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Un insolito pomeriggio

By 5 Settembre 2018Aprile 3rd, 2020No Comments

capitolo 1

Martina parcheggiò e tirò un sospiro di sollievo quando il cellulare smise di vibrare. Guardò la chat di Whatsapp e scorse velocemente i messaggi di Alberto. Le scriveva che sarebbe rientrato più tardi rispetto al solito perché doveva passare dai suoi genitori a prendere delle camicie che sua madre gli aveva aggiustato. Martina chiuse gli occhi e abbandonò per qualche istante la testa contro il sedile dell’auto. La casa dei genitori di Alberto era dall’altra parte della città rispetto a loro, probabile che ci avrebbe messo più di un’ora, col traffico e tutto.
Mancavano poche settimane alla pausa estiva, la città era un forno e sembrava che tutti, per il gran caldo o perché ormai impazienti di chiudere tutto e partire per le vacanze, fossero più nervosi del solito. Bastava tenere duro ancora qualche giorno e poi la città si sarebbe svuotata.
Martina recuperò la spesa dal sedile posteriore e si avviò verso casa.
Con la coda dell’occhio registrò il ‘bavoso’ alla finestra del secondo piano che la fissava. Martina pensava che oramai si trattasse di un appuntamento fisso. Dapprima non ci aveva fatto caso, ma poi aveva notato che il vicino si faceva sempre trovare vigile, al balcone, nell’intervallo di tempo in cui sapeva che lei sarebbe rientrata. All’inizio la cosa l’aveva turbata, poi non ci aveva più fatto caso. Ogni tanto, per cambiare un po’ il copione, gli lanciava qualche sguardo truce, ma il vicino non pareva farci troppo caso.
Quel giorno indossava una gonna nera aderente sui fianchi magri e una camicetta aperta su una canottiera nera. Stava morendo di caldo, non vedeva l’ora di buttarsi sotto la doccia e rilassarsi fino all’ora di cena, in attesa di Alberto.

Dopo aver messo via la spesa ed essersi fatta una doccia rinfrescante, Martina si accasciò sul divano. Indossava solo una maglietta di cotone, una maglietta vecchia, che ormai non avrebbe più potuto indossare fuori ma a cui era affezionata, e un paio di slip neri, con un leggero pizzo.
Riprese in mano il cellulare e rilesse i messaggi di Alberto. Scriveva che avrebbe tardato perché i suoi genitori lo avevano spedito a fare qualche commissione. Sospirò. Alberto le mancava, ultimamente, a causa del lavoro di entrambi, si vedevano molto poco, giusto la sera, e anche le occasioni di svago e di intimità erano difficili da trovare. La sera il più delle volte erano esausti e si addormentavano quasi subito uno nelle braccia dell’altro. Da quanto non facevano l’amore? Da una settimana forse dieci giorni. Non era tanto, ma a Martina mancava Alberto e il contatto fisico e sudato col suo corpo. Avevano un’ottima intesa, ma dopo quasi quattro anni di convivenza le cose stavano scivolando gradatamente nella routine, anche sotto quell’aspetto. Ogni tanto si dicevano che avrebbero dovuto ‘osare’ di più nella loro vita sessuale, ma per ora il tutto era rimasto sotto forma di fantasia. Una specie di stimolante o di divertimento con cui si stuzzicavano a vicenda.
Martina si stiracchiò, aveva ancora un po’ di tempo tutto per sé e nulla da fare per un paio d’ore. Aveva tutto il tempo per annoiarsi, finalmente.
La luce e il calore del sole, fuori dalla finestra aperta, erano ancora forti, un leggero venticello muoveva le tende e asciugava il sudore sulla pelle delle gambe di Martina. Ebbe come un brivido e si stupì di vedere la sua mano indugiare sulla pelle liscia, compresa tra l’elastico superiore degli slip e il bordo inferiore della maglietta. L’indice e l’anulare della sua mano destra disegnavano dei piccoli cerchi intorno all’ombelico. Martina stupita sentì i capezzoli indurirsi sotto la stoffa e fare capolino.
La cosa la eccitò e chiuse gli occhi. Da quanto non si toccava? Da un sacco di tempo, le sembrava.
Prima di andare a vivere con Alberto si masturbava con una certa frequenza, le piaceva e non ci trovava nulla di male. Da quando viveva con Alberto le occasioni erano diminuite, a volte capitava che ognuno si toccasse davanti all’altro, ma più come un intermezzo, un gioco, un espediente per aumentare il piacere che più tardi si sarebbero dati reciprocamente. Non era la stessa cosa.
All’improvviso Martina capì di avere una voglia matta di toccarsi, come faceva una volta. Voleva godere da sola. Ma, più di ogni altra cosa, sentiva che aveva bisogno di astrarsi nel piacere, di rilassarsi, lasciando da parte i casini sul lavoro, la stanchezza della giornata, la spossatezza dovuta al caldo, i problemi che ultimamente aveva con Alberto.
La sua mano sinistra salì, quasi senza che se ne accorgesse, lungo il corpo, fino a fermarsi su un seno. Martina riusciva a sentirlo sotto di sé, libero dalla costrizione del reggiseno, con il capezzolo che cominciava a inturgidirsi. Piano piano lo strinse da sopra la maglietta.
Martina aveva ventotto anni e una seconda soda e di cui andava molto fiera. Quando si guardava allo specchio le sue tette svettavano, piene e rotonde, i capezzoli duri si ergevano in tutta la loro bellezza. In quel momento si strinse il seno, mentre con le dita si pizzicava un capezzolo attraverso il tessuto. Sentiva che l’altro si stava indurendo, reclamava attenzioni, le faceva quasi male.
Con la destra, che aveva continuato a danzare nelle vicinanze del ventre, alzò l’elastico degli slip e vi infilò la mano, allargando un poco le gambe. Sentì il clitoride pulsare e i peli del pube umidi. Non aveva ancora iniziato e già era bagnata ed eccitata. Con il pollice e l’indice cominciò a massaggiarsi il clitoride, con movimenti circolari che presto diventarono più intesi e veloci. Anche il respiro cominciò ad accelerare, mentre la mano sinistra si era spinta ad alzare la maglietta e a massaggiare il seno nudo, prima il destro e poi il sinistro.
Martina decise che non aveva voglia di pensare a nulla. Era abbastanza eccitata, però non voleva venire così, velocemente. Rallentò il ritmo, resistendo alla tentazione di infilarsi prepotentemente un dito nella vagina bagnata e raggiungere il piacere.
Quando viveva da sola e si masturbava di solito pensava di farlo con Alberto, pensava a tutti i modi in cui avrebbe potuto darle piacere, a tutti i posti in cui glielo avrebbe potuto mettere. Già solo questi pensieri le generavano un lago in mezzo alle gambe. Alle volte invece si trastullava con fantasie che non aveva poi il coraggio di mettere in pratica.
Adesso invece era lì, semi sdraiata sul divano, la maglietta che le era risalita oltre le tette, le gambe aperte e una mano sotto le mutandine ormai umide. Avrebbe dovuto mettersene un altro paio quando avrebbe finito. La vulva le pulsava, implorandola di infilarci dentro un dito, due, tre dita e di scoparsi forte, senza pensieri.
Martina indugiava. Il pollice sfiorava il clitoride eretto regalandole scosse elettriche di piacere. Non voleva venire, eppure voleva godere. L’indice sfiorava la fessura tra le grandi labbra, aprendola leggermente. Pensò al cazzo di Alberto, a come le piaceva farselo crescere in bocca quando gli faceva un pompino. No, non era questo che voleva.
Chiuse gli occhi e infilò un dito nella vagina umida e un lungo gemito prolungato le uscì dalla gola. Si portò il dito alle labbra e lo infilò in bocca. Da quanto non sentiva il suo sapore? Scese di nuovo ad allargarsi le labbra della fica e vi infilò l’indice per primo, cominciando a muoverlo.
Fantasticò di essere presa da due uomini contemporaneamente. Era una delle sue fantasie ricorrenti. Pensava che sarebbe stato bello sentirsi completamente riempita. Immaginò che un uomo (aveva la faccia di Alberto) glielo mettesse in bocca, mentre un altro (che aveva sempre la faccia di Alberto, perché nemmeno nelle sue fantasie lo tradiva) la prendeva da dietro, stringendole i fianchi. Le sembrava di sentire il rumore della sua fica fradicia contro il cazzo dell’uomo, ma erano solo le sue dita (perché ora si era penetrata con due dita) che entravano e uscivano in lei.
Martina inarcò il bacino, per spingere ancora più a fondo le dita dentro di lei, aumentando il ritmo della penetrazione. Sentiva l’orgasmo montarle dentro. Martina aprì gli occhi e si fermò. Si tolse le dita da dentro e le guardò, erano fradice dei suoi umori. No, si disse, non era così che voleva godere. Non voleva fare alcuna fatica mentale, anche se fosse stata quella della fantasia. Sono strana, pensò, mentre scuoteva la testa e sorrideva.
Si alzò, coprendosi di nuovo con la maglietta. Andò in bagno e si guardò allo specchio, aveva la faccia arrossata e gli occhi verdi luccicavano, come febbricitanti. Si passò una mano tra i capelli neri, che portava corti sulle spalle, leggermente mossi. Si sorrise. Sentì le mutandine umide, sapeva di non essere venuta, e si strofinò le cosce. Sapeva che le bastava pochissimo per provare uno degli orgasmi più potenti delle ultime settimane. Ora però sapeva cosa voleva fare.
Prese il computer, lo sistemò su un tavolo basso e si rimise sul divano, la schiena bene appoggiata sui cuscini, una gamba reclinata verso di sé e un po’allargata, l’altra distesa. Un venticello leggero entrava dalle finestre, Martina poteva sentirlo nuovamente, avido e pieno di lussuria, mentre le asciugava il sudore dato dall’eccitazione, si intrufolava tra i peli scuri del pube e le accarezzava nuovamente i capezzoli duri, di nuovo liberi dal tessuto della maglietta, mentre si chinava per accendere il pc.
Aveva il respiro corto e là sotto si stava nuovamente bagnando.

Capitolo 2

Martina non era mai stata un’amante dei porno. Prima di andare a vivere con Alberto le era capitato qualche volta di vederli, quando i suoi genitori non erano a casa, ma più per curiosità che per cercare un’occasione di piacere. Anche se poi, vedendoli, raramente riusciva a trattenersi dal toccarsi.
Quando si masturbava, però, preferiva di gran lunga farlo da sola, affidandosi ai ricordi o alla fantasia. Quel pomeriggio però, mentre si toccava, aveva sentito, fortissima, la voglia di vedere altre persone fare l’amore, godere con lei, fossero anche stati gli attori di un video hard.
Il sito su cui andò era pieno di video, suddivisi per categorie. Troppe per scegliere, soprattutto perché sentiva che la sua voglia era impellente. Cliccò velocemente sulla prima finestra, assicurandosi solo che non si trattasse di qualcosa di troppo estremo o violento.
Fu premiata. Sullo schermo cominciarono a scorrere le immagini di due ragazze, bellissime e dalle forme perfette, intente a baciarsi appassionatamente. Una ragazza bionda e una rossa, dai seni piccoli e con i capezzoli pronunciati, snelle, simili a Martina. Le ragazze, durante il bacio avevano preso a svestirsi, rimanendo in breve completamente nude. Una di loro aveva un articolato tatuaggio sull’anca sinistra, le fiche di entrambe erano perfettamente depilate. Martina poteva vedere la lingua della bionda dare dei baci e delle leccatine alla fica della rossa che, a giudicare dai mugolii apprezzava parecchio.
Martina guardava affascinata lo schermo. A differenza di quanto aveva spesso letto sui giornali o le riviste di moda, nella sua vita, non era mai stata attratta dalle ragazze né aveva mai sperimentato qualcosa di nemmeno paragonabile a quello a cui ora assisteva sullo schermo. Tuttavia, guardando quelle due splendide donne fare l’amore di fronte a lei, si sentì eccitata e immaginò di essere in mezzo a loro, intenta a stringere capezzoli, succhiare clitoridi, sentire il gusto dell’eccitazione di un’altra donna. Senza rendersene conto la sua mano era nuovamente scivolata verso il basso, scostando le mutandine. Era già bagnata e non ebbe alcuna difficoltà a inserire due dita dentro di lei. Le pareti della sua vagina, ben lubrificate, si allargarono per accoglierla. Allargò un po’ le gambe, inarcando il bacino. Cominciò a muoversi sempre più veloce, seguendo il ritmo delle immagini sullo schermo.
Le piaceva. Le piaceva un sacco. Perché aveva aspettato così tanto a dedicare un po’ di tempo a se stessa?
Nel filmato le due donne erano ora impegnate in un focoso 69. Mentre una leccava la fica dell’altra, ben visibile, rossa e bagnata, l’altra le dava piacere infilandole due dita nella fica e scopandola, dolcemente e con vigore, proprio come stava facendo Martina.
Trattenne un gemito e infilò un altro dito dentro di lei. Aveva tre dita dentro e sentiva che ancora non era abbastanza. L’orgasmo arrivò improvviso e dirompente, Martina urlò e prese a singhiozzare. Con la mano sinistra si afferrò il seno e se lo strinse, piantandosi le unghie dentro. Spalancò la bocca, come per un urlo muto, e fece scivolare le dita dentro di sé.
Le donne sullo schermo ora erano uno di fronte all’altra, ognuna si stava toccando, guardando l’altra negli occhi. Martina continuava a masturbarsi, sentiva le dita scivolare dentro di lei senza alcuna resistenza, sollevò il bacino per entrare ancora più a fondo e un secondo orgasmo la lasciò senza fiato, incurante di spruzzare intorno i propri umori.
Credeva che non avrebbe più potuto fermarsi. Non voleva fermarsi, voleva continuare a venire, ancora e ancora.
Sentì la chiave girare rumorosamente nella porta.
Cazzo, pensò, cazzo.
Reagì come meglio poteva in quei secondi che accompagnarono le tre mandate con cui Alberto stava aprendo il portoncino di casa.
Si aggiustò come meglio poteva la maglietta e le mutandine, ravviandosi i capelli in disordine.
Alberto entrò in salotto proprio nel momento in cui con una manata chiudeva lo schermo del pc.
– Ciao amore, come stai? Caldo eh?
– Si, sì, fa un caldo oggi’
– Ti sei messa comoda, hai fatto bene
Alberto le sorrise e Martina sorrise a sua volta. Dopo i primi secondi di imbarazzo, in cui cercò freneticamente di capire se Alberto potesse scoprire quello che stava facendo fino a poco prima, stava riprendendo pian piano il controllo di se stessa. Gli sorrise felice di averlo a casa, che lui fosse presente nella sua vita e sentì di amarlo quel pomeriggio come non lo amava da tempo.
Sapeva di essere tutta rossa, accaldata e scarmigliata. Anche Alberto lo aveva notato.
– Tutto bene?
– Si perché?
– Ti vedo un po’ strana
– No, sarà il caldo. Ora vado a farmi una doccia.
Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla bocca, ma non il solito bacio a stampo che si davano sempre. Sentiva che non era quello di cui al momento avevano bisogno. Si appoggiò con il suo corpo al suo, appoggiando i seni sul suo torace e lasciò che la sua bocca si aprisse a ricevere il tocco caldo e avvolgente della lingua di lui. Qualcosa dentro Martina si sciolse, regalandole un’ondata di piacere intenso, anche se diverso da quello che aveva provato prima, da sola. Né migliore né peggiore, soltanto diverso. Capì di essere fortunata.
Percepì una lieve pressione sulla sua pancia, l’erezione di Alberto. Sorrise e si avviò verso la doccia, togliendosi la maglietta e regalando al suo ragazzo la visione della sua schiena nuda.

Alberto si stappò una birra e si sedette sul divano. Era piacevole tornare a casa e trovare Martina così di buon umore. Ultimamente il lavoro di entrambi li aveva un po’ sballottati, comprimendo gli orari e le occasioni per vedersi e stare insieme tranquillamente.
Chiuse gli occhi e si rilassò sul divano, aveva ancora in bocca il sapore di Martina e fu contento di quel bacio e della sua reazione. Negli ultimi tempi, in cui anche i loro incontri amorosi erano diventati più rarefatti, era contento che lei provasse attrazione per lui e glielo dimostrasse. Era contento della loro relazione e della loro vita. Si trattava di un periodo faticoso, ma che stavano sorpassando brillantemente.

Capitolo 3

Martina mise le mutandine nel cesto della biancheria sporca, facendole cadere affianco alle altre. Prima di farlo le annusò. Sentì forte l’odore del suo piacere e un brivido le salì lungo la schiena partendo dal ventre. Si guardò allo specchio, completamente nuda, e si piacque. Una sottile striscia di peli scure le ombreggiava il pube. Aprì l’acqua ed entrò in doccia.
Alberto notò la spia del computer lampeggiare e alzò lo schermo. Non era preparato a quello che si trovò di fronte.
Sullo schermo un video, messo momentaneamente in pausa, riprendeva in modo esplicito due ragazze intente a baciarsi tra di loro. Alberto si assicurò che il volume fosse al minimo e fece partire il video. Una ragazza rossa stava baciando dolcemente il seno a una ragazza bionda, succhiandone un capezzolo turgido ed eretto.
– Ma che cavolo’ – disse Alberto tra sé
Stoppò il video e alzò impercettibilmente la testa al rumore dell’acqua della doccia, nell’altra stanza.
Sorrise e abbassò il coperchio del pc, tornando a bere la sua birra.
Martina era sempre in grado di stupirlo. Per un attimo valutò se parlarle o meno, se dovesse farle una scenata o chiederle spiegazioni. Decise di lasciare perdere.
Non era arrabbiato, stranamente. Aveva sempre creduto che se l’avesse scoperta in una situazione simile si sarebbe incazzato, ma in realtà non era arrabbiato. Si accorse anzi di amarla, teneramente. Non aveva motivi per supporre che quella di Martina fosse una dipendenza o qualcosa per cui preoccuparsi. Sapeva quanto era stanca e provata in quegli ultimi mesi. Era giusto che si rilassasse. E quanto pare, il farlo non influiva, almeno non negativamente, sui sentimenti e l’attrazione che provavano l’uno per l’altra.

Dopo una decina di minuti Martina uscì dalla doccia, avvolta in un asciugamano e sgattaiolò in camera da letto, da cui riemerse poco dopo, vestita con una tuta leggera e la stessa maglietta di prima. Alberto era in cucina, intento a preparare il sugo per la cena di quella sera.
Era fortunata che il suo ragazzo sapesse cucinare e non gli dispiacesse. Era un aiuto in cucina, come nella vita e questo permetteva a entrambi di avere i propri spazi e di contribuire insieme alla casa senza stancarsi troppo.
– Hai usato il pc per caso? ‘ chiese Martina. Aveva cercato di dare alla sua voce un’intonazione innocente. Sperava che lui non ne notasse il tremito.
– No, mi sono fatto una birra e mi sono messo ai fornelli. Non so se &egrave acceso.
– Controllo. Devo controllare una cosa
Certo, pensò Alberto, immagino. Ma non disse nulla.
Martina si sedette sul divano, con le gambe ripiegate sotto di sé e alzò il coperchio del pc.
Il video era ancora lì, immobile.
Cazzo, si disse Martina, e subito chiuse la finestra del sito. Controllò la posta, giusto per fare qualcosa.
Sapeva di non avere chiuso quel maledetto video, Alberto era entrato troppo velocemente, era già tanto che non l’avesse sorpresa mentre si masturbava freneticamente. Le era venuto in mente di non aver nascosto le sue ‘tracce’ mentre era sotto la doccia, assaporando il tocco caldo dell’acqua sulla pelle e indugiando, più del necessario, a insaponarsi la zona dell’inguine.
Alberto aveva visto il video? Sapeva cosa aveva fatto? Gli stava mentendo?
Lui aveva detto di no, ma poteva anche non dirle la verità.
Martina non sapeva cosa fare, ora si vergognava di quel pomeriggio in cui si era lasciata andare. Più per il fatto che aveva rischiato di essere scoperta che per il pomeriggio in sé. Quello le era piaciuto, era quello di cui aveva bisogno.
Però Martina sapeva una cosa. Alberto poteva dire la verità e in quel caso non c’erano problemi oppure poteva avere visto il video e aveva deciso di non dirle niente. Ad Alberto non piacevano i sotterfugi, i giochetti mentali. Se lo aveva visto voleva dire che la cosa gli andava bene e che preferiva non parlarne o far finta di niente. Non c’era motivo di preoccuparsi.
Andò in cucina e lui le sorrise, normalmente.
– Mi dai il cambio? ‘ le disse ‘ Vado a farmi una doccia io adesso ‘
Le diede un bacio e poco dopo Martina sentì l’acqua scorrere nella doccia. Prese dal frigo un paio di zucchine e prese a lavarle.
Pessima idea. Sentiva la consistenza degli ortaggi tra le mani e sentì qualcosa di liquido e caldo muoversi a livello dello stomaco.
Ma cosa cavolo le stava succedendo?
Aveva avuto due orgasmi, si era fatta una doccia e se il pensiero di avere lasciato il pc con il video in bella mostra non l’avesse distratta probabilmente se ne sarebbe regalata un altro, venendo per la terza volta consecutiva nel giro di un’ora. Possibile che non potesse lavare due zucchine senza avere voglia di infilarsi un dito dentro. Non ci poteva credere.
Si asciugò le mani e posò le zucchine sul ripiano della cucina.
Forse, si disse. Forse avrebbe potuto controllare, essere sicura che fosse tutto nella sua testa.
Con un occhio al rumore dell’acqua della doccia si infilò una mano nella tuta, mettendosela in mezzo alle gambe. Un dito sfiorò le grandi labbra, dividendole. Era bagnata, ma questo già lo sapeva.
Martina scosse la testa, si lavò le mani con acqua bollente e si mise ad affettare le zucchine.

Capitolo 4

La cena si svolse come al solito. Martina e Alberto parlarono del lavoro, degli amici, delle cose da fare il prossimo fine settimana e Martina si sentiva finalmente rilassata, tranquilla, innamorata. Alberto le sorrideva spesso e cercava di essere divertente. Dopo cena, invece di alzarsi, lavare i piatti e decidere quale film avrebbero visto sul divano restarono a tavola seduti per un po’, godendo l’arietta fresca che arrivava dalla finestra, mangiucchiando della frutta e parlando.
Ad un certo punto Alberto disse:
– Ti vedo più rilassata, stasera. Hai avuto un pomeriggio piacevole?-
– Si molto ‘ sorrise Martina.
– Allora devi dirmi il tuo segreto, vorrei essere anche io rilassato come lo sei tu ‘
Martina lo guardò. Stava giocando con lei? Sapeva qualcosa e non voleva scoprirsi?
– Oh non ho fatto nulla di speciale’mi sono solo’rilassata. ‘
– Forse potremmo farlo insieme. Voglio dire, quello che hai visto oggi pomeriggio. Potremmo vederlo insieme. ‘
– Non capisco, Alberto -. Martina sapeva di essere diventata rossa, stava per andare in iperventilazione, ma cercò di darsi un contegno, facendo finta di nulla.
– Sono sicuro che capisci ‘ concluse Alberto, – ma non importa. Volevo solo che lo sapessi. Ora sparecchio -. E così dicendo si alzò.
Martina lo guardava sparecchiare. Una strana idea le era venuta in mente, a dire il vero ce l’aveva da tutta la sera. Doveva solo trovare il coraggio e le parole per esprimerla. Decise di rimanere sul vago.
– Ti piacerebbe allora? Non lo troveresti’strano? ‘
– Mi piacerebbe. ‘ le sorrise Alberto.
Era fatta. Quello sarebbe stato decisamente un giorno pieno di soprese, si disse Martina.
– Forse potremmo bere un po’ di vino, che ne dici? ‘

Due bicchieri di vino a testa più tardi erano entrambi seduti sul divano. Esteriormente non sembrava una sera diversa dalle altre che erano soliti passare dopo cena, forse erano seduti un po’ troppo rigidi.
Alberto aveva acceso il pc e, approfittando di un momento in cui Martina era in bagno ‘per prepararsi’, aveva aperto la navigazione sul sito visitato da Martina nel pomeriggio. Aveva ritrovato il video e lo aveva avviato, portandolo in pausa più o meno dove Martina lo aveva interrotto. Il fermo immagine ritraeva le due donne inginocchiate per terra una di fronte all’altra, unite in un bacio, i capezzoli che si sfioravano.
Martina si guardava nello specchio del bagno, cercando di fare lunghi respiri e di fare passare il rossore che l’aveva presa all’improvviso. Si stava chiedendo se era agitata. Forse lo era, ma di quell’agitazione simile all’eccitazione, simile alle prime volte in cui lei ed Alberto avevano fatto l’amore, anni prima. Ora erano due adulti, nessuno li avrebbe disturbati. Alberto era la persona che aveva scelto, di cui si fidava. Non provava più nessuna vergogna. Si sciolse i capelli neri, che le ricaddero sulle spalle. Nonostante gli esercizi di autocontrollo non poteva evitare che le punte dei capezzoli spingessero contro la tela della maglietta. I pantaloni grigi e leggeri della tuta non avevano nulla di strano, ma Martina sapeva che sotto le mutandine qualcosa era pronto a esplodere. Spense la luce e raggiunse Alberto.
Guardò lo schermo del pc e le due donne. Si sedette vicino al ragazzo, con una gamba ripiegata sotto al busto e il respiro corto. Alberto indossava una maglietta e un paio di pantaloncini da cui cominciava a trapelare un rigonfiamento. Martina gli sorrise e si chinò per avviare la riproduzione del video, così facendo lo scollo della canottiera rivelò ad Alberto bianchi centimetri della pelle del suo seno e la curva delle tette che terminava nell’apice dei capezzoli, poi la sua attenzione fu calamitata dalle immagini e dai suoni provenienti dal computer.
Le due ragazze erano ancora intente a baciarsi, le lingue si intrecciavano dentro le loro bocche, le loro labbra erano morbide, mentre le mani correvano sui rispettivi corpi, accarezzandone la pelle e scendendo lungo la schiena a toccare i seni e la linea del fondoschiena.
La bionda, che sembrava più intraprendente, intanto, sempre continuando a baciare la rossa, le aveva fatto allargare le gambe e ora, con la mano sinistra giocherellava con le dita con il clitoride della compagna, che, dai gemiti che emetteva, sembrava apprezzare. L’indice e il medio della destra erano invece infilate nella bocca della rossa, che le succhiava come se si trattassero di un pene.
Alberto sentiva il pene ingrossarsi contro la stoffa degli slip, forzando per uscire e per ricevere le giuste attenzioni, però non osava fare la prima mossa. Pensava che fosse giusto che fosse Martina a dover fare qualcosa per prima. Quasi come se avesse bisogno di una sua autorizzazione. Con un occhio guardava le contorsioni delle due donne sullo schermo, con l’altro registrava il turbamento di Martina e non sapeva quale delle due cose lo eccitasse di più. Ma sentiva che non avrebbe potuto continuare così per troppo tempo.
Martina fissava come ipnotizzata le dita della bionda giocare con gli umori della rossa. Sentiva la fica pulsare, di nuovo bagnata, ma non cedeva ancora al desiderio di toccarsi, messa un po’ in soggezione dal fatto che Alberto fosse lì vicino. Trovava la cosa così eccitante. Sapeva che la stava guardando, che aspettava un suo gesto, vedeva con la coda dell’occhio il suo cazzo premere sotto i pantaloni e se lo sentiva quasi pulsare nello stomaco.
Avrebbe dovuto toccarsi? O spogliarsi? O forse avrebbe potuto liberare il pene di Alberto e fargli un sega. Non riusciva a decidersi, si sarebbe goduta lo spettacolo ancora qualche istante.
Alberto, al limite della sopportazione, cambiò posizione, sperando così di allentare la pressione là sotto. Sentiva il respiro di Martina farsi più corto e poteva ormai distinguere con chiarezza le sue tette sode e rotonde sotto la canottiera.
La rossa sullo schermo, con un respiro più lungo degli altri, si era chinata sui talloni, offrendo il bacino all’amica che le aveva in questo modo infilato due dita dentro la fica, iniziando a stantuffarla con forza. Come se fosse un segnale, Martina portò entrambe la gambe sul divano divaricandole, prese ad accarezzarsi da sopra i pantaloni della tuta, ben presto sul tessuto in mezzo al gambe, sotto il suo indice si disegnò il profilo della sua fessura bagnata. Alberto si spostò con una mano il pene, sotto i pantaloncini e guardò Martina cominciare a toccarsi.
Martina chiuse gli occhi e si infilò la mano sotto la tuta e le mutandine, ormai inutili. Allargò per quanto poté le gambe e prese a strofinarsi il clitoride con movimenti circolari, disegnando dei piccoli otto. Ogni tanto con il dito interrompeva la stimolazione per passarsi le dita in mezzo alle grandi labbra, dividendole. Voleva essere ben lubrificata per quando si sarebbe penetrata.
Alberto, sentendosi ormai autorizzato, cominciò ad accarezzarsi il cazzo sotto i pantaloni, lentamente perché non voleva venire subito, partendo dalla base.
La testa era reclinata all’indietro, tra gli occhi socchiusi poteva vedere che Martina, ad occhi chiusi e concentrata ormai sul suo piacere, si era ormai liberata della canottiera e con il pollice e l’indice della mano sinistra si strizzava le tette, mentre la mano destra era sepolta nei pantaloni, ma dai movimenti inequivocabili Alberto sapeva cosa stava accadendo. Si chiese, mentre si toccava a sua volta, se Martina avrebbe deciso di farsi vedere. Decise di darle un piccolo incoraggiamento e si abbassò di un colpo pantaloni e slip. Il cazzo, con il glande lucido, si erse prepotente e duro sopra il cespuglio del pube. Con la mano si scoprì totalmente la cappella.
Martina capì che qualcosa era cambiato e aprì gli occhi. La prima cosa che vide fu un mutamento sullo schermo. Ora la bionda era a quattro zampe e la rossa, da dietro, con la lingua la stava penetrando la fica, mentre con la mano si dava piacere da sola.
Guardò al suo fianco e vide Alberto impegnato a farsi una lenta sega ad occhi chiusi.
– Ti sei messo comodo, – gli disse con una voce che non riconobbe ‘ Hai fatto bene, ora lo faccio anche io. ‘ Ma Alberto non sembrava averla sentita.
Si tolse i pantaloni e rimase con le sole mutandine, scostate, per permetterle di penetrarsi.
Si appoggiò contro il bracciolo del divano e portò su le gambe, poi le aprì e si penetrò con due dita, più in fondo che poteva, di fronte ad Alberto. Quando le sue dita entrarono gemette e vide Alberto aprire gli occhi e fissarla con lo sguardo annebbiato.
Martina era davanti a lui, aveva la fica aperta, il filo nero delle mutandine di lato e due dita che entravano e uscivano, fradice, dalla vagina. Riusciva a sentire il rumore delle pareti bagnate.
Martina si afferrò un seno e lo strinse fino a farsi male. Accelerò il movimento delle dita, annaspando in cerca di aria. Anche Alberto accelerò il movimento della sua sega. Martina sentì l’orgasmo arrivare dal profondo, come se sgorgasse da un punto imprecisato dello stomaco. Fissò il cazzo di Alberto, lo vide duro e rosso e lo immaginò riempirla tutta e inondarla. Venne comprimendosi la bocca con il dorso della mano per non urlare.
Alberto vide il viso di Martina stravolto dal piacere e interruppe la sega, sapeva che non appena venuta, le piaceva continuare a toccarsi per un po’, così allungò la mano e le infilò due dita nella fica bagnata. Riusciva a sentirne le contrazioni e cominciò a muoverle dentro di lei. Martina spalancò gli occhi e lo guardò annebbiata. Aveva appena goduto, un orgasmo potente, ma sentì che non ne aveva abbastanza, che avrebbe voluto godere ancora. Allargò le gambe in maniera oscena, ora era completamente aperta di fronte ad Alberto.

Capitolo 5

Intanto sul monitor era partito il video successivo. La scena ritraeva una donna, vestita di un elegante abito nero, intenta a bere qualcosa sul divano in compagnia di due uomini. La ragazza del video era una mora alta, dai lunghi capelli neri, labbra carnose e un seno molto simile a quello di Martina. I due uomini erano anche loro atletici, alti, muscolosi, del tipo che si vede solo in certi generi di film. Non sarebbero rimasti vestiti ancora per molto.
Dopo qualche bacio preliminare infatti, i due avevano cominciato a togliere molto lentamente il vestito alla donna, lasciandola sola con un completino molto audace di pizzo nero.
Martina venne una seconda volta, meno intensamente, e scostò le mani di Alberto. Non era giusto che lei fosse già venuta due volte e lui fosse ancora lì, pronto a esplodere da un momento all’altro.
Gli si avvicinò, sussurrandogli all’orecchio di rilassarsi completamente e, stringendogli il pene, se lo fece scivolare in bocca. Aveva sempre amato il sapore di Alberto e la consistenza del suo cazzo, che anche ora, in quel momento, era turgido, eretto e pulsante.
Fece scorrere la lingua lungo tutta l’asta e poi si concentrò sulla cappella, che solleticò con brevi leccatine. Con la mano intanto aveva preso a segarlo lentamente.
Dai sospiri di Alberto sapeva che non mancava poco e aumentò la velocità della sega. Ora aveva smesso di leccarlo e lasciava che la punta le toccasse la lingua.
Sullo schermo, intanto, anche se Martina non poteva vederlo, la ragazza mora aveva cominciato a spompinare i suoi due compagni.
Martina sentì la mano di Alberto posarsi sulla nuca e, come dietro un preciso comando, inghiottì nuovamente il pene, cercando di farlo arrivare il più a fondo possibile, poi iniziò ad andare su e giù con la bocca, sempre più velocemente. Si sentiva tremendamente eccitata. Sono una zoccola, pensò. Si ripeté la parola dentro di sé e, quasi senza accorgersene, la sua mano andò di nuovo a cercare il clitoride, per una nuova stimolazione.
– Martina’sto per venire.. ‘ sentì Alberto dire da qualche parte sopra di lei.
Per tutta risposta aumentò il ritmo della bocca e la pressione delle dita sul clitoride, sfregandoselo.
Alberto venne senza possibilità di trattenersi, con un respiro liberatorio. Martina sentì lo sperma di Alberto inondarle la bocca e scaldarle il palato, ma non ebbe quasi il tempo di pensare perché venne anche lei, per la terza volta. Lasciò che il seme le riempisse la bocca e se lo fece scendere in gola, continuando a leccare il pene di Alberto, non volendo sprecarne nemmeno una goccia.
Quando ebbe pulito tutto si rimise seduta a fianco ad Alberto, si passò una mano tra i capelli. Era sudata, eccitata, la fica era un lago e continuava a pulsare, regalandole piccoli e intensi brividi di piacere. Alberto si stringeva il pene alla base, il petto si alzava per il respiro affannoso e lui teneva gli occhi chiusi, completamente soddisfatto. Non riusciva quasi a credere a quello che era successo. Scopare con Martina era sempre stato eccezionale, la loro intesa fisica dopo tanti anni reggeva ancora come i primi tempi, ma sentiva che l’esperienza di quel pomeriggio aveva segnato un livello nel loro rapporto, un grado di intimità e di piacere ulteriore a cui non avrebbe rinunciato. Guardò con la coda dell’occhio Martina, che era sudata, come lui, percepì il forte odore di sesso che i loro corpi emanavano e se ne inebriò. Sentì di amare Martina come non mai. Chiuse ancora gli occhi, deciso ad assaporare ancora quei momenti di assoluta beatitudine.

Capitolo 6

Anche la ragazza del video stava oramai ricevendo le giuste attenzioni. Completamente nuda continuava con dedizione a spompinare uno dei due ragazzi, mentre l’altro, steso sotto di lei le leccava generosamente la fica, mentre con un dito le massaggiava l’ano.
Martina era sconvolta, non credeva di poter provare un livello simile di eccitazione. Sentire Alberto venire dentro la sua bocca, benché non fosse certo la prima volta, l’aveva scossa ed eccitata, facendola sentire’potente. Questo era il termine esatto, per quanto strano.
Era stupita anche dalle sue capacità. Era venuta tre volte nell’ultima mezz’ora, senza contare tutto il piacere che si era data quel pomeriggio, quando si era masturbata da sola.
Ora guardava Alberto ad occhi chiusi al suo fianco, il respiro che gradualmente tornava normale. Aveva coscienza perfetta del suo corpo nudo e sudato sul divano, le gambe leggermente dischiuse, le mani che si accarezzavano leggermente il seno e la pancia. I gemiti della donna la distrassero e si ritrovò a fissare vividamente sullo schermo una delle sue fantasie ricorrenti: essere scopata da due uomini.
Senza che se accorgesse la sua mano destra scese di nuovo a giocare tra i peli del pube. Era giusto una prova, si disse. Posso provare a toccarmi e vedere se ho ancora voglia. I capezzoli le si indurirono subito, gli addominali si contrassero, il suo corpo stava rispondendo. Aveva voglia. Ancora.
Il cazzo dell’uomo scivolò dentro la fica completamente depilata della donna che aprì la bocca in un urlo di piacere.
Alberto sentì qualcosa cambiare nell’aria e aprì gli occhi. Sorrise, vedendo Martina che ad occhi chiusi aveva ripreso ad accarezzarsi.

Capitolo 7

Martina sentì le mani di Alberto posarsi sulle sue gambe e invitarla a spalancarle. Aprì gli occhi e lo vide inginocchiato di fronte a sé, poi sentì il suo respiro caldo sulla pancia.
Sentì il tocco caldo e delicato della sua lingua intorno all’ombelico, disegnava dei piccoli cerchi e piano piano scendeva verso il basso. Le leccò l’interno coscia e poi, dopo attimi che a Martina parvero interminabili, la sua bocca si poggiò sul suo sesso.
Alberto percepì l’odore acre degli umori di Martina e quello degli orgasmi che si era procurata. Lentamente passò la punta della lingua sulla fessura delle grandi labbra, dividendole. Aveva un sapore forte
Martina sospirò.
Un altro colpo di lingua, questa volta un po’ più lento.
Sentì un sospiro arrivare da Martina.
Poggiò la punta della lingua tra le labbra e provò ad insinuarsi dentro; quando le sentì schiudersi la leccò ancora più lentamente, provocando un immediato gemito da parte della ragazza. Martina, dal canto suo sentiva, che il suo corpo veniva attraversato da nuove ondate di piacere, cosa che la stupì perché era convinta di avere goduto abbastanza quel pomeriggio. Sentiva lo stomaco contrarsi per l’eccitazione e i capezzoli diventare talmente duri da fare male. Intanto, là sotto, Alberto aveva aggiunto alla stimolazione con la lingua quella con le dita e Martina sentì un lungo brivido attraversarle l’inguine.
Alberto sarebbe stato ore a leccare Martina, la cosa che più gli piaceva era leccarla fino a farla venire, assaporando il sapore acidulo dei suoi umori. Oltre al fatto che sapere di averla portata all’orgasmo lo riempiva di orgoglio o qualcosa di simile.
Spostò le sue attenzioni sul clitoride di Martina, grosso, rosso e completamente scoperto. Lo prese tra le labbra e lo succhiò, come fosse una caramella. Martina si contorse, gemendo, segno che quella stimolazione le piaceva e Alberto si fiondò su quella fica con ancora più ardore, scopandola con la lingua, cercando di andare il più a fondo possibile.
Le infilò dentro tutto il dito medio, entrò con facilità. Continuò a leccarla, aumentando il ritmo della penetrazione.
Martina sapeva che presto sarebbe venuta ancora, il corpo scosso da brividi di piacere. Appoggiò una mano sulla nuca di Alberto schiacciandoselo contro, invitandolo a continuare.
Nel video intanto la donna stava godendo, sfondata dai due cazzi, uno davanti e uno nel culo. Martina immaginò come sarebbe stata la sensazione e pensò che, se si fosse trattato di lei, ne avrebbe voluto un altro, ben piantato in gola. Dio, chissà com’era essere scopata contemporaneamente nei tre buchi.
Martina capì che aveva bisogno di un cazzo, ormai le dita erano troppo poco. Voleva che Alberto la scopasse. Martina urlò e venne, contraendo gli addominali e stringendo forte gli occhi.
– Dio mio ‘ ansimò ‘ Scopami, cazzo. Ti prego ‘
Alberto staccò la bocca dalla fica fradicia e piena di umori.
– Cosa?-
– Scopami. Mettimelo dentro. ‘
– Aspetta, non abbiamo ancora finito ‘
Alberto non aveva alcuna fretta. Sapeva per esperienza che Martina avrebbe retto ancora un po’ di massaggi e voleva portarla all’apice per poi fotterla, quando fosse pronta a implorarlo di farla godere.
– Cosa succede nel video? ‘ le chiese. Era di spalle al monitor, infatti, e non riusciva a vederlo, anche se dall’audio poteva facilmente intuire molte cose.
Martina stette al gioco.
– Ti eccita sapere che lo sto vedendo, vero? ‘
– Da morire. E a te eccita? ‘
– Da morire. &egrave super eccitante guardarlo mentre mi tocchi. ‘
Senza alcun preavviso Alberto le infilò tre dita dentro la vagina. Martina aprì la bocca per respirare, ma subito le pareti della vagina si rilassarono e assecondarono i movimenti delle dita di Alberto.
– Ora l’uomo glielo ha messo dentro e la sta scopando. Si vede tutto. Lei &egrave depilata e il suo’arnese, &egrave molto grosso, la riempie tutta ‘
– Il suo arnese? ‘
– Il suo cazzo. Il suo cazzo le sta riempiendo la fica, la fotte come una cagna ‘
– Vorresti essere riempita così anche tu? ‘ le chiese Alberto, mentre con le dita della mano sinistra entrava e usciva dalla vagina. Con il pollice della mano destra aveva intanto presto a solleticarle il clitoride.
– Lo vorrei. Lo vorrei tutto dentro. ‘
– Cosa fa l’altro uomo? Dove glielo ha messo? ‘
– In bocca. Lei glielo sta succhiando, io credo che gli manchi poco a venire ‘
– Vorresti essere al posto della donna? ‘
– Oddio si, lo vorrei ‘
– Vorresti essere scopata ovunque? ‘
– Dio sì, continua, ti prego’ – ansimò Martina mentre con le mani si stringeva le tette.
Alberto era quasi pronto. Il cazzo, di nuovo eretto, gli pendeva tra le gambe. Si accarezzò, intanto che proseguiva nella masturbazione della ragazza.
Erano davvero su di giri, adesso.
– Oddio ‘ disse Martina, con gli occhi spalancati ‘ lui sta venendo. Dio quanto &egrave grosso’ce n’&egrave un sacco. Le ha colpito i capelli e gli occhi. Le sta colando su tutto il viso ‘
– Lo vorresti anche tu vero? Vuoi che ti venga in faccia? Lo sai che mi sto segando adesso, mentre ti scopo con le dita? Vuoi che ti venga in faccia o preferisci sulle tette? ‘
Martina venne nuovamente, gemendo senza più ritegno.
– Scopami, ti prego, fottimi. Fammi godere.. ‘
Era il segnale che aspettava Alberto. Tolse le dita dalla fica e fece mettere Martina carponi sul pavimento, con il viso rivolto verso lo schermo. Si posizionò dietro di lei e rimirò la bellezza dei due buchi, di fronte a lui, entrambi pronti per accoglierlo.
Dalla fessura in mezzo alle gambe gli umori di Martina le colavano lungo le cosce. La ragazza inarcò la schiena, spingendo indietro il bacino, pronta a essere penetrata.
Martina percepì la punta del cazzo di Alberto indugiare umida lungo la sua fessura, poi Alberto, facendo leva sui suoi fianchi, la penetrò di colpo, cominciando a scoparla con foga, quasi con violenza, incitato dagli incoraggiamenti di Martina a muoversi più forte, ad arrivare fino in fondo.
Sul video la scena era più o meno simile.
Alberto vedeva i seni di Martina muoversi al ritmo degli urti, sentiva le sue palle sbattere contro le cosce della ragazza e sentiva il lago della vagina di Martina bagnargli le gambe. Diede ancora quattro spinte decise, sentendo le pareti della vagina contrarsi sul suo pene mentre Martina veniva urlando per la quinta o sesta volta. Poi venne abbondantemente anche lui, riempiendola di sperma.
Si accasciarono entrambi sudati sul tappeto e stettero immobili per qualche minuto. Nella stanza si sentivano solo i loro respiri. Alberto prese la mano di Martina e lei gliela strinse. Si sorrisero. Andava tutto bene. Dalla fica pulsante della ragazza uscivano rivoli di sperma latteo.

 

Spero vi sia piaciuto. Se volete scrivetemi per commenti a deep_mirror@libero.it

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