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Viaggio a Madrid

By 9 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Un giorno presi le ferie e andai a Madrid. Era la vigilia del Carnevale e volevo divertirmi così mi aggirai per la città. Durante la cena in un locale lessi che la sera successiva avrebbero fatto una serata danzante in maschera. Decisi di mascherarmi da donna. Il giorno dopo andai in un centro estetico e chiesi una depilazione totale. L’estetista mi fece un male cane essendo la prima volta alla fine mi passo una crema lenitiva e ammorbidente. Dopo averle spiegato le mie intenzioni mi disse che allora occorreva fare un lavoro più accurato con una manicure e una pedicure oltre a fare delle extentions ai capelli una piega agli stessi e poi occorreva sistemarmi il trucco. Quindi passò a curarmi le unghie dei piedi e quelle delle mani e prendemmo appuntamento nel pomeriggio per il resto del trattamento. Mi chiese se sapevo dove comprare i vestiti per la serata e io le dissi, nel mio spagnolo stentato, che non conoscevo Madrid essendo la prima volta che visitavo questa città. Allora mi consiglio alcuni negozi in via della Castellana. Ci salutammo e nel farlo mi fece un sorriso malizioso. Così mi diressi nel primo negozio entrai a vedere l’esposizione di intimo. Mentre osservavo i capi, si avvicinò la proprietaria. La signora mi chiese se poteva aiutarmi, così le chiesi di farmi vedere dell’intimo dicendo che volevo comprarlo per mia moglie, non so perché ma decisi di dire una menzogna. Le dissi che mi piaceva il perizoma nero che era esposto, ma che avrei voluto vedere dei coordinati. Così mi presentò varia lingerie: calze autoreggenti, tanga, string, reggiseni, corpetti reggicalze babydoll. Avevo voglia di provarli così scelsi uno string nero un corpetto con reggicalze e un paio di calze compreso uno string gioiello con un filo di perle. Chiesi se aveva una taglia simile alla mia in quanto dissi che mia moglie aveva più o meno la stessa Mi sembro di leggere nel suo sguardo una certa meraviglia. Forse aveva capito che lo volevo per me. In fondo volevo che lo capisse. L’idea mi eccitava e mi aspettavo che mi chiedesse spiegazioni, invece lei mi guardo e poi mi prese la terza. Chiese se volevo provarla. Io ero in uno stato confusionale e me lo feci ripetere un’altra volta capendo che la signora aveva compreso che l’intimo era per me decisi di fare lo sfacciato, risposi di si, mi indicò lo spogliatoio e lì mi diressi. Giunto là mi tolsi la tuta e indossai lo string nero le calze presi la guepiere e l’agganciai alle calze. Avevo una sensazione particolare le calze strusciavano e mi fasciavano le gambe lo string mi premeva sul forellino posteriore così mi rimisi la tuta uscii dallo spogliatoio. Quella situazione mi piaceva e volevo prolungarla. Andai alla cassa e la signora mi chiese dove avevo messo l’intimo e se mi stava bene le dissi guardandola ‘ce l’ho addosso’ e chiesi di darmi un altro completo di colore azzurro,pagai e uscii. La sensazione era quella di un godimento che non avevo mai provato prima pensai che era giunta l’ora di andare a comprare le scarpe.
Entrai in un negozio di scarpe femminili. C’erano solo il proprietario e la proprietaria. Dissi che dovevo mascherarmi da donna per una serata in maschera e loro si guardarono con fare complice così venne il proprietario a servirmi. Mi chiese se avevo già visto qualcosa di interessante gli chiesi se potevo vedere delle decolleté e dei sandali. Mi portò alcuni modelli e mi tolse le scarpe da ginnastica si accorse che portavo calze da donna cosi mi prese la caviglia destra e mi calzò una decolleté nera con tacco da 13 cm indossai anche la sinistra e mi chiese come me le sentivo mi alzai e camminai a fatica ma sculettando un po’ poiché non ero esperto, lui mi disse che avrei dovuto camminarci sopra per abituarmi Mi guardai allo specchio sotto gli occhi dell’uomo che mi diceva che mi stavano bene e mi valorizzavano la gamba. Mi chiese se poteva sollevarmi i pantaloni della tuta in quanto quelle scarpe per essere valorizzate dovevano essere viste con le calze sopra il ginocchio non aspettò la mia risposta e iniziò a tirarmi su i pantaloni della tuta con un tocco soave mi sentì in quel momento come un certo formicolio alle parti pubiche e un certo piacere nelle parti massaggiate mi piaceva la scena che un uomo in ginocchio davanti a m mi toccasse le gambe con fare libidinoso giunto al ginocchio vidi che continuava a tenermi le mani sulle cosce e mi parlava io, ero in confusione, non capivo niente ma annuivo. Quando si staccò mi dispiacque, mi fece camminare e mi sfiorò il culo con una mano accompagnandomi, non fui per niente infastidito di quel gesto. Andai allo specchio e quello che vedevo mi piaceva. Notai anche il bozzo nei pantaloni, ero eccitato. Continuai a provare scarpe per un’altra mezz’oretta nel frattempo il proprietario non perdeva l’occasione per toccarmi e sfiorarmi. Alla fine pagai alla cassa ritirai il pacchetto e uscì. Mi tremavano le gambe dall’emozione non avevo mai provato un piacere simile in tutta la mia vita e volevo continuare così entrai in un negozio di abbigliamento da donna sbirciai un po’ tra gonne camicette vestitini. Dopo poco arrivò una commessa chiesi per un tailleur di colore grigio perla lei mi guardò mi chiese la taglia le dissi la mia taglia e lei con un sorriso rispose ‘ci avrei giurato’ ritornò indietro e mi disse che l’abito l’ho aveva appeso in un camerino mia accompagnò mi fece entrare nello stanzino e io elettrizzata mi tolsi la tuta e mi provai il vestito, la commessa mi chiese come mi stava e io risposi incerto a quel punto si apri il camerino e io ebbi un attimo di smarrimento in quanto nel negozio vi erano altre persone ma anche una forte eccitazione così lei mi fece girare e mi disse che mi stava benissimo ma il colore non andava con l’abbinamento delle calze e della guepiere così ne prese uno nero molto bello me lo fece provare entrò dentro il camerino mi disse che comunque per valorizzarlo dovevo indossare delle belle scarpe allora aprii il pacchetto e indossai le decolté mi disse inoltre che mi occorreva una camicia da indossare sotto poi andò verso uno scafale e da lì mi disse di raggiungerla io avevo la salivazione azzerata e il piacere di essere vestita da donna mi aveva dato un’erezione spaventosa. La commessa se ne accorse e diventò rossa si stava eccitando anche lei. Giunto lì mi fece vedere varie camicie ne presi tre e le portai nello stanzino sempre seguito dalla commessa. A quel punto dopo averne provato una successe una cosa inaspettata la commessa con fare sinuoso si inginocchiò, mi sollevò la gonna mi spostò lo string e iniziò a leccarmi la cappella poi apri la bocca improvvisamente e lo fece sparire all’nterno nel frattempo con le mani mi teneva il culo. Inizio a pompare mentre con un dito mi massaggia il forellino io non capivo più niente si leccò il dito e improvvisamente sentì un dolore me lo aveva infilato nel posteriore. Inizialmente quell’intruso mi dava fastidio ma poi mentre sentivo salire l’orgasmo il piacere che mi procurava mentre lo muoveva all’interno mi sconquassò e le sborrai in gola. La commessa ricevette tutto il mio liquido che inghiottì guardandomi negli occhi. Si rialzò mi sistemò lo string la gonna si leccò le labbra e uscì. Io dal canto mio uscì dallo stanzino così vestito andai alla cassa pagai e uscì dal negozio ero così sconvolto per l’avventura occorsami che non mi resi conto che ero uscito o meglio uscita dal negozio come donna. Stavo per rientrare a cambiarmi ma poi la sensazione dell’aria fresca sotto la gonna mi fecero cambiare idea. Ritornai sui miei passi e andai al 2′ appuntamento con l’estetista nel frattempo si erano fatte le 5 di pomeriggio il tempo era volato. All’estetista chiesi se potevo fare una doccia e misi il completo azzurro, mi rivestì. Al reparto parrucchiera e make up mi misero le extensions poi passarono al trucco mi rifinirono le sopraciglia, utilizzarono dell’eye-liner per allungarmi la forma dell’occhio misero del mascara sopra le ciglia e dell’ombretto azzurro tenue per le palpebre poi passarono alle labbra mi disegnarono le labbra con la matita mi misero un rossetto rosso finirono il tutto con del leggero fondotinta e del fard. Per finire mi misero dello smalto color corallo alle unghie. Mi guardai allo specchio e stentai a credere che potessi sembrare io non ero una figona ma ero bella e avevo anche l’aria di porca così pagai, ma prima di andar via la proprietaria mi spruzzò del profumo che mi inebriò mi rendevo conto che alla titolare del centro estetico piaceva il risultato di un giorno di trasformazione.

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