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Racconti Erotici

Servizio fotografico senza veli sul molo

By 28 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Giorgia è una ragazza molto bella e conturbante. 25 anni, mora coi capelli un po’ mossi, sguardo da cerbiatta, seno generoso, vita stretta e un sedere rotondo al punto giusto.
Finalmente, dopo tanto tempo e molta gavetta, un’agenzia la contatta, intenzionata a realizzare un servizio sulle bellezze italiane.

Quel giorno la ragazza era molto emozionata. Era la prima volta che veniva fotografata da un fotografo professionista per una importante rivista. Tutto fu possibile grazie all’aiuto-fotografo, il suo amico Antonio, che l’aveva proposta per il servizio.
La prima serie di scatti prevedeva come sfondo il molo di una piccola cittadina ligure. Dopo diverse ispezioni ne scelsero uno in particolare per la sua bellezza, così, quel giorno di luglio, si ritrovarono alle 4 di pomeriggio per effettuare diversi scatti.
C’era diversa gente sul molo, soprattutto pescatori attempati e vecchiette.
Il capofotografo era uno importante, tale Gianfranco Punna, e per lei era assolutamente necessario fare bella figura, accontentandolo in tutte le sue richieste.
‘Bene signori, si comincia’ disse Punna alla piccola troupe, composta da lui, Antonio, la truccatrice e Giorgia. La ragazza era già vestita dall’hotel con l’abbigliamento che era stato selezionato per la scena, e da diversi minuti sentì addosso lo sguardo di un paio di viscidi uomini a diversi metri da lei.
Era evidente che una ragazza così bella e dal corpo altrettanto provocante non potesse passare inosservata. Come se non bastasse, l’abbigliamento scelto per quegli scatti era tremendamente provocante:
shorts di jeans, top leggero abbastanza alto, allacciato sul davanti con un paio di bottoncini, rigorosamente senza reggiseno, giacchè le tette dovevano essere il più possibile libere.
Ai piedi un paio di sandali neri coi tacchi, allacciati alla schiava intorno ai polpacci.
I primissimi scatti furono abbastanza normali, diciamo di controllo. La troupe si trovava a qualche metro dall’inizio del molo. Giorgia non doveva far altro che stare appoggiata al muro di pietra, ammiccando verso l’obiettivo.
Dopo un quarto d’ora di prove, Punna sembrava un po’ scocciato, evidentemente non gli piaceva la resa del soggetto, così decise di apportare delle modifiche.
‘Ragazza’ le disse bruscamente ‘slacciati un po’ la maglietta, che altrimenti ste foto non sono buone manco come carta igienica’.
Giorgia rimase sorpresa della richiesta e rimase titubante per qualche minuto. C’era gente attorno e non aveva certo interesse ad attirare ulteriormente l’attenzione dei pescatori vicino, alcuni dei quali ormai la guardavano interessati.
Nonostante la forte timidezza, contraddizione che la rendeva ancora più interessante agli uomini, decise di non azzardarsi neanche a contraddire il famoso fotografo, così svincolò i bottoni del top dalla loro prigionia, permettendo alla stoffa di lasciare libero il canale tra i seni, che rimanevano ancora abbondantemente coperti.
‘Alza le braccia ora, e metti le mani dietro la testa’ le disse Punna.
In quel modo avrebbe contribuito a scoprire parte delle mammelle, permettendo ai lembi del top di allontanarsi l’uno dall’altro, ma, ancora una volta, decise di non pensarci su troppo, e accontentò il fotografo senza tergiversare troppo.
Dopo venti interminabili minuti in quella posa, Punna riprese la parola: ‘Ok ora’ disse rivolto alla ragazza, che durante questi momenti di pausa ne approfittava per coprirsi il più possibile ‘faremo delle foto in movimento. Voglio che tu cammini moooolto piano verso di me’.
La ragazza asserì. Dato che avrebbe dovuto camminare in direzione del fondo del molo con diversa gente li sopra, si sentiva imbarazzata, così automaticamente si riallacciò la maglietta.
All’istante fu fulminata dal fotografo.
‘Ehi ehi ragazzina che fai? Lasciala così com’è quella! Ma guarda te”
Vide Punna parlottare con Antonio, che poi andò verso di lei.
‘Senti Giò’ le disse ‘Punna mi ha detto di sistemare una cosina…’ e mentre lo diceva le slacciava i jeans abbassandoglieli di qualche centimetro.
‘Ancora un po”’ gli urlò Punna.
Ormai erano quasi rasenti la figa, alchè Antonio si fermò. Una vampata di imbarazzo solcava le guance della ragazza.
‘ehi Antò, e basta così!’ gli disse.
Il suo amico non le rispose, ma guardò il capo per un cenno di assenso. Punna, di rimando, mimò il gesto di levarsi la giacca’voleva che aprisse i lati del top della ragazza.
Come Antonio afferrò questi ultimi, Giorgia sbrottò ‘EEEEhh ma allora’ disse coprendosi le tette ‘ Qui si esagera! Mica dobbiamo fare le foto per un calendario porno!’ disse rivolta al capofotografo.
Punna la guardò con occhi congelati, mentre Antonio rapidissimamente girò la faccia dell’amica verso di lui per dirle ‘OOOhh ma sei pazza??? Non puoi rispondere a Punna così! Quello se ha voglia molla tutto ora e tu non ti farai fotografare più da nessuno in Italia, lo capisci?’
‘Ma’ehi quello è un maniaco, non è colpa mia! Hai visto quanta gente che mi sta fissando già ora? Ma non possiamo rinviare?’
‘no no senti Giorgia, non hai capito. Oggi dobbiamo fare tutti gli scatti del molo, se no slitta tutto il programma delle riprese. Tu devi fare tutto quello che dice lui va bene? Funziona così, è un pezzo di merda, ma è uno dei migliori in Italia. Dai ci vorrà un attimo, ormai la maggior parte degli scatti li ha già fatti fidati di me’.
‘va bene maledizione’ gli rispose.
In un attimo il suo amico aveva le dita sulla stoffa della magliettina. La ragazza notava come lo sguardo dell’amico tradisse un interesse decisamente morboso verso quello che stava facendo. Le dita tentennavano, come se fossero controllate controvoglia…i lembi del vestito venivano allontanati lentamente, rivelando sempre di più il magnifico solco tra i seni e la parte interna delle mammelle. Ormai Antonio era sul punto di scoprirle i capezzoli, quando venne fermato da Punna. “Ok, va bene così”.
Nel mollare la presa, Giorgia sentì le dita dell’amico indugiare in maniera sospetta sulle sue rotondità per un paio di secondi.
Era infastidita, ma sopportò brillantemente la situazione per non fare altre scenate.
‘Ok ora, voglio la tua mano destra che giocherella con le ciocche dei capelli, mentre la sinistra nella tasca dei jeans’ le urlò Punna, mentre Antonio era tornato al suo fianco e non le staccava gli occhi di dosso.
‘Certo brutto porco’ pensò ‘così almeno si abbassano ancora di più”
‘Tu cammina, e non ti fermare per nessun motivo capito?’
Sistemate le regolazioni della potente Kanon digitale, Punna diede il via alla maliziosa camminata.
C’erano pensionati e pescatori seduti sulle panchine laterali, altri all’esterno delle barche ormeggiate, e tutti a turno si videro passare di fianco questa bellissima dea seminuda.
‘Ok ok bellissima’ si lasciò sfuggire il capofotografo, in un raro momento di positività.
Con l’avanzare dei metri, Giorgia si accorse di un particolare che la mise ancora di più in imbarazzo. La stoffa molto leggera, al sobbalzare del rotondo seno, si avvicinava ai lati sempre di più, scoprendo centimetri su centimetri.
‘Oh cavolo!’ pensò ‘qua tra poco mi si vede tutto’. Sperava che di lì a poco Punna fermasse la camminata, soddisfatto degli scatti. Non poteva nemmeno utilizzare le mani per riaggiustarsi l’indumento, dato che entrambe erano impegnate nella posa richiesta dal fotografo.
I suoi desideri, però, non furono soddisfatti, così, nonostante i tentativi di gestire lo scivolamento del top muovendo il busto, bastarono pochi minuti perché si scoprirono i due piccoli e scuri capezzoli, suscitando un’impennata nel livello d’attenzione morbosa, già alto, dei pescatori sul molo.
Anche Antonio non riusciva a staccarle gli occhi addosso, mentre solo nello sguardo della truccatrice poteva scorgere conforto al suo imbarazzo.
‘Oh cazzo!!!’ pensò tra se ‘lo sapevo! Ma quando la smette di indietreggiare sto stronzo?? Guarda qua che bella figura da troia che sto facendo. Foto artistiche col cazzo’.
La camminata della ragazza venne seguita al rallentin da decine di persone’i lembi della maglietta, ormai, erano incastrati ai lati del petto, impossibilitati a nascondere alcunché del prosperoso seno della ragazza, completamente alla mercè degli occhi sbalorditi degli autoctoni, che mai, in quel vecchio paesino, avrebbero potuto assistere una seconda volta ad una scena tanto eccitante.
La ragazza non era mai stata così in imbarazzo in tutta la sua vita.
Dopo aver confabulato per qualche istante con Punna, la truccatrice si avvicinò a Giorgia, che non smetteva mai di camminare. Le puntò un nebulizzatore sul seno, e le spruzzò addosso qualche nuvola d’acqua.
“Mmmmmhhh maledizione, ora prendo tutti a sberle…anche i capezzoli turgidi” pensò.
Ora la ragazza aveva il seno bagnato e umido, imperlato da goccioline che ne sottolineavano le rotondità. I capezzoli appuntiti svettavano orgogliosi alla fine dei promontori.
‘Ok ora abbassa un po’ di più la magliettina, falla scendere dalle spalle’
la ragazza, per farla finita il prima possibile, non perse tempo ad accontentare il fotografo, lasciando ora scoperte anche le spalle.
‘molto brava’brava’adesso lascia giù la maglietta e avanza con entrambe le mani nelle tasche dei jeans’
Giorgia ormai era oltremodo in palla. Sentiva uno a uno gli occhi perversi degli uomini sopra il suo corpo, ma scoprì una sensazione nuova che si faceva largo nel muro di timidezza, come un affogato senso di perverso piacere. L’eccitazione di essere l’ossessione erotica di tanti pescatori, al tempo stesso vicina ma inarrivabile, bussava nella sua testa in attesa di essere completamente accolta.
In pochi secondi fece scivolare il top oltre i gomiti e i polsi, e lo vide con la coda dell’occhio che si adagiava sulla pietra del molo.
Nonostante tutto, lo stato emozionale prevalente era ancora l’imbarazzo e la vergogna. Non era di certo abituata a mostrarsi in quel modo in pubblico.
A forza di camminare arrivarono alla fine del molo, in un piccolo spiazzo circolare che dava sul mare circondato da una ringhiera di ferro di sicurezza. Il muretto che aveva seguito la lunghezza del molo proseguiva per un breve tratto seguendo il confine circolare dello spiazzo, ma lasciava subito spazio alla ringhiera.
In quella piccola zona c’erano giusto una paio di coppiette attempate che passeggiavano. Oltre a loro si scorgevano diversi sub in acqua e barche di passaggio che entravano o uscivano dal porto.
Insomma, ancora più occhi di quanti non ce ne fossero nel tratto lungo del molo. Arrivati a quel punto, Punna disse la tanto attesa frase “Ok basta ,bene così ragazza, fermiamoci un attimo qua’.
Giorgia si preoccupò immediatamente di coprirsi i morbidi seni con le mani, giacchè la magliettina era ancora distesa per terra diversi metri prima. Almeno le persone che si trovavano li intorno non avevano avuto il tempo di osservarle le tette, al contrario di tutti i bavosi pescatori che avevano incrociato prima.
Ad ogni modo, le sarebbe bastato recuperare la maglietta ,appoggiata per terra una decina di metri prima, per potersi rilassare un pò, magari fumarsi una sigaretta in santa pace senza doversi preoccupare di essere squadrata in continuazione dalla gente.
“Camilla scusa, andresti a prendermi il top?” Chiese alla truccatrice.
‘Si certo subito’ le rispode di rimando la truccatrice.
‘Ah senti, già che torni indietro’ le urlò Punna ‘vai al baretto all’inizio del molo a prendere dell’acqua! Dai di corsa!’
Giorgia vide Camilla camminare a passo sostenuto, e sperava vivamente che prima di tornare all’inizio del molo le portasse la maglietta per coprirsi, visto che, come volevasi dimostrare, i maschietti nello spiazzo si erano già accorti di lei, e con gli occhi le trapassavano le mani e i jeans, nella speranza di vedere qualcosa di più.
A dire la verità, con i palmi completamente distesi ad accogliere la rotondità delle sue mammelle, Giorgia era di gran lunga molto più eccitante così che non se fosse rimasta in topless.

Nonostante le sue speranze. la truccatrice non tornò che dopo una decina di minuti con le bottiglie d’acqua.
“Bastarda, potevi fare piu in fretta” pensò.
Camilla, tutta trafelata, porse subito l’acqua a Punna e poi si diresse verso Giorgia, senza più niente in mano.
“E la maglietta???” le chiese la ragazza, sempre tenendo ben coperte le tette.
“E che ne so, quando son tornata indietro non c’era più, qualcuno deve averla fregata”
“Cooosa?!?! come fregata, ma che stai dicendo??”
“Oh sul pavimento non c’era più nulla, a parte cagate di gabbiani. che altro posso dirti? mica è colpa mia!”
“Ma…puttana troia…certo che è colpa tua, dovevi prenderla subito invece di stare li a leccare il culo a quello là” riferita a Punna “e ora come faccio, sono qua mezza nuda da più di un’ora e non ho niente con cui rivestirmi!”
“Ma pensa te, che stronza…” le fa eco la truccatrice seccata “e poi smettila di fare tanto la pudica, che ti piace stare li a fare la troietta davanti ai pescatori…puttana…”
“Coome??” sbrottò Giorgia “ma come ti permetti?” e all’istante alzò le braccia e spinse Camilla, noncurante di aver liberato finalmente il seno agli sguardi vogliosi degli uomini li presenti.
Antonio vide la scena e intervenne subito, bloccando Camilla dalla sua reazione.
“Ma vaffanculo scema!” le replicò, arpionata dall’aiutofotografo.
In qualche modo gli animi si sbollirono in pochi minuti, dopo una serie di finte scuse da parte delle due ragazze, che sotto sotto però non avevano perdonato l’una l’altra.
Punna non si preoccupava più di tanto della cosa, a lui interessavano solo le foto. Giorgia invece, a meno di non trovare qualcos’altro da mettersi addosso, sarebbe stata costretta a tornare in albergo in quell condizioni, con solo gli shorts indosso.

‘Bene, manca solo l’ultima serie e per oggi abbiam finito’ disse Punna.
L’ultimo giro avrebbe dovuto essere abbastanza semplice, ma nondimento artistico.
La ragazza avrebbe dovuto limitarsi a stare appoggiata al muro come nei primi scatti, ma con di fianco una canna da pesca, sul cui amo dovevano essere appesi degli slip da donna.
Ma ci fu un problema inatteso, infatti Antonio non trovava il tanga che avrebbe dovuto avere appresso proprio per quella foto.
Dopo diversi minuti di ricerca, non potè far altro che constatare di averlo dimenticato in camera, in mezzo al materiale per le fotografie dei giorni successivi.
Punna andò su sutte le furie.
‘Ma come, cazzo!!! Ma come si fa a lavorare così?? Maledizione!’
Nessuno osava contraddirlo, e ci fu silenzio per un po’, in attesa di trovare una soluzione. Tornare in albergo richiedeva troppo tempo e il sole stava per tramontare.
‘Ragazza’ disse Punna rivolto a Giorgia, che temeva di sapere cosa le stava per chiedere ‘Hai su le mutandine tu?’
‘Ehm’si certo”
‘Ok, allora levatele, ci servono’
‘E come dovrei fare?? Vedi forse un camerino qui??’ gli rispose stizzita, allargando le braccia in un gesto di stizza, dimenticando il motivo per cui le teneva incrociate sul petto.
Punna non la degnò di risposta, mentre Antonio accorse verso di lei con un asciugamano in mano.
Per la verità, viste le dimensioni sembrava di più un fazzoletto che non un telo da mare.
“E con questo cosa dovrei fare?” chiese all’amico.
“Dai dai, mettitelo su e togliti gli slip. Dopo rimettiti gli shorts e facciamo gli ultimi scatti”
“Mmm senti giramelo tu attorno alla vita e vediamo SE copre qualcosa. Io non posso come vedi”
Antonio si avvicinò insicuro a lei, ancora evidentemente incapace di controllare la propria eccitazione di fronte all’amica seminuda davanti a lui. Il suo sguardo si soffermava senza vergogna proprio sulle mani di lei, indagando ogni centimetro di seno che lasciavano scoperte.
Giorgia, sempre più imbarazzata, gli disse “Guarda che la vita è più in giù eh…”
“Ah si si….scusa…è che…”
“Dai dai non fa niente” gli rispose rassegnata, ma anche vanitosamente contenta di fare quell’effetto sotto sotto.
Ripresosi dall’empasse, in un attimo l’asciugamano fu steso attorno al vitino della ragazza.
Riusciva a malapena a fare il giro completo (non se ne parlava di riuscire a stringerlo con un minimo di nodo) e poi non le arrivava neanche a metà coscia.
‘Eh che vuoi farci Giorgia su..dai appoggiati contro il muro che prima inziamo prima finiamo’
‘Eh la fai facile tu’anzi mi sa che hai fatto apposta a dimenticare gli slip in albergo” gli disse mezza infuriata.
Si avvicinarono al muretto pronti a dare il via a quello striptease improvvisato.
UNDER FISHMEN’S SIGHT

Mentre Antonio teneva l’asciugamano svolto davanti, Giorgia, coprendosi a fatica con un braccio il seno, cominciò ad armeggiare con la mano libera per slacciare gli shorts.
Dopo qualche attimo, finalmente il bottone cedette, e potè abbassare la zip della patta.
‘Ok Anto, ci sono, ora abbasso tutto. Mi raccomando non fare scherzi se no ti ammazzo’
‘No dai non preoccuparti’ le rispose il ragazzo. Il suo tono di voce non nascondeva una certa eccitazione e le sue mani riluttanza a dover coprire il tutto.
Intanto intorno a loro c’eran diverse persone, uomini e ragazzi per lo più, incuriosite, ma molte, vista la vicinanza, guardavano di sottecchi, oppure di sbircio.
Quelli che non si facevano troppi problemi a mostrare evidente interesse erano i pescatori sulle 2-3 barche vicino al molo. Distanti una decina di metri dal molo dove stava Giorgia, ormai erano posizionati sul ponte di prua, a godersi la scena e i suoi sviluppi.
Giorgia tergiversò un po’ prima di eseguire la ‘mossa fatale’. Si chiedeva se era possibile lavorare in quelle condizioni, senza neanche pannelli laterali a coprire il set’evidentemente la crisi economica aveva colpito anche le grandi aziende fotografiche.
‘..Ok..via..’ disse la ragazza.
Mentre con il braccio destro steso copriva il seno, con la sinistra afferrò contemporaneamente i lembi dei jeans e delle mutandine, e li tirò verso il basso.
Si diede un’occhiata intorno. Aveva tutti gli occhi addosso. Non si era mai vergognata tanto in vita sua. Non si era mai sentita così porca in vita sua.
Un paio di strattoni in diagonale, e la sua passerina depilata si ritrovò libera, contro il tessuto soffice dell’asciugamano. Shorts e mutandine bloccati a metà coscia, sotto il micro-telo.
‘E tienilo attaccato Antò!’ urlo a bassa voce all’amico, riferendosi proprio al fazzoletto coprente.
‘Ah si scusami’!’ tentò di difendersi l’amico, visibilmente paonazzo in viso.
Giorgia si chinò per far scendere ulteriormente shorts & mutandine fino al ginocchio. A quel punto, grazie al movimento di anca, riuscì a far si che calassero fino a terra, incastrandosi tra i lacci dei sandaletti.

Quando agli spettatori intorno a lei fu chiaro che la ragazza si trovava ora appoggiata al muro completamente nuda, con solo i sandali alla schiava e quel piccolissimo asciugamano a coprirle la passerina, ci fu un boato silenzioso di interesse morboso.
I pescatori sulle barche si davano gomitate di intesa, annuendo e sgranando gli occhi.
Giorgia, così, era fantastica.
Difatti, non passò molto che qualcun altro oltre ai pescatori se ne accorse.
‘Ehi voi’!’ Tuonò Punna, ripresosi dall’assemblamento dell’obiettivo giusto per la fotocamera.
‘Facciamo qualche scatto così, tu ragazzo levati’.
Giorgia rimase impietrita. Non vedeva l’ora di poter reindossare gli shorts, e Punna aveva detto di stare fermi cosi? IN PIU’ aveva anche chiesto ad Antonio di allontanarsi???
‘No scusi eh, se lui va via così si vede tutto..’ replicò timidamente Giorgia.
‘Macchè, tieni su tu l’asciugamano con il braccio libero. Ragazzo, intanto porta qui le mutandine che cominciamo a metterle sull’amo’anzi no’porta qui tutto, anche i pantaloncini’
Giorgia non poteva credere alle proprie orecchie. Sarebbe dovuta rimanere così per altri minuti, peraltro con gli shorts e le mutandine lontane diversi metri.
In più, avere solo una mano per reggere l’asciugamanino significava non poterlo tenere teso, ma semplicemente tenerlo stretto proprio nella zona della sua micina, lasciando i lembi lascivi ai lati.
Morale, avrebbe coperto giusto giusto l’albicocca con la mano, mimando quasi un gesto masturbativo.
Antonio non perse troppo tempo ad accontentare il maestro.
‘Giò, reggi qui’ disse freneticamente.
La ragazza non ebbe la forza di controbattere, a quel punto si augurava che la giornata finisse prima possibile.
Afferrò il microtelo, che si rivelò più sottile del previsto. Lo spinse subito contro la passerina per essere sicura di coprire bene almeno quella.
Lo fece però con troppa veemenza, tanto che sentire improvvisamente le proprie dita sopra il proprio sesso la fece sussultare’si sentì la micina sensibile, molto molto sensibile.
Era eccitata, anche se non lo ammise a se stessa.
Intanto Antonio, in un amen, le levò gli ultimi indumenti che le erano rimasti e li riportò al fotografo.

‘Bene, bene così, ora dammi un’espressione sensuale’ disse Punna a Giorgia.
La ragazza stava morendo di vergogna, ma cercò di fare del suo meglio. Sentiva i capezzoli induriti contro il braccio. La mano che reggeva il micro-telo sopra il suo sesso aveva le dita appoggiate voluttuosamente proprio sopra le labbra umide.
‘Beene, bene’ora metti la mano tra i capelli, come se ti stessi pettinando’
Questo voleva dire lasciare ancora il seno libero, come nella passeggiata precedente.
Stavolta si scoprì meno pudica’e senza farsi troppo pregare alzò il braccio destro tra i capelli, mostrando così il suo ben di dio ai pescatori, ormai ammassatisi sulle barche con videofinini e smartphone per riprendere la scena.
Giorgia ammiccava alla fotocamera, mentre i suoi piccoli movimenti non facevano altro che far sobbalzare il morbido e procace seno naturale.

> continua

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