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Sogno inconfessabile di una vergine

By 12 Settembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Rebecca

Oggi sono a casa da sola, a studiare. Non capisco perché non riesco a concentrarmi, non e’ da me. Mi sto innervosendo, ecco ho fatto cadere il caffè sul libro. Cazzo!
Io..mi sento strana.
Insomma sono stanca di stare qui a studiare…che cos’ho che non va? Le mie amiche pensano solo ai ragazzi, e scopano anche, pure quelle brutte.
Io..non l’ho mai fatto.
Sono diversa per questo, ma io lo voglio fare quando mi sento pronta, quando mi sento così matura da vivere consapevolmente la mia prima volta, il sesso. Voglio scegliere io il momento e la persona.
Io lo voglio fare per solo sesso, la prima volta. Lo so, e’ strano. Ma farlo con qualcuno per amore..mi fa paura. Perché l’amore spesso fa male e se poi il mio amore mi tradirà, mi farà soffrire…la cosa che più mi farà male sarà avergli dato una parte importante di me, il mio momento più speciale.
Non voglio.
Voglio darlo a qualcuno che mi piace, che mi attrae..e che semplicemente mi rispetti.
Non lo so perché mi viene in mente Diego, e’ da un anno che abbiamo finito il liceo che non lo vedo. Lui mi piace, quando penso a lui mi sento strana. Penso di essere attratta da lui perché..perché lui, io…
quando mi parla, i suoi occhi..
Io mi sento eccitata e mi bagno tantissimo. Sono sicura che e’ bravo..che mi farebbe sentire una donna mentre mi scopa.
Ogni tanto ci ho parlato in questo periodo, solo su facebook. E a volte lo so, mi faccio i film, ma ho immaginato come sarebbe toccare il suo corpo..spogliarlo, e baciarlo, e farmi spogliare da lui. Chissà come sarà la prima volta..e quando gli dirò che sono vergine..
Mi sdraio un attimo sul letto con tutti questi pensieri…immagino Diego che mi prende, per la prima volta, e mi fa male, e mi fa godere.
Oddio..sono un lago.
Quanto vorrei che mi leccasse, stringergli la testa tra le mie gambe, e assaggiare il suo uccello e poi farlo ancora, essere sua, tutta la notte.
Mi sento rossa e calda, mi spoglio sul letto. Rimango solo col perizoma e ho i capezzoli dritti e duri, li sfioro..e mi immagino che siano le sue mani di uomo a farlo. Mi tolgo il perizoma, c’è odore di me nella stanza..mi passo un dito tra le labbra della fica, lo bagno tutto e cerco piano l’entrata..com’e’ stretto…mi massaggio le tette, vorrei ci fossi tu sopra di me adesso..io sento che mi manca qualcosa, sento il bisogno di essere riempita, anche se non so cosa si prova.
Annuso il mio dito e me lo passo sulle labbra, lo assaggio adesso…ho voglia di te..di essere tua..di soddisfarti..mi impegnerei, sarei brava, e sarei tua.
Mi scivola il dito sul clitoride e lo tocco piano, con due dita inizio a stimolarlo più velocemente, in senso circolare, perché ho bisogno di sentire piacere adesso.
Sento il calore dentro di me, e l’eccitazione che cresce, sempre di più, ho bisogno di andare sempre più veloce, non riesco a fermarmi adesso e arrivo al culmine, e mi contraggo e ansimo sul letto.
Chiudo gli occhi.
Devo riuscire a fare in modo di vederti. Ho deciso..ti chiederò di vederci, anche solo per un caffè, forse accetterai.
…il resto verra’ da se’. Diego

Mi sembra strano, questo improvviso interessamento. Rebecca, la prima della classe, la secchiona, quella carinachenonladaràmaivia. Gli altri non la considerano nemmeno, perché effettivamente è strana..sembra che non le interessino i ragazzi, sembra proprio che abbia altre priorità. Eppure è bellina, mora, alta, con quegli occhi profondi, intelligentissimi. E ha un ottimo gusto nel vestirsi, un gusto anche provocante, ai miei occhi attenti. Ho notato i suoi perizomi, a volte ben visibili sotto i pantaloni attillati. E mi attrae parecchio il suo seno, nascosto ma sodo, bello, da toccare. E’ un bel tipo, socievole, ma mai troppa confidenza, semplicemente è a posto così, fra i suoi libri di filosofia, e non lo nasconde. E per questo motivo nessuno la disturba più di tanto.

Beh, da un paio di giorni Rebecca mi sta scrivendo su Facebook, e in maniera piuttosto insistente. Se non fosse lei direi che ci sta provando, cavoli. In questo periodo mi sento molle, non ho voglia di far nulla. E’ estate, il caldo è soffocante, e ancora non mi sono tolto dalla testa la mia ex. Qualche limone qua e là e una scopata veloce una sera non mi hanno soddisfatto nemmeno un po’, e cerco altro. Mi serve qualcosa che mi risvegli.

Rebecca vuole bere un caffè domani, mah. Andiamo, cos’ho da perdere? Tanto non succederà nulla, parleremo come sempre del più e del meno, dei nostri cari compagni, dell’Università, e me ne andrò a letto presto. Anzi, magari ci scappa anche una birretta con gli amici, dopo, se non finiamo tardi. Amen, andata, domani alle sei.

Diavolo però, non sembra lei, mentre chattiamo sembra mi stia provocando..si vuole far vedere sulla webcam. Ci salutiamo, sorridendo. Due chiacchiere, fra amici, come sempre, non mi impediscono di notare che indossa un piacevole reggiseno nero, di pizzo, che le stringe il seno. E basta. Vedo la pelle nuda, sotto..che carina che è, diamine. Non so perché gli altri non notino questa sua sensualità. Si china, ad alzare il volume, e un capezzolo le esce dal pizzo, evidentemente stretto. Uao..la visione mi eccita..e lei sembra non accorgersene. Dico sembra, perché mi sembra impossibile..non smetto di guardarla un attimo, mentre parliamo, e sento il mio cazzo duro, sui boxer. Basta fantasie, Diego, basta, tanto son solo fantasie. E poi sei proprio un morto di sesso, per un capezzolo. La saluto, tanto ci vediamo domani, dico. Mi fa l’occhiolino, si sistema il reggiseno, quardandomi fisso, e chiude la comunicazione. ‘Buonanotte, uomo, a domani..’ ;). Diamine, che abbia fatto apposta? Non mi addormento, prima di soddisfare il mio uccello. Penso a come sarebbe possederla violentemente lì, sulla mia scrivania. Penso a quanto vorrei succhiare quei capezzoli, scuri e grandi, a quando vorrei stringere il suo seno tondo fra le mani. Mi ispira violenza, Rebecca. Ho un orgasmo notevole, sporco tutto il lenzuolo..vabbè, qualcuno pulirà domani. Ora dormo. Pirla, tu e le tue fantasie. Diego

Ore sei in punto, passo a prenderla. Scende dopo cinque minuti, con un vestitino azzurro davvero bello. Ha gambe lunghe e abbronzate, e sorride. Sale in macchina, e respiro il suo profumo, dolce, e intenso. Mi piace, le brillano gli occhi. Ho fatto tutto il giorno a pensare a quella chiacchierata in webcam, e non mi esce dalla testa che l’abbia fatto apposta..le mie prospettive per questa uscita sono cambiate, la cosa mi incuriosisce parecchio.

Ci dirigiamo al locale, e scegliamo un aperitivo, piuttosto che un banale caffè. Si chiacchiera tranquillamente, come sempre d’altra parte, ma si ride di più, per nulla. Io cerco di capire, di cogliere i suoi segni. Parliamo della mia ex, parliamo delle sue vacanze. Andrà in Inghilterra tre mesi, prima di iniziare l’Università, dice che vuole cambiare, che per lei è un periodo di transizione, e che vuole viverlo in pieno. E sorride. Sono due cocktail, già..comincio a sentire una certa eccitazione. Le sfioro le mani spesso, e mi sposto più vicino a lei. E’ rossa sulle guance, un po’ accaldata, e sento il suo profumo che mi circonda. Sarà l’alcool, o la situazione inaspettata, ma comincio ad eccitarmi, e nei miei pantaloni diventa visibile una chiara erezione. La conversazione non smette mai, e adesso la trovo bellissima mentre ride. Ad un certo bel punto si ferma, Rebecca, e mi guarda, fisso negli occhi. Secondi, che sembrano ore. “Scusami, uomo, ma devo andare in bagno a sistemarmi..”, mi dice sorridendo. E si alza. Non posso fare a meno di notare che ha un perizoma, sotto il vestito. E la mia eccitazione aumenta.

Torna dopo poco, ancora più profumata, e la convinco ad andare in un altro posto, un po’ più da serata. E’ la volta di un altro cocktail, dice che ne vuole uno leggero lei, perché due sono sufficienti. Mentre parliamo, le metto una mano sulla coscia, e la tengo lì ferma. E’ calda, e invitante, e per un attimo apre le gambe leggermente, in maniera impercettibile. Sento la sua eccitazione ora, non c’è che dire. Sento il desiderio enorme di baciarla, e non ascolto quello che dice, concentrato sulle sue labbra che mi chiamano. “Ehi, mi stai ascoltando..? Mi pareva che ti fossi perso un attimo…”..la sua voce mi richiama alla realtà. E’ cambiata, è una voce calda, suadente, da gatta..sento i brividi. Diamine, ma chi si sarebbe mai immaginato tutto questo, con lei, è incredibile. Mi sento elettrico, e siamo vicini ora, molto vicini. “Ascolta, andiamo verso casa, che ne dici..?”

Io cosa posso dire, andiamo..secondo me non è solo un invito ad andare a casa, questo. Spero di non sbagliarmi. Arriviamo al suo cancello. Per tutto il viaggio non ho fatto altro che respirare il suo odore, dolce e invitante. Mi fermo, mi giro, e la guardo. Le prendo la mano, la accarezzo. Ha un brivido, chiaramente. Le sorrido. “Addirittura un brivido, signorina..e le ho solo toccato la mano..”. Io sorrido, ma lei è seria. Mi guarda, e in quello sguardo vedo finalmente solo e soltanto desiderio. Le prendo la testa fra le mani, e la bacio. Prima sulle labbra, poi lei schiude la bocca. Ha un sapore buonissimo, incontro la sua lingua, morbida. Ci baciamo a lungo dolcemente. Mi sposto, e le bacio la fronte..dio che voglia. Ho il cazzo duro come non mai, e mentre la guardo negli occhi mi accorgo di non farcela più. Riprendo a baciarla, questa volta sono più deciso, e le scappa un gemito. Non si lascia baciare, prende in mano la situazione, si sposta, e mi spinge la testa contro la sua bocca. la stringo sui fianchi, e il bacio si fa sempre più appassionato. E’ puro piacere, questo..le mie mani vagano, vagano sulla sua schiena, sul suo volto, scendono, e passano leggere sui seni, per arrivare alla gambe nude. Le apre, invitante. Poi,inaspettatamente, sento la sua mano sui miei pantaloni, che preme forte. Segue il contorno del mio cazzo, che ora è duro come non mai. Ritorno sui seni, e questa volte li premo. Geme ancora. Li stringo fra le mani, si stacca dal bacio e ansima. Mentre le bacio il collo ne approfitto, la mia mano scivola sulla sua coscia, senza alcuna resistenza. Ormai è in ginocchio sul sedile, e appena arrivo sul suo perizoma ho un sussulto. E’ completamente bagnato, sento il pizzo umido fra le mie mani, e appena la sfioro geme più forte. Le passo due dita lungo tutto il perizoma, e le sento fradice. Si ferma, mi guarda. “Forse dovremmo levarci da qui, siamo un po’ sulla strada..”. La sua mano non si sposta dai miei pantaloni. Lo sento pulsare, duro. Sì, è il caso di spostarci.

Rebecca

Questa sensazione di totale e ingestibile eccitazione mi sta uccidendo. Non pensavo fosse possibile essere così poco lucida, mi rendo conto che in questo momento potrebbe succedere qualsiasi cosa e io sarei qui a chiedere solo di farmi scopare, per una volta. Ho talmente tanta voglia che non riesco ad oppormi al desiderio che mi spoinge a slacciargli i pantaloni, mentre lui guida verso chissà che posto. Lo voglio, lo voglio ora. Mi spaventa questa cosa di non potermi controllare, ma dall’altro mi sento ancora di più i brividi. Mi sento guidata da una forza senza freni, voglio provare piacere, e questo è tutto. Continua a guidare, in silenzio, e io voglio vederlo. Ora. Tento di tirargli giù i pantaloni, lui mi guarda per un istante e poi mi aiuta.

Eccolo. Lucido, sulla punta, alto, grosso. Io so che mi farà male, lo so perché lo so. Ma quanto lo voglio, ora..lo ac carezzo..freme, sento la sua eccitazione. E poi quel profumo che si spande in macchina non fa che aumentare le scossettine al basso ventre che mi fanno letteralmente colare. Fa caldo, e gli accarezzo i testicoli, mentre di nascosto assaggio quel liquido lucido che c’è sulla cappella. Finalmente siamo arrivati. Finalmente. Ora sta a lui, mi sta battendo forte il cuore, forse glielo devo dire.

Poi mi bacia. E perdo ancora di più il senso della ragione. Prendo in mano il suo cazzo, liscio e duro, e comincio a fare su e giù, forte, mi sento eccitata, mi sento abbandonata a qualcosa che non mi spiego. Sento le sue mani sul mio corpo, che scorrono, forti. Mi toglie il vestito, con una mossa decisa. E io non faccio che stringermi a lui, mentre inesorabilmente abbassa il sedile, baciandomi con passione. Poi si toglie i pantaloni, che erano rimasti a metà. Ecco, siamo qui, praticamente nudi, e io sono più eccitata che mai. Sì, se ora lui vuole, io non lo fermo. Lo voglio più di ogni altra cosa al mondo. Mi slaccia il reggiseno, e si ferma. Mi bacia dolcemente, ora, e sfiora i miei capezzoli, lentamente. Credo di diventare matta. Chiudo gli occhi, e vedo flash ovunque. Fallo, fallo, per la miseria. Al primo tocco della sua lingua sul mio durissimo capezzolo sospiro, e gemo. Lo voglio vedere nudo, gli tolgo la maglietta. Sento ora quanto sono sudata, i nostri corpi si appiccicano, e il mio perizoma è un disastro. Le sue mani arrivano laggiù, ora. Ecco.gemo, mentre sento le sue dita che scorrono lungo le mie labbra. Sto godendo.

“No, aspetta”. Non so come mi siano uscite queste parole, proprio non lo so. Ma è giusto così, credo. Si ferma, perplesso. “Cosa c’è, qualcosa non va cara?”, mi chiede guardandomi negli occhi.

“Non l’ho mai fatto”. Glielo dico chiaro e netto, così come è giusto che sia. Si spalancano i suoi occhi, e mi accarezza. “Non pensavo, non pensavo proprio. Allora ti vuoi fermare? Io sto a quello che mi dici tu..”. E’ inspiegabilmente dolce. Mi sciolgo, pure dolce adesso. Lo guardo bene negli occhi, mentre si avvicina per baciarmi. Un bacio lungo, bello. Ho deciso. Nell’orecchio, glielo sussurro. “Se vuoi, puoi”. Mi bacia più forte, e mi toglie il perizoma. Diego

Mi ha appena detto che è vergine. Mentre le sfilo il perizoma, la mia eccitazione continua ad aumentare. Ma che diavolo avrà in mente. Io gliel’ho anche chiesto. Vuole essere sverginata ora, qui. Me l’ha detto. Io non le dirò certo di no, insomma. Anche perché è bagnata fradicia, sudata, e visibilmente eccitata, non mente. Secondo me vuole essere scopata, e basta. Violentemente. Ma aspetto. Non troppa fretta, già il cazzo comincia a pulsarmi.

E’ tutta depilata. Mi trattengo dal desiderio di sfondarla che si è impadronito di me, ora devo fare l’uomo. Mi abbasso fra i suoi gemiti, le lecco i capezzoli duri, ha dei bellissimi seni, rotondi e morbidi..le stringo il culo, le scappa un urletto, mentre il mio cazzo sfiora le sue labba aperte e gocciolanti di liquido. Voglio leccarla. Mi abbasso, facendo scorrere la mia lingua sul suo corpo. Non mi er reso conto di quanto colasse, il sedile è bagnato, c’è una vistosa macchia che si allarga, la sua vagina è aperta, rosa, e luccica, mentre rivoli di umori scendono impietosi lungo i glutei e in mezzo ai glutei, e il suo inguine è imperlato di sudore e umori appiccicosi. Mi ferma, con le mani. “Mi vergogno, Diego”, sussurra preoccupata. Ma le brillano gli occhi. Risalgo, la bacio e poi la guardo negli occhi. E scendo, questa volta deciso, bloccandole le mani, fino ad arrivare al suo clitoride, turgido e immerso negli umori. Lo sfioro, e assaporo ogni singola contrazione involontaria dei suoi muscoli. Poi scendo, ad assaggiare il suo fluido, e comincio a godere dei suoi gemiti, sempre più forti. Lecco, e lecco ancora. Poi ritorno sul clitoride, dedicandomici, mentre la sento perdere ogni freno, e spingermi la testa contro la sua vagina aperta. Ma non voglio che venga. Adesso voglio sfondarla.

Torno su a baciarla, e lei assaggia con piacere il suo sapore. Mi metto il preservativo, mentre lei mi guarda fisso negli occhi. E mi avvicino al suo buchetto, con il cazzo più duro che mai. Rebecca

E’ qui, ora. Voglio essere scopata. Sento il suo cazzo su di me, e lo voglio dentro. L’unica cosa che mi trattiene dallo spingerlo fino in fondo io è la paura del dolore, che ora mi assale.

Lo sento, sta spingendo. Sono bagnatissima, e se poi scivola troppo veloce? Non ci penso, e chiudo gli occhi, le labbra sulle sue. Piano. Lo sento entrare, e spingere dolcemente, ma deciso. Fastidio, sento tirare. Adesso brucia, cazzo, cazzo che male. Fermati. Lo devo fermare, stringo forte le sue braccia. Si ferma. Sento un fuoco di cose, è come se mi fossi ferita.

Mi accorgo che in un’istante ho sudato come non mai. Mi accorgo di avere due lacrime che scorrono sulle guance, e di aver infilato le unghie nella sua pelle. Mi bacia ancora, e mi guarda.

“Ehi, tutto bene? Ci fermiamo un attimo? Ti ho fatto così tanto male, che hai urlato?”. Ho urlato? Non me ne sono accorta. Provo a spostarmi. Brucia da matti, ancora.
E poi comincio a rendermi conto di una nuova sensazione. Lo sento DENTRO. E’ tutto un miscuglio di sensazioni, ma ne sono certa. E’ dentro.

Gli chiedo di provare a ricominciare. “Ma è tutto dentro?”, chiedo io. Mi guarda e mi sorride: ” No, siamo a metà, ma il grosso è andato, fidati.”

E poi mi bacia, mi bacia appassionatamente, mentre sento le lacrime che continuano a scendere. E si muove. Non ho il tempo di gemere ancora, che sento che spinge, e poi spinge, e ancora spinge. E riesce. E spinge. Fa male all’inizio, sento sfregare contro le pareti, e c’è ancora un po’ di bruciore.

Ma comincio a sentire anche un sottile senso di piacere. Quando arriva in fondo, e quando rientra, mi sento riempita, mi sento violata, voglio aprire le gambe. E lo faccio. Comincio a sospirare. Poi a gemere. Fa ancora male è vero, ma non solo. Non solo. Ora lo stringo forte. Mi piace.

Non so quanto tempo ci voglia perché io mi rilassi. Ma lui fa di tutto per mettermi a mio agio. Non smette un secondo di scoparmi (lo so che mi sta scopando, adesso lo so), mi bacia, mi lecca. E’ mio. O meglio, io sono sua, completamente. Ricomincio a sentire quelle scosse che prima non mi abbandonavano più, ricomincio a godere. Sento le sue palle contro il mio inguine, sento che non riesco a non gemere. Gli graffio la schiena, voglio di più. Ora.

Spinge più forte, ora comincio a perdere di nuovo i freni. Come prima, mi esce una frase senza senso: “Ora scopami”. Mi rendo conto dopo di cosa gli ho detto. Me ne rendo conto quando comincia a fare sul serio. Mi sbatte, forte, e mi schiaccia contro il sedile. Lo sento tutto ora, e quando mi infila la lingua in gola violentemente inaspettatamente sento che sto per venire. Cazzo, cazzo, è un piacere che arriva come un treno, che passa in ogni mia cellula come una scossa, urlo perché non ce la faccio, urlo perché adesso muoio, urlo perché non ce la faccio a non conficcargli di nuovo le unghie nella schiena, e tremo..tremo..tremo.

E’ incredibile. Un orgasmo così, soprattutto la prima volta, non me l’aspettavo. Stringo forte Rebecca, che trema e geme ancora sotto di me, quasi sembra che pianga. Dio mio.

Voleva che la scopassi, d’altra parte. E io così ho fatto. Le sue unghie nella schiena bruciano leggermente, ma ne vale la pena. Solo che adesso, dopo nemmeno tre minuti, io sento che sto per venire. Non ce la faccio più. Quelle sue urla, il suo bacino che spingeva come una forsennata contro il mio, il mio pube fradicio degli umori di lei, io non so quanto resisto.

Cazzo. Mi guarda fisso negli occhi, con ancora le lacrime sulle guance. “Non pensavo fosse possibile. No”. E’ già paonazza, e ora ha una luce diversa negli occhi. “Ormai, quel che è fatto è fatto. Esci, che ora tocca a te”. Mi tiro via, stupito. C’è del sangue sul sedile, cazzo. Come faccio ora? Poi mi accordo di quello che sta facendo. Si gira, a fatica, e si mette in ginocchio, una mano sul sedile, l’altra sulla vagina, per impedire che goccioli. Tanto, ormai.
Non aspetto un secondo. Mi avvicino, le apro i glutei, e infilo il mio cazzo nella sua vagina che cola. Spingo fino in fondo, provocandole un urlo, questa volta di dolore credo. E senza più ascoltarla comincio a sfondarla. Forte, fortissimo, e veloce. Voglio venire, voglio che senta cosa vuol dire avere un orgasmo che ti esplode dentro. Sento le sue urla che aumentano, sento che aumentano i suoi umori, il mio cazzo scivola senza trovare alcuna resistenza, e finalmente, esplodo, stringendole forte le tette, mentre lei trema, di nuovo.

Ci fermiamo, così, ansimanti e appiccicati. Non mi voglio staccare nemmeno per sogno. Guardo il sedile, fanculo. E’ da buttare, come cazzo farò.

Mi bacia l’orecchio, le sue mani sopra le mie, che stringono ancora i suoi capezzoli. “Sono stata la tua troia. Ora non mi vergogno a dirlo”.

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