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Simone

By 7 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

 

“Heilà, vieni a correre? Alle 5 a casa mia” Mi ero ritrovato questo messaggio sul cellulare verso le tre e mezza. Era di un mio amico, Simone, di un paio d’anni più giovane di me. Gli rispondo subito confermandogli l’appuntamento. Alle 5 meno 10 esco di casa, cinquecento metri e sono a casa sua. Ci salutiamo e subito partiamo per il nostro solito giro. Mentre corriamo chiacchieriamo del più e del meno, delle rispettive fidanzate (la mia è sua sorella), della scuola e di calcio. Io corro mezzo metro dietro per lasciargli dare l’andatura, quindi riesco ad osservarlo bene da dietro. E’ alto una ventina di centimetri meno di me, circa 1,70, molto magro e con un fisico lievemente scolpito dai molti anni di calcio. Io sono più alto, circa 1,90, ma anche molto più grosso. Correndo non posso fare a meno di notare che ha veramente un bellissimo sedere, perfettamente proporzionato e sodo. Dopo circa 45 minuti di corsa ininterrotta ci fermiamo a bere ad una vecchia fontanella nascosta dietro ad una macchia d’alberi. Appena mi chino per bere sento una mano che mi sfiora il fondoschiena; ovviamente penso ad uno strusciamento involontario di Simone, quindi faccio finta di nulla e continuo a bere. Non posso però più fare finta di nulla quando tutta la sua mano si appoggia sul sedere e da li non si sposta. Mi alzo e mi giro:”Vuoi anche farmi un sega fighetta?” gli dico scherzando e pensando ad uno scherzo.                                                                                                                            “Con tutto il cuore” mi sento rispondere. Li per li rimango un po’ spiazzato. Continuo a pensare che abbia voglia di scherzare, quindi, per stare al gioco mi abbasso pantaloni e mutande e gli dico:”accomodati pure allora. Sono a tua disposizione.” Lui invece di allontanarsi come avevo pensato avrebbe fatto si avvicina, allunga una mano e inizia pian piano a toccarmi il cazzo già mezzo in tiro. Mi guarda e mi chiede:”Posso?” Io gli rispondo:”Davvero lo faresti?”                                                                                                                               “Ovviamente, anche se non sono gay voglio provare ad andare con un uomo e tu sei perfetto: hai esperienza e soprattutto sei un mio amico quindi non dovrebbe costarti molto. Non vorrai dirmi di non aver mai sognato di fare o farti fare qualcosa da un uomo?”                                                                                                      “Al contrario: mi sono fatto un sacco di seghe pensando di essere spompinato o di spompinate un ragazzo. Te. Però è sempre stato un sogno.”                                                                                                                                “E non vorresti realizzarlo?”                                                                                                                                                               “Se devo essere sincero si, ne ho una gran voglia.”                                                                                                            “Allora lasciami iniziare” mi dice, e piano piano inizia a segarmi in piedi. Io mi siedo sulla panchina di fianco alla fontana e lui si inginocchia tra le mie gambe. Il movimento della sua mano si fa sempre più veloce, poi ad un certo punto inizia a baciarmi piano la cappella. Inizialmente sono solo bacetti, poi diventano leccate sia alla cappella sia all’asta, fino a diventare un vero e proprio pompino. Aiutandosi con la mano continua a pomparmi per qualche minuto buono, poi lo fermo per non esaurirmi subito, lo attiro verso di me e ci baciamo. All’inizio è solo un semplice bacio a stampo, che poi diventa un vero bacio passionale. Le nostre  lingue si inseguono nelle nostre bocche e io ricerco nella sua il sapore del mio cazzo. A quel punto decido di ricambiargli il piacere, quindi lo faccio sedere, gli abbasso i pantaloni, poi le mutande e vado a scoprire il suo pene. E’ di  modeste dimensioni, già perfettamente in tiro. Dopo un minuti di su e giù con la mano non resisto più e lo prendo in bocca. Neanche i dieci secondi del primo pompino della mia vita e lui viene, riversandomi dritto in bocca un quantità industriale di sborra zuccherina. Io non sputo, ma non ingoio neanche, e quando lui inizia a scusarsi dicendo che non è abituato a quei servizi e che non voleva venirmi in bocca, mi riavvicino al suo viso e lo bacio. Inizialmente non sembra gradire, poi dopo un po’ inizia a piacergli, tanto che me ne ruba di bocca più di metà e la ingoia subito.

Con la propria sperma ancora sulla bocca ritorna ai miei piani bassi e riprende il lavoro che aveva lascito a metà pochi minuti prima. Cerco di resistere più tempo possibile, ma dopo appena qualche minuto di un fantastico pompino non ce la faccio più e gli vengo dritto in bocca.

Imitandomi lui si tira su con la bocca ancora piena, mi si avvicina e mi bacia. E’ la prima volta che assaggio la mia sbora, e devo dire che non è niente male.

Continuiamo a baciarci per circa dieci minuti, passandoci continuamente il mio seme di bocca in bocca. Poi scendo e inizio a leccargli il capezzolo destro, ormai turgido, per poi passare al sinistro. Scendo ancora e ritorno al suo pene, ormai di nuovo eretto,  e me lo faccio scomparire in bocca. A quel punto Simone si sdraia sulla panchina e io sopra di lui. Iniziamo così uno splendido 69 tra uomini. Dopo circa un quarto d’ora, veniamo praticamente all’unisono, ci solleviamo e ci baciamo. Ognuno ha in bocca il seme dell’altro e baciandoci ce lo scambiamo molte volte. Lo dividiamo e ognuno ne beve una parte, poi ritorniamo a baciarci con trasporto.

Dopo dieci minuti siamo di nuovo pronti a re iniziare la nostra corsetta. Quando ci separiamo ci diciamo:”alla prossima corsa”….

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