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Una donna libera di scopare

By 8 Aprile 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Una donna libera di scopare

Non &egrave facile raccontare di me.
Come si fa a spiegare sulle righe di questo pc, come una ragazza abbia sempre avuto nella sua vita le stesse pulsioni e voglie di un uomo.
Sin da ragazzina, mi rendevo conto che i ragionamenti tra me e le mie amiche, erano completamente diversi:
loro parlavano d’ amore, di famiglia da costruire, io invece pensavo al cazzo come oggetto sessuale, mi piaceva pensare di scopare e basta, senza impegni, solo per il gusto di farlo.
Quando le mie amiche ricevevano complimenti, se la tiravano e facevano le smorfiose facendo impazzire i maschi, io invece mi eccitavo e cercavo di soddisfarmi, senza legami, senza impegni, solo per il gusto di scopare.
All’inizio ero imbarazzata, mi sentivo diversa, le altre mi guardavano come una puttana, poi, col tempo, ho capito che era un ragionamento tipico degli uomini.
Sesso senza pensieri, senza problemi, solo per fare sesso: solo per il piacere del proprio corpo.
A tredici anni le mie amichette giocavano con le bambole o parlavano dei loro primi flirt, io provavo per la prima volta il sesso maschile.
Ricordo che ero già sviluppata, un seno esagerato per la mia età.
Un ragazzo di cinque anni più grande di me, mi mise gli occhi addosso e cominciò a farmi complimenti.
Il tempo di guardarlo e apprezzare il suo fisico, che già mi sentivo bagnata e vogliosa di lui.
Cercavo di combattere queste pulsioni che sentivo dentro, soprattutto perché gli altri mi facevano sentire perversa’ diversa.
Resistetti un giorno.
Mi sembrava un incubo non potere fare quello che sentivo dentro, ma il secondo giorno cedetti ai miei desideri e lasciai che il mio corpo facesse quello che sentiva, con gran piacere del ragazzo.
Ricordo che eravamo in macchina, io con un vestitino a fiori. Aspettavo il suo primo bacio, il suo primo tocco, le sue prime carezze.
Avvenne tutto molto in fretta.
Non vidi neanche come ce l’aveva: era talmente eccitato’ e io troppo inesperta.
Il tempo del dolore: un calore infuocato dentro la mia vagina e un gran casino.
Di quella prima volta non mi rimase niente, come di quel ragazzo.
Dopo quella esperienza, ebbi altri ragazzi, tutti molto arrapati, ma senza classe e soprattutto senza esperienza.
Tutti pensavano a mettermelo dentro, con l’unico scopo di godere per se stessi, nessuno pensava a me e questo mi lasciava frustrata, sapevo che avevo delle potenzialità amatoriali da apprendere, ne avevo la voglia e il desiderio, ma dovetti aspettare Paolo.
Paolo aveva 27 anni e a quel tempo, io ne compivo sedici.
Lui fu il primo a capire che io scopavo perché mi piaceva, non per che dovevo.
Fu tenero e gentile e fu il primo a volere tutto da me.
Per la prima volta assaggiai lo sperma di un uomo dentro la mia bocca e per la prima volta fui sodomizzata.
Ricordo con quanta titubanza mi avvicinai al suo cazzo, era da sempre che aspettavo di sentirne il sapore, la mia curiosità di ragazza si frantumava sulle figurine di qualche giornale erotico che di nascosto avevo visto.
Ora vedermelo davanti ni tutta la sua fierezza e possenza, mi inebriava, la mia unica paura era di non riuscire a soddisfarlo: si: perché a me quello che interessava, era vedere nei suoi occhi e in quelli che mi avevano avuta, la felicità.
Gioivo al pensiero di sentire felice il ragazzo che mi possedeva e di conseguenza godevo io.
Tornando ai ricordi,…
Presi quel membro come se fosse un gioiello prezioso e l’avvicinai alle labbra, le sue dimensioni erano notevoli( nel tempo mi accorsi che erano normali)per la mia prima volta.
Lo guardavo negli occhi mentre facevo entrare la sua cappella nella bocca e in quel momento capii che quell’atto mi avrebbe permesso di avere il potere sugli uomini.
Strinsi le labbra attorno al glande e aspettai inesperta che qualcosa succedesse;
‘- Devi andare su e giù come se fosse una liquirizia, fai finta di succhiare un gelato’
Quello era l’esempio che mi aveva dato quel ragazzo per farmi capire come dovevo muovermi.
Mi veniva da sorridere’ero tutta tesa e bastava pensare a un gelato.
A me il gelato era sempre piaciuto e gli e lo dimostrai’
Ci misi tanta di quella passione che dopo poco tempo venivo irrorata del suo sperma caldo: senza sapere cosa fare, seguii il mi istinto, continuai a succhiargli l’anima e a bere quello che potevo( nel tempo ho imparato che gli uomini godono a vedere una donna che gli beve lo sperma).
Mi piaceva quel sapore che mi scendeva giù per lo stomaco e mi piaceva tenere in bocca quella carne pulsante.
– Sei nata per fare pompini’
Mai parole mi fecero più felice.
Questo fu il mio primo incontro con Paolo, il primo di tanti altri.
Mi piacevano gli uomini, bastava mi facessero un complimento, che io avevo voglia di possederli, soddisfarli, spremerli come limoni.
Paolo fu uno dei pochi che riusci a farmi restare fedele.
Per un anno feci sesso solo con lui.
Mi sembrava impossibile che resistessi tanto.
Ancora oggi rimango stupita di quel periodo di fedeltà sessuale.
Ricordo quando mi fece perdere la verginità del sedere.
Eravamo andati a fare una passeggiata in campagna, lui aveva una fiat 124.
Si fermò in una stradina vicino ad un campo pieno di fiori, un profumo intenso saliva dalle colline, la primavera era esplosa rigogliosa, il cielo era limpido e l’aria era fresca e piacevolmente calda.
I finestrini erano abbassati, mi baciò e senza dire altro mi fece mettere con la testa fuor dal finestrino.
Sentivo le sue mani armeggiare sulle mie mutandine, poi, la sua lingua cominciò a deliziarmi: avevo imparato in fretta quanto fosse bello farsi leccare la fica.
Aprii con gusto le cosce e lasciai che mi portasse in paradiso..
Sentivo il vestito sopra la schiena e immaginavo che visuale avesse del mio corpo.
Sapevo di avere un bel sedere, molte volte mi avevano fatto complimenti espliciti e lo stesso Paolo aveva minacciato di farmelo.
Fu bravo come sempre, mi leccò e mi fece venire: la sua lingua toccava i punti più intimi, il clitoride sotto il suo attacco pareva impazzire, gli effetti erano sconvolgenti.
Urlai il mio piacere ai prati, poi, mentre smettevo di godere, urlai il mio dolore.
Improvvisamente mi sentii profanare la carne stretta e impreparata.
Mi sembrava mi avessero trafitto con un coltello.
Un dolore forte, violento, il cervello che esplodeva , il culo che si apriva e io che tentavo di espellere il mio torturatore.
Colpi secchi, senza pietà.
Sapevo che sarebbe successo, ma una cosa era il sapere, una cosa il provare.
Strinsi forte le mani sulla portiera e aspettai che tornasse il sole’
Col tempo ho imparato ad apprezzare questo tipo di rapporto, come tanti altri, ma in quel momento odiai Paolo.
A diciotto anni, ebbi la mia prima sbandata per un uomo sposato.
Era un uomo che aveva 15 anni più di me e che sapeva parlare come pochi altri: rimasi incantata dal suo modo di porre le questioni e, rimasi ancora di più ammirata dal suo modo di farmi godere con la lingua.
Quello che mi eccitava in quel rapporto, era la trasgressione.
Ci incontravamo sul lettino dove lui faceva massaggi fisici per la schiena e li mi leccava da Dio, mentre nella saletta accanto sua moglie scriveva ricette al pubblico in aspettativa.
Durò il tempo di essere scoperti mentre con le gambe aperte assaporavo la sua lingua tra le cosce.
Il casino che ne venne fuori, fece parlare tutto il paese per diversi mesi.
La situazione divenne insostenibile e dovetti trasferirmi in una città più permissiva e trasgressiva.
Trovai lavoro come segretaria in una carrozzeria.
I due proprietari poterono apprezzare le mie qualità di lavoratrice e di donna.
A turno mi scoparono e ricordo che per tre mesi uno dei due mi scopò quasi tutte le sere.
Sua moglie era in cinta e lui sfogava con me le sue voglie.
In realtà ero io che scopavo loro, ma questo non lo dissi mai.
Lasciai quel lavoro per andare a vivere con un ragazzo che si era perdutamente innamorato di me, un bravissimo ragazzo, ma poco dotato sessualmente e veramente imbranato.
Le mie voglie crescevano con l’età e il mio bisogno di provare nuove emozioni esplodeva’
Cominciai a guardarmi attorno e a cercare tramite giornali e riviste private,coloro che potessero soddisfare il mio appetito sessuale.
Ma questa &egrave un’altra storia che forse un giorno avrò voglia di scrivere’

Scrivetemi le vostre sensazioni
Fantasypervoi@libero.it

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