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TUTTO SU MANUELA (orgoglio di un cornuto) 2 parte

By 27 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Ricordo vivamente, la prima volta da ‘regina’ di mia moglie.
Dopo averla immaginata alle prese con un altro, innumerevoli volte, una sera presi la decisione.
A sua insaputa, misi un annuncio, (credo che tuttora sia online…) su un sito di scambi di coppia, frequentato prevalentemente da singoli.

Cercavo una persona disposta ad investire tempo e uccello per coinvolgere mia moglie. Naturalmente specificai che inizialmente ci saremmo dovuti muovere a sua insaputa ma garantivo che, una volta avviata al gioco sarebbe stata una vera porca.

Volevo vederla alle prese con un altro cazzo.
Volevo vedere se un altro sarebbe impazzito di piacere, così come accadeva a me quando facevamo sesso.
Volevo sentirla ansimare col cazzo di un altro che le scavava l’utero
Volevo leccarle la fica mentre era piena di cazzo…
E, cosa che ancora oggi mi fa sborrare abbondantemente, mentre inculavo la mia donna, volevo sentire il cazzo di un altro attraverso la piccola parete che divide il canale rettale dalla vagina.

Tutti questi miei desideri, coincidevano con i suoi.
Tutte cose, queste, che arrivammo a confessarci a più riprese durante le nostre sessioni amorose e che innescarono l’inevitabile desiderio di metterle in atto.
Tutti e due, “volevamo” ma, da profani, non sapevamo come eventualmente fare..
“Si. Magari! ma come?” ci chiedevamo ogni volta.

Spesso lei confessava, mentre stava godendo, che aveva voglia di cazzi (si, al plurale) ed io ne approfittavo per chiederle, quanti, di chi… e prendevamo a coinvolgere nelle nostre fantasie amici e conoscenti.
Ma coinvolgere amici e conoscenti comporta una serie di problemi che rende impossibile la realizzazione del gioco stesso.

Per questo, pubblicai quell’ annuncio su quel sito di scambi.

Mi buttai (ripeto: a sua insaputa) a cercare qualcuno che corrispondesse a precisi requisiti, utili al nostro intendimento.

Mi intrattenni via mail con decine di ragazzi, parlai al telefono con un sacco di maschietti assatanati, incontrai personalmente (e da solo) alcuni di essi… Fino a quando non incappai in un giovane educato, carino, sensibile, dotato sia di pisello che di cervello.

Il problema di questi siti è che il pisello si può fotografare ma il cervello e il suo contenuto, no…
Lo si può intuire, è vero, dal tipo di annuncio che viene pubblicato ma non è comunque così facile…

La ricerca della persona che ritenevo giusta, si protrasse per mesi, dicevo.
Centinaia di contatti, mail, telefonate, incontri

E tra moltissimi contatti che avuti in risposta al mio annuncio, avevo infine selezionato un ragazzo.

Dopo molti scambi di idee e pareri, organizzai con lui, una sorpresa a mia moglie.
Il mio piano era che io e lei ci saremmo recati al cinema e lui ci avrebbe raggiunto per approcciare con mia moglie, al buio della sala.

Avevo stabilito alcune mosse da fare che ci avrebbero garantito il buon esito della serata:
– Domenico avrebbe toccato col suo ginocchio quello di mia moglie.
– Lei, ne ero sicuro, avrebbe allontanato una prima volta il suo.
– Lui, dopo una breve attesa, avrebbe ritentato il contatto.
– Io avrei chiesto a mia moglie se il tipo accanto ci stesse provando.
– Lei mi avrebbe confermato la cosa e io gli avrei detto di lasciarlo fare per vedere dove voleva arrivare.
– E il mio complice, dopo avermi visto sussurrare queste cose a mia moglie, avrebbe posato la sua mano sul ginocchio di lei…

Avevo previsto, ne ero fermamente convinto, che dopo il mio assenso, Manuela ci sarebbe stata: per come la conoscevo troia, avevo anche previsto che poi saremmo andati a casa del mio complice.

Domenico, questo il nome del prescelto, a differenza di altri – che avevano risposto al mio annuncio e che si volevano prestare al gioco solo a cose certe – mi disse che capiva la situazione e che se lei si fosse tirata indietro, non si sarebbe sentito scartato e offeso.

Temeva, invece, la sua reazione quando avrebbe fatto l’affondo.
Eh, si… aveva paura di ricevere un manrovescio in risposta alla sua insistenza.
Lo rassicurai dicendogli che Manuela non era tipo da far piazzate e mi avrebbe tuttalpiù sollecitato ad andarcene via dalla sala.

Ma…
Ma non andammo mai in quel cinema
Non ce ne fu bisogno.

Prima di uscire dissi a lei di mettersi in gonna e autoreggenti.
Lei esegui ma in macchina, poi, mi fece confessare che c’era qualcosa che bolliva in pentola.

Non potevo negarle che avevo qualcosa in mente. E che questo ‘qualcosa’ era ‘qualcosa’ di tangibile…
Eravamo da poco saliti in macchina e lei, incuriosita mi disse di chiamare quella persona.

Lo chiamai con molta emozione e concordammo di incontrarci in un ristorante dalle sue parti. “Tanto per scambiare due chiacchiere – disse lei – senza impegno”

Durante la cena lui la corteggio con cautela e lei, nonostante ammiccamenti e lusinghe, non manifestò nessun intendimento nel voler proseguire il gioco dopo la cena. Vedevo ogni minuto che passava, svanire l’idea di vederla scopare con questo giovane amico.

Usciti dal ristorante accompagnammo in macchina Domenico, fino sotto casa sua. Inaspettatamente fu in quel caso che lei si aprì al un dialogo. Un dialogo dai termini e dagli argomenti più disinvolti ed espliciti, per ovvi motivi.
Senza scendere mai nel dettaglio, lei si espresse con pudore, alternando dubbi a desideri.

Ed anche se parlammo per un paio di ore, non ricevetti segnali positivi.
Prima di uscire dalla macchina, per andarsene a casa, quando ormai sembrava tutto scemato, lui chiede solo un bacio: “Un saluto, prima di andarsene…”
Quel bacio, pieno di passione e di voluttà, è stato il pulsante di avvio.
Lei non smetteva di abbeverarsi alla bocca di lui.
Non stavo nella pelle e il mio cazzo non stava nei calzoni.

Era il giusto e imprevisto antipasto per una serata, la prima e indimenticabile, in cui avremmo realizzato molte delle nostre fantasie.

Dalla macchina a casa, tutti e tre imbarazzati, senza dire una parola.
Il piacevole impaccio di lei in ascensore e poi appena chiusa la porta di casa, in piedi, già mi ripagava della fatica svolta per cercare la persona giusta.

Vederla di nuovo incollare le sue labbra a quelle del mio amico, vederla far roteare la sua lingua con quella di lui era la certezza che avevo scommesso rischiando sul sicuro.

Mi carezzavo l’uccello attraverso i pantaloni, mentre lui la spogliava e le infilava le mani ovunque.

La sentivo ansimare mentre lui, con la mano nelle mutandine la stava sditalinando.
Avevo un punto di vista ravvicinato, mentre lo aiutavo a toglierle gli ultimi indumenti…
Tutte immagini che ho ben scolpite nella memoria.
A distanza di tanto tempo, mi rammarico solo di non aver immortalato con foto o video quella prima occasione!
Ma ero troppo preso ad ammirarla. Come ad esempio mentre si faceva sparire il grande cazzo di Domenico fino in gola, o mentre lo cavalcava a smorzacandela, offrendomi il suo culo, che preparai leccandoglielo e aprendolo prima con la lingua e poi con le dita, preparandolo a quella che sarebbe stata la sua prima doppia penetrazione.
Cazzo!
Che ricordo ferocemente vivo ne ho ancora!
La mia cappella che faticava a farsi strada, l’immobilità di entrambi loro, in attesa che le aprissi il buco del culo e, una volta affondata la cappella nel suo intestino, spingere lentamente ma costantemente.
Stavamo realizzando uno dei nostri desideri.
Stavo incrociando al di là di quel lembo di pelle che divide i due orifizi, il cazzo del mio amico, che riprendeva a muoversi piano.
Lei si volta e mi bacia, sussurrandomi di non fermarmi. Lei che afferma di essere la mia troia… e che mi ringrazia per averglielo permesso… come potrei dimenticare?

Dopo quella sera, per alcune settimane, mia moglie, camminava ad un palmo da terra.

O meglio, fluttuava, non camminava.
Era per la piacevole sensazione di sovvertimento e libertà che provò a farla sentire così leggera.

Almeno fino agli incontri successivi che si protrassero fino a che Domenico, che è un giornalista, si trasferì a Torino per lavoro…

Dopo quelle esperienze con Domenico, l’ho fatta sbattere da altri amici. Perfino mentre era in cinta…

(segue)

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