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Racconti Erotici

Strani scherzi del sole

By 28 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Dermatologi e telegiornali sconsigliano l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata. Ma come resistere; la spiaggia si svuota di mamme e bambini; l’aria si fa più spessa, immobile; la sabbia e i sassi restituiscono amplificato il calore accumulato nelle ore precedenti che si somma alla canicola del mezzogiorno.

Respiro al minimo, occhi socchiusi. Il lettino sembra ancora più piccolo e l’ombrellone fatto apposta per fare ombra appena più in là di dove servirebbe. Posizioni improbabili per evitare l’aggressione del sole. Né fame, né sete, funzioni vitali ridotte, cervello annebbiato. Non &egrave sonno ma non &egrave nemmeno veglia: entro ed esco dalla realtà, non sono più solo gli occhi a vedere. Piacevole languore diffuso.

E’ in questo stato che ho cominciato a pensare a lei, immaginarla al mare, anche lei. Difficile immaginare al mare una donna di cui non si &egrave mai riuscito ad immaginarne il corpo. Solo flash, frammenti. Alta, gambe lunghissime, seno piccolo.

Sdraiata pancia in giù, bikini in stoffa a triangolo, anni 70, pare siano di nuovo di moda. Può portarlo senza neanche preoccuparsi di tirarlo su troppo, non ha certo il problema di dover allungare la gamba. Top slacciato, pelle lucida di crema, capelli raccolti. ‘Le mie amiche fanno a gare a sdraiarsi vicino a me perch&egrave sembrano sempre abbronzantissime al mio confronto’. Mento appoggiato sulle braccia, occhiali da sole, montatura minima, molto scuri. ‘Preferisco osservare’. Lo sguardo esplora, vola a fil di sabbia. Scivola sui corpi, esamina, valuta.

Impietosa esposizione di vanità umana la spiaggia. E di incosciente audacia talvolta, sprezzante assalto al buon gusto. Corpi accaldati, arrossati, lucidi. Corpi di tutte le fogge e forme. Carni esposte che sarebbe meglio coprire. E soggetti interessanti. Qual &egrave il suo canone estetico? Spalle robuste, ventri asciutti e scolpiti? In fondo il palestrato &egrave come Novella 2000: tutti dicono ‘che schifo, ma come si fa? Mai e poi mai..’ ma quando poi capita dal parrucchiere non si manca mai di sfogliarla ‘almeno posso dire che fa schifo a ragion veduta, leggo solo per esigenze di studio’. Già, quando capita dal parrucchiere’.. Alti, bassi, la fauna &egrave varia ed abbondante e lo sguardo dietro agli occhiali continua a sorvolare e soppesare. Interessante quel soggetto. Effettivamente gli uomini in mutande ‘ ancorché da bagno ‘ si valutano meglio. Quel che finge una faccia, rivela una gamba, un movimento. Interessante quel soggetto.

Il calore aumenta, una mano calda che sembra schiacciare sull’asciugamano. Fa ancora più caldo a pancia in giù. Interessante quel soggetto. I gomiti scivolano, le palpebre si abbassano insieme alla testa. Interessante’. Il calore aumenta”.

Entra nella doccia. I lacci del bikini si sciolgono. Mille aghi gelati torturano piacevolmente il suo corpo. Occhi chiusi, testa all’indietro, fasciata dalla lama d’acqua. Le mani, le dita scorrono sul corpo. La testa gira, il sangue pulsa per il repentino sbalzo di temperatura. Sale, schiuma e calore lavato via formano mulinelli tra i suoi piedi. I polmoni si espandono, respirano freschezza. Sembra che tutta la pelle voglia accorciarsi.

La porta della doccia si apre. Non si volta nemmeno. Non lo stava forse aspettando? Altre mani, altre dita inseguono le sue su tutto il suo corpo. Pelle scivola su pelle. Occhi chiusi, non si volta nemmeno. Le sue mani, le sue dita si confondono con altre mani, altre dita. E l’acqua continua a fasciarla. Schiena arcuata all’indietro. Si stacca, palmo delle mani sulle piastrelle fredde e scivolose a sostenere il corpo sbilanciato in avanti. Due corpi diventano uno, si muovono insieme.

Come quando risali da un’immersione in apnea, le ultime preziose bollicine fuggono dalla bocca socchiusa, i polmoni spasimano per l’ossigeno, occhi spalancati, pugnali di sole bucano la superficie dell’acqua’ le gambe spingono sempre più forte, le braccia distese lungo i fianchi, le ultime bollicine tirano le labbra in un sorriso, sai cosa ti aspetta fuori, tutta l’aria che vuoi, ed intanto i polmoni chiedono prepotenti..eccoti, eccoti, la testa buca la superficie e prosegue di slancio la bocca famelica si apre a gridare il desiderio d’aria, un attimo in bilico tra morire e rinascere’ una mano soffoca il tuo grido, la mordi, il sapore metallico del sangue’

Riapre gli occhi, rialza la testa dall’asciugamano, nessuna sensazione del tempo, solo la guancia porta il segno della spugna ruvida; ed il sapore metallico del sangue, si &egrave morsicata un labbro. Rimane un sorriso, un profondo languore in tutto il corpo. Davvero interessante quel soggetto. Solleva il busto, rapida riallaccia il top. Dio come gira la testa. Si alza piano.

Il piede testa l’acqua. Fredda gelata da morire, come una mano ghiacciata stringe la caviglia. Brividi salgono lungo la gamba. Ancora. Anche l’altra. L’acqua sembra solida da tanto &egrave fredda. Un anello che sale e stringe, passa il costume ecco arriva alla pancia’ &egrave il punto peggiore. Si ferma. Lascia che il corpo recuperi. Il freddo graffia la schiena. Arrivata ai seni il peggio &egrave passato, capezzoli duri contro la stoffa. Dentro fino al collo. Trattiene il respiro e si lascia sprofondare. Riemerge a rana, movimenti lenti e distesi. Occhi aperti a guardare il largo, ogni senso acceso a captare il guanto d’acqua che l’avvolge. A qualche decina di metri si gira verso riva. ‘Preferisco osservare’.

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