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Vita di paese – questioni di cuore

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Cari lettori, non so neanche io perché voglio condividere con voi questi ricordi.

Certo potreste pensare che &egrave tutto frutto della mia fantasia, in realtà ciò che vi racconto &egrave successo davvero, certo l’evoluzione del racconto &egrave l’elaborazione dei miei ricordi, i dialoghi, le sensazioni vissute parecchi anni fa sono raccontate così come son state impresse nella mia memoria, senza la pretesa di essere una cronaca puntuale, precisa e fedele.

Ma spero di riuscir a comunicare con fedeltà le emozioni, così come le ricordo, così come si sono impresse nella mia mente.

Chissà perché a quest’ora di notte, voglio ricordare’ condividere con voi’ forse perché vorrei riviverle, perché gli anni passano.

E guardandosi indietro ci si accorge di quanto abbiamo già vissuto.

Certo &egrave che in questo momento, al pensiero di raccontarvi la continuazione, sono eccitato, ho il cazzo duro e nel mentre che scrivo

Mi masturbo.

Dopo quella mega-inculata, Simonetta divenne il mio sfogo quotidiano.

Tutte le volte che riuscivo ad appartarmi con lei, non perdevo occasione di obbligarla a fare sesso.

Preoccupata delle possibili conseguenze aveva ripreso ad frequentare la scuola abbastanza regolarmente, ed io ne ero felice perché questo significava frequentare meno quei porci dei miei amici.

Malgrado il mio ego si sentisse appagato, provavo ancore rancore per le umiliazioni ricevute, ogni volta che stava con me godevo anche al pensiero di rubarla agli altri.

Col tempo la sua passività mi venne a noia, ma allora la mia fantasia sessuale non conosceva limiti: la obbligavo a sfogliare con me riviste porno, nascosti in soffitta, al riparo degli occhi severi dei nostri genitori.

‘Guarda Simo’ Vedi come ne prende 2 contemporaneamente? Uno di questi giorni devi provare anche tu. Che ne dici troietta’.’

Mentre sfogliavo la rivista di solito le masturbavo la fica, stropicciandole il clitoride, strizzandolo tra le dita, facendola gemere di piacere e di dolore.

Mi divertivo ad allargarle il fiorellino, infilandola con le dita’

In genere mi lasciavo trasportare dalla storia, dalla sequenza delle foto e del racconto.

Di fronte ad un bel pompino me lo facevo succhiare per un poco, nelle pause mi masturbava.

Le sedute duravano anche ore’

In realtà il gioco ci eccitava moltissimo. La sua fichetta era sempre bagnata, lacrimava umori in continuazione.

Simonetta, pur senza prendere alcuna iniziativa, partecipava con tutto il suo giovane corpo, incapace di resistere all’erotismo della situazione.

Giunsi a sculacciarla con forza, durante la proiezione di un film sadomaso.

Ricordo le chiappe arrossate, sulle mie ginocchia, le mutandine abbassate a metà coscia’

Ciò nonostante, non faceva nulla per fuggire, neanche cercava di ripararsi dai colpi.

All’epoca frequentavo il liceo classico. Erano gli anni in cui si studiava poco, anni in cui aveva maggiore importanza crescere come persone, impegnarsi socialmente, sconfiggere i tabù di una società troppo borghese.

Mi rendo conto che sono sempre stato malato’ Già in quel tempo le maggiori emozioni le provavo cercando di avvicinare le ragazze, ci provavo con tutte, la timidezza ingigantiva le mie emozioni e in quei momenti ero troppo agitato per poter essere me stesso.

Mi era di aiuto la presenza di Simonetta, dei pomeriggi spesi a baciarci, masturbarci, a godere pensando alle porcherie che avrei fatto più volentieri con altre.

Qualunque altra ragazza mi avrebbe mandato all’inferno, si sarebbe ribellata, avrebbe rifiutato un rapporto basato solo sul sesso, incestuoso, senza futuro.

Lei invece accettava tutto quanto le imponevo.

Mi amava.

La sua docilità a volte riusciva anche a farmi passare l’eccitazione.

A volte mi ribellavo a quel sentimento, diventavo ancora più stronzo.

Le saltavo addosso, incurante di dove fossimo.

La inculavo con cattiveria, spogliandola solo di ciò che mi impediva di arrivare al suo culetto sodo.

Sbattendola contro i muri, dietro un albero, dentro un’auto parcheggiata in paese.

Cercando il suo dolore, attento ad ogni sua smorfia che potesse tradire un’emozione.

In fondo non l’ho mai capita, forse &egrave semplicemente un’erotomane, come me.

Una malata di sesso.

Sembrava non le bastasse mai. Non chiedeva mai niente, ma non rifiutava niente.

A scuola facevo il filo ad una paio di coetanee, come al solito con scarsi risultati. Anche a causa del fatto che sembravo ancor più giovane di quel che ero.

A pensarci bene, ho passato mezza vita a cercare di sembrare più vecchio, ed ora sto passando la seconda metà a cercare di sembrare più giovane!

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