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Racconti Erotici

SOLEIL DE PARIS 30

By 6 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

L’affettuosa musicista, protagonista del nostro romanzo, incontrò ben presto l’impresario, che le rivolse i suoi complimenti più lusinghieri. Sembrava che le facesse la corte.
Stavano l’uno di fronte all’altra, sulla scalinata bianca, vicino all’Ostello degli Artisti’ Il facoltoso non faceva che lisciarsi i baffi e guardarla negli occhi, elogiando l’avvenenza di lei e porgendole i suoi omaggi.
– Siete una ragazza meravigliosa ‘ le sussurrò, facendola arrossire.
Ella allora si nascose il volto tra le mani, per non mostrargli il rossore vivissimo che le coloriva le guance di pesca.
– Voi mi confondete! ‘ gli rispose poi.
Mentre lo guardava negli occhi e gli rivolgeva uno dei suoi sorrisi più dolci, la Rossa trasse di tasca il suo ventaglio e lo usò come una maschera di passione.
– Non oso confidarvi ciò che sarei disposto a fare per voi, mademoiselle, se foste sempre così benevola e gentile nei miei confronti! ‘ riprese l’altro.
– Mi state corteggiando, ne sono certa!
– No, credetemi: &egrave il vostro talento che merita mille lusinghe’ Mi hanno fatto un elogio sperticato di voi e della vostra maestria nel suonare il violino’ Sapete farlo piangere come un angelo! E il vostro sorriso &egrave degno del Cielo! Oh, sorridetemi di nuovo così, ve ne prego!
– Se proprio insistete’ Ma che cosa c’&egrave in me, da turbarvi tanto? Non vi sarete mica innamorato?
Dopo avergli fatto questa domanda, la bella gli rivolse uno degli sguardi più appassionati di cui fosse capace.
I due si congedarono con una stretta di mano, dopo che l’impresario ebbe tratto di tasca una manciata di biglietti di banca e li ebbe mostrati alla sua profumata interlocutrice. Le promise molto denaro’
La languida violinista desiderava tanto rivedere il gabelliere, per un’ultima volta. Erano trascorsi molti giorni, dal loro ultimo incontro’ La bella stava in pensiero, perché aveva un presentimento. Oh, sì, temeva che gli fosse accaduto qualcosa di brutto, che forse non si può neppure raccontare!
In cuor suo, provava una profonda emozione, perché il suo prossimo concerto era imminente e sapeva che da esso dipendeva il suo futuro.
Lungo il sentiero incontrò una donna bionda, che indossava un lungo mantello nero e portava un cappellaccio color della pece sul capo. Quei capelli d’oro la inquietarono’ La sconosciuta si voltò e la abbracciò improvvisamente. Era la Mercantessa!
– Ah, ti ho trovata! Lasciati coccolare!
– No, non voglio! Mi fai paura!
– Non devi intimorirti’ Vieni qua! Scommetto che hai il tuo violino sottobraccio’
– Non mi baciare’ Non farlo’ No!
– E invece sì, lo faccio’
La Rossa sentì nuovamente quelle labbra fredde sulle sue’ Si accorse che, sotto il mantello, la bionda portava una specie di sciabola insanguinata, perché la vide luccicare. La maliarda la aveva appena usata per sgozzare un fagiano, che teneva appeso alla cintola. Le due donne lottarono per un istante, poi, la violinista riuscì a liberarsi e a guadagnare la fuga lungo il sentiero. Correva forte, tanto, tanto forte’
Riuscì a seminare la sua inseguitrice, o almeno, così le parve. Aveva paura dei briganti!
Giunse ben presto in prossimità del confine. Trovò il gabelliere sulla soglia; si sarebbe detto che l’angelo del mistero lo avesse avvertito del suo arrivo.
Non appena si accorse di lei, il vegliardo si tolse il cappello a cilindro: era il suo modo di salutare.
La Rossa gli corse incontro e gli gettò le braccia al collo’
– Quanto mi sei mancato! ‘ gli sussurrò. ‘ In questi giorni, non ho fatto altro che pensare a te!
– Mi fa piacere rivederti ‘ le rispose lui.
Fu allora che la giovane si accorse che il suo amico aveva bisogno di appoggiarsi ad una stampella, per stare in piedi.
– Ma tu’ – gli mormorò, tristemente, carezzandogli la guancia.
– Sì, sono ammalato ‘ fece il gabelliere, con voce triste. ‘ Sento che anche per me sta calando la mesta sera’ Lieto ad altri fu il giorno’
– Ed io, che ero venuta per salutarti!
– Parti?
– Sì, lo sento, fra pochi giorni’
– Dove andrai? Come vivrai?
– A Parigi, alla ventura’ Ma tu non sai quanto mi duole lasciarti! In fondo, sei stato un padre, per me, durante tutto questo tempo!
– Forse, io non ci sarò nemmeno, a salutarti, alla partenza!
– Oh, perché? Perché mai? E’ dunque tanto crudele il morbo che ti assilla?
– Sì, ed &egrave il più terribile: quello del cuore.
– Allora io non me ne andrò, non ti abbandonerò, ti starò accanto!
– Tu devi invece lasciarti condurre lontano, dalla mano del destino’ Le luci di Parigi ti consoleranno!
– Oh, no! Niente potrà consolarmi, dopo che ti avrò perduto!
Alla Rossa vennero le lacrime agli occhi. Piena di tristezza, si appoggiò alla gruccia del suo amico e lo guardò negli occhi, cercando di trasmettergli tutto il suo affetto.
Ma questo non bastava per consolarlo!
– Oh, gabelliere, amico mio, tu non sai, ma io sono venuta per dirti addio! ‘ gridò la violinista, singhiozzando.
– Non ci vedremo mai più’
– Di te, serberò sempre un bel ricordo, sepolto nel mio petto!
– Ti ricorderai soltanto di un vecchio, ammalato e stanco, dal volto pallido, che portava un cappello a cilindro tutto tarlato’ Oh, no, lascia che i ricordi svaniscano nel vento, come le foglie caduche d’autunno precipitano e muoiono al suol!
– Ti prego, guarisci, e vivi per me! Quando sarò a Parigi, ti manderò il miglior medico e’
Il gabelliere le posò un dito sulle labbra, impedendole di finire la frase. Era talmente attempato e stanco!
Fu allora che qualcuno bussò alla porta.
– Toc’ Toc’ Posso entrare? Sono venuta a prendermi la Rossa!
Era la Mercantessa, che, per salutare, si tolse il cappellaccio color carbone e lo agitò in aria, mentre i suoi lunghi capelli biondi volavano nel vento. Tirò un bacio prima al buon vegliardo, poi alla sua amica del cuore.

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