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Visita inaspettata

By 11 Ottobre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo sempre basato la mia vita su alcune certezze. Da sempre non sopporto chi, semplicemente, cambia direzione per uniformarsi alla direzione del vento.
Quel primo fine settimana passato con Anna’ primo in molti sensi a dire il vero: il primo trascorso con lei che era divenuta la mia più cara amica, primo poiché, con Anna, per la prima volta avevo avuto un rapporto sessuale tutto al femminile. Questo, invece di darmi certezze, mi mise in uno stato di confusione tale da farmi allontanare da Anna. Ora, ripensandoci, sorrido delle paure che mi assalirono dopo quella mia prima scoperta. Cosa ero? Cosa ero diventata? Possibile che fossi lesbica? Cosa avevo creduto di provare con i maschi, per la verità pochi sino a quel momento, ai quali mi ero concessa? Queste erano le domande che assillavano la mia giovane mente e che mi turbavano. Anna comprendeva la situazione e non volendo assillarmi, si limitava a qualche telefonata nella quale cercava in tutti i modi di non parlare di quanto accaduto fra di noi. Ora comprendo quando fosse ingiusto il mio comportamento. Avevo trasformato, seppur involontariamente, quello che altro non era stato che un atto bellissimo ed esaltante in un castigo per tutte e due. Trascorsero così alcune settimane in cui cercai di razionalizzare quanto accaduto ed un mattino, inaspettatamente, come un fulmine che illumina il cielo notturno rendendo tutto chiaro sotto la sua vivida luce, compresi e feci chiarezza nella mia mente e nel mio cuore. Mettendo da parte i preconcetti nei quali ero cresciuta, arrivai a comprendere che nel sesso, come nella vita, non bisognava sforzarsi di capire il perché delle cose ma goderne il frutto. Accettai insomma la mia bisessualità come il desiderio di scoprire il tutto, di vivere emozioni intense, regalandone di pari intensità. E’ difficile ora, in poche righe, raccontare il travaglio spirituale che attraversai, dal quale uscii con nuove certezze. Ricordo chiaramente invece che appena realizzai questo mio nuovo modo di essere telefonai ad Anna, dicendole quattro semplici parole che per me racchiudevano tutto un universo: ‘ho voglia di te’.
Quelle semplici parole si trasformarono in molti altri fine settimana trascorsi nella sua villetta al lago, noi due da sole a scoprire i nostri sentimenti, i nostri corpi, le nostre emozioni. Eravamo, amiche, amanti, schiave e padrone l’una dell’altra. Ogni sera ci addormentavamo sfinite l’una nelle braccia dell’altra, per risvegliarci al mattino con il desiderio di regalarci lunghe ore di piacere.
Proprio in un mattino come tanti, trascorso nell’intimità con Anna, successe qualcosa che cambiò ulteriormente la mia visione del sesso.
Io e Anna ci eravamo svegliate presto, avevamo fatto la doccia e nude ci eravamo accomodate sul divano, sorseggiando il caff&egrave. Ormai era una sorta di rituale’ dopo il caff&egrave le nostre bocche si univano in un caldissimo ed intenso bacio che altro non era che il preludio ai giochi che immancabilmente seguivano. Quella mattina non fece eccezione. Posate le tazzine ci baciammo con trasporto ed io, scivolando dal divano, mi accoccolai tra le sue cosce per dare il buongiorno alla sua splendida porticina che non mancava mai di inebriarmi con il suo profumo. Le sue gambe si chiusero sulla mia schiena e il suo respiro si fece subito affannoso, mentre già sentivo inumidirsi il mio sesso bramoso di sentirsi assaporato dalla lingua di Anna. La mia lingua si muoveva aritmicamente sul suo sesso, la penetrava dolcemente prima di scendere un poco più giù a sfiorarle il buchetto, cosa che la faceva impazzire. Le sue mani torturavano dolcemente i miei capezzoli duri mentre dalla sua bocca uscivano parole di incitamento condite a tratti da espressioni un poco volgari. Nei nostri giochi avevamo scoperto di apprezzare ambedue l’uso di parole forti, a tratti scurrili. In situazioni normali avrebbero potuto essere considerate offensive ma, nei nostri giochi, assumevano una eccitante forza che acuiva il nostro piacere. Ero persa nell’estasi del momento quando ad un tratto sentii Anna irrigidirsi. Non era il preludio all’orgasmo’ il suo tendersi aveva qualcosa di estraneo al piacere e questo mi riportò immediatamente alla realtà. Sollevai lo sguardo e vidi Anna fissare, gli occhi sbarrati, in direzione della porta d’ingresso. Nella stanza, a bocca aperta e con gli occhi fuori dalle orbite, c’erano il fratello di Anna, Roberto, ed un suo amico che conoscevo appena e che sapevo chiamarsi Claudio. Cercai immediatamente qualcosa con cui coprire il mio corpo nudo ma non vi erano coperte o altro ed allora, cercando inadeguatamente di nascondere le mie parti intime mi diressi velocemente verso la camera, seguita a ruota da Anna. Eravamo in preda al panico, eravamo state colte in fragrante da due uomini mentre ci donavamo il piacere e per ironia della sorte uno dei due era suo fratello.
Ci eravamo buttare sul letto senza fiato dallo stupore e non avevamo pensato a rivestirci. La camera ci sembrava forse un rifugio tranquillo dove analizzare quello che poteva succedere. Credo che di tutto quello che pensavamo potesse accadere, nulla avrebbe lasciato presagire quello che ora vado a raccontarvi.
Erano trascorsi forse un paio di minuti quando la porta della camera si aprì e i due sgraditi ospiti fecero il loro ingresso. Fu il nostro turno di restare sgomente a bocca aperta. Erano entrambi nudi e visibilmente eccitati. Roberto, 23 anni, alto e muscoloso, abbronzato, rappresentava, al maschile, la bellezza di Anna ed era risaputo, riscuoteva molto successo tra le ragazze. Anche Claudio non era per nulla brutto, un poco più basso di Roberto, sfoggiava un fisco dai muscoli definiti che mi fecero subito pensare ad una statua greca. Guardai Anna e nel suo sguardo vidi dipinto il medesimo turbamento che io stessa provavo. Che intenzioni avevano? Cosa significava tutto ciò?
I due ragazzi si avvicinarono al letto e Roberto si mise a sedere vicino a me che con il lenzuolo mi ricoprivo fino al mento, in questo imitata da Anna vicino alla quale si era seduto Claudio. Ero imbarazzatissima, non solo per il fatto di essere stata scoperta mente mi congiungevo ad un’altra donna, ma anche perché non riuscivo a non guardare il membro di Roberto che svettava a pochi centimetri da me. Roberto doveva essersi accorto di ciò che provavo perché mi prese la mano posandola sul suo sesso e guidandola su di esso. La mia mano prese vita e cominciò a sfiorare quel magnifico strumento di piacere mentre il mio sguardo correva ad Anna che in quel momento veniva passionalmente baciata da Claudio. Ormai immaginavo come si sarebbe evoluta la cosa e quando Roberto, prendendomi per mano, mi condusse in un’altra stanza, lo ringraziai con lo sguardo, poiché non mi sentivo pronta per un gioco con più persone. Roberto, sdraiato al mio fianco sul letto, prese a baciarmi il collo, a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio, a succhiarmi le labbra sino a che io, trasportata da quei dolci baci, non gli offrii la mia lingua da baciare e succhiare. Ricordo quel bacio come fosse ora’ intenso, umido, caldo ed eccitante. Le nostre lingue si cercavano, si esploravano mentre la mia mano ritrovava la strada per il suo sesso, vogliosa di accarezzarlo. Non avevamo scambiato una sola parola’ ora i nostri corpi parlavano per noi. Sentii la lingua di Roberto scendere sul collo, percorrerlo per giungere nell’insenatura tra i seni’ soffermarsi a giocare a lungo con i miei capezzoli prima di riprendere la strana che lo condusse all’ombelico e poi più giù sino al bacino. Pensavo arrivasse subito a darmi il desiderato piacere ed invece la sua lingua si spostava dall’ombelico all’interno delle cosce, avvicinandosi al mio sesso per poi rifuggire e tornare ad allontanarsi. Era una deliziosa tortura’ ogni volta che si avvicinava fremevo di desiderio e quando lo sentivo allentarsi, venivo colta da un desiderio inconsulto di riavvicinarlo a forza. Questo gioco durò per un tempo che mi parve interminabile poi, d’un tratto, la sua lingua si sposto sulla clitoride, accarezzandola dolcemente facendomi urlare dall’eccitazione. La sua lingua ora percorreva le grandi labbra, ora si soffermava sulla clitoride per poi scendere di nuovo. La sentivo entrare in me con il suo umido calore. Ero in preda ai fremiti’ i brividi salivano ad ondate su per la schiena arrivando sino alla base del collo. Eguali sensazioni scendevano lungo le mie gambe, obbligandomi ad arricciare le dita dei piedi per resistere alle ondate di puro piacere. L’orgasmo mi folgorò, gettandomi in un abisso di piacere dal quale riemersi a fatica e controvoglia. Ero venuta in un modo mai provato, era l’orgasmo più intenso che io avessi mai provato sino a quel momento. Solo quando riemersi da quelle profondità mi resi conto di aver stretto le cosce attorno alla testa di Roberto che quasi boccheggiava in quella tenaglia. Mi venne da ridere vedendolo li, fermo, stretto in quella voluttuosa morsa, ancora con la lingua protesa alla mia clitoride. Desideravo ricambiare il piacere che avevo ricevuto e ribaltando la posizione mi accoccolai tra le sue gambe. Potevo ora sentire il profumo inebriante del suo sesso, osservare il glande che tra poco avrei leccato, percorrere con lo sguardo ogni millimetro di quel duro scettro e del sacchetto che sotto di lui conteneva il suo piacere. Avvicinai la lingua e sfiorai il glande, lo percorsi con delicatezza prima di aprire la mia bocca per accoglierlo. In quell’istante sentii Roberto gemere di piacere e questo mi spinse a iniziare a succhiarlo, alternando movimenti veloci a lunghi istanti di estrema delicatezza. Le mie mani intanto accarezzavano i testicoli ricoperti da una florida peluria’. Mi spostai per leccarli, prenderli delicatamente in bocca e succhiarli prima di continuare poi a dedicarmi l’asta vigorosa. Sentivo Roberto tendersi e sapevo che stava per essere sopraffatto dal piacere. Non volevo venisse’ desideravo prima sentirlo dentro di me’ godere il piacere di concedermi a lui. Quindi mi sollevai’. mi ersi sopra di lui appoggiando i piedi a lato dei suoi fianchi e lentamente, guardandolo negli occhi, presi a flettere le ginocchia dirigendo il mio bacino in direzione del suo. Non ci fu alcun bisogno di guidare il suo membro dentro di me’ entrò naturalmente e senza alcuno sforzo. Nonostante le dimensioni non comuni, i miei umori abbondanti facilitarono l’ingresso ed io, lasciandomi andare lo accolsi sino in fondo. Prese a muovermi su di lui con lentezza, sollevandomi con ritmo lento per poi ridiscendere a gustarmi ogni millimetro del suo pene dentro di me. Avrei voluto durasse in eterno ma l’orgasmo mi colse nuovamente impreparata urlai letteralmente dal piacere. Anche lui era rosso in viso. I suoi movimenti erano orami frenetici e sapevo che non sarebbe riuscito a controllarsi oltre. Mi spostai e ripresi il suo pene in bocca appena in tempo per ricevere il suo liquido bollente. Restai immobile godendo del pulsare del suo sesso nella mia bocca. Mi alzai e andai in bagno dove trovai Anna, con i capelli arruffati, evidentemente anche lei stremata e soddisfatta dell’inatteso incontro. Ci sorridemmo, senza dire una parola, non ce n’era bisogno, ci infilammo i costumi e uscimmo per andare in spiaggia. Al nostro rientro i ragazzi se ne erano andati’ nell’ingresso avevano lasciato due biglietti con i nostri nome scritti sopra. Lessi quello indirizzato a me. Diceva: ‘Daniela, non sapevamo che foste qui al lago e se lo avessi saputo forse non saremmo venuti. Sono contento di ciò. E’ stato bellissimo. Grazie. Roberto’. In quel biglietto, che ancora conservo, seppure goffo nella forma e nei termini, c’era il tentativo di sciogliere un imbarazzo che non era solo mio e di Anna, ma anche di Roberto e Claudio. Non feci leggere il contenuto del biglietto ad Anna come lei non fece leggere il suo a me’ preferendo serbare in noi quel momento di profonda intimità.

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