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Solo mia

By 6 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina quando mi alzai di buon ora e dopo aver preparato una sostanziosa colazione per il mio maritino, lo sveglia con il pompino del buongiorno, notammo entrambi che le mie tette si erano ingrossate a dismisura, arrivando a sfiorare la terza e che addirittura producessero una sostanza bianca che, ci accorgemmo con stupore, essere latte. Mio marito scoppiò in una sonora risata “Te lo dicevo io che eri una vacca da latte! ahahahaha” Ovviamente non resistette e si fece fare una bella spagnola. Gli servii la colazione attanagliata dai dolori alla schiena. Era certamente un peso non indifferente, tanto che decisi, anzi lui decise per me, che per quel giorno rimanessi a letto, purchè gli facessi trovare il pranzo come sempre al suo ritorno.Mi diede un tenero bacio sui capezzoli prima di uscire dicendo “un bacione tettona”. Per tutto il giorno non feci altro che lamentarmi vagando per la casa come un ossessa in preda a forti fitte alle puppe. Approfittai della giornata libera per radermi la patata, almeno sarebbe stato contento pensai tra me e me. Come stabilito gli preparai un bel pranzetto ed imbandii la tavola, poi mi posizionai in ginocchio alla porta aspettando con ansia il suo arrivo. Non appena si aprì la porta ebbi un balzo di gioia immensa al cuore quando si avvicinò a me, e prendendomi per il mento mi alzò la testolina. “tesoro, ciuccia un pò che ti farà bene un pò di sborra. So che non è stata una giornata facile!” Ubbidiente me lo ficcai in bocca e cominciai a pomparlo avanti e indietro con molta energia. Scaricavo tutto il dolore delle tette sul suo bel membro eretto. Bevvi tutto e lui una volta finito, visibilemente soddisfatto mi disse: ” Mi sono preso un giorno di ferie domani. Vedrai, andremo in un bel posto. Un posto adatto a te. Ho detto ai colleghi che mia moglie è in calore e per loro non ci sono problemi se mi assenterò solo per un giorno.” Ero a metà tra l’eccitazione e la contentezza di quella notizia, la curiosità di vedere dove mi avrebbe portata e la paura di andarci, perchè pur conoscendolo da un pò di anni, non sapevo mai cosa aspettarmi da lui.Servii il pranzo con ottimismo pensando all’indomani, che quasi mi dimenticai del dolore alle mammelle.Lui era di buon umore vedendomi in quella nuova veste di supertettona con la figa depilata, quindi posso dire che la giornata fu decisamente molto piacevole. Feci la lavatrice, lavai i piatti, pulii l’intera casa sotto la sua attenta supervisione. Ebbi persino il tempo di aggiustare un pò il giardino. Nuda, questo è ovvio. Quel giorno fu particolarmente esigente con me per quanto riguardò il vestiario. Non mi volle con niente addosso neanche quando fui costretta a uscire fuori in giardino o in terrazzo a stendere i panni. “Una vacca come te” disse “è giusto che venga un pò ammirata dal vicinato” Mi sembrò strano, visto che solitamente quando eravamo in pubblico mi costringeva a indossare vestiti piuttosto casti, ma allo stesso tempo mi rendeva orgogliosa del mio corpo. mentre stiravo però si avvicinò a me piuttosto nervosamente e mi ordinò di stendermi a pancia sotto sul tavolo da stiro. “Devo svuotarmi i coglioni, mi fanno un male cane” Si mise sopra di me schiacciandomi quasi e mi trombò violentemente. Si vede che era l’astinenza pensai il quel mentre. Non mi aveva ancora scopata quel giorno. Ma tutto sommato me la cavai piuttosto bene.Poichè le pere continuavano a gocciolare latte e la patata si era notevolemente ingrossata, temendo di sporcarsi mi mandò a dormire sul tappeto vicino al letto. Il giorno seguente ci alzammo entrambi di buon ora e partimmo alla volta della nostra destinazione, a me ancora sconosciuta.Non mi fece mettere nulla addosso dicendo che non ne avevo bisogno, e mi fece posizionare nel bagagliaio aperto sui sedili posteriori, sempre per la stessa motivazione della sera precedente. Mugolavo come una cagna, perchè il dolore invece di diminuire aumentava ulteriormente. Il paesaggio era spettacolare. Molto naturalistico. Casette d’altri tempi sparse dappetrutto, fattorie, ville di campagna, animali di tutte le specie. “Padrone dovrei defecare” gli dissi scocciata di disturbarlo. Si fermò in una sorta di radura e mi fece scendere a quattro zampe. Alzai la gamba e feci il mio dovere dopodichè ritornammo in macchina. Non mi ero opposta a fare i miei bisogni in mezzo alla natura. Si vede che tutto quell’ambiente aveva risvegliato la natura primitiva che era in me, con grande soddisfazione di mio marito. Ci fermammo in una specie di fattoria. Subito ci venne incontro un contadino dall’aria vissuta e rude. Mio marito, dopo aver scambiato un paio di chiacchiere col fattore, mi fece scendere dalla macchina. Il contadino, per nulla sconvolto, mi accompagnò nella stalla dove, dopo aver scelto per me il posticino migliore, mi attaccò dei grossi tubi alle tette, terminanti con degli imbuti a ventosa sui miei capezzoli. Il macchinario cominciò a succhiare latte, litri di latte che mai avrei pensato potessore occupare le mie tettine.”Toh chi si vede!” aveva urlato mio marito non appena aveva intravisto un altro uomo, probabilmente suo collega. “anche tu a mungere la vacca? ahahahah” rise quell’altro. Effettivamente mi girai e vidi un’altra donna come me, dall’altro lato dello stanzone. “quando ci vuole ci vuole, guarda!” e così dicendo mio marito mi prese un tetta in mano tastandola come un salame “era diventato insostenibile” “Hai ragione. Comunque complimenti alla moglie!” si complimentò l’amico. “ahhahahah…ti ringrazio! si fa quel che si può. Il culo non è molto grande, ma ci si accontenta. Anche le pere sono molto più piccole di quello che sembrano ora. Una quartina scarsa, non ti immaginare chissà cosa. La patata cerco sempre di farliela tenere rasato, almeno mi ci vuole meno tempo a scoparla. Girati porca, fai vedere al collega!” Obbediente mi voltai a mostrare il culetto e la figa, molto orgogliosamente. “Molto carina! hai intenzione di farla accoppiare questa bella scrofa?” Mio marito ci pensò su, poi guardò i miei occhietti umido e gli disse:” No, lei è solo mia”

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