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Racconti Erotici

Veronica e la luna

By 3 Ottobre 2024No Comments

Potresti aspettarmi in macchina solo un quarto d’ora?
Dai Mario!!! Ti giuro! Ti giuro! Ti giuro solo 15 minuti non un minuto di più, disse Veronica riempendolo di baci sulla guancia per essere più convincente.
Mario il compagno di banco bruttino, l’eterno fidanzato, l’amico del cuore, il confidente, la spalla su cui piangere per l’ennesima volta la assecondò.
E va bene! Ma sbrigati le disse in tono perentorio, ma sapendo di mentire a se stesso.
Sono le 23.46 se a mezzanotte e un minuto non sarai qua giuro che me ne vado!
Ok promesso! Promesso parola di scout disse Veronica facendo un gesto improbabile con le dita, ma poi che ti frega la scuola è finita ormai!
Te l’ho già detto domani devo vedermi con Elisa è il suo compleanno e sai benissimo che odia il ritardo.
Dai sarò puntuale! Vedrai che la “bella e dolce” Elisa non avrà nulla da rimproverarti, disse Veronica sorridendo ironicamente.
Il motore del Pandino borbottava con lui, Mario accese la radio e una Malboro per ingannare l’attesa.
Era sempre stato attratto da Veronica dal primo giorno di scuola.
Erano passati 5 anni, la natura aveva dotato Mario di un corpo alto e magrissimo e lo sviluppo aveva lasciato sul suo viso, già brutto, un’acne deturpante oggetto di scherno continuo dei bulli della scuola.
Veronica al contrario era bellissima e piena di vita, ogni anno che passava la rendeva più attraente.
Quella pelle chiara come la luna, quella montagna di capelli color rame, quegli occhi smeraldo che potevano metterti in soggezione se ti fissavano, erano sempre a sua disposizione.
Si sentiva fortunato anche se incarnava il ruolo di amico del cuore.
Aveva iniziato a masturbarsi su di lei con una regolarità certosina dal primo giorno di scuola.
Bastava niente per farlo eccitare e i pensieri diventavano sempre più arditi con il passare degli anni scolastici.
Durante le lezioni la matita che roteava e veniva mordicchiata dalla bocca di Veronica, assumeva le sembianze del suo cazzo che profanava quella bocca calda e profumata.
Più di una volta le aveva sottratto tappi di penne, per ritrovarsi nel bagno di casa a segarsi ciucciandoli con la speranza che residui di saliva fossero rimasti dentro.
D’estate poi quando Veronica scopriva le cosce non riusciva più a concentrarsi.
Ricordava ancora quel giorno che per puro caso il vestitino estivo di Veronica si era impigliato al banco scoprendo tutto quel culo bianco ricoperto a malapena da quelle micro mutandine talmente piccole che sarebbero sparite facilmente nel pugno di una mano.
Lui il secchione della scuola il bravo ragazzo per definizione, quel giorno per dare sfogo ai suoi pensieri aveva dovuto strappare le tasche dei pantaloni per toccarsi il cazzo durante tutta la lezione di matematica, era riuscito addirittura a scappellarlo.
Aveva dovuto simulare un malore per quanto era rosso in volto e per i pantaloni macchiati dall’eccitazione.
Così si era chiuso in quel cesso pieno di scritte poter dare sfogo alle sue fantasie.
Era la prima volta che si segava nel cesso della scuola.
Stringeva forte il suo cazzo prima muovendo la mano lentamente poi sempre più veloce eccitato dalla strana situazionee per dare fine a quell’agonia
Stava per scoppiare.
A due passi dall’ orgasmo la sua attenzione venne catturata da una delle tante scritte che recitava secca e inequivocabile “Veronica sguscia cazzi”!!!
Con quelle tre parole Mario esplose e dal suo cazzo uscì un fiotto di sperma che schizzò così forte che cadde sulle piastrelle lucide e bianche con le sembianze del culo di Veronica.
Continuò a pugnalarsi a fondo con ritmo accelerato schizzando dove capitava fino a che un senso di tranquillità non lo pervase.
Dopo aver ripulito rientrò in classe.
Veronica gli chiese subito se tutto andasse bene.
Mario impacciato rispose frettolosamente con un “tuttapposto tranquilla” mentre a denti stretti disse: “ti è piaciuta la sborra sguscia cazzi”?
Poi si era messo con Elisa la brutta della scuola, che almeno lo faceva sfogare.
Ma le mani e la bocca di Elisa venivano trasformate in un oplà in quelle di Veronica, gli bastava chiudere gli occhi.
Era facile immaginare di scopare la gola di Veronica di schizzare e imbrattare le sue mani.
Il gioco era semplice, bastava non guardare il viso brutto di Elisa e non farla parlare per non spezzare l’incantesimo.
Quando lo segava lui si concentrava sulla sua mano, quando iniziava a parlare provava a metterle il cazzo in bocca per non sentire la sua voce, semplice.
Veronica era la sua ossessione.
Quei ricordi vennero spezzati dalla sveglia impostata sull’orologio che iniziò a suonare.
Mezzanotte e cinque, cazzo lo sapevo si lasciò sfuggire dalle labbra, ma in quell’istante preciso si aprì lo sportello ed entrò una raggiante Veronica con il suo tipico sguardo malizioso.
Scusa, scusa, scusa baciandolo sulla guancia piena di brufoli in continuazione.
Si, scusa un cavolo! ritardo di 10 minuti ma pensavo peggio, allora che ti ha detto ci hai parlato?
Diciamo di si disse Veronica, abbassando il parasole ma senza trovare uno specchio per provare a sistemarsi.
Come diciamo disse Mario?
Ma si dai poi lo sai come vanno queste cose.
Cioè?
Gli ho fatto un bocchino dietro al cespuglio del parco.
Tecnicamente una sega con la bocca, temevo che te ne andassi, mi sono sbrigata.
Dai smettila Veronica con questi scherzi!
Ma non scherzo! Lorenzo ha sempre quell’aria scazzata che mi piace, volevo vedere come avrebbe reagito a qualche stimolo, e poi con te posso parlare liberamente sei il mio migliore amico, sei come un fratello.
E come ha reagito? disse Mario balbettando..
Direi bene anche se è stato un po’ strano.
Prima in gelateria dopo mille sguardi gli ho detto di aspettarmi dietro un cespuglio nel parco che dovevo dirgli una cosa, ma lui sta sempre con quel suo amico di cui non ricordo il nome, quello vestito sempre di nero che chiamano il becchino.
Così mi ha detto se poteva esserci anche lui.
Gli ho detto beh si, anche perché immaginavo che lo avrebbe mandato via appena lo avrei baciato.
Appena sono uscita dalla macchina sono andata di corsa all’appuntamento.
Così per non perdere tempo ci siamo iniziati a baciare e a strusciare.
Gli ho detto che avevo pochi minuti. Lui era già “pronto” e io con la fichetta zuppa dalla situazione.
È bastato abbassargli un’istante la tuta e gli slip per vedere il suo cazzo svettare dritto e voglioso.
“Però andiamo Mario che si fa tardi” disse sorridendo Veronica, notando un rigonfiamento nei pantaloncini di Mario.
Non fare la stronza!
Ora finisci di raccontare visto che hai appena fatto un bocchino e ti sei presa la libertà di baciarmi sulla guancia!
Anzi apri il finestrino che c’è puzza di cazzo e finisci disse Mario visibilmente eccitato.
Va bene disse Veronica, fissando il pacco di Mario con aria civettuola e divertita, “ma solo perché so che con te non ci sono segreti e perché noto che al mio fratellino questa storiella lo incuriosisce”.
Ho preso il suo cazzo in mano dietro il cespuglio, lo scappellavo lentamente era così bello e lucido sotto la luna, potevo sentire l’odore che mi saliva nelle narici.
Purtroppo, continuava Veronica, quando sento odore di cazzo non capisco più niente, probabilmente ho una patologia disse ridendo.
Così mi sono inginocchiata per prenderglielo in bocca con la fica che mi colava sulla gambe, dimenticandomi completamente del becchino.
Invece era lì a due metri da noi con il cazzo in mano, potevo vederlo in penombra che si segava guardandoci.
Mi sono talmente spaventata che ho iniziato a urlargli contro che era un lurido pervertito segaiolo e che doveva sparire all’istante.
Lorenzo a quel punto mi ha tranquillizzata dicendomi che era completamente innocuo e che voleva solo guardare in santa pace e mi ha esortato a continuare indicando il suo cazzo che puntava il cielo.
Così ho continuato a succhiare forte perchè tempo non ne avevo fregandomene del becchino.
Sarà stato il buio, la situazione, i rumori soffocati, la fica trasformata in laghetto che Lorenzo mi lavorava senza lasciarmi fiato, i capezzoli sempre più duri sotto alla camicetta, che mi sono fatta coraggio e ho chiesto al becchino di avvicinarsi che si poteva meglio godere la scena.
Un cazzo in bocca e uno a pochi centimetri dal mio viso che si segava in modo violento.
La prima volta che sentivo l’odore di due cazzi contemporaneamente.
Lorenzo ha sborrato in un secondo.
Tenendomi forte per i capelli, catechizzandomi sul fatto che voleva tornare a casa col cazzo pulito. Ho ingoiato tutto da brava, meritandomi un colpetto sulla nuca di approvazione, quando gli ho mostrato la bocca vuota e il cazzo pulitissimo.
Il becchino nel frattempo continuava a segarsi velocemente, così mossa a compassione gli ho detto di fermarsi che non mi costava nulla farlo venire, ma a condizione che non gli avrei succhiato il cazzo.
Il becchino ha fatto un cenno con la testa di approvazione senza parlare, così mi sono passata la mano sulla fica fradicia per lubrificarla e ho iniziato a segarlo finchè il suo respiro ha iniziato a diventare irregolare muovendosi con il bacino.
Lorenzo si è avvicinato a me aprendomi la camicetta scoprendomi le tette sussurrando “lo faccio per te principessa”
Il becchino imbambolato si gustava la scena.
L’odore del cazzo era pungente ogni volta che lo scappellavo e a causa della mia malattia che ti ho descritto prima la vista mi si è annebbiata.
Il becchino vista la mia condizione cercava di ficcarmi quella cappella gonfia in bocca ma io mi sottraevo ripetutamente.
Di nuovo è stato Lorenzo a risolverr la situazione dicendomi “almeno sputagli sul cazzo poverino, succhiagli le palle, non vedi che sta venendo?
E l’ho fatto.
Mentre continuavo a segarlo, ho sputato sul cazzo del becchino con la saliva mista alla sborra di Lorenzo.
E ho iniziato a leccargli le palle, dure in bocca, sentivo pulsare il basso ventre e un mio sputo ha iniziato a colare dal suo cazzo al mio naso.
Poi la sborra.
Un fiume di sborra.
Il primo schizzo così potente ha superato la mia testa.
Il becchino con una mano si segava con l’altra si stringeva le palle lucide e insalivate.
Schizzava come una mitraglia caricata a sborra, in modo abbondante e senza sosta.
Quegli innumerevoli schizzi mi sono finiti sulle tette saggiamente scoperte da Lorenzo.
Ero ricoperta di seme come se invece di un solo cazzo fossero stati quattro ad avermi eiaculato addosso per imbrattarmi.
Ero estasiata da quel cazzo spara sborra.
Poi com’è svegliata da un sogno la voce di Lorenzo che mi diceva:
“Risistemati principessa” porgendomi due kleenex, corri da faccia di luna che ti aspetta.
“Dai Mario ora andiamo è tardi!
“Tranquillo fratellino metto la testa fuori dal finestrino, disse Veronica, “si sente forte l’odore di cazzo”.

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