Il porco non se lo aspettava, reclinò la testa all’indietro e dovette concentrarsi per non venire all’istante.
Serena non conosceva tregua, succhiava, leccava, baciava quel cazzone come mai aveva fatto per me, arrivò addirittura a leccare le palle e l’ano del bastardo, che nel frattempo godeva come non mai. Dopo cinque minuti così, Jacopo decise che voleva di più.
‘Basta. Alzati.’
Confusa, Serena eseguì, staccandosi riluttante da quel cazzo che l’aveva fatta innamorare.
‘Sei una vera troia. Ma adesso voglio realizzare un sogno. Spogliati. Fammi vedere quelle enormi tette.’
La ragazza aveva perso ogni ragione. Si tolse il vestito che aveva accuratamente scelto per la serata ormai sfumata e lo fece cadere a terra.
Jacopo boccheggiò. Un corpo come quello non l’aveva mai visto. Le tettone erano a malapena contenute dal reggiseno, e dalle mutandine arrivava un odore che indicava una cosa. Serena si era bagnata. Trionfante, il ragazzo le ordinò ti togliersi tutto, e la mia ragazza finì completamente nuda davanti all’uomo che fino a poco fa disprezzava.
Jacopo perse ogni ragione alla vista di quelle tette che aveva sognato per anni e per le quali aveva dedicato innumerevoli seghe; le saltò addosso e cominciò a leccarle, stringerle, morderle mentre la ragazza non riusciva a trattenere dei versi che non facevano altro che farlo arrapare sempre di più. Dopo dieci minuti di leccate, Jacopo si rimise seduto.
‘Vieni. Devo coronare il sogno. Fammi una spagnola, troia.’
Serena non esitò, si inginocchiò nuovamente e riprese per un attimo in bocca quel cazzone per poi posizionarlo tra quelle montagne di carne. Il porco ansimava, non gli pareva vero.
Serena iniziò la sua specialità, la spagnola, strinse il cazzo di Jacopo e cominciò a muoversi lentamente, su e giù, alternando spagnola e pompino prima di cominciare a fare sul serio.
La spagnola diventò velocissima, le tettone erano imperlate dal sudore di lei e dai liquidi che uscivamo dal membro di lui.
Jacopo stava impazzendo, era meglio di qualsiasi sua fantasia, quelle tettone così morbide ma contemporaneamente dure erano finalmente lì, attorno al suo cazzo.
E Serena non si fermava, continuava a far scivolare le tette attorno a quel cazzone, ormai non le fregava più di nulla, voleva la sua sborra, voleva berla, voleva farlo godere.
‘Troia adesso ti innaffio di sborra!’
‘Sì! Sono la tua troia, sborra, sborra, sborrami riempimi le tette di sborra!’
Jacopo non credeva alla sue orecchie, quella ragazza sempre precisina che lo disprezzava stava pregando per la sua sborra.
Rantolando come un pazzo, finalmente venne.
Uno, due, tre, quattro schizzi potentissimi innaffiarono le tette della mia ragazza, ma il cazzone di Jacopo sembrava non volersi fermare.
Serena continuò a muovere le tette e altri fiotti di sborra la colpirono.
Dopo quasi due minuti di continua sborrata, si fermarono.
Serena era letteralmente ricoperta di sborra. Le tettone, il viso, i capelli erano completamente bianchi. Il seme puzzolente cominciò a colare ricoprendo anche la pancia e sgocciolò sulle gambe della ragazza.
La troia cominciò a leccarsi le mammellone e bere tutta la sborra che poteva, senza nessun ordine dal porco: lei la voleva.
Alla vista della tettona che beveva la sua sborra, il cazzone di Jacopo tornò immediatamente duro.
Serena se ne accorse e lo guardò negli occhi mentre si ciucciava un capezzolone.
‘Mi fai schifo. Ma ora io voglio il tuo cazzo dentro di me. Scopami’
Jacopo non se lo fece ripetere due volte: la spinse sul letto e cominciò a leccarle la figa fradicia.
Ma Serena era decisa: ‘Non voglio la tua lingua, coglione, dammi il tuo cazzo!’
Il porco fu ben felice di ubbidire, nessuno dei due pensò neanche minimamente ad un preservativo mentre Jacopo la penetrò. Un urlo disumano uscì dalla mia ragazza, mai l’avevo sentita urlare così dalla goduria.
Cominciarono una scopata selvaggia, lei era assatanata, veniva in continuazione ma esortava il porco a sbatterla più forte, lui nonostante il grasso gli impedisse movimenti eclatanti sfruttava il suo enorme cazzo e riusciva a farla godere. Dopo aver scopato per mezz’ora a pecora, Jacopo la girò e continuò il lavoro, affondando la faccia tra le tettone della mia ragazza che lo strinse a sé e urlò ancora più forte.
‘FORZA PORCO SBATTIMI, SBATTI LA TUA TROIA, DAMMI QUESTO CAZZONE ENORME, PIù FORTE, PIù FORTE CAZZO’
‘Sì troia, ti sfondo! Altro che il tuo ragazzo, vero? Dimmelo. Chi preferisci, troia?’
‘PREFERISCO TE COGLIONE, ANZI PREFERISCO IL TUO CAZZONE ENORME, LASCIA STARE QUEL CORNUTO E SBATTIMI’
‘Sì, &egrave proprio un cornuto quel coglione! Ti sbatto, ti apro in due!’
Continuarono ad insultarsi a vicenda e ad insultare me per un’altra ora, scopando sempre più forte e cambiando posizione da pecorina a missionario continuamente.
In ogni posizione il porco trovava il modo per dedicarsi anche alle tettone della troia, che apprezzava: ‘AVANTI, STRIZZAMI LE TETTE, COGLIONE, SONO TUTTE TUE. MORDILE, Sì COSì! PRENDILE A SCHIAFFI, PIù FORTE! CRISTO, STO VENENDO’
Finché, finalmente, Jacopo la avvertì che stava venendo.
‘Voglio sborrarti addosso, troia tettona!’
‘Fallo allora, innaffiami di nuovo!’
Il porco sfilò il cazzone dalla figa della mia ragazza e venne copiosamente sulle sue tette e sul suo viso, lei cercò di prenderne il più possibile in bocca.
‘Ma quanto cazzo sborri, tu non sei umano’ neanche nei porno ho visto gente sborrare così tanto, sei fantastico”
Entrambi esausti, rimasero a letto ancora una mezz’ora fin quando Serena si alzò, si vestì e uscì dalla stanza per andare a lavarsi prima del mio ritorno. Jacopo, rimasto solo e ancora nudo, sorrise. Il suo più grande sogno era diventato realtà, e dato quello che aveva detto la tettona, probabilmente non sarebbe stata l’unica volta’

Ero nella mia stanza, col cazzo in mano e sborra su di me e perfino sul letto.
Era passato un mese dalla fine delle vacanze, e quella mattina, dopo che Serena era andata a lavoro, avevo trovato nella cassetta della posta una penna USB.
Incuriosito, l’avevo inserita nel pc, e vi ho trovato un video chiamato: ‘Divertiti’
Una volta fatto partire, avevo assistito impotente alla scena che vi ho appena raccontato. La mia ragazza, prima ricattata ma poi innamorata del cazzone di un mio amico.
Lo stronzo aveva preparato tutto posizionando una videocamera nascosta anche nella sua camera.
E se all’inizio del video ero incazzato, mi sono ritrovato alla fine a segarmi furiosamente, sborrando e godendo come non mai.
E ora molte cose mi sembravano strane.
In effetti, da quella vacanza Serena era meno odiosa con Jacopo.
E alle volte era anche uscita con le amiche e spesso aveva ‘casualmente’ incontrato Jacopo.
E a volte tornava molto tardi a casa, giustificandosi dicendo che ‘era con le amiche’.
Ormai non c’erano dubbi.
Quei due scopavano regolarmente.
Eppure, al solo pensiero il mio cazzo tornò duro e fui pervaso dalla voglia di vederli ancora scopare.
Riguardai il video e sborrai di nuovo, guardando la mia dolce metà scopata selvaggiamente da quel tizio grasso e brutto. Ne volevo ancora, e non dovetti aspettare ancora a lungo.
Dopo due giorni trovai un’altra pemnetta nella posta’

Mi precipitai al computer e feci partire subito il video. Una parte di me si vergognava nell’essere così voglioso di vedere Serena scopare un altro, ma era più forte di me.
Appena partito il video, riconobbi lo stile delle camere dell’albergo: era stato filmato mentre eravamo ancora in vacanza.
Jacopo aveva appena finito di sistemare la telecamera quando qualcuno bussò alla porta.
-“Vieni dentro”
Serena entrò nella camera del ragazzo, vestita in maniera casual con un paio di jeans e una maglietta bianca che lasciava scoperto l’ombelico e che metteva in risalto il seno.
Il bastardo aveva un’espressione di pura estasi, e come dargli torto? Era stupenda.
-“Cosa vuoi?” Chiese la ragazza, facendo palesemente finta di essere a disagio.
-“Senza che fai la santarellina, sai benissimo perché ti ho chiamata, e se sei venuta &egrave perché anche tu vuoi che quello che &egrave successo ieri si ripeta”
Colpita e affondata.
Serena non poteva e non voleva controbattere; era verissimo, voleva lui, voleva sentirsi dominata come il giorno prima, voleva quel cazzone enorme che le aveva fatto perdere la testa.
Jacopo si sedette su una sedia
-“Vieni, iniziamo con un bel pompino e spagnola. Voglio innaffiarti quelle mammellone.”
Serena non aspettava altro. Senza dire niente si avvicinò al rivoltante ragazzo e si inginocchiò.
-“Voglio che sia tu a togliermi i pantaloni e le mutande, troia”
La ragazza ubbidì, fremendo dall’eccitazione. Finalmente avrebbe avuto di nuovo quel cazzone tutto per sé! Dopo aver abbassato i pantaloni, cominciò a baciare e leccare la forma del membro che già era ben visibile da sopra le mutande. Jacopo non trattenne dei versi di goduria: la tettona ci sapeva decisamente fare. Una volta fatte sparire le mutande, Serena si buttò sul cazzone del porco, succhiandolo voracemente. Fu un pompino breve ma intenso, la ragazza, completamente disinibita, non si preoccupava neanche di sbrodolarsi bava e umori di lui, cosa che con me le dava parecchio fastidio. Nonostante la voglia pazzesca di farle bere tutta la sborra, Jacopo la fermò. Era il momento della specialità assoluta della mia ragazza, la spagnola! Serena fece per togliersi la maglietta ma lui aveva altro in mente
-“Ferma! Questa maglietta mi piace. Ti mette in risalto queste pere e ti rende ancora più arrapante”
-“Grazie, porco” disse Serena sorridendo
-“Quindi adesso voglio una spagnola mentre tieni indosso questa” concluse lui.
La tettona non se lo fece ripetere: infilo l’enorme cazzo sotto la maglietta e lo avvolse in una calda morsa tra le sue montagne di carne.
Il porco si godette una spagnola incredibile, la mia ragazza era selvaggiamente intenzionata a farlo godere il più possibile, lo guardava con occhi pieni di voglia di essere riempita del suo seme. Il cazzone di Jacopo era talmente enorme da risultare evidente nonostante fosse coperto sia dalle tettone sia dalla maglietta della mia ragazza.
Mai Serena mi aveva permesso di godermi una spagnola “vestita”, lamentandosi che poi avrei rovinato le sue magliette, ma eccola lì, con un coglione che fino a qualche ora prima la disgustava, a pregare che la sua maglietta venga inondata di sborra. Il porco stava per venire, rantolava e sussultava, mentre la mia ragazza aumentò il ritmo ulteriormente, leccando anche la punta del cazzone del porco che sporgeva da sopra la maglietta.
-“DIO MIO, VENGO TROIA!”
Jacopo urlò a squarciagola mentre il suo membro cominciò a spruzzare sborra e a riempire le tettone di Serena. Dal canto suo, la ragazza continuò a segare con le tette quel cazzone così enorme, godendo per la sua puzza incredibile che aveva imparato ad amare. Quando si fermarono, Jacopo sfilo il cazzo dalle tette di lei.
-“Fammi vedere”
Serena, felice, si tolse la maglietta zuppa di sborra per mostrare al suo amante due enormi mammellone completamente ricoperte del suo seme. Jacopo riacquistò istantaneamente l’erezione e la ragazza già pregustava la scopata, ma le sorprese non erano finite.
-“Cazzo troia, sei stata assurda. Le tue tettone sono patrimonio dell’umanità. Ora, prima di continuare, vai di là e lavatele.”
Confusa, la ragazza obbedì e si chiuse in bagno per insaponarsi le mammellone, non prima di averle leccate per bene per bere quanta più sborra possibile.
Rientrò in camera e rimase immobile. Davanti a lei c’erano, completamente nudi, altri due dei nostri amici del gruppo: Victor, un ragazzo mulatto di origine Sudamericane, e Marco.
La ragazza diventò rossissima e cercò di coprirsi ma Jacopo la fermò
-“Tranquilla. Ho raccontato tutto ieri notte. Sai, anche loro da sempre si ammazzano di seghe per te e le tue tettone, quindi ho pensato di far loro un piccolo favore.”
-“Ma… ma… tu… voi…” Balbettò Serena
-“Basta, zoccola” Jacopo alzò la voce “La questione &egrave semplice: o adesso fai un servizietto a tutti noi, oppure quel coglione del tuo cornutello saprà tutto.”
-“No… Ti prego…”
-“E allora smettila di fare la finta tonta, sei una troia e si vede, stai fissando il cazzone di Victor da quando &egrave arrivato!”
Ancora una volta Jacopo aveva detto la verità: il membro di Victor (non grande quanto quello di Jacopo ma comunque enorme) aveva attirato la sua attenzione sin dal primo istante.
Serena si lasciò completamente andare e abbassò le braccia regalando ai due fortunati una vista che prima avevano solo sognato.
-“Mamma mia…” boccheggiò Victor, quelle tettone erano state al centro delle sue notti insonni per anni.
Marco invece fu più diretto:
-“Allora? Vuoi i nostri cazzi o no?”
La mia ragazza adorava essere trattata così, quindi decise di premiare il ragazzo, lasciandosi il meglio (Victor) per ultimo.
-“Certo che li voglio. Dimmi, Marcolino, cosa posso fare per te?”
-“Fammi un pompino, troietta”
Serena si avventò sul cazzo di Marco, mentre Jacopo e Victor iniziarono a palparle le tettone.
-“Cazzo se &egrave brava!”
Il ragazzo venne quasi subito in bocca alla mia ragazza, che ovviamente ingoiò tutto e ripulì per bene il suo membro.
Victor, ormai completamente in preda all’eccitazione, la spinse sul letto e le infilò il cazzone tra le tette, per una spagnola che aveva sognato innumerevoli volte.
Mentre il ragazzo scopava le tettone di Serena, Marco, completamente rinvigorito, cominciò a leccarle la figa, provocando dei gridolini che fecero arrapare di più tutti.
Victor venne copiosamente tre le mammelle della ragazza, che bevve tutto e prese a leccare quel cazzone mulatto
Victor si sedette su una sedia per riprendersi mentre Marco iniziò a scoparla.
La sbatteva violentemente, insultandola e affondando la faccia tra le sue enormi tette coperte dalla sborra dell’amico, incurante dell’odore le leccava e mordeva, mentre la mia ragazza muggiva e urlava e chiedeva di essere scopata di forte.
Andarono avanti per una decina di minuti, dopodiché Marco arrivò al limite e le venne in bocca, prima di andarsene perché aveva un appuntamento con la sua ragazza.
Rimasti soli, Victor e Jacopo si guardarono e saltarono entrambi sulla troia.
Lei, felicissima, accolse il cazzone di Jacopo nella sua calda figa ma per Victor aveva in serbo altro
-“Scopami, Ja, così…
Victor, visto che ti sei segato così tante volte per me, voglio premiarti… Scopami in culo…”
Il cazzo di Victor sembrò diventare ancora più grande a queste parole mentre lubrificava con la saliva il buchetto della mia donna e ci infilava il suo enorme membro.
Serena non mi aveva mai concesso il culo in tre anni di frequentazione, ma ora era impegnata nell’avere un cazzo nel culo e uno nella figa contemporaneamente!
I tre si muovevano all’unisono, in maniera animale, ansimando, urlando, la troia muggiva mentre sentiva due cazzoni enormi dentro si sé, le sue tettone strizzate, il suo culo preso a schiaffi…
Jacopo infilò la lingua nella bocca di Serena e cominciò un bacio appassionato, da amanti, mentre la scopava selvaggiamente e Victor la inculava e da dietro le strizzava le tettone fino a farle male.
Lo spettacolo continuò per un’ora intera, si fermarono solo per scambiarsi di posizione, Victor e Serena si baciavano mentre Jacopo, al suo limite, venne copiosamente nel culo della mia ragazza e si staccò.
Victor, anche lui in procinto di sborrare, cercò di sfilare il membro, ma Serena lo strinse a sé
-“VIENIMI DENTRO, VIENIMI DENTRO, RIEMPIMI”
-“Ma… Sei sicura?”
-“ZITTO CAZZO JACOPO MI HA RIEMPITO IL CULO, VOGLIO ESSERE RIEMPITA ANCHE IN FIGA” nonostante non prendesse la pillola e ovviamente nessuno aveva usato il preservativo, la troiaggine della mia ragazza la spinse a chiedere dentro di sé la sua sborra.
Victor, ovviamente, non se lo fece ripetere e, urlando, venne inondando la figa di Serena.
Rimasero attaccati per una decina di minuti, baciandosi e toccandosi, poi Victor si alzò lasciando la troia stesa ed ansimante. Jacopo si avvicinò e la guardò: la ragazza era in estasi, mai era venuta così tante volte e così intensamente. Il porco sorrise e le morse una tettona prima di alzarsi e spegnere la telecamera.

Quella mattina fu incredibile.
Venni una decina di volte, guardando e riguardando il video.
Ormai non avevo più freni, volevo vederla scopata, non avevo più vergogna.
In soli due giorni la mia ragazza si era scopata tre dei miei amici.
E quindi, forse…
Sicuramente la mia ragazza aveva continuato a scopare con Jacopo, ma chissà se avevano più coinvolto gli altri due? Perché non avrebbero dovuto?
In quel momento, fui assalito da un dubbio.
Perché fermarsi lì? Cosa mi garantiva che in quelle settimane non si fosse scopata l’intero gruppo? Probabilmente era così, tutti i miei amici si erano passati la mia ragazza come fosse uno spinello. Ero arrabbiato? No.
Il cazzo mi era tornato durissimo.
Nei giorni successivi non ricevetti alcuna chiavetta, anche se successe una cosa strana. Di punto in bianco, Serena cominciò a rifiutare che le toccassi il seno. In qualsiasi modo, in qualsiasi occasione. Potevo guardarlo, ma non toccare. Anche mentre facevamo l’amore, non potevo poggiare le mani su quel ben di Dio. La cosa mi distruggeva, le spagnolette erano la cosa che preferivo, così come morderle e strizzarle mentre scopavamo, ma non ci fu verso. Sospettai fosse un ordine di Jacopo, ormai il bastardo la usava come voleva, forse voleva quelle mammellone solo per lui, o semplicemente voleva farmi soffrire.
Dopo altre due settimane, ero a casa da solo a riguardare i video incriminati e a masturbarmi, quando suonarono al citofono. Rimasi sconvolto quando dallo schermo vidi che era Jacopo.

Cominciai a sudare freddo.
Cosa voleva? La tentazione di fare finta di non esserci era forte, ma alla fine le mie mani si mossero da sole e aprii il portone. In pochi secondi vidi la porta aprirsi e Jacopo, il bastardo che da mesi ormai si divertiva con la mia ragazza, entrò in casa. Vedendomi, sorrise maligno e mi salutò: “Ciao cornutello! Piaciuti i regalini?”
Avrei dovuto picchiarlo, intimargli di non toccare più Serena e cacciarlo a calci nel culo, ma rimasi zitto e immobile.
E come potevo fare altrimenti? Avevo accettato i video che mi aveva mandato e, seppure lui non poteva saperlo, li avevo anche usati per masturbazioni lunghe e ripetute. Il suono del citofono aveva anche interrotto l’ennesima sega guardando quei video.
Jacopo, come se si trovasse a casa sua, andò in cucina e si versò dell’acqua.
“Fa caldo oggi, eh?” disse.
Vedendo che mi ostinavo a non parlare, continuò: “Eh sì, talmente caldo che Serena stamattina è andata all’università con una scollatura pazzesca. E una gonnellina che mamma mia.”
Al sentirgli pronunciare il nome della mia ragazza mi si gelò il sangue.
Trovai finalmente la voce
“Come lo sai?”
Il porco rise: “Bèh, prima di andare ha fatto un salto da me. Purtroppo non sono riuscito a farci niente, ma recupererò”
Incredibilmente, a queste parole cominciai ad eccitarmi. Non riuscivo a fare a meno di pensare ai video e le parole di Jacopo fomentavano la mia immaginazione.
Il grassone mi guardò: “È dura avere quel ben di Dio di tettone davanti ogni giorno e non poterle toccare, eh?”
Sbiancai. Era stato davvero un suo ordine. “Perché?” chiesi.
“Perché posso. Volevo farti capire chiaramente che ho completo potere su Serena. Lei sta ancora con te e fa sesso con te perché è quello che voglio io. Altrimenti ti avrebbe già mollato. Ma che gusto ci sarebbe?” scoppiò a ridere.
“Comunque se non le hai detto nulla dei video vuol dire che sta bene anche a te. Ti piace essere cornuto. Quindi ho deciso di alzare un po’ la posta: niente più tettone per il cornutello.”
Ero immobilizzato, impotente. Jacopo aveva ragione su tutto.
Vergognandomi come un cane, lo supplicai: “Ti prego, dille di lasciarmi toccare le sue tette. Puoi fare quello che vuoi con lei ma lasciami godere di quelle tette”
“Ma io già faccio quello che voglio. E lei è pazza del mio cazzone. Tuttavia ho un cuore buono” -sogghignò- “e sono venuto qui per offrirti esattamente ciò che chiedi. Ad un prezzo, ovviamente.”
Stavo per domandare cosa volesse, quando sentì la porta aprirsi.
Serena entrò in tutta la sua bellezza, la scollatura che metteva in risalto l’enorme e saltellante seno.
Ci vide e sorrise. “Ecco i due migliori amici!”
Senza degnarmi di uno sguardo, mi sorpassò e baciò Jacopo, un lungo bacio che mi causò un’enorme erezione.
Una volta staccata, mi guardò.
“Jacopo mi ha detto tutto. Ti ha mandato i nostri video e tu non hai detto nulla? Se prima provavo un minimo di colpa, adesso proprio zero! E bravo il mio piccolo cornutello!”
Balbettai qualcosa di incomprensibile, completamente frastornato.
Non sapevo come comportarmi.
Serena, schifata, si diresse verso la nostra camera. All’improvviso scattai e la fermai, ma Jacopo mi afferrò da dietro e mi tenne fermo.
“Che c’è, nascondi qualcosa di là?” disse beffardo.
Serena entrò in camera e Jacopo mi spinse dietro di lei.
Ormai sconfitto, rimasi in disparte mentre i due posavano lo sguardo sul computer con uno dei video in pausa e i diversi fazzoletti sparsi per il letto.
“AH! LO SAPEVO! IL CORNUTO SI È SEGATO MENTRE CI GUARDAVA!” Jacopo era esultante.
Serena mi si avvicinò e poggiò la sua mano sul mio pacco, scoprendo la mia erezione.
“Ed è anche eccitato. Sei proprio senza vergogna.” Con la sua manina fatata, cominciò a massaggiarmi da sopra i pantaloni, e il mio cazzo raggiunse presto piena erezione. “Wow! Subito pronto, eh? Peccato che preferisca di gran lunga il cazzone di Jacopo” disse la mia ragazza, suscitando ilarità nel bastardo.
“Non te la prendere, Giova. Non molti hanno le mie dimensioni”
“Già, il tuo è fantastico amore… peccato che il cornutello qui lo abbia più piccolo di tutta la compagnia…”
A quelle parole quasi venni.
“E… e tu come lo sai…?”
Serena, sempre continuando a massaggiarmelo, inclinò la testa di lato: “Oh, non lo sai? Scommetto che lo avevi immaginato. Hai visto il video di me, Jacopo, Victor e Marco, no? Bèh, da quel momento in poi, diciamo che ho conosciuto meglio tutti gli altri… Matteo, Alessio, Riccardo, Simone… e anche tutti gli altri. Ho scoperto che erano tutti impazienti di gustarsi queste tettone e non solo.”
Non credevo alle mie orecchie. Ovviamente il sospetto era più che presente, ma avere la conferma direttamente da Serena fu un colpo pazzesco.
La tettona mi spinse gentilmente sul divano e mi tolse i vestiti. Completamente nudo, guardavo la mia ragazza fare la stessa cosa con il suo amante.
Per la prima volta vidi il cazzone di Jacopo dal vivo, e mi sembrò ancora più grande che in video. Serena masturbò un po’ quella proboscide, poi si spogliò.
Già ve l’ho detto in tutti i modi, lettori, ma devo ripetermi. Mamma mia che tette. Perfette, sode, enormi, molleggianti. Anche io e Jacopo, che eravamo quasi abituati a quel ben di dio, rimanemmo senza parole. Il porco strinse una tettona mentre cominciò a baciare e leccare avidamente l’altra, facendo godere la ragazza.
Poi si rivolse a me.
“Se vuoi avere l’onore di usare nuovamente queste tettone, dovrai fare tutto quello che ti diciamo. Chiaro?”
Annuì all’istante. Avrei fatto qualsiasi cosa. Serena rise e si inginocchiò davanti a me. Accennò una sega, poi me lo prese in bocca. Spompinava in maniera divina, e non potei fare a meno di notare quanto fosse migliorata da quando aveva cominciato a scoparsi Jacopo. Ero già in procinto di venire, ma lei se ne accorse e si fermò. “Ah-ah. Tu non vieni senza permesso. Ora rifatti gli occhi mentre mi dedico a Jacopo. Puoi segarti se vuoi, ma se vieni non mi vedrai mai più”
Davanti ai miei occhi si consumò uno spettacolo senza precedenti. Serena si avventò sul membro di Jacopo con una voracità senza pari, leccando fino all’ano il bastardo e riuscendo incredibilmente ad ingoiare per intero quel mostro. Il pompino che riservò al grassone fu pazzesco, infinitamente migliore di quello che mi aveva portato sull’orlo dell’orgasmo poco prima. L’impegno che ci metteva era incredibile.
Jacopo, dal canto suo, dimostrò una resistenza invidiabile: chiunque, sottoposto ad un tale trattamento, sarebbe esplodo immediatamente o quasi. Ad un certo punto, il porco la fermò. Serena si staccò dal quel cazzone con molta riluttanza, ne voleva ancora.
Ma Jacopo aveva in mente altro.
“Siediti sul cornuto”
La tettona ubbidì, e si sedette sulle mie gambe.(Io vi ricordo ero seduto sul divano appoggiato allo schienale)
Avevo davanti a me la schiena della ragazza e da sopra la spalla di lei vedevo quelle montagne di carne, così invitanti e succose…
“Cornuto, un regalino per te. Inizia a strizzare quelle tette”
Quasi non credevo alle mie orecchie. Cominciai a toccare come un pazzo, erano settimane che non lo facevo. Nel frattempo, Serena aveva afferrato il mio membro e lo segava piano, mugolando soddisfatta.
Jacopo si avvicinò. “Ora, bella mammellona, voglio una spagnola.”
Ovviamente. Anche il più grande sostenitore dei culi avrebbe dato la vita per una spagnola tra quelle tette, ne sono sicuro. Il grassone posizionò il suo enorme cazzone tra le bocce della mia ragazza e ordinò: “Cornuto, voglio che sia tu a muovere le tettone della troia. Muoviti, fammi venire tra le mammellone della tua ragazza, Cornuto”
Senza pensare, come un automa, cominciai a fare come richiesto: strizzavo le tettone di Serena e le muovevo su e giù, mentre il porco godeva e la ragazza, abbandonato il mio cazzo, si dedicava a massaggiare gli enormi e pelosi coglioni di Jacopo.
Ricordando i video, cercai di imitare i movimenti di Serena. Incredibilmente, mi ritrovai a cercare di far godere Jacopo. Forse avevo paura che se non avesso fatto bene ciò che chiedeva mi avrebbe impedito di vedere Serena, forse volevo farla finita il prima possibile, o forse ero semplicemente impazzito.
Fatto sta che mi ritrovai a segare il cazzone enorme del porco con le mammellone della mia ragazza, che di tanto in tanto leccava, ciucciava e baciava la punta di quel mostro.
“Sì, cazzo! Troia, credo che il cornutello abbia visto troppe volte quei video… sa i tuoi movimenti a memoria!” Entrambi risero, mentre le tettone di Serena, imperlate di saliva, sudore e liquidi preseminali, scivolavano velocissime sul membro. In quel momento la ragazza reclinò la testa all’indietro, e io, avendo poggiato la testa sulla sua spalla per guardare meglio ciò che facevo, mi ritrovai col cazzone di Jacopo praticamente in faccia.
All’improvviso, Jacopo sembrò impazzire
“LECCALO! LECCALO O NON LA VEDI PIÙ!” urlò senza rallentare la scopata delle tette.
Nonostante non rallentai la spagnola, esitai. Era troppo. Quel coso puzzava, mi faceva schifo, non potevo farlo.
Jacopo continuò a urlare di succhiarlo, minacciandomi e insultandomi.
Ormai non capivo più nulla, vidi con la coda dell’occhio Serena che alzava leggermente la testa per vedere se effettivamente sarei caduto così in basso.
E caddi. Col cervello completamente in confusione, presi l’intera punta del cazzo in bocca. Appena la mia lingua toccò quel mostro, un disgusto come mai fino a quel momento mi pervase e cercai istantaneamente di staccarmi.
Ma era troppo tardi. Jacopo mi bloccò la testa con le mani e mi tenne lì. Serena, incredula, continuò la spagnola, leccando l’asta. Dovevo liberarmi, mi divincolai più che potevo ma ero senza forze.
Il puzzo e il sapore nauseabondo del cazzone di Jacopo mi portarono vicino allo svenimento, ma resistetti. All’improvviso sentii il porco urlare qualcosa che non afferrai, e una quantità enorme di sborra mi riempì la bocca. Riuscito finalmente a staccarmi, vidi Jacopo che continuava a sborrare tra le tettone di Serena.
Se il membro mi era sembrato disgustoso, non era nulla a confronto del sapore della sua sborra. Cercai di sputare tutto, ma Serena mi saltò addosso e mise la sua mano sulla mia bocca, costringendomi ad ingoiare. Con gli occhi appannati da lacrime di disgusto, vidi Serena che, contentissima, si leccava avidamente le tettone per recuperare ogni goccia di sperma, prima di riprendere in bocca il cazzo del porco.
Quanto a lui, sembrava non essere mai venuto. La sua bestia era più dura che mai, pronta a ricevere il pompino di Serena.
Jacopo mi fissò ridendo “Bevi bene, cornuto, anche se la tua ragazza beve meglio! Però sono di parola, d’ora in poi hai di nuovo la possibilità di toccare le bombe di Serena. Ora goditi il resto dello spettacolo e segati”
Per le seguenti due ore, mi ignorarono completamente. Venni in totale quattro volte guardandoli, niente in confronto a Jacopo, ovviamente.
Cominciarono con una pecorina, Serena muggiva e sbavava mentre quel cazzone la sbatteva in profondità mai da me esplorate. Le tettone della ragazza ballavano incontrollate e Jacopo alternava schiaffi fortissimi sul culo e strizzate alle tette che assomigliavano tremendamente a tentativi di mungitura.
“Ti mungo, bella vaccona! Guarda che mammelle, piene di latte! Lo senti il mio cazzone? Ti piace essere sbattuta davanti a quel cornuto del tuo ragazzo, eh?”
“SÌ CAZZO MUNGIMI SONO LA TUA VACCA, FAMMI MALE, STRINGILE PIÙ FORTE! MAMMAMIA SEI ENORME, È BELLISSIMO, VIENIMI DENTRO DAVANTI AL MIO RAGAZZO SBORRAMI!”
Jacopo venne copiosamente nella figa di Serena, ma non contento riprese subito a sbatterla, stavolta affondando la faccia tra le tettone morbide della troia.
La vacca godeva come una pazza, incitava il grassone a scoparla più forte e nel frattempo eseguiva una sorta di spagnola alla sua faccia, ancora immersa in quelle montagne. Jacopo accellerava sempre di più, muovendo il suo corpo in maniera sorprendente considerata la sua stazza.
Quando venne dentro la mia ragazza, il suo grido di goduria era a malapena udibile a causa delle tettone che lo soffocavano e degli strilli della troia.
Provarono diverse posizioni, e ogni volta Jacopo scaricava tutto quello che aveva dentro la figa di Serena. Infine era la ragazza che cavalcava il porco che, esausto, era sdraiato per terra. Nonostante la stanchezza, non rinunciava a prendere a schiaffi le mammellone che ballavano davanti ai suoi occhi, fino al momento dell’orgasmo quando le prese in bocca e le succhiò più forte che poteva mentre la vacca concludeva in bellezza con uno strillo assordante.
Serena si accasciò sull’amante. Entrambi erano esausti, e anche io ero stremato dal quadruplo orgasmo e da tutto quello che era successo. Già, ero venuto quattro volte, niente in confronto alle sette (o forse otto) sborrate del porco. Tutte dentro la mia ragazza. Vidi Serena baciare Jacopo, che rispose e le strizzò le tettone per l’ennesima volta.
Mi alzai e andai a stendermi a letto, dove mi addormentai subito.

Al risveglio erano circa le cinque del pomeriggio, e la casa era vuota. Chissà dove erano andati quei due. Appena uscito dalla camera un orribile odore di sborra mi fece girare la testa: non si erano neanche presi la briga di pulire. Una volta terminate le pulizie, in cucina trovai un biglietto di Serena.
“Ciao cornutello, io e Jaco andiamo al cinema. Se ti va pulisci la casa, altrimenti goditi l’odore di un vero uomo. Comunque, visto che ti piace tanto sapere che mi sbatto altra gente, sappi che all’università sono piuttosto famosa… e puoi capire bene il perché. Diciamo che molti 30 li ho presi grazie a delle mie doti non proprio accademiche. Se vuoi posso raccontarti tutto, uno di questi giorni. Magari mi faccio prestare la videocamera da Jaco e faccio qualche video…”
Mi rimisi a letto. Incazzato. Con me stesso. Solo a leggere quel biglietto mi era venuto duro. Volevo sapere tutto. Volevo vederla scopare con i compagni di corso e magari con qualche professore vecchio e schifoso.
Ancora non sapevo che sarei stato esaudito.
Triste ma tremendamente eccitato, me lo presi in mano.

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