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Sonia e mia sorella

By 16 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Mamma era appena andata a giocare a bridge. è quasi un rito: tutti i pomeriggio si riunisce con altri due amiche a casa di sua sorella, la zia Sara, che sta nella palazzina di fronte dello stesso nostro condominio.
Mia sorella ed io ci rintaniamo nelle nostre rispettive stanze per studiare. Io ho molto da fare perché gli esami di maturità si avvicinano e devo riprendere tutta la letteratura italiana, che ho lasciato indietro per mandare avanti il programma di latino.
Anche Vittoria deve studiare molto. Frequenta il IV anno del liceo scientifico e deve farsi interrogare in matematica per cercare di recuperare un brutto voto preso una quindicina di giorni fa.

Studio da circa minuti, quando sento, provenienti dalla stanza di Vittoria, urla e grida. Scuoto la testa. Quella disgraziata, penso, invece di studiare si è attaccata alla TV e sta vedendo qualche puntata di uno dei suoi stupidi reality televisivi.
Ma i rumori non mi permettono di concentrarmi, mi alzo per andargliene a dire quattro e farle smettere quel baccano. Mi fermo davanti alla sua porta e la vedo intenta a guardare il PC. è rossa in volto, ha la gonna sollevata e con la mano sinistra si masturba. è talmente intenta a fare il suo giochino, che neanche si accorge di essere vista da me. Il mio sguardo è attratto dalle sue bellissime gambe, quasi completamente nude e dalla mano che si muove rapidissimamente all’interno di esse. Non so cosa fare. Fare finta di niente e tornarmene in camera? Forse sarebbe la cosa più opportuna. Ma non riesco a togliere lo sguardo dallo spettacolo che Vittoria, inconsapevolmente, mi offre. Non posso nemmeno rimanere lì a guardare come un baccalà. Infatti, se se ne accorge, potrebbe pensare che sono uno sporcaccione
Mi decido. Faccio lo scandalizzato ed irrompo dentro.

 Che stai facendo, sporcacciona?

Ha un soprassalto. Mi guarda con gli occhi sgranati. Si toglie la mano dalle cosce e la nasconde sotto un libro. Io, nel frattempo sono giunto alle sue spalle e vedo che nel display si susseguono scene di sesso. La porcellona stava guardando un film pornografico e la vista di quei cazzi enormi l’ha eccitata al punto di masturbarsi dimenticando la porta aperta.

 Non ti vergogni a guardare questi film?

è confusa, mortificata. Si mette quasi a piangere.

 Dai Alberto, non ti arrabbiare, siediti qui vicino a me e parliamone.

Mi siedo per cercare di spiegarle che una ragazzina per bene, come è lei, non dovrebbe vedere quelle porcherie. Faccio il moralista per necessità e per darmi un contegno da fratello maggiore. In effetti, la vista di mia sorella con le cosce scoperte, che si masturbava, unite alle scene che continuano a girare nel PC, mi hanno messo in uno stato di eccitazione massimale.
La porcona se ne accorge: con la coda degli occhi ha visto il gonfiore nei miei pantaloncini che solitamente metto in casa in questa caldo scampolo di primavera.
In silenzio, come se nulla fosse, allunga la mano e mi accarezza una gamba. Poi, pian piano, sale e copre con il palmo il rigonfiamento. Sente che sotto c’è qualcosa di duro, mi guarda e sorride. Scivola con la mano sotto i calzoncini e mi circonda il pene.
Adesso stiamo guardando in silenzio il film. Continua ad accarezzarmi con una mano, mentre con l’altra riprende a masturbarsi. Io non capisco più niente, la lascio fare finchè lei non viene con un lungo sospiro.

 Vero che non lo dirai a mamma, mi dice con l’occhio di cane bastonato.

Faccio di no con la testa.
E che cosa posso dire? Che mia sorella si masturbava, mentre masturbava me?

Suonano alla porta. Vittoria va ad aprire mentre io, ancora eccitato me ne torno al mio Carducci.

Deve essere entrata Sonia, nostra cugina, la figlia di zia Sara. Saputo da mamma che Vittoria è in casa, è venuta a trovarla.
Le sento parlare mentre insieme vanno nella camera di Vic.

Sonia ha un anno in più di me, un gran bel pezzo di figa. Quante volte ho pensato di possederla e quante seghe mi sono fatto, pensando a lei nuda. Quanto ho invidiato tutti quei ragazzi con i quali si accompagnava! E sì che ne ha avuti di flirt, tanto da passare per una di quelle che la danno facilmente.
Agli altri, però, la da. Io non posso accostarmi alle sue grazie. Perché? Ma perchè sono suo cugino, che diamine!
L’altro giorno, gli era caduto di mano il cappuccio della penna, andando a rotolare sotto la scrivania della sua stanza e lei, per cercarlo, si è messa a quattro zampe. Ho approfittato della sua posizione per sbirciare dalla scollatura. Fu così che ho auto modo di vedere bene le sue tette, che, senza reggiseno, si erano offerte al mio sguardo fino ai piccoli capezzoli rosei. Rialzandosi, le pieghe che avevano assunto i miei pantaloni le avevano certificato il mio interesse. Si è guardata la scollatura e, capendo il motivo del mio stato, mi ha sorriso maliziosamente.
Per queste ultime due notti ho sognato i nostri due corpi nudi e avvinghiati in frenetiche scene di sesso.

Cerco di cacciare il demonio che è andato a rintanarsi dentro le vene del mio membro, già eccitato dall’exploit di mia sorella, per cercare di polarizzare l’attenzione sulle ‘Rime nuove’ e sulle ‘Odi barbare’.

La sola idea che con Vittoria ci sia l’oggetto dei miei desideri, mi attira come una calamita nella loro camera. Sono lì. Mia sorella le sta raccontando qualcosa di molto scabroso, considerato che quando entro, lei diventa tutta rossa. Non ci faccio caso. Procedo senza esitazioni e saluto Sonia con un buffetto sulla spalla. Lei si gira e mi gratifica con un sorriso smagliante.

 Ciao Al, che piacere di vederti

 E perché provi piacere nel vedermi? Scherzo io

 Perché Vic mi stava raccontando quello che è successo alcuni minuti fa.

Mia sorella è impallidita, non fa altro che dare di gomito a Sonia per cercare di farla tacere e non mi sembra che io stia meglio con quel colorito vermiglio che sento avvampare il viso.

 E meno male che IO non avrei dovuto fare parola con nessuno di questo fatto. Dico a muso duro a Vittoria.

 No. Al, Vittoria non ha fatto niente di male nel raccontarmi l’accaduto. Sai bene che io sono superiore a certi tabù e vivo la sessualità molto disinvoltamente. E poi, non ti devi preoccupare perché io so mantenere i segreti.

 Come sta il tuo attuale ragazzo?. Fa Vittoria, tanto per sviare il discorso.

 No, Vic non stiamo più insieme. Sono libera, almeno per il momento. Ma, piuttosto, rientriamo nell’argomento che abbiamo appena lasciato, perché mi interessa di più.
Cos’è che ti faceva la sorellina?

Mentre dice questo, infila la mano dentro i miei pantaloncini ed estrae un cazzo enorme e duro.

 Però, cuginetto, non immaginavo che in te ci fosse tutta questa grazia.

Io non so più cosa fare. Non arrossisco maggiormente perché è umanamente impossibile. Vedo, però, che Sonia afferra la mano di Vittoria e la porta verso di me.
La sorellina, deve aver superato il momento di imbarazzo, perché, appena la mano giunge a contatto del pene, lo avvolge tutto con le sue dita. Adesso, Sonia guida la mano di Vittoria, dando il ritmo giusto, per una sega che mai avrei pensato così favolosa. Poi, si toglie la camicia, mettendo in mostra, poiché è senza reggiseno, le tette che tanto hanno pervaso i miei sensi per tuti questi anni. Apre le cosce, tira su la gonna e comincia a farsi un ditalino.

Non ce la faccio più, ansimo e gemo sotto i colpi della mano di Vittoria e alla vista della cuginetta.
Lei si accorge delle mie condizioni e mi ordina

 Quando stai per godere, dimmelo!

Non ci vuole molto e glielo dico subito

 Sto per venire.

Lei allontana la mano di mia sorella e afferra con la sua la mia verga vibrante. Se l’avvicina nella bocca e’

Non mi trattengo più, comincio a schizzare fiotti di sperma che la colpiscono in faccia e poi, quando lo infila in bocca, altri tre spruzzi la raggiungono in gola.

Dopo aver ingoiato tutto, anche quello che raccoglie con le dita dalla faccia, si gira verso mia sorella e’

 Visto come si fa?: Quando avrai imparato a fare questo, potrai avere ai tuoi piedi tutti i ragazzi che vuoi. Vedrai come loro ti verranno intorno e staranno ai tuoi ordini.

La lezione di Sonia

Capitolo I La preparazione agli esami di maturità

Mamma era appena andata a giocare a bridge. è quasi un rito: tutti i pomeriggio si riunisce con altri due amiche a casa di sua sorella, la zia Sara, che sta nella palazzina di fronte dello stesso nostro condominio.
Mia sorella ed io ci rintaniamo nelle nostre rispettive stanze per studiare. Io ho molto da fare perché gli esami di maturità si avvicinano e devo riprendere tutta la letteratura italiana, che ho lasciato indietro per mandare avanti il programma di latino.
Anche Vittoria deve studiare molto. Frequenta il IV anno del liceo scientifico e deve farsi interrogare in matematica per cercare di recuperare un brutto voto preso una quindicina di giorni fa.

Studio da circa minuti, quando sento, provenienti dalla stanza di Vittoria, urla e grida. Scuoto la testa. Quella disgraziata, penso, invece di studiare si è attaccata alla TV e sta vedendo qualche puntata di uno dei suoi stupidi reality televisivi.
Ma i rumori non mi permettono di concentrarmi, mi alzo per andargliene a dire quattro e farle smettere quel baccano. Mi fermo davanti alla sua porta e la vedo intenta a guardare il PC. è rossa in volto, ha la gonna sollevata e con la mano sinistra si masturba. è talmente intenta a fare il suo giochino, che neanche si accorge di essere vista da me. Il mio sguardo è attratto dalle sue bellissime gambe, quasi completamente nude e dalla mano che si muove rapidissimamente all’interno di esse. Non so cosa fare. Fare finta di niente e tornarmene in camera? Forse sarebbe la cosa più opportuna. Ma non riesco a togliere lo sguardo dallo spettacolo che Vittoria, inconsapevolmente, mi offre. Non posso nemmeno rimanere lì a guardare come un baccalà. Infatti, se se ne accorge, potrebbe pensare che sono uno sporcaccione
Mi decido. Faccio lo scandalizzato ed irrompo dentro.

 Che stai facendo, sporcacciona?

Ha un soprassalto. Mi guarda con gli occhi sgranati. Si toglie la mano dalle cosce e la nasconde sotto un libro. Io, nel frattempo sono giunto alle sue spalle e vedo che nel display si susseguono scene di sesso. La porcellona stava guardando un film pornografico e la vista di quei cazzi enormi l’ha eccitata al punto di masturbarsi dimenticando la porta aperta.

 Non ti vergogni a guardare questi film?

è confusa, mortificata. Si mette quasi a piangere.

 Dai Alberto, non ti arrabbiare, siediti qui vicino a me e parliamone.

Mi siedo per cercare di spiegarle che una ragazzina per bene, come è lei, non dovrebbe vedere quelle porcherie. Faccio il moralista per necessità e per darmi un contegno da fratello maggiore. In effetti, la vista di mia sorella con le cosce scoperte, che si masturbava, unite alle scene che continuano a girare nel PC, mi hanno messo in uno stato di eccitazione massimale.
La porcona se ne accorge: con la coda degli occhi ha visto il gonfiore nei miei pantaloncini che solitamente metto in casa in questa caldo scampolo di primavera.
In silenzio, come se nulla fosse, allunga la mano e mi accarezza una gamba. Poi, pian piano, sale e copre con il palmo il rigonfiamento. Sente che sotto c’è qualcosa di duro, mi guarda e sorride. Scivola con la mano sotto i calzoncini e mi circonda il pene.
Adesso stiamo guardando in silenzio il film. Continua ad accarezzarmi con una mano, mentre con l’altra riprende a masturbarsi. Io non capisco più niente, la lascio fare finchè lei non viene con un lungo sospiro.

 Vero che non lo dirai a mamma, mi dice con l’occhio di cane bastonato.

Faccio di no con la testa.
E che cosa posso dire? Che mia sorella si masturbava, mentre masturbava me?

Suonano alla porta. Vittoria va ad aprire mentre io, ancora eccitato me ne torno al mio Carducci.

Deve essere entrata Sonia, nostra cugina, la figlia di zia Sara. Saputo da mamma che Vittoria è in casa, è venuta a trovarla.
Le sento parlare mentre insieme vanno nella camera di Vic.

Sonia ha un anno in più di me, un gran bel pezzo di figa. Quante volte ho pensato di possederla e quante seghe mi sono fatto, pensando a lei nuda. Quanto ho invidiato tutti quei ragazzi con i quali si accompagnava! E sì che ne ha avuti di flirt, tanto da passare per una di quelle che la danno facilmente.
Agli altri, però, la da. Io non posso accostarmi alle sue grazie. Perché? Ma perchè sono suo cugino, che diamine!
L’altro giorno, gli era caduto di mano il cappuccio della penna, andando a rotolare sotto la scrivania della sua stanza e lei, per cercarlo, si è messa a quattro zampe. Ho approfittato della sua posizione per sbirciare dalla scollatura. Fu così che ho auto modo di vedere bene le sue tette, che, senza reggiseno, si erano offerte al mio sguardo fino ai piccoli capezzoli rosei. Rialzandosi, le pieghe che avevano assunto i miei pantaloni le avevano certificato il mio interesse. Si è guardata la scollatura e, capendo il motivo del mio stato, mi ha sorriso maliziosamente.
Per queste ultime due notti ho sognato i nostri due corpi nudi e avvinghiati in frenetiche scene di sesso.

Cerco di cacciare il demonio che è andato a rintanarsi dentro le vene del mio membro, già eccitato dall’exploit di mia sorella, per cercare di polarizzare l’attenzione sulle ‘Rime nuove’ e sulle ‘Odi barbare’.

La sola idea che con Vittoria ci sia l’oggetto dei miei desideri, mi attira come una calamita nella loro camera. Sono lì. Mia sorella le sta raccontando qualcosa di molto scabroso, considerato che quando entro, lei diventa tutta rossa. Non ci faccio caso. Procedo senza esitazioni e saluto Sonia con un buffetto sulla spalla. Lei si gira e mi gratifica con un sorriso smagliante.

 Ciao Al, che piacere di vederti

 E perché provi piacere nel vedermi? Scherzo io

 Perché Vic mi stava raccontando quello che è successo alcuni minuti fa.

Mia sorella è impallidita, non fa altro che dare di gomito a Sonia per cercare di farla tacere e non mi sembra che io stia meglio con quel colorito vermiglio che sento avvampare il viso.

 E meno male che IO non avrei dovuto fare parola con nessuno di questo fatto. Dico a muso duro a Vittoria.

 No. Al, Vittoria non ha fatto niente di male nel raccontarmi l’accaduto. Sai bene che io sono superiore a certi tabù e vivo la sessualità molto disinvoltamente. E poi, non ti devi preoccupare perché io so mantenere i segreti.

 Come sta il tuo attuale ragazzo?. Fa Vittoria, tanto per sviare il discorso.

 No, Vic non stiamo più insieme. Sono libera, almeno per il momento. Ma, piuttosto, rientriamo nell’argomento che abbiamo appena lasciato, perché mi interessa di più.
Cos’è che ti faceva la sorellina?

Mentre dice questo, infila la mano dentro i miei pantaloncini ed estrae un cazzo enorme e duro.

 Però, cuginetto, non immaginavo che in te ci fosse tutta questa grazia.

Io non so più cosa fare. Non arrossisco maggiormente perché è umanamente impossibile. Vedo, però, che Sonia afferra la mano di Vittoria e la porta verso di me.
La sorellina, deve aver superato il momento di imbarazzo, perché, appena la mano giunge a contatto del pene, lo avvolge tutto con le sue dita. Adesso, Sonia guida la mano di Vittoria, dando il ritmo giusto, per una sega che mai avrei pensato così favolosa. Poi, si toglie la camicia, mettendo in mostra, poiché è senza reggiseno, le tette che tanto hanno pervaso i miei sensi per tuti questi anni. Apre le cosce, tira su la gonna e comincia a farsi un ditalino.

Non ce la faccio più, ansimo e gemo sotto i colpi della mano di Vittoria e alla vista della cuginetta.
Lei si accorge delle mie condizioni e mi ordina

 Quando stai per godere, dimmelo!

Non ci vuole molto e glielo dico subito

 Sto per venire.

Lei allontana la mano di mia sorella e afferra con la sua la mia verga vibrante. Se l’avvicina nella bocca e’

Non mi trattengo più, comincio a schizzare fiotti di sperma che la colpiscono in faccia e poi, quando lo infila in bocca, altri tre spruzzi la raggiungono in gola.

Dopo aver ingoiato tutto, anche quello che raccoglie con le dita dalla faccia, si gira verso mia sorella e’

 Visto come si fa?: Quando avrai imparato a fare questo, potrai avere ai tuoi piedi tutti i ragazzi che vuoi. Vedrai come loro ti verranno intorno e staranno ai tuoi ordini.

Al mare

Finalmente gli esami di maturità sono alle mie spalle. Ieri ho finito con l’orale, che ho superato con una certa disinvoltura e sono stato promosso.
Per festeggiare l’evento, ed anche la promozione di Vittoria, i miei hanno invitato per oggi gli zii, che sono arrivati, naturalmente con Sonia.
Già, Sonia. Da quel pomeriggio non ho fatto che pensare a lei. Immaginate con che stato d’animo ho potuto studiare in quegli ultimi giorni prima degli esami. Ce l’avevo sempre duro, nonostante mi masturbassi almeno due o tre volte al giorno.
Un pomeriggio, mi sono fatto accarezzare da mia sorella, sperando che, chiodo scaccia chiodo, mi passasse Sonia dalla testa. Vittoria lo fece a patto che le accarezzassi le tette. Si mise a torso nudo, prese il pene in mano e cominciò a farlo. Nel frattempo io le titillavo i capezzoli che divenivano sempre più turgidi eccitata dalle mie mani e dalla sega, alla quale si dedicava con partecipazione.
Le venni sulle tette. Non se la sentì di metterlo in bocca come aveva fatto Sonia.

Dopo pranzo, noi ragazzi andiamo in camera mia per sentire un po’ di musica. Sonia fa cadere il discorso su quello che ci aveva fatto fare un mese fa circa.

 Allora, cari cuginetti, come vanno le vostre scoperte sul sesso?

Le spieghiamo che non ci sono stati ulteriori sviluppi perché avevamo dovuto studiare molto, ma raccontiamo della sega che Vittoria mi aveva fatto.
la cugina storce il naso. Appare molto contrariata

Va be’! Vuol dire che cercheremo di fare dei progressi durante le vacanze al mare. In fin dei conti mancano solo due giorni, perché venerdì pomeriggio si parte.

Bisogna sapere che i nostri rispettivi genitori, anni addietro, si erano fatti costruire un villino al mare. è una costruzione bifamiliare, con un piccolo parco tutto intorno ed una piscina in comune. Lì, passiamo ogni anno i mesi estivi, daa quando, cioè, finiscono le scuole, fino a settembre e lì le nostre due famiglie vivono in perfetta promiscuità.

Venerdì pomeriggio carichiamo le due macchine e partiamo per le vacanze. Finalmente! è la prima volta che vado al mare senza l’assillo che,finiti i giorni del riposo e del divertimento, bisogna ritornare a scuola per un lungo noioso, pesante anno scolastico.
Giunti nella cittadina, passiamo dall’ipermercato per fare le provviste, prima di andare a casa per scaricare i bagagli.

Si decide tutti insieme che, considerata l’ora relativamente tarda, si va a mangiare in pizzeria. Tutti e tre ci sediamo nello stesso lato lungo del tavolo: io in mezzo, e le due ragazze ai miei fianchi.
Sonia addossa la sua coscia alla mia e, movendola, con essa mi accarezza la gamba, poi, mostrando di voler parlare con Vittoria si china e, con fare naturale, appoggia il suo braccio sul mio cazzo. Accortasi che è duro, scrive sul tovagliolo di carta:

‘Abbi pazienza. Domani è vicino’.

Fa scivolare il tovagliolo in modo che io lo possa leggere e mi dà uno sguardo d’intesa.

Finita la cena salgo in macchina, arrapato più che mai. Mi avvicino a mia sorella, le metto una mano sulle gambe e, visto che non la toglie, pian piano, salgo su. Fino alle mutandine.. Mi lascia fare. è rossa in volto e comincia a muovere il bacino.

Purtroppo, il tragitto è troppo breve ed io entro in casa più arrapato di prima

Ho passato una notte agitata. Non facevo che svegliarmi continuamente. Non vedevo l’ora che arrivasse mattino.

Eccolo che, finalmente il sole è già sorto. Mi sveglio, sono nudo. Metto i pantaloncini direttamente, senza le mutande per andare in bagno a fare una doccia, prima di scendere giù.
Trovo il bagno occupato da mio padre e decido di scendere lo stesso per fare colazione. Esco nel parco e mi avvio verso la piscina, ai bordi della quale c’è il tavolino con le colazioni.

Tutti sono già lì. Hanno fatto colazione presto per avere il tempo di fare due bagni prima di ritornare a casa per pranzo.
Mi siedo sul mio lettino, bevo una tazzina di caffè, mi sdraio e sbocconcello un cornetto con lo sguardo rivolto verso Sonia, che è sdraiata di fronte a me. Si accorge di essere osservata e allarga leggermente le cosce in modo che io possa guardare la parte del costume che segna la sua figa. Anche mia sorella è lì, sdraiata su un altro lettino. Legge, a pancia in giù e con la parte di sopra del suo due pezzi slacciata in modo da prendere il sole su tutta la schiena.

Mio padre scende

Dai! Andiamo al mare. Stamattina non faccio colazione, perché altrimenti si fa tardi.

Sonia si solleva un po’ si gomiti

 Abbiamo deciso io, Vittoria ed Alberto di non venire stamattina al mare. Preferiamo fare il bagno in piscina. Oggi è sabato e c’è molta confusione in spiaggia.

 Sì, è vero ‘ fa la sorellina – Voi andate pure. Noi più tardi ci daremo da fare perché possiate trovare il pranzo già pronto quando ritornerete.

Per quel che mi risulta, io non avevo deciso nulla, ma se alle ragazze va bene così, andrà bene pure a me.

Dopo che i nostri rispettivi genitori sono andati via, Sonia si alza e va a chiudere a chiave il cancello.
Ritorna

 Perché non prendiamo il sole nudi?

Quelle parole mi infoiano. Se davvero mette in atto questo proposito, finalmente vedrò la cuginetta tutta nuda. Si realizzeranno tutti i miei sogni.

Alzo le spalle, come per dire: se va bene a voi, va bene pure a me. D’altronde ormai tutte e due hanno già visto il mio uccello e non mi sento imbarazzato.

Vittoria, che nel frattempo si era rigirata sul lettino, si toglie il reggiseno già slacciato e lo mette a terra a portata di mano. Non si sa mai.

Sonia inizia uno spogliarello, passa le mani dietro la schiena per slacciare il reggiseno; rimane per qualche secondo immobile, eccitata per l’attenzione che dimostro, ammirando il suo corpo.
Tiene il reggiseno con le mani mentre le spalline scendono, poi con un gesto se lo toglie e lascia il seno libero e senza veli.
Rimango incantato dal quel sensuale gioco, mi volto verso Vittoria e vedo che anche lei è eccitata.
Sonia si stende di nuovo, ora ha solo le mutandine del costume.

Io la mangio con gli occhi e i raggi del sole sembrano concentrarsi sulle gambe, sulle tette e sull’inguine; dove lei porta le mani per accarezzarsi l’interno delle cosce.
I pollici scorrono lungo i bordi delle mutandine fino ai fianchi dove, con una voluta lentezza, spingono in basso il tessuto fino a scoprire il triangolo scuro dell’inguine; lo slip rimane arrotolato sulle cosce, come una fune che le tiene socchiuse.
Sonia si stende e piega le gambe, con grazia l’indumento scivola verso le ginocchia, sui polpacci, fino a che rimane intorno ad una delle caviglie. Allora accavalla la gamba e prende lo slip togliendolo con grazia. è nuda, stupenda, eccitata, ed è bagnata.
Apre generosamente le gambe mentre mi sposto sul lettino per godermi la scena da un punto di vista migliore.
Lei si accarezza le tette con i capezzoli già duri, mentre con una mano inizia a masturbarsi il clitoride. Poi schiude il sesso bagnato e di un affascinante colore rosa accesso.

Siamo tutti e due, mia sorella ed io, inebetiti per la scena che Sonia ci offre.
Finito lo spogliarello, lei si siede sul suo lettino.

 Adesso tocca a te, Vic. Devi toglierti anche le mutandine. Non puoi rimanere solo con il seno nudo.

Mia sorella si toglie gli slip, ma senza fare spettacolo.

 E tu? Vuoi ancora lasciare quel randello nascosto per molto tempo?

In effetti io sono rimasto paralizzato dall’emozione. Ho davanti due donne nude ed sono talmente fuori di me che non penso che una è mia sorella e l’altra la mia unica cugina. D’altronde questo tabù l’avevo già perso.
Le due ragazze si avvicinano e, mentre una mi sbottona, l’altra tira giù senza esitazione il mio indumento.

Sonia si china e mi bacia la punta della cappella.

 è già in tiro questo porcello

Mi prende per il pisello e mi porta davanti a Vittoria Mi fa chinare e posiziona la mia dura appendice nel solco tra le tette di mia sorella. Le prende le mani e le mette in modo che esse stringano le tette attorno al cazzo

 Adesso fagli una sega con il seno. Vedrai come gli piacerà

Dice, mentre con una mano si masturba.
Vittoria ubbidisce e guida su e giù le sue mammelle. Io muovo il bacino sempre più eccitato. Bastano pochi minuti di questo esercizio per farmi venire. Vittoria serra le labbra, stringe gli occhi. Schizzo su tutta la faccia. Fiotti arrivano sulle palpebre, nelle guance, sul naso, ad un angolo della bocca Poi le ultime gocce colano sulle tette.
Guardo mia sorella con il volto grondante del mio sperma.
Sonia si avvicina

 Sei proprio una stupidina a non aver aperto la bocca per berlo tutto.

Si china su di lei e, sempre masturbandosi, comincia a leccare tutta la faccia. Scorre con la lingua sulle palpebre, si infila in bocca il naso, scende giù con la lingua che, come una lumaca, lascia una scia di liquido dietro a sé, fino alle tette. Lecca anche lì, va intorno ai capezzoli, li mordicchia. Con la mano libera comincia a masturbare anche lei, che, eccitata dalla spagnola che mi ha fatto, dimena il suo bacino. Poi, sempre delicatamente, mette le labbra su quelle di Vittoria, con la lingua le apre e fa colare dentro la bocca il mio liquido, misto alla sua saliva. Entra con la lingua e con quella le accarezza il palato. Vittoria risponde al bacio della cugina e tutte e due, con lamenti di godimento vengono insieme.

L’atmosfera è carica di tensione. Siamo tutti e tre, nudi, accasciati sui nostri lettini.

La prima a riprendersi è Vittoria. Si alza e

 Vado a lavarmi la bocca ‘ dicembre

 Ferma! Non lo fare ‘ Le impone Sonia, trattenendola per un braccio – devi sentire il gusto di tuo fratello per tutta la mattinata.

Vittoria, ormai priva di volontà, si ridistende sul lettino.

La calma che fa seguito a quella tempesta mi fa appisolare. Quando mi sveglio Sonia, avvicinandosi a me,dice

 Adesso, caro cuginetto tocca a te farmi godere.

Non so cosa fare. Allungo esitante lil braccio per accarezzarle la fica, ma lei, con uno scappellotto sul dorso della mano, me lo fa abbassare.

Si mette a cavalcioni su di me con la fica in corrispondenza della mia bocca

 Leccamela!

Non ho mai fatto una cosa simile. Le mie scarse esperienze con le ragazze, fino ad adesso si sono sempre limitate al petting. Anzi, se devo dire tutta la verità, non ho mai vista un sesso femminile così da vicino.
Mi spiega cosa fare ed io eseguo.

Lecco la fica, partendo dal buchino, fino al clitoride, lo mordicchio con le labbra. Poi mi metto a baciare e a succhiare tutti i fluidi vaginali, che copiosi mi scendono in bocca. Infilo la lingua nella vagina e lì dentro la muovo, come fosse un pene. Poi riprendo in bocca il clitoride e muovo la lingua velocemente. Continuo così finchè non mi viene in bocca.

Ci accorgiamo che si è fatto tardi. Facciamo un tuffo in piscina, per toglierci di dosso il sudore e tutti i nostri liquidi, ci rivestiamo in fretta e, di corsa, a preparare pranzo.

Mentre le Vittoria e Sonia sono in cucina, penso a quello che sta succedendo. Penso soprattutto a mia sorella. Da una giovincella ben educata, tutta acqua e sapone in poche settimane è diventata, con il suo visino angelico, una sfrontata ragazzaccia, quasi sessuomane, che non disdegna masturbarsi davanti a me, fa seghe a suo fratello, anche con le tette, si fa sbrodolare sperma anche in faccia e, ciò che più mi stupisce, si mette a lesbicare con sua cugina..Ed io? Faccio le cosiddette porcherie con mia sorella e con mia cugina e, invece di vivere tutto questo come un problema, godo come un pazzo.
Appunto godo. E allora cosa voglio di più? Mi metto a fare il moralista? E cosa ne ottengo?
Penso che è meglio, una volta superati i tabù, lasciarsi andare e continuare a godere finchè dura.

è lunedì pomeriggio. Siamo stati tutto il mattino in spiaggia, abbiamo mangiato dei panini e adesso stiamo passeggiando per il centro del paese quasi del tutto vuoto di gente. Ci sediamo attorno ad un tavolino di una birreria per prendere il gelato e chiacchieriamo del più e del meno, come fanno tutti i ragazzi della nostra età.
Sonia guarda l’orologio e

 perché non andiamo al cinema? Sta per iniziare il primo spettacolo.

Il cinema di questo paese è ricavato da un teatro, infatti, d’inverno, il proprietario propone un cartellone di opere liriche e di operette; mentre, d’estate, avendo un sistema di condizionamento d’aria, lo tiene aperto per proiettare film di terza visione per i villeggianti.

Quando entriamo, il film è appena cominciato. Saliamo su e ci accomodiamo in un palco.
Mi accorgo che siamo gli unici spettatori

Il film si rivela poco interessante e, dopo pochi minuti, siamo già annoiati.

 Il film non mi piace ‘ sussurra Sonia ‘ perché non facciamo qualcosa per divertirci?

Dicendo questo, fa sedere sulle sue gambe Vittoria, le alza la gonna, le abbassa le mutandine e comincia a farle un ditalino. La sorellina gira la testa verso di lei e la bacia voluttuosamente.
Stanno cos’ avvinghiate per qualche tempo. A me è venuto duro, lo tiro fuori e comincio una sega. Poi, mi rivolgo alle due

 Ma così vi divertite solo voi due. E io?.

 Abbi pazienza e vedrai che ti divertirai anche tu.

Continuo a masturbarmi, guardando le due ragazze. Vittoria, tira su la minigonna di Sonia e vedo che è senza mutandine. Ricambia il favore e si mette a sgrillettare.

Quando Sonia si accorge che mia sorella è molto eccitata, le toglie la mano dalla figa e le dice

 Adesso succhiaglielo!
 No, per favore, non chiedermi questo.
 Perché? Non ti piace il cazzo di Al?
 Certo che mi piace. Glielo tocco volentieri e mi eccita masturbarlo. Però metterlo in bocca mi fa impressione. Non dico che non glielo succhierò mai, ma per il momento non sono pronta.
 Invece, sei prontissima. Guarda, l’altro giorno, baciandomi, hai già assaggiato sborra e sei stata tutta la mattina con il suo sapore in bocca. Non ti è, forse, piaciuto, il gusto?
 Ce c’entra. Quella proveniva dalla tua bocca e si era diluita con il sapore della tua saliva.
 Non dire scemenze. Almeno, prova. Poi, se non ti piace smetti. Non ti voglio certo violentare a fare una cosa che non ti piace.

Mia sorella si alza dalle cosce di Sonia, continua lei stessa a masturbarsi e si inginocchia davanti al mio cazzo.
Con la punta della lingua tocca la cappella in corrispondenza del buchino. La toglie. Un filo di liquido preorgasmico unisce il pisello alla lingua, che risucchia e assapora.

 Sì, questo non è affatto cattivo. Un po’ salato, ma buono

Rinfrancata, lecca, allora tutta la cappella. Io mi muovo, sono molto arrapato. Sonia, con la mano dietro alla nuca di Vittoria, spinge delicatamente la testa verso di me. Lei apre la bocca e vi affonda la cappella. La cugina, sempre con la mano che tiene dietro la testa di mia sorella, la costringe a fare dei movimenti di va e vieni. Ormai mi muovo allo stesso ritmo della bocca. Però! Anche mia sorella è eccitata, muove il suo bacino come se fosse scopata. Io non ce la faccio più e, con un lamento prolungato, le vengo in bocca.
Vittoria se lo tiene ancora dentro. Non sa cosa fare e cerca con gli occhi Sonia. Questa fa cenno di ingoiare. Mia sorella si toglie il cazzo ancora grondante dalla bocca. Esita, ha la bocca piena di sperma, poi ingoia. Ha un brivido che le fa scuotere la testa, quindi sorride. Ce l’ha fatta! Per la prima volta ha ingoiato la sborra. Si alza, ha un sorriso di soddisfazione, per quello che è riuscita a fare, si rimette in braccio a Sonia e tira fuori la lingua. Sonia,lecca la lingua di mia sorella e finiscono in un bacio lungo e appassionato.

Usciamo dal cinema e andiamo a casa. Per oggi non parliamo più di sesso.

I giorni passano veloci. Continuiamo a fare i nostri giochini con le bocche e con le mani. Mia sorella è diventata una brava pompinara. Dice che ormai il sapore dello sperma le piace e mi fa adoperare la sua bocca a mio piacimento. Anche Sonia, naturalmente non è da meno e divide la sua lingua tra la fica di Vittoria e la mia cappella. Io, da parte mia, ricambio i favori leccando le fiche di tutte e due e riesco a mettere in pratica tutti i sogni erotici che avevo fatto, quando ancora mi sembrava che Sonia fosse per me irrangiugibile.

Siamo alla fine delle vacanze. Domani ritorneremo in città. Verranno i nostri due padri, che nel frattempo hanno ripreso il loro lavoro in città, e ci ricondurranno indietro.
Chissà se a casa nostra potremo continuare a fare tutte le cose che hanno allietato queste vacanze.
Oggi le due madri hanno preso il treno per andare a trovare una loro amica che abita in un paese a una cinquantina di kilometri da qua.

Noi ragazzi siamo soli. La cappa che caratterizza la fine delle vacanze avvolge tutte e tre. Siamo nudi per prendere gli ultimi raggi di sole e pensiamo ai fatti nostri.

 Sonia, le dico, prima di ritornare in città, vorrei incularti

Lei alza gli occhi per guardarmi e mi dice

 è possibile, il mio culo è già abbastanza abituato a questa pratica. Te lo do volentieri, ma a patto che partecipi anche Vittoria in modo che anche lei possa godere
 E come facciamo. Io ho solo un pisello
 Mentre inculi me, io leccherò la fica di tua sorella
 Ci sto faccio io
 Ci sto pure io, risponde mia sorella, eccitata dalla novità

Ci prendiamo per mano e saliamo nella mia camera.

Sul mio letto, Sonia si mette a pecorina, si titilla il clitoride e fa mettere Vittoria seduta su due cuscino in modo da avere la sua fica a portata di lingua

 Prima di cominciare ad incularmi, devi bagnarmi il buco con la lingua.

Eseguo. Le lecco il buchino, per paura che la mia saliva non basti, vado a raccogliere del liquido vaginale direttamente dalla sua fica e continuo il mio lavoretto. Sonia mi invita a infilare la lingua dentro il buchino. Lo facci. Ormai sono completamente infoiato, ho il cazzo così duro che ho paura che scoppi.
Al via di Sonia, Appoggio la punta del pisello al buco, poi introduco la cappella. Sento che Sonia si irrigidisce e mi fermo. Quando mi dice di continuare, ho la sensazione che tutto il suo retto sia dilatato, perciò, con un solo colpo di reni affondo il cazzo fino ai coglioni. Aspetto che Sonia riprenda il respiro e comincio a stantuffare.

Andiamo avanti per una decina di minuti: Sonia è molto arrapata e lecca la fica di Vittoria con furia, mentre con un a mano si accarezza il clitoride; mia sorella geme e si dimena come un ossessa. Io vado avanti molto concentrato su quello che sto facendo. Alla fine veniamo tutti e tre contemporaneamente.

è stata la mia prima inculata e la ricorderò per sempre.

Sono passati dieci anni da allora. Sonia e Vittoria si sono laureate e si sono sposate.
Anche io mi sono laureato in medicina e, giovane medico ospedaliero, vivo con la mia fidanzata.

Non abbiamo più fatto come quell’estate, però quando mi viene la voglia, faccio venire a casa mia Vittoria che mi soddisfa con la sua bocca, oppure, telefono a Sonia, che, quando arriva, si fa inculare. La ragazza, con la quale, convivo, mi serve solo per la fica.
Ho trovato un buon equilibrio. Non vi pare?

SCRIVETEMI LE VOSTRE IMPRESSIONI SUL RACCONTO…E LE SENSAZIONI PROVATE. I VOSTRI COMMENTI MI SERVONO PER DECIDERE SE CONTINUARE A SCRIVERE O LASCIARE STARE

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